Cita:
iLGambero ha scritto:
Scusami sezione9, ma stiamo parlando di una teocrazia che si fonda IN PARTE (opinabilmente) sulla legge coranica, ora tu ti scandalizzi sul fatto che il potere religioso ha voce in capitolo? E' la natura stessa di quel regime che rende ovvio questo, per altrettanto ovvi motivi... se così non fosse potrebbero mettere ad esempio una guida laica, o un ebreo o un ateo.
Ma se i cittadini iraniani in maggioranza accettano e condividono questa impostazione, allora la discriminante religiosa non è più un limite (che non significa una discriminazione).
Quello che dico, ma mi sembra di parlare al vento, è che esistono meccanismi di controllo su chi fa cosa, come e perché.
Mi pare poi che qui ci sia un equivoco... io non dico che l'Iran sia una democrazia, intendiamoci bene, io dico che l'Iran non è una dittatura, almeno non ancora.
PS.
Lascia perdere la versione italiana di Wikipedia che è piena di inesattezze ed errori, guarda quella inglese che spiega meglio la cosa
Tratto da Limes.
L’architettura istituzionale rivoluzionaria pre e post-riforma del 1989 è imperniata su un sistema bi-livello, equamente ripartito tra organi eletti dal popolo e altri di diretta emanazione religiosa. La struttura è presieduta all’apice, ma non necessariamente governata, dall’ufficio della Guida suprema della rivoluzione e da due organi non eletti, il Consiglio dei guardiani e il Consiglio per i pareri di conformità. Il primo è composto da sei giuristi e sei teologi, questi ultimi nominati direttamente dalla Guida suprema, i primi nominati dal vertice del potere giudiziario e ratificati dal parlamento.
Il ruolo del Consiglio dei guardiani è di approvare le leggi, successivamente alla verifica di conformità con le norme costituzionali e con quelle islamiche, nonché di esprimere il gradimento sui candidati alle elezioni politiche, presidenziali e dell’Assemblea degli esperti. Il Consiglio per i pareri di conformità è un organo consultivo della Guida suprema della rivoluzione soprattutto nel deliberare sulle dispute legislative tra il parlamento ed il Consiglio dei guardiani. È composto da un numero variabile di membri (oggi 27, oltre a 5 cariche istituzionali di diritto), nominati direttamente dalla Guida suprema.
Gli organi eletti a suffragio universale, invece, sono il parlamento, il presidente della Repubblica e l’Assemblea degli esperti, un consesso di 86 membri il cui principale scopo è di eleggere la Guida suprema della rivoluzione e di riunirsi una volta l’anno per verificarne l’operato e approvarlo.
Completano il nerbo del sistema istituzionale il potere giudiziario, di diretta espressione della Guida suprema della rivoluzione, e le Forze armate (sia l’Artesh che i pasdaran) i cui vertici sono nominati dalla stessa Guida suprema.
Penso che sia chiaro che la parte non eletta è direttamente o indirettamente sotto il controllo della Guida Suprema, la parte eletta invece deve passare prima al vaglio di un organo sotto il controllo della Guida Suprema.
Quanto al secondo punto ("se va bene allora non possiamo dire nulla"), mi spiace, ma è un concetto che condanno nella maniera più assoluta. Lo Stato tale permette cose che per me (e anche per te, a quanto sembra) sono crimini gravissimi? Vabbè, sono a casa loro e possono fare quello che vogliono. Quindi, anche gli israeliani possono discriminare gli arabi israeliani, tanto sono a casa loro... Anche i Russi possono sterminare i ceceni, tanto, sono a casa loro... Su Guantanamo, non possiamo dire nulla: gli Americani sono a casa loro e possono fare quello che vogliono.
Bel discorso, complimenti. A parte il lato morale della questione (che per carità non metto in discussione), che per me porta a considerare profondamente ingiusto e ipocrita il tuo ragionamento (se io credo in una cosa e un mio simile subisce violenza perchè crede nella mia stessa idea, non serve tirare in ballo teorie internazionalistiche per dire che un minimo di empatia dovrei provarla), c'è anche un lato più "generale".
Tu pensi che sia sinonimo di alto spirito liberale consentire a qualunque popolo di fare quello che vuole, a casa sua. A scuola di diritto, ti ricordano che Gesù è stato lasciato condannare per libera scelta del popolo, ma vabbè. Il tuo non è un discorso di libertà, anzi, è allo stesso tempo egoista e menefreghista. Io, prima di essere italiano, sono un essere umano, per cui i confini degli Stati contano solo come finzione geografica. Non c'è differenza tra me e un iraniano. Non posso lavarmi le mani se in un Paese si commettono crimini contro l'umanità. Il relativismo culturale non può e non deve essere assenza di principi: significa accettare la possibilità di avere torto, non accettare qualunque idea. Col tuo ragionamento, si arriva a dire che la Germania nazista era a casa sua e poteva sterminare gli ebrei. Certo, non condividi questa idea, ma lasci fare. Bello spirito liberale...
Poi, e solo poi, viene il discorso del come rapportarsi con situazioni del genere. Certo che non vorrei mai una guerra, ma neanche una rivolta interna. Ma questo vuol dire che devo lasciar crepare in galera gli iraniani che la pensano come me?