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MessaggioInviato: 17/11/2011, 21:07 
SETTE PAESI CONSIDERANO LA POSSIBILITA' DI ABBANDONARE IL DOLLARO USA
Postato il Lunedì, 12 novembre @ 21:00:00 CST di marcoc

DI JESSICA HUPP
Currency Trading

Non è un segreto che il dollaro abbia imboccato una spirale in discesa. Il suo valore sta crollando e la Fed non sta facendo un bel nulla per cambiare la situazione. Di conseguenza, un certo numero di paesi stanno considerando di allontanarsi dal dollaro per conservare i loro beni.

Ecco i sette paesi che attualmente stanno considerando di sganciarsi dal dollaro e gli effetti che avranno sul suo valore e sull'economia degli Stati Uniti.

L'Arabia saudita: Il Telegraph segnala che, per la prima volta, l'Arabia Saudita ha rifiutato di tagliare i tassi di interesse assieme alla Federal Riserve degli Stati Uniti. Ciò è stato visto come un segnale che è imminente una rottura dall'aggancio valutario con il dollaro.

Il regno sta prendendo "misure appropriate" per proteggersi dalla possibilità che il dollaro causi problemi alla loro economia. Sono preoccupati riguardo la minaccia d'inflazione e non vogliono aver a che fare con le "condizioni recessive" negli USA. Hans Redeker di BNP Paribas crede che questo crei "una situazione molto pericolosa per il dollaro", poichè l'Arabia Saudita da sola gestisce 800 miliardi di dollari. Gli esperti temono che una rottura dal dollaro in Arabia Saudita potrebbe scatenare "una fuga precipitosa" dal dollaro in Medio Oriente, una regione che controlla 3.500 miliardi di dollari.

La Corea Del Sud: nel 2005, la Corea ha annunciato la sua intenzione di spostare i propri investimenti su valute di altri paesi piuttosto che gli Stati Uniti. Anche se stanno semplicemente facendo piani per diversificare in futuro, ciò non significa che una grande quantità di dollari non sia nei piani. Ci sono voci che la Banca della Corea stia progettando di vendere 1 miliardo di obbligazioni USA nell'immediato futuro, dopo la vendita di 100 milioni dello scorso agosto.

La Cina: Dopo aver già abbandonato l'aggancio al dollaro nel 2005, la Cina ha un altro asso nella manica. Attualmente, la Cina sta minacciando "l'opzione nucleare" di un'enorme liquidazione di dollari in risposta alle possibili sanzioni commerciali progettate per forzare una rivalutazione dello yuan. Anche se la Cina "non vuole alcun fenomeno indesiderabile nell'ordine finanziario globale", la loro grande quantità di dollari USA serve da "moneta di contrattazione". Come abbiamo notato in passato, la Cina ha il potere di prendere la fuga dal dollaro.

Il Venezuela: Il Venezuela ha poca lealtà verso il dollaro. Infatti hanno mostrato un'evidente disapprovazione, scegliendo di utilizzare accordi con baratto per il petrolio. Questi affari con baratto, stabiliti da Hugo Chavez, permettono al Venezuela di commerciare il petrolio con 12 paesi latino-americani e con Cuba senza utilizzare il dollaro, tagliando agli Stati Uniti il loro abituale sussidio. Chavez non è timido su questa decisione e ha pubblicamente consigliato ad altri di adottare simili iniziative. Nel 2000, Chavez ha suggerito all'OPEC che "approfittassero del baratto di elettronica high-tech e degli scambi bilaterali del suo petrolio con i suoi clienti dei paesi in via di sviluppo" o, in altre parole, di smettere di usare il dollaro o persino l'euro, per le transazioni del petrolio. In settembre, Chavez ha imposto alla compagnia petrolifera di stato venezuelana Petroleos de Venezuela SA di cambiare i suoi investimenti da dollaro a euro e altre valute per attenuare il rischio.

