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MessaggioInviato: 13/07/2012, 19:28 
Diciamo che invece ora si alleeranmo anche con Fini pur di combattere il cav ....[^]



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MessaggioInviato: 13/07/2012, 19:49 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

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sezione 9 ha scritto:

Atlanticus, con pazienza cerco di spiegarti che uno stato di agitazione continua non puoi mantenerlo a lungo. Oltre al costo per il sindacato (avete idea di cosa costa un pullman? E in una corriera ci stanno una cinquantina di persone, pensate quante corriere si devono noleggiare per portare milioni di persone a Roma) c'è il costo per la persona. Sapete bene tutti quanto costa al dipendente rinunciare ad una giornata di lavoro, e in tempi di crisi sono tanti quelli che ti dicono che non se lo possono permettere.


Fidati che se c'era Silvio i soldi per organizzare mega manifestazioni in quel di Roma li trovavano subito...
[:o)]




Certo, pagava di tasca sua.



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MessaggioInviato: 13/07/2012, 19:51 
E' vero; perfino la scorta era pagata da lui! Ma l'odio è l'odio ...



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MessaggioInviato: 13/07/2012, 20:01 
Sezione, non ti preoccupare di ciò che faccio o non faccio io. E stai pur certo che quando c'è da "fare" non mi tiro indietro...

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...ma quello non fu uno sciopero (fatto di sabato?) quanto una pratica del sindacato per misurare la propria forza e riposizionarsi strategicamente al tavolo del potere, sfruttando i propri iscritti. Uno sciopero, per ottenere qualcosa, deve fare "male" al sistema creando disagi crescenti.. blocco della produzione, blocco dell'erogazione dei servizi... Se gli operai non sono più disposti a sacrificarsi per la lotta, quella è solo colpa vostra, che li avete ingannati per troppo tempo disilludendoli.

Per usare una terminologia desueta: sai che gli frega al padrone se la domenica gli operai manifestano contro la sua azienda se poi lunedì sono tutti alla catena di montaggio a lavorare.

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E comunque ribadisco il concetto... ci prendono in giro.



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MessaggioInviato: 13/07/2012, 20:18 
Atlanticus, saputo quindi che tu a Roma non ci sei andato (nonostante fosse sabato evidentemente avevi di meglio da fare), non ti sto neanche a citare tutte le cose che fanno i sindacati (e la CGIL in particolare). Davvero, spiace dirlo ma sei patetico: quando si vuole criticare bisogna conoscerle le cose, sennò è solo vuota, inutile e stantia propaganda di regime. Regime grillino, ovviamente. Lui si, che vi prende in giro.

Quanto a Letta, dobbiamo essere seri, se si vuole essere rispettati.

http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... grillo.htm

Qui c'è il testo dell'intervista, di cui riporto alcune cose.

Cita:
Non le piace nulla di Grillo?

«I grillini sono una spinta utile per la trasparenza e la riduzione dei costi della politica. Bisogna far di più. Ora possiamo ridurre il numero dei parlamentari. Ma in termini di programma di governo ho sentito tre cose da Grillo: non ripagare i debiti, uscire dall'euro, non dare la cittadinanza ai bambini nati da immigrati in Italia. Parole che ho sentito in bocca solo a Bossi. Io sono all'opposto di queste idee. Preferisco che i voti vadano al Pdl piùttosto che disperdersi verso Grillo».


Ecco quale è la "continuità" con Monti, la necessità del risanamento.

Cita:
Lei che maggioranza vorrebbe?

«Un'alleanza guidata dal segretario del Pd, con ai lati Casini e Vendola».

I due non si amano.

«Dobbiamo lavorare in questa direzione, per mettere insieme i moderati con la fatica sociale».


Come dicevo, rigore ed equità.

