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ciao 2di7,ti ringrazio,perfetto,ora si puo' guardare in modo ottimale........[;)]


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MessaggioInviato: 18/09/2012, 13:19 
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Eclissi Solare Parziale vista dal rover Curiosity, dalla superficie di Marte. A eclissare il Sole è la piccola luna Phobos. Credit: NASA/JPL/Caltech/MSSS

Il rover Curiosity ha scattato una serie di strepitose immagini di un'eclissi solare parziale vista dalla superficie di Marte! A eclissare il Sole ci ha pensato la piccola luna Phobos (la più grande e vicina delle due lune di Marte). Le immagini di Phobos sono state scattate Giovedì 13 Settembre, circa 5 settimane dopo l'atterraggio su Marte, avvenuto il 5 Agosto. L'eclissi è stata fotografata con le Mastcam ed è visibilmente diversa da quello che potremmo vedere dalla Terra! Questo prima di tutto perché la nostra Luna, con il suo diametro di 3.476 km, è abbastanza grande da bloccare tutto o quasi tutto il disco solare quando passa tra la Terra e la nostra stella. Anche quando passa soltanto vicino, riesce comunque ad oscurare una buona parte della stella. Con Phobos questo è diverso.

Phobos si trova molto più vicino a Marte di quanto la Luna si trova alla Terra (solo 9.377 km in media, rispetto ai oltre 380.000 km che ci separa dal nostro satellite). Tuttavia, Phobos ha un diametro di soli 22 km e questo fa si che durante le eclissi, riesca a dare al massimo un
morso al Sole, ma mai coprirlo del tutto



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Immagine della luna Phobos vista da vicino dall'orbiter MRO. Credit: NASA/JPL

L'altra luna di Marte, Deimos, è ancora più piccola (solo 12 km circa in diametro) e si trova ancor più lontano, 23.460 km da Marte. Quindi se Deimos passa davanti al Sole, è molto difficile riuscire a vedere qualcosa dalla superficie di Marte. L'origine di questi corpi non è del tutto certa, specialmente per quanto riguarda Phobos. Si suppone si tratti di asteroidi catturati, ma questa teoria, anche se spiega molto di quello che sappiamo circa la loro natura, lascia alcune lacune ancora non risolte.

Le foto dell'eclissi non sono certo un colpo di fortuna. Gli scienziati della missione hanno pianificato per diverso tempo la possibilità di ottenere scatti di Phobos. "In realtà, penso che ci siano almeno altre tre opportunità nel prossimo mese per ottenere immagini di questi transiti." ha spiegato Jennifer Trosper, manager della missione presso il JPL.
"Sono ottime opportunità per fare delle osservazioni scientifiche uniche", racconta Trsoper aggiungendo che simili osservazioni erano già state fatte anche con Spirit e Opportunity nel 2004.




Questi transiti sono utili perché permettono ai ricercatori di migliorare il calcolo delle orbite e dell'evoluzione orbitale di Phobos e Deimos. Ovviamente sono anche un opportunità per scattare delle foto davvero memorabili e splendide, come mostrato sopra


Immagine di una parte del braccio robotico di Curiosity, ancora non del tutto allungato. La spazzola in cima serve per pulire la polvere da rocce o da se stesso. Credit: NASA/JPL

Attualmente Curiosity sta mettendo sotto prova ogni piccola parte del suo braccio robotico per assicurarsi che ogni cosa è al suo posto e funzionante, prima di iniziare esperimenti veri e propri su Marte. Nei ultimi 3 giorni ha percorso 86 metri sulla superficie del pianeta, portando quindi il suo percorso ad un totale di 227 metri!
La sua attuale destinazione è un sito geologico chiamato Gelnelg, dove si vedono esposti tre diversi tipi di terreno marziano! Il suo obbiettivo a lungo termine è però la base di Mt. Sharp, la montagna alta 5.5 km al centro del Cratere Gale.

http://www.space.com/17640-mars-solar-e ... rover.html

link2universe

speriamo che oltre a queste utili curiosita',curiosity ci possa fare vivere scoperte veramente interessanti da tutti i punti di vst [:D]

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MessaggioInviato: 18/09/2012, 17:42 
Cita:
zakmck ha scritto:

Cita:
Aztlan ha scritto:

Grazie zack, finalmente.


