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MessaggioInviato: 10/03/2013, 15:37 
É difficile capire i perché di un fatto del genere.

Sicuramente c'é stata una esplosione di materiaenergia che ha gdnerato una onda termica e una di impatto

Questo lo provano gli alberi stesi concentricamente.

Questo prova anche che l'esplosione é avvenuta ad unacerta altezza.

Quindi,o una meteora che é esplosa in modo tale da non lasciare meteoriti ,la qual cosa sarebbe strana.

Oppure,come qualcuno propone:

*una possibile reazione materia-antimateria dovuta,ad es,ad un rarissimo fenomeno naturale o all'esplosiond di una possibile ma improbabile astronave.

Naturalmente,in quest'ultimo caso,se la nave fosse esplosa per altri motivi,ne avremmo qualche pezzetto.

*la formazione,pure rarissima,di un...macro mini buconero nell'atmosfera con la sua conseguente evaporazione violenta.

Nella atmosfera terrestre si formano naturalmente micro buchi neri infi.itesimali che evaporano subito.
Nel caso di Tunguska,si sarebbe trattato di un anomalo quanto
Strararissimo fenomeno del genere.

*una fuoriuscita di energia dal sottosuolo,subitanea,violenta

*oppure,visto che la Siberia ha il sottosuolo ricchissimo di metano,una fuoriuscita subitanea e in abbondanza di questo gas con una bolla esplosa subito dopo

Il metano quando esplode in atmosfera,forma una classica sfera di fuoco con una onda d'urto e una di caldo
Chd ricade al suolo come una cascata violenta.


*tutte queste ipotesi potrebbero aver lasciato la situazione nota storicamente

Però,c'é un fatto interessante:
le cronache storiche riportano le dichiarazioni della popolazione
Siberiana che ha visto e sentito da lontano l'evento.

Allora,loro descrivono il sussulto della terra,lo spavento loro,un senso di leggero calore nell'aria,POI DICONO CHE IL CIELO APPAEIVA DAPPRIMA ROSSO FUOCO E POI É DIVENTATO,IN ALCUNI GIORNJ(!) ROSA FINO ALLA NORMALITÁ

Questo fa pensare ad un fenomeno VIOLENTO E SUBITANEO ma anche poi CONTINUATO E SFUMATO NEL TEMOI.

Cosa che una meteora forse non provocherebb,forse neppure il gas,ma...forse....qualcosa di anomali caoace di scaldare l'atmosfera e di mantenerla tale e anomala per diversi giorni,si.

Perciò,ad esempio,un micro buco nero con evaporazione ,forse,potrebbe farlo.

Anche una reazione materia-antimateria anche,

Un esplosione di materiaenergia semplice penso di no.

*****

Per quanto riguarda,Mohenjo Daro,c'é un dato interessante:
La vetrificazione è stata quasi istantanea ma xon un calore molto ma,molto minore a queklo prodotto da una,bomba atomica.

Si parla di meno si 1000 gradi.

Quindi quel calore c'é stato ma non si può saperne le origini scartando cmq l'ipotesi di una bomba atomica o esplosione termonucleare.

Ciau



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MessaggioInviato: 12/03/2013, 02:11 
Cita:
byrus ha scritto:

Visok ecco chi era, ho visto il suo documentario in cui andava in quelle pozze e finiva con lui che si era ammalato. Solo una cosa mi chiedo, dato che pare stiano portando alla luce delle reali prove, come mai nessuno gli blocca il progetto e non ferma le spedizioni?


