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MessaggioInviato: 13/12/2012, 09:19 
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Thethirdeye ha scritto:

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rmnd ha scritto:
magistrati delinquenti...

No, i veri delinquenti sono i proprietari dell'ILVA.... che hanno pagato per taroccare i risultati delle analisi, che hanno corrotto politici e pagato i "controllori", che hanno inquinato senza ritegno e avvelenato i cittadini, che non hanno fatto investimenti nell'innovazione tecnologica, che non hanno messo in regola e in sicurezza gli impianti e che, come se non bastasse, ora si permettono pure il lusso di ricattare il governo con la storia dei lavoratori a rischio in tutta Italia.


No sono delinquenti i magistrati che si permettono anche di contestare le decisioni del governo. L'area si può bonificare se l'azienda produce.Se si fa fallire l'azienda impedendole di vendere e lavorare anche "il corpo del reato", l'area del golfo di Taranto resterà così com'è senza nessuna bonifica e con migliaia di persone a casa.
I responsabilil vanno perseguiti, l'area bonificata, e l'azienda rimodernata.
Ma in questo modo resteranno tutti col cerino in mano.



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MessaggioInviato: 13/12/2012, 15:11 
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rmnd ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:

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rmnd ha scritto:
magistrati delinquenti...

No, i veri delinquenti sono i proprietari dell'ILVA.... che hanno pagato per taroccare i risultati delle analisi, che hanno corrotto politici e pagato i "controllori", che hanno inquinato senza ritegno e avvelenato i cittadini, che non hanno fatto investimenti nell'innovazione tecnologica, che non hanno messo in regola e in sicurezza gli impianti e che, come se non bastasse, ora si permettono pure il lusso di ricattare il governo con la storia dei lavoratori a rischio in tutta Italia.


No sono delinquenti i magistrati che si permettono anche di contestare le decisioni del governo. L'area si può bonificare se l'azienda produce.Se si fa fallire l'azienda impedendole di vendere e lavorare anche "il corpo del reato", l'area del golfo di Taranto resterà così com'è senza nessuna bonifica e con migliaia di persone a casa.
I responsabilil vanno perseguiti, l'area bonificata, e l'azienda rimodernata.
Ma in questo modo resteranno tutti col cerino in mano.

Ma tu lo sapevi che Passera faceva affari con i Riva?



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 17/12/2012, 00:49 
Ilva-Taranto: una sfida ai movimenti. Quanto siamo pronti a scardinare un sistema?


di Lucia Varasano



Diffuso senso d’ingiustizia, rivendicazioni, territorio da difendere, salute e popolazione da tutelare. Gli ingredienti affinché possa nascere un movimento nazionale a sostegno della causa dei tarantini, ci sono tutti, eppure, la questione Ilva-Taranto, pur essendo stata portata in altre città ed in altre sedi, grazie alle associazioni ambientaliste ed in prima linea al Comitato cittadini e lavoratori liberi e pensanti, fatica a veder nascere un movimento nazionale. L’esperienza dell’Ilva di Taranto è qualcosa di totalmente nuovo, ma è prematuro parlare di un movimento nazionale? Chi si pone la domanda, sul perché non esista ancora un movimento nazionale (come il NO TAV, No Dal Molin per citarne qualcuno), in grado di portare alle istituzioni sorde la questione civile, forse starà sottovalutando qualche aspetto.


L’IDENTITÀ COLLETTIVA E I VOLTI DEL CONFLITTO. Verosimilmente fino allo strappo con i sindacati è stato difficile inquadrare cosa chiedesse questa fetta di popolo, e si sa quanto l’identità collettiva giochi a favore della nascita di movimenti locali, poi delocalizzati, e quanto essi fungano da catalizzatori del mutamento sociale. Il No Ilva, non è stato fin dall’inizio un secco “no”, ma piuttosto la ricerca di un’alternativa capace di mettere un punto all’eterno conflitto salute-lavoro. Probabilmente il conflitto stesso, presentato in altri termini è adeguarsi all’AIA (Autorizzazione integrata ambientale) rilasciata dal Ministero bonificando e continuando a produrre o alle direttive europee che fissano al 2016 il temine per apportare agli impianti le BAT (Best Available Technologies- le migliori tecnologie a disposizione) e quindi smantellando e ricostruendo? Una domanda a cui il decreto, sostanzialmente non risponde.


CRISI DEL MODELLO POLITICO ITALIANO. Il conflitto presentato dalla città ionica si colloca innanzitutto in un quadro politico e sociale in totale crisi in cui le nuove regole di rappresentanza esigono di essere dettate dal basso, dal terreno della società civile mediante nuovi modelli di governo pubblico-partecipato cui caratteristica fondante è la lotta ai beni comuni, lontano quindi dai giochi della gestione dei controlli, dai palazzi di potere e dai partiti, verso cui si registra una forte disaffezione.