Tornando a parlare di cose serie, se ho ben capito la pressione dichiarata su Marte NON corrisponde ai fenomeni meteo.

Potreste portare della documentazione scientifica? Sono più che propenso a crederlo, come ho già espresso, vorrei dei dati tecnici.

Così da farmi una opinione informata su tutta la questione. Grazie.


Comunque, per me non ce la contano giusta su Marte......


Ciao Aztlan,
secondo me puoi partire dall'articolo segnalato da uba:

http://www.pianetamarte.net/punto_triplo.htm

ma anche il filmato sulle nevicate non e' male.





Grazie a entrambi, mi sono preso il mio tempo ma ce l' ho fatta, o almeno quasi.

Ho letto quasi tutto l' articolo, mi manca solo la parte relativa ai poli, poi spiego il perchè.

Vorrei cominciare riportando un sunto per tutti quelli che se lo fossero perso:


Cita:
fonte: http://www.pianetamarte.net/punto_triplo.htm

PRIMA PARTE - a cura del Dr. Francesco Marcocci:


Da questi dati è evidente che l’acqua liquida può sussistere anche in grandi quantità su Marte, anche nelle condizioni ufficialmente dichiarate dalla NASA.

Però è necessario che si verifichi almeno una delle seguenti condizioni:


- L’acqua di Marte è “salata” [NdAztlan: cosa più che plausibile considerata la possibilità di antichi oceani...]

in questo caso si abbassa la pressione di vapore e quindi il liquido può esistere in condizioni di maggiore stabilita, inoltre il ghiaccio potrebbe formarsi solo a temperature notevolmente al di sotto dello zero.

- Temperatura tra 0 e 10°C, idealmente (ma non necessariamente) assenza di vento e una sorgente che dal sottosuolo rifornisca il bacino.


Ovviamente se si realizzassero un mix di queste condizioni la stabilità dell’acqua liquida sarebbe incrementata.


Il punto triplo di un liquido dipende solo dalle caratteristiche molecolari del liquido e dalla concentrazione delle sostanze disciolte

e non dalla densità o pressione dell’atmosfera e tanto meno dalla gravità.

Se sulla Terra il punto triplo dell’acqua a 0 °C prevede una pressione di vapore di circa 6 mBar lo stesso vale su Marte, sulla Luna o su Giove.



Del resto se così non fosse all’interno della stazione spaziale o dello Shuttle (0 g) non potrebbe esistere acqua liquida

e gli astronauti non potrebbero girare all’interno senza tuta spaziale

(l’acqua del sangue vaporizzerebbe e il malcapitato astronauta esploderebbe in pochi secondi come un palloncino),


cosa che certo non è.


SECONDA PARTE - a cura di Marco De Marco


Un errore comune che di solito si fa nella valutazione delle condizioni climatiche di un determinato pianeta, è di confondere la pressione con la densità.


Infatti, tecnicamente la pressione atmosferica è “il peso” che una determinata quantità di gas sopra la nostra testa esercita su tutto ciò che sta sotto.

Il vero problema però è che il peso è condizionato non solo dalla densità ma ovviamente anche dalla gravità.

Se noi per esempio riducessimo la gravità terrestre ad 1/3, è ovvio che la stessa quantità di gas che sta sopra di noi avrà un terzo del suo peso originale,

nonostante la quantità di gas sia rimasta esattamente la stessa.


Ecco che allora, nel confrontare le condizioni climatiche fra due pianeti diversi sarebbe più corretto riferirsi alla densità piuttosto che alla pressione.


1)Quest’effetto viene sistematicamente trascurato nell’analisi dell’atmosfera di Marte.


Si parla infatti facilmente di pressione in hPa e la si confronta direttamente con la pressione hPa terrestre

ignorando completamente che su Marte la gravità è circa 1/3 di quella terrestre (per la precisione è il 38%).

Lo stesso errore lo si compie quando si analizza il diagramma di fase dell’acqua per dimostrare che su Marte l’acqua non può esistere allo stato liquido.