Il Sudan: Il Sudan, ancora una volta, sta progettando di convertire le sue riserve di dollari in euro ed altre valute. In più, hanno suggerito alle banche commerciali, ai dipartimenti del governo ed ai commercianti privati di fare lo stesso. Nel 1997, la Banca Centrale del Sudan ha fatto una raccomandazione simile in reazione alle sanzioni dell'ex presidente USA Clinton, ma è venuta a mancare l'esecuzione. Ma questa volta, 31 aziende sudanesi sono diventate soggette alle sanzioni, impedendo loro di fare operazioni commerciali o finanziarie con gli Stati Uniti. Ufficialmente, si segnala che le sanzioni hanno scarso effetto, ma ci sono indicazioni che l'economia sta soffrendo a causa di queste limitazioni. Una decisione di spostare il Sudan via dal dollaro è intesa per permettere al paese di aggirare queste sanzioni come pure altre in avvenire. Tuttavia, un comitato di Khartoum ha recentemente concluso che le proposte di ridotta dipendenza dal dollaro sono "non fattibili." Nonostante tutto, è evidente che l'intenzione del Sudan è di tentare una rottura dal dollaro in futuro.

L'Iran: L'Iran è forse il più probabile candidato per un imminente abbandono del dollaro. Recentemente, l'Iran ha chiesto che le sue spedizioni in Giappone fossero commerciate in Yen anziché dollari. Inoltre, l'Iran ha progetti in opera per creare uno scambio aperto di merci chiamato Borsa del Petrolio dell'Iran. Questo scambio permetterebbe di commerciare il petrolio ed il gas in valute non-dollaro, l'euro in particolare. Sebbene la Borsa del Petrolio abbia mancato almeno tre delle sue date d'apertura annunciate, essa serve a rendere chiare le intenzioni dell'Iran di liberarsi del dollaro. A partire dall'ottobre 2007, l'Iran riceve valute non-dollaro per l'85% delle sue esportazioni di petrolio ed ha in programma di spostare il 15% restante verso valute come il dirham degli Emirati Arabi Uniti.

La Russia: L'Iran non è solo nel suo desiderio di stabilire un'alternativa al commercio di petrolio ed altre merci in dollari. Nel 2006, il presidente russo Vladmir Putin ha espresso interesse nello stabilire una borsa valori russa che permetterebbe di pagare "petrolio, gas ed altre merci in rubli". Le intenzioni della Russia non sono segrete - in passato, hanno indicato chiaramente che sono molto prudenti sul tenere troppe riserve di dollari. Nel 2004, Alexei Ulyukayev Amministratore Capo della Banca Centrale Russa ha osservato, "la maggior parte delle nostre riserve è in dollari e questo è causa di preoccupazione". Ha continuato a spiegare che, dopo avere considerato il tasso del dollaro contro l'euro, la Russia "sta discutendo la possibilità di cambiare la struttura della riserva." Poi nel 2005, la Russia ha messo un termine al suo aggancio al dollaro, scegliendo invece di muoversi verso un allineamento all'euro. Hanno discusso la valutazione del petrolio in euro, una mossa che potrebbe generare un grande allontanamento dal dollaro verso l'euro, poichè la Russia è il secondo maggior esportatore di petrolio mondo.

Cosa significa tutto ciò?

Le nazioni si stanno stancando sempre di più di perdere denaro sul dollaro che precipita. Molti di loro desiderano proteggere i loro interessi finanziari ed un certo numero di loro vuole che termini la supervisione USA che deriva dall'usare il dollaro. Anche se non è chiaro quanti di questi paesi realmente porteranno a termine uno sganciamento dal dollaro, è chiaro che il suo status di valuta mondiale è in difficoltà.

Ovviamente, un abbandono del dollaro vuol dire cattive notizie per la moneta. Messa in parole semplici, come diminuisce la richiesta, il suo valore crolla. In più, se è perso, si sentirà dolorosamente la mancanza del reddito generato dall'uso del dollaro. La condizione del dollaro di economico prodotto di esportazione USA è una parte vitale della nostra economia. Perdere questa condizione potrebbe far traballare le vite finanziarie sia degli Americani che dell'economia di tutto il mondo.