BLOCCARE UN PROGETTO vs ABBATTERE UN INTERO SISTEMA. NO TAV, NO ILVA A CONFRONTO. Osteggiare un progetto di opera pubblica è più facile-perquanto arduo- che combattere un intero sistema industriale – pubblico prima e privato poi – corrotto dalle mani di un singolo e perpetrato con l’appoggio del bollino di Stato. Prendiamo ad esempio la nascita del movimento “NO TAV” che ha trovato in Val di Susa senz’altro un terreno più fertile nel combattere la linea ferroviaria del Corridoio V, rispetto a quanto ne stiano trovando le associazioni che lottano contro il mostro Ilva. La differenza tanto sottile quanto chiara e precisa è che mentre nel progetto non ancora realizzato le intese “malate” possono essere ipotizzabili, nel caso dell’Ilva di Taranto la malattia è conclamata da almeno 50 anni (e basta dare un’occhiata al registro degli indagati nell’inchiesta sul disastro ambientale per farsene un’idea).


Esistono attualmente in Italia, circa 331 strutture e impianti contestati. Il problema delle contestazioni di questo tipo, è che restino agganciate ad un territorio e che lentamente si spengano perché non riescono a restare nell’occhio del ciclone mediatico e a portare la questione locale fuori dai confini circoscritti. Al contrario a Taranto, si prova da parecchio, tra denunce e manifestazioni, a parlare del dramma delle polveri ignorate fuori e dentro la Puglia. Fatto sta che le voci di dissenso sono rimaste per anni inascoltate, quasi impotenti senza che un magistrato cominciasse a far valere la legge.


SUD E MANIFESTAZIONI. C’è anche da sottolineare che le manifestazioni che hanno luogo al sud faticano a trovare spazio finanche sui media nazionali. Ricordo l’imponente blocco della statale 106 nel 2003. in Basilicata si protestava contro il deposito nazionale di scorie nucleari a Scanzano Jonico, ed era l’ultima notizia del telegiornale. La prima manifestazione contro l’Ilva, promossa da ItaliaNostra, fu chiamata “Taranto per una industrializzazione umana”, e parliamo del gennaio 1971. Il nome scelto picchiava già duro contro la colonizzazione del sud, avevano promesso che qui, l’industrializzazione avrebbe migliorato le condizioni di vita, un nuovo boom economico e benessere garantiti. Si erano dimenticati di dire i “sor coloni” che lo avrebbero fatto sulla pelle dei meridionali. E allo stesso modo, oggi possiamo chiederci: quanto si parla del movimento “NO TAP”?


IL PIANO ASTRATTO DELLE RIVENDICAZIONI. TARANTO, ATTEGGIAMENTO NIMBY? La nascita e lo sviluppo di un movimento nazionale d’opinione è possibile, quando le cause della rivendicazione territoriali riescono ad essere portate su un piano astratto, allora sì che diventano suscettibili di consenso per tutto il perimetro nazionale. La lotta dei NO TAV, è suscettibile di consenso per una causa che può essere abbracciata dall’intero territorio nazionale contro le linee ad alta velocità ovunque vengano collocate geograficamente. Così come il movimento d’opinione sorto attorno allo slogan AcquaBeneComune che, con annessa raccolta firme per il referendum, è diventato oggetto di confronto in vista delle campagne elettorali, sfociando nella dialettica dell’opportunità politica.


Esistono però atteggiamenti “Nimby”, letteralmente “Not In My Back Yard”, cioè “Non nel mio cortile”-con cui spesso erroneamente vengono tacciati alcuni movimenti – che restano appunto legati al territorio in cui nascono le rivendicazioni, ma che potremmo ravvisare nell’atteggiamento tenuto dai genovesi salutando la firma del decreto Salva-Ilva con le bollicine. A Genova non vollero l’area a caldo, ma si continua a lavorare proprio grazie all’acciaieria della città ionica, che conferisce manufatti ad altri stabilimenti che rischierebbero la chiusura per effetto domino. A fronte di queste considerazioni ci chiediamo quanto la causa di Taranto può essere condivisa dagli stessi operai del versante ligure? È possibile veder nascere un movimento nazionale “No Ilva”, mentre Cornigliano festeggia la firma del decreto che legalizza ciò che a Genova era ritenuto inaccettabile? La storia del trasferimento dell’area a caldo dall’Ilva di Cornigliano a quella di Taranto, non è poi storia così antidiluviana.


IL MECCANISMO DELLA SOLIDARIETÀ. La petizione online lanciata da Alessandro Marescotti di Peacelink è un buono strumento per ottenere consenso e solidarietà, così come l’appoggio delle varie associazioni ambientaliste e comitati a tutela della salute. Uno dei tasselli mancanti attorno alla questione “Ilva-Taranto”, è una solidarietà radicata e perdurante (dimostrata dal fatto che non è ancora sorto un movimento d’opinione nazionale) piuttosto che temporanea, l’unica capace di offrire un’audace spinta all’azione collettiva, solo così capace di scardinare il vecchio sistema.


Taranto sta avanzando una sfida, la nostra società è pronta a coglierla?






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MessaggioInviato: 21/12/2012, 00:27 
giovedì 20 dicembre 2012



ILVA: licenza statale di uccidere e lucrare!



Politica batte giustizia Giustizia 96 a 4



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Oggi abbiamo capito qual'è il tasso di onestà e senso dello stato nei parlamentari italiani.
Il decreto legge 207 che tutela il diritto della famiglia Riva ad uccidere gli abitanti di Taranto e a fare profitti con la produzione in qualsiasi situazione, è stato convertito in legge dello Stato.
Dopo le leggi ad personam, ecco la prima dichiarata legge ad familiam.
Ora però sappiamo quanti politici nazionali e i rispettivi partiti hanno mangiato e mangiano dall'elemosina che i Riva elargiscono nei loro piattini.
Facciamo un po' di Epidemiologia del malaffare (chiedendo venia dell'ardire patafisico agli epidemiologi veri...)