Comunque, dato che la dialettica politica sfugge, per dovere di cronaca ("solo" per dovere di cronaca...) segnalo quello che dice Franceschini (che proprio comunista non è)

Cita:
Nel Pd c'è chi sostiene che l'agenda del prossimo governo debba essere in continuità con quella dell'attuale esecutivo: secondo lei?

«Io toglierei dal dibattito il tema della continuità. Monti sta affrontando con strumenti di emergenza una situazione di emergenza. Ed è questo il motivo per cui lo sosteniamo anche se le scelte di questo governo non ci piacciono al cento per cento. Sapevamo che non essendo cambiata la maggioranza in Parlamento, ogni scelta sarebbe scaturita da una mediazione, e il nostro compito è apportare miglioramenti. Lo abbiamo fatto sulle pensioni, sull'articolo 18. E lo faremo sulla spending review. Tagliare la spesa pubblica va bene, ma se i tagli fanno diminuire i servizi e si colpiscono sempre gli stessi, perché qualcuno può permettersi di rivolgersi al di fuori della sanità pubblica e molti invece pagano sulla propria pelle le conseguenze dei tagli, allora delle correzioni vanno fatte».

Allora ammette che pagano sempre gli stessi, anche con Monti premier.

«L'emergenza costringe il governo a fare cassa il più rapidamente possibile, anche se con Monti è stata avviata una lotta meritoria contro l'evasione fiscale. Però è chiaro che siamo ancora dentro uno schema per cui i costi della crisi li pagano i lavoratori, i dipendenti, i pensionati, gli enti locali. Il prossimo governo dovrà affrontare il problema della redistribuzione, delle garanzie sociali, delle tutele a chi oggi non ne ha. Battaglie su cui progressisti e moderati possono trovare un terreno comune».


Stiamo attenti, per favore, a non fare il giochino di prendere una frase e "capirla" come più fa comodo. Io mi ricordo di quando la Binetti veniva assunta come dettatrice della linea del PD... Ma, sia chiaro, sono giochetti e trucchetti che ci stanno. Abbiamo le spalle grosse per certe cose, e l'inesperienza sta tutta altrove...


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MessaggioInviato: 13/07/2012, 20:40 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Quanto a Letta, dobbiamo essere seri, se si vuole essere rispettati.



Su Letta stendiamo un velo pietoso.....
http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=230686

E cmq, torniamo in topic.... grazie.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 13/07/2012, 23:17 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Atlanticus, saputo quindi che tu a Roma non ci sei andato (nonostante fosse sabato evidentemente avevi di meglio da fare), non ti sto neanche a citare tutte le cose che fanno i sindacati (e la CGIL in particolare). Davvero, spiace dirlo ma sei patetico: quando si vuole criticare bisogna conoscerle le cose, sennò è solo vuota, inutile e stantia propaganda di regime. Regime grillino, ovviamente. Lui si, che vi prende in giro.


Prima di tornare in topic mi sia permesso di rispondere a sezione e alla sua consueta offesa nei confronti di chi non la pensa come lui, in perfetto stile denigratorio tipico di una classe politica di superbi saccenti che sanno tutto loro.

Mi sono già preso del fascista da parte sua - oggi anche del patetico anche se mi sembra di non essermi mai permesso di esprimermi in tali termini nei suoi confronti pur ritenendo peggio che patetica la sua strenua difesa di uno status quo fallimentare e dannoso nei confronti dell'intero sistema paese.

Beh, io ho voglia di cambiare in meglio la società in cui viviamo: è forse patetico sognare un mondo migliore? Tu fai spesso meri calcoli funzionali alla continuazione di un Sistema ormai morente: non è forse questo una forma di conservatorismo bello e buono, che mal si accompagna con quelle tradizioni e valori che il PD dovrebbe rappresentare?

Hai praticamente del tutto ignorato tutta una serie di scottanti tematiche relative al comportamento tenuto in malafede dalla dirigenza del tuo (come degli altri) partiti 'tradizionali' che dimostrano che tutte le belle parole profuse dai nostri politici sono soltanto un film fatto apposta per ingannare i cittadini... e tu non sembri voler capire o accettare questa cosa. E questi sono fatti, non teoremi.

