UfoWatcher ha scritto:
Non c'è un solo movente che può funzionare per l'11 settembre.
Caro UfoWatcher,
ti sottopongo un testo per poi poter fare una piccola riflessione insieme:
Tratto da:
http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_p ... _americanoIl Progetto per un nuovo secolo americano o PNAC (Project for the New American Century) è un istituto di ricerca con sede a Washington. Tra i suoi fondatori spiccano Dick Cheney e Donald Rumsfeld.
Iniziò i suoi primi passi nella primavera del 1997 in forma di organizzazione non profit, con lo scopo di promuovere "La leadership globale americana". Il presidente è William Kristol, direttore di "the Weekly Standard" nonché prestigiosa firma della TV Fox News. L'iniziativa di costituirlo è partita dal New Citizenship Project, un'organizzazione non-profit finanziata dalla Sarah Scaife Foundation, dalla John M. Olin Foundation e dalla Bradley Foundation[1]
I membri attuali e precedenti includono svariati deputati del Partito Repubblicano e dell'amministrazione Bush, compresi Paul Wolfowitz, Jeb Bush, Richard Perle, Richard Armitage, Lewis Libby, William J. Bennett, Zalmay Khalilzad, e Ellen Bork (moglie di Robert Bork). Gran parte delle idee del PNAC e dei suoi membri sono associati col movimento neoconservatore. Nell'organigramma del PNAC figurano sette membri del personale a tempo pieno, che si aggiungono al suo Board di amministratori. Il PNAC ha svolto una funzione piuttosto controversa. Alcuni hanno sollevato obiezioni sul fatto che il progetto fosse volto al dominio economico e militare di terra, spazio, e cyberspazio da parte degli Stati Uniti, così da instaurare il predominio americano negli affari globali (Pax Americana) per il futuro - da qui il termine "Nuovo Secolo Americano" basato sull'idea che il XX secolo fosse il Secolo Americano. Alcuni analisti discutono sul fatto che la guerra USA contro l'Iraq, cominciata nel marzo 2003 con nome in codice Operazione Iraq Libero, non sia altro che il primo passo verso l'attuazione di questi obiettivi.
(...)
Il sito ufficiale del PNAC[2] indica chiaramente i "propositi fondamentali" del gruppo:
"la leadership americana è un bene sia per l'America che per il resto del mondo"
"questa leadership richiede forza militare, energia diplomatica e affidamento a principi morali"
"troppo pochi leader politici oggi stanno preparando la leadership globale"
Il PNAC ha anche fatto una "dichiarazione di principi" all'atto della fondazione nel 1997:
Mentre il XX secolo volge al termine, gli Stati Uniti restano la prima potenza mondiale. Avendo condotto l'Occidente alla vittoria nella guerra fredda, l'America si trova ora di fronte un'opportunità e una sfida: Gli Stati Uniti avranno la capacità di farsi forti delle conquiste dei decenni trascorsi? Gli Stati Uniti avranno la determinazione per formare un nuovo secolo favorevole ai principi e agli interessi americani?
Il PNAC è a favore a "una politica di forza militare e di chiarezza morale" che include:
Un significativo incremento della spesa militare degli USA.
Consolidare i legami con gli alleati degli USA e sfidare i regimi ostili agli interessi e ai valori americani
Promuovere la causa della libertà politica ed economica al di fuori degli USA
Preservare ed estendere un assetto internazionale favorevole alla sicurezza, alla prosperità e ai principi degli USA.
