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MessaggioInviato: 09/10/2013, 08:32 
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MaxpoweR ha scritto:

perchè non secoli? :) Se quello che dicono i complottisti è in parte vero sono sempre loro da secoli\millenni altro che anni ^_^


[:D]

Ah beh... quelli che "tirano le fila" sicuramente sono gli stessi attori da secoli/millenni come dici tu caro Max!

Ma per quanto riguarda PD e PDL e più in generale lo strumento politico-economico... beh, quella è una loro invenzione partorita solo recentemente...

Diciamo, in Italia perlomeno, dai tempi del Panfilo Britannia!

[;)]

Berlusconi (così come molti altri, ma il topic è dedicato a lui) è solo uno dei tanti "strumenti" che loro hanno a disposizione nell'ambito del tessuto politico del nostro paese.

Ma nemmeno lui vivrà mille anni, anche se vorrebbe (ne sono certo) carpire il segreto dei suoi 'padroni'... "rettiliani"...

Novello Gilgamesh!!!

[:D] [:D] [:D]

[:p]



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MessaggioInviato: 09/10/2013, 12:33 
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Angel_ ha scritto:

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Ufologo 555 ha scritto:

(Ed anche il fatto che fosse stato lui a bruciare Roma è stata una fesseria! Almeno 300 incendi, più o meno localizzati, si attivavano nella città. Approfittò a dare la colpa ai crisitiani trovandoselo ... bell'e pronto! ma niente di più)

Certamente è impensabile che un imperatore vada in giro ad appiccare incendi...hai mai sentito parlare del termine "mandante"...[;)]


questa storia di nerone
brutt sporco e cattivo

va sfatata..
in realtà era amatissimo dai romani,
sponsorizzava giochi, si mischiava
tra la folla, amava il suo popolo,
personaggio eccentrico ed estroverso..
se vogliamo anche moderno..
nel rapporto/approccio con la gente..

era xciò odiatissimo dai cristiani,
gelosi del suo appeal verso le masse,
che ne hanno distrutto ex post il mito..
(i vincitori decidono la storia, ecc.)

in realtà all'epoca,
dato che le case erano di legno
e il riscaldamento constava di bracieri,
gli incendi erano frequentissimi.



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 09/10/2013, 12:36 
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Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Ronin77 ha scritto:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10 ... ni/737142/

Potreste postare l'articolo che non riesco per favore,si sono scaricate le pile del mouse [:I]


Indulto-amnistia, M5S: “Napolitano padrino
del salvacondotto per Berlusconi”


di Redazione Il Fatto Quotidiano | 8 ottobre 2013

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10 ... qus_thread

Giorgio Napolitano invia un messaggio per chiedere a Camera e Senato di “valutare indulto e amnistia“ e la rabbia dei parlamentari del Movimento cinque stelle esplode in diretta web. Immediato è il collegamento tra la proposta del capo dello Stato e la volontà politica di “salvare” Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva a 4 anni per frode fiscale e dichiarato decaduto dal suo seggio di senatore dalla Giunta il 4 ottobre scorso. Il Partito democratico preferisce non citare direttamente il Cavaliere: ”Subito dopo la legge di stabilità proponiamo di affrontare in una sessione straordinaria” il tema del sovraffollamento delle carceri, “solo al termine di questo percorso si può valutare” un provvedimento di clemenza: “amnistia e indulto sono il punto di arrivo e non di partenza”, ha detto il responsabile giustizia democratico Danilo Leva. Secondo il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza, collegare la richiesta di Napolitano al salvataggio del Cavaliere è una “lettura banale” perché “le vicende di Berlusconi non hanno a che fare con il problema sollevato dal Capo di Stato. Se qualcuno lo pensa se lo tolga dalla testa”. Concetto ribadito anche dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri: “E’ una falsa idea” quella avanzata dal Movimento 5 Stelle che con l’amnistia “si salvi Berlusconi”, ha precisato la Guardasigilli sottolineando che sui provvedimenti di clemenza “decide il Parlamento, che decide per quali reati prevederla e non è mai successo che l’amnistia si occupasse di reati finanziari“.

Un “diktat politico che non risolve il problema del sovraffollamento delle carceri e rischia di servire solo a sanare la posizione di personaggi famosi e dei soliti colletti bianchi“, ha spiegato invece il deputato M5S e vicepresidente in commissione Giustizia Alfonso Bonafede commentando la posizione che terrà il Movimento rispetto al messaggio del capo dello Stato. “Questo messaggio arriva in un momento molto delicato per le vicende del Paese. E rischia di lanciare un messaggio controproducente sulla legalità ai cittadini”, ha aggiunto il deputato ricordando che l’esperienza ha già dimostrato che “con interventi tampone” non si risolve il problema. “Il M5 ha già presentato un piano carceri alternativo in cui, dati alla mano, si dimostra che ristrutturando le strutture esistenti e costruendo un solo carcere nuovo si può risolvere il problema”.





