La Cassazione non crede alla Pas, il bambino conteso torna alla madre
"La Cassazione ha preso la decisione di rimandare mio figlio da sua madre mettendo in dubbio la Pas (sindrome di alienazione parentale) e non posso che essere in
disaccordo. Mio figlio mi è stato portato via ieri sera". È questo il commento del padre del bimbo conteso di Cittadella (Padova) dopo aver appreso la decisione della Corte di cassazione di accettare il ricorso della madre per l'affidamento del piccolo
di dieci anni che fu prelevato con forza dalla sua scuola lo scorso ottobre in esecuzione di un provvedimento della Corte d'appello di Venezia, promosso dal padre, per ottenerne l'affidamento esclusivo.
L'uomo non sa che iniziative legali potrà prendere ma si riserva di vedere la sentenza della Cassazione. "Non dispongo del testo e non posso quindi fare un commento compiuto su quello che avrebbe deciso la Cassazione".
Un bambino a cui veniva negato il padre
Il padre del bambino conteso, che è anche avvocato, ha poi ripercorso la dolorosa vicenda. "Io non ho più avuto rapporti con mio figlio per anni - ha spiegato l'uomo - il bimbo mi respingeva a causa dei condizionamenti della madre e della famiglia materna. Per anni la madre non aveva ottemperato alle indicazioni dell'autorità giudiziaria che prevedevano che io e mio figlio ci frequentassimo. In seguito al decreto della Corte d'appello di Venezia io ho potuto avere un rapporto con mio figlio e ci siamo avvicinati ripristinando uno splendido rapporto. Questo significa
che la Corte d'appello di Venezia aveva deciso bene, e bene aveva fatto lo psichiatra ad individuare la Pas, questo ha consentito che il bambino si riavvicinasse a suo padre".
Il legale della madre: grande vittoria
"Oggi finalmente abbiamo avuto la vittoria sulla Pas, quella maledetta sindrome nociva per i diritti dei bambini e delle donne, pensata da uomini che odiano le donne", è il commento dell'avvocato Girolamo Coffari, legale della madre del bambino conteso di Cittadella, all'accoglimento del ricorso in Cassazione che, di fatto consente alla madre di riavere suo figlio.
L'avvocato Coffari, da sempre impegnato per i diritti dell'infanzia e contro la Pas (sindrome di alienazione parentale, ndr) si è scagliato nuovamente contro questa patologia psichiatrica che era stata individuata da una perizia di parte dei legali del padre del bambino per sottolineare la necessità di un affidamento esclusivo.
Nessuna manipolazione
"Pensiamo che chi ha individuato per la prima volta la Pas, Richard Gardern, è uno che giustificava la pedofilia. Questa vicenda è stata per l'Italia una pagina nera della pedagogia e per quei periti che applicano questa sindrome i quali si devono
vergognare. A questo punto il bambino deve tornare dalla madre e posso assicurare impegnandomi - ha concluso Coffari - che il padre avrà il diritto di vedere il bambino ma ribadisco ancora una volta che la madre non ha mai manipolato il figlio".
La madre: tornerà nella scuola di Cittadella
La madre intende rimandare il bambino nella scuola da dove venne prelevato con vigore, sostenendo che la scuola ha già dato il nulla osta. "Puo' tornare nella sua classe quando vuole" ha aggiunto. Nei mesi scorsi, quand'era nella casa-famiglia, il
ragazzino - compira' 11 anni ad aprile - era stato inserito in una scuola elementare di Padova. "Nonostante il caos - ha detto la donna - ha avuto una pagella con tutti 9 e 10".
Di nuovo a casa
Il bambino "è stato in isolamento cinque mesi, peggio della Gestapo- continua la madre intervistata da Radio 24- Mio figlio ha dormito per la prima volta di nuovo nel
suo letto e' provato, ha perso otto chili in questi cinque mesi di isolamento totale, peggio della gestapo. Adesso gli daremo tranquillita' e amore e di fargli rivedere parenti e amici per cinque mesi".
Per la mamma "hanno calpestato il decreto, c'era la pariteticità degli incontri con la mamma e invece me l'hanno fatto vedere tre volte alla settimana in incontri protetti,
l'ultimo periodo un'ora alla settimana per vendicarsi di me".
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