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 Oggetto del messaggio: Gente dei paesi emergenti consolata da Nutella
MessaggioInviato: 02/03/2013, 19:40 
Va bè che molti occidentali (tra cui molti si vantano via facebook) si consolino per via delLa Nutella, ma adesso è veramente troppo:
anche nei paesi emergenti hanno aperto la consolazione per via alimentare, nel caso si tratta sempre della Nutella
-------------------
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa- ... d=AbLPgtZH

Corsa tra giganti per mettere il cappello sulle piazze migliori. Prima che sia troppo tardi.

Ferrero ha 18 stabilimenti nel mondo e ha in corso la costruzione di altri due, uno in Turchia, un paese che cresce al ritmo del 5% l'anno, e un altro in Messico, praticamente sull'uscio del mercato americano, dove Tic tac, Rocher e Nutella sono prodotti conosciuti.

La mappa dei nuovi stabilimenti insegue la crescita dei mercati emergenti: Russia, India, Brasile, Sud Africa. Una corsa contro il tempo, i nuovi consumatori non aspettano. Anche se il colosso dolciario realizza già i tre quarti del fatturato all'estero.

E infatti lo stesso Ceo Giovanni Ferrero, l'anno scorso, in occasione dell'inaugurazione dello stabilimento indiano di Baramati sottolineò che, nei successivi cinque anni, il 70% della crescita del mercato dolciario sarebbe stato trainato da Asia, America Latina, Est europeo e Russia. Questa priorità spiega anche gli 800 milioni in due anni stanziati dalla multinazionale di Alba per rafforzare gli stabilimenti, compresi i 233 milioni di euro per la costruzione di nuovi stabilimenti nei mercati emergenti, come in Turchia e Messico. Dove non è più sufficiente controllare soltanto la distribuzione.

Presente da 20 anni in Messico, Ferrero investirà 190 milioni di dollari per la costruzione della prima fabbrica a San Jose Iturbide, Guanajuato, nella parte centrale del Messico (e la quinta in Sud America). L'impianto darà lavoro a 500 dipendenti, che si aggiungeranno ai 600 già impiegati nella parte commerciale. Il nuovo polo dolciario produrrá Kinder Sorpresa, Kinder Delice, Kinder Cioccolato e Nutella, per il mercato interno e per l'area Nafta. Più precisamente, verranno installate quattro linee produttive, i cui prodotti saranno destinati per un 40% ai mercati Usa e canadesi mentre il restante 60% servirà il mercato messicano e centroamericano.

In Turchia l'investimento iniziale sarà di 90 milioni di euro, sorgerà nella zona industriale di Manisa, nell'Ovest della Turchia, e verranno realizzati alcuni fra i prodotti più noti del gruppo di Alba, inclusa la Nutella. La produzione vera e propria dovrebbe iniziare entro l'anno.



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MessaggioInviato: 02/03/2013, 19:51 
Beh se ha consolato noi, consolerà sicuramente anche loro...



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Però consolarsi con la Nutella non risolve i problemi, ma aumenta l'introito della ditta per problemi risolti appunto in questo modo, è diventata anche una faccenda "culturale"... poi ci si lamenta che nell'occidente si ingrassa o aumentano i diabetici... cioè finchè la soluzione Nutella è temporanea potrebbe anche andare bene, ma quando diventa faccenda da cultura alimentare poi il seguito non è che sia positivo...
nel terzo mondo e anche nei paesi emergenti non sanno dei meccanismi
utilizzati da ditte multinazionali per fare soldi...


Ultima modifica di Zelman il 02/03/2013, 20:00, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 02/03/2013, 20:15 
Alla Nutella rispondo con polenta e Baccalà [:p]

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=smimvtpnvpE[/BBvideo]


Ultima modifica di Wolframio il 02/03/2013, 20:17, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 02/03/2013, 20:23 
non vedo cosa ci sia di male, che devono fare fermarsi e non costruire più stabilimenti?



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MessaggioInviato: 02/03/2013, 20:42 
Cita:
Zelman ha scritto:

Però consolarsi con la Nutella non risolve i problemi, ma aumenta l'introito della ditta per problemi risolti appunto in questo modo, è diventata anche una faccenda "culturale"... poi ci si lamenta che nell'occidente si ingrassa o aumentano i diabetici... cioè finchè la soluzione Nutella è temporanea potrebbe anche andare bene, ma quando diventa faccenda da cultura alimentare poi il seguito non è che sia positivo...
nel terzo mondo e anche nei paesi emergenti non sanno dei meccanismi
utilizzati da ditte multinazionali per fare soldi...


La mia risposta era in linea con il titolo del post [:)]. Si sa, è un prodotto che ha un gran successo. Credo che ciascuno di noi da piccolo abbia mangiato almeno una fetta di pane e nutella. Oggi forse da noi c'è più consapevolezza, si sa che è piena di grassi (e per questo è così invitante). Io in 15 anni di matrimonio ne avrò comprato si e no 3-4 barattoli, tanto per dire però sono sicura che nei paesi emergenti avrà un grosso successo come l'ha avuto da noi.



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MessaggioInviato: 02/03/2013, 23:06 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

non vedo cosa ci sia di male, che devono fare fermarsi e non costruire più stabilimenti?

per loro è un affare fare entrare i per ora inconsapevoli del terzo mondo e paesi emergenti in questa "cultura" alimentare
quindi se parli di economia, i soldi girano, la ditta cresce, per loro non è male, ovviamente
ma io penso che è un condizionamento facile
per esempio chi vuole fumare gli si vende la sigaretta perchè non ne può fare a meno


Ultima modifica di Zelman il 02/03/2013, 23:08, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/03/2013, 00:02 
Cita:
Wolframio ha scritto:

Alla Nutella rispondo con polenta e Baccalà [:p]

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MessaggioInviato: 03/03/2013, 04:34 
non vedo cosa ci sia di sbagliato nella cultura alimentare che prevede il consumo di Nutella... A me piace di certo non la uso come "consolazione", se qualcuno lo fa non è certo colpa di chi la produce. E se anche quelle persone possono provare un attimo di piacere gustando un prodotto fatto bene che c'è di male? Poi è ovvio che non si tratti di istituti benefici che fanno ciò che fanno per carità cristiana ma non vendono mica droga o armi -.-



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MessaggioInviato: 03/03/2013, 08:48 
il consumo occasionale certo non è male,
in quei paesi alla fine si potranno anche limitare ma io ci vedo un interessamento psicologico nel consumo di "nutellla" in paesi dove prima non c'era una propagazione culturale-alimentare di questo tipo
spero che non sia una soluzione voglio dire a livello sociologico (ma a voi sfuggono le involuzioni alimentari che ci sono qui e malattie alimentari di cui ci si lamenta come da frequenti articoli web

ci si preoccupa di manipolazioni e seduzioni mentali, ma l'alimentazione alterata e connesse abitudini è una parte per cambiare gli interessamenti delle persone
quanto chi lo può dire? certo l'azienda si deve espandere
se utilizzano olio di palma inoltre: innumerevoli e poveri animali uccisi...


Ultima modifica di Zelman il 03/03/2013, 08:52, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/03/2013, 10:24 
Secondo me, se vogliamo fare un discorso serio (e mi pare che il taglio dato da Zelman sia serio), il discorso alimentare ha sempre delle implicazioni culturali molto profonde (ora parlo da esperta della faccenda: master in comunicazione multimediale dell'enogastronomia [:I]). Con il cibo passa sempre anche una serie di messaggi legati al cibo. Laddove c'è una tradizione culturale legata al cibo molto forte, il problema è limitato. Ad esempio Napoli è l'unico posto in cui i Mc Donald's, dopo un primo entusiasmo, falliscono. Ci sono stati anche altri motivi ma pizza e slow food battono hot dog 100 a 0.
I prodotti tipo coca cola, liquori, portano con loro, anche grazie al messaggio pubblicitario, tutta una serie di messaggi che riguardano lo stile di vita. L'associazione psicologica tra cibo e messaggio pubbilcitario è psicologica e molto più profonda e condizionante di quanto si possa pensare. Cambiare alimentazione, significa cambiare una parte importante della propria cultura.
Se questa cosa viene vissuta consapevolmente, come scambio, come esplorazione, bene. Altrimenti, è una forma come un'altra di colonizzazione.



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MessaggioInviato: 03/03/2013, 12:04 
Grazie Hannah per aver richiamato da tue competenze, master in comunicazione multimediale ell'enogastronomia (!), interessante, il legame cibo-cultura...
Da non esperto nelle dinamiche di proposizione di un certo alimento però io penso anche al fattore dirompente, soprattutto in giovani generazioni che siano condotte (immagino che ci sarà anche una comunicazione pubblicitaria) in questo che non è un cibo ma non voglio esagerare ma sicuramente presenta uno stile di vita...
e credo possa essere un background per slegare i legami cibo con la cultura presente... anche se non subito, ma via via col tempo...
per esempio in Russia i giovani cosa mangiano? in Messico?
forse meno in Messico ma io non li immagino consumare cibi come merendine pronte e affini... nel senso che hanno prodotti locali o quantomeno contestualizzati dentro la loro cultura...


Ultima modifica di Zelman il 03/03/2013, 12:10, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 03/03/2013, 12:14 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

non vedo cosa ci sia di male, che devono fare fermarsi e non costruire più stabilimenti?


Quoto.
Ferrero è uno dei più conosciuti e apprezzati industriali italiani. Avete mai sentito critiche sul suo operato ? E' ancora un uomo vecchia maniera che tratta con rispetto i suoi sottoposti, sul modello dei Borghi o Zanussi.
Non toccatemi la Nutella please !!!!!!! [:D]



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Può sembrare strano ma perdere le abitudini gastronomiche, significa perdere gran parte del proprio bagaglio culturale. Così come le differenze alimentari sono spesso un elemento che ci fa sentire vicini o meno a un popolo. E non bisogna andare molto lontano. Basti pensare già al rapporto nord sud. L'Italia unita andava fatta innanzitutto a tavola. [:)]

Si potrebbero scrivere (e sono stati scritti) fiumi di parole su questo.



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MessaggioInviato: 03/03/2013, 14:21 
Cita:
Hannah ha scritto:

Può sembrare strano ma perdere le abitudini gastronomiche, significa perdere gran parte del proprio bagaglio culturale. Così come le differenze alimentari sono spesso un elemento che ci fa sentire vicini o meno a un popolo. E non bisogna andare molto lontano. Basti pensare già al rapporto nord sud. L'Italia unita andava fatta innanzitutto a tavola. [:)]

Si potrebbero scrivere (e sono stati scritti) fiumi di parole su questo.

Quoto.
E aggiungo che dalla mia evidenza, non approfondita, il cibo ha un valore personale:
il valore che si dà all'atteggiamento verso il mantenimento dell'esistenza... come si mangia, perchè si mangia, cosa si mangia...
e uno sociale:
luoghi, tempi, cibo come abitudine sociale!

cmq, senza considerare i casi esagerati, penso bisogna vedere il tipo di "frequentazione" dell'alimento, ovvero ciò che è fatto senza esagerazione...

edit:
ma dipende dal tipo di risposta che avrà, anche in relazione al messaggio pubblicitario connesso


Ultima modifica di Zelman il 03/03/2013, 14:37, modificato 1 volta in totale.


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