In particolare, il punto triplo dell’acqua sulla terra è a 6.1 hPa, ma su Marte, dove la gravità è il 38% di quella terrestre, se ragionassimo in hPa, non sarebbe assolutamente a 6.1 ma a 2.318 hPa


Quest’analisi però viene sempre, a mio avviso fraudolentemente, sistematicamente evitata, riportando l’indicazione agli stessi valori terrestri.

La stessa indicazione di 5-7 hPa per una pressione atmosferica marziana non è chiaramente indicata se riferita alla gravità terrestre o marziana.

Questa considerazione è assolutamente evitata in tutte le ricerche moderne, diciamo dalla seconda metà degli anni 60 in poi, mentre precedentemente si specificava rigorosamente che la pressione era un decimo di quella terrestre ma con una densità di 1/3.


Come mai nelle ultime ricerche non si fa questa differenza?


2)Ogni atmosfera produce una diffusione della luce (scattering) prevalentemente nel blu che anche nel caso di Marte può essere facilmente analizzata.

Anche se l’atmosfera marziana risulta carica di polveri al punto di renderla rossastra, separando la componente blu di una qualsiasi immagine panoramica a colori di Marte, è possibile farsi un’idea della densità atmosferica marziana.

Se confrontiamo immagini del cielo terrestre riprese a diverse quote, e quindi con diversi gradi di densità, ci accorgiamo che alla quota nominale in cui dovremmo trovare 7 hPa, cioè a 35.000 metri di quota, il cielo è completamente nero, salvo giusto la striscia dell’orizzonte, dove peraltro in realtà vediamo ancora gli strati bassi della nostra atmosfera.


È chiaro invece che le foto del cielo marziano, filtrate nella banda blu, risultano molto più luminose, quasi comparabili alle immagini riprese sul monte Everest, a poco meno di 9.000 metri di quota, dove guarda caso la pressione atmosferica è 1/3 della normale pressione sul livello del mare.


3)Un altro serio indizio a favore di una densità atmosferica marziana più alta di quanto dichiarato, è offerta dal fenomeno dei dust devils.


Queste “mini trombe d’aria” sono in grado di sollevare colonne di sabbia alte fino a qualche chilometro; ma com’è possibile tutto ciò?


Alla NASA stessa hanno provato a simularli, in una camera a vuoto, simulando la pressione marziana a 7 hPa, e non sono riusciti a simulare il fenomeno se non alzando la pressione di almeno 11 volte!

Infatti alla pressione di partenza, anche utilizzando delle ventole molto potenti, non riuscivano a sollevare un bel niente!

In effetti, 7 hPa sono veramente pochi, considerando oltre tutto il fatto che salendo di quota si riducono subito molto velocemente a valori frazionali;


ma allora tutti i fenomeni osservati vicino al monte Olimpo, che dal livello medio raggiunge i 17 km di altitudine, come sarebbero possibili?


È noto infatti sin dalle osservazioni telescopiche, che Marte ha comunque un’atmosfera molto attiva, soprattutto per quanto riguarda le formazioni nuvolose e le nebbie, non solo tempeste di sabbia.

Oltretutto, nelle immagini riprese con il telescopio spaziale, si nota facilmente il bordo blu causato dall’atmosfera, che quindi appare blu e non rossa, come mostrato dalle immagini riprese in situ.



C' è di che domandarsi seriamente se i dati ufficiali non siano da buttare nel cestino...

Solo una cosa mi lascia dubbioso e la riporto qui, appunto l' ultimo punto:

Cita:
4) Un altro punto interessante è l’analisi dei depositi polari;


Dà per scontato che le calotte siano composte di ghiaccio secco, cioè anidride carbonica.

Ma non si era stabilito che fossero invece d' acqua? O sto confondendo con altro?


In ambo i casi, c' è parecchio per mettere seriamente in discussione i dati ufficiali forniti dalla NASA...


Il video ancora non l' ho visionato, mezzora non è uno scherzo....

Comunque, complimentoni per il sito! E' tuo, giusto uba? [;)]

Dovrò prendermi dell' altro tempo per esaminare video e approfondimenti...