Alla camera 420 voti a favore, 21 contrari, 49 astenuti. 490 presenti su un totale di 630 deputati
Al senato 217 a favore, 10 contrari, 18 astenuti. 245 presenti su un totale di 315 senatori.


Siamo buoni, ipotizziamo che solo metà degli assenti siano degli astuti astenuti o degli assenteisti parassiti mangiastipendio, mentre gli altri sono motivati da cause di forza maggiore ad essere altrove (anche se stiamo parlando di una legge molto importante, discussa negli stessi giorni di quella sulla stabilità).


Allora, alla Camera abbiamo avuto
630-490=70 assenti
70/2=35 furbetti e parassiti
490+35=525 consapevoli
21 no su 525 consapevoli corrisponde ad una percentuale del 96% di corrotti o complici alla Camera.


Al Senato, invece
315-245=70 assenti (stesso numero della Camera!!)
70/2=35 furbetti e parassiti
245+35=280
10 no su 280 consapevoli corrisponde ad una percentuale del 96% di corrotti o complici al Senato


I dati percentuali sono incredibilmente identici!
Possiamo senza dubbio dirci felici che non è vero quanto si dice che i politici sono tutti corrotti.
Il 4% (forse) è onesto!!!
Ora stiamo meglio!
Possiamo goderci le vacanze prima di imbracciare i forconi!!!




Per chi ha ancora voglia di leggere clicchi qui per il resoconto della seduta al Senato







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MessaggioInviato: 05/01/2013, 21:26 
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ArTisAll ha scritto:

Oggi abbiamo capito qual'è il tasso di onestà e senso dello stato nei parlamentari italiani.
Il decreto legge 207 che tutela il diritto della famiglia Riva ad uccidere gli abitanti di Taranto e a fare profitti con la produzione in qualsiasi situazione, è stato convertito in legge dello Stato.
Dopo le leggi ad personam, ecco la prima dichiarata legge ad familiam.
Ora però sappiamo quanti politici nazionali e i rispettivi partiti hanno mangiato e mangiano dall'elemosina che i Riva elargiscono nei loro piattini.
Facciamo un po' di Epidemiologia del malaffare (chiedendo venia dell'ardire patafisico agli epidemiologi veri...)



Evidentemente i Riva devono aver parlato con Passera per farsi consigliare...
Della serie.... "no vendita acciaio? Niente stipendi per i lavoratori".

E' così mentre da una parte fanno leva sulle decisioni dei Giudici,
dall'altra usano i lavoratori e il problema sociale come spauracchio.

ILVA: A RISCHIO GLI STIPENDI DEI LAVORATORI



Domanda: dicono che i Riva non hanno i soldi per pagare gli stipendi.
Ma come... non dovevano fare ingenti investimenti per risanare la fabbrica
e bonificare l'area? [:p] Davvero incredibile la faccia da culo di questa gente...



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MessaggioInviato: 06/01/2013, 00:50 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Domanda: dicono che i Riva non hanno i soldi per pagare gli stipendi.
Ma come... non dovevano fare ingenti investimenti per risanare la fabbrica
e bonificare l'area
? Immagine Davvero incredibile la faccia da culo di questa gente...



Domanda opportuna la tua. [:)] [;)]


Eh già....... “Dovevano ”!
Chiacchere, solo chiacchere.








Cita:
ArTisAll ha scritto:


Oggi abbiamo capito qual'è il tasso di onestà e senso dello stato nei parlamentari italiani.
Il decreto legge 207 che tutela il diritto della famiglia Riva ad uccidere gli abitanti di Taranto e a fare profitti con la produzione in qualsiasi situazione, è stato convertito in legge dello Stato.





Ma tra i politici itaGliani c'è un numero valido di individui chè possono reputarsi veramente onesti e che hanno a cuore anche la salute dei cittadini che vivono in questo paese e che tra poco saranno invitati a votare?


Allora, ci sono onesti tra di voi? cliccare il pulsante:

<EMBED WIDTH="352" HEIGHT="228" SRC="http://www.swfcabin.com/swf-files/1357421612.swf" HIDDEN="false" AUTOSTART="true" LOOP="true" volume="100"></EMBED>










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Ultima modifica di zakmck il 24/01/2013, 01:33, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 09/01/2013, 00:15 
Dietro all’affaire Ilva spuntano Bersani, Vendola e la Fiom. Ma fanno finta di nulla





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“Caro Pierluigi, mi rivolgo a lei per un episodio di cui è stato protagonista il senatore Roberto Della Seta (PD)”. Comincia così una lettera inviata nel 2006 a Bersani da Emilio Riva patron dell’Ilva su suggerimento di Gerolamo Archinà, direttore dei rapporti istituzionali dell’Ilva, per segnalargli che il suo senatore intendeva assumere una iniziativa contro il decreto salva-Ilva che il governo Berlusconi stava per varare.


