13/10/2012, 12:16
greenwarrior ha scritto:
Facciamo gli europei almeno per una volta e mandiamo a casa questa gente,
una santa alleanza tra cittadini di tutti i paesi dell' unione.
13/10/2012, 13:10
13/10/2012, 13:29
Thethirdeye ha scritto:Napolitano: per crescere cedere quote sovranita' a Ue
13 ottobre, 12:12
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 24838.html
Più di così?
13/10/2012, 16:40
rmnd ha scritto:Thethirdeye ha scritto:Napolitano: per crescere cedere quote sovranita' a Ue
13 ottobre, 12:12
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 24838.html
Più di così?
si sono d'accordo purchè si parta dalle fondamenta e non dal tetto, prima si costruiscano gli stati uniti di Europa, dove ogni cittadino dell'unione è chiamato ad esprimersi tramite il voto sulla costituzione europea e sulla scelta del presidente dell'unione.
Non si può cedere sovranità a una struttura politica sovranazionale che ancora non esiste.
E occorre superare il vetusto concetto di stato/nazione.
Non si possono certo nell'arco di 24h cancellare politicamente gli attuali stati, ma depauperandoli delle loro funzioni anno dopo anno, affinchè in un prossimo futuro non avrà più senso parlare di Francia, Italia o altro. L'Europa dovrà riorganizzarsi in macro aree, chiamateli cantoni o come vi pare, sul modello Svizzero. Macroaree che possono contenere al proprio interno porzioni di territori diversi degli attuali stati/nazioni. Una per tutte la macroarea che comprenda parte dell'nord italia del sud della germania e dell'austria e parte della Francia.
13/10/2012, 16:45
13/10/2012, 18:51
13/10/2012, 20:45
13/10/2012, 21:24
13/10/2012, 22:59
Thethirdeye ha scritto:Napolitano: per crescere cedere quote sovranita' a Ue
13 ottobre, 12:12
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 24838.html
Più di così?
14/10/2012, 00:08
14/10/2012, 10:12
14/10/2012, 10:40
14/10/2012, 12:05
Wolframio ha scritto:
Ribellarsi è un diritto. Cominciamo?
(di Maurizio Blondet) 13 ottobre 2012
“Chi uccide il tiranno è lodato e merita un premio”
san Tommaso d’Aquino.
“L’albero della libertà deve essere annaffiato di tanto in tanto dal sangue dei patrioti e dei tiranni. E’ il suo concime naturale”.
Thomas Jefferson.
Signori, abbiamo dato come “diritto acquisito” la libertà dall’oppressione. Invece , si tratta di una conquista che si deve strappare agli oppressori, facendo loro paura. Ed anche peggio: Tommaso d’Aquino, un santo, non considera omicidio l’uccisione del tiranno. Oggi, i tiranni e oppressori sono numerosissimi e insaziabili del nostro denaro: sono i politici che abbiamo votato e i loro compari imbucati nel settore pubblico. con mezzi legali non è possibile cacciarli dal poteere, perchè costoro hanno “occupato” la legalità: si aumentano gli stipendi “per legge” (la votano loro), rigettano i tagli “per legge”, tormentano noi cittadini con la burocrazia, ci perseguitano chiamandoci evasori, ed è tutto legale. Noi cittadini, che li paghiamo, siamo sottoposti a soprusi, punizioni arbitrarie intollerabili.
Equitalia può bloccarci i conti correnti e le carte di credito, sequestrarci automezzi ed altri beni, senza nemmeno avvertirci: non esiste più il diritto di proprietà in Italia. Le pubbliche persecuzioni hanno portato al suicidio decine di imprendotori, e tutto “legalmente”. La democrazia di fatto non esiste più: i nostri politici hanno ceduto la sovranità popolare che gli avevamo delegato, all’eurocrazia di Bruxelles e alla Bce, entrambi organi non-eletti, fattidi individui coooptati non sappiamo come. E alla fine hanno ceduto il loro “dovere” di governare ad un gruppo di “tecnici” guidati da un presidente della Commissione Trilaterale e da banchieri, a loro volta agli ordini di uno speculatore di Goldman Sachs, Mario Draghi, e di governi stranieri (Berlino). Logica e giustizia voleva che i nostri politici, dopo aver così auto-certificato la loro nullità e inutilità, se ne tornassero a casa. Invece, hanno mantenuto per sé una sola “sovranità”: quella di aumentarsi gli emolumenti a piacere, e di arraffare “contibuti elettorali” e “ai gruppi” che costano miliardi. Con voto unanime, quindi del tutto “legale”.