Ora non fa, devo ancora controllare anche le altre discussioni, questa era una cosa che ho lasciato in arretrato da troppo tempo per non cominciare...


Ultima modifica di Aztlan il 18/09/2012, 17:45, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/09/2012, 18:26 
ciao aztlan,in merito al ghiaccio delle calotte polari,c'e'da dire che nelle riprese fatte dai lander viking,si notava chiaramente lo sciogliersi delle calotte con formazioni che definsco "pozze d'acqua"spero di rintracciare ancora il giornale,che ho salvato,ma ora dopo avere spostato alcune cose non trovo piu')se non erro era un panorama del periodo,cmq dal mio punto di vst non solo ghiaccio secco,ma pure ghiaccio d'acqua.....[;)]


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MessaggioInviato: 20/09/2012, 21:12 
Il misterioso materiale che ricopre Marte
20/09/2012 - Curiosity individua sulla superficie del pianeta rosso una crosta scura sconosciuta

El Pais ci parla delle vicissitudini di Curiosity, il rover che sta solcando la superficie marziana alla scoperta di segreti da comprendere ed interpretare, così da capire a fondo il pianeta rosso.

LA PIETRA - Il mezzo è impegnato nell’esplorazione del cratere Gale. Ora dovrà lanciarsi nell’analisi di una roccia la cui forma sta incuriosendo non poco i geologi. Si tratta di una pietra grande poco più di un pallone da basket, alta 25 centimetri e larga 40. Gli scienziati l’hanno battezzata Jake Matijevic, come l’ingegnere operativo della missione, morto lo scorso 20 agosto. Un’altra scoperta compiuta dal rover nei suoi 400 metri di cammino è che il terreno sul quale ha camminato è fatto da due materiali diversi. Negli ultimi giorni il mezzo è arrivato a percorrere anche 37 metri in 24 ore, scatenando la soddisfazione degli scienziati per il quale il mezzo è fatto per camminare. Inoltre con le telecamere si sta studiando il movimento delle due lune del Pianeta, deducendo dalle loro orbite quello che è il loro ciclo orbitale.

LA CROSTA - Intanto si è scoperto che Phobos influisce con la sua gravità sulla superficie marziana, un po’ come fa la Luna con la Terra con l’effetto della marea. Mancando però l’acqua sul pianeta rosso, è necessario comprendere la consistenza del terreno. I geologi hanno individuato tre tipi diversi di terreno grazie alle telecamere termiche, scoprendo che sicuramente è presente uno strato sedimentario non più spesso di un metro. Sotto questa fascia esiste un altro strato un po’ più scuro di consistenza sconosciuta. Il mistero s’infittisce, ed i geologi non potevano chiedere di meglio.

http://www.giornalettismo.com/archives/ ... pre-marte/


Ultima modifica di zakmck il 21/09/2012, 00:25, modificato 1 volta in totale.

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Non sappiamo cosa c'è su Marte sotto appena un metro dalla superficie... incredibile.



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Il fatto che ci sia un deposito di polveri spesso un metro è davvero interessante.



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In effetti la pietra battezzata "Jake Matijevic" è alquanto singolare, sia per la forma, abbastanza regolare, che per le dimensioni (altezza 25 cm e larghezza 40 cm) molto diverse dalle pietre circostanti :


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Ciao


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MessaggioInviato: 23/09/2012, 08:41 
Vero.


Inoltre sembra decisamente un frammento di qualcosa di più grande, ma intorno non c' è traccia di nulla del genere.


Che sia la testimonianza di qualche processo geologico che intendono studiare?

In fondo se cominciamo a fidarci della versione ufficiale di turno, cioè un test per gli strumenti, è finita.

Poi per carità, tutto può essere......


EDIT: Aspetta aspetta meglio non dare spazio a fraintendimenti...

NON cominciamo a vederci zed o pile scariche marziane...

Che sia una roccia non ci piove.


Interessante come caratteristiche, al punto da domandarmi la sua formazione...

Se possa testimoniare eventi particolari del passato marziano.