La posizione del PNAC sull'Iraq [modifica]Il rapporto del 2000 Ricostruire le difese dell'America raccomanda di migliorare la pianificazione e lo spiegamento militare in Iraq per ridurre gli sforzi dovuti all'imposizione della zona interdetta al volo (No Fly Zone) e alleggerire le porta-aerei. Il gruppo usa il successo degli Stati Uniti nella Guerra del Golfo come esempio del perché il mondo necessita della potenza militare americana. Proseguendo, il rapporto dichiara che:
« mentre il conflitto irrisolto in Iraq fornisce un'immediata giustificazione (per la presenza militare USA) la necessità di una presenza sostanziale delle forze americane nel Golfo trascende la questione del regime di Saddam Hussein »
e
«inoltre sul lungo termine, l'Iran può dimostrarsi una grossa minaccia agli interessi USA nel Golfo analogamente all'Iraq. E anche se migliorassero le relazioni USA-Iran, mantenere le forze militare in avanguardia nella regione sarebbe un elemento essenziale nella strategia di sicurezza degli USA, visti gli interessi americani di lunga data in quelle zone »
Controversie
Il PNAC è stato al centro di notevoli critiche e controversie, sia fra membri di sinistra che di destra. Critici da entrambe le parti dibattono sulla premessa se la leadership mondiale americana sia desiderabile per il mondo o anche solo per gli Stati Uniti. Le critiche più aspre al PNAC affermano che rappresenti una preoccupante ambiguità l'agenda imperiale di espansionismo e dominio globale delle forze armate USA. I critici delle relazioni internazionali degli USA guardano con risentimento all'azzardata posizione del PNAC per mantenere la situazione di privilegio degli USA come unica superpotenza mondiale.
I sostenitori del progetto rispondono che gli obiettivi del PNAC non sono fondamentalmente differenti da altre misure conservatrici di politica estera prese in passato. I conservatori sono stati trazionalmente a favore di un'america militarmente forte e promuovono posizioni aggressive da intraprendere per il paese quando i suoi interessi sono minacciati. La posizione tradizionale dei conservatori americani è però sempre stata pragmatica, e restia a impegnarsi in conflitti controversi e difficili per ragioni ideologiche, le guerre preferite dai conservatori tradizionali erano brevi e volte a raggiungere uno scopo (anche economico) in tempi brevi, come ad esempio la guerra per costringere l'Irak a ritirarsi dal Kwait, mentre le guerre propugnate dai neoconservatori sono più ideologiche, di durata incomparabile, e mescolano vantaggi economici ad obbiettivi "idealistici", (come la diffusione del libero mercato e della democrazia) che erano tradizionalmente obbiettivi del partito democratico.[senza fonte].
Critiche alla posizione sull'Iraq
Nel 1998, a seguito della forte riluttanza irachena a cooperare con le ispezioni dell'ONU per gli ordigni nucleari, i membri del PNAC, compresi Donald Rumsfeld e Paul Wolfowitz, scrissero al presidente, Bill Clinton, spronandolo a rimuovere Saddam Hussein dal potere usando l'influenza diplomatica e politica, e la potenza militare USA. La lettera diceva che Saddam voleva porsi come minaccia agli Stati Uniti, ai suoi alleati nel Medio Oriente e alle risorse di petrolio nella regione se fosse riuscito ad ottenere armi di distruzione di massa. La lettera dichiarava anche "la politica americana non può continuare ad essere paralizzata da una mal indirizzata insistenza sull'unanimità nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU". Si argomentava inoltre che una guerra con l'Iraq sarebbe giustificata dallo spregio di Saddam Hussein per la politica di "contenimento" dell'ONU e per la sua persistente minaccia agli interessi degli Stati Uniti.
Molti critici dell'invasione dell'Iraq guidata dagli USA hanno sostenuto che l'atteggiamento "prepotente" con cui gli USA hanno spinto la comunità internazionale ad appoggiare la guerra in Iraq del 2003, e il fatto che la guerra andò avanti nonostante le riserve di parte di tale comunità, derivi dalla posizione ricoperta da importanti esponenti neo-conservatori nell'amministrazione Bush. Alcuni critici dell'amministrazione Bush considerano la lettera del 1998 al presidente Clinton come una "pistola fumante"[3], che mostra che una seconda Guerra del Golfo era una conclusione prevista. Questi critici vedono nella lettera una prova delle opinioni di Rumsfeld, Wolfowitz e Perle, cinque anni prima dell'invasione dell'Iraq. Rory Bremner, citando la lettera disse "questo è quello che vogliono e basta -cambio di regime-, non Blair, non l'ONU, non Hans Blix, non Francia, Germania, Russia, Cina, non la minaccia del terrorismo, o le riserve arabe, o la mancanza di prove, o le marce per la pace, nemmeno il nostro coraggioso Jack Straw potranno pararsi sulla loro strada."[4] George Monbiot, citando la lettera disse "pretendere che questa battaglia inizi e finisca in Iraq richiede una negazione volontaria del contesto in cui si svolge. Questo contesto è un chiaro tentativo da parte della superpotenza di modellare il mondo su di se."[5]
Alcuni sostenitori della guerra sostengono che non fu una conclusione prevista, a meno che non si assuma che Saddam Hussein avrebbe continuato nella sua intransigenza e che Francia, Russia, Germania e Cina avrebbero continuato a bloccare l'unanimità al consiglio di sicurezza dell'ONU. Essi rilevano che l'opposizione nel consiglio di sicurezza ONU incoraggiò Saddam nella sua convinzione che tattiche attendiste avrebbero funzionato e che le sanzioni sarebbero infine state tolte. Nel 2003, gli USA guidarono un'invasione dell'Iraq, nonostante non fossero riusciti ad ottenere una seconda risoluzione del consiglio di sicurezza dell'ONU su tale questione.
