Un risultato super», che consentirà «altri quattro anni di successi». Sono le prime parole, agghiaccianti, della regina neoliberista Angela Merkel dopo il trionfo del referendum a cui ha sottoposto se stessa, chiedendo ai tedeschi il via libera per continuare a far precipitare nel baratro il resto dell’Europa. Con oltre il 40% dei voti e ora la prospettiva di prolungare fino a 12 anni la propria stagione di potere, la Merkel è il primo leader di un paese europeo a ottenere la conferma degli elettori dopo l’inizio della grande crisi, la tempesta economico-finanziaria innescata dall’Eurozona. “Alternativa per la Germania”, il partito anti-euro, non entra neppure in Parlamento, dove probabilmente anche la cancelliera dovrà rassegnarsi alle “larghe intese” con l’incolore Spd, mentre né i Verdi né la Linke hanno mai attaccato frontalmente – come necessario – il sistema egemonico dell’Unione Europea che mette in croce i popoli, cominciando dai più deboli. Con il plebiscito tributatole dai tedeschi, a cui ha mentito – raccontando loro di aver frenato il Sud Europa “spendaccione” – la Merkel rischia di far impallidire persino il ricordo della “strega” Margaret Thatcher.
Tra i primi a presentare le proprie congratulazioni alla zarina di Berlino il presidente francese François Hollande: il socialista che voleva a tutti i costi Van Rompuy e la Merkella guerra in Siria si è affrettato ad invitare la Cancelliera all’Eliseo «per prepararsi alle sfide del futuro». Il belga Herman Van Rompuy, esponente Bilderberg dell’élite finanziaria mondiale che ha progettato il disastro dei nostri paesi, come presidente del Consiglio Europeo si augura di «proseguire la stretta collaborazione» con la Merkel, «fiducioso che la Germania e il suo nuovo governo continueranno il loro impegno». Impegno che, orwellianamente, viene definito «un contributo alla costruzione di una pacifica e prospera Europa a servizio di tutti i cittadini». Pacifica e prospera Europa: quella che, da Atene a Madrid passando per Roma e Lisbona, sta letteralmente cadendo a pezzi. Buon ultimo, da Toronto, il semi-premier italiano Enrico Letta si è congratulato con la cancelliera «per il brillante risultato elettorale». A urne ancora aperte, Letta annunciava: «Se dovessero essere confermati i primi dati e il partito anti-euro dovesse rimanere fuori dal Parlamento, sarebbe un buon segnale per l’Unione Europea», quindi un pessimo segnale per tutti noi.
Campane a morto, dunque, dal voto tedesco: ora, «i mercati dovrebbero festeggiare la vittoria europeista dittatoriale», scrive il blog finanziario “Il Punto – Borsa-Investimenti”. Ma gli sciacalli della speculazione che sta stritolando l’Europa non sono i soli a festeggiare: anche la Casa Bianca, scrive Maurizio Molinari sulla “Stampa”, ha tifato per la cancelliera, in apparenza distante dalla politica imperiale Usa. Gli interrogativi si concentrano sulle possibili svolte euro-atlantiche che Angela Merkel – dopo i “no” sul nucleare e sulla guerra in Siria – potrebbe firmare nel breve periodo. «La domanda a cui le elezioni devono rispondere è se la Germania, la più potente nazione dell’Europa, può guidarla verso la realizzazione di un’Eurozona competitiva e di Unione Europea forte e credibile», sostiene sulla “New York Review of Books” lo storico britannico Timothy Garton Ash. Enrico LettaPensiero che la rivista “Foreign Affairs” traduce così: «Angela Merkel, una volta rieletta, dovrà affrontare le turbolenze dell’Europa che lei stessa ha contribuito a creare».
Per il magazine “Time”, ora la cancelliera «accelererà le decisioni per rafforzare l’Eurozona», cioè la camicia di forza nella quale le nostre economie dissanguate dai diktat di Bruxelles e Francoforte stanno soffocando. Per Benn Steil e Dinah Walker, europeisti del “Council on Foreig Relations”, «potrebbe avere inizio una fase assai più preoccupante di quella trascorsa», per il possibile via libera di Berlino all’uscita della Grecia dall’Unione Europea. Il rigore europeo a guida tedesca, avverte l’economista italo-danese Bruno Amoroso, rischia di far “scoppiare” l’Italia entro pochi mesi, prospettando per l’Europa una fine catastrofica, paragonabile a quella della Jugoslavia: un mercato del lavoro a basso costo è esattamente l’obiettivo dell’export della Germania, che chiese la testa di competitori come l’Italia, in cambio della rinuncia al marco imposta dalla Francia per autorizzare l’unificazione tedesca. Judy Dempsey, della Fondazione Carnegie, vede un futuro in cui la miope Germania unita – a cui sono state improvvidamente consegnate le chiavi dell’ex frontiera europea con l’Urss – ora dovrà «rafforzare le relazioni transatlantiche» e «cimentarsi con il primato americano in Asia», sfidando la Cina e coinvolgendo anche Judy Dempseyl’Europa nello scontro geopolitico all’orizzonte.
In altre parole: la Merkel getterebbe la maschera e si preparerebbe a sostenere la guerra globale dell’Occidente, accanto alla potenza americana che si è appena confrontata con la Russia attorno al pericoloso teatro bellico di Damasco. Secondo questa interpretazione, osserva Molinari, il basso profilo finora tenuto da Berlino sulla crisi siriana «lascerà assai presto il posto a posizioni più marcate sui temi della sicurezza, a cominciare dalla questione del programma nucleare dell’Iran». Non è bastato il martirio della Grecia: votando la Merkel, i tedeschi intendono continuare la guerra sociale contro i popoli europei già sull’orlo del collasso. Ma ora, dicono svariati osservatori, li aspetta anche un’altra guerra: il conflitto imperiale dell’élite euro-atlantica contro il resto del mondo. Ultima fermata per un possibile risveglio dall’incubo, le elezioni europee del 2014: a patto che il Sud Europa si liberi dei suoi attuali politici, quelli che oggi si inchinano alla signora di Berlino e rinnovano il giuramento di fedeltà all’euro, il nemico numero uno dei loro popoli.
Fonte:
http://www.libreidee.org23.09.2013
perse,x dominare l'europa,la germania e' riuscita nell'intento x via finanziaria, ma i disastri non sono meno dolorosi di quelli derivati dai conflitti..................
![Arrabbiato [:(!]](./images/smilies/UF/icon_smile_angry.gif)