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rmnd ha scritto: Cita:
Thethirdeye ha scritto: Cita:
rmnd ha scritto:
[quote]Thethirdeye ha scritto:
[quote]Solotecnico ha scritto:
Veramente pur non avendo potuto fare ancora nulla di cose ne hanno fatte già parecchie... basterebbe questa, visto che si parla di 40 miliardi che potevano finire per l'ennesima volta nel posto sbagliato
Già... ma come mai nessuno tra i dissidenti, criticoni ad oltranza e fessacchiotti cita questo aspetto? Forse non si comprende l'entità o la portata della decisione? O si preferisce far finta di nulla?
Per chi non lo sapesse, questa storia dei quasi 100 miliardi bloccati nelle P.A. dei comuni italiani, è una delle cause principali del tracollo dell'economia reale... e costutuisce una della maggiori responsabilità del trio monnezza ABC... che appoggiando il famoso Patto di STUPIDITA' di Monti e dell'Europa, ha creato buona parte di ciò che abbiamo di fronte. Così... giusto per chiarire......
Ma davvero pensate che sia merito del m5s? x questa o qualsiasi altra decisione decente che il parlamento intraprenderà?
Ma le fette di salame dagli occhi, quando te le toglierai rmnd?
Cita:
Il m5s si è limitato a votare qualcosa stabilito da tempo e da altri..
Ahahahah.... certo certo.. come no.....
Gli altri, come li chiami tu, avrebbero dato i soldi ai comuni e alle banche, facendo fifty fifty.
Svegliati dal torpore...... e ringrazia il padre eterno che qualcuno stia lì a monitorare i cialtroni compiacenti.....
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http://www.lavoce.info/lonorevole-lombardi-e-la-cuoca-di-lenin/ Cita:
[color=blue]L’onorevole Lombardi e la cuoca di Lenin
27.03.13 Angelo Baglioni e Tito Boeri
Il decreto per sanare i debiti della pubblica amministrazione con le imprese ha suscitato lo sdegno della capogruppo alla Camera del M5S. Chi vorrebbe essere esempio di rinnovamento non si è documentato e mostra presunzione nell’affrontare un problema dalla cui soluzione dipendono migliaia di posti di lavoro.
LE BANCHE E I DEBITI DELLA PA
Il termine “porcata” era stato sin qui riservato al nostro sistema elettorale. Da ieri è stato inopinatamente esteso al tardivo tentativo operato dal nostro Governo di saldare i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese. La capogruppo alla Camera del M5S, Roberta Lombardi, ha urlato dal sito di Beppe Grillo e in un video la sua indignata opposizione alla “porcata di fine legislatura” e alla formazione della commissione parlamentare speciale per l’esame del provvedimento:
1) “I cittadini prendono un impegno per 40 miliardi di debito pubblico, di cui una parte (nessuno sa quanta) andrà direttamente alle banche e da questa generosa, ennesima, regalìa ci si aspetta che subito erogheranno prestiti e finanziamenti alle Pmi italiane”.
2) “Con questo decreto legge [...] ci stiamo giocando tutto l’indebitamento che possiamo stanziare per la crescita per il 2013#8243;.
Andando al di là del linguaggio colorito, i dubbi espressi dall’onorevole Lombardi sono due, se capiamo bene. Primo, parte dei fondi andrebbero a beneficio delle banche e non delle imprese. Secondo, con questo provvedimento l’Italia si giocherebbe tutta la flessibilità concessa dalla Commissione UE nella gestione dei saldi di finanza pubblica, poiché il rapporto deficit/Pil salirebbe di mezzo punto percentuale, dal 2,4 al 2,9 per cento.
Entrambi i dubbi sono infondati. Bastava un minimo di attenzione e di documentazione per rendersene conto.
Sul primo, bisogna leggere i documenti e guardare ai numeri prima di parlare. Come spiega la nota di variazione del Documento di economia e finanza, “una parte dei pagamenti alle imprese confluirà immediatamente al settore creditizio, in quanto una quota del portafoglio di debiti risulta già ceduto (pro solvendo o pro soluto) alle banche”. In altre parole, bisogna rimborsare le banche perché i debiti della Pa di cui si parla sono in parte stati già ceduti dalle imprese alle banche. Ora, non si vede in nome di quale principio bisognerebbe penalizzare proprio quelle (poche) banche che hanno in (rarissime occasioni) accettato di anticipare alle imprese i loro crediti verso la pubblica amministrazione. Perché negare il diritto a queste banche di essere rimborsate? Di che regalia si tratta se hanno anticipato i fondi alle imprese? Dopotutto sono le banche (e non lo Stato) che in condizioni normali dovrebbero fornire liquidità alle aziende.
I numeri ci dicono, inoltre, che l’ammontare di debiti Pa ceduti alle banche, tramite la procedura di certificazione già introdotta dal Governo Monti, è irrisorio rispetto al totale dei debiti: lo stesso ministro Passera ammetteva nel febbraio scorso che si tratta di tre milioni (a fronte di richieste di certificazione per 45 milioni), che evidentemente sono una briciola rispetto ai 40 miliardi del provvedimento in discussione ora. Quindi agitare il populismo di maniera contro le banche sembra completamente fuori luogo in questo caso. Si dà semmai una scusa alle banche per continuare a non erogare credito alle imprese.