Secondo me l'articolo riportato da nemesis e' farlocco, o al massimo e' un adattamento. La storia riportata corrisponde a quella della spedizione di Ivan Mackerle ( http://en.mackerle.cz/yakutia/ ) che appunto fu ripresa anche in un documentario che probabilmente e' quello a cui si riferisce byrus:



Qui ho anche rintracciato una serie di scatti relativi alla spedizione:

https://picasaweb.google.com/1100586554 ... leyOfDeath

Quanto alle strutture misteriose, definite "Cauldrons", furono scoperte per la prima volta nel 1853, dall'esploratore siberiano R. Maak. che le descrisse nel suo libro "Viliuysky okrug", anche se divennero note al mondo occidentale solo nel 2004, dopo la pubblicazione di un articolo del Dr. Valerij Uvarov in lingua inglese:

http://www.bibliotecapleyades.net/ciencia/esp_ciencia_tunguska09.htm

Successivamente vi fu la spedizione di Ivan Mackerle e il documentario di History Channel.

Non mi risulta invece che esistano informazioni di spedizioni successive.

Interessante comunque notare che antiche leggende della Jacuzia parlano di una serie di esplosioni distruttive causate da palle di fuoco che si originavano dalla terra durante una battaglia tra il dio "Niurgun Bootur" e il dio "Tong Duurai". Delle lisce cupole ferrose furono poi lasciate nella taiga sconvolta dopo la battaglia.

Ancora piu' interessante l'incredibile vicinanza geografica tra i vari eventi (area di Olguydakh (63° 27' 8" N - 112° 6' 35" E), Evento di Tunguska, Evento di Vitim, Evento di Irkutsk).

Immagine

[8] [8]
Che dire, la solita serie di coincidenze.



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MessaggioInviato: 12/03/2013, 06:51 
Grazie per questo contributo

Tunguska é un mistero intrigante e parlarne é piacevole e interessante.

Inoltre i russi oggi e,i sovietici ieri,hanno della ricerca sui misteri una idda e apedtura mentale che mi é sempre piaciuta.

A differenza degli statunitensi scientisti e degli europei autocompiaciuti della loro profonda ma spesso pesante e fossilizzata cultura....

Andando per un momento ot,ricordo lo studio monumentale fatto dall.accademia delle scienze sovietica sul cristianesimo originaro e la figura di Cristo.

Loro,pur essendo marxisti e atei,hanno fatto una ricerca seria e circostanziata sulle fonti note allora ,concludendola cona sintesi magistrale.

A me spiace che il comunismo sovietico sia finito,non per ragioni politiche ,ma per questi aspetti che pochi conoscono e che erano e sono,in padte,ancora oggi,presenti nella cultura russa attuale.

'
L'occidente oggi sta diventando un...fossile-guida in troppi ambiti umani,quando non é soltanto un trender di banalità.

Sarebbe ora di spogliarci del vecchio e rivestirci del nuovo.

La scienza non é una religione e la religione non é una scienza,mentre la ricerca seria ma non addomesticata e imbrigliata é la sola via del conoscere umano.


Ultima modifica di star-man il 12/03/2013, 07:56, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 13/03/2013, 18:42 
Cita:
nemesis-gt ha scritto:

Una nuova spedizione confermerebbe l'esistenza delle cupole

Un team di scienziati russi e ricercatori si è tornato dalla "Valle della Morte" in Siberia affermando di aver trovato la prova di almeno cinque delle cupole leggendarie. Lo scienziato a capo del team, Michale Visok, ha dichiarato in una intervista rilasciata ad un giornale russo: "Siamo andati nella Valle della Morte per indagare e capire se le cupole metalliche raccontate da tante testimonianze esitono per davvero. Effettivamente, abbiamo trovato cinque oggetti metallici sepolti nelle paludi".

Visok ha segnalato le seguenti caratteristiche degli oggetti:

1) Ciascun oggetto è immerso in una piccola pozza paludosa della profondità di 2-3 metri;

2) Gli oggetti sono decisamente di metallo;

3) La parte superiore degli oggetti è molto liscia al tatto, ma ci sono sporgenze molto affilate ai bordi esterni;

4) Due membri del team si sono ammalati gravemente durante l'esplorazione;

5) Il team di ricerca è composto d 3 geologi, 1 astrofisico, 1 ingegnere e 3 assistenti di ricerca.


