Bimbo conteso a Padova, il legale della mamma: "Pronto il ricorso al Tribunale dei MinorenniVenerdì, 12 ottobre 2012 - 11:28:00
http://affaritaliani.libero.it/cronache ... 21012.html"Nel 2009 è stata tolta la patria potestà alla madre in base alla diagnosi di Pas (Sindrome di Alienazione genitoriale, ndr) applicando delle teorie rifiutate dalla comunità scientifica.
Non esistono criteri scientifici riconosciuti e neppure questa malattia esiste. Non si può fare una diagnosi su criteri inventati da un personaggio discusso come Howard Gardner, accusato di odio verso donne e bambini. Così si commette solo l'errore più clamoroso che si possa fare sui bambini". Andrea Coffari, legale della madre del bambino conteso a Padova, commenta con Affaritaliani.it la relazione di Rubens De Nicola, consulente tecnico d’ufficio (Ctu) della Corte d’Appello, autore della relazione che ha convinto il giudice a togliere alla donna la patria potestà del piccolo per affidarla al padre.
La perizia parla di disagio del bambino.
"Il rapporto con il padre gli provocava disagio, ha raccontato la mamma. In ogni caso, quando ci sono contrasti familiari forti, non bisogna mai intervenire con la mannaia. Bisogna capire il bambino, avere pazienza, aspettare che cresca e che una volta adolescente sia capace di orientarsi da solo. Così gli è stato invece causato il più grave danno possibile. Il bambino vedeva già il papà in incontri protetti: significa che comunque c'era qualche disagio tra i due. La colpa non sta mai solo dalla parte di un genitore. Anche il padre forse ha mancanze e immaturità. Al centro ci devono essere i bambini, che sono cittadini ed esseri umani. Non bisogna fare macelleria, ma psicologia".
Gli incontri col padre sono stati sospesi dalla madre in passato.
"Quando la signora tre mesi fa si è rivolta a me, sono stato io il primo a dire che lei stessa, per quanto buona madre, dovesse mettersi in discussione e iniziare un percorso di rfilessione. E la stessa cosa l'ho pretesa dal padre, chiedendolo in udienza. Invece questa perizia ha buttato benzina sul fuoco. Quando due genitori, anche inconsapevolmente, usano i bambini, tutti e due vanno messi in crisi. Entrambi sbagliano".
Come Presidente del Movimento per l'Infanzia ha lanciato un appello.
"Chiediamo di ridare questo bambino alla sua vita, alla sua scuola, alla sua casa. Devono continuare gli incontri protetti col padre, ma vanno seguiti da persone competenti che sappiano trattare i bambini. La violenza è fuori discussione".
Come legale sta preparando qualche provvedimento?
"Abbiamo già fatto ricordo in Cassazione, ma non è detto che sia ammissibile. Nelle prossime ore faremo denuncia e ricorso al tribunale dei minorenni perché liberi questo bambino con un provvedimento urgente. Ogni giorno che passa per quel bambino è un delirio".
IL CONSULENTE RUBENS DE NICOLA: "BIMBO USATO COME ARMA, ECCO PERCHE' LO AFFIDO AL PADRE"
"Rassicuro tutti: sta bene, ha giocato con il papà e ha dormito tutta la notte". Dopo una giornata tragica, in cui il video del bimbo conteso a Padova è rimbalzato su tv e giornali di tutta Italia, parla Rubens De Nicola, il consulente tecnico d'ufficio (Ctu) nominato dalla Corte d'Appello e autore della relazione che ha convinto il giudice a togliere alla mamma la patria potestà del ragazzino.
Ha parlato ieri a fianco del questore di Padova, Vincenzo Montemagno, per spiegare i motivi che hanno portato a una simile vicenda, come riporta il Corriere del Veneto. Da anni il bambino viene usato come "arma" di contesa da parte della madre, . Nel 2009 il tribunale tolse la patria potestà alla donna proprio in base alla perizia dello psichiatra veneziano, secondo cui il bambino soffre di Pas, ovvero la sindrome da alienazione genitoriale. Una forma di disagio psicologico che al momento non è riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale, ma intorno al quale c'è ampio dibattito, anche in Italia.
