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MessaggioInviato: 20/08/2012, 19:31 
A forza di frequentare Palazzo Chigi è diventato un politico anche lui ...[;)]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 20/08/2012, 19:43 
Cita:
Angeldark ha scritto:

Applausi per Monti all'arrivo al Meeting di Cl a Rimini
Monti : «Vicini all'uscita dalla crisi»
L'appoggio al governo delle tre forze di maggioranza «è un miracolo quotidiano che non era facile prevedere»
Fonte:http://www.corriere.it/politica/12_agosto_19/monti-meeting-rimini_5e340f4e-ea10-11e1-aca7-3ef3e0bba9b5.shtml
[:216]


Già... ma come ci ricorda Enrico Letta prima della riunione del Bilderberg "... i miracoli a volte accadono..."

[:(!]

Comunque siamo all'arte della dissimulazione.

Un giorno stiamo per uscire dalla crisi, il giorno dopo la situazione è peggiore del previsto... e in tutto questo l'euro è un valore morale.

Questo è lavaggio del cervello - stile MKUltra approccio soft applicato all'umanità intera.



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MessaggioInviato: 20/08/2012, 20:02 
Quoto.

La gente guarda la tv con occhi stanchi e senza più ascoltare veramente queste persone, ormai siamo lobomotizzati e persi nel vuoto più assoluto.

Il fatto è che abbiamo questa sofferenza e disagio interiore per questa situazione perchè non siamo morti dentro, ma perchè siamo frenati nel vivere, messi sotto pressione e sotto torchio, resi inerti, schiacciati nel morale, sembra la fine di un brutto un film, è normale che molta gente sta realmente pensando ad una catastrofe come qualcosa di positivo, un reset fatto di sangue e sofferenza ma che lascia uno spiraglio nel futuro. Ora è tutto cupo, marcio, finto, privo di sentimenti, si è perso di vista totalmente il senso della vita le priorità dell'essere umano.

Non c'è piu nemmeno Dio a riempire il vuoto perchè ci siamo accorti che è tutto finto anche quello, non ci possiamo rifugiare più da nessuna parte, siamo nudi sotto questa pioggia freddissima e non sappiamo dove trovare rifugio se non tra i familiari più stretti..

Si sta avvicinando qualcosa, è molto veloce ma è partito da molto lontano, su questi binari che passano attraverso ogni singola casa dove noi siamo incatenati, arriva e distruggerà tutto, ma a molta gente non gliene frega piu niente perchè ha gia perso tutto, ercare didare un senso a questa esistenza e accorgersi che il senso è fatto coi soldi per giunta non esistenti.. è davvero triste.. preferirei morire (dentro e non) per una causa, sarebbe una morte che metterebbe per lo meno il cuore in pace e allieverebbe realmente la sofferenza.



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MessaggioInviato: 20/08/2012, 20:23 
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Ufologo 555 ha scritto:

A forza di frequentare Palazzo Chigi è diventato un politico anche lui ... [;)]


in effetti il programma oramai e'il medesimo del 92,quindi mai portato a termine,ma pure mai cercato di applicarlo......della serie parole al vento...... [;)] [8D] [8D]


Ultima modifica di ubatuba il 20/08/2012, 20:24, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 20/08/2012, 20:54 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Cita:
Angeldark ha scritto:

Applausi per Monti all'arrivo al Meeting di Cl a Rimini
Monti : «Vicini all'uscita dalla crisi»
L'appoggio al governo delle tre forze di maggioranza «è un miracolo quotidiano che non era facile prevedere»
Fonte:http://www.corriere.it/politica/12_agosto_19/monti-meeting-rimini_5e340f4e-ea10-11e1-aca7-3ef3e0bba9b5.shtml
[:216]


Già... ma come ci ricorda Enrico Letta prima della riunione del Bilderberg "... i miracoli a volte accadono..."

[:(!]

Comunque siamo all'arte della dissimulazione.

Un giorno stiamo per uscire dalla crisi, il giorno dopo la situazione è peggiore del previsto... e in tutto questo l'euro è un valore morale.

Questo è lavaggio del cervello - stile MKUltra approccio soft applicato all'umanità intera.