Un intervento richiesto dal Riva “facendo leva sulla reciproca conoscenza” con Bersani, al quale in quello stesso anno elargì un sostanzioso contributo di 98.000 €, ufficialmente per finanziare la sua campagna elettorale. Quindi Bersani conosceva e bene la situazione dell’Ilva e delle sue difficoltà per le continue richieste di interventi per il controllo delle emissioni e della bonifica ambientale richiesti per ricevere le dovute autorizzazioni, ma il segretario PD fece finta di niente e non segnalò il problema dell’inquinamento ambientale.


E mentre i Riva facevano ricorso a Bersani, un altro senatore del PD Ludovico Vico veniva intercettato al telefono con un dirigente dell’Ilva al quale disse, tra l’altro: “a quello lì, a Della Seta, gli dobbiamo fare uscire il sangue…”. Il Pd sapeva della grave minaccia costituita dall’Ilva ma era interessatamente silente e colpevolmente connivente. Salvo poi abbandonarsi, una volta scoperti, alla sceneggiata cui tutti assistiamo.



Sempre alle prese con il problema dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) Archinà si rivolse pure a Vendola, per lamentarsi dell’atteggiamento di Giorgio Assennato, presidente dell’Arpa di Puglia (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione dell’Ambiente), che non sembrava propenso a concedere un parere positivo alla continuazione delle produzioni dell’Ilva senza sostanziosi accorgimenti correttivi degli stablimenti di Taranto.


Archinà insiste e richiama Vendola il quale lo rassicura: “Tranquillo, non mi sono dimenticato di voi”. Invece di difendere il suo stretto collaboratore, Vendola si abbandona allo sperticato elogio telefonico dei Riva: “L’Ilva è una realtà produttiva cui non possiamo rinunciare; e quindi, fermo restando tutto il resto, dobbiamo vederci, dobbiamo dare garanzie. Volevo dirglielo, perchè (Assennato, ndr) poteva chiamare per dire che il presidente della Puglia non si è defilato”.


Che Vendola abbia severamente redarguito il suo collaboratore presidente dell’Arpa è lo stesso Assennato a confermarlo. In una conversazione intercettata il 23 giugno 2010 tra lui e Archinà, Assennato si incavola di brutto col dirigente dell’Ilva: “Girolamo, sono molto incazzato! La dovete smettere di comportarvi così, di andare dal presidente (Vendola, ndr) a dire che siete vittime di una persecuzione dell’Arpa. Vendola questa mattina ha convocato Massimo Blonda (direttore scientifico dell’Arpa, ndr) e gli ha rimproverato di essere persone senza palle!”.


Una vera squisitezza detta dal governatore “diverso”, ma per i magistrati che indagano costituisce la prova regina dell’avvenuto intervento di Vendola a tutela degli interessi dei Riva e dell’Ilva. l In merito, appare significativo il silenzio di Vendola durante la vicenda Ilva ed il suo defilarsi dalla stessa. Più tardi, in un’altra telefonata, Vendola disse ad Archinà: “I vostri principali alleati, in questo momento, ve lo voglio dire, sono quelli della Fiom. Per poi aggiungere quasi scusandosi: “Le ho fatte veramente le battaglie…le difese sulla vita e sulla salute”…



Per Archinà ormai l’ambito della regione Puglia sta stretto a Vendola che mira ai massimi livelli del potere nazionale e commenta: “Lui ormai aspira in alto, penso, anzi sono sicuro che ci riuscirà. Per cui ci stanno bene i suoi discorsi”. Sì, i Riva si sentivano sicuri perché il governatore gli aveva garantito la copertura della Fiom. Più tranquillo di così!


Ora la parola spetta alla magistratura che ha portato l’inchiesta Ilva-Bersani-Vendola ad un punto molto avanzato. Chissà che cosa si è rotto nel meccanismo di connivenze e di intreccio affari-politica-interessi personali da far precipitare la situazione con i protagonisti ognuno contro l’altro ed in fuga alla si salvi chi può.

Erano tutti d’accordo, poi all’improvviso hanno scatenato il finimondo sulla pelle di 50.000 famiglie che rischiano il lastrico e il sistema produttivo nazionale che rischia un tracollo. Ma in ogni caso, riteniamo che stavolta a Vendola non basterà la giudice amichetta di merende della sorella per salvarlo.

E ne vedremo delle belle!






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è utile ricordare che...

TUTTI sapevano TUTTO! [:49]



E a tutti non ha importato mai un c***o della salute dei tarantini e del disastro ambientale causato dall'ILVA. [:89]







Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Davvero incredibile la faccia da culo di questa gente...



Anche peggio.














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MessaggioInviato: 19/01/2013, 02:18 
18 GEN 2013




Grillo: "Voglio Stato con le palle"

Via i sindacati, sono il passato




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(AGI) - Brindisi, 18 gen. - "Voglio uno Stato con le palle, eliminiamo i sindacati che sono una struttura vecchia come i partiti". Lo ha detto Beppe Grillo in un comizio a Brindisi.


Soffermandosi poi sull'intervento occidentale in Mali, Grillo parla di "missioni di pace in guerra" e accusa come il vero scopo della guerra non sia la presenza di musulmani ma "la presenza di oro, uranio, manganese".


Grillo non tralascia le questioni di attualita' piu' locali come il caso Ilva proponendo di prendere i soldi ai Riva per pagare i danni alla salute e all'ambiente, e di introdurre i dazi sulla produzione cinese.