Titolo originale: "7 Countries Considering Abandoning the US Dollar (and what it means)"

Fonte: http://www.currencytrading.net/
Link


http://www.comedonchisciotte.org/site// ... e&sid=3958


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MessaggioInviato: 17/11/2011, 21:16 
Nel 2011 sono rimasti solo 3 paesi senza
una Banca Centrale controllata dai Rothschild


By Edoardo Capuano - Posted on 17 novembre 2011

Immagine


Partendo dal 2000, 7 paesi erano privi di una banca centrale
controllata dai Rothschild:


Afghanistan
Iraq
Sudan
Libia
Cuba
Corea del Nord
Iran


Poi c’è stata l’occasione dell’11 settembre e ben presto l’Iraq e
l’Afghanistan persero il controllo della banca centrale, lasciando
solo cinque paesi nella lista:


Sudan
Libia
Cuba
Corea del Nord
Iran


Sappiamo tutti in quanto poco tempo la banca centrale di Bengasi
è stata messa in piedi.


Gli unici paesi nel 2011 rimasti senza una banca centrale
controllata dai rothschild sono i seguenti:


Cuba
Corea del Nord
Iran


L’elite sta ora puntando sull’Iran… probabilmente l’elenco
verrà ulteriormente decurtato a breve….


Fonte originale: mikephilbin.blogspot.com
Traduzione a cura di: neovitruvian.wordpress.com



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MessaggioInviato: 17/11/2011, 21:22 
Hanno quasi completato il loro piano, a presto novità rivoluzionarie.
Siamo senza difesa, ci hanno lavorato ai fianchi per decenni ed ora raccoglieranno i loro frutti, amari per noi poveri popolani.[xx(]



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MessaggioInviato: 17/11/2011, 21:48 
Da Prodi a Monti: agli ordini dei Padroni dell’Universo

Tratto da: Il Manifesto (il che è tutto dire!)
http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/5829/

I “padroni dell’universo”. Un soprannome modesto per gli uomini di punta di Goldman Sachs (Gs). Una banca d’affari con 142 anni di vita, più volte sull’orlo del baratro, da sempre creatrice di conflitti di interesse terrificanti, da far impallidire – per dimensione e pervasività – quelli berlusconiani. Famosa per “prestare” i propri uomini alle istituzioni, quasi dei civil servants con il pessimo difetto di passare spesso dalla banca privata ai posti di governo. Come peraltro i membri della Trilaterale o del Bilderberg Group. Mario Monti è uomo accorto: è presente in tutti e tre. Per Gs ha fatto finora l’international advisor, come anche Gianni Letta, dal 2007, nonostante il ruolo di governo.

Cos’è un advisor? Beh, è un consigliere; una persona in grado di indicare a una banca internazionale i migliori affari in circolazione. Specie quando uno Stato deve privatizzate le società pubbliche.

Sta nella buca del suggeritore, ma può diventare premier. E G&S ha comunicato ai mercati che in tal caso lo spread per i Btp italiani calerebbe a 350 punti in un lampo. È la banca che ha inventato (subito copiata dalle altre) i prodotti derivati, quei 600.000 miliardi di dollari virtuali che stanno strangolando il mondo. Che ha aiutato i conservatori greci a nascondere lo stato reale dei conti pubblici davanti alla Ue. Che ha mandato l’amministratore delegato Henry Paulson, nel 2006, a fare il ministro del tesoro di Bush figlio.

Dopo il crack di Lehmann Brothers inventò il piano Tarp: 700 miliardi di dollari statali per salvare le banche private anche a costo di far esplodere il debito pubblico Usa. Gs riuscì in quel caso a intascare buona parte dei 180 miliardi destinati al salvataggio di Aig, gruppo assicurativo. Prima di Paulson era stato su quella poltrona Robert Rubin, con Clinton presidente; c’era poi tornato molto vicino, con Obama, ma dovette lasciare quasi subito il team economico: troppo evidente il suo doppio ruolo. Robert Zoellick è invece partito da G&S per coprire decine di ruoli per conto dei repubblicani, fino a diventare 11° presidente della Banca Mondiale.