Il supremo tempio del diritto, la Corte Costituzionale, come abbiamo visto, ha dichiarato incostituzionale il taglio degli stipendi loro (400-600 mila euro annui) e degli altri miliardari di stato. La magistratura gode di una totale impunità, e può commettere gravissimi soprusi contro la libertà dei cittadini. Ne elenco tre: intercettare chiunque in qualunque momento, come il vecchio Kgb sovietico. Incarcerare preventivamente innocenti (Kgb). Scegliere come testimoni privilegiati dei criminali comprovati e già giudicati, i “pentiti” (definiti non a caso “collaboratori di giustizia” e stipenditi: in pratica diventano funzionari ausiliari della magistratura) dando loro la libertà di accusare calunniosamente gli avversari politici dei giudici, senz a obbligo di portare prove oggettive. Basta la parola di criminali, meglio se pluriomicidi mafiosi. La parola di testimoni onesti, invece, non vale nulla senza i “riscontri oggettivi”.
Quando la volontà del popolo s’è espressa con inequivocabile chiarezza e con “referendum”, dichiarando sua volontà di votare col sistema di voto maggioritario, la responsabilità civile dei giudici, l’annullamento del finanziamento pubblico dei partiti – tutto il sistema “democratico” e “legale” s’è adoperato per calpestarla. Non abbiamo il voto maggioritario, ma un proporzionale corretto, perchè faceva comodo a loro. I magistrati non pagano i loro errori. I partiti, sappiamo come continuano ad arraffare impunemente.
Eppure il referendum è il mezzo più legale e legittimo della volontà popolare, scritto nella Costituzione. Chi doveva farlo rispettare? Il presidente della repubblica, la Corte Costituzionale. Non hanno fatto nulla. LA volontà popolare espressa costituzionalmente è stata calpestata, e loro l’hanno lasciata calpestare. Perchè sono parte del potere occupante, del sistema di Dispotismo che si autonomina “democrazia”.
Ebbene: questo avviene perchè siamo stati troppo passivi. Perchè a molti di noi faceva comodo, molti hannno ricevuto qualche beneficio d alla “legalità sequestrata”, la maggioranza per paura: questi oppressori, come tutti gli oppressori, si sono anche accaparrati la forza pubblica ed esercitano la violenza contro di noi. Molti cittadini, probabilmente, pensano sia “illegale” sbattere fuori ccon la forza questi mascalzoni. E’ un dovere.
C’era un articolo (art.50 secondo comma) che lo dichiarava, nella bozza della nostra Costituzione: “Quando i poteri pubblici violino le libertà fondamentali ed i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all’oppressione è diritto e dovere del cittadino”. Questa frase fu proposta dai democristiani, Dossetti e Moro, nel 1947. Fu in seguito cancellata perchè la guerra fredda infuriava, e si temeva desse un’arma in più al più potente partito comunista dell’Occidente (già allora metà del nostro popolo, della libertà se ne fotteva: era pronta a darla a Mosca). Ma ciò non significa che la resistenza all’oppressione sia diventata illegale. Al contrario, è una conseguenza diretta della sovranità popolare: chi ha “occupato” i poteri pubblici e li gestisce in modo da violare i diritti fondamentali dei cittadini, deve essere cacciato. Noi cittadini viviamo, ormai è chiaro, sotto occupazione. Spogliati da un occupante, che non ha il minimo interesse alla prosperità comune, alla giustizia e all’equità. Bisogna re-imparare a resistere. E’ dura, saremo minoranza, dovremo entrare in clandestinità, rischiamo il carcere (preventivo, ossia la tortura), la persecuzione giudiziaria e fiscale. Ma se non ci ribelliamo, ci faranno sempre eggio.
L’albero della libertà deve essere annaffiato di tanto in tanto dal sangue dei patrioti e dei tiranni. E’ il suo concime naturale.