Ok... questa era la situazione a partire dal 1997. Una posizione che riguardava i NEOCONS, con George Bush, Dick Cheney, Condoleeza Rice e Company, e riguardava l'Iraq, l'Afghanistan e l'Iran (che è stato ed è tuttora nella lista degli stati canaglia) MA non ha mai riguardato l'ALTRA metà del Congresso americano.... e cioè i "democratici".
Ora, poichè le guerre "preventive" (sono state chiamate così dai media per anni e nessuno ha mai citato gli obiettivi del
Project for the New American Century) non sarebbero potute partire senza l'appoggio delle basi italiane ed europee, delle forze NATO e, SOPRATTUTTO,
senza il beneplacido del Congresso americano, è più che congruo pensare che:
1) La creazione del "TERRORISMO INTERNAZIONALE" utilizzato come spauracchio per il mondo intero
(e basato completamente sul passepartout dell'11/9),
è stato necessario per autorizzare ogni nefandezza (vedi apertura di Guantanamo, vedi violazione dei diritti umani, vedi controlli in tutti gli aeroporti, vedi carcerazione preventiva basata sul nulla, vedi misure di sicurezza attivate in tutti i luoghi e in tutte le occasioni, etc etc etc)
2) La creazione del "TERRORISMO INTERNAZIONALE" utilizzato come spauracchio per il mondo intero
(e basato completamente sul passepartout dell'11/9),
è stato necessario per autorizzare lo spostamento di INGENTISSIMI fondi pubblici (del popolo americano colpito al cuore dalla tragedia) dallo Stato alle Lobby Militari, gestite da amici, parenti e collaboratori dell'Amministrazione Bush. E senza quelle pressioni del popolo americano, il Congresso (composto anche da "democratici") non avrebbe dato mai nessun ok.
3) La creazione del "TERRORISMO INTERNAZIONALE" utilizzato come spauracchio per il mondo intero
(e basato completamente sul passepartout dell'11/9),
è stato necessario perchè altrimenti, nessun PAESE AMICO avrebbe autorizzato e finanziato interventi militari e fornito basi di appoggio nei rispettivi paesi per gli attacchi a Iraq e Afghanistan.
A questo aggiungiamo che....
Bush pianificò il "cambio di regime" in Iraq prima di diventare PresidenteDi Neil Mackay, Sunday Herald - 15 settembre 2002
http://xoomer.virgilio.it/911_subito/PNAC.htmBush e Cheney sono indagati per l'11/9http://xoomer.virgilio.it/911_subito/bu ... dagati.htmAfghanistan, Iraq e Iran: la guerra era già decisa dal 1998.http://xoomer.virgilio.it/911_subito/gu ... a_1998.htmInsomma...... tu hai detto che:
Gli Stati Uniti non hanno bisogno dell'autorizzazione di nessuno, sono una superpotenza e fanno guerra a chi gli pare senza problemi di sorta.
A parte il fatto che non è proprio così (perchè c'è SEMPRE un Congresso che decide democraticamente)..... c'è da dire che la storia recente degli ultimi 14 anni -
senza l'11/9 - avrebbe avuto un esito per LORO (LORO in quanto Neocons e non loro in quanto "Stati Uniti") decisamente diverso. Inoltre, il popolo americano, alla luce della situazione economica odierna, si sarebbe decisamente risparmiato i 1.000 miliardi di dollari stanziati per la difesa e per le INUTILI guerre...... tu che dici?
E allora......
UfoWatcher ha scritto:
Non c'è un solo movente che può funzionare per l'11 settembre.
Ne sei proprio sicuro