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Ma anche gli italiani si difendono bene. Romano Prodi era stato lui advisor, prima di tornare all’Iri per privatizzarla e spiccare quindi il volo verso la presidenza del Consiglio, per ben due volte. Al suo fianco, negli anni, Massimo Tononi, ex funzionario della sede di Londra e quindi sottosegretario all’economia tra il 2006 e il 2008. Ma il più noto è certamente Mario Draghi. Dal 2002 al 2005 è stato vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs; in pratica il responsabile per l’Europa. Ha lasciato l’incarico per diventare governatore della Banca d’Italia e prendere la presidenza del Financial Stability Forum (ora rinominato Board), incaricato di trovare e mettere a punto nuove regole per il sistema finanziario globale.

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Compito improbo, che ha partorito molte raccomandazioni ma nessun risultato operativo di rilievo (le regole di Basilea 3 sono tutto sommato a tutela della solidità delle banche, non certo limitative di certe “audacie” speculative). Dall’inizio di questo mese siede alla presidenza della Banca Centrale Europea, ma prima ancora di entrarci aveva scritto e poi fatto co-firmare a Trichet la lettera segreta con cui il governo veniva messo alle strette: o le “riforme consigliate” in tempi stretti o niente acquisti di Btp. Forse rimpiange di ver lasciato il Financial Stability Board. Ma non deve preoccuparsi: al suo posto Mark Carney, governatore della Banca centrale canadese. Anche lui, per 13 lunghi anni, al fianco dei “padroni dell’universo” targati Goldman Sachs.

(Francesco Piccioni, “Goldman Sachs, la banca d’affari vivaio dei padroni dell’universo”, da “Il Manifesto” del 14 novembre 2011).


http://www.libreidee.org/2011/11/da-pro ... lluniverso



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MessaggioInviato: 17/11/2011, 21:51 
Diffidate da chi sorride sempre e comunque.[;)]



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MessaggioInviato: 17/11/2011, 21:57 
Stasera sono rimasto letteralmente scandalizzato dall'attegiamento "zerbinoide"
e ossequioso di Enrico Letta e di Bersani nei confronti del Premier Monti.

Ma come mai si comportano così?



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MessaggioInviato: 17/11/2011, 22:01 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Stasera sono rimasto letteralmente scandalizzato dall'attegiamento "zerbinoide"
e ossequioso di Enrico Letta e di Bersani nei confronti del Premier Monti.

Ma come mai si comportano così?


Meno male che almeno la Lega si è defilata da questa farsa massonica.
chissà mai che un ritorno alle origini possa dare qualche speranza.
Anni di lotta politica per poi vedersi sottrarre il federalismo che non conviene certo alle lobby di potere.
Voglio un governo di casalinghe e operai.



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MessaggioInviato: 18/11/2011, 09:38 
La cosa preoccupante è che le ricette anticrisi proposte lasciano del tutto intatti i sistemi di potere presenti e continuano a tartassare i soliti noti.

Non una parola è stata detta da Monti o da rispettivi partner europei o americani in questi anni (berlusconi compreso), sullo stato del sistema finanziario, sul potere delle banche e dei finanzieri alla Soros, reali colpevoli della "crisi" (che non esiste).

Capisco che è utopico, ma mi sarebbe piaciuto sentire una parola contro le speculazioni finanziarie, una parola sugli eurobond, una parola sulla tutela dei cittadini, sull'euro troppo forte per noi, etc...

Invece le solite cose, su pensioni, licenziamenti facili, aumento di tasse....

Una cosa paurosa nel nostro sistema, avendo amici sindaci che me lo raccontano, sono gli interessi che i comuni pagano alle banche private per avere anticipi di cassa sui loro conti correnti. Piccoli comuni in attesa dei versamenti dallo stato centrale che sono sempre in ritardo (magari anche apposta) sono costretti a farsi anticipare i soldi dalle banche private, pagando un prezzo di interessi veramente alto, così come accade in molte aziende a capitale pubblico. Basterebbe creare una banca pubblica che facesse questo lavoro, almeno gli interessi resterebbero "in casa", o sarebbero più bassi, piuttosto che arricchire sempre i soliti noti, magari anche in maniera strumentale. Non so che valore hanno queste spese sul bilancio finale, ma sospetto che tra comuni (8000 circa), province (110) regioni, aziende a capitale interamente pubblico (alcune migliaia), paghiamo al settore bancario una montagna di interessi del tutto immotivati, oltre a quelli del debito pubblico....