La Pas è l'influenza esercitata da un genitore sul figlio per denigrare la figura dell'altro genitore. Spesso il bambino stesso diventa parte attiva in questo processo. "Verso i 7 anni il pediatra di famiglia aveva mandato il piccolo a fare diversi accertamenti per ricorrenti mal di testa e mal di pancia. La diagnosi? Il bimbo soffriva di ansia, che manifestava in diversi modi, anche comportamentali", spiega De Nicola.
Quello del bimbo padovano è un caso talmente grave, secondo lui, da togliere la figura materna al bambino, provvedimento che raramente viene preso. "Il bambino rischiava molto, in termini di salute psicofisica, a vivere in un ambiente in cui subiva tante pressioni e condizionamenti. Ora è in una struttura protetta, l'ho visitato e sta bene, ci sono molte persone che si prendono cura di lui. Tra qualche settimana cominceranno i colloqui con lo psicologo e poi tornerà a scuola, probabilmente non la stessa che ha frequentato finora".
I GIUDICI: LONTANO DA MAMMA PER AIUTARLO A CRESCERE - Intelligente, vivace e simpatico. Sono gli aggettivi che i giudici della sezione civile minori della Corte d'Appello di Venezia usano per descrivere il bimbo di 10 anni finito suo malgrado al centro di mille polemiche mediatiche dopo che il padre, aiutato dalla polizia, e' andato a prenderlo a scuola dando seguito a una sentenza della magistratura che affidava solo a lui la patria potesta'. Nelle motivazioni della sentenza, pubblicate dalla stampa locale, alla madre viene imputata una "netta ostilita'" all'attuazione delle decisioni dei giudici. Per i giudici "l'attuale situazione del minore e' gravemente rischiosa per la sua evoluzione psicofisica". La madre, poi, sarebbe detentrice "di un potere assoluto sul figlio", che si staglia su uno sfondo di un "conflitto sterile e stressante" fra i due adulti. Di qui la decisione di allontanarlo dalla madre "per aiutarlo a crescere, a resettare e reinventare i propri rapporti affettivi". "Gli incontri del bambino con il padre - spiegano - sono stati del tutto sospesi per iniziativa della madre dal settembre 2010. Sono ripresi solo l'8 febbraio 2012, in uno spazio neutro a Padova, con l'assistenza di un educatore". Il bambino, tuttavia, non e' mai andato a casa del padre e non ha piu' avuto rapporti con il lato paterno della famiglia, con una situazione che per i magistrati "e' gravemente rischiosa per la sua evoluzione psicofisica".
Il commento di Roberta Lerici, Movimento per l'Infanzia
Alle persone schoccate dal video mostrato a "Chi L'ha visto", le motivazioni che hanno portato al barbaro prelevamento a scuola di un bambino di dieci anni, suonano come parole giunte dal più buio del nostro passato, eppure "prelevamenti" del genere si verificano spesso, e da anni, nel silenzio generale. Alcuni giornalisti hanno cercato di spiegare al pubblico concetti come, "al bambino serve un luogo neutro per decantare", "la comunità servirà da camera di decompressione", "il bambino va resettato", e via così in un crescendo di immagini che vengono di solito usate per bevande o computer. Ma qui parliamo di un bambino, e lo spettatore resta attonito, incredulo.
Non sa se è lui a non essere abbastanza preparato da capire quello che "gli esperti" hanno stabilito, o se quello che sente sia il prodotto di menti marziane. Bene, vorrei tranquillizzare coloro che si sentono impreparati: siamo di fronte a vere e proprie assurdità che di scientifico non hanno nulla. Infatti non è mai stato dimostrato che l'amore di un figlio per la madre diminuisca se la mamma gli viene strappata via, nè è dimostrato che in questo modo cresca l'amore verso il padre con cui il figlio ha dei problemi di relazione.