Alla domanda su cosa il team pensa di aver scoperto e se potrebbe trattarsi di qualcosa costruita da Antichi Astronauti, Visok si è rifiutato di commentare. "C'è sicuramente qualcosa di strano là fuori, non abbiamo idea di cosa sono o per cosa siano stati utilizzati", si è limitato a dire lo scienziato russo.

Visok e il suo team hanno in programma un'altra spedizione nelle prossime settimane, prima dell'arrivo della stagione fredda che renderà il viaggio impossibile per il resto dell'anno. Egli spera di recuperare un campione dagli oggetti metallici utilizzando una punta di diamante, ma si è detto molto cauto sulla possibilità di scalfire questi oggetti, qualsiasi cosa essi siano.

http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/ar ... di-ru.html




troppo difficile fare una foto... [|)]



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MessaggioInviato: 13/03/2013, 19:16 
Cita:
morpheus85 ha scritto:

Cita:
nemesis-gt ha scritto:

Una nuova spedizione confermerebbe l'esistenza delle cupole


troppo difficile fare una foto... [|)]


Come ho spiegato, l'unica spedizione certa e' quella di Ivan Mackerle di cui si puo' visionare il materiale rilasciato (vedi mio post precedente).

Invece di quella di Michale Visok non vi sono tracce. Inoltre, ho letto un commento di un esperto di russo che afferma che anche il nome non ha nessuna possibilita' di essere di un russo.



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Cita:
zakmck ha scritto:

Cita:
MaxpoweR ha scritto:

scommettiamo che finirà tutto nel dimenticatoio? -_-


Puoi spiegarci meglio? Hai fatto delle ricerche che non puoi rivelarci?




Sono anni che sento parlare di queste pozze e vedo documentari su Discovery che ne parlano, ne ipotizzano l'esistenza e via dicendo, e ci sono sempre spedizioni scientifiche pronte a partire per fare la più classica delle verifiche: ci sono? Ma poi non si mai nulla. E' una sorta do loop.



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MessaggioInviato: 16/03/2013, 01:42 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:
Sono anni che sento parlare di queste pozze e vedo documentari su Discovery che ne parlano, ne ipotizzano l'esistenza e via dicendo, e ci sono sempre spedizioni scientifiche pronte a partire per fare la più classica delle verifiche: ci sono? Ma poi non si mai nulla. E' una sorta do loop.


Come ho indicato nel mio post precedente, mi risulta che il documentario di DC sia uno soltanto ed e' stato realizzato solo con il materiale della spedizione di Ivan Mackerle, anche perche' la precedente spedizione nel 1979 non era riuscita a localizzarli. Quindi le "pozze" esistono e la spedizione lo ha documentato. Quanto poi al resto della questione (=macchinario, cupole, etc) la spedizione non ha prodotto altro, da una parte per gli scarsi mezzi e dall'altra a causa della malattia che ha colpito lo stesso Mackerle.

Quindi, francamente non capisco la tua esternazione. Si tratta di una vicenda pressoche' sconosciuta e quindi non vedo come possa aver generato un tale loop.

Quindi, prima di sparare a zero sulla questione ci sarebbe da riflettere, anche se posso concordare sulla forte inattendibilita' della notizia relativa alla fantomatica nuova spedizione di un ipotetico Michale Visok.

In ogni caso, riporto qui uno stralcio di un'articolo pubblicato nel maggio 2010 su "Tracce d'eternita' n.8" e relativo alla cronaca della spedizione.

Credo si tratti di una lettura molto illuminante, che illustra come solitamente vengono condotte questo genere di indagini/spedizioni e che spiega abbondantemente perche' questi misteri sono destinati a rimanere tali a lungo, salvo colpi di fortuna inaspettati.

