IRAN: ARRESTI IN AMBASCIATA GB. ONG, CENTINAIA SCOMPARSI
PARIGI - Sono oltre duemila le persone arrestate in Iran, centinaia quelle scomparse, nel corso delle manifestazioni contro i risultati delle elezioni presidenziali annunciati dal governo. Lo rende noto la Federazione internazionale dei diritti umani (Fidh).
Da Teheran, l'agenzia Fars ha fatto sapere che otto iraniani che lavorano per l'ambasciata britannica sono stati arrestati. Gli otto avrebbero avuto "un ruolo" nei disordini seguiti alle elezioni presidenziali del 12 giugno.
"Quando si arrestano funzionari di un'ambasciata si compiono fatti certamente gravi", sui quali serve una "posizione comune". Lo ha detto il ministro degli esteri, Franco Frattini, spiegando che per questa ragione ne parlerà questo pomeriggio alla riunione sull'Iran dei 27, organizzata a margine del vertice Osce di Corfù. "Oggi ne discuteremo - ha detto - perché il problema non può essere affrontato a livello nazionale. Serve una posizione comune".
Gli arresti di funzionari iraniani dell'ambasciata britannica a Teheran sono "un'inaccettabile intimidazione e una vessazione": lo ha detto da Corfù il ministro degli Esteri britannico David Miliband, che ha chiesto l'immediata liberazione degli arrestati. Miliband, citato dalla Bbc, ha detto: ''Questa e' un'intimidazione e una vessazione inaccettabile. Vogliamo che siano liberati sani e salvi''.
PROIBITA MANIFESTAZIONE PREVISTA PER OGGI
(V. 'IRAN: BLOG, MUSSAVI...' DELLE 15.25)
TEHERAN
(ANSA) - TEHERAN, 28 GIU - La commemorazione dell'anniversario della morte dell'ayatollah Mohammad Beheshti, prevista oggi alla moschea di Ghoba, è stata proibita dalle autorità di Teheran. Lo riferisce l'agenzia Irna, precisando che alcuni siti web vicini a Mir Hossein Mussavi avevano annunciato oggi una dimostrazione alla moschea. "Non è stato richiesto alcun permesso per alcuna manifestazione alla moschea di Ghoba", ha dichiarato il governatore della capitale iraniana, Hossein Tala. Nell'area della moschea sarebbero già dispiegate le forze antisommossa, secondo alcune fonti. La commemorazione di Beheshti è un fatto ordinario, che si celebra ogni anno, e che la famiglia aveva previsto di tenere anche oggi, riferisce l'agenzia Ilna. Il figlio dell'ayatollah ucciso nel 1981, Alireza, è un alleato di Mussavi.
NUOVE MINACCE DI KHAMENEI
TEHERAN - La guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha avvertito oggi che chi non accettera' di seguire ''le vie legali'' nel protestare contro le elezioni del 12 giugno, dovra' affrontare conseguenze ''piu' amare'' di quelle viste finora.
In un sermone tenuto alla preghiera del venerdì del 19 giugno, Khamenei aveva detto che le manifestazioni di piazza dovevano cessare e aggiunto che i candidati sconfitti, tra i quali il moderato Mir Hossein Mussavi, dovevano seguire "le vie legali", attraverso i ricorsi al Consiglio dei Guardiani. Ma ieri Mussavi ha detto che non accetterà di partecipare al riconteggio di solo il 10 per cento dei voti, concesso dal Consiglio. Khamenei, citato dalla televisione di Stato, ha ribadito oggi che "le vie legali" sono le sole da seguire: "Altrimenti - ha avvertito - i risultati saranno ancora più amari per certe persone".
La guida suprema iraniana, ha anche condannato quelli che ha definito i ''commenti assurdi'' dei dirigenti occidentali sulle contestate elezioni presidenziali. "Le dichiarazioni di interferenza degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei sugli affari interni dell'Iran non hanno alcun effetto", ha detto Khamenei. "Fanno dichiarazioni assurde - ha aggiunto la Guida - come se tutti i loro problemi fossero risolti e fossero rimasti solo i problemi dell'Iran". Venerdì a Trieste i ministri degli Esteri del G8 hanno adottato una dichiarazione in cui chiedono la fine delle violenze nella Repubblica islamica e invitano le autorità di Teheran a risolvere la crisi con metodi pacifici.