Source: Ribellarsi è un diritto. Comi...o Blondet) | Rischio Calcolato
14/10/2012, 12:41
Atlanticus81 ha scritto:
Confermo il pensiero di Sirius
Il IV Reich è Servito
di Corrado Belli
Fonte: http://terrarealtime.blogspot.it/2012/1 ... rvito.html
Ein Gastbeitrag von Joschka Fischer
[color=blue]Krise als Reformbeschleuniger
Gemeinsame Wirtschaftsregierung, gegenseitige Schuldenhaftung, Staatsfinanzierung durch die Europäische Zentralbank. Seit dem Ausbruch der Krise hat sich die EU dramatisch verändert. Es geht nun, was sonst nie gegangen wäre - und das meiste wurden gegen den Widerstand Deutschlands durchgesetzt.
Der griechische Philosoph Heraklit kam bereits vor mehr als 2500 Jahren zu der Einsicht, dass der Krieg der Vater aller Dinge sei. Er hätte mit gutem Grund hinzufügen können, dass es sich bei der Krise um die Mutter aller Dinge handelt. Gott sei Dank ist heute der Krieg zwischen den Weltmächten wegen der gegenseitigen thermonuklearen Vernichtungsdrohung keine realistische Option mehr. Diese These gilt allerdings nur für die oberste Etage, nicht jedoch für die Rand- und Bruchzonen der Weltpolitik.
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Weltkrisen wie die Weltfinanzkrise seit 2008, als im September die Großbank Lehman Brothers pleiteging, sind durch das Gleichgewicht des Schreckens zwischen den Großmächten keinesfalls Geschichte. Solche Krisen erschüttern ebenfalls den Status quo, ohne allerdings über die destruktive Kraft des Krieges zu verfügen. Die Krise ist immer auch Chance - Chance für Veränderungen, die sonst kaum möglich sind. Der Zwang zur Überwindung der Krise erfordert, Dinge zu tun, die vorher kaum denkbar, geschweige denn machbar gewesen wären. So ergeht es der EU seit nunmehr drei Jahren, seitdem die globale Finanzkrise in Europa eine existenzbedrohende Dimension angenommen hat.
Blickt man auf den Beginn des Jahres 2009 zurück, so haben wir es im Vergleich zu damals mit einer wesentlich anderen EU zu tun: Die EU zerfällt in eine Vorhut jener 17 Mitgliedstaaten, welche die Euro-Gruppe bilden, und eine Nachhut, bestehend aus den zehn EU-Mitgliedern außerhalb der Euro-Gruppe. Dahinter steckt keine böse Absicht, sondern der Druck der Krise. Die Euro-Gruppe muss handeln, soll der Euro überleben. Die anderen stehen dabei mehr oder weniger außen vor.
Die Krise hat alle Tabus fallenlassen
All die Tabus, die seit dem Ausbruch der Krise existierten, die meisten davon auf deutsches Betreiben hin errichtet, sind mittlerweile durch den Krisendruck gebrochen, und zwar am Ende unter tätiger Mithilfe der deutschen Bundesregierung: das Bail-out-Verbot aus dem Europäischen Vertrag, demzufolge jedes Land seine eigenen Banken retten muss; die Ablehnung einer Wirtschaftsregierung; das Verbot der Staatsfinanzierung durch die Europäische Zentralbank (EZB) und das der gegenseitigen Schuldenhaftung - schließlich die Verwandlung der EZB von einer Kopie der alten Bundesbank hin zu einer europäischen Federal Reserve Bank nach angelsächsischem Vorbild. Was noch abgelehnt wird, sind Euro-Bonds, aber auch diese werden kommen. Die einzige Frage ist, ob dies vor oder nach der deutschen Bundestagswahl geschieht. Die Antwort: Das hängt vom weiteren Verlauf der Krise ab.
Deutschland, das wirtschaftlich stärkste Land in Europa, spielt in dieser Krise eine merkwürdige, bisweilen bizarre Rolle. Das Land ist so stark wie nie seit der Gründung der Bundesrepublik 1949 und faktisch zur Führungsmacht der EU geworden. Gleichwohl ist es zur Führung nicht willens und in der Lage. Gerade deshalb ist ein Großteil der eingetretenen Veränderungen gegen den anhaltenden Widerstand Deutschlands durchgesetzt worden, sodass seiner Regierung am Ende immer nur die Kunst der Kehrtwende blieb. Zudem wird das so starke Deutschland institutionell immer schwächer. Das zeigt sich zum Beispiel am reduzierten Einfluss Deutschlands im Zentralbankrat der EZB.