Fuori dal tunnel della crisi? I sindacati gelano il governo

Fonte: http://www.julienews.it/notizia/politic ... ica_1.html

La fine della crisi non è vicina però per i sindacati, che non riescono a trovare riscontri positivi all’ottimismo espresso ieri da Mario Monti e ribadito oggi dal ministro Passera. Per Raffaele Bonanni, numero uno della Cisl, “il Paese è in una situazione disastrosa. Credo che la fine della crisi – ha spiegato - la vedremo solo quando tutti tireranno da una sola parte per affrontare i nodi che abbiamo di fronte”. Per Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, l’ottimismo del presidente del Consiglio è invece “necessario ma assolutamente infondato”, mentre la Cgil “non vede l’uscita dal tunnel” e per bocca del segretario confederale Elena Lattuada afferma: “I dati nostri e di Confindustria ci dicono tutto il contrario”.

Sono critici, dunque, i leader sindacali, che non condividono quanto detto dal premier e dal ministro Paessera. Secondo Raffaele Bonanni si deve attuare una politica che favorisca la coesione sociale, “che porti al coinvolgimento delle autonomie locali e delle parti sociali in veri e propri progetti per l’aggressione dei problemi che non ci fanno uscire dalla crisi: dall’energia alle tasse, dalle infrastrutture ai servizi alla pubblica amministrazione”. Ancor più negativo il giudizio di Luigi Angeletti, che non vede “spiragli positivi” e prevede una “recessione peggiore del 2012” e un autunno “per nulla piacevole”, “perchè quando ci sono così tanti disoccupati adulti, che hanno famiglia, significa che il Paese sta andando allo sfascio”. La Cgil, dice Elena Lattuada, fa fatica “a comprendere dove il governo veda l’uscita dalla crisi. La fine non si intravede, non so da quale dinamica economica si possano fare affermazioni” come quelle di Monti. Per la dirigente sindacale si prospetta un autunno “complicato per le molte vertenze ancora aperte. E' necessario sostenere il sistema industriale che è in grave difficoltà per permettere al Paese di riprendersi”.


Aggiornamento ore 18:25
di Antonio Formisano



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 20/08/2012, 21:27 
Cita:

sanje ha detto :
La gente guarda la tv con occhi stanchi e senza più ascoltare veramente queste persone, ormai siamo lobomotizzati e persi nel vuoto più assoluto.

Il fatto è che abbiamo questa sofferenza e disagio interiore per questa situazione perchè non siamo morti dentro, ma perchè siamo frenati nel vivere, messi sotto pressione e sotto torchio, resi inerti, schiacciati nel morale, sembra la fine di un brutto un film, è normale che molta gente sta realmente pensando ad una catastrofe come qualcosa di positivo, un reset fatto di sangue e sofferenza ma che lascia uno spiraglio nel futuro. Ora è tutto cupo, marcio, finto, privo di sentimenti, si è perso di vista totalmente il senso della vita le priorità dell'essere umano.

Non c'è piu nemmeno Dio a riempire il vuoto perchè ci siamo accorti che è tutto finto anche quello, non ci possiamo rifugiare più da nessuna parte, siamo nudi sotto questa pioggia freddissima e non sappiamo dove trovare rifugio se non tra i familiari più stretti..

Si sta avvicinando qualcosa, è molto veloce ma è partito da molto lontano, su questi binari che passano attraverso ogni singola casa dove noi siamo incatenati, arriva e distruggerà tutto, ma a molta gente non gliene frega piu niente perchè ha gia perso tutto, ercare didare un senso a questa esistenza e accorgersi che il senso è fatto coi soldi per giunta non esistenti.. è davvero triste.. preferirei morire (dentro e non) per una causa, sarebbe una morte che metterebbe per lo meno il cuore in pace e allieverebbe realmente la sofferenza.



Straquoto , perle di saggezza.