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MessaggioInviato: 18/11/2011, 10:07 
Cita:
DeMultaNocte ha scritto:

Una cosa paurosa nel nostro sistema, avendo amici sindaci che me lo raccontano, sono gli interessi che i comuni pagano alle banche private per avere anticipi di cassa sui loro conti correnti. Piccoli comuni in attesa dei versamenti dallo stato centrale che sono sempre in ritardo (magari anche apposta) sono costretti a farsi anticipare i soldi dalle banche private, pagando un prezzo di interessi veramente alto, così come accade in molte aziende a capitale pubblico. Basterebbe creare una banca pubblica che facesse questo lavoro, almeno gli interessi resterebbero "in casa", o sarebbero più bassi, piuttosto che arricchire sempre i soliti noti, magari anche in maniera strumentale. Non so che valore hanno queste spese sul bilancio finale, ma sospetto che tra comuni (8000 circa), province (110) regioni, aziende a capitale interamente pubblico (alcune migliaia), paghiamo al settore bancario una montagna di interessi del tutto immotivati, oltre a quelli del debito pubblico....


Perfetto.... hai citato una questione che, moltiplicata per regioni, comuni e provincie, fa una vagonata di soldi di interessi ogni giorno.

Soldi pubblici che potrebbero essere, ovviamente, utilizzati in modo diverso.

E chi trae beneficio da tutto ciò?
I Banchieri.

Come possono quindi questi signori (Monti & Company) cambiare le cose?
Loro non possono....

Siamo solo noi che possiamo farlo.



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MessaggioInviato: 18/11/2011, 12:54 
Altra cosa simpatica da tenere d'occhio:

Quando ho scritto “Debito pubblico e Germania.Ovvero,i trucchi dei crucchi” ne è venuto fuori una specie di caso.Il post ha fatto il giro del web,e molti sono rimasti scandalizzati dall’affronto “spudoratamente propagandistico”,”provinciale”,”superficiale”,”da soliti italioti”,ad un Paese sano,produttivo e da cui si può solo prendere esempio.


Ovviamente dalla Germania bisogna senza dubbio prendere esempio.E tra le cose da cui potremmo prendere esempio ci sarebbe il meccanismo con cui viene vengono conteggiate le passività della KFW,l’equivalente della nostra Cassa Depositi e Prestiti.
Io ho parlato di “trucco“,e qualcuno mi ha rimproverato dicendo che non si tratta di biricchinate truffaldine,bensì di regolare applicazione di “principi contabili conformi ai regolamenti internazionali”.Io ci credo,va benissimo.



Però a questo punto mi chiedo:perchè non uniformarsi a questa pratica contabile?
Perchè se la “Crande Cermania” può così far scendere il proprio debito pubblico dal 97% reale all’80% ufficialmente dichiarato,allora provate ad immaginare l’effetto di una “cura di bellezza” simile per il nostro vituperatissimo debito.


Scendere dal 120% del Pil al 100-105% sarebbe un miglioramento stellare.Perchè poi,sommando questo dato al basso indebitamento privato più la quasi immunità delle nostre banche al pericolo dei toxic assets(ex subprime),avremmo una performance nazionale che ci porrebbe come punto di riferimento per tutta l’Eurozona.E bye bye alla tensione sui nostri Btp,con annessa isteria collettiva dello Spread con i Bund.


Assurdo dite?Forse.Ma in questi tempi di assoluta follia finanziaria,in cui “strane manovre” del sistema speculativo vanno a sommarsi con cambi di governi direttamente ordinati dal “mercato”,il concetto di assurdo assume connotazioni piuttosto ambigue e risibili.


