The sabotage of the Fordo uranium enrichment facility’s power lines on Aug. 17 gave Israel Prime Minister Binyamin Netanyahu extra leeway to move his original red line for Iran from late September 2012 – now – to the spring or early summer of 2013. The disruption of the underground enrichment plant's power supply caused several of the advanced IR-1 and IR-4 centrifuges producing the 20-percent grade uranium to burst into flames. Work was temporarily halted and the accumulation of 240 kilos for Iran’s first nuclear bomb slowed down by at least six months, debkafile’s intelligence sources report.
Hence Netanyahu’s new red line timeline of “late spring, early summer” - before which preventive action is imperative - in his speech to the UN General Assembly Thursday, Sept. 27.
Our military sources report that the advantage gained is already proving short-lived. Iran has pounced back fast with two aggressive counter-moves on Israel’s doorstep:
1. Thousands of elite Al Qods Brigades officers and men are being airlifted into Lebanon and Syria and deployed opposite Israeli borders (as debkafile has reported);

2. Shortly before the Israeli Prime Minister rose to speak in New York, Syrian President Bashar Assad again removed chemical weapons out of storage. Some were almost certainly passed to the incoming Iranian units. The weapons’ movements were accounted for as a precaution for “greater security,” but in practice they will be ready for use against Israel when the order is handed down from Tehran.

Friday, Sept. 28, US Defense Secretary Leon Panetta was specifically asked by a reporter if it was believed that “Iran’s Revolutionary Guards or Syrian rebels had been able to get possession of any of the chemical weapons” which the secretary had just disclosed were on the move. He left the door open, saying only that he had “no firm information to confirm this.” That sort of question never comes out of thin air.

It was also the second time in three weeks that the defense secretary mentioned the movements of Syrian chemical weapons out of storage. This time, he said, ‘‘There has been intelligence that there have been some moves that have taken place. Where exactly that’s taken place, we don’t know.” But he did not rule out the possibility that they were being made ready for use.

This non-denial tied in closely with the words heard that day from US Secretary of State Hillary Clinton: “Iran has left no doubt that it will do whatever it takes to protect the government of Syrian President Bashar Assad, Tehran’s staunch ally,” she said.
Syrian chemical weapons movements out of storage, the presence of crack Iranian fighting units on Israel’s borders and Tehran’s determination to keep Assad in power “whatever it takes” hung in menacing silence over Netanyahu’s powerful cartoon presentation of the Iranian nuclear peril.
Already on Sept. 16, the Revolutionary Guards chief Gen. Ali Jafary announced publicly that al Qods Brigades personnel had landed not only in Syria but also Lebanon. The chemical weapons may therefore have already reached Hizballah or be on their way there unbeknownst to US intelligence.
Both Netanyahu and Defense Minister Ehud Barak have repeatedly stated that the transfer of chemical weapons to Hizballah would necessitate Israeli military action.
The IDF’s large-scale military call-up and firing exercise on the Golan of Sept. 19 failed to deter the Iranian military buildup opposite Israeli northern borders in Syria and Lebanon. The Iranian airlift continues and US intelligence has not denied that some al Qods arrivals may now be armed with chemical weapons.
The Iranian threat to Israel is therefore far from static; it is gaining substance and menace, keeping two IDF divisions on call in northern Israel after the exercise was over.
Netanyahu’s red line for preventing Iran achieving a 240-kilo enriched uranium stockpile does not cover an Iranian preemptive attack on the Jewish state before then – as threatened explicitly by the Iranian missiles Corps chief Brig. Gen. Amir Ali Hajizade on Sept. 24.

Neither had Israeli officials anything to say about the Hamas leaders’ trips to Beirut and Tehran this month to sign military accords with the Revolutionary Guards and Hizballah pledging the Palestinian extremists’ participation in an attack on Israel.
The red line on the cartoon bomb which Netanyahu held up so effectively at the UN Thursday covered only one segment of the peril Tehran poses for the Jewish state. A more immediate danger lurks in the north.

http://www.debka.com

Ma va?

Preso dal tuo video...

L’ARMA DEL SILENZIO MEDIATICO



DI MANLIO DINUCCI
ilmanifesto.it

http://www.altrainformazione.it/wp/2012 ... mediatico/

Si dice che il silenzio è d’oro. Lo è indubbiamente, ma non solo nel senso del proverbio. È prezioso soprattutto come strumento di manipolazione dell’opinione pubblica: se sui giornali, nei Tg e nei talk show non si parla di un atto di guerra, esso non esiste nella mente di chi è stato convinto che esista solo ciò di cui parlano i media. Ad esempio, quanti sanno che una settimana fa è stata bombardata la capitale del Sudan Khartum? L’attacco è stato effettuato da cacciabombardieri, che hanno colpito di notte una fabbrica di munizioni. Quella che, secondo Tel Aviv, rifornirebbe i palestinesi di Gaza.

