LO SHAMIR E GLI SCALPELLI DI LUCE DIVINA
Articolo di Paolo Brega (alias Atlanticus)
Chiunque abbia una certa dimestichezza con la paleoarcheologia di certo conoscerà diversi siti archeologici risalenti, secondo la storiografia ufficiale, a un tempo in cui l’uomo iniziava a scoprire i segreti della metallurgia, della lavorazione del rame e successivamente del bronzo. Addirittura alcuni di questi siti risalgono a una preistorica età della pietra.
Il luogo e il tempo dell'invenzione del bronzo sono controversi. è possibile che la metallurgia del bronzo fosse stata inventata indipendentemente nella cultura Majkop del Caucaso settentrionale, risalente alla metà del IV millennio a.C., il che farebbe di loro i fabbricanti del bronzo più antico mai conosciuto, ma altri datano gli stessi reperti della cultura Majkop alla metà del III millennio a.C.

Tuttavia, questa cultura aveva soltanto il bronzo d'arsenico, una lega che si trova già allo stato naturale. Il bronzo di stagno, che si sviluppò più tardi, richiede tecniche più sofisticate di produzione: lo stagno deve essere estratto dalla miniera, principalmente come cassiterite, minerale dello stagno e fuso separatamente, aggiunto dunque poi al rame liquefatto per formare la lega del bronzo.
In Mesopotamia l'età del bronzo inizia verso il 2900 a.C., nel tardo periodo di Uruk, abbracciando l'antico periodo dinastico di Sumer, l'Impero accadico, i periodi antico babilonese e antico assiro e il periodo dell'egemonia cassita. Ma è il subcontinente indiano a possedere il primato rispetto all’area mesopotamica della produzione e dell’utilizzo di utensili di lega di bronzo già a partire dal 3300 a.C., data che segna ufficialmente l’inizio dell’età del bronzo nel vicino oriente, con la nascita della civiltà della valle dell'Indo. Gli abitanti dell'antica valle dell'Indo, gli harappa, svilupparono nuove tecniche nella metallurgia producendo rame, bronzo, piombo e stagno.

Esempi di utensili dell’età del bronzo
Ciò comporta che, per la storiografia ufficiale, la costruzione delle imponenti opere architettoniche megalitiche e la precisa lavorazione con cui spesso le pietre utilizzate venivano incise o modellate, avvenne con utensili e strumenti fabbricati in rame o al massimo in bronzo; la scoperta della lavorazione del ferro avverrà infatti soltanto a partire dal 1200 a.C., per lo meno nelle aree di nostro maggior interesse (mesopotamia, egitto e valle dell’Indo). In mesoamerica, con la sola eccezione dell’impero Inca, non si andrà oltre il neolitico.
Ecco pertanto i primi grandi interrogativi che gli antichi siti megalitici pongono agli storici: in che modo gli antichi hanno trasportato blocchi di pietra pesanti decine se non centinaia di tonnellate come, ad esempio, a Stonehenge? In che modo sono state estratte dalle cave di origine e poi lavorate, e in alcuni casi perfettamente levigate, preparate per la “posa”, come per esempio a Baalbek? In che maniera sono state praticate le incisioni che possiamo osservare nelle rovine di Puma Punku, così come all’interno delle piramidi e dei templi egizi? Davvero tutto ciò è stato possibile con fragili e deboli utensili di rame o, nella migliore delle ipotesi, in bronzo?
Emblematico è il citato esempio di Puma Punku, località vicina a Tihuanaco, sito nelle vallate boliviane prospicienti il lago Titicaca.
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