Che Presidente che abbiamo ragazzi.....
Ce lo invidiano tutti... [xx(]


reati finanziari??

noooooooooo,
mai successo..
codesti andrebbero frustati a sangue..

io sono per costruire nuove carceri
(ma cosa aspettano?)
piuttosto che mettere fuori
i criminali..

ma poi tutto il ragionamento
è sballato in sè...

è come se in caso di bronchite,
per sconfiggere la malattia,
si ammazza il paziente..
invece di curare il morbo..
il risultato è analogo,
l'effetto è opposto.


Ultima modifica di mik.300 il 09/10/2013, 12:42, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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MessaggioInviato: 09/10/2013, 12:53 
mik come vedi le carceri potrebbero esserci bastava volerlo

-----------------------------------------------------------------------------------

“Un’anomalia tutta italiana”, l’ha definita il ministro della Giustizia Paola Severino parlando dei 28mila detenuti in attesa di giudizio rinchiusi nelle patrie galere. Durante la presentazione del suo decreto legge, che fra le altre cose prevede la custodia nelle camere di sicurezza delle persone in attesa di processo per direttissima, il Guardasigilli ha ribadito la necessità di agire “tempestivamente” e “senza tentennamenti”.

Eppure c’è un altra anomalia ancora più assurda che andrebbe presa di petto: in Italia ci sono almeno cento penitenziari, inutilizzati, che marciscono abbandonati a se stessi. Oppure, quando va bene, vengono riconvertiti e riutilizzati nei modi più disparati e fantasiosi. Come ad Accadia, un piccolo paesino di montagna in provincia di Foggia, dove hanno in progetto di trasformare il vecchio carcere nel primo centro italiano di produzione di idrogeno da energia rinnovabile.

Un caso isolato? No. A Monopoli per esempio l’ex prigione è stata per anni dimora abusiva degli sfrattati, a Cropani, in provincia di Catanzaro, la casa mandamentale è stata trasformata dal sindaco in deposito per la raccolta differenziata e archivio del Comune. Ad Arena, a due passi da Vibo Valentia, la struttura ospita una onlus, mentre a Petilia, vicino a Crotone, l’edificio diventerà la nuova caserma dei Vigili del fuoco. A Frigento, in Irpinia, i muri delle celle sono stati abbattuti per farne una palestra e una piccola fabbrica. Pochi chilometri più a sud, a Gragnano, la vecchia casa circondariale diventerà un pastificio. Nessuno sa, invece, che fine farà l’istituto di Villalba, in provincia di Caltanissetta, abbandonato dal 1990 e scelto lo scorso anno come set per il film “Pregate, fratelli”.

Si tratta per la maggior parte di case mandamentali, i vecchi istituti di custodia degli imputati a disposizione del Pretore o condannati all’arresto per non oltre un anno. In tutto novanta strutture, che oggi potrebbero rivelarsi utilissime alla luce delle nuove disposizioni del Guardasigilli e, soprattutto, del sovraffollamento cronico dei penitenziari italiani. Eppure per Franco Ionta, capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, “le case mandamentali costruite nei decenni scorsi non rispondono alle reali esigenze del sistema penitenziario. Quando se ne parla si ignora che sono state cedute al demanio già all’inizio del 2000, spesso senza essere mai utilizzate perché antieconomiche”.

Insomma, quegli istituti sarebbero inutili. Ma non tutti sono d’accordo. Non lo è l’Associazione Antigone, che nel report 2011 sul sistema carcerario italiano include molte case mandamentali nell’elenco delle carceri ‘fantasma’ segnalate in Italia. E non lo è neppure la Corte dei Conti, che già due anni fa bocciava la decisione di chiuderle, specificando che la valutazione costi-benefici del ministero avrebbe dovuto comprendere anche “la comparazione tra gli aspetti negativi connessi alla conservazione della funzione penitenziaria degli istituti in questione e le conseguenze, altrettanto e forse ancor di più, negative scaturenti dal sovraffollamento delle carceri”.

In altre parole: viste le condizioni dei penitenziari italiani, forse era il caso di tenere ancora in piedi quelle strutture o, quanto meno, di recuperarle. Anche perché, quando è successo, i risultati sono stati evidenti. Come a Spinazzola, in Puglia, dove la riconversione della casa mandamentale a centro di custodia per sex offenders ha avuto talmente tanto successo da scatenare le ire di detenuti, poliziotti, associazioni, e anche deputati alla notizia della decisione del Ministero di sopprimerla.