Ultima modifica di jean il 20/08/2012, 21:28, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 22/08/2012, 12:39 
In crisi di astinenza democratica

di Luciano Del Vecchio



In fondo al vicolo cieco, accanto alla carcassa dell’euro, troveremo ammucchiati i cadaveri politici non solo di centro-destra, ma ancor più quelli di centro-sinistra, che per il momento annaspano tra l’ossequio alla finanza dei mercati e l’imbarazzo di giustificare presso i loro elettori una feroce scelta di classe: l’adozione di una moneta che conduceva dritto alla riduzione dei salari. In tempi di crisi, l’euro non consente alternative: non puoi svalutare la moneta straniera, dunque svaluti il salario nazionale. Questa scelta, violenta e autoritaria, ovviamente salvaguarda i profitti e le rendite, perché altrimenti i capitali scappano. L’euro è stata una precisa scelta politica reazionaria per cambiare le condizioni di potere e di distribuzione dei redditi a favore del capitale e delle imprese, fare gli interessi di pochi a danno dei ceti subalterni. Una conseguenza sociale che finora ha tenuto in sordina quella forse ben più grave e devastante per il popolo e le istituzioni italiane: la riduzione se non la distruzione della democrazia, per il modo truffaldino con cui sono stati imposti l’euro e i trattati europei.

Dopo aver deciso chi e quanti devono versare lacrime e sangue – Napolitano al TG1 serale, nei giorni seguenti l’investitura di Monti, dichiarava che anche gli indigenti devono far sacrifici per salvare l’euro – il partito unico antinazionale di destra-sinistra-centro delegava le decisioni non a un governo espressione di un parlamento democraticamente eletto, ma a a un comitato di oligarchi designati da poteri finanziari, politici e militari sovranazionali, che ci ha precipitati nella depressione economica e nella privazione democratica. Se ti rassegni a subire l’euro, ti consegni al comitato, alla commissione brusselliana e alla “governanza” francofortese e accetti la dittatura dello spread. Non esiste un euro democratico e nel suo inferno non c’è redenzione.

A colpi di disinformazione e autoritarismo la destra-sinistra-centro ha spacciato l’adozione dell’euro come scelta tecnica, censurando autorevoli economisti che ci avevano avvertiti sui costi dell’euro. I nostri politici vedevano i costi, ma li hanno nascosti ai cittadini elettori, i quali, se ne fossero stati informati, mai avrebbero accettato l’euro. Tenendo gli cittadini all’oscuro, i politici li hanno messi proditoriamente in una trappola dalla quale, secondo i loro dispotici e sprezzanti calcoli, non potranno uscire e saranno costretti a ingoiare obtorto collo la progettata unione fiscale e politica dell’Europa. Come dire: il popolo non sa quale sia il suo interesse; per fortuna sua lo sappiamo noi, che lo faremo contro la sua volontà.

E così oggi constatiamo che fra i costi deliberatamente imposti al popolo italiano il più pesante e intollerabile è la perdita della democrazia. L’euro e i trattati europei nascono geneticamente antidemocratici. Sotto lo choc della crisi, il popolo è obbligato e si assuefa ad accettare che la Costituzione venga sistematicamente disapplicata – specie nel titolo che disciplina i rapporti economici – o, articolo dopo articolo, stravolta profondamente in senso liberista e mercatista. Il partito unico antinazionale sta riscrivendo la nostra Costituzione a nostro danno e senza dircelo, con la complicità dei media che disinformano sull’attività parlamentare che approva in camuffa i “pizzini” europei.

Un procedimento che diventa tanto più impudente e violento quanto più l’oligarchia vede sgretolarsi in questi giorni la certezza della propria impunità. Essa, per sfuggire alla disperazione, minaccia e terrorizza, diffondendo l’idea che lo spread dipende dall’incertezza politica e dai finti duetti delle dichiarazioni di politici decotti. È quasi un assaggio e un anticipo di quelli che saranno gli argomenti da sfruttare a intimidazione nella prossima campagna elettorale da parte del centro d’oltralpe di effettivo esercizo del potere, come una variante del “ce lo chiede l’Europa”: cari impotenti e ininfluenti Italiani, che non osiate votare altri che non siano gli impiegati esattori da me “commendati” a riscuotere i sospesi, perché sarebbe per voi una catastrofe. Questa è la natura intrinsecamente antipopolare, oligarchica e autoritaria dell’euro e dei trattati europei. Nient’altro che dittatura.

