sezione 9, evidentemente mi sono espresso male, anche in virtù del fatto che ho postato in attesa di pranzare
![Davvero Felice [:D]](./images/smilies/UF/icon_smile_big.gif)
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Io volevo solo esternare il fatto che la nostra Costituzione (che rispetto tantissimo) purtroppo non è stata mai totalmente applicata e che negli anni è stata rimaneggiata, forse perchè ci siamo scoperti incapaci, semplicemente incapaci, di attuarla effettivamente.
Certo, per larga parte questa è viva e spiega i suoi effetti, ma, e anche qui mi sono espresso male, con la riforma costituzionale del 2005 forse avremmo potuto veramente vedere una seconda repubblica; stante che questa riforma è stata cancellata con referendum costituzionale dell'anno successivo, ciò non è avvenuto.
Il discorso di divisione tra prima e seconda repubblica, è legato al senso di "voltare pagina", di rimettere in discussione i principi e le aspirazioni che sono rimasti e rimangono tutt'ora traditi nel nostro consesso civile.
La sorte dell'art. 36 Cost. non è difforme da quella di altri articoli del medesimo titolo o della stessa Carta.
Mi vengono in mente le disparità di trattamento economico per i medesimi lavori fatte in base ad età e sesso, mi vengono in mente tutte quelle volte che, chi esercita una funzione pubblica, che già da prima non poteva essere certo "onorevole" persona, come poteva admpiere, con "disciplina ed
onore", le funzioni che gli venivano e gli vengono affidate?
Dici bene, "quelli erano veri politici", ma in fonodo in fondo, ci vuol poco ad essere vero politico; se si va alla radice del termine "politica" troviamo che questa deriva dal greco
polis, città, e il significato intrinseco è "l'Arte di governare le società".
Fu Aristotele il primo a parlare di "politica" e checche se ne dica, la "politica" non è di per se una cosa brutta o da evitare.
Oggi vi è un'ampia zona grigia della cittadinanza che si dichiara apolitica, apartitica, e in fine della fiera anarchica (ma l'anarchia è in se una forma di politica anche questa).
Il concetto è sempre lo stesso, vogliamo seriamente metterci in testa che la Costituzione andrebbe applicata nel suo insieme?
Da questo punto di vista pongo un'altra provocazione, oltre quella lanciata da TTE
Art. 38 della Costituzione della Repubblica Italiana
"Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L'assistenza privata è libera".Questo perchè è socialmente giusto che a chi non è in grado di provvedere a se stesso, sia comunque assicurata quella esistenza libera e dignitosa che è riconosciuta al lavoratore.
Pongo poi in risalto, su quest'ultimo aspetto, il fatto che l'esistenza libera e dignitosa DEVE essere assicurata per il lavoratore e per la sua FAMIGLIA.
In soldoni, se uno lavora, il suo stipendio deve essere sufficiente non solo per se stesso, ma anche per tutto il nucleo famigliare di cui fa parte.
Che dire, viva l'Italia.
