ANCHE QUESTO, COME LA METTIAMO ...?
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Politici in rivolta contro le indennità ridotte
Polemiche sulla norma, contenuta nel decreto "salva Italia", che prevede la riduzione - già a partire da gennaio - delle indennità ai parlamentari, equiparandole a quelle percepite dai politici negli altri Paesi dell'Eurozona
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66,04 KB"Non è necessario attendere l’esito dell’indagine della commissione Istat per equiparare le retribuzioni dei parlamentari italiani alla media Ue: basta riferirsi semplicemente a quanto accertato dall’Europarlamento nella sua indagine del luglio 2008 che aveva fatto uno studio approfondito per arrivare a una media dei compensi fino ad allora attribuiti dai singoli Paesi".
In una intervista all’Adnkronos il presidente della commissione Esteri del Senato Lamberto Dini replica duramente alle indiscrezioni, apparse oggi su alcuni quotidiani, che parlano di una rivolta in parlamento a causa dell'emendamento "taglia-stipendi" che scatterebbe per decreto qualora la commissione Giovannini non finisse il proprio lavoro entro fine anno.
La norma, contenuta nel decreto "salva Italia" licenziato dal premier Mario Monti, prevede la riduzione - già a partire da gennaio - delle indennità ai parlamentari equiparandole a quelle percepite dai politici negli altri Paesi dell'Eurozona. Una presa di posizione che, a detta del Tgcom, non piace affatto ai nostri politici. Da Montecitorio e da Palazzo Madama fanno sapere che la norma violerebbe "l'autonomia del Parlamento". Lo stesso Dini va a riesumare una indagine disposta dall’Europarlamento due anni fa: la ricerca serviva a fissare la retribuzione degli eurodeputati come risultante dalla media delle retribuzioni dei parlamentari dei singoli Paesi. "La verità - ha spiegato il parlamentare del Pdl - è che, contrariamente a quanto scrive qualcuno, le retribuzioni onnicomprensive nette (quindi non solo l’indennità, ma anche la diaria e i compensi accessori), dei deputati e senatori italiani sono già oggi, anche in virtù delle riduzioni già decise nei mesi scorsi, al di sotto della media delle analoghe retribuzioni dei colleghi europei che, appunto, rappresentano la media dei compensi attribuiti prima del 2008 ai singoli parlamentari nazionali. È quello può bastare, senza dover fare ulteriori studi".
Secondo i numeri riportati da Repubblica, l'indennità di un deputato ammonta a oltre 11.700 euro, cifra calcolata al netto della diaria. Si tratta di circa 6mila euro in meno (per essere precisi 5.339 euro) rispetto alla media delle retribuzioni percepite nel Vecchio Continente. A questi numeri il governo Monti sta guardando come modello al fine di riuscire a tagliare i costi del parlamento.
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