Ogni dittatura si fregia di forti richiami valoriali e la UE ha rispettato la consuetudine. Per imporre l’euro, s’è appellata a un nobile quanto vuoto ideale: l’Europa. E oggi gli ostinati o i ciechi che si rifiutano di ammettere l’errore storico e strategico dell’euro, cercano scampo con una fuga in avanti: il “più Europa”. A salvataggio illusorio di una moneta agonizzante e senza stato, gli eurofanatici palpitano per un superstato europeo (bene inteso:franco-tedesco) e lo invocano; rilanciano e raddoppiano la posta come il perdente che al casinò oscilla tra illusione e disperazione. All’errore stanno sommando il crimine, perché uno stato presuppone una nazione. Ma una nazione europea non esiste e non esisterà mai. Il massimo della fantasia futurista concede un’Europa come “macroregione” di quell’altra chimera mitologica detta Eurasia. Non ci può essere una vera unità politica senza nazione; chi la persegue sta condannando i popoli alle guerre di secessione, cioè sta propiziando l’inferno. Se questa è la prospettiva, l’ideale europeista è non solo vuoto ma anche ignobile e criminale. La presunta eredità culturale unitaria dell’Europa sembra essere un’invenzione dei canonici della globalizzazione finanziaria. Ma sentir cianciare di “unità nella diversità” ricorda tanto le “convergenze parallele” o la “guerra umanitaria”: artifici retorici che i politici in mala fede inventano di solito a fini mistificatori.


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MessaggioInviato: 22/08/2012, 15:10 
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ubatuba ha scritto:

Ogni dittatura si fregia di forti richiami valoriali e la UE ha rispettato la consuetudine. Per imporre l’euro, s’è appellata a un nobile quanto vuoto ideale: l’Europa. E oggi gli ostinati o i ciechi che si rifiutano di ammettere l’errore storico e strategico dell’euro, cercano scampo con una fuga in avanti: il “più Europa”. A salvataggio illusorio di una moneta agonizzante e senza stato, gli eurofanatici palpitano per un superstato europeo (bene inteso:franco-tedesco) e lo invocano; rilanciano e raddoppiano la posta come il perdente che al casinò oscilla tra illusione e disperazione. All’errore stanno sommando il crimine, perché uno stato presuppone una nazione. Ma una nazione europea non esiste e non esisterà mai. Il massimo della fantasia futurista concede un’Europa come “macroregione” di quell’altra chimera mitologica detta Eurasia. Non ci può essere una vera unità politica senza nazione; chi la persegue sta condannando i popoli alle guerre di secessione, cioè sta propiziando l’inferno. Se questa è la prospettiva, l’ideale europeista è non solo vuoto ma anche ignobile e criminale. La presunta eredità culturale unitaria dell’Europa sembra essere un’invenzione dei canonici della globalizzazione finanziaria. Ma sentir cianciare di “unità nella diversità” ricorda tanto le “convergenze parallele” o la “guerra umanitaria”: artifici retorici che i politici in mala fede inventano di solito a fini mistificatori.



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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
ubatuba ha scritto:

Ogni dittatura si fregia di forti richiami valoriali e la UE ha rispettato la consuetudine. Per imporre l’euro, s’è appellata a un nobile quanto vuoto ideale: l’Europa. E oggi gli ostinati o i ciechi che si rifiutano di ammettere l’errore storico e strategico dell’euro, cercano scampo con una fuga in avanti: il “più Europa”. A salvataggio illusorio di una moneta agonizzante e senza stato, gli eurofanatici palpitano per un superstato europeo (bene inteso:franco-tedesco) e lo invocano; rilanciano e raddoppiano la posta come il perdente che al casinò oscilla tra illusione e disperazione. All’errore stanno sommando il crimine, perché uno stato presuppone una nazione. Ma una nazione europea non esiste e non esisterà mai. Il massimo della fantasia futurista concede un’Europa come “macroregione” di quell’altra chimera mitologica detta Eurasia. Non ci può essere una vera unità politica senza nazione; chi la persegue sta condannando i popoli alle guerre di secessione, cioè sta propiziando l’inferno. Se questa è la prospettiva, l’ideale europeista è non solo vuoto ma anche ignobile e criminale. La presunta eredità culturale unitaria dell’Europa sembra essere un’invenzione dei canonici della globalizzazione finanziaria. Ma sentir cianciare di “unità nella diversità” ricorda tanto le “convergenze parallele” o la “guerra umanitaria”: artifici retorici che i politici in mala fede inventano di solito a fini mistificatori.