Nonostante questo, un plotone di consulenti tecnici si ostina a considerare il distacco dal genitore più amato come una "terapia salvavita". E il luogo deputato alla "rinascita dell'amore" è per costoro la casa famiglia, ovvero una istituzione nata per accogliere minori orfani o vittime di abusi e violenze. Ma questi minori che rifiutano uno dei due genitori non sono orfani, nè vittime di violenze.E allora perchè vengono sradicati dal loro mondo? Per "curarli" dalla "malattia" del poco amore per il padre o più raramente per la madre.
Troppo complicato cercare di capire i motivi che hanno provocato la frattura fra padri e figli, troppo impegnativo e lungo ascoltare le ragioni del bambino o forse troppo difficile trovare una soluzione. Molto meglio applicare alla lettera le teorie dell'americano Richard Gardner che negli Anni Ottanta, in alcuni testi che si è autopubblicato, ha teorizzato che quando i bambini rifiutano il padre la colpa è della madre che instilla in lui la disaffezione e in alcuni casi l'odio. A quel punto, quando un bambino dice, "Non voglio vedere papà perchè mi fa paura", la colpa è della mamma. Quando il bambino dice, "papà mi picchia", non è vero, è la mamma che lo ha convinto a dirlo e lo ha convinto a tal punto da far ammalare il bambino di PAS. Dunque, per "guarirlo", non c'è che una soluzione: allontanarlo, lasciarlo da solo insieme a degli sconosciuti in modo che il legame con la mamma si affievolisca e, nel frattempo, si riaffezioni al papà. Richard Gardner, morto suicida, in America da tempo non è più considerato una star ma noi, si sa, siamo sempre in ritardo e leggiamo poco.
Non sappiamo che in America sono nate decine di associazioni delle vittime di Gardner, ovvero ex bambini affidati al genitore violento o abusante, che da grandi sono fuggiti e in molti casi hanno denunciato i giudici. Alcuni di loro non ce l'hanno fatta e si sono suicidati. Sono bambini che non sono stati mai creduti, nè ascoltati. Ma non sono soltanto i ragazzini a suicidarsi, a volte anche le mamme, private dei loro figli, non resistono al dolore e rinunciano alla vita. Recentemente l'Apa (American psychiatric association), ovvero l'associazione americana i cui membri sono specializzati in diagnosi, trattamento, prevenzione e ricerca di malattie mentali, ha escluso la PAS (SINDROME DA ALIENAZIONE PARENTALE) dal DSM-5 (ovvero l'edizione aggiornata dal manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali).
Dunque il piccolo di Cittadella, è stato ritenuto affetto dalla PAS, una malattia che non è una malattia. E allora se si continuerà a considerarlo affetto da una malattia che non è una malattia, forse non ci sarà nessuno che lo curerà per il trauma subito a scuola, forse non ci sarà nessuno che lo conforterà se è triste e, se volesse la mamma, gli sarà vietato incontrarla in quanto lei è la causa della sua "malattia". Al posto del conforto materno, seguendo le teorie di Gardner, si potrebbe adottare per lui la "terapia della minaccia", ovvero gli si potrebbe dire che se se non fa tutto ciò che gli viene richiesto, lui la mamma non la vedrà più. Azzerare le difese del bambino, in modo da ottenere un completo e totale asservimento che, sempre secondo Gardner, favorirebbe la ricostituzione del legame padre-figlio.
"Deprogrammare il bambino", per poi riprogrammarlo in modo più consono alle aspettative. Gli stralci della sentenza che potrete leggere su questo e altri siti, riprende più o meno i principi che ho cercato di spiegare a chi non conosce questa triste e falsamente complicata materia. Ascoltare i bambini, a mio avviso, rende molto più semplice giungere alla verità che rifarsi a teorie nate per non accettare verità scomode.