Cita:
Raziel ha scritto:
su questo non sono d'accordo rmd, la "professione" di insegnante, non è come stare davanti la catena o in un ufficio di fatturazione, la trasmissione della cultura non può essere piegata da orari e tempi come quelli di una fabbrica. E comunque nell'impiego pubblico le ore settimanali di lavoro sono 36, non 40.
scusa francamente l'accostamento insegnante= intellettuale o lavoro intellettuale è vero solo in un numero molto limitato di casi. Il più delle volte l'insegnante è solo un impiegato pubblico e come tale agisce.
Ma anche nell'idea astratta che hai tu del lavoro di docente, questo non giustifica le poche ore spese per l'insegnamento o di semplice presenza in istitituto (tra assemblee docenti e altro).
Un impiegato pubblico intanto non vedo perchè non possa lavorare almeno le sue 40h come avviene nel privato (dal Lunedì al Venerdì e chiudiamo la scuola di Sabato e Domenica).
Inoltre sarà (e non lo è quasi mai) anche un lavoro intellettuale ma non per questo un docente può essere giustificato delle sue poche ore/presenza in istituto. Il suo 'lavoro' intellettuale lo può svolgere benissimo in istituto fuori dagli orari di lezione.
Sai quanti lavori intellettuali ci sono nel privato? Mio compreso visto che lavoro nell'R&D di una grande multinazionale. Ma non per questo sono esentato dalle mie 40h minime settimanali.
Sarà sbagliato il modello? forse? ma non si vede perchè nel pubblico non si possa pretendere uguale severità (tanto più che parliamo di denaro pubblico).
Perchè deve avere il privilegio di poter preparare o correggere compiti in classe comodamente a casa sua?
D'accordo sul telelavoro, ma nel caso dell'insegnante è diverso. l'insegnante deve offrire un servizio 1 a N .
Perchè il docente come sovente accade trova il tempo di un secondo lavoro in nero per le lezioni private?
Perchè, visto che è un dipendente pubblico , e pagato quindi per fornire un servizio pubblico, non lo si obbliga al suo lavoro intellettuale in isitituto 8h al giorno per le ripetizioni pomeridiane durante l'anno scolastico e per le preparazione agli esami di recupero nei mesi estivi? E invece di utilizzare altri precari o regolarizzarli (aumentando la spesa pubblica) si usi il corpo docente in forze, per sopperire alle supplenze in quello stesso istituto o in istituti limitrofi.
Sarà anche intellettuale ma lo stipendio lo percepisce ugualmente anche in quei mesi estivi che non lavora o lavora a regimi ancor più ridotti.
Non abbiamo bisogno di nuovi 12mila docenti da sfamare ma di far lavorare sul serio quelli attuali un po' troppo viziati e sempre pronti a piangere quando si pretende qualcosina in più da loro in termini di qualità ma anche di quantità di lavoro.