02/12/2012, 23:42
12/05/2013, 20:25
12/05/2013, 22:58
Angel_ ha scritto:
reveal a mutation rate 45% higher than current estimates for human mitochondria.
13/05/2013, 00:06
13/05/2013, 00:12
Atlanticus81 ha scritto:
Tutto torna!
13/05/2013, 03:47
Una comparazione del DNA mitocondriale di appartenenti alla specie umana di diverse etnie e regioni, suggerisce che tutte queste sequenze di DNA si siano evolute molecolarmente dalla sequenza di un antenato comune. In base all'assunto che un individuo erediti i mitocondri solo dalla propria madre, questa scoperta implica che tutti gli esseri umani abbiano una linea di discendenza femminile che deriva da una donna che i ricercatori hanno soprannominato Eva mitocondriale. Basandosi sulla tecnica dell'orologio molecolare che mette in correlazione il passare del tempo con la deriva genetica osservata, si ritiene che Eva sia vissuta circa 200.000 anni fa. La filogenia suggerisce che sia vissuta in Africa.
In altre parole Eva mitocondriale sarebbe il più recente antenato mitocondriale di tutti gli esseri umani viventi, ma, naturalmente, sua madre, sua nonna, e così via, erano anch'esse parte di questa linea materna.
L'Eva mitocondriale degli esseri umani viventi attualmente non era probabilmente la stessa Eva mitocondriale degli esseri umani che vissero migliaia di anni fa, o che vivranno tra qualche migliaio di anni[1].
Si noti che Eva non deve essere necessariamente il nostro più recente antenato comune.
Il fatto sorprendente che nessun'altra linea esclusivamente femminile sia sopravvissuta dal periodo di Eva, viene assunto come un effetto del caso, piuttosto che della selezione naturale.
I genetisti Lynn Jorde e Henry Harpending dell'università dello Utah hanno suggerito che la variazione del DNA umano è piccolissima se comparata con quella di altre specie e che durante il Tardo Pleistocene, la popolazione umana fosse ridotta a un piccolo numero di coppie genitoriali - non superiori alle 10 000 e forse intorno alle 1 000 - con la conseguenza di un pool genico residuo molto ristretto, la fortissima riduzione della popolazione globale accennata nell'introduzione della voce. Sono state formulate varie spiegazioni per questo ipotetico collo di bottiglia, tra cui la più famosa Teoria della catastrofe di Toba (teoria della catastrofe di Toba tra 75.000 e 70.000 anni fa l'esplosione di un supervulcano al di sotto del Lago Toba, probabilmente il più grande evento eruttivo negli ultimi 25 milioni di anni, rese ancora più rigido il clima del pianeta che già stava attraversando un'era glaciale.)
16/05/2013, 20:52
07/07/2013, 21:23
07/07/2013, 21:50
Wolframio ha scritto:
Sunday 7 july 2013 7 07 /07 /Lug /201317:01
NEGLI USA SONO NATI I PRIMI BAMBINI GM
I primi esseri umani geneticamente modificati del mondo sono stati creati.
08/07/2013, 02:49
16/12/2013, 01:14
La preistoria atomica lungo la linea di Orione
Al di là della vicenda delle piramidi, la cui edificazione mi aveva sempre lasciato parecchio perplesso, da alcuni anni mi sono occupato anche di un altro “filone di indagine archeologica” , e cioè quello riguardante l’apparizione improvvisa, ed ingiustificabile, di alcune tipologie di vegetali il cui sviluppo, nelle forme che ancora oggi ci sono ben note, era per lo meno incomprensibile. Mi spiego meglio : Se analizziamo, ad esempio, il mais, il grano ed il riso, sviluppatisi proprio in Centro America, in Medio Oriente ed in Cina (già interessante il fatto che siamo nei pressi di tre grandiosi siti piramidali), noteremo, grazie a studi di botanica approfonditi ed estremamente interessanti, che tali vegetali, nella forma in cui noi li conosciamo, non hanno certamente un’origine “naturale”, ma risultano essere il risultato di complesse operazioni di bio-genetica.
In tutta questa ricerca mi ha dato un aiuto notevole una valente Biologa Napoletana (che vuole mantenere l’anonimato) che mi ha pazientemente edotto sul fatto che soprattutto la vicenda che riguarda il mais ha letteralmente dell’assurdo. Se analizziamo questo vegetale, ci accorgiamo che in natura esso non è assolutamente in grado di riprodursi autonomamente, ma necessita dell’intervento esterno dell’uomo. I semi non si staccano da soli dal corpo della pianta, sono addirittura contenuti, o meglio serrati, da foglie molto strette, e detti semi, ove cadessero da soli, sarebbero troppo pesanti per spargersi sul terreno ; conseguenza : un sovraffollamento di piantine con sicuro soffocamento. Ora, dato che la natura non crea autonomamente un qualcosa che si estinguerebbe senza intervento umano, la risposta è semplicissima : c’è stato un intervento di biogenetica. Tralascio la comunque interessante considerazione che il Mais sia stato da sempre considerato, anche nella cultura Maya, un dono degli dei.
Mi sono basato solo e soltanto sui vegetali, le cui modifiche, ripeto, sono innegabili e soprattutto, fatto fondamentale, finalmente databili, in base a studi e ricerche molto accurati. E’ un punto chiave : le modifiche risalgono a circa 12.000 anni fa. Ora, tali modifiche si sono verificate nei pressi dei tre grandi siti piramidali che costituiscono l’anello che circonda il nostro Pianeta (Teotihuacan, Giza e Xian). Ebbene, nei pressi di tali tre siti, ci sono strutture circolari, ancora oggi molto ben visibili, in cui sono state effettuate tali modifiche genetiche, per mezzo di esposizione a raggi in grado di causarle, appunto. Discorso lungo e certamente delicato, ma finalmente proponibile in concreto, dal momento che finalmente si può entrare nel “merito” di tali modificazioni genetiche di cui tanto, e da tanto, si parla. Perché solo i vegetali ? Su di essi le prove di una “evoluzione” subitanea ci sono , e sono chiare. E su una materia così delicata è opportuno procedere con estrema cautela.
Ovvia obiezione : e chi garantisce, o può garantire, che sia andata così ? Ecco la novità, assoluta, rispetto ai panorami precedenti : garantisce il fatto che tali procedure e tali “esposizioni”, in tali strutture, (sconosciute esattamente come quelle antichissime), sono state ripetute in tempi molto, ma molto più recenti. In modo talmente identico da risultare sbalorditive. Misure, proporzioni, procedimenti, impianti. E nessuno, o quasi, ne sa nulla, assolutamente nulla. Ma ne ho “scovato” prove e, soprattutto, immagini inequivocabili. Anzi : si assiste ad un fenomeno curioso : spesso la “copia” moderna non è stata tanto “efficace” quanto l’originale antichissimo, cosa che ha obbligato i tecnici “moderni” ad escogitare soluzioni che eguagliassero tali risultati. Parliamo degli anni Cinquanta, laddove non si conoscevano ancora bene le conseguenze dell’esposizione alla radioattività e ben prima che si decidesse di operare attraverso interventi più mirati: i famosi O.G.M. , ossia gli Organismi Geneticamente Modificati.
Negli anni Cinquanta, appunto, si conoscevano talmente poco le implicazioni delle radiazioni, peraltro osservate solo in seguito alle terribili esplosioni atomiche del 1945 in Giappone, al termine del Secondo Conflitto Mondiale, che iniziò una vera e propria corsa alla “modifica atomica”, con tanto di pubblicità ed addirittura la produzione e la vendita di un gioco per ragazzi in cui si poteva fare pratica con materiale radioattivo naturale. Assurdo ma vero. Poi, lentamente, si comprese che c’erano parecchie controindicazioni, compresa la difficoltosa “stabilizzazione” delle mutazioni genetiche così ottenute, ovviamente nei vegetali.
Spesso ho sostenuto come la tecnologia antica sia stata “copiata”, ed il volerlo negare sta diventando stucchevole : la vicenda delle lampadine e delle lampade di Dendera, delle batterie, degli accumulatori, dei tubi a raggi X eccetera, è eclatante, ma certa archeologia ha sempre potuto trincerarsi dietro al solito : “non sono uguali”, “è una fandonia” rifiutando ogni confronto, soprattutto nel merito della questione riguardante una possibile “copiatura” tra antico ed attuale, o moderno. Adesso, ossia nel caso delle modifiche biogenetiche, è praticamente sconosciuto sia l’antico che il moderno, e la cosa diventa indifendibile : come è possibile che strutture vecchie di millenni siano state ricopiate in modo identico negli anni Cinquanta, e poi abbandonate in quanto non se ne riuscivano a stabilizzare i risultati ? I nostri antichissimi bio-esperti erano certamente molto più “esperti” dei nostri. Già negli anni Sessanta si decise di cambiare sistema, ma i campi rimasero, identici a quelli antichissimi. Stavolta, quindi, non c’è solo l’antico da “giustificare”, ma anche il “moderno”, e la cosa diventa particolarmente complessa, quasi stucchevole.
Penso che si stia lentamente arrivando alla saturazione del sistema-archeologia. Si dovrebbe davvero aprire un “tavolo” che cominci ad accettare verità non più contestabili. Anzi, vere e proprie evidenze. Non se ne può più della mancata analisi di siti colossali, tra cui, tanto per fare un esempio, le piramidi in Cina. Fare finta che un sito di 2.000 ed oltre chilometri quadrati con oltre 200 piramidi non esista, è assurdo, o dare ancora per buono il concetto che le piramidi di Giza siano state edificate da Cheope – Chefren – Micerino, con una sorta di “Patente – Faraonica” esclusiva per la costruzione di questi colossi, quando se ne trovano dappertutto in giro per il pianeta, fa realmente ed amabilmente sorridere.
Un’ultima considerazione : gli enormi siti circolari che analizzo nel testo LA PREISTORIA ATOMICA LUNGO LA LINEA DI ORIONE ( ANGUANA EDIZIONI – Sossano – VC), che raccoglie i risultati di questa ricerca, sono talmente poco studiati, sebbene colossali, che uno di essi ho dovuto “nominarlo” io stesso , nel senso di dovergli dare un nome. Ho cercato di farlo nel migliore dei modi. In ogni caso tali grandi strutture circolari, sparse per il pianeta, sono state anche riprese, in fase post-tecnologica, quale modello di iconografia teistica e quale simbologia raffigurante la potenza, proprio come nel caso delle piramidi. Si è trattato di una opera di riproduzione colossale, durata millenni, di cui ci sono tracce evidentissime su tutto il Pianeta. Anche in questo caso si è finalmente potuta fare una analisi organica e completa del diffusissimo fenomeno delle riproduzioni circolari sparse letteralmente su tutti e cinque i continenti.
23/03/2014, 12:11
23/03/2014, 14:36
Infatti Anyahita arrivò sulla Terra per controllare lo sviluppo della civiltà degli abitanti di Joli-Torem, la Terra, ma mentre sorvolò le Montagne di Cobalto l’astronave ebbe un avaria perchè la nebbia offuscò la visuale (ed il campo magnetico presente disturbò gli apparecchi di bordo probabilmente) e si schiantarono contro le montagne.
La collocazione storica di questo avvenimento è molto molto antica e si collocherebbe intorno al 12.800 a.C. Addirittura, secondo questa tradizione, alcuni di questi equipaggi portarono con se dal proprio pianeta di rigine alcuni cuccioli di animali e così fu che sulla Terra comparvero i primi cani di razza Puli ed i primi delfini,
perchè escludere a priori la possibilità che nelle apparizioni di Fatima la figura femminile apparsa non sia in realtà un ologramma di questa figura femminile, che presentata in un contesto fortemente cattolico è stata subito identificata nella Madonna, all’interno di una serie di avvenimenti che presentano caratteristiche simili agli incontri ravvicinati del 2° tipo? Sappiamo tutti benissimo che quell’oggetto che alcuni testimoni raccontano avere mostrato riflessi di tipo metallico e che compì straordinarie evoluzioni nel cielo non poteva essere il Sole perchè altrimenti oggi non esisterebbe più la vita sulla Terra...Potrebbe essere stato invece una astronave di quella civiltà che conosce bene l’uomo essendone alla base del suo sviluppo e che tramite la figura ben conosciuta voleva mandare un messaggio di allerta all’umanità?
- in Sud America Kuszkó-óm.
23/03/2014, 18:39
MaxpoweR ha scritto:
Posso capire portarsi dietro dei cani, ma i delfini? hahaahah
24/03/2014, 03:35
La collocazione storica di questo avvenimento è molto molto antica e si collocherebbe intorno al 12.800 a.C. Addirittura, secondo questa tradizione, alcuni di questi equipaggi portarono con se dal proprio pianeta di rigine alcuni cuccioli di animali e così fu che sulla Terra comparvero i primi cani di razza Puli ed i primi delfini
I primi antenati[modifica | modifica sorgente]
La teoria tradizionale dell'evoluzione dei cetacei era che questi animali fossero correlati con i Mesonychidae, un ordine estinto di ungulati carnivori, simili a lupi e affini agli artiodattili. Questi animali possedevano degli insoliti denti triangolari, simili a quelli delle balene fossili. Per questo motivo, i ricercatori hanno per lungo tempo creduto che i cetacei si fossero evoluti da un mesonichide.
Dai primi anni novanta analisi molecolari su un grande numero di proteine e sequenze di DNA, hanno messo in dubbio questa teoria, asserendo che i cetacei fossero più strettamente imparentati con gli artiodattili, molto probabilmente con gli ippopotamidi. Questo ha portato molti scienziati alla proposta dell'istituzione del taxon Cetartiodactyla, che racchiude al suo interno sia gli artiodattili sia i Cetacei.[1]
La scoperta del Pakicetus, la prima protobalena, supporta i dati molecolari. Lo scheletro del pakiceto dimostra che i cetacei non derivano direttamente dai mesonichidi. Invece, essi sono una forma di artiodattili che tornarono in acqua dopo che questi si separarono dai mesonichidi. In altre parole, le protobalene erano artiodattili primitivi che mantennero degli aspetti dei loro antenati mesonichidi, come i denti triangolari, che invece i moderni artiodattili hanno perso. Un'interessante conseguenza di ciò è che i primi antenati dei moderni artiodattili erano probabilmente almeno parzialmente carnivori, mentre oggi tutti gli artiodattili sono erbivori. I Cetacei, a causa della maggiore disponibilità di prede animali rispetto ai vegetali in acqua, mantennero la dieta carnivora dei mesonichidi.
Pakicetidi, i primi cetacei[modifica | modifica sorgente]
Ricostruzione di Pakicetus, il primo cetaceo
I pakicetidi erano ungulati classificati come i primi cetacei.[2] Vissero nell'Eocene, circa 53 milioni di anni fa. Erano simili a cani con zampe dotate di zoccoli e lunghe e spesse code. Sono state collegate ai cetacei per le orecchie: la struttura della bolla timpanica è costituita solo dall'osso ectotimpanico che circonda il timpano. La forma della regione auricolare del pakicetus è altamente insolita e ricorda solo quella del teschio delle balene, in cui questo carattere è diagnostico. Inizialmente si era pensato che le orecchie dei pakicetidi fossero adattate per riuscire ad udire sott'acqua, ma questi animali invece erano in grado di sentire solo sulla terraferma. La capacità di sentire sott'acqua posseduta dai Cetacei si deve quindi essere evoluta successivamente.[3] Secondo il Dr. Thewissen, i denti del pakiceto ricordano quelli delle balene fossili, essendo simili ai denti di uno squalo, con una forma triangolare.[4]
Ricostruzione di Indohyus
Thewissen ha poi ritrovato la stessa struttura dell'orecchio posseduta dal pakiceto, nei fossili di un piccolo animale simile ad un daino, l'Indohyus, che visse circa 48 milioni di anni fa in Kashmir.[5] Delle dimensioni di un gatto domestico, questo erbivoro condivideva alcune delle caratteristiche dei Cetacei e mostrava segni di adattamento alla vita acquatica, come la presenza di uno spesso e pesante rivestimento attorno alle ossa simile a quello posseduto dalle ossa di alcune creature moderne, come gli ippopotami.[6]
Primi Odontoceti[modifica | modifica sorgente]
Durante il Miocene, l'ecolocalizzazione si è sviluppata nella sua forma attuale, e in questo periodo comparvero diverse famiglie di animali simili a delfini.
I primi Odontoceti includono Kentriodon e Hadrodelphis. Questi possedevano crani simmetrici e probabilmente sono gli antenati delle specie moderne di odontoceti. vissero dal tardo Oligocene al tardo Miocene. Si nutrivano di piccoli pesci ed altri organismi nectonici. Si pensa usassero l'ecolocalizzazione e che vivessero in branchi.
Evoluzione dello scheletro[modifica | modifica sorgente]
Oggi gli arti posteriori dei cetacei sono scomparsi e rimangono solo delle ossa vestigiali nascoste all'interno del corpo. Esse sono usate come ancora per i muscoli dei genitali.
Mentre i primi cetacei come il Pakicetus possedevano le aperture nasali all'estremità del muso, nelle specie successive, come il Rodhocetus, le aperture sono "scivolate" sulla sommità del capo.
Le narici dei cetacei moderni si sono modificate in sfiatatoi. Le orecchie cominciarono ad approfondirsi sempre più, e nel basilosauro, l'orecchio medio cominciò a ricevere le vibrazioni dalla mandibola. I moderni Odontoceti usano il melone per la produzione dei suoni usati per l'ecolocalizzazione.
fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Evoluzione_dei_cetacei
Io comunque non ho ben capito cosa sia questo codice. E' una sorta di cronistoria redatta dalla "stirpe" magiara in cui a rotazione le varie tribù inserivano le loro vicissitudini? Ho capito bene? Un libro della storia magiara in sostanza. E dov'è? PErchè non è pubblico? Insomma sempre la solita storia del non siamo pronti... Inizia un pò a stufare questa scorciatoia.