"Noi vogliamo la democrazia - ha aggiunto - non abbiamo idee ne' di destra ne' di sinistra ma idee e basta. Adesso andate in giro per tutta la Puglia e spargete il verbo".







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22 gennaio, 19:32





Ilva, Fabio Riva in liberta' vigilata a Londra





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ROMA - La Gran Bretagna ha confermato alle autorità italiane di aver bloccato a Londra il vice presidente di Riva Group ma Fabio Riva non sarà in Italia prima di un mese. Già domani infatti, secondo quanto si apprende, dovrebbe essere fissata l'udienza iniziale per l'estradizione il cui iter è presumibile possa durare tra i 40 e i 60 giorni.



Riva era ricercato dalla giustizia italiana dal 26 novembre 2012 ed è destinatario due mesi di un'ordinanza di custodia cautelare del gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale a carico dei vertici dell'Ilva di Taranto. Il 10 dicembre scorso il gip Todisco emise nei suoi confronti un mandato di arresto europeo. A Fabio Riva (figlio di Emilio Riva, che a sua volta, nell'ambito dell'inchiesta tarantina su Ilva, è ai domiciliari dal 26 luglio 2012) si contestano i reati di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, emissione di sostanze nocive e avvelenamento da diossina di sostanze alimentari. Pochi giorni dopo l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare, il 6 dicembre 2012, i legali di Fabio Riva consegnarono alla Procura di Taranto una lettera inviata loro dal loro assistito e datata 27 novembre. Nella lettera il vice presidente di Riva Fire scriveva che aveva saputo del provvedimento cautelare mentre si trovava in Inghilterra e che aveva deciso, su indicazioni di uno studio legale di Londra, di mettersi a disposizione delle autorità inglesi.



Fabio Riva è in libertà vigilata dopo aver pagato una cauzione, come previsto dalla legge inglese. Lo rendono noto fonti vicine alla famiglia Riva sottolineando che è stato lui stesso, questa mattina, a presentarsi a Scotland Yard, come concordato con le autorità inglesi nelle scorse settimane. Le stesse fonti sostengono dunque che Riva non è stato arrestato ma è stato lui stesso a consegnarsi spontaneamente nel giorno stabilito con le autorità inglesi.



Si terrà tra un mese e mezzo, a Londra, l'udienza sulla richiesta di arresto europeo e di estradizione in Italia di Fabio Riva. Lo hanno reso noto fonti legali precisando che Riva, oggi, si è presentato a Scotland Yard e che un giudice ha concesso la libertà vigilata.



I legali di Fabio Riva hanno chiesto al giudice di Londra che "in attesa sulla eseguibilità del mandato" di arresto europeo, l'indagato "possa rimanere in libertà vigilata a Londra e che non venga concessa l'estradizione". E' detto in una nota diffusa della società che cura la comunicazione per Ilva. "Il giudice - si aggiunge - ha accolto le richieste e ha stabilito che nelle prossime settimane sarà fissato un calendario per lo svolgimento del giudizio".



Stamani, intanto, il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha accolto la richiesta della Procura sollevando questione di legittimità costituzionale della legge 231 'Salva Ilva' e inviando gli atti alla Consulta. Anche il Tribunale di Taranto, in funzione di giudice dell'appello, la scorsa settimana aveva sollevato dubbi di costituzionalità della legge 231 rimettendo gli atti alla Consulta e sospendendo il giudizio in attesa della decisione della Corte costituzionale.



Se la magistratura deciderà di dissequestrare i prodotti finiti e semilavorati giacenti sulle banchine del porto, i soldi incassati dalla vendita della merce saranno destinati ad adempiere alle prescrizioni dell'Autorizzazione integrata ambientale, a pagare gli stipendi e "a quant'altro necessario per la sopravvivenza dell'azienda", e tutto questo potrebbe essere controllato dal Garante dell'Aia. Così l'Ilva ha ribadito che l'unica svolta positiva potrebbe arrivare solo se i giudici faranno qualche passo indietro. Il messaggio ha come primo destinatario il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco, chiamato a decidere sull'istanza di dissequestro dei prodotti avanzata dall'azienda. Una posizione, quella dell'azienda, che non rappresenta una novità, così come non c'é stata svolta dall'incontro che il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, ha avuto con i vertici sindacali di categoria di Fim, Fiom e Uilm.



Ferrante ha continuato a definire "drammatica" la situazione, ha ribadito che l'azienda farà "tutti i tentativi possibili" per pagare gli stipendi di febbraio (poco più di 70 milioni di euro per tutti gli stabilimenti Ilva in Italia) e che "l'azienda è sana, robusta e ha sempre risposto ai suoi impegni". Ma nello stesso tempo ha insistito sulla necessità che venga sbloccata la merce sequestrata, circostanza ritenuta vitale per il futuro dell'Ilva, perché "non si può con un tratto di penna chiudere un'azienda o mandare a casa i lavoratori".



"La premessa fondamentale da cui si deve partire - ha detto - è l'affermazione forte da parte di tutti del rispetto della legge". I sindacati non la vedono allo stesso modo. Per il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, l'azienda "ha ribadito l'impegno a reperire le risorse finanziarie per garantire il pagamento regolare degli stipendi di gennaio, ma non ha nascosto le difficoltà di poter continuare a produrre". L'unica soluzione è "applicare la legge 231" sostiene il segretario generale della Fim Cisl, Giuseppe Farina, il quale però aggiunge che "il blocco delle merci è un intralcio alla sua applicazione".



