

Condivido quando postato da grigione sul messaggio di Salusa.
La scienza non esclude che in passato l’Antartide possa essere stato un luogo dal clima temperato. Secondo uno studio pubblicato su Nature, di cui dà conto il sito web della Bbc, circa 53 milioni di anni fa sulle coste dell’Antartide cresceva una rigogliosa vegetazione tipicamente tropicale. A provarlo sono i resti di pollini e spore recuperati dagli autori della ricerca nel corso di trivellazioni sul posto.
Lo studio indica anche che in quell’epoca geologica in Antartide le temperature superavano i 10 gradi, mentre in estate potevano raggiungere i 25 gradi. Il motivo di tale innalzamento delle temperature non è stato ancora del tutto identificato, probabilmente si è trattato di un’azione congiunta di vari fattori, innescata da potenti eruzioni vulcaniche e dalla diversa circolazione delle correnti oceaniche.
La teoria dello
Slittamento Polare è l’ipotesi secondo la quale gli assi di rotazione di un pianeta non sono sempre stati nella stessa posizione di quella attuale o che non vi rimarranno in futuro; in altre parole che i poli fisici di un pianeta si sono, o saranno, spostati. Questo fenomeno è quasi sempre legata al contesto della Terra, ma anche altri corpi del Sistema Solare potrebbero aver avuto esperienze di una riorientazione assiale durante la loro esistenza.
Gli effetti di uno slittamento influiscono sui principali cambiamenti climatici della maggior parte della Terra, come aree che prima formavano la zona equatoriale possono divenire più miti, e aree che prima avevano un clima più temperato possono invece divenire regioni o più equatoriali o più artiche.
Secondo uno studio dei ricercatori della scuola politecnica federale di Losanna pubblicato sulla rivista “Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology“, l’ultima era glaciale si sarebbe conclusa circa 14.500 anni fa. Lo studio rivela che l’Europa si sarebbe riscaldata di 5 gradi centigradi e che lo scioglimento dei ghiacciai avrebbe liberato in atmosfera ossido di azoto, accelerando a sua volta il processo. I ricercatori affermano che la maggior parte della sostanza sarebbe stata sprigionata dalle piante che cominciavano a prosperare proprio nelle aree appena riscaldate.
Uno slittamento polare avvenuto 14.500 anni fa, avrebbe potuto spedire l’Antartico nell’attuale posizione polare, generando un repentino congelamento di tutto ciò che vi era sopra? L’unica cosa certa è che questa transizione è avvenuta in coincidenza di una delle solite crisi inspiegate, tanto grave da costituire lo spartiacque fra due ere geologiche, il Pleistocene e l’Olocene.
Secondo la
Teoria della Correlazione di Robert Bauval e Adrian Gilbert, la costruzione delle Piramidi di Giza sarebbe avvenuta in un periodo anteriore al 10.500 a.C. – 12.500 anni fa -, motivando questa retrodatazione con la correlazione tra la tra la posizione delle principali tre piramidi della necropoli di Giza e le tre stelle centrali della costellazione di Orione, e che questa correlazione fu volontariamente creata da chi costruì le piramidi. Il riferimento alla data di 12.500 anni fa è significativo per Hancock, dato che la posizione delle piramidi indicherebbe il momento preciso in cui una civiltà avanzata precedente alla nostra ha visto il suo tramonto a causa di un cataclisma.

Nel suo libro Impronte degli Dei, Graham Hancock ha trovato delle piste di riflessione che conducono tutte verso un punto preciso. Secondo Hancock,
le Piramidi sono state costruite in ogni cultura del pianeta e i loro monumenti contengono configurazioni astronomiche più o meno evidenti. Ogni cultura ha venerato i propri re come divinità. Le loro religioni erano tutte improntate alla ricerca dell’immortalità dell’anima (Ascensione) e i loro sacerdoti erano tutti astronomi sofisticati, con conoscenze anticipatorie dei moti celesti.