Marco, d'accordo, ammettiamolo. E dunque? Continui a ripetere che il mondo è brutto, ma il punto è proprio come affrontarlo. Trovo irresponsabile restare alla finestra e dire "tanto è brutto, che vuoi fare". Irresponsabile e vigliacco.
Gambero, tu proponi una democrazia diretta che in teoria (in teoria) dovremmo aver già visto non funzionare. Tu proponi, insomma, pura utopia, parli di persone senza ambizioni... Certo che piacerebbe anche a me, ma è come dire di abolire lo Stato quando non ci saranno più persone con intenti malvagi. Un ente intermedio (credo si dica così) che svolga le funzioni di "partito" serve eccome. Sai, una persona che lavora 8 ore al giorno, che è impegnato (tra andare e tornare dal lavoro e attività necessarie come spesa e commissioni varie) 12 ore al giorno, tempo per formarsi sufficientemente per decidere consapevolmente non ne ha. O pensi che "legiferare" consista solo nel pigiare un bottone? Tu, per esempio, in cosa sei ferrato? In tutto lo scibile umano? A me, come cominciano a parlare di azioni, derivati, bond e compagnia, viene l'itterizia, e tempo per mettermi a studiare non ne ho: che razza di scelte consapevoli potrei fare? Sarei in grado di scrivere una legge economica? Ma neanche sotto dettatura divina... Finchè si tratta di scegliere le linee generali, basta una formazione "generale", quando si tratta di scendere nello specifico, servono i "tecnici", i "professionisti". Serve che qualcuno si occupi di amministrazione (questo è) 24 ore su 24.
Per come la vedo io, serve un giusto mix di coscienza e rappresentanza: ora abbiamo partiti che rappresentano senza partecipazione popolare alle scelte interne dei partiti. E non basta, per me, che il cittadino possa votare alla primarie (già le elezioni "normali" sono vissute come la spesa settimanale: si va al seggio sapendo solo che si deve comperare qualcosa ma si decide solo sul momento). Nè serve il "trucco" della società civile, delle liste civiche e compagnia. Va bene, certo, facciamo anche queste cose, ma serve che chi ha tempo, voglia e capacità (perchè non tutti sono interessati alla "politica") faccia nè più nè meno di come si faceva una volta. Bisogna andare con umiltà a sentire i problemi della gente, non farsi vedere solo un mese prima delle elezioni per avere il voto. C'è una sorta di elitarismo tra i partiti: chi fa politica fa un servizio, non è "qualcuno" che parla dal palcoscenico... Ed è una cosa che si può fare anche contro i partiti (contro cioè l'èlite che domina nei partiti). Oggi ho trovato un paio di giovani che sembrano ben disposti. E solo andando a far la camminata in paese. Da solo, senza tv, giornali, milioni e super-personaggi. Non servono neanche grandi idee, basta saper ascoltare, "fare gruppo", questo conta. Non è un caso, per me, che la politica sia qualitativamente precipitata negli anni '80, quando cioè tutti i centri di aggregazione tradizionali sono "finiti". Prima non si aveva niente, non si avevano tv e computer, ma si andava in parrocchia o in osteria (o tutte e due!). Per questo mi mi vengono i brividi a veder proporre una ulteriore alienazione attraverso il "partito informatico": abbiamo bisogno di contatto umano, non di internet, bisogna guardarsi in faccia, vivere assieme, incontrarsi per mangiare, "divertirsi", non chattare. Sai qual è il problema principale, per me? L'egoismo, che è figlio dell'individualismo, che è essenzialmente solitudine.
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