Più duro con l'azienda il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, per il quale "c'é un problema di credibilità dell'operazione: ci vogliono quattro miliardi di euro di investimenti e per ora la famiglia non li ha tirati fuori". Per Landini, "tempo da perdere non ce n'é più", piuttosto "c'é il rischio che tra qualche giorno riesploda la situazione", ed ha manifestato dubbi sulla solidità economica dell'azienda. Ma gli occhi restano puntati sul Palazzo di giustizia di Taranto.



GIP, LEGGE 231 VIOLA 17 ARTICOLI COSTITUZIONE - Gli articoli 1 e 3 della legge 231/2012 'Salva Ilva' violano 17 articoli della Costituzione. Lo scrive il gip Patrizia Todisco nell'ordinanza con la quale ha sollevato questione di legittimità costituzionale della legge.



Gli articoli 1 e 3 della legge 231 consentono all'Ilva la continuazione dell'attività produttiva e la commercializzazione dei prodotti finiti e semilavorati, compresi quelli realizzati prima del loro sequestro. Per il gip questi due articoli violano "gli articoli 2, 3, 9 comma 2°, 24 comma 1°, 25 comma 1°, 27 comma 1°, 32, 41 comma 2°, 101, 102, 103, 104, 107, 111, 112, 113 e 117 della Costituzione". Nella loro richiesta i pubblici ministeri avevano affacciato la violazione di 11 articoli della Carta Costituzionale. La questione di legittimità costituzionale può però essere sollevata d'ufficio anche dal gip.



La legge 231 'Salva Ilva', con gli articoli 1 e 3, si pone "in stridente contrasto con il principio costituzionale della separazione tra i poteri dello Stato". Lo scrive il gip di Taranto Patrizia Todisco sollevando questione di legittimità costituzionale sulla legge.



Le norme in questione, prosegue il gip, violano "la riserva di funzione giurisdizionale attribuita alla magistratura quale ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere". Le stesse norme "confliggono, altresì, con il dovere dell'ordinamento di reprimere e prevenire i reati attraverso l'azione autonoma ed indipendente della magistratura, pubblici ministeri e giudici".







fonte:

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 16977.html











23 gennaio, 19:39





Ilva, azienda: possibile cassa integrazione per 6.000-8.000 dipendenti

L'annuncio dell'azienda, "se la situazione non si sblocca in pochi giorni"







Si e' tenuto nella prefettura di Taranto l'incontro nel corso del quale il ministro dell'ambiente, Corrado Clini, ha presentato ai rappresentanti delle istituzioni locali il garante per l'attuazione dell'Aia rilasciata all'Ilva, Vitaliano Esposito, e il commissario straordinario per il risanamento ambientale, Alfio Pini. Alla riunione anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.



"Il programma di risanamento dello stabilimento è il più importante in Europa, richiede risorse cospicue e si colloca in una situazione di mercato complessa. Se qualcuno pensa che il risanamento possa avvenire fermando gli impianti, non ha capito dove siamo" spiega Clini. "La Corte Costituzionale si esprimerà nel merito. Nei fatti c'é una legge approvata dalla stragrande maggioranza del Parlamento con parere contrario solo di alcuni parlamentari. Non abbiamo un piano B se la Consulta dovesse dire che la legge 231 è incostituzionale. Questa non è una officina meccanica" risponde a un giornalista che chiedeva se il governo abbia un piano alternativo se la Consulta dovesse dichiarare incostituzionale la legge 'Salva- Ilva'.



PM: PARERE CONTRARIO A DISSEQUESTRO PRODOTTI - La procura di Taranto ha espresso parere negativo all'istanza di dissequestro 'vincolato' dei prodotti finiti e semilavorati presentata ieri dai legali dell' Ilva. Nell'istanza la vendita dei prodotti era finalizzata al pagamento degli stipendi. Istanza e parere sono stati inviati al gip per la decisione. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Esprimendo parere negativo sull'istanza di dissequestro dei prodotti,la procura ha chiesto al gip di sollevare una nuova questione di legittimità costituzionale della legge 'Salva-Ilva'.Per i pm, l'istanza non ha elementi di novità ed è proposta in una fase di sospensione del procedimento essendo gli atti alla Consulta.



PG LECCE, NOI LA LEGGE LA STIAMO APPLICANDO "Noi abbiamo il dovere di applicare la legge e mi pare che la stiamo applicando". Lo ha detto il procuratore generale presso la Corte di appello di Lecce, Giuseppe Vignola, a conclusione dell'incontro avuto in Prefettura con il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, insieme col procuratore di Taranto, Franco Sebastio. "Di dissequestro non se ne parla. Stiamo studiando la nuova istanza dell'azienda". Lo ha detto il pg di Lecce, Giuseppe Vignola, dopo aver incontrato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. Vignola si riferiva all'istanza di ieri dell'Ilva di vendita dei prodotti sequestrati per pagare stipendi e interventi di risanamento.