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Il discorso vale ancor più per l'italia (vol. minuscolo) , uno stato senza nazione.



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MessaggioInviato: 23/08/2012, 10:01 
I popoli Europei sono come delle Matrici originali i quali è impossibile mischiarle,però fuori dal nostro continente le varie culture si possono amalgamare creando nuove identità culturali.
Perciò dimentichiamoci una volta per tutte una vera unione politica europea,neanche l'Impero Romano vi è riuscito del tutto.


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MessaggioInviato: 23/08/2012, 11:04 
Ma infatti l'Impero Romano ,manteneva gli usi e costumi dei Popoli, mica scemi! Basta che riconoscessero l'imperatore quale capo supremo; e per i più meritevoli anckhe la cittadinanza romana.
Ci sapevano fare meglio di noi!

Ego cives romanus sum ...


Ultima modifica di Ufologo 555 il 23/08/2012, 11:05, modificato 1 volta in totale.


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Ufologo 555 ha scritto:

Ma infatti l'Impero Romano ,manteneva gli usi e costumi dei Popoli, mica scemi! Basta che riconoscessero l'imperatore quale capo supremo; e per i più meritevoli anckhe la cittadinanza romana.
Ci sapevano fare meglio di noi!

Ego cives romanus sum ...

Solo che i Romani non avevano popoli di cui confrontarsi di pari livello tecnologico e culturale che potevano controbatterli,tutta qua' è la differenza!.[;)]


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MessaggioInviato: 23/08/2012, 21:04 
Il messaggio che fa passare l'ex numero uno Piefrancesco Guargaglini, indagato per false fatturazioni nell'inchiesta sugli appalti Enav e': "State attenti che canto e racconto tutto". La lottizzazione delle poltrone? Normale.
L'ex numero uno di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, indagato per false fatturazioni nell'inchiesta sugli appalti Enav.

L'ex numero uno di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, indagato per false fatturazioni nell'inchiesta sugli appalti Enav.
Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Il Fatto Quotidiano - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Roma - Pierfrancesco Guarguaglini, 75 anni di cui cinquanta nell’industria di Stato, poi un’uscita di scena tra i fischi. In questa calda estate da pensionato nella sua Castagneto Carducci, come si sente? "Come uno che è sempre stato onesto e qualche volta bischero". Bischero come rafforzativo di onesto? "No, bischero come rafforzativo di bischero".

Partiamo dalla fine. Lei viene messo alla porta il primo dicembre scorso dopo un anno e mezzo di bufera sulla Fin-meccanica. Perché non ha mollato prima?
Non avevo fatto niente.

La Finmeccanica stava tutti i giorni sui giornali, con sua moglie Marina Grossi, manager della controllata Selex Sistemi Integrati, indagata. L’azienda non ne soffriva?
L’azienda funzionava. Nel 2010 abbiamo preso ordini per 21 miliardi di euro.

Ma alla fine se n’è andato.
Mi hanno tolto la delega sulle strategie. Giuseppe Orsi, il mio successore alla presidenza, lavorava da mesi per questo obiettivo. Quando si è insediato il governo tecnico, sono andato a parlare con il sottosegretario Catricalà. Ho detto: "Mettetemi per iscritto che me ne devo andare e me ne vado". Lui ha detto che sentiva il premier, poi mi richiama e mi dice: "Fai quello che vuoi".

E lei ha trattato la buonuscita da 5 milioni di euro.
Erano 4 milioni, ma non ho trattato niente, quei soldi mi erano dovuti per contratto. Poi c’era un milione e mezzo per il patto di non concorrenza di un anno, e quelli eramegliosenonliprendevo,guadagnavo di più con le consulenze che ho dovuto rifiutare.