Sui sindacati (quelli di oggi), su Letta, sul PD e su tutto il resto, evito persino di parlare poichè già molto è stato detto e ripetuto su questo ed altri thread del forum, e nonostante tutto ancora hai il coraggio di proporre dichiarazioni di un personaggio come Enrico Letta.

E comunque pensavo queste cose molto prima che arrivasse il 'fenomeno Grillo', che tu tanto temi (ma non tanto tu, quanto i tuoi 'capi' che a tua insaputa ti hanno fatto il lavaggio del cervello) da inserirlo come il prezzemolo in ogni tua risposta: è una paranoia fobica la tua.

Chiedo scusa per questa ultima divagazione fuori topic, ma mi sentivo in diritto di rispondere a accuse dettate dalla superbia, superbia che spesso si accompagna con...

...no lasciamo stare. Finiamola qui e torniamo in topic.


Ultima modifica di Atlanticus81 il 13/07/2012, 23:18, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 14/07/2012, 12:18 
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sezione 9 ha scritto:
Quanto a Letta, dobbiamo essere seri, se si vuole essere rispettati.
http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... grillo.htm

Già, dobbiano essere seri.
Qui chi "interpreta" le parole di Letta sei solo tu, mi sembra che non ci sia nulla da intepretare su quanto detto da Letta. E' inutile tirare fuori dal cappello Franceschini che dice cose diverse da Letta, se guardi nel PD troverai mille che dicono cose diverse (su tutto), ma quello che conta è il voto del PD su tutte le porcate che sta facendo Monti, pareggio in bilancio in Costituzione compreso.

Poi accolgo l'invito di TTE e evito di andare avanti, anche perché mi pare che tu voglia sempre sistematicamente giustificare quando ti fa comodo.


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MessaggioInviato: 14/07/2012, 12:28 
Cita:
iLGambero ha scritto:

Cita:
sezione 9 ha scritto:
Quanto a Letta, dobbiamo essere seri, se si vuole essere rispettati.
http://www.partitodemocratico.it/doc/23 ... grillo.htm

Già, dobbiano essere seri.
Qui chi "interpreta" le parole di Letta sei solo tu, mi sembra che non ci sia nulla da intepretare su quanto detto da Letta. E' inutile tirare fuori dal cappello Franceschini che dice cose diverse da Letta, se guardi nel PD troverai mille che dicono cose diverse (su tutto), ma quello che conta è il voto del PD su tutte le porcate che sta facendo Monti, pareggio in bilancio in Costituzione compreso.

Poi accolgo l'invito di TTE e evito di andare avanti, anche perché mi pare che tu voglia sempre sistematicamente giustificare quando ti fa comodo.


Quando uno è convinto è convinto !!!!!!!! [:D]


Ultima modifica di greenwarrior il 14/07/2012, 12:29, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 14/07/2012, 14:56 
Perché non abbattere gli statali coi caccia F-35?

Non è vero che il governo Monti non ne azzecca una. Anzi, se ci pensate, chiamare “spending reviewdei ferocissimi tagli è un’idea geniale. Tipo chiamare “delete wedding” un sanguinoso divorzio, oppure “leg reducing” l’amputazione di una gamba. E’ dunque lecito tirare un sospiro di sollievo nell’apprendere che spariranno 18.000 posti letto negli ospedali, ma che in compenso compariranno 90 cacciabombardieri Strike Fighter F-35 che costano una dozzina di miliardi. Non fate quella faccia e non fatevi prendere dalla demagogia. Amici, sveglia! Quegli aerei ci servono come il pane, e sapete perché? Perché abbiamo speso una fortuna per costruirci una nuova portaerei, la Cavour, che però ha il ponte un po’ corto. Quindi ci servono aerei che decollano in poco spazio, anche se sono cari, e i vecchi catorci a decollo verticale non vanno più di moda.