"L'obiettivo di recuperare il territorio di Taranto, valorizzare le risorse naturali, promuovere nuove attività produttive a basse emissioni, trasformare gli impianti industriali esistenti per renderli compatibili con l'ambiente è alla nostra portata". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, poco prima della riunione nello stabilimento Ilva di Taranto con i vertici dell'azienda, il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, il Garante dell'attuazione dell'Aia e il commissario per il risanamento ambientale di Taranto, Vitaliano Esposito e Alfio Pini. "E Taranto - ha aggiunto Clini - può essere l'esempio più importante in Europa dopo quello della Ruhr di riqualificazione di un grande territorio industriale". "Sono a Taranto - ha proseguito il ministro - per confermare la responsabilità delle istituzioni nei loro diversi ruoli e per assicurare il rispetto delle direttive europee e delle leggi nazionali che sono la garanzia per salute, per l'ambiente e per il lavoro".
"Il percorso avviato nel luglio scorso con il protocollo d'intesa per Taranto, e rafforzato nell'ottobre scorso con l'Aia, - ha detto ancora Clini - ha già dato i primi risultati importanti in termini di miglioramento della qualità del'ambiente".




fonte







Cita:


"Il percorso avviato nel luglio scorso con il protocollo d'intesa per Taranto, e rafforzato nell'ottobre scorso con l'Aia, - ha detto ancora Clini - ha già dato i primi risultati importanti in termini di miglioramento della qualità del'ambiente".




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Cita:
ArTisAll ha scritto:

18 GEN 2013




Grillo: "Voglio Stato con le palle"

Via i sindacati, sono il passato




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(AGI) - Brindisi, 18 gen. - "Voglio uno Stato con le palle, eliminiamo i sindacati che sono una struttura vecchia come i partiti". Lo ha detto Beppe Grillo in un comizio a Brindisi.


Soffermandosi poi sull'intervento occidentale in Mali, Grillo parla di "missioni di pace in guerra" e accusa come il vero scopo della guerra non sia la presenza di musulmani ma "la presenza di oro, uranio, manganese".


Grillo non tralascia le questioni di attualita' piu' locali come il caso Ilva proponendo di prendere i soldi ai Riva per pagare i danni alla salute e all'ambiente, e di introdurre i dazi sulla produzione cinese.


"Noi vogliamo la democrazia - ha aggiunto - non abbiamo idee ne' di destra ne' di sinistra ma idee e basta. Adesso andate in giro per tutta la Puglia e spargete il verbo".







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grillo vuole abolire i sindacati
e chi difende/rappresenta i lavoratori ?
lui?

su altro posso essere d'accordo.
ma questo è assurdo..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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mercoledì 6 febbraio 2013





Mannaggia al vento... ILVA BASTA PRENDERCI PER IL ...!!!





Vi ricordate Pierino e le barzellette del bimbo discolo che fa danni e scarica sempre le colpe con le scuse più improbabili?
Se i Riva e l'Ilva rappresentano gli industriali italiani e l'industria tipo, allora non c'è dubbio che tra qualche anno saremo (se siamo fortunati) la XXIII provincia della Cina. La più s****ta! Vero Clini e Passera?









Mare inquinato, l’Ilva di Taranto dà la colpa al vento



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Ancora inquinamento a Taranto. Questa volta riguarda il mare. Una chiazza nerastra ha sporcato il mare nella zona portuale interessata allo scarico delle materie prime che alimentano il ciclo siderurgico dell’Ilva.
L’azienda ha dichiarato che il materiale è caduto in mare perché c’era vento.

Ma è una buona comunicazione giustificare quanto è accaduto addossando la colpa al vento?



Ilva, in tal modo, ha ammesso di non aver applicato le prescrizioni dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che prevedono lo scarico dei materiali con tecniche che evitino la dispersione delle polveri nell’ambiente e in mare.
Constatiamo inoltre che rimangono scoperti i nastri trasportatori che trasferiscono le materie prime dal porto alla fabbrica (nei “parchi minerali”). Quei nastri trasportatori dovevano essere coperti il 26 gennaio 2013 in quanto l’AIA dava 3 mesi di tempo a partire dal 26 agosto 2012.
Ma questa dei ritardi è una storia vecchia.
Vendola aveva più volte declamato – come presidente della Regione Puglia – di aver inserito tale copertura nell’atto di intesa del 2006, senza tuttavia far controllare che il tutto fosse effettivamente realizzato.
Ma a rassicurare Vendola c’erano dei bei volumi patinati dell’azienda. In uno di questi, stampato nel 2010, l’Ilva diceva di aver realizzato nel 2009 la copertura dei nastri trasportatori, lo si legge a pag. 5.



A Vendola tanto bastava.
Controllare che ciò fosse avvenuto era impresa ardua, occorreva arrampicarsi molto in alto.
Oggi scopriamo che tale copertura non è avvenuta in modo integrale e che è una parte “sofferente” dell’AIA. Come pure non è avvenuto il cambio radicale di scarico della nave che superi il rudimentale sistema della benna, che disperde le polveri al vento.
La questione di cui parliamo non è tanto tecnica: è una questione di credibilità delle istituzioni.


I cittadini non possono andare a controllare, ma le istituzioni che firmano intese sì: devono farlo.
E’ la questione su cui il gip Todisco si impunta, e ha ragione.


Occorreva in particolare un sistema sigillato che senza benne portasse su un nastro direttamente dalle stive delle navi ai parchi minerali le materie prime, completamente coperto e senza dispersione alcuna di polveri, come accade in altri porti evoluti.