KARRUBI, SU VOTO COMMISSIONE INDIPENDENTE
TEHERAN - Il candidato riformatore iraniano Mehdi Karrubi vuole una commissione indipendente che prenda in esame tutto il processo elettorale per le presidenziali, respingendo al contempo quella proposta dal regime di Teheran. Lo afferma lo stesso Karrubi in una lettera pubblicata oggi dal giornale Etemad Melli.
SI CERCA COMPROMESSO, MA MUSSAVI RIFIUTA
TEHERAN - Il massimo organismo di arbitrato iraniano, presieduto dall'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, ha chiesto ai candidati sconfitti alle presidenziali di cooperare con il Consiglio dei Guardiani, incaricato di far luce per vie legali sulla regolarita' delle elezioni, e ha invitato i loro sostenitori ad ''obbedire alle indicazioni della Guida suprema'', ayatollah Ali Khamenei, che ha ordinato la fine delle manifestazioni di piazza. Ma il candidato moderato sconfitto Mir Hossein Mussavi e quello riformista Mehdi Karrubi hanno rifiutato di partecipare al riconteggio del 10 per cento dei voti, promesso dal Consiglio dei Guardiani, tornando a chiedere l'annullamento del voto. ''Questo genere di riconteggio non rimuovera' le ambiguita', non c'e' altra via che l'annullamento'', ha affermato Mussavi in una dichiarazione pubblicata dal suo sito. La presa di posizione del Consiglio per gli interessi dello Stato, presieduto da Rafsanjani, era sembrata un primo passo verso un compromesso per uscire dal braccio di ferro. Rafsanjani, infatti, e' considerato il principale sostenitore di Mussavi, mentre Khamenei ha finora affermato la validita' del voto, da cui e' uscito rieletto il presidente Mahmud Ahmadinejad.
Sul fronte internazionale, l'Iran ha risposto alla dichiarazione adottata ieri dai ministri degli Esteri del G8 a Trieste denunciandola come una ''interferenza''. E il presidente Ahmadinejad ha avvertito che ''trascinera' per la collottola in giudizio'' certi Paesi occidentali ogni volta che ne avra' l'occasione nell'ambito di conferenze internazionali. Nel frattempo si e' avuta oggi notizia che Abolfazl Fatteh, capo del dipartimento stampa di Mussavi, si e' visto vietare l'espatrio mentre stava per imbarcarsi su un volo per Londra. Mentre il quotidiano riformista Etemad Melli ha riferito che uomini delle forze di sicurezza hanno perquisito la sede di Kargozaran, partito vicino a Rafsanjani, dove hanno sequestrato documenti e computer. Mentre da una settimana a Teheran non si registrano manifestazioni di rilievo, negli ultimi giorni erano circolati segnali che si stava lavorando ad una soluzione di compromesso per uscire da una crisi che ha visto aprirsi una netta spaccatura nel regime. Segnali di malcontento si registrano, secondo notizie di stampa, anche all'interno di alcune istituzioni. Ad un ricevimento per il Parlamento organizzato da Ahmadinejad mercoledi' per festeggiare la vittoria si sarebbero presentati meno della meta' dei deputati, che in maggioranza sono conservatori. E tra gli assenti c'era lo stesso presidente dell'assemblea, Ali Larijani.