Cita:
NELLA VALLE

Il mistero della Valle della Morte e dei suoi ‘calderoni’ in Yakuzia, poco conosciuto e ancora irrisolto, mi ha praticamente ipnotizzato.
Si tratta di formazioni naturali? Se artificiali, chi le ha costruite e perché?
Le strane malattie che avrebbero colpito chi è capitato nelle loro vicinanze suggerirebbero alti livelli di radioattività.
Non è da meravigliarsi se in pochi si sono avventurati alla loro ricerca, la mancanza di informazioni attendibili e la lontananza della regione ne aumentano la pericolosità. Ma, esplorare la temuta Valle e trovare i misteriosi emisferi di metallo, prima che scompaiano nelle profondità della terra, costituirebbe una scoperta d’interesse mondiale. Il mio team non credeva negli UFO, o negli esseri neri e monocoli: il nostro obiettivo principale era di scoprire la reale esistenza dei ‘calderoni’ e cosa fossero in
realtà.

Il nostro problema principale era localizzare i ‘calderoni’ nella taiga, così vasta e impenetrabile.

L’informazione più attendibile che avevamo riguardo al luogo esatto era una vaga nozione che si trovasse da qualche parte lungo il fiume Olguidakh, tributario del Viliuy, nelle profondità della taiga. Non era possibile trovare nessun testimone oculare che potesse guidarci direttamente.
Vagare alla cieca e a piedi ci avrebbe portato a un sicuro insuccesso.
L’unica soluzione possibile era un’esplorazione aerea in un momento dell’anno nel quale la neve fosse sciolta e gli alberi fossero privi di foglie, che avrebbero altrimenti ostacolano la visuale. Un pilota avrebbe potuto esplorare in un’ora quanto a noi, a piedi, avrebbe preso un mese. Avrebbe potuto volare sopra un’area selezionata e filmare il paesaggio sottostante alla ricerca di qualsiasi anomalia.

Ma non potevamo permetterci un elicottero; un’ora sola di noleggio ci sarebbe costata 1.500 dollari americani. Jirka Zitka, il nostro pilota, poteva utilizzare un deltaplano a motore, ma dopo diversi ragionamenti, avevamo rifiutato quest’opzione, poiché sarebbe stato difficoltoso decollare in una regione con una vegetazione così fitta, o far atterrare d’emergenza l’apparecchio.

Alla fine, optammo per un parapendio a motore – in pratica, un paracadute dotato di motore – che avrebbe potuto decollare e atterrare in una piccola area. Il nostro mezzo di trasporto ci abbandonò sotto a un ponte sul l’Olguidakh e si allontanò lungo le strade polverose nei pressi della città di Mirnyj.

Rimasi seduto sul mio zaino strapieno, domandandomi come saremmo riusciti a penetrare nella taiga ed esplorare entrambe le rive del fiume.
Non potevamo portarci dietro sulle spalle tutta l’imponente attrezzatura e le provviste, pensate per durare quattordici giorni. Anche l’‘off-road’ meglio equipaggiato non avrebbe potuto attraversare la giungla, priva di ogni strada percorribile.

Scegliemmo quindi una via ben testata per il trasporto forestale – il fiume.

Gonfiammo un gommone, che divenne ben presto nostro compagno inseparabile, e mettemmo tutte le apparecchiature e le provviste in un’altra barchetta gonfiabile. La nostra guida era Sláva Pastuchov, un materialista che non credeva nella legenda e ci aveva accompagnato per pescare, cacciare, e soprattutto per aiutarci a sopravvivere. Un cacciatore esperto, che a seguito di un malanno durante la navigazione attraverso un’inquietante area disseminata da alberi spogli e a pezzi, ci lasciò presto, e in fretta.

La Valle della Morte è nota per essere realmente una catena completa di vallate che si allargano lungo le rive del fiume.
Per esplorare l’intero percorso di 200 chilometri lungo il fiume, lo avevamo diviso in sezioni, nelle quali sostavamo per qualche giorno e, per quanto ce lo potes-
sero permettere le rive paludose e piene di vegetazione, ci accampavamo per partire poi per le nostre spedizioni.

Lanciare un paracadute nella taiga non era un’impresa facile. Darsi lo slancio cercando di non scivolare su acquitrini dissestati pieni di radici giganti e buche nascoste, con trenta chili di peso sulle spalle, richiedeva forti gambe.

