http://www.ilfoglio.it/soloqui/18009 Cita:
[color=blue]L’Italia cretina
L’ubriacatura web-complottista che lega Preiti alla “repressione” (vedi S. Guzzanti) e al video poker
Prima era “Zeitgeist”, il documentario cospirazionista prodotto da Peter Joseph che dal 2007 gira per il Web diffondendo il verbo internazionale del gran complotto: le Torri gemelle se le sono tirate giù gli americani, il banchiere infiltra qualsiasi cosa e noi pedine non ce ne accorgiamo, i microchip sotto pelle sono già realtà (come spiegava un onorevole del M5s), gli attentati del secolo scorso sono autoattentati pure quelli, le trame segrete si moltiplicano dietro agli ignari cittadini, e chissà che cosa dicono i Rockefeller (c’è sempre un Rockefeller nascosto nell’ombra, quando non è un Rothschild). Ma che fare se le “boiate pazzesche” alla “Zeitgeist” (chiamala, se vuoi, superstizione) e in generale l’idea che quel che succede è sempre e solo la facciata di qualche “operare segreto”, pervadono come automatismo anche l’interpretazione degli spari di Luigi Preiti a Palazzo Chigi? E che fare se, al posto dei rettiliani, degli ufo, dei finti terroristi, di George Bush e dei finanzieri che se la ridono dei servizi segreti c’è, negli schemi complottisti all’italiana, il “fatto preparatorio” a “nuove forme di repressione senza cui non potrebbero realizzare i ‘programmi’”, come scriveva ieri su Twitter Sabina Guzzanti?
Una volta è colpa del Bilderberg, una volta dei soliti (e marci) poteri forti foraggiati dalla “Casta”. Ma sono sempre loro, gli uomini dell’“inciucio”, la risposta al “cui prodest?” lanciato domenica scorsa sul blog di Beppe Grillo da Paolo Becchi, professore a Genova e simpatizzante a cinque stelle (scrive Becchi: “Un attentato come questo ricompatta con il solito vecchio cliché: uniti contro la violenza e, al contempo, uniti contro chi semina la violenza e qui il messaggio è chiaro. Del gesto eclatante vi è comunque un responsabile: il M5s che con il suo linguaggio inciterebbe ad atti di questa natura. E così si prendono due piccioni con una fava… Ma il M5s non si farà impallinare tanto facilmente…”). In mancanza di certezze, poi, c’è chi, in rete e non solo, si scaglia contro il “demone del gioco” (Dostoevskij non c’entra: è per dire che – non si sa bene come – comunque di mezzo c’è la mano “delle mafie”). E’ tutto un “dagli alla ludopatia” (pur analizzabile, magari in altra sede), tutto un “dagli al video poker” che uno stato – stato tutor? – dovrebbe “vietare” (il Codacons intanto, in una nota ufficiale, dice che “l’abnorme crescita di sale da gioco in tutto il paese, così come il proliferare di slot machine oramai collocate ovunque, non fanno che alimentare il fenomeno delle dipendenze, portando un numero crescente di giocatori a perdere il controllo, indebitarsi e compiere gesti di estrema follia come quello davanti Palazzo Chigi”).
Tutto si tiene, nel delirio del retroscena che spiega la scena e nella caccia spasmodica al “mandante” e al “manovratore; si tengono persino i “programmi” del governo Letta (ma chissà perché i “programmi” avrebbero bisogno della “repressione” di cui scrive Sabina Guzzanti, per essere attuati, applauditi come sono stati ieri, nella promessa di “reddito minimo” e nella parte “anticasta” sugli stipendi dei politici, persino dai grillini, poi all’arrembaggio contro il governo “della trattativa stato-mafia” – risposta di Letta: “Ribadisco quello che vi ho detto: scongelatevi”). Tutto si tiene, nell’ubriacatura collettiva da chiacchiericcio dietrologico che – non da oggi – fa pensare che quello che non sai è sempre più vero di quello che sai (per non parlare di quello che leggi: roba scritta dai “prezzolati”). Ma a forza di cedere al richiamo automotivazionale del “io sono incredibilmente potente” (citazione da “Zeitgeist”, il cui corollario è: e quindi scopro le malefatte dei potenti), si rischia di non capire più la differenza tra panzana e realtà. Esattamente quel che sta accadendo ai complottisti all’italiana.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
di Marianna Rizzini[/color]