Questo sì ritengo sia un quesito tutt' altro che risibile.


Ultima modifica di Aztlan il 23/09/2012, 08:47, modificato 1 volta in totale.


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,,in effetti e' fuori dal contesto circostante,escludo un fatto meteorico,pure analizzandola,penso sia difficoltoso capirci qualkosa.....


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Ragazzi, emozionatemi, non provo più alcun interesse per queste "missioni" ...[8)]



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MessaggioInviato: 23/09/2012, 19:09 
Cita:
Inoltre sembra decisamente un frammento di qualcosa di più grande,


Quoto. Forse sta sotto terra il "pezzo piu grosso".



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MessaggioInviato: 25/09/2012, 11:14 
Cita:
Aztlan ha scritto:

Non sappiamo cosa c'è su Marte sotto appena un metro dalla superficie... incredibile.





Una delle prime immagini realizzate da Curiosity, in cui si comincia a vedere cosa c'e sotto la superficie del pianeta Marte. La zona inquadrata è stata scavata dall’accensione dei motori dello stadio di discesa durante l’atterraggio

Abbiamo visto le riprese mozzafiato della sua avventurosa discesa. Hanno riempito le pagine dei giornali i primi panorami e i suoi curiosi autoritratti, utili però come test dei sistemi di bordo. Ora, in questa nuova immagine, Curiosity è impegnato nella sua missione, esaminare la superficie di Marte. Anzi, cosa c'e appena sotto. In questa fotografia si è infatti scelto di inquadrare una zona dove i razzi di discesa accesi nell'atterraggio del rover hanno rimosso lo strato più superficiale del terreno.
L'immagine è stata ripresa il giorno 8 agosto dalla Mastcam, la camera a focale fissa a 34mm che si trova sulla “testa” del robot. L'immagine è parte di un mosaico molto più grande, realizzato in circa 1 ora di osservazioni, sommando una serie di immagini ciascuna di 1.200 pixels di lato.
La Mastcam realizza immagini del tutto realistiche, in modo molto simile a quanto farebbe una normale camera commerciale o un cellulare. Le uniche modifiche fatte in post produzione a questa immagine riguardano i colori, con un procedimento denominato “white balancing”, “bilanciamento del bianco” che rende la scena simile a come potrebbe essere vista sulla Terra, con l'illuminazione del sole a cui siamo abituati. Questo procedimento permette ai ricercatori di osservare la superficie di Marte in una luce a loro più familiare, identificando molto più facilmente le rocce attraverso colori più “terrestri”.
E quanto è visibile in questa particolare immagine è di estremo interesse. La zona inquadrata, infatti, è stata scavata dall'accensione dei motori dello stadio di discesa che, durante l'atterraggio, hanno rimosso la polvere dalla superficie portando alla luce la roccia che si trovava appena sotto. Nel riquadro in alto a sinistra è chiaramente visibile l'ingrandimento di uno strato di materiale dal quale emergono dei sassi inclusi. Le frecce indicano due frammenti più piccoli, di circa 3 cm (le due frecce superiori), e uno piu grande, di circa 11 cm, che fuoriesce dal materiale di grana più fine in cui tutti sono annegati.
I meccanismi alla base della formazione di questi agglomerati dalle molteplici inclusioni possono essere diversi e i ricercatori avranno tempo e modo per interrogarsi sulla loro natura. Verranno in loro aiuto gli altri strumenti di bordo del rover, come il laser che può vaporizzare piccole porzioni di roccia e studiarne la composizione chimica analizzandone lo spettro, o come il trapano che permetterà di scavare sotto la superficie e fare una analisi chimica dei campioni di Marte “in provetta”. L'appuntamento è per i prossimi mesi.

Fonte: MEDIA INAF
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richiamo ad un argomento da .... continuare


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Cita:
sanje ha scritto:

Cita:
Inoltre sembra decisamente un frammento di qualcosa di più grande,


Quoto. Forse sta sotto terra il "pezzo piu grosso".



Probabile.

Mi chiedo cosa abbia spezzato una roccia di quelle dimensioni in modo così netto.

Non sembra la comune erosione da agenti atmosferici.....



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