La Cavour in navigazione ci costa 200.000 euro al giorno, e sono soldi buttati se sopra non ci mettiamo aerei adatti. Tecnicamente è come spendere un sacco di soldi per comprare un ferro da stiro e poi scoprire
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che può stirare solo camicie di cachemire purissimo. O butti il ferro bestemmiando come un carrettiere, o cominci a investire in camicie più di Briatore. Dunque spenderemo 12 miliardi in aerei da bombardamento per non avere il senso di colpa di spendere 200 mila euro al giorno per niente. Avessimo investito di più in psichiatri per generali, ministri e lobby degli armamenti non saremmo a questo punto. Ma ora che la cosa è fatta conviene ottimizzare.

Come potremmo usare 90 cacciabombardieri fighissimi e supertecnologici in modo produttivo e addirittura proficuo nell’attuazione della spending review? Magari facendogli bombardare, incenerendolo all’istante, un lavoratore statale su dieci e abbattendo con i razzi intelligenti a ricerca termica un miliardo all’anno del fondo sanitario nazionale. Chissà, forse passando a volo radente sulle spese dei comuni si potranno tagliare servizi ai cittadini per 7,2 miliardi, il che equivale a fare il pieno di carburante alla portaerei Cavour per una decina d’anni. Niente male, no?

(Alessandro Robecchi, “Abbattiamo gli statali con gli F-35#8243;, da “Micromega” del 12 luglio 2012).

http://www.libreidee.org/2012/07/robecc ... di+idee%29


Ultima modifica di Wolframio il 14/07/2012, 14:59, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 16/07/2012, 12:05 
A proposito di chi elogiava i progetti del PD sul lavoro, segnalo questo interessante e approfondito articolo di Andrea Imperia (La Sapienza)

http://www.economiaepolitica.it/index.p ... el-lavoro/

Segnalo la parte conclusiva, ma l'articolo merita di essere letto perché si capiscono bene i vari passaggi e relative conseguenze

Cita:
Sia concessa un’ultima considerazione. Le forme contrattuali proposte dal PD - il CUIF in modo particolare - presentano delle similarità con il contrat nouvelles embauches (CNE) francese. Introdotto nell’estate del 2005 dal Governo de Villepin, il CNE prevedeva che nei primi due anni (il cd. période de consolidation) il datore di lavoro potesse effettuare un licenziamento senza doverne specificare i motivi, corrispondendo un indennizzo al lavoratore licenziato. Sia la magistratura francese che l’International Labour Organization hanno dichiarato contraria al diritto internazionale del lavoro la durata di due anni della fase iniziale del CNE, costringendo infine il Governo di centrodestra a fare marcia indietro. I dirigenti del PD sembrano invece in grado di convincere gli italiani che neppure tre anni sarebbero troppi. Evidentemente aveva ragione Agnelli: per le controriforme bisogna rivolgersi al centrosinistra.


L'articolo precede la "riforma" (sic) del lavoro montiana.


Ultima modifica di iLGambero il 16/07/2012, 12:13, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 16/07/2012, 19:01 
La proposta sul contratto unico di inserimento non prevede affatto che il datore di lavoro possa licenziare senza indicazione dei motivi.

Art. 6
Durante l'«abilitazione» il rapporto di lavoro può essere interrotto per giusta causa, oppure da entrambe le parti con preavviso pari a quanto previsto dal CCNL di settore

In pratica, il CUIF nella fase di "abilitazione" è come un contratto a termine. Mi pare una buona cosa, se si considera che vengono estese tutte (TUTTE) le tutele normalmente previste per un rapporto subordinato

Art. 10
... i lavoratori assunti con CUIF ... hanno diritto ad accedere agli ammortizzatori sociali, alle tutele e prestazioni sociali alle stesse condizioni e con le medesime modalità previste per gli altri lavoratori subordinati, compresi i corrispondenti livelli contributivi e le eventuali procedure di mobilità e di incentivazione alla ricollocazione.