Ha ancora mercato?
Come ingegnere sono bravino.

Laureato a Pisa.
Al collegio Pacinotti, stava in piazza dei Cavalieri, di fronte alla Scuola Normale.

Piazza ben frequentata.
Mi ricordo Giuliano Amato, i fratelli Cassese, Tiziano Terzani, il matematico Giorgio Letta, padre di Enrico, Remo Bodei. Si studiava. Per vedere un po’ di ragazze andavamo a sorbirci le lezioni d’italiano di Luigi Russo. Dopo la laurea presi il Phd all’University of Pennsylvania. Poi sono andato alla Selenia.

Mai aziende private.
Ma ho sempre difeso la mia autonomia di pensiero continuando a studiare, a tenermi aggiornato. Quando alla Selenia è arrivato Michele Principe non ho accettato che si dicesse "quelli non si fanno lavorare perché sono comunisti".

Lei è, o era, di sinistra?
No, ma ho fatto tutti gli scioperi dell’autunno caldo.

Perché lasciò la Selenia?
Le ho detto, non mi piacevano le interferenze politiche. Ricordo bene, 15 novembre 1983, mi dimisi da direttore generale. C’era Marisa Bellisario che doveva sbaraccare uno stabilimento Italtel dell’Aquila, e decisero con Gianni De Michelis di portare lì per compensazione una produzione di nostri missili Aspide. Era un’assurdità. Tutti gli altri dirigenti Selenia abbassavano la testa. Io no.

Disoccupato per tre mesi.
Poi direttore generale alla Galileo, mille persone contro 8 mila di Selenia.

All’Efim, carrozzone peggio dell’Iri. E non c’erano interferenze politiche?
Certo, ma si fermavano al capo, Sergio Ricci. Ci faceva da scudo. Anche quando ero alla Oto Melara, dentro Finmeccanica, il capo, Fabiano Fabiani, ci diceva "con i politici parlo io". Ho sbagliato a non farlo finora, ma adesso lo ringrazio per avermi creduto nei momenti difficili.

Mentre Fabiani parlava con i politici lei parlava con Chicchi Pacini Battaglia.
Mi propose affari con il Kuwait. Ma per vendere armi in un Paese devi conoscerlo profondamente, non basta essere amico dell’ambasciatore.

Già, lei nel frattempo era diventato venditore di armi.
Difficile, con clienti che temono che a metà dell’opera scatti l’embargo. Durante la guerra del Golfo bloccammo una fornitura a Dubai, schierato contro Saddam, perché la legge italiana vieta di armare un Paese belligerante. Anche se è tuo alleato. A Dubai non ci credevano.

Per vendere armi si pagano tangenti?
Può accadere, come per qualsiasi prodotto. Io non l’ho mai fatto, mi piace essere corretto.

Un mondo di onesti?
No. Ci sono le mediazioni pagate in modo ufficiale: a volte i mediatori chiedono percentuali alte, non so poi che cosa ne facciano.

Ci sono anche i manager che chiedono indietro al mediatore, estero su estero, una parte della provvigione.
Hai voglia. La mia più grande preoccupazione è proprio che i mediatori offrano soldi indietro a chi glieli dà.

E con Pacini Battaglia che cosa avete combinato?
Nulla, né in Kuwait né altrove. In compenso finii per dieci giorni ai domiciliari per traffico d’armi. Nulla a che fare con tangenti o simile. Mi hanno intercettato che parlavo di "blindati per la Bosnia" e "navi irachene". Gli ho spiegato che parlavo dei blindati per l’esercito italiano che operava in Bosnia, e delle famose navi vendute all’Iraq, ma già bloccate.

E Pacini Battaglia?
Mi chiamava per dirmi "si va dalla Susanna", nel senso di Agnelli, che era ministro degli Esteri. Diceva di volermi mettere al posto di Fabiani alla Finmeccanica. Chiacchiere.

E com’è arrivato al vertice Finmeccanica?
Diversi anni dopo, mi telefonò il direttore generale del Tesoro, Domenico Siniscalco. Per essere chiaro, allora non conoscevo Gianni Letta, e neppure il livornese Altero Matteoli.

