ciao tte in merito alla nuova legge sul finanziamento queste sono le novita',ma stranamente gia'sono posti alcune storture.o meglio alcune fregature x continuare ancora a maramaldeggiare........................
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Rimborsi elettorali dimezzati e bilanci più trasparenti. Queste le linee guida della proposta di legge riguardante la riduzione dei contributi pubblici a partiti e movimenti politici. Dopo l’ok della Commissione Affari Costituzionali alla Camera, il provvedimento è infatti pronto per il passo successivo, cioè l’esame in Assemblea. Ecco le novità principali.
Innanzitutto, viene fissato in 91 milioni di euro l’ammontare annuo di contributi a carico dello Stato per le spese sostenute dai partiti e dai movimenti politici. Detta somma tuttavia viene ripartita con la seguente modalità: il 70% (cioè 63.700.000 euro) è erogato a titolo di rimborso delle spese per le consultazioni elettorali, oltre che come contributo per l’attività politica svolta, con richiamo all’art. 1, co. 5, L. n.157/1999; il 30% (27.300.000 euro) è invece distribuito a titolo di cofinanziamento. Ma come si determinerà il cofinanziamento?
Ad ogni partito che abbia ottenuto l’elezione di almeno uno dei propri candidati è attribuito un contributo annuo pari a 0,50 euro per ogni euro ricevuto a titolo di quota associativa e di contribuzione liberale annuale da parte di persone fisiche o enti. Il tetto massimo di quote e “donazioni” rilevanti ai fini del calcolo del rimborso è di 10.000 euro annui per ciascuna persona fisica o ente. Il limite dei 27.300.000 euro viene poi tutelato stabilendo che il contributo da cofinanziamento non può superare i tre settimi dei rimborsi elettorali totali ricevuti ex art. 1, comma 5 della citata legge.
In tema di detrazioni, la proposta di legge in esame prevede – a partire dal 2013 – un aumento dal 19% al 38% della detrazione IRPEF di cui gode chi effettua erogazioni liberali in denaro a partiti e movimenti politici con almeno un rappresentante eletto alla Camera, al Senato, al Parlamento europeo o a un Consiglio regionale. Cambiano anche le soglie degli importi detraibili: l’attuale fascia 51,65 – 103.291,38 euro viene sostituita dalla fascia 50 – 10.000 euro annui.
Per quanto riguarda la questione della trasparenza e del controllo dei bilanci dei partiti, viene istituita una Commissione ad hoc presso la Camera dei deputati composta da cinque membri scelti fra magistrati e revisori contabili, senza la previsione di alcun compenso, al fine di vigilare sulla correttezza dei rendiconti. Rendiconti che saranno anche sottoposti al giudizio di società di revisione iscritte nell’apposito albo della CONSOB. Sempre per ragioni di trasparenza, la proposta introduce un obbligo di pubblicazione dei documenti contabili sia sul sito internet del partito o del movimento che sul sito della Camera stessa.
Infine sono fissati dei limiti di spesa per le elezioni al Parlamento europeo oltre che più aspre sanzioni in caso di irregolarità contabili.
Questi sono dunque i presunti tagli ai rimborsi elettorali. Ma dove sta la “fregatura”?
Bene, la fregatura si nasconde tra le disposizioni relative al periodo transitorio e tra le previsioni circa l’operatività dei provvedimenti. È infatti stabilito che la riduzione a 91 milioni di euro dei contributi e la ripartizione 70%-30% tra rimborsi e cofinanziamento si applicheranno a partire dal primo rinnovo del Senato, della Camera, del Parlamento europeo e dei Consigli regionali successivo alla data di entrata in vigore della proposta di legge in esame. Allo stesso tempo però, si dispone l’abrogazione di alcune norme vigenti che già contengono riduzioni della misura dei fondi destinati ai rimborsi elettorali (art. 2, co. 275, della Legge n. 244/2007; art. 5,co. 4. Decreto-legge n. 78/2010; art. 6, commi 1 e 3, decreto-legge n. 98/2011). Riduzioni che sommate avrebbero generato dal 2013 un risparmio di circa 40 milioni di euro. Dette abrogazioni, a differenza della nuova disciplina dei contributi pubblici appena analizzata, diventerebbero operative già con l’entrata in vigore della proposta di legge, e non a partire dal prossimo rinnovo delle istituzioni. Così facendo, mentre tutti attendono le future elezioni per vedere finalmente in opera i tagli ai finanziamenti pubblici, altri fondi verrebbero comunque sbloccati vanificando ogni tentativo di risparmio e “truccando” in un certo senso i numeri.
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