Questa proposta poi estende le tutele previdenziali (art. 9) e istituisce il "salario minimo nazionale" (art. 8)

Che poi questa proposta (e le altre di Ichino che, Gambero, non hai indicato, forse per carità di Patria) sia LA soluzione possiamo discuterne.


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MessaggioInviato: 18/07/2012, 13:08 
ITALIA IN SALDO: SVENDERE IL PAESE
PER 20 MILIARDI L’ ANNO


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Antonella Baccaro
Fonte: http://www.corriere.it
Link: http://www.corriere.it/economia/12_lugl ... 386b.shtml

Svenditalia! Il piano di privatizzazione di Grilli farò contente (guarda a caso) le banche, azioniste col 30% della cassa depositi e prestiti attraverso le fondazioni. In offerta speciale solo le aziende che producono utili (ma và ?): Fintecna, Save e Simesty passeranno alla CDP per sei miliardi. La corte dei conti avverte: “Rischio svendita patrimonio immobiliare dello Stato”. Giapponesi sceicchi, americani, affrettatevi per i saldi …
Dagospia

Eutanasia dell’Italia, a colpi di 20 miliardi di euro all’anno. Il suicidio programmato del patrimonio pubblico della nazione che ha appena festeggiato i primi 150 anni di vita è «una strada praticabile», secondo il neo-ministro dell’economia Vittorio Grilli, per ridurre strutturalmente il debito pubblico. Regalando – di fatto – i beni pubblici degli italiani al grande capitale finanziario: lo stesso che ha provocato la crisi e sottratto agli Stati la leva della moneta sovrana, strategica per risalire la china senza dover ricorrere a tagli criminosi.
Intervistato dal “Corriere della Sera”, Grilli auspica un piano pluriennale per garantire «vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi l’anno, pari all’1% del Pil». E’ la legge – folle – del “pareggio di bilancio” imposto dall’élite tecnocratica dell’Unione Europea mediante trattati-capestro come il Fiscal Compact: drenare a sangue le risorse pubbliche, costringendo lo Stato a comportarsi come un’azienda privata – neppure virtuosa, ma fallimentare: un’azienda che non è più in grado di fare investimenti vitali.
«Già abbiamo un avanzo primario del 5%», ammette Grilli, confermando che lo Stato spende per i propri cittadini meno di quanto riceva sotto forma di tasse. Calcolando «una crescita nominale del 3%», aggiunge Grilli, la svendita a rate del patrimonio pubblico italiano produrrebbe una riduzione del debito pari al 20% in soli cinque anni. Nel colloquio con Ferruccio De Bortoli, Grilli difende anche la famigerata spending review, che «consente risparmi al di là delle cifre di cui si parla in questi giorni», dal momento che «si possono ridurre ancora le agevolazioni fiscali e assistenziali, intervenire sui trasferimenti alle imprese». Il tecnocrate arruolato da Monti parla addirittura di tagli alla tassazione sul lavoro, mentre collabora alla demolizione del welfare su cui si sono basati cinquant’anni di benessere e di sicurezza sociale.
Vittorio Grilli ha un curriculum perfettamente adeguato alle sue attuali performance: è stato assistente professore alla Yale University e poi docente al Birkbeck College dell’università di Londra. Nel 1994 è entrato al Ministero del Tesoro come capo della direzione per le privatizzazioni: super-tecnocrate di scuola anglosassone, ha firmato il suo ingresso nell’amministrazione statale in qualità di liquidatore, secondo i dettami dell’élite neoliberista che prescrive la sparizione progressiva dello Stato come garante dei cittadini. Dirigente bancario del Crédit Suisse, è tornato al ministero nel 2002 come Ragioniere Generale dello Stato, per poi dirigere il Tesoro e sfiorare, nel 2011, la super-poltrona di governatore di Bankitalia poi andata ad Ignazio Visco. Un uomo con le carte in regola, dunque, per sforbiciare quel che resta dei beni comuni in via di sparizione.
E mentre il Parlamento dorme e lascia fare ai “tecnici”, i freddi esecutori dei diktat impartiti da Bruxelles e Francoforte per devastare il sistema socio-economico europeo mettendo in salvo soltanto le banche e il loro capolavoro speculativo, la moneta “privata” chiamata euro, l’economista Grilli se la prende con l’ultimo declassamento di “Moody’s”, come se le agenzie di rating non fossero parte integrante del piano mondiale per spodestare i cittadini europei, retrocessi a sudditi da “punire” con selvaggi “sacrifici”, senza una sola contropartita ragionevole né un’idea di sviluppo per uscire dalla crisi. Grilli attacca addirittura i mercati, cioè i “mandanti” del governo Monti, perché «non riconoscono ancora la bontà degli sforzi compiuti dal nostro Paese per mettere in ordine i conti». E’ il copione mediatico del “risanamento”: i becchini si presentano come salvatori. «Il pareggio di bilancio è a portata di mano, le riforme strutturali sono avviate», si vanta Grilli: «Nessun altro Paese ha fatto tanto in così poco tempo». Record forse sfuggito ai mercati “distratti” ma non certo agli italiani, tragicamente ingannati e finiti nella trappola mortale del “rigore”.