Man wird sich den 6. September 2012 merken müssen - an jenem Tag fand im Zentralbankrat der EZB in Frankfurt am Main die Beerdigung der alten Bundesbank statt, gegen den Protest ihres aktuellen Präsidenten Jens Weidmann. In jener Sitzung wurde die Möglichkeit eines unbegrenzten Ankaufs von Staatsanleihen der Krisenländer in der Euro-Gruppe gegen eine Gegenstimme beschlossen. Und der Bestatter war keineswegs EZB-Präsident Mario Draghi, sondern Angela Merkel.
Die Bundesbank ist nicht einer finsteren "südlichen" Verschwörung zum Opfer gefallen, sie hat sich selbst verabschiedet. Denn wäre die Euro-Gruppe der Politik der Bundesbank gefolgt, so gäbe es diese heute nicht mehr. Ideologie statt praktische Lösungsansätze - das kann in einer solch tiefen Krise niemals gutgehen.
Die Euro-Gruppe steht gegenwärtig an der Schwelle zu einer Bankenunion. Ihr wird die Fiskalunion folgen, und schon mit der Bankenunion wird der Druck zu einer politischen Union immer größer werden. Vertragsänderungen mit allen 27 (oder mit Kroatien 28) Staaten wird es nicht geben können, nicht nur wegen Großbritannien, sondern auch wegen der dann fälligen Referenden in zahlreichen Mitgliedstaaten. Diese würden gewiss zur Abrechnung mit der Krisenpolitik der nationalen Regierungen werden, und dies wird keine Regierung wollen, solange sie noch bei Verstand ist. Für längere Zeit wird es also nur mit der Hilfsbrücke zwischenstaatlicher Verträge gehen - die Euro-Gruppe wird sich in Richtung eines intergouvermentalen Föderalismus entwickeln. Das wird spannend, denn es werden sich dabei völlig ungeahnte Möglichkeiten für die politische Integration bieten.
Wie sich die Wirtschaftsregierung kontrollieren lässt
Nicolas Sarkozy, einst französischer Präsident, hat sich am Ende doch durchgesetzt: Die Euro-Gruppe wird bereits heute faktisch von einer Wirtschaftsregierung geführt, und zwar von den Staats- und Regierungschefs (und ihren Finanzministern). Diese Entwicklung sollten EU-Föderalisten verstärken. Je mehr die Staats- und Regierungschefs durch die Krisendynamik zur Regierung der Euro-Gruppe werden, desto mehr werden sie ihre bisherige Doppelrolle als Exekutive und Legislative im Europäischen Rat obsolet machen.
Das Europäische Parlament wird das sich abzeichnende Vakuum nicht ausfüllen können, da ihm die Budgetsouveränität fehlt, die bei den nationalen Parlamenten liegt und dort auch für unabsehbare Zeit bleiben wird. Auf diese nationalen Parlamente also kommt es an. Sie bräuchten eine gemeinsame Plattform in der Euro-Gruppe, eine Art "Euro-Kammer", mittels derer sie die europäische Wirtschaftsregierung kontrollieren können.
Die Föderalisten im Europäischen Parlament und in Brüssel allgemein sollten sich dadurch nicht bedroht fühlen, sondern die einmalige Chance nutzen. Nationale und europäische Parlamentarier sollten sich schnell zusammensetzen und ihr Verhältnis klären. So könnte ein Europäisches Parlament mit zwei Kammern entstehen.
Wie gesagt: Diese Krise ist eine große Chance für Europa. Sie hat die Agenda der kommenden Monate und Jahre definiert - Bankenunion, Fiskalunion, politische Union. Was fehlt, ist eine Wachstumsstrategie für die Krisenländer, aber auch diese rückt umso näher, je größer die Unruhe im europäischen Süden wird. Die Europäer haben allen Grund optimistisch zu sein. Nicht trotz, sondern wegen der Krise.[/color]
14/10/2012, 12:49
greenwarrior ha scritto:
Non dimentichiamo che Jefferson era un massone.