03/01/2013, 00:03
03/01/2013, 04:52
03/01/2013, 05:11
03/01/2013, 08:56
Paolo Bolognesi ha scritto:
Ti metto qui sotto il solo testo, per le immagini puoi andare all' articolo:
E’ una mattina dell’estate 1978.
Un gruppo di ricercatori guidati da Mary Leakey scopre uno degli spettacoli più straordinari che un paleoantropologo possa immaginare: una serie di impronte lasciate sulle ceneri vulcaniche circa 3 milioni e 700.000 anni fa da due ominidi.
Siamo a Laetoli, in Tanzania (Africa).
Tra gli anni ‘80 e ‘90 si era imposta l’idea che fossero di un Australopitecus Afarensis, ma oggettivamente questa attribuzione è improntata ad un’ ideologia evoluzionista.
Il piede di Afarensis è ben diverso da quello che si rivela a Laetoli.
La controversia sulla conformazione del piede dell’ Australopiteco Afarensis è stata fino ad oggi il punto di forza su cui si basava la teoria evoluzionistica; infatti i suoi sostenitori hanno sempre affermato che questo ominide, nonostante fosse un primate arboricolo, camminasse anche in posizione eretta e di conseguenza dovesse avere un piede anatomicamente formato (quindi come il nostro) per sostenere questa posizione.
I primati arboricoli avevano (ed hanno) la prerogativa di avere i quattro arti prensili, con pollici ed alluci opponibili, mentre il genere Homo ha solamente i pollici con questa caratteristica. Finora non era mai stato ritrovato uno scheletro di australopiteco completo di estremità inferiori, quindi il gioco della scienza ufficiale di attribuire all’ australopiteco le orme di Laetoli non aveva mai incontrato molta resistenza.
Ma nel 1998, lo scheletro di un ominide vissuto circa tre milioni e mezzo di anni fa e’ stato ritrovato inglobato nella breccia di una grotta a Sterkfontein, una localita’ a una cinquantina di chilometri a nord di Johannesburg, in Sudafrica.
Si tratta di un esemplare di Australopiteco di cui si e’ conservato il cranio completo di mandibola e gran parte dello scheletro delle gambe e delle braccia (femore, tibie, piedi, omero, radio). Le ossa ancora in parte inglobate nel blocco di roccia indicano un individuo adulto alto circa un metro e venti centimetri.
La scoperta e’ stata fatta da un gruppo di ricercatori dell’ universita’ di Witwatersrand (Johannesburg), diretti dal paleoantropologo Ron Clarke, da anni impegnati nella zona.
L’ importanza del ritrovamento sta sia nell’ alta antichita’ del reperto (la celebre Lucy rinvenuta in Etiopia nel 1974 e’ datata a circa 3,2 milioni di anni), sia nella relativa completezza dello scheletro che ha permesso di stabilire definitivamente che l’ Australopiteco camminava in posizione eretta pur avendo ancora caratteristiche del piede che gli permettevano di arrampicarsi agevolmente sugli alberi.
Quindi piedi prensili con alluce opponibile, come tutti i primati.
Questa è la conferma che le impronte di Laetoli non appartengono ad un australopiteco, ma ad un essere con le stesse caratteristiche morfologiche e strutturali (del piede e quindi di tutto l’ apparato scheletrico) di un essere umano moderno, vissuto 3,7 milioni di anni fa quindi 1,7 milioni di anni prima della presunta data della sua comparsa sulla Terra (2 milioni di anni fa con l’ H. Habilis) e contemporaneo degli australopitechi.
Chi era quell’ essere umano moderno che lasciò quelle impronte ?
Una linea evolutiva del genere Homo che già allora aveva tutte le caratteristiche di un essere umano moderno, quando i generi Habilis, Erectus, Sapiens erano ancora lontani dall’ apparire sulla Terra ?
Avendo questi 1,5 milioni di anni di evoluzione precedente rispetto agli altri generi Homo (e 3,5 milioni rispetto al Sapiens), dove sarebbe potuto giungere il loro sviluppo fino alla comparsa del Sapiens ?
03/01/2013, 09:05
03/01/2013, 09:52
03/01/2013, 13:55
gippo ha scritto:Paolo Bolognesi ha scritto:gippo ha scritto:
Tuttavia penso che l'esistenza di una civiltà altamente progredita avrebbe dovuto lasciare segni molto più evidenti della sua esistenza.
Dove sono le costruzioni e la tecnologia ?
hai letto l' articolo al link che ho postato ?
Non credo, altrimenti non mi avresti posto quella domanda...
In verità si ma me l'ero completamente scordato ...
Tuttavia mi resta il dubbio
Rileggendo sommariamente la risposta dovrebbe essere al punto "possibili reperti anomali" ma, secondo me, tali reperti non sono ne adatti ne sufficienti a dimostrare l'esistenza di una civiltà altamente progredita.
Ovviamente è un mio umile parere ...
Trovo piuttosto strano che una civiltà si possa sviluppare tanto celermente e in modo così circoscritto. Per quale motivo, nella sua evoluzione, non avrebbe sfruttato le risorse di ogni angolo del pianeta senza colonizzarlo?
Penso che ciò possa verificarsi per una civiltà che non abbia avuto uno sviluppo tecnologico ma per una ambizione tecnologica, simile alla nostra, penso sia inevitabile lo sfruttamento delle risorse a livello planetario. Il genere di sfruttamento che non può non lasciare tracce ...
03/01/2013, 14:00
03/01/2013, 14:00
MaxpoweR ha scritto:
Scusami la perchè la razza SAPIENS SAPIENS si è sviluppata lentamente? Non ti appare quanto meno strano che la nostra specie sia una eccezione per quel che riguarda le tempistiche evolutive nell'intero panorama delle specie terrestri?