Fonte: http://www.libreidee.org
Link: http://www.libreidee.org/2012/07/italia ... rdi-lanno/
http://www.altrainformazione.it/wp/2012 ... di-l-anno/

16.07.2012
CASERME, UFFICI, AREE DEMANIALI, ECCO LA LISTA DELLE PRIVATIZZAZIONI
Entro luglio 6 mld dal passaggio di Sace e Fintecna a Cassa depositi. Il patrimonio immobiliare vale circa 300 miliardi
Vendere beni pubblici per 15-20 miliardi all’anno, pari all’1% del Pil (prodotto interno lordo) per dare «un colpo secco al debito pubblico» e portarlo sotto quota 100 del Pil. E’ questo l’obiettivo indicato dal ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, nell’intervista di ieri al Corriere. L’operazione è già in corso. Prima ancora che venga creata la Sgr (società gestione risparmio) che opererà come «fondo dei fondi» per la messa sul mercato dei migliori cespiti dello Stato e degli enti locali, immobili e società di servizi, il ministro si è già messo al lavoro per verificarne la concretezza.
Per questo Grilli avrebbe già incontrato banche d’affari, come i giapponesi di Nomura, e fondi potenzialmente interessati, cogliendo in particolare l’attenzione di quelli statunitensi, ma anche arabi, a partire da quell’emiro del Qatar che ha appena acquistato in Italia la casa di moda Valentino.
L’intenzione del governo è di procedere con pacchetti da offrire sul mercato in rapida successione. Solo il patrimonio dello Stato, secondo l’indagine conoscitiva della commissione Finanze della Camera, conta 222 milioni di metri quadri e vale 300 miliardi di euro. Altri 350 miliardi vale il patrimonio dei Comuni, secondo uno studio del Cresme.

IL RUOLO DELLA CDP
Ma il primo risultato tangibile, del valore di circa mezzo punto di Pil, è quello che verrà colto con il passaggio immediato delle quote di Fintecna, Sace e Simest dal Tesoro alla Cassa depositi e prestiti, operazione che dovrebbe fruttare circa 10 miliardi. Cifra cui bisogna sottrarre quella parte di risorse che il decreto sulle dismissioni ha destinato al pagamento dei crediti della pubblica amministrazione.
L’esborso della Cdp di una prima tranche sarà subitaneo: 6 miliardi già entro luglio. A giorni si conoscerà il nome dell’advisor (consulente) che realizzerà la due diligence (valutazione) delle tre società che porteranno alla Cassa depositi e prestiti, controllata dal Tesoro per il 70% e per il resto dalle fondazioni bancarie, una buona dote di liquidità e di utili: solo Sace ne ha fatti per 3,4 miliardi a partire dal 2004, quando è stata trasformata in società per azioni, e ha distribuito all’azionista 2,3 miliardi di dividendi.