Nell’AIA del 2011 era previsto di intervenire, dato che nel 2009 la magistratura aveva posto sotto sequestro quell’area di scarico (con facoltà d’uso). Va ricordato che il 7 aprile 2011 era stato siglato un accordo fra il sindaco di Taranto Stefàno, il contrammiraglio Giuffrè (Autorità Portuale), il capitano di vascello Zumbo (Capitaneria di Porto) e Archinà (Ilva) allo scopo di adottare “idonei sistemi e procedure atte ad evitare ovvero contenere la caduta in mare di materiale minerale e fossile”.
Che ne è stato di quell’accordo?
Non lo sappiamo.



Prevedeva una spesa di 600 mila euro.
Andrebbe chiesto in primo luogo al Sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, che ha firmato quell’accordo con Girolamo Archinà, portavoce dell’Ilva attualmente in carcere.
Ancora una volta siamo di fronte a un pezzo di carta con un impegno di cui non si conoscono gli effetti. Mentre in mare anche oggi si è inquinato: per colpa del vento. (Marescotti - Ilfattoquotidiano)





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Ultima modifica di ArTisAll il 09/02/2013, 00:35, modificato 1 volta in totale.


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Qualcuno mi sa spiegare la differenza tra questi personaggi e i mafiosi ?



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ArTisAll ha scritto:

mercoledì 6 febbraio 2013





Mannaggia al vento... ILVA BASTA PRENDERCI PER IL ...!!!





Vi ricordate Pierino e le barzellette del bimbo discolo che fa danni e scarica sempre le colpe con le scuse più improbabili?
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Ancora inquinamento a Taranto. Questa volta riguarda il mare. Una chiazza nerastra ha sporcato il mare nella zona portuale interessata allo scarico delle materie prime che alimentano il ciclo siderurgico dell’Ilva.
L’azienda ha dichiarato che il materiale è caduto in mare perché c’era vento.

Ma è una buona comunicazione giustificare quanto è accaduto addossando la colpa al vento?




Nell’AIA del 2011 era previsto di intervenire, dato che nel 2009 la magistratura aveva posto sotto sequestro quell’area di scarico (con facoltà d’uso). Va ricordato che il 7 aprile 2011 era stato siglato un accordo fra il sindaco di Taranto Stefàno, il contrammiraglio Giuffrè (Autorità Portuale), il capitano di vascello Zumbo (Capitaneria di Porto) e Archinà (Ilva) allo scopo di adottare “idonei sistemi e procedure atte ad evitare ovvero contenere la caduta in mare di materiale minerale e fossile”.
Che ne è stato di quell’accordo?
Non lo sappiamo.



Prevedeva una spesa di 600 mila euro.
Andrebbe chiesto in primo luogo al Sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, che ha firmato quell’accordo con Girolamo Archinà, portavoce dell’Ilva attualmente in carcere.
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gesù..
siamo alle piaghe bibliche..
il vento, le cavallette..
e chissà cos'altro..

intanto per altri 2 anni i riva
hanno guadagnato tempo..
e nel frattempo tifano berlsuca..
che poi c pensa lui..



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http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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greenwarrior ha scritto:


Qualcuno mi sa spiegare la differenza tra questi personaggi e i mafiosi ?



Bella domanda. [;)]


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Cita:
mik.300 ha scritto:


gesù..
siamo alle piaghe bibliche..
il vento, le cavallette..
e chissà cos'altro..



Della serie.... cliccare il pulsante:


<EMBED WIDTH="266" HEIGHT="188" SRC="http://www.swfcabin.com/swf-files/1360530790.swf" HIDDEN="false" AUTOSTART="true" LOOP="true" volume="100"></EMBED>


Immagine L'ILVA (con tutta la crew) non ha colpa...... la natura e gli agenti atmosferici si. Immagine



Cita:
mik.300 ha scritto:


intanto per altri 2 anni i riva
hanno guadagnato tempo..
e nel frattempo tifano berlsuca..
che poi c pensa lui..



Eh si, non possono che “giocare“ sporco.


Ma il gip Todisco non mollerà.








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ArTisAll ha scritto:

Cita:
greenwarrior ha scritto:


Qualcuno mi sa spiegare la differenza tra questi personaggi e i mafiosi ?



Bella domanda. [;)]


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Cita:
mik.300 ha scritto:


gesù..
siamo alle piaghe bibliche..
il vento, le cavallette..
e chissà cos'altro..



Della serie.... cliccare il pulsante:


<EMBED WIDTH="266" HEIGHT="188" SRC="http://www.swfcabin.com/swf-files/1360530790.swf" HIDDEN="false" AUTOSTART="true" LOOP="true" volume="100"></EMBED>


Immagine L'ILVA (con tutta la crew) non ha colpa...... la natura e gli agenti atmosferici si. Immagine



Cita:
mik.300 ha scritto:


intanto per altri 2 anni i riva
hanno guadagnato tempo..
e nel frattempo tifano berlsuca..
che poi c pensa lui..



Eh si, non possono che “giocare“ sporco.


Ma il gip Todisco non mollerà.








Immagine


belushi..
proprio a lui pensavo..

ma chi controlla
l'esecuzione?

c sarà qualcuno,
qualche organismo,
no?

o i controlli sono posticipati
a 2 anni ?



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