03/01/2013, 14:02
drake ha scritto:Paolo Bolognesi ha scritto:
Ti metto qui sotto il solo testo, per le immagini puoi andare all' articolo:
E’ una mattina dell’estate 1978.
Un gruppo di ricercatori guidati da Mary Leakey scopre uno degli spettacoli più straordinari che un paleoantropologo possa immaginare: una serie di impronte lasciate sulle ceneri vulcaniche circa 3 milioni e 700.000 anni fa da due ominidi.
Siamo a Laetoli, in Tanzania (Africa).
Tra gli anni ‘80 e ‘90 si era imposta l’idea che fossero di un Australopitecus Afarensis, ma oggettivamente questa attribuzione è improntata ad un’ ideologia evoluzionista.
Il piede di Afarensis è ben diverso da quello che si rivela a Laetoli.
La controversia sulla conformazione del piede dell’ Australopiteco Afarensis è stata fino ad oggi il punto di forza su cui si basava la teoria evoluzionistica; infatti i suoi sostenitori hanno sempre affermato che questo ominide, nonostante fosse un primate arboricolo, camminasse anche in posizione eretta e di conseguenza dovesse avere un piede anatomicamente formato (quindi come il nostro) per sostenere questa posizione.
I primati arboricoli avevano (ed hanno) la prerogativa di avere i quattro arti prensili, con pollici ed alluci opponibili, mentre il genere Homo ha solamente i pollici con questa caratteristica. Finora non era mai stato ritrovato uno scheletro di australopiteco completo di estremità inferiori, quindi il gioco della scienza ufficiale di attribuire all’ australopiteco le orme di Laetoli non aveva mai incontrato molta resistenza.
Ma nel 1998, lo scheletro di un ominide vissuto circa tre milioni e mezzo di anni fa e’ stato ritrovato inglobato nella breccia di una grotta a Sterkfontein, una localita’ a una cinquantina di chilometri a nord di Johannesburg, in Sudafrica.
Si tratta di un esemplare di Australopiteco di cui si e’ conservato il cranio completo di mandibola e gran parte dello scheletro delle gambe e delle braccia (femore, tibie, piedi, omero, radio). Le ossa ancora in parte inglobate nel blocco di roccia indicano un individuo adulto alto circa un metro e venti centimetri.
La scoperta e’ stata fatta da un gruppo di ricercatori dell’ universita’ di Witwatersrand (Johannesburg), diretti dal paleoantropologo Ron Clarke, da anni impegnati nella zona.
L’ importanza del ritrovamento sta sia nell’ alta antichita’ del reperto (la celebre Lucy rinvenuta in Etiopia nel 1974 e’ datata a circa 3,2 milioni di anni), sia nella relativa completezza dello scheletro che ha permesso di stabilire definitivamente che l’ Australopiteco camminava in posizione eretta pur avendo ancora caratteristiche del piede che gli permettevano di arrampicarsi agevolmente sugli alberi.
Quindi piedi prensili con alluce opponibile, come tutti i primati.
Questa è la conferma che le impronte di Laetoli non appartengono ad un australopiteco, ma ad un essere con le stesse caratteristiche morfologiche e strutturali (del piede e quindi di tutto l’ apparato scheletrico) di un essere umano moderno, vissuto 3,7 milioni di anni fa quindi 1,7 milioni di anni prima della presunta data della sua comparsa sulla Terra (2 milioni di anni fa con l’ H. Habilis) e contemporaneo degli australopitechi.
Chi era quell’ essere umano moderno che lasciò quelle impronte ?
Una linea evolutiva del genere Homo che già allora aveva tutte le caratteristiche di un essere umano moderno, quando i generi Habilis, Erectus, Sapiens erano ancora lontani dall’ apparire sulla Terra ?
Avendo questi 1,5 milioni di anni di evoluzione precedente rispetto agli altri generi Homo (e 3,5 milioni rispetto al Sapiens), dove sarebbe potuto giungere il loro sviluppo fino alla comparsa del Sapiens ?
quindi se non ho capito male è stato scoperto che una forma simile all'uomo è esistita sulla terra e per qualche motivo o si è estinta o se l'è data a gambe levate difronte a qualche catastrofe.
Se dove c'è acqua c'è vita è fattibile che migliaia di anni fà siano esistite civiltà completamente divorate dalla vita stessa della terra e quindi un ciclo che continua .
Insomma la stessa fine che farà questa civiltà , poi passeranno altre migliaia di anni perchè si riformi vita simile alla nostra nel frattempo quasi tutte le prove saranno cancellate dal tempo .
03/01/2013, 14:03
MaxpoweR ha scritto:
o non ne ha avuto il bisogno, magari non nella forma parassitaria con cui noi oggi ci poniamo rispetto alla nostra madre terra
03/01/2013, 14:38
gippo ha scritto:
Trovo piuttosto strano che una civiltà si possa sviluppare tanto celermente
MaxpoweR scrive:
Non ti appare quanto meno strano che la nostra specie sia una eccezione per quel che riguarda le tempistiche evolutive nell'intero panorama delle specie terrestri?
03/01/2013, 14:44
03/01/2013, 14:47
MaxpoweR ha scritto:
Paolo Bolognesi hai mal interpretato la mia risposta
Era una domanda retorica per far notare a Gippo che la stessa razza sapiens si è sviluppata con quella celerità che lui crede impossibilegippo ha scritto:
Trovo piuttosto strano che una civiltà si possa sviluppare tanto celermente
Ed infatti nerl eguito della risposta dico:MaxpoweR scrive:
Non ti appare quanto meno strano che la nostra specie sia una eccezione per quel che riguarda le tempistiche evolutive nell'intero panorama delle specie terrestri?
03/01/2013, 14:50