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Messaggio di PunkRocker
Dopo aver letto innumerevoli pagine su questo (eccellente) forum, mi trovo davanti ad un problema concettuale.
Cosa diamo per vero ?
Escluso il livello verificabile in prima persona (questo muro è bianco, ieri ero a cena fuori), entra in gioco il fattore "devo credere a qualcuno".
Mi spiego meglio.
"La terra è sferica". Questo lo abbiamo imparato da piccoli dai nostri genitori, ci è stato confermato a scuola e poi crescendo ci siamo resi conto che è perfettamente logico.
Nessuno (oddio, internet è internet) si azzarderebbe a dire il contrario.
Ma molti di noi che non hanno mai preso un aereo, potrebbero dire IPOTETICAMENTE che è tutta una montatura, che i piloti sono tutti pagati etc etc etc.
Naturalmente nessuno sano di mente lo farebbe, però facciamo un passo avanti nella catena della credibilità.
Uno scienziato dice : "Ho scoperto una cura per il raffreddore".
Chi dubiterebbe di tale affermazione ?
Avrà sicuramente dovuto pubblicare i suoi risultati, avrà dovuto rendere conto del suo operato, i media avranno controllato la notizia(oh, c'è chi ci crede!).
E si fa un passo avanti nella catena della fiducia.
Ci fidiamo di qualcuno che si è fidato dell'operato di qualcun'altro che si è fidato della buona fede di un'altro ancora.
E se lo scienziato dicesse : "Ho scoperto la cura per il cancro" ?
Quante volte lo abbiamo sentito dire invano, strillato dai media di mezzo mondo ?
Eppure molti si fidano ancora, a quel livello.
Chi si interessa di Ufologia e quelle che io chiamo "anomalie nei resoconti ufficiali" in generale, a mio parere si muove su una sottilissima linea rossa, che demarca a chi o a cosa diamo fiducia.
A volte, lo ammetto, ho paura di "voler credere per forza a una testimonianza" oppure di dare per scontato (ad. es.) che la NASA spari solo grandi balle (insieme a qualche razzo, ogni tanto).
Perchè, vi chiedo ?
Perchè non ci fidiamo, perchè ci sono DATI oggettivi che non tornano, direte voi (e dico io), perchè ci sono interessi a nascondere tante cose etc.etc.etc.
D'accordo.
Ma nell'era di internet, dove con pochi click si può trovare una montagna di prove "ufficiali-lo giuro sui miei figli- c'è lo scienziato tale che lo dice" su tutto e il contrario di tutto,
vi chiedo,
voi dove tracciate la vostra linea rossa?
cosa è vero per voi ?
Sembrerebbe, non solo dalla tua posizione, ma anche da quella di tante altre persone oggigiorno, che Internet abbia inventato la fede.... scherzi a parte, il problema della "fede" (intesa non in senso religioso, ma generale) e della sottile linea rossa fra "conoscenza" e "fede" non è un problema nato con Internet, ma con la filosofia occidentale, potremmo dire.
Di fatto, la condizione umana non è fatta di conoscenze assolute, ma di conoscenze più o meno probabili.
Da un punto di vista logico, non possiamo nemmeno essere sicuri che esista un mondo fuori di noi e che non sia un'illusione creata dalla nostra mente, o ad arte da un'intelligenza esterna alla nostra, e nemmeno che noi esistiamo come individui, dotati di un io e una coscienza individua e costante. Potremmo anche essere un insieme di fenomeni psichici che credono di essere un individuo unico ed inseparabile.
Perciò anche il fatto che una idea ci sembri "logica" e "coerente" non può essere una certezza assoluta, in quanto tale logicità e coerenza potrebbe in realtà fondarsi su una nostra ristrettezza di idee ed immaginazione di cui non ci rendiamo conto, così come un cieco non può immaginare i colori fino a quando li ha visti.
Bella fregatura, vero?
L'uomo è in certo modo "condannato a credere in qualcosa", perché una qualche scelta la deve fare, e lo scetticismo della razionalità non può dare risposte alle domande esistenziali alle quali comunque dobbiamo dare una risposta.
La risposta che mi sono dato io è stata una risposta di equilibrio: la logica e la razionalità sono importanti, ma non sono assolute perché non possono trovare la risposta a tutte le domande. A molte, ma non a tutte.
E la razionalità mi dice che l'Ignoto di fatto è il compagno costante di questa creatura che è l'uomo, colui che è "condannato a credere in qualcosa, perché non ha altra scelta che credere, quando non può sapere".
Ora, l'esistenza dell'Ignoto implica che la mente umana deve confrontarsi con esso.
Che l'Ignoto esista è indubitabile, in quanto sono gli stessi limiti della nostra conoscenza a dircelo: ci sono moltissime cose che non sappiamo, che non conosciamo. L'uomo è perso nell'immensità dell'universo, ed è solo con le sue domande.
Di fatto, se io non posso credere a tutte le dicerie che corrono sulla rete, non posso neanche credere a chi vende certezze. Né in un senso, né nell'altro.
Non posso, non devo credere né a chi crede a tutto, né a chi non crede a niente. La verità, quando viene scoperta, è sempre lontana da tutti gli estremi inventati dall'uomo.
Di regola, mi affido a chi cerca di considerare tutte le possibilità, anche quelle inusuali, perché spesso la verità viene proprio dall'inusuale, e non dall'ordinario.
E non sono il solo a farlo. Proprio per questo, ho fatto una scelta di fede sulle capacità dell'uomo: possiamo raggiungere una qualche verità, se vogliamo.
Soprattutto se noi guardiamo all'insieme, e non al singolo caso, al singolo particolare.
Per questo dico sempre che per conoscere i problemi dell'ufologia e di altre scienze alternative, bisogna cercare di imparare da tutti i campi della conoscenza umana. Non solo le scienze naturali, ma anche quelle umanistiche.
E' da una visione d'insieme della verità, che scaturisce la possibilità di trovare una visione coerente e veridica del mistero della vita aliena e dei suoi rapporti con l'umanità, un mistero che fa parte di un mistero per me più grande: quello dell'esistenza stessa dell'umanità.
Da questa visione d'insieme scaturisce anche una serie di metri di giudizio che ti permettono di stabilire cosa può essere vero e ciò che può essere eliminato come bufala o truffa.
Ed è da questa visione d'insieme che possono scaturire indicazioni per la ricerca, nella speranza che un giorno si possa comporre questo vasto puzzle che è il mistero degli UFO.