Solo Israele possiede nella regione aerei capaci di colpire a 1900 km di distanza, di sfuggire ai radar e provocare il blackout delle telecomunicazioni, capaci di lanciare missili e bombe a guida di precisione da decine di km dall’obiettivo. Foto satellitari mostrano, in un raggio di 700 metri dall’epicentro, sei enormi crateri aperti da potentissime testate esplosive, che hanno provocato morti e feriti. Il governo israeliano mantiene il silenzio ufficiale, limitandosi a ribadire che il Sudan è «un pericoloso stato terrorista, sostenuto dall’Iran». Parlano invece gli analisti di strategia, che danno per scontata la matrice dell’attacco, sottolineando che potrebbe essere una prova di quello agli impianti nucleari iraniani. La richiesta sudanese che l’Onu condanni l’attacco israeliano e la dichiarazione del Parlamento arabo, che accusa Israele di violazione della sovranità sudanese e del diritto internazionale, sono state ignorate dai grandi media. Il bombardamento israeliano di Khartum è così sparito sotto la cappa del silenzio mediatico.

Come la strage di Bani Walid, la città libica attaccata dalle milizie «governative» di Misurata. Video e foto, diffusi via Internet, mostrano impressionanti immagini della strage di civili, bambini compresi. In una drammatica testimonianza video dall’ospedale di Bani Walid sotto assedio, il Dr. Meleshe Shandoly parla dei sintomi che presentano i feriti, tipici degli effetti del fosforo bianco e dei gas asfissianti. Subito dopo è giunta notizia che il medico è stato sgozzato. Vi sono però altre testimonianze, come quella dell’avvocato Afaf Yusef, che molti sono morti senza essere colpiti da proiettili o esplosioni. Corpi intatti, come mummificati, simili a quelli di Falluja, la città irachena attaccata nel 2004 dalle forze Usa con proiettili al fosforo bianco e nuove armi all’uranio. Altri testimoni riferiscono di una nave con armi e munizioni, giunta a Misurata poco prima dell’attacco a Bani Walid.

Altri ancora parlano di bombardamenti aerei, di assassinii e stupri, di case demolite con i bulldozer. Ma anche le loro voci sono state soffocate sotto la cappa del silenzio mediatico. Così la notizia che gli Stati uniti, durante l’assedio a Bani Walid, hanno bloccato al Consiglio di sicurezza dell’Onu la proposta russa di risolvere il conflitto con mezzi pacifici. Notizie che non arrivano, e sempre meno arriveranno, nelle nostre case. La rete satellitare globale Intelsat, il cui quartier generale è a Washington, ha appena bloccato le trasmissioni iraniane in Europa, e lo stesso ha fatto la rete satellitare europea Eutelsat. Nell’epoca dell’«informazione globale», dobbiamo ascoltare solo la Voce del Padrone.

Manlio Dinucci
Fonte: http://www.ilmanifesto.it

e noi vorremmo incontrare gli alieni?
questi ci guardano da la su e si chiedono "ma se si ammazzano tra loro a noi cosa potrebbero fare? andiamo via va e lasciamo che si scannino.."

Quello che affermo da sempre ...

quel roani è moderato
non scemo..

grazie a dio..

Se non fanno i fessi, non li toccherà nessuno ...

Io penso che la Russia abbia suggerito loro questa nuova stategia, per smontare i piani di attacco all'Iran di Israele.
Però sappiamo bene anche che Israele quando vuole una cosa non cambia facilmente idea, anzi non la cambia proprio, continueranno a dire che l'Iran non è affidabile e che in segreto fabbrica armi nucleari.
Se l'Iran volesse le bombe nucleari le avrebbe comprate già belle che costruite, tecnologiche e a basso costo dal suo stretto alleato Russo.
All'Iran costerebbe 10 volte di più fabbricarsele da se, e l'Iran non è certo uno stato ricco dal punto di vista monetario.

Questa è troppo forte...un reparto militare attivo iraniano con la pagina ufficiale su facebook...

http://notizie.tiscali.it/esteri/feeds/ ... tml?esteri

Israele a Ue: restino sanzioni all'Iran

(ANSA) - TEL AVIV, 4 OTT - "Siamo al culmine di una vasta lotta internazionale contro i progetti nucleari iraniani. La settimana prossima incontrerò dirigenti europei a cui dirò che le sanzioni all'Iran possono sortire l'effetto desiderato se saranno mantenute". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Il mondo - ha aggiunto - non deve lasciarsi tentare dai giochi diplomatici degli iraniani. Le sanzioni non vanno allentate finchè non sarà stato smantellato il loro progetto nucleare militare".

l'unione europea risponderà così >> "Sì signore! ordine eseguito signore!"

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http://notizie.tiscali.it/esteri/feeds/ ... tml?esteri

Khamenei, se Israele attacca reagiremo

(ANSA) - TEHERAN, 5 OTT - La Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha promesso una ''dura'' risposta contro qualsiasi ''atto malefico'' che Israele dovesse compiere contro l'Iran. "Sentiamo le ripetute e odiose minacce dei nemici della nazione iraniana e la nostra risposta a ogni atto malefico contro la nazione iraniana sara' seria e dura", ha detto Khamenei ad una cerimonia militare a Teheran come viene riferito dal sito internet dello stesso leader.

L'America vuol far iniziare la guerra a Israele,avendo le mani legate dall'alto là della Russia.[}:)]

Sì bleffort sarebbe l'ideale per gli USA... ma questa volta mi sembra che sia Israele che vuol fare la guerra a tutti i costi all'Iran, e vuole farla subito!! poi tanto se Israele muove guerra, nessuno ha il coraggio di andargli contro nell'alleanza NATO... anzi è molto probabile che la NATO vada ad aiutare subito Israele...
Comunque anche Israele necessiterà di una ""giustificazione importante"" per cominciare la guerra all'Iran...

Ne ha sempre avute ...