Intanto un certo Jean Claude Juncker,che non mi risulta essere un pazzo blogger,bensì il Presidente dell’Eurogruppo,avverte:

“La Germania ha un debito superiore alla Spagna” spiega Juncker al giornale tedesco General Anzeiger, aggiungendo: “In Germania la gente pensa che il paese non ha alcun problema, come se fosse senza debito pubblico e tutti gli altri paesi siano afflitti da debiti eccessivi”.

Un avvertimento che definire sinistro è dire poco.Ma se si considera che Berlino detiene il terzo debito pubblico del mondo,dopo Usa e Giappone,e si parla di 2.500 miliardi di euro…allora si inizia a capire meglio di cosa parliamo.


Ma io direi che vada sottilineato un altro dato che quasi mai viene messo sul tavolo:Deutsche Bank,di gran lunga la più grande banca tedesca ed una delle prime al mondo,ha in pancia 1.000 e rotti miliardi di prodotti finanziari ad alto rischio;parliamo dei famosi toxic assets derivati e derivanti dalla crisi del 2008.In pratica è spazzatura senza valore,ma che nei libri contabili della banca di Ackermann figurano come circa la metà degli attivi.


Ma si dira:”La Germania può sostenere meglio di chiunque il suo debito perchè ha un’economia solida che cresce vigorosamente…”
In passato certamente sì,ma oggi mica tanto.Come riporta il Sole 24ore le previsioni di crescita del Pil tedesco per il 2012,vedono un bella discesa allo 0,8%.


Insomma,a mettere insieme questi quattro dati non ne esce un quadro esaltante.Eppure,nonostante questa situazione,a Berlino si continua a dare voti,pagelle e patenti a tutti i governi dell’Eurozona in difficoltà col debito.Ironia della sorte o assurdità?


Probabilmente è in corso il festival mondiale dell’assurdo:



#9632;Il sistema bancario-finanziario genera nel 2008 una enorme crisi,che viene poi tamponata con pesantissime iniezioni di liquidità,trasferita nelle banche direttamente dal “pubblico“.
#9632;Gli Stati non si preoccupano minimamente di regolare il mercato finanziario per prevenire ulteriori ricadute.
#9632;Il sistema bancario,rimpinguato dal pubblico,si rifiuta di sostenere il credito all’economia reale e persiste nell’attività speculativa…attaccando direttamente i debiti sovrani(ulteriormente appesantiti dalla crisi).
#9632;La risposta degli Stati a questa situazione è…farsi da parte e lasciare entrare le banche nei governi.Ed il governo europeo che tratta per tutti con le banche è quello più indebitato(Germania).


Nel frattempo,dall’altra parte dell’Atlantico gli States osservano molto discretamente e passivamente la situazione…


Se sottolineare questo schema balordo vuol dire essere complottisti,fare dietrologia o andare a caccia di streghe,allora c’è da esserne fieri.


http://www.rischiocalcolato.it/2011/11/ ... unker.html


Ultima modifica di DeMultaNocte il 18/11/2011, 12:54, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 18/11/2011, 13:04 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
DeMultaNocte ha scritto:

Una cosa paurosa nel nostro sistema, avendo amici sindaci che me lo raccontano, sono gli interessi che i comuni pagano alle banche private per avere anticipi di cassa sui loro conti correnti. Piccoli comuni in attesa dei versamenti dallo stato centrale che sono sempre in ritardo (magari anche apposta) sono costretti a farsi anticipare i soldi dalle banche private, pagando un prezzo di interessi veramente alto, così come accade in molte aziende a capitale pubblico. Basterebbe creare una banca pubblica che facesse questo lavoro, almeno gli interessi resterebbero "in casa", o sarebbero più bassi, piuttosto che arricchire sempre i soliti noti, magari anche in maniera strumentale. Non so che valore hanno queste spese sul bilancio finale, ma sospetto che tra comuni (8000 circa), province (110) regioni, aziende a capitale interamente pubblico (alcune migliaia), paghiamo al settore bancario una montagna di interessi del tutto immotivati, oltre a quelli del debito pubblico....


Perfetto.... hai citato una questione che, moltiplicata per regioni, comuni e provincie, fa una vagonata di soldi di interessi ogni giorno.