Ma lei era in quota socialista.
Battezzato socialista negli anni 80, perché ero uscito dalla Selenia, in mano ai democristiani.

In Finmeccanica c’è un gran casino o sono invenzioni dei giornali?
La verità è che la holding sta troppo in alto per vedere tutto. Con centinaia di società in giro per il mondo, per tenere tutto sotto controllo devi fidarti della squadra di manager.

E lei s’è fidato troppo?
Qualcuno mi ha detto, dopo, che si pente di non avermi raccontato certe cose. Ma con Cola sono stato bischero.

Lorenzo Cola, il faccendiere al centro delle inchieste.
Faceva il puro, mi metteva in guardia. Due volte è venuto ad accusare miei manager, con aria scandalizzata. Nulla di vero. Però lui passava per l’onestissimo. E io bischero a cascarci.

Marco Milanese, braccio destro di Tremonti, è accusato di essersi venduto le poltrone nei vostri consigli d’amministrazione.
Funzionava così: se, per esempio, i membri erano sette, quattro li nominavamo noi tra gli uomini Finmeccanica, ed esisteva un iter interno che garantiva la gestione secondo le linee concordate con la holding. Gli altri tre posti li decideva la politica.

Codice civile alla mano, dovevate nominarli tutti voi.
Ma la prassi era questa. La quota di minoranza dei consigli era lottizzata, e io nemmeno me ne occupavo, era il lavoro di Lorenzo Borgogni che si sobbarcava una laboriosa mediazione. Non c’era mica solo Milanese, c’era l’opposizione, i sindacati… Ma i manager chiave li ho sempre scelti io, senza interferenze.

E le sono rimasti grati?
Tutta la squadra aveva la maglietta "Guarguaglini". Qualcuno ci ha messo sopra il nome del mio successore, ed è comprensibile. Qualcuno si è sfilato la mia maglietta, l’ha gettata a terra e l’ha calpestata. Debolezze.

Lei è indagato per utilizzo di false fatturazioni.
I magistrati non mi hanno mai chiamato, so solo il nome del reato. Nessuno mi ha mai contestato un fatto, non so di quali fatture si parli. Tutto quello che so l’ho letto sui giornali. Il mio avvocato ha chiesto l’archiviazione. Ho fiducia nella magistratura e aspetto.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... acati.aspx


classica storia all'italiana,alltro che roma ............................[;)]


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MessaggioInviato: 25/08/2012, 13:22 
Incendi: Garavaglia, Tagliano Canadair ma in Campania mutuo per forestali


ROMA, 24 AGO - In Campania, la regione ora piu' colpita dagli incendi, la Giunta Bassolino in una ultima sua deliberazione ha fatto un capolavoro: visto che non aveva i soldi per pagare 5.000 dipendenti (di cui 2.200 precari) delle 20 comunita' montane, fa un mutuo. Si', la Campania voleva pagarli prendendo i soldi dai mutui in essere: 111 milioni lo stanziamento necessario! Ovvio non funzionava e il povero Caldoro si e' trovato il pasticcio da sistemare in qualche modo. E, siccome per i precari il posto e' a rischio, la nuova Giunta campana ha attinto ai soliti fondi Fas, con la gioia del Pd campano che aveva proposto di utilizzare i fondi Fas per affrontare l'emergenza dei forestali campani. In tutto il sud, da destra a sinistra, sono tutti concordi: non serve lavoro, ma un posto di lavoro. Non servono opere e i Fas si brucino pure per gli stipendi oggi, domani si vedra'. Intanto, il Governo Monti, che si fa vanto di non fare tagli lineari facendoli piu' di ogni altro governo, taglia l'impensabile: in una stagione che ha visto triplicare l'intervento dei Canadair, taglia proprio quel capitolo! Perche' non fare invece una bella spending review alla voce forestali?



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MessaggioInviato: 25/08/2012, 13:52 
...tutto cio' esclusivamente x tornaconto elettorale......... [:(!]
...come dal resto capita a palermo dove si chiede nuovamente soldi x la gesip [:(!]


Ultima modifica di ubatuba il 25/08/2012, 13:53, modificato 1 volta in totale.

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