Negli ultimi giorni Rafsanjani e Mussavi hanno avuto incontri riservati con la commissione Sicurezza nazionale del Parlamento e con il capo dell'apparato giudiziario, Mahmud Hashemi Shahrudi. E il Consiglio dei Guardiani ieri sera ha annunciato la formazione di una ''speciale commissione'' che, con la presenza dei rappresentanti dei candidati, dovrebbe assistere al riconteggio di una parte delle schede per poi stilare un rapporto sulle elezioni. Ma secondo il portavoce, Abbas Ali Katkhodai, la revisione dovrebbe riguardare non piu' del 10 per cento dei voti. Il portavoce del ministero degli Esteri, Hassan Qashqavi, ha intanto risposto ai ministri degli Esteri del G8, che ieri avevano condannato la violenza e invitato Teheran a risolvere la crisi attraverso un dialogo democratico e metodi pacifici. ''La Repubblica islamica - ha detto - si rammarica di questa posizione che interferisce nelle elezioni iraniane''. Ahmadinejad si e' detto stupito soprattutto delle critiche provenienti dal presidente Usa Barack Obama, dopo le offerte di dialogo dei mesi scorsi. ''Obama dice che vuole un cambiamento - ha detto il presidente iraniano - ma allora perche' interferisce e parla in modo scortese?''. Infine, l'ambasciatore svedese a Teheran e' stato convocato oggi al ministero degli Esteri iraniano, che gli ha trasmesso una protesta ufficiale per un attacco portato ieri da alcuni manifestanti contro l'ambasciata iraniana a Stoccolma. Secondo Teheran si e' trattato di un ''attacco terroristico''.
IRAN: DIARIO BLOGGER, POLIZIA BASTONA LE MADRI IN LUTTO
E' stata subito repressa con un violento intervento della polizia una manifestazione inscenata a a Teheran fra l'altro da madri delle vittime degli scontri di questi giorni nella capitale iraniana. Nel silenzio creato attorno a molti canali informativi tradizione, è quanto si può desumere attraverso Twitter, il servizio di messaggi-brevi su internet dove si esprime la protesta contro l'esito delle controverse elezioni presidenziali in Iran. Il raduno, tentato nonostante il clima di paura creato dalle repressioni dei giorni scorsi, era stato indetto per 21,30 di Teheran (le 19 italiane) nel parco Laleh, a pochi passi dal luogo dove è stata uccisa Neda, la ragazza divenuta una icona del movimento di opposizione. L'attenzione per l'evento è stata destata dall'analogia fra queste madri e quelle delle vittime delle proteste di piazza Tiananmen nella Cina del 1989 o dei desaparecidos argentini commemorati costantemente nella Plaza de Mayo a Buenos Aires. Su Twitter, una blogger ha riferito che "un gruppo di persone fra cui madri di attivisti per i diritti si sono riunite al parco Laleh per accendere candele in memoria di Neda e altri martiri". Altri messaggi hanno però segnalato che la "piccola dimostrazione" è stata "subito disciolta da polizia in assetto anti-sommossa": "un certo numero di persone", tra cui "alcune donne, sono state arrestate". La polizia, ha scritto "Iraj1387", si è comportata "selvaggiamente". Secondo un altro blogger gli agenti si sono "scontrati duramente" con i manifestanti. Non è chiaro se siano entrati in azione anche i picchiatori e cecchini dei miliziani islamici Basiji che l'opposizione iraniana sta cercando di individuare e mettere alla gogna mediatica su internet: l'obiettivo dichiarato ad esempio dal blog
http://outthebasij.wordpress.com è quello di raccogliere foto e video che li ritraggono per utilizzarle in futuri procedimenti giudiziari, possibili qualora a Teheran cambi il regime. Sul web in giornata ha campeggiato la foto di un uomo che, in camicia, giberna e casco con visiera alzata, brandiva un kalashnikov dalla sommità di un edificio. Molto scaricato è stato anche un video che mescola le proteste in Iran e la morte di Michael Jackson attraverso le note del su mega-hit "Beat it": nel filmato su Youtube le due parole del titolo, che significano "vattene" o "scappa", compaiono in rosso sovrapposte alle immagini dei volti del presidente Mahmud Ahmadinejad e della Guida suprema Ali Khamenei, a loro volta alternate a foto di scontri fra manifestanti e polizia. E' cosi quando il del re del pop intona il ritornello, la scritta esorta i due leader ad andarsene.