Soldi pubblici che potrebbero essere, ovviamente, utilizzati in modo diverso.

E chi trae beneficio da tutto ciò?
I Banchieri.

Come possono quindi questi signori (Monti & Company) cambiare le cose?
Loro non possono....

Siamo solo noi che possiamo farlo.


Correggo parte di quanto da me affermato. Esiste anche la cassa depositi e prestiti chiaramente (70% pubblica, 30% privata), proprio per finanziare gli enti locali, ma da quello che mi risulta, almeno per esperienza diretta alcuni comuni hanno conti correnti presso banche private e con queste si finanziano, non avendo nessun obbligo a scegliere la cassa depositi e prestiti.


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Cita:
DeMultaNocte ha scritto:
- Il sistema bancario-finanziario genera nel 2008 una enorme crisi,che viene poi tamponata con pesantissime iniezioni di liquidità,trasferita nelle banche direttamente dal “pubblico“.

- Gli Stati non si preoccupano minimamente di regolare il mercato finanziario per prevenire ulteriori ricadute.

- Il sistema bancario,rimpinguato dal pubblico,si rifiuta di sostenere il credito all’economia reale e persiste nell’attività speculativa…attaccando direttamente i debiti sovrani(ulteriormente appesantiti dalla crisi).

- La risposta degli Stati a questa situazione è…farsi da parte e lasciare entrare le banche nei governi. Ed il governo europeo che tratta per tutti con le banche è quello più indebitato(Germania).


Nel frattempo,dall’altra parte dell’Atlantico gli States osservano molto discretamente e passivamente la situazione…


Se sottolineare questo schema balordo vuol dire essere complottisti, fare dietrologia o andare a caccia di streghe, allora c’è da esserne fieri.

http://www.rischiocalcolato.it/2011...-junker.html


Spettacolare..... [:D]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Per me la parte più interessante invece è questa:

Perchè se la “Crande Cermania” può così far scendere il proprio debito pubblico dal 97% reale all’80% ufficialmente dichiarato,allora provate ad immaginare l’effetto di una “cura di bellezza” simile per il nostro vituperatissimo debito.
Scendere dal 120% del Pil al 100-105% sarebbe un miglioramento stellare.Perchè poi,sommando questo dato al basso indebitamento privato più la quasi immunità delle nostre banche al pericolo dei toxic assets(ex subprime),avremmo una performance nazionale che ci porrebbe come punto di riferimento per tutta l’Eurozona.E bye bye alla tensione sui nostri Btp,con annessa isteria collettiva dello Spread con i Bund.


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Il peccato tedesco sul debito pubblico di Massimo Mucchetti

Angela Merkel paragona l’Italia alla Grecia. Per quanto si possa dir male del nostro governo, il cancelliere sbaglia.

Roma non ha mai mentito sui suoi conti pubblici come ha fatto Atene. E poi la Germania dovrebbe comunque rispettare un partner commerciale dove esporta più che in Cina (nota mia: al prezzo dell'euro=marco tedesco, così a loro conviene e noi ci rimettiamo) . E infine, quanto a debito pubblico, il governo di Berlino si avvale di antiche furbizie. Che, alla vigilia della sentenza della Corte costituzionale di Karlsruhe sui salvataggi già fatti e in vista della seduta del Bundestag di fine mese sul piano salva Stati, vale la pena di ricordare.

Da 16 anni la Germania non include nel suo debito pubblico le passività del Kreditanstalt für Wiederaufbau, meglio noto come KfW, posseduto all’80% dallo Stato e al 20% dai Länder, altri soggetti pubblici. Si tratta di 428 miliardi di euro interamente garantiti dalla Repubblica federale. La KfW fa mutui a enti locali e piccole e medie imprese. Detiene partecipazioni cruciali in colossi come Deutsche Post e Deutsche Telekom. È vigilata dai ministeri delle Finanze e dell’Industria, non dalla Bundesbank. Grazie al legame di ferro con lo Stato, la KfW conquista la medaglia d’oro nella classifica mondiale dell’affidabilità, stilata da Global Finance, e il massimo rating da parte di Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, lo stesso della Repubblica federale. Le sue obbligazioni sono dunque uguali ai bund. Ma a differenza dei bund, magicamente non entrano nel conto del debito pubblico. Se vi entrassero come la logica del Trattato di Maastricht vorrebbe, il debito pubblico tedesco salirebbe da 2.076 miliardi a 2.504 e la sua incidenza sul prodotto interno lordo 2011 balzerebbe dall’80,7% al 97,4%. Ancora un piccolo passo, magari per salvare qualche banca tedesca ingolosita dai titoli di Stato mediterranei, e potremmo dire: benvenuta Germania tra noi del club degli over 100%!