Non avevamo alle spalle un’esperienza di volo su parapendio, e per Pavel Stepán, il nostro pilota, il successo era una mera impresa atletica. “Ho trovato qualcosa!” urlò Pavel dopo essere atterrato da poco con il suo paracadute. “Ho visto uno strano cerchio”, disse, puntando a est del fiume.

Ci radunammo intorno alla videocamera e ripetemmo la registrazione. Aveva ragione!

Nel bel mezzo di un paesaggio monotono si vedeva uno strano anello. Con l’aiuto del computer, le foto della taiga e le immagini via satellite di Google Earth, determinammo le esatte coordinate dello strano cerchio e, al colmo della gioia per aver trovato il nostro primo ‘calderone’, aprimmo una bottiglia di vodka.

CALDERONI INABISSATI

Nonostante fossimo in giugno, fummo sorpresi da una nevicata notturna Dopo il secondo giorno di neve, perdemmo la pazienza e uscimmo alla ricerca del cerchio misterioso. Ci arrampicammo su una collinetta, GPS in mano, attraverso la folta vegetazione, verso una radura sulla cima e ci fermammo stupiti.

Non avevamo mai visto niente del genere.

Non si trattava della superficie liscia e sporgente del tanto ambito emisfero, ma di una pozza circolare dal diametro di circa 50 metri. Al suo centro si trovava un pezzo di terreno circolare di circa 30 metri di diametro. Non sembrava una formazione naturale, ma di un anello con un’apertura al centro, anche questa sommersa dall’acqua. Utilizzando due lunghi rami per testare il terreno sottostante, per assicurarsi che non si trattasse di un pericoloso pantano, Pavel affrontò l’acqua quasi gelata con i suoi stivali alti da pescatore, verso l’anello innevato.

Sotto la neve e un sottile strato di fango, urtò contro qualcosa di solito con un palo. Si trattava solo di ghiaccio? Con attenzione, continuò verso il centro del cerchio, fermandosi di fronte all’apertura. Il bastone lungo circa tre metri sparì sotto la superficie.
Di cosa si poteva trattare? Se l’emisfero fosse stato di ghiaccio, la corrente lo avrebbe sciolto.

Poteva trattarsi di un ‘calderone’ gigante, in quel momento quasi completamente sommerso nella terra gelata?

La neve si sciolse e fummo di nuovo colpiti dalla fortuna. Pochi chilometri più giù lungo il fiume, trovammo un luogo simile.
In una pozza perfettamente circolare, questa volta con diametro di 10 metri, trovammo una cupola gigante, solida e liscia, leggermente ricurva, coperta da
uno strato di fango. Con l’aiuto di un bastone, testammo la sua superficie, ma sfortunatamente non avevamo appresso l’attrezzatura fotografica.

Avremmo dovuto drenare l’acqua e rimuovere il fango – e a tal fine avremmo dovuto avere apparecchiature più sofisticate e fondi per sostenere la spedizione.
Infine, senza preavviso, fui colpito da strani problemi di salute che si manifestarono dopo aver passato una notte vicino a uno dei ‘calderoni’ sommersi.
Il giorno successivo, fui colpito da capogiri che mi provocavano un senso di svenimento, di perdita completa dell’equilibrio, tosse e brividi... come narrava la
vecchia leggenda degli Yakuzi.

La crisi durò tutto il giorno quando le nostre tende furono sommerse da un’altra tempesta di neve. Dopo altro ghiaccio e un vento gelido del nord, eravamo tutti zuppi. Era come se i demoni crudeli della taiga stessero cospirando contro di noi che la attraversavamo. Ma, in quanto unico ammalato della compagnia, non incolpammo antichi residui di radiazioni.

Quando le mie condizioni non migliorarono il giorno seguente, ci imbarcammo sul gommone e passammo tutta la notte e il giorno dopo discendendo il fiume, allontanandoci dalla Valle della Morte più in fretta possibile.

UN’ISOLA DEL TESORO GEOLOGICA

Anche se non abbiamo trovato nessuna prova dei leggendari calderoni’ metallici, non siamo fuggiti a mani vuote.

Abbiamo scoperto qualcos’altro, qualcosa di altrettanto espressivo – un sacchetto di minerale di titanio.
Durante la nostra perlustrazione aerea alla ricerca dei ‘calderoni’, abbiamo trovato un altro sito particolare – un campo perfettamente circolare di pietre color
ruggine presso il quale l’ago della bussola era impazzito.

Una montagna magnetica? Probabilmente.

Dal punto di vista geologico, l’intera regione risulta essere singolare. Avevamo calpestato vette siberiane dure, ignee, che si erano originate nell’Archeozoico.
In alcuni punti, sono trapassate da spaccature ricolme di depositi di minerali contenenti diamanti. La miniera di diamanti più gran de si trova nella città di Mirnyj, al centro della regione dalla quale ci eravamo imbarcati per la nostra missione nella taiga.

Tornando a Praga, abbiamo mostrato un campione di roccia a un geologo, il quale ha confermato che si trattava di magnetite e ilmenite, una lega di titanio e
ferro.

Mi suggerirono di vendere le coordinate di quella zona magneticamente anomala ai russi, per un buon prezzo. Il racconto della nostra missione causò un po’ di trambusto tra i media russi. È stato anche raccontato che siamo scappati terrorizzati dalla Valle della Morte, ma in realtà il vero ostacolo al nostro ritorno alla ricerca dei ‘calderoni’ è la mancanza di soldi.

Abbiamo già comunicato informazioni a due differenti gruppi di esploratori con base a Mirnyj. Uno di questi, guidato da Andrey Yevteyev, porterà in dotazione una pompa idraulica per drenare la pozza centrale e quindi dissotterrare il resto. L’altro gruppo, guidato da Yury Krivoruczko, partirà probabilmente la prossima primavera.

Siamo a conoscenza di formazioni geologiche insolite come calotte o cappelli di ferro, palle di lava, concrezioni sferiche giganti, e geodi.
I ‘calderoni’ oggetto di leggenda potrebbero essere formazioni geologiche sconosciute.

Mentre le descrizioni delle scalette interne, delle gallerie e delle stanze potrebbero essere state immaginate da cacciatori superstiziosi e abbellite da fantasisti e
da ufologi.

È un dato di fatto che la taiga siberiana nasconda comunque grandi ricchezze e grandi segreti, inclusa la natura dei ‘calderoni’ - un mistero inquietante che rimane tuttora irrisolto.

Fonte




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per quanto mi riguarda non era affatto sconosciuta questa notizia dei presunti "calderoni" te lo ripeto, è da parecchio che ne sento parlare sia in "giro" che in tv :) E ripeto nuovamente spero non sia il solito buco nell'acqua. Dubito visti i precedenti, che nel caso trovassero qualcosa noi ne saremmo informati ^_^


Ultima modifica di MaxpoweR il 16/03/2013, 03:08, modificato 1 volta in totale.


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Forse trovati i frammenti del meteorite Tunguska


Il 15 febbraio 2013 una meteora inaspettata esplose nei cieli della Russia, sulla regione di Chelyabinsk, provocando danni agli edifici e diversi feriti.
Da allora l'evento è stato classificato come il più significativo da quello di Tunguska del 1908, che non coivolse l'essere umano ma rase al suolo 2.000 chilometri quadrati di foresta siberiana.
Nel 1927, Leonid Kulik guidò la prima spedizione di ricerca nella zona ma senza successo e l'esplosione del 1908 è rimasta un mistero praticamente fino ai giorni nostri.
In base ad un report pubblicato sul sito earthsky.org, ieri, 2 maggio 2013, gli scienziati hanno annunciato l'esistenza di possibili frammenti del meteorite dell'evento Tunguska, ritrovati 25 anni fa.
In un comunicato stampa il MIT Technology Review, che ha basato il suo lavoro sugli studi di Andrei Zlobin dell'Accademia Russa delle Scienze, dichiara di essere in possesso di tre rocce della regione Tunguska, con chiara caratteristiche di meteorite. Se così fosse, uno dei più grandi misteri astronomici che ritroviamo sui libri da oltre cento anni potrebbe essere risolto.
Zlobin, come Kulik, guidò una spedizione a Tunguska nel 1988 e in quell'occasione trovò i frammenti, nell'alveo del fiume Khushmo in Siberia, insieme a circa altre 100 rocce interessanti. Zlobin tornò a Mosca, dove per motivi inspiegabili, aspettò 20 anni per esaminarli. Nel 2008 decise di procedere, trovando nel bottino della spedizione tre frammenti con caratteristiche di meteorite.
A quanto pare un'analisi chimica ed isotopica dettagliata non è ancora stata portata a termine ma Zlobin e colleghi sono abbastanza convinti che di tratti di frammenti del meteorite Tunguska, pubblicando il loro lavoro: "Read Zlobin’s paper: Discovery of Probably Tunguska Meteorites at the Bottom of Khushmo River’s Shoal" (http://arxiv.org/abs/1304.8070)

Fonte: http://www.aliveuniverseimages.com/flas ... e-tunguska


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Possibili frammenti meteorici trovati da Andrei Zlobin. Credit: Zlobin 2013

L'esplosione avvenuta nel 1908 in Siberia, sopra la regione Tunguska, è stata da sempre un grande enigma. Mentre da una parte le teorie principali dicevano che l'esplosione avvenne per colpa di un'asteroide esploso a mezz'aria, o una cometa, non furono mai trovati frammenti del colpevole. Adesso però, una nuova ricerca mostra tre diversi potenziali candidati al titolo di "meteorite di Tunguska". Sono stati trovati nelle rive del vicino Fiume Khusmo. Da una parte, i frammenti sembrano tutti avere le giuste caratteristiche per essere meteoriti, ma dall'altra molti sono insospettiti dal fatto che il ricercatore dice di averli trovati 25 anni fa ma di pubblicare solo adesso uno studio su di loro.

Come il recente evento di Chelyabinsk, sempre in Siberia, anche quello di Tunguska produsse probabilmente una vasta pioggia di frammenti dopo l'esplosione. Tuttavia, nonostante ricerche portate avanti anche per anni, nessuno trovo nulla.
Non mancavano però di certo le tracce, l'esplosione fu incredibilmente potente: 1.000 volte più di una bomba nucleare! e oltre a radere al suolo tutto intorno per svariati km, generò anche un terremoto di grado 5 su scala Richter.
I segni dell'evento furono così grandi da essere visibili persino in Europa come luce all'orizzonte.

Precedenti spedizioni verso la regione erano ritornate a mani vuote principalmente, anche se nel 1939, un geologo di nome Leonid Kulik, riuscì a trovare una roccia vetrificata, fusa in precedenza, che conteneva tante bolle e che fu considerata come la prova di un evento di impatto. Ma il campione si perse tra continui scambi per studi e mostre universitarie e di musei, quindi nessuno riuscì mai a fare analisi con strumenti più moderni.

Nel 1998, Andrei Zlobin dell'Accademia Russa delle Scienze, andò alla ricerca di meteoriti nella zona, ma dopo svariati scavi non riuscì ancora a trovare niente. Trovo segni evidenti dell'esplosione, ma nessun tipo di meteorite. Così poi decise di andare a cercare nei vicini letti dei fiumi.

Zlobin raccolse circa 100 campioni di rocce che avevano caratteristiche giuste per essere potenziali meteoriti, ma ulteriori esami tagliarono il campione a sole tre rocce candidate. I segni morfologici principali sono quelle pieghe che vedete sulla superficie, che hanno luogo per via dell'ablazione, quando la roccia caldissima cade rapidamente attraverso l'atmosfera fredda.

Zlobin scrive poi che "Dopo la spedizione, l'autore ha concentrato i suoi sforzi sull'investigazione sperimentale dei processi termali e sulla modellazione matematica dell'impatto Tunguska "(questo in una ricerca del 2007). Spiega poi che ha usato prove contenute negli anelli degli alberi per stimare le temperature dell'evento ed ha concluso che le rocce già sul terreno non avrebbero subito notevoli cambiamenti o fusioni per via dell'impatto, e quindi qualsiasi roccia che aveva delle prove evidenti di cambiamenti per fusione, doveva per forza provenire dalla meteora stessa.

Zlobin ha spiegato poi che non ha ancora portato avanti un'analisi chimica dettagliata delle rocce. L'analisi, teoreticamente, dovrebbe riuscire a provare la loro origine, per via della composizione chimica ed isotopica. Ma secondo la sua pubblicazione, i frammenti rocciosi non escludono che si possa essere trattato di una cometa, dato che il nucleo cometario potrebbe facilmente contenere frammenti rocciosi. Tuttavia, lo scienziato ha spiegato di aver calcolato che la densità di un oggetto simile dovrebbe essere di circa 0.6 grammi per centimetro cubo, che è più o meno come il nucleo della cometa Halley. Inizialmente quindi le prove avrebbero puntato verso la conferma dell'origine cometaria per l'impatto Tunguska.

Ma il punto è che non c'è alcuna prova definitiva dalla ricerca presentata e rimane ancora aperta la domanda circa i tempi stranamente lunghi della pubblicazione. Ma se non altro, è sicuramente un nuovo punto da cui partire per future indagini. Forse sarebbe interessante avere una collaborazione internazionale con una spedizione nuova di vasta portata.

http://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/1304/1304.8070.pdf
da link2universe

se ufficializzata,sarebbe la definitiva conferma dell'impatto meteorico


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Che Tunguska sia stato un evento meteorico o cometario non vi sono dubbi.
Quello che lascia perplessi nella ricerca di Zoblin sono le roccie ritrovate, come facciamo a sapere se appartenevano all' oggetto di Tungiska?

Cita:
Sono stati trovati nelle rive del vicino Fiume Khusmo. Da una parte, i frammenti sembrano tutti avere le giuste caratteristiche per essere meteoriti, ma dall'altra molti sono insospettiti dal fatto che il ricercatore dice di averli trovati 25 anni fa ma di pubblicare solo adesso uno studio su di loro.

Anche se fossero accertati come corpi celesti e nonostante il loro ritrovamento risalente a 25 anni fa, erano comunque passati 80 anni dall' evento (1908)...
Inoltre Zoblin era già stato criticato dai colleghi in passato perchè affermava di aver trovato nelle torbiere il resti del coprpo cosmico, (le analisi mostravano elementi riconducibili anche ad un esplosione vulcanica avvenuta proprio nel 1908 ), perchè non ha presentato allora i suddetti reperti, come ulteriore prova alla sua teoria?



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Cita:
Quello che lascia perplessi nella ricerca di Zoblin sono le roccie ritrovate, come facciamo a sapere se appartenevano all' oggetto di Tungiska?

Pensandoci bene una soluzione ci sarebbe, finanziare la trivellazione del lago Cheko, dove molto probabilmente si trovano i resti del corpo cosmico di Tunguska e confrontare le analisi...

p.s
nessun filantropo miliardario nel forum vuole contribuire?...[:)]


Ultima modifica di giallop il 04/05/2013, 11:08, modificato 1 volta in totale.


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Alcuni impatti creano numerose micro-crepe nella roccia, rendendola porosa e adatta per i vicini giacimenti petroliferi, non è casuale che anche i petrolieri oggi sono molto interessati ai crateri meteorici, come anche le grandi aziende d'estrazione di metalli prezioni e diamanti.

Se a Tunguska si trovasse il cratere si potrebbero fare speculazioni di questo tipo per invogliare i finanziatori e nuove spedizioni.



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