Al termine della requisitoria davanti alla Corte d'assise di Perugia il pm Giuliano Mignini ha chiesto l'ergastolo per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, con isolamento rispettivamente per nove mesi e due mesi. Mignini ha supportato la sua tesi con prove in apparenza inconfutabili come tiene a precisare anche l'altro pm, Manuela Comodi per la quale "
le prove scientifiche raccolte sono inconfutabili e sovrapponibili" e prosegue "non c'è alcuna possibilità di contaminazione del dna". Secondo i media americani, invece, non ci sarebbero prove contro Amanda. Le prove, però, pare ci siano eccome:
partendo dal coltello considerato l'arma del delitto e sulla cui lama sono state rinvenute tracce biologiche appartenenti alla vittima mentre tracce del dna di Amanda sono riscontrabili sul manico. Raffaele Sollecito avrebbe lasciato impronte invece sul reggiseno di Mez, elemento che avvalorerebbe la ricostruzione del pm Mignini del gioco/violenza sessuale ai danni della vittima di cui abbiamo parlato nel post precedente. Per quanto riguarda invece l'alibi rivendicata dai due fidanzatini ossia di aver lavorato al computer la sera del 1 novembre 2007, nonostante il PC fosse acceso, non è stata rilevata traccia di attività, quindi nessuno ci stava lavorando mentre Mez venina massacrata e uccisa.
Fonte:http://notitiacriminis.blogosfere.it/2009/11/delitto-di-perugia-prove-inconfutabili-contro-amanda-e-raffaele.html
Cita:
CRASH3 ha scritto:
Ma guede' ha dato una sua versione??
se si qual'è? me la sono persa.........
Nel corso della dichiarazione spontanea,
Guede ha ricostruito quanto avvenuto la sera dell’omicidio di Meredith – al quale ha continuato a dirsi estraneo – i giorni precedenti e quelli successivi. Ha spiegato di avere incontrato Meredith il 31 ottobre del 2007, nel corso di una festa in discoteca e di aver avuto con lei un appuntamento per la sera successiva. “Le ho dato un bacino sulla guancia e poi le ho detto ‘ci vediamo’” ha spiegato l’ivoriano.
Ha quindi riferito alla Corte che la sera successiva a quella dell’incontro entrò insieme alla Kercher nella casa di via della Pergola, poi teatro del delitto: “mentre eravamo in casa – ha sostenuto Guede – Meredith cominciò a inveire contro Amanda . ‘I miei soldi, i miei soldi, non la sopporto più” disse Meredith”. L’ivoriano ha quindi spiegato di aver avuto un approccio con la studentessa inglese, ma non un rapporto sessuale. Dopo circa un quarto d’ora – in base alla sua versione – si recò in bagno. “Ho sentito le voci di Meredith e di Amanda – ha riferito ancora Guede – che discutevano dei soldi venuti a mancare. Ho sentito solo ‘dobbiamo parlare’ ma non mi sono preoccupato, perché pensavo fosse solo una discussione tra due ragazze che vivevano nella stessa casa.
Mentre ero in bagno mi sono messo ad ascoltare musica da un i-pod, ma alla metà del terzo brano ho sentito un urlo fortissimo. Mi sono precipitato a vedere cosa fosse successo e in camera di Meredith ho visto una figura maschile. E’ stato un lampo e questa persona ha cercato di colpirmi. Sono indietreggiato e caduto in soggiorno. A quel punto ho sentito qualcuno fuori della casa che scappava e diceva ‘andiamo via, c’é un nero in casa’.
Non ho avuto il coraggio di inseguirli, ma guardando fuori dalla finestra ho visto la sagoma di Amanda”. Guede ha quindi spiegato di essersi recato nella camera di Meredith e di aver cercato di tamponare il sangue che le usciva dopo essere stata ferita mortalmente con un coltello alla gola. Meredith era agonizzante – ha sostenuto Guede – e cercava di dirmi qualcosa, io le tenevo la mano. A quel punto sono entrato in uno stato di shock. Nella mia testa c’erano tanti perché senza risposta. Ho avuto paura”. Il giovane ha quindi affermato di essersi “ritrovato in Germania”, dove venne poi arrestato, ma di non avere avuto “nulla da cui scappare”
Fonte:http://www.italianotizie.it/?p=7149