La magia, che nasconde il 17% del debito pubblico reale tedesco, si chiama Esa95. È il manuale contabile che esclude dal debito pubblico, a integrazione dei criteri di Maastricht, le società pubbliche che si finanziano con pubbliche garanzie ma che coprono il 50,1% dei propri costi con ricavi di mercato e non con versamenti pubblici, tasse e contributi. La serietà di un tale principio è paragonabile alla considerazione del rischio di controparte negli Ias-Ifrs, i principi contabili che hanno favorito il crac Lehman. Se per ipotesi KfW avesse problemi, chi pagherebbe? Lo Stato. E senza nemmeno l’ipocrisia degli Usa che qualificavano le loro Fanny Mae, Freddie Mac e Ginnie Mae come imprese sponsorizzate dal governo per far capire che, alla bisogna, il Tesoro avrebbe coperto, ma senza dirle statali per non sembrare statalisti.

Ora l’Italia ha la Cassa depositi e prestiti, 70% Tesoro, 30% fondazioni bancarie, soggetti privati. La Cdp emette anno dopo anno obbligazioni che godono della garanzia statale e sono collocate dalle Poste sotto forma di buoni e di libretti. Mal contati sono 300 miliardi, due terzi reinvestiti in titoli di Stato e un terzo in mutui agli enti locali. La Cdp emette anche obbligazioni non garantite per una ventina di miliardi destinate alle iniziative per le imprese e detiene partecipazioni rilevanti. Ma il suo debito è per tutta la parte coperta da garanzia pubblica conteggiato nel debito pubblico. In un mondo serio delle due l’una: o la Germania ricalcola il suo debito come si deve perché l’Eurozona sotto attacco non accetta più furbizie da parte di nessuno, ancorché legalizzate a forza, oppure l’Italia deconsolida dal suo debito pubblico quei cento miliardi o giù di lì che la Cdp usa per gli enti locali, dato che questi la scelgono su un mercato bancario liberalizzato.
Risulta che il ministro Giulio Tremonti abbia talvolta accennato al tema. Ma quando un governo vuole incidere, compie passi formali, il premier si mobilita, si muove anche il ministero degli Esteri. Si fa sentire sui giornali e in tv. E se i media non capiscono, insiste: nessuno negherà un’intervista a un ministro che voglia alzare la voce. Ma nell’Italia di oggi quest’ipotetica voce avrebbe un suono fesso. Nessuno, lontano da Roma, le presterebbe attenzione. Il punto è la credibilità. La Germania ne ha anche quando fa il gioco delle tre carte. All’Italia manca anche di fronte alla verità.


corriere della sera del 7/9/2011


Ultima modifica di DeMultaNocte il 18/11/2011, 13:15, modificato 1 volta in totale.

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Quindi la germania trucca i suoi conti.
Se l'italia facesse lo stesso avremmo risolto molti dei nostri problemi e saremmo una delle economie meglio messe in europa, soprattutto perchè il debito privato è molto basso, perchè il nostro stato non ha finanziato i debiti di altri stati, a differnza di francia e germania, e perchè le nostre banche non hanno titoli tossici.

A frenare ciò però in italia non governa chi si può opporre alla germania ma anzi chi le è amico.

Tra le altre cose avanzano progetti di matrice tedesca per rafforzare i poteri della Ue sugli stati membri, poichè si dice che la merkel stessa, una volta dato più potere alla Ue ne potrebbe prendere il comando....

Basterebbe così poco invece per ribaltare la questione....


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