LE SINERGIE POSSIBILI
Oltre che a trovare risorse per abbattere il debito pubblico, l’operazione ha anche l’obiettivo di razionalizzare il portafoglio delle partecipazioni statali e valorizzare le collaborazioni possibili, e già esistenti, fra la Cassa depositi e prestiti e le tre società che adesso passeranno sotto il suo controllo. A partire da Fintecna, che probabilmente controllerà al 40%, insieme con l’Agenzia del Demanio, con il 60%, la Sgr che gestirà tutta l’operazione delle dismissioni. In realtà tale veicolo non sarà creato dal nulla: la ristrettezza dei tempi a disposizione renderà necessario l’utilizzo di una società già esistente.
Intanto entro la fine del mese l’Agenzia del Demanio, guidata da Stefano Scalera, avrà messo a punto la lista dei primi cento immobili dello Stato e degli enti locali da conferire alla Sgr sui potenziali 350 già individuati (valore complessivo di base 1,5 miliardi).

LA «WHITE LIST»
Di certo della lista faranno parte molte caserme, come la Sani, quella bolognese che si trova in pieno centro, o il vecchio carcere militare di Forte Boccea e l’ex caserma di via Guido Reni, entrambe a Roma. E poi due magazzini, quelli di via Papareschi e di via del Porto fluviale, sempre nella Capitale.
Nella maggior parte dei casi si pescherà dalla cosiddetta white list, l’elenco di 13 mila immobili che in base al decreto di due anni fa sul federalismo demaniale sarebbero dovuti passare dallo Stato agli enti locali. Per questi immobili il ricavato del conferimento al fondo che verrà istituito dalla Cassa depositi e prestiti sarà destinato per tre quarti all’abbattimento del debito del Comune e per un quarto alla riduzione del debito pubblico nazionale.
Ma nel piano potrebbero entrare anche altri immobili che non fanno parte di quella lista. Per quelli tuttora di proprietà dello Stato l’incasso servirà tutto a far scendere il debito nazionale, mentre per quelli interamente dei Comuni il valore dell’immobile assegnato sarà destinato tutto all’ente locale, ma diviso in due parti: un quarto come liquidità, tre quarti come partecipazione al fondo immobiliare che avrà il compito di valorizzare e mettere a reddito tutti i beni da dismettere.
La normativa esclude espressamente dalla procedura gli immobili utilizzati per finalità istituzionali. Questo perché la previsione di un eventuale trasferimento di detti beni ai fondi determinerebbe effetti pregiudizievoli in termini di finanza pubblica, generando costi ascrivibili a locazioni passive. Di conseguenza, dei 62 miliardi di beni statali collocabili subito sul mercato, ne potranno essere venduti per ora soltanto sette.

LE DIFFICOLTÀ
Fin qui tutto sembra filare liscio. Ma è stato lo stesso ministro Grilli a mettere in guardia circa l’esito del piano di dismissioni per l’abbattimento del debito pubblico. «Non ci sono più gli asset vendibili dello Stato e degli enti pubblici, come vent’anni fa» ha avvertito nell’intervista. C’è «un patrimonio immobiliare di difficile valorizzazione, come insegnano le esperienze non felici di Scip 1 e Scip 2 (società create per vendere o cartolarizzare le proprietà degli enti), molte attività sparse a livello locale». E a questo proposito, si avrebbe gioco facile a ricordare come, quando si mise mano alla privatizzazione dell’Ina, una delle difficoltà fu quella di ripercorrerne l’intero patrimonio immobiliare.
Quanto all’esito delle precedenti operazioni immobiliari, è stata la Corte dei Conti, di recente, in audizione, a avvertire che nelle attuali condizioni di mercato, che solo nel primo trimestre di quest’anno ha visto le quotazioni scendere del 20%, «c’è il rischio di una svendita». Come sta accadendo per gli immobili degli enti previdenziali: dopo il fallimento dell’operazione di cartolarizzazione Scip2, ad Inps, Inail ed Inpdap sono rimasti invenduti migliaia di appartamenti.
Per la precisione, all’Inps sono ritornati 542 immobili da Scip 1 e ben 10 mila dal pacchetto conferito a Scip2, mentre all’Inpdap, dalla seconda operazione di cartolarizzazione sono stati stornati 12 mila appartamenti. Ed in tre anni, dal 2009 al 2011, ne sono stati venduti solo 1.200, quindi appena il 10%, con un incasso di 93 milioni di euro (per una media di 77.500 euro ad immobile).