Ma nella politica carceraria italiana non c’è spazio per il recupero. La parola d’ordine è solo una: costruire. E far girare soldi. Una montagna di soldi. Oltre tremila miliardi di euro negli ultimi trent’anni, buona parte dei quali appaltati con gare segretate. È il caso, ad esempio, dei nuovi penitenziari sardi, la cui costruzione fu assegnata con gara informale direttamente dal Siit (Servizi integrati infrastrutture e trasporti) di Lazio, Abruzzo e Sardegna. Era il dicembre 2005 e fino a quattro mesi prima a capo della struttura c’era Angelo Balducci, poi nominato presidente del Consiglio Superiore dei lavori pubblici. Eppure, tre dei quattro nuovi istituti furono affidati comunque a imprenditori finiti con lui nell’inchiesta sulla cricca dei lavori del G8 della Maddalena: la Anemone Costruzioni srl per il carcere di Sassari, la Opere Pubbliche spa per quello di Cagliari, e la Gia. Fi. per Tempio Pausania. Tre appalti da duecento milioni di euro, che avrebbero dovuto portare sull’isola carceri nuovissime e ultramoderne già un anno fa. E invece se tutto va bene i cantieri si chiuderanno per la fine del 2012. Quando, cioè, dovrebbe essere finalmente raggiungibile anche il penitenziario di Reggio Calabria: una struttura all’avanguardia, se non fosse che dopo anni di lavori ci si è accorti che manca la strada d’accesso e i detenuti in carcere non possono neppure arrivarci. Una storia grottesca almeno quanto quella di Gela e Rieti. Qui le strade ci sono e le carceri hanno aperto, ma interi padiglioni nuovissimi costati milioni di euro sono ancora sigillati, e i detenuti ammassati in spazi ristrettissimi. Il motivo? Mancano agenti di polizia. Nessuno ci aveva pensato.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01 ... te/182580/

questo dimostra che le carceri potevano gia' in essere sia nuove (ma coso strano mancano i collegamenti o la sorveglianza)sia recuperando le vecchie mandamentali......le solite cose italiane.......[:(!]


Ultima modifica di ubatuba il 09/10/2013, 12:57, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 09/10/2013, 13:04 
Cita:
ubatuba ha scritto:

in Italia ci sono almeno cento penitenziari, inutilizzati, che marciscono abbandonati a se stessi. Oppure, quando va bene, vengono riconvertiti e riutilizzati nei modi più disparati e fantasiosi. Come ad Accadia, un piccolo paesino di montagna in provincia di Foggia, dove hanno in progetto di trasformare il vecchio carcere nel primo centro italiano di produzione di idrogeno da energia rinnovabile.

Un caso isolato? No. A Monopoli per esempio l’ex prigione è stata per anni dimora abusiva degli sfrattati, a Cropani, in provincia di Catanzaro, la casa mandamentale è stata trasformata dal sindaco in deposito per la raccolta differenziata e archivio del Comune. Ad Arena, a due passi da Vibo Valentia, la struttura ospita una onlus, mentre a Petilia, vicino a Crotone, l’edificio diventerà la nuova caserma dei Vigili del fuoco. A Frigento, in Irpinia, i muri delle celle sono stati abbattuti per farne una palestra e una piccola fabbrica. Pochi chilometri più a sud, a Gragnano, la vecchia casa circondariale diventerà un pastificio. Nessuno sa, invece, che fine farà l’istituto di Villalba, in provincia di Caltanissetta, abbandonato dal 1990 e scelto lo scorso anno come set per il film “Pregate, fratelli”.


Ma di che stiamo parlando........ santa miseria.... [xx(]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Un mio pensiero , credo che il problema non sia questa condanna , ma le prossime ,

in un qualche modo si vuole offrire al nano un modo per poi scappare dal paese .

Non sia mai, che una volta in gabbia , gli venga voglia di

PENTIRSI



e vuotare il sacco su tutte le complicità e connivenze degli

ultimi 20 anni ...



IL VASO DI PANDORA


Ultima modifica di barionu il 09/10/2013, 13:39, modificato 1 volta in totale.


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Un certo mea culpa lo faccio riguardo al berlusca; santo non lo è mai stato però quale sarebbe il "santo" di turno? [8)]



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MessaggioInviato: 09/10/2013, 14:52 
Ragazzi... non riuscivo a capire cosa potesse mai avere in mano Berlusconi per portare Napolitano a parlare di indulti e amnistie... poi ho capito! O almeno credo di aver capito... il ricorso alla Corte Europea! Ma certo! Essendo i processi assolutamente forzati e politici se la questione andrà fino in fondo alla Corte Europea è fortemente plausibile che tale organo condanni la magistratura italiana. Voi avete la vaga idea del disastro che ne conseguirebbe per la sinistra?



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MessaggioInviato: 09/10/2013, 15:02 
Cita:
Meryddin ha scritto:

Ragazzi... non riuscivo a capire cosa potesse mai avere in mano Berlusconi per portare Napolitano a parlare di indulti e amnistie... poi ho capito! O almeno credo di aver capito... il ricorso alla Corte Europea! Ma certo! Essendo i processi assolutamente forzati e politici se la questione andrà fino in fondo alla Corte Europea è fortemente plausibile che tale organo condanni la magistratura italiana. Voi avