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Speriamo! ^_^



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MessaggioInviato: 01/07/2013, 13:42 
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Thethirdeye ha scritto:



“Gli Stati Uniti stanno tenendo a freno Cina e Russia, e l’ultimo chiodo nella bara sarà l’Iran, che è, naturalmente, l’obiettivo principale di Israele. Abbiamo permesso alla Cina di aumentare la sua forza militare e alla Russia di riprendersi dalla sovietizzazione, per dare loro un falso senso di spavalderia, questo creerà un crollo più veloce per tutti loro insieme. Siamo come un tiratore sveglio che sfida l’inesperto a prendere la pistola, ma quando ci prova, è bang bang. La prossima guerra sarà così grave che una sola superpotenza può vincere, e siamo noi gente. È per questo che l’UE ha tanta fretta di formare un superstato completo perché sanno che sta arrivando, e per sopravvivere, l’Europa dovrà essere un unico stato coeso. La loro urgenza mi dice che loro sanno benissimo che la grande resa dei conti è alle porte. Oh quanto ho sognato questo momento delizioso. “




Si con la loro grande tecnologia degli F35!!!.[:D]


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MessaggioInviato: 01/07/2013, 16:34 
Guarda che loro li usano limitatamente ai Marines ... per farli partire, eventualmente, da piazzole improvvisate.[8D]



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MessaggioInviato: 05/07/2013, 11:28 
IL “DATAGATE” E’ UN SINTOMO. CIO’ CHE SI PREPARA E’ LA GUERRA - GIULIETTO CHIESA – lavocedellevoci.it -

Per favore, niente indignazione! Sul Datagate si sapeva quasi tutto. C’è una risoluzione del Parlamento Europeo del 6 luglio 2006 che già indica con grande precisione quello che stava accadendo. E anch’essa arrivava in ritardo, perché si trattava di fatti che andavano avanti da oltre un decennio. Io me la ricordo bene perché la votai. Anzi fu votata a grande maggioranza dall’intero Parlamento. Risultati? Nemmeno una virgola si mosse.

La risoluzione aveva un titolo inequivoco: “Intercettazione di dati sui trasferimenti bancari del sistema SWIFT da parte dei servizi segreti americani”. Cosa sia la SWIFT è utile spiegarlo, perché fa piazza pulita di ogni illusione circa le intenzioni di Washington nei nostri riguardi. Altro che caccia ai terroristi! SWIFT significa “Society for Worldwide Interbanking Financial Telecommunications”. Società interamente controllata dal governo statunitense sebbene con sede in Belgio, ma in grado di tenere sotto strettissimo monitoraggio 8000 banche e istituti commerciali di 200 paesi, incluse varie banche centrali.

SWIFT non agiva (non agisce tuttora) di propria iniziativa. Esisteva (esiste) un programma denominato “Terrorist Finance Tracking Program”, dell’Amministrazione americana dell’epoca. Programma deciso a Washington e mai discusso o concordato con l’Europa. La risoluzione del Parlamento Europeo parte proprio da questo punto. State controllando tutto e tutti – dicevano in sostanza i parlamentari europei – a vostro piacimento. Il terrorismo è una scusa. Bisogna rivedere gli accordi e, dove non ci sono, bisogna fissarli ex novo. Anche perché – così suonava il testo della risoluzione -”le informazioni registrate dalla SWIFT, alle quali le autorità statunitensi hanno avuto accesso, riguardano centinaia di migliaia di cittadini dell’Unione Europea, visto che le banche europee utilizzano il sistema di messaggistica SWIFT per i trasferimenti interbancari di fondi a livello mondiale, e che da SWIFT passano quotidianamente milioni di bonifici e di transazioni bancarie”.

Un tale potere, come può capire chiunque dotato di un minimo di discernimento, dovrebbe consentire controlli molto raffinati su tutti i movimenti di riciclaggio di denaro sporco, che invece sembrano miracolosamente esenti da ogni rischio d’indagine. SWIFT controlla le banche svizzere, dove passa di tutto; controlla i trasferimenti che riguardano l’Iran, la Russia, la Cina, il Brasile. Controlla tutto ciò che entra ed esce dagli offshore (quasi tutti britannici), ma non ha dato alcun contributo a fermare i capitali provenienti dal commercio della droga. Analogo silenzio riguarda le fughe di capitali, l’evasione fiscale, inclusa quella dei contribuenti americani più importanti. Dunque un controllo – per usare un eufemismo – molto “selettivo”.

Per questo la risoluzione concludeva dichiarando la “ferma opposizione” nei confronti di “qualsiasi tipo di operazione segreta sul territorio dell’Unione Europea che si ripercuota sulla privacy dei cittadini europei”, aggiungendo la propria “profonda preoccupazione” che “operazioni di questo tipo avvengano senza che ne siano informati i cittadini europei e i loro rappresentanti parlamentari”. Esortando infine “gli Stati Uniti e i loro servizi di intelligence e di sicurezza ad agire in uno spirito di fattiva collaborazione e a notificare ai loro alleati le operazioni di sicurezza che intendono condurre sul territorio europeo”.

Quanto “fattiva” e “collaborativa” sia stata la risposta lo possiamo misurare nel 2013, alla luce di quanto sta emergendo dopo le rivelazioni di Edward Snowden. E questo non può che gettare un’ombra scura sul negoziato interatlantico che sta per cominciare – per altro circondato da troppi misteri – con l’obiettivo dichiarato di creare sviluppo nell’area occidentale. L’obiettivo non dichiarato è invece molto più politico che commerciale: è l’intesa tra gli Stati Uniti e gli alleati europei degli Stati Uniti per rafforzare ancor più tutti i legami di subordinazione europea in una fase in cui gl’interessi europei sempre più visibilmente cominciano a dissociarsi da quelli americani.

Ma lo scandalo del “Datagate” mette tutti in difficoltà. Perfino Hollande, maggiordomo francese, è costretto a dichiarare che sarà difficile trattare con chi ci spia. Un diplomatico occidentale, che desidera mantenere l’anonimato, si è espresso nei giorni scorsi in una felice battuta all’interno di un quadro piuttosto fosco: “E’ come se due ladri decidessero di scambiarsi le chiavi dei rispettivi appartamenti. Solo che, mentre avviene lo scambio, uno dice all’altro: scusa ma devo avvertirti che le chiavi del mio sono false”.

In realtà la faccenda è assai più complicata e grave dei soli controlli bancari e queste reazioni europee di finto stupore non fanno che alimentare la sottovalutazione. I controlli rivelati da Snowden riguardano infatti praticamente tutte le comunicazioni, interne ed esterne agli Stati Uniti. Non è la vita privata dell’uomo della strada ad essere messa sotto osservazione: sono le vite private di tutti i dirigenti politici a essere oggetto dello spionaggio. E sapere tutto di loro significa poterli ricattare in ogni momento, visto che di santi, in questa valle di lacrime, ce ne sono davvero pochi. Ecco perché i Napolitano e i Van Rompuy, i Barroso e gli Schultz, gli Hollande e i D’Alema fanno le sante madonnine indignate. Perché sanno di essere sotto ricatto, dal primo all’ultimo. Ecco da dove deriva la nostra sovranità limitata, anzi limitatissima: dal fatto di essere una colonia dell’Impero, retta da maggiordomi in livrea che preferiscono salvaguardare carriera e privilegi piuttosto che dire la verità ai loro sudditi inebetiti.

E ci sono ancora due risvolti da esaminare, che sono rimasti fuori dall’obiettivo delle telecamere. E non per caso. Il primo è che l’Impero in declino non è più in grado di controllare il mondo. Non lo è più dal momento che altri protagonisti emergono sulla scena mondiale, al di fuori dell’Occidente, dove l’Impero continua a dominare. Ecco dunque che possiamo osservare con precisione come le classi dirigenti esterne all’Occidente, determinate a non lasciarsi trascinare nel suo collasso, cercano di costruirsi una via autonoma di uscita dalla crisi planetaria. E, poiché non si fidano di Washington, e poiché hanno leadership non subordinate (o non del tutto condizionate) agl’interessi di Wall Street e Londra, eccoli cercare altre soluzioni.

Sto parlando del cosiddetto BRICS Cable, un progetto davvero strategico il cui obiettivo primario è appunto quello di sottrarsi al controllo e al condizionamento (leggi al ricatto) di Washington. E’ un progetto che entrerà già in funzione nel 2014, che costerà 1,5 miliardi di dollari e che sarà pagato dai cinque paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina, Sud-Africa), ai quali è già previsto si assoceranno, dividendosi spese e vantaggi, altri dodici paesi tra quelli che, un tempo, si chiamavano i “non allineati”. Comunque al di fuori dell’OCSE, cioè dell’Occidente.

Un cavo lungo 34.000 chilometri, che permetterà collegamenti diretti, senza intermediari, tra i cinque nuovi giganti emergenti, anzi già abbondantemente emersi. Essi hanno capito (e nel vertice di Nuova Delhi del 2012 hanno tirato le somme) che era impellente prendere decisioni strategiche proprio in tema di comunicazioni. Non solo per evitare di essere banalmente derubati di informazioni sensibili e cruciali, ma per poter impedire a eventuali nemici di “disconnetterli”. Insomma: più reti altrui sei costretto ad attraversare, più è probabile che tu sia intercettato. Più sono gli “hubs”, i nodi da superare, più saranno i controllori che guarderanno ciò che stai facendo e potranno prendere le loro eventuali contromisure. Per esempio una comunicazione tra Cina e Brasile, in questo momento, deve attraversare due “nodi” americani. Pensa che festa negli uffici della National Security Agency!

La festa finirà tra non molto, anche se i sistemi tipo MUOS, che gli USA stanno installando in quattro continenti (uno di questi è in costruzione a Niscemi, in Sicilia), uniti a una rete di satelliti geostazionari, stanno già studiando i modi per penetrare anche in eventuali nuove reti comunicative indipendenti. Insomma, la battaglia è aperta e sarà durissima. L’unica cosa certa, al momento, è che l’Europa, – questa Unione Europea, che abbaia al padrone, ma morde i suoi popoli -se ne sta accucciata nel proprio canile, incapace di reagire e di difendersi.

Infine c’è un aspetto che è decisivo e che, appunto per questo, viene ignorato dal mainstream. I sistemi di controllo e di ascolto planetario di cui ormai dispongono gli Stati Uniti e solo loro, hanno anche un altro risvolto: quello direttamente militare. Si tratta di armi, vere e proprie. Probabilmente le più importanti armi per la terza guerra mondiale che si sta velocemente approntando. Perché è già evidente che gli strumenti di controllo sul nemico sono tutti “multi-uso”. Puoi ascoltare, ma puoi anche interferire. Puoi leggere ciò che gli altri scrivono ma puoi anche cancellare. Puoi impedire al nemico di ascoltare, di sentire, di vedere. Puoi bloccare le sue difese. Puoi costringerlo a difendersi da attacchi che prima erano impossibili, e che vanno da improvvise epidemie, a modificazioni climatiche violentissime. Tutto questo è già possibile e il “Datagate” che qui stiamo analizzando altro non è che la pellicola protettiva che trovi sullo schermo del cellulare quando è ancora nuovo di zecca.

Noi tutti stiamo vedendo solo la pellicola di plastica, ma non ci è dato capire cose sta davvero accadendo. Qui sta la differenza tra il caso “Echelon”, o il caso SWIFT, e oggi. In questi anni le tecnologie di comunicazione-interferenza-attacco hanno avuto sviluppi mostruosamente veloci. Il progetto HAARP è in piena funzione (ricordo di nuovo il MUOS di Niscemi), lo spazio che circonda la terra è ormai sede di sistemi d’arma che sono stati approntati in vista di uno scontro planetario. E’ possibile entrare in un computer nemico e far esplodere a distanza ogni ordigno, e ogni centrale nucleare. E’ possibile impedire al nemico, magari nemmeno ancora dichiarato, di realizzare un suo progetto qualsivoglia. E’ possibile avvelenare i corpi, oltre che le menti dei sudditi altrui.

E tutti guardano il dito, mentre non vedono la Luna. Il pifferaio magico suona il suo strumento, come un rumore di fondo che impedisce di percepire l’uragano che arriva. La Luna è già scura e sta entrando in una eclisse fatale. Il giovane Snowden è una Cassandra che giunge in ritardo.

Giulietto Chiesa
Fonte: http://megachip.globalist.it
Link: http://megachip.globalist.it/Detail_New ... n-sintomo-

http://www.comedonchisciotte.org/site// ... &sid=12034



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Miseri noi!!!.[:(]


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Giovedì, 18 Luglio 2013 05:35
La NATO in stand-by pronta all'attacco (la base Nato a Napoli)

Come un dispositivo elettronico in modalità d'attesa, il Comando della forza congiunta alleata a Napoli (Jfc Naples) è tenuto ufficialmente in «standby», ossia pronto in qualsiasi momento a entrare in guerra.

Ha ricevuto dal Comandante supremo alleato in Europa (che è sempre un generale statunitense nominato dal Presidente) l'incarico di mantenere in massima efficienza la Forza di risposta Nato - composta da unità terrestri, aeree e navali tecnologicamente più avanzate - in grado di effettuare entro 48 ore «qualsiasi missione in qualsiasi luogo».

Il nuovo quartier generale del Jfc Naples a Lago Patria, costruito per uno staff di oltre 2mila militari ed espandibile per «la futura crescita della Nato», è in piena attività. Stanno arrivando membri aggiuntivi dello staff da tutti i paesi Nato, per una serie di esercitazioni che permettono al Jfc Naples di essere «pronto a operazioni militari come la Unified Protector», la guerra del 2011 contro la Libia. Oggi, nel mirino del Jfc Naples, c'è la Siria. Contro cui la Nato, senza apparire ufficialmente, conduce attraverso forze infiltrate una operazione militare coperta, che da un momento all'altro può divenire scoperta imponendo una «no-fly zone», come fu fatto con la Libia. Avamposto dell'operazione militare contro la Siria è la Turchia, dove la Nato ha oltre venti basi aeree, navali e di spionaggio elettronico. A queste si aggiunge ora uno dei più importanti comandi Nato: il Landcom, responsabile di tutte le forze terrestri dei 28 paesi membri, attivato a Izmir (Smirne). Lo spostamento del comando delle forze terrestri dall'Europa alla Turchia - a ridosso del Medio Oriente (in particolare Siria e Iran) e del Caspio - indica che, nei piani Usa/Nato, si prevede l'impiego anche di forze terrestri, soprattutto europee, in quest'area di primaria importanza strategica. Lo conferma il fatto che il generale Usa Philip Breedlove, da poco nominato dal presidente Obama comandante supremo alleato in Europa, si è recato in luglio a Izmir per accelerare i tempi in cui il Landcom raggiungerà la «piena capacità operativa». Subito dopo, il generale Usa Frederick Hodges, responsabile del comando di Izmir, si è recato a Napoli per coordinare l'attività del Landcom con quella del Jfc Naples. Qui è stato accolto dall'ammiraglio Usa Bruce Clingan, che è allo stesso tempo comandante della Forza congiunta alleata a Napoli, delle Forze navali Usa in Europa e delle Forze navali del Comando Africa. Un gioco strategico delle tre carte, che permette al Pentagono di mantenere sempre il comando: ad esempio, nel 2011 esso ha diretto la guerra alla Libia prima attraverso il Comando Africa, quindi il Jfc Naples, appoggiati dalle forze navali Usa in Europa. E l'Europa? Essa è importante per gli Usa geograficamente, ha chiarito il Comandante supremo alleato a una commissione congressuale: le basi in Europa non sono residui «bastioni della guerra fredda», ma «basi operative avanzate» che permettono agli Usa di sostenere sia il Comando Africa che il Comando centrale nella cui area rientra il Medio Oriente.

Sono quindi essenziali per «la sicurezza del 21° secolo», garantita da una «potente e capace alleanza» diretta dagli Usa, che possiede «24mila aerei da combattimento, 800 navi militari oceaniche, 50 aerei radar Awacs». Una alleanza (questo non lo dice) la cui spesa militare ammonta a oltre 1000 miliardi di dollari annui. Per mantenere sempre pronti alla guerra i comandi, come quello di Napoli, città con un numero record di disoccupati, tenuti in «standby» nella vana attesa di un posto di lavoro.

di Manlio Dinucci

Fonte: Il Manifesto
http://italian.irib.ir/analisi/articoli/item/128685



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MessaggioInviato: 20/07/2013, 17:08 
C'era una volta ....[^]






La Russia scalda i muscoli?

Nella regione dellAmur è stata effettuata la più grande esercitazione militare dai tempi dell’Unione Sovietica



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67,36 KB

La Russia mostra i muscoli e ordina “l’assetto di combattimento” per la più grande esercitazione militare dai tempi dell’Unione Sovietica.

Mobilitati 160mila uomini, 1000 carri armati, 70 navi da guerra e 130 velivoli da combattimento compresi i bombardieri, nome in codice “Orso-H”, che trasportano le bombe nucleari.


Il 13 maggio Vladimir Putin ha attivato la mobilitazione di 160mila uomini, 1000 carri armati, 70 navi da guerra e 130 velivoli da combattimento compresi i bombardieri, nome in codice “Orso-H”, che trasportano le bombe nucleari. “La base russa dei bombardieri strategici Tupolev 95 Ms Bear-H nella regione di Amur sono in stato di combattimento per partecipare alle massicce manovre nel distretto militare orientale” ha annunciato il ministero della Difesa russo.
L’esercitazione si sviluppa in Siberia ed è un chiaro messaggio di forza al Giappone ed i suoi alleati americani oltre che alla super potenza cinese. Stratfor, il think tank vicino alla Cia, ha pubblicato in febbraio un libro dal titolo allarmante: “Il Pacifico asiatico erutterà?”. Tutti guardano alla crisi in Medio Oriente, ma la scintilla di un conflitto ancora più devastante e forse mondiale potrebbe scoccare molto più ad Est. Il Giappone ha conti aperti sia con la Russia che con la Cina sulla sovranità di alcuni isole strategiche. Pechino non ha mai ammorbidito le mire nazionaliste su Taiwan e la Corea del Nord è governata da un dittatore stalinista con un arsenale nucleare puntato su Seul. Gli Stati Uniti entrerebbero automaticamente in guerra se i loro alleati giapponesi, coreani o taiwanesi venissero attaccati. La Russia, che oltre all’Europa si estende dagli Urali fino al Pacifico, vuole dimostrare mobilitando le forze armate che non molla la partita strategica in Estremo Oriente.
Non a caso il 16 luglio lo stesso Vladimir Putin, il nuovo Zar, ha assistito ad una parte della gigantesca dimostrazione di forza sulle isole Sakhalin. Guarda caso il Giappone rivendica nel Pacifico le isole Kurili, che furono occupate da Stalin alla fine della seconda guerra mondiale. Una zona pescosa dove si stima ci siano ricche riserve sottomarine di gas e petrolio. Konstantin Sivkov, un ex ufficiale dello stato maggiore russo, ha spiegato che le manovre sulle Sakhalin simulavano la reazione ad un ipotetico attacco giapponese con l’appoggio americano. La più grande esercitazione russa dai tempi dell’Urss si tiene in un’area strategica a ridosso del confine con la Cina lungo 4195 chilometri. Alexander Khramchikhin, analista militare a Mosca non ha dubbi: “E’ ovvio che la parte terrestre dell’esercitazione è rivolta a Pechino e quella sulle isole al Giappone”

http://www.faustobiloslavo.eu

http://www.ilgiornale.it/news/esteri/ru ... 37285.html



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MessaggioInviato: 23/07/2013, 08:38 
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UPDATED WWIII: Russia mobilita truppe
Caro Diario,
la time line di cui abbiamo piú volte avvertito é in pieno svolgimento.
Mentre la stampa italiana si occupa di litigi razziali e quella americana del caso Zimmerman la situazione in Medio Oriente peggiora di ora in ora.
Israele ha bombardato - per la quarta volta nel 2013 - un obbiettivo siriano partendo probabilmente da una base Turca. Sono state distrutte le armi avanzate che Putin aveva promesso di mettere a disposizione. Pare che la Siria abbia abbattuto un F-16 israeliano, probabilmente usando il sistema anti aereo russo. I quali russi non hanno preso bene l'attacco a pochi chilometri dalla loro base navale: Putin ha ordinato un immediata mobilitazione di 160.000 uomini e dei bombardieri strategici per un "esercitazione a sorpresa". L'esercvitazione é la piú grande dai tempi dell'unione Sovietica. Subito dopo il presidente Russo ha ordinato ai suoi di entrare in uno stato di "prontezza a un combattimento totale". Continueremo a seguire la faccenda con attenzione.
Nei prossimi giorni pubblicheremo l'articolo promesso su Papa Francesco e le profezie delle ECE che ci dará ulteriori elementi di riflessione sugli eventi prossimi futuri.
Fonte:http://corvide.blogspot.it/2013/07/wwiii-russia-mobilita-truppe.html



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MessaggioInviato: 23/07/2013, 08:55 
Cita:
Angel_ ha scritto:

Cita:
UPDATED WWIII: Russia mobilita truppe
Caro Diario,
la time line di cui abbiamo piú volte avvertito é in pieno svolgimento.
Mentre la stampa italiana si occupa di litigi razziali e quella americana del caso Zimmerman la situazione in Medio Oriente peggiora di ora in ora.
Israele ha bombardato - per la quarta volta nel 2013 - un obbiettivo siriano partendo probabilmente da una base Turca. Sono state distrutte le armi avanzate che Putin aveva promesso di mettere a disposizione. Pare che la Siria abbia abbattuto un F-16 israeliano, probabilmente usando il sistema anti aereo russo. I quali russi non hanno preso bene l'attacco a pochi chilometri dalla loro base navale: Putin ha ordinato un immediata mobilitazione di 160.000 uomini e dei bombardieri strategici per un "esercitazione a sorpresa". L'esercvitazione é la piú grande dai tempi dell'unione Sovietica. Subito dopo il presidente Russo ha ordinato ai suoi di entrare in uno stato di "prontezza a un combattimento totale". Continueremo a seguire la faccenda con attenzione.
Nei prossimi giorni pubblicheremo l'articolo promesso su Papa Francesco e le profezie delle ECE che ci dará ulteriori elementi di riflessione sugli eventi prossimi futuri.
Fonte:http://corvide.blogspot.it/2013/07/wwiii-russia-mobilita-truppe.html



Io ci aggiungerei anche che all'inizio del mese di luglio c'e' stata la piu' grande esercitazione Russia-Cina della storia:

http://rt.com/news/china-russia-drills-navy-551/

Inoltre anche i rumors su un possibile intervento americano in Siria stanno crescendo:

http://rt.com/usa/dempsey-syria-us-assad-268/
http://www.zerohedge.com/news/2013-07-1 ... inst-syria

[8] [8]
Qui qualcosa bolle in pentola...e...forse e' per questo che c'e' tutta questa spinta sotto gli F-35, i sottomarini, l'eurogendfor, ecc....



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

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"Chi e' disposto a dar via le proprie liberta' fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza non otterra' né la liberta' ne' la sicurezza ma le perdera' entrambe" - Benjamin Franklin

"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

"Guardati dalla maggioranza. Se tante persone seguono qualcosa, potrebbe essere una prova sufficiente che è una cosa sbagliata. La verità accade agli individui, non alle masse." – Osho

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MessaggioInviato: 26/08/2013, 09:20 
Usa e Londra pronti ad attaccare la Siria - Putin avverte: "Conseguenze saranno gravi"
Damasco: gli ispettori Onu alla ricerca di armi chimiche - Usa sicuri: "Ci sono pochi dubbi sull'utilizzo di gas nocivi"

Sempre più alta la tensione sulla situazione in Siria. La Russia ha infatti messo in guardia gli Stati Uniti sulle conseguenze "estremamente gravi" che avrebbe un eventuale intervento militare nel Paese. Intervento che, secondo la stampa britannica, sarebbe ormai prossimo: la marina inglese sarebbe infatti pronta a unire le forze con gli Stati Uniti per un eventuale attacco missilistico in Siria.

Sarebbe questo uno degli sviluppi possibili in risposta all'escalation dopo il presunto attacco chimico a Damasco dello scorso 21 agosto. L'attacco potrebbe partire già a giorni.

Intanto il presidente siriano Assad fa sentire la sua voce proprio a un quotidiano russo, l'Izvestia, definendo "insensate" le accuse occidentale su un attacco chimico effettuato dal suo regime. Assad definisce anche "destinati al fallimento" i progetti statunitensi di un intervento militare. "L'America ha preso parte a molte guerre - ha spiegato - ma non ha mai raggiunto i suoi obiettivi politici per i quali le aveva scatenate. Ha fallito nel convincere il suo popolo multietnico della giustezza di quelle guerre, come pure ha fallito nell'instillare la sua ideologia negli altri paesi".

Usa: "Pochi dubbi sull'uso di armi chimiche" - Il segretario di Stato americano John Kerry ha telefonato al segretario generale dell'Onu alle sue controparti inglese, francese, canadese e russa per dirgli di avere "molti pochi dubbi" sull'uso di armi chimiche nell'attacco in Siria del 21 agosto. Lo rendono noto fonti diplomatiche. Secondo un responsabile del dipartimento di Stato, Kerry ha detto a Ban Ki-moon, William Hague, Laurent Fabius, John Baird e Sergei Lavrov che "se il regime siriano avesse voluto dimostrare al mondo che non aveva fato alcun uso di armi chimiche durante l'incidente, avrebbe fermato il suo bombardamento nella zona e offerto accesso immediato alle Nazioni unite cinque giorni fa".

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ar ... ime-.shtml


Siria, da Turchia sì a intervento - "Parteciperemo anche senza ok Onu"

Secondo il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davotoglu, la Turchia parteciperà a qualsiasi coalizione internazionale che decida di intervenire in Siria. Questo anche se non fosse possibile raggiungere un più vasto consenso nel Consiglio di sicurezza dell'Onu. "Se si formerà una coalizione contro la Siria - ha spiegato - la Turchia prenderà il suo posto".

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ar ... ento.shtml


Quanti passi mancano alla terza guerra mondiale?!

[:(] [8)] [:(!]



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MessaggioInviato: 26/08/2013, 11:30 
Mah.. non lo so Ufologo, la situazione è preoccupante.

Fino a quando la Russia potrà stare a guardare?!

[8)]



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MessaggioInviato: 26/08/2013, 11:50 
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Atlanticus81 ha scritto:

Usa e Londra pronti ad attaccare la Siria - Putin avverte: "Conseguenze saranno gravi"
Damasco: gli ispettori Onu alla ricerca di armi chimiche - Usa sicuri: "Ci sono pochi dubbi sull'utilizzo di gas nocivi"

Sempre più alta la tensione sulla situazione in Siria. La Russia ha infatti messo in guardia gli Stati Uniti sulle conseguenze "estremamente gravi" che avrebbe un eventuale intervento militare nel Paese. Intervento che, secondo la stampa britannica, sarebbe ormai prossimo: la marina inglese sarebbe infatti pronta a unire le forze con gli Stati Uniti per un eventuale attacco missilistico in Siria.

Sarebbe questo uno degli sviluppi possibili in risposta all'escalation dopo il presunto attacco chimico a Damasco dello scorso 21 agosto. L'attacco potrebbe partire già a giorni.

Intanto il presidente siriano Assad fa sentire la sua voce proprio a un quotidiano russo, l'Izvestia, definendo "insensate" le accuse occidentale su un attacco chimico effettuato dal suo regime. Assad definisce anche "destinati al fallimento" i progetti statunitensi di un intervento militare. "L'America ha preso parte a molte guerre - ha spiegato - ma non ha mai raggiunto i suoi obiettivi politici per i quali le aveva scatenate. Ha fallito nel convincere il suo popolo multietnico della giustezza di quelle guerre, come pure ha fallito nell'instillare la sua ideologia negli altri paesi".

Usa: "Pochi dubbi sull'uso di armi chimiche" - Il segretario di Stato americano John Kerry ha telefonato al segretario generale dell'Onu alle sue controparti inglese, francese, canadese e russa per dirgli di avere "molti pochi dubbi" sull'uso di armi chimiche nell'attacco in Siria del 21 agosto. Lo rendono noto fonti diplomatiche. Secondo un responsabile del dipartimento di Stato, Kerry ha detto a Ban Ki-moon, William Hague, Laurent Fabius, John Baird e Sergei Lavrov che "se il regime siriano avesse voluto dimostrare al mondo che non aveva fato alcun uso di armi chimiche durante l'incidente, avrebbe fermato il suo bombardamento nella zona e offerto accesso immediato alle Nazioni unite cinque giorni fa".

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ar ... ime-.shtml


Siria, da Turchia sì a intervento - "Parteciperemo anche senza ok Onu"

Secondo il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davotoglu, la Turchia parteciperà a qualsiasi coalizione internazionale che decida di intervenire in Siria. Questo anche se non fosse possibile raggiungere un più vasto consenso nel Consiglio di sicurezza dell'Onu. "Se si formerà una coalizione contro la Siria - ha spiegato - la Turchia prenderà il suo posto".

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ar ... ento.shtml


Quanti passi mancano alla terza guerra mondiale?!

[:(] [8)] [:(!]


e già..
doveva fermare il bombardamento
permettere a quelli del commando israelo-saudita
di mettersi in salvo,
ecc.
e dare inizio alla commedia..

evidentemente quelli del commando
hanno avuto la peggio..

che sagoma questo kerry..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 26/08/2013, 13:22 
La dinamica che vediamo in Egitto è quella di uno scontro più ampio: fra Qatar e Fratelli Musulmani da una parte, e Arabia Saudita e fazioni salafite e wahabite dall’altra. In generale, il principale disegno dei Fratelli Musulmani è quello di assumere l’egemonia del Medio Oriente tramite il Qatar, sollevando le varie primavere arabe in Tunisia, Egitto, Libia. È il sogno di un’egemonia assecondato in parte dall’Occidente, illuso che ciò avrebbe portato a un islam democratico. Nulla di più ingenuo dato che in Qatar non si sono mai svolte elezioni libere. Ora assistiamo alla vendetta dei sauditi che vogliono la supremazia nelle zone in cui Fratelli Musulmani hanno cercato di imporre il proprio progetto politico. Quindi lo scontro è interno a tutto il Medio Oriente.

Leggi di Più: Egitto, va in scena l'incapacità di Obama



http://www.tempi.it/egitto-mubarak-inca ... hs5Pn9IMZk


[:107]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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MessaggioInviato: 15/09/2013, 10:46 
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Il missile intercontinentale indiano

L’India ha realizzato oggi con successo un nuovo test di un missile balistico intercontinentale Agni-V capace di raggiungere obiettivi a oltre 5.000 chilometri di distanza, compresi Pakistan, Cina, Russia ed Europa orientale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Ians. Ad un anno e mezzo dal primo test, ha reso noto il ministero della Difesa, il missile e’ stato lanciato oggi dalla base di Bhadrak sulla Inner Wheeler Island, a 200 chilometri da Bhubaneswar, capitale dello Stato orientale di Orissa.


IL TEST – «Il test e’ stato un successo», ha detto il portavoce dell’Organizzazione per la ricerca e lo sviluppo della Difesa (Drdo), R.K.Gupta. L’Agni-V e’ stato sviluppato dalla Drdo a partire dal 1997, ed e’ un’arma che, una volta messa a punto, permetterà all’India di entrare nell’esclusivo gruppo di paesi che dispongono di missili balistici intercontinentali (Icbm) strategici, e di cui fanno parte Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia ed Israele. Pesante 50 tonnellate, l’Agni-V ha una lunghezza di 17 metri ed un diametro di due. Ha tre stadi ed è in grado di trasportare, grazie ad una propulsione a combustibile solido, attrezzatura spaziale, satelliti ed ogive nucleari individuali e multiple.(ANSA)

http://www.giornalettismo.com/archives/ ... e-indiano/



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