LE MUNICIPALIZZATE
L’altro punto difficile del piano riguarda il «capitalismo municipale»: le 6.800 società che fanno capo non solo ai Comuni ma anche alle Province e alle Regioni.
Il pacchetto più appetibile riguarda le 4.800 aziende comunali, con un fatturato complessivo di 43 miliardi di euro, e 16 mila manager tra presidenti, amministratori e componenti dei consigli d’amministrazione.
Di queste, circa 3 mila svolgono in realtà servizi un tempo interni alle amministrazioni e adesso esternalizzati, come la riscossione dei tributi. E quindi sono fuori dalle dismissioni. Ne restano però 1.800 che si occupano di sevizi pubblici locali: acqua, elettricità, gas, rifiuti e trasporti. Ed è proprio su queste che si concentra l’attenzione. Anche qui la Corte dei Conti avverte che oltre il 20% delle società risulta in perdita soprattutto nel Mezzogiorno.
Quanto alle società quotate, hanno perso in media il 30% del loro valore e quindi potrebbero essere non proprio un affare. L’operazione di dismissione lascia fuori alcuni cespiti importanti dello Stato: le partecipazioni nelle grandi aziende pubbliche, da Eni a Enel a Finmeccanica. Com’è noto, la Cassa depositi e prestiti ha appena acquisito una quota della Snam appena sotto il 30%. Grilli ha escluso per la Cdp un ruolo come quello giocato dall’Iri fino al 2002.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 21/07/2012, 12:00 
Non c'è spending review o crisi che tenga:
le spese militari non si tagliano!


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http://www.nocensura.com/2012/07/non-ce ... i-che.html

Non c'è "spending review" o crisi che tenga: le spese militari non si toccano, abbiamo 390.000 esodati ma siamo armati fino ai denti... qualche anno fa le nazioni europee cercavano di frenare la smania guerrafondaia americana, quando nel 2001 attaccarono l'Afganistan tirarono su una coalizione con una trentina di stati come Palau per essere sostenuti, oggi invece le nazioni europee sono iene con la bava alla bocca, pronte a seguire gli USA per avere la propria fetta di torta: in particolare la Francia, subito in prima linea per colpire la Libia, ha fatto un bel cambiamento...

Staff nocensura.com



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MessaggioInviato: 21/07/2012, 12:18 
TTE io non ci vedo nulla di strano. E' proprio il caso di dire Historia magistra vitae... siamo nel periodo più nero della storia dell'umanità, x qualche premio nobel ben peggiore della crisi del '29. E cosa fanno le società umane durante i periodi di crisi? Tassano, tassano e spremono fino alle ossa i cittadini. Ma oltre a questo si preparano per la guerra, nel migliore dei modi possibili, come dice Thomas Hobbes nel suo "Leviatano" (a.d. 1651)

"bisogna cercare la pace là, dove si può averla; là dove non si può, bisogna prepararsi alla guerra".

Era uno , Hobbes, che ci vedeva lungo: ci stiamo preparando alla guerra! altro chè, è solo questione di poco ormai, penso.


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