LA QUESTIONE DEL DISAVANZO
Sul secondo punto, bisogna ricordare che la flessibilità concessa dalla UE è legata solo a interventi straordinari legati alla restituzione di debiti pregressi: non può essere utilizzata in altre (peraltro imprecisate) direzioni. Il fatto è che questa operazione ha effetti soprattutto sul debito (sullo stock) più che sui disavanzi annuali (sui flussi). L’aumento di questi ultimi è legato unicamente alla parte che riguarda le spese in conto capitale (per esempio investimenti in infrastrutture) perché nei conti nazionali italiani la spesa in conto capitale viene registrata in termini di cassa e non di competenza (ESA95 lo consente).
Opporsi oggi all’intervento serve a rafforzare le posizioni più oltranziste in seno alla Bce e nell’Eurogruppo, che non vorrebbero concedere neanche questa possibilità al nostro paese. Bisogna infatti ricordare che per il 2013 il Governo Berlusconi si era impegnato al raggiungimento dell’obiettivo del bilancio in pareggio, aggiustato per il ciclo. Pertanto non ci sono margini per altri interventi che aumentino il disavanzo.
Infine, bene ricordare che fornire liquidità alle imprese in un momento in cui sono private di accesso al credito, nel mezzo di una crisi finanziaria, è la cosa più utile che si possa fare per rilanciare l’economia.
Le argomentazioni grilline sono quindi del tutto pretestuose. Sarebbe un vero peccato se esse, grazie anche alla convergenza di qualche parte del Pd (si vedano le dichiarazione di ieri di Stefano Fassina) facessero saltare un provvedimento da molti ritenuto vitale in questo momento per le imprese.
Lenin sosteneva che anche una cuoca avrebbe potuto fare il capo dello Stato. Ma le cuoche raramente sono talmente presuntuose da ritenersi in grado di sapere tutto. Guardano il ricettario e, quando vogliono innovare, sperimentano su di sé o con pochi conoscenti prima di proporre il nuovo piatto al vasto pubblico. La capogruppo M5S invece ci preannuncia uno stile di rappresentanza nelle istituzioni in cui l’urlo precede qualsiasi ragionamento e consultazione. Conta la velocità di esecuzione più che l’apprendimento. E’ un deja vu. Altro che nuova politica! Ne ha almeno parlato coi suoi colleghi di partito? Sorprendente se chi teorizza la democrazia diretta su Internet non si consulta almeno con coloro a nome dei quali prende la parola.[/color]
e chi sono gli autori dell'articolo, due improvvisati economisti come la poco simpatica Lombardi?..non direi
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Bio dell'autore
Angelo Baglioni: Insegna Economia Politica presso l'Università Cattolica di Milano, Facoltà di Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative. Ha recentemente insegnato anche al Master in Economia e Banca presso la Facoltà di Economia R.M.Goodwin dell’Università di Siena. E’ membro del Comitato direttivo e scientifico del Laboratorio di Analisi Monetaria (Università Cattolica di Milano e Associazione per lo Sviluppo degli Studi di Banca e Borsa). Dal 1988 al 1997 è stato economista presso l'Ufficio Studi della Banca Commerciale Italiana (ora Intesa Sanpaolo), come responsabile della Sezione Intermediari Finanziari. I suoi interessi di ricerca si collocano nell’area dell#146;economia monetaria e finanziaria. Ha scritto libri e articoli pubblicati su riviste internazionali. E’ laureato in Università Bocconi e ha conseguito il Master in Economics presso la University of Pennsylvania.
Tito Boeri: Ph.D. in Economia alla New York University, per 10 anni è stato senior economist all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, poi consulente del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, della Commissione Europea e dell'Ufficio Internazionale del Lavoro. Oggi è professore ordinario all'Economia Bocconi, dove ha progettato e diretto il primo corso di laurea interamente in lingua inglese. E' Direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, responsabile scientifico del festival dell'economia di Trento e collabora con La Repubblica. I suoi saggi e articoli possono essere letti su http://www.igier.uni-bocconi.it. Segui @Tboeri su Twitter Il commento di un lettore, sintetizza perfettamente uno (tra i tanti) degli aspetti deleteri del grillismo
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C'era una volta la classe dirigente. C'era chi aveva studiato e si era preparato e chi invece era stato cooptato per clientelismo o meriti politici: insieme, per la verità, non hanno dato grandi risultati. Adesso sembra che per diventare classe dirigente basti farsi avanti, senza sapere nulla ma avendo la presunzione di far valere i propri pregiudizi. Dalla padella alla brace.
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Ha detto così una pistolinata la Lombardi, che il Governo le ha dato ragione e ha modificato la bozza per privilegiare le compagnie alle banche.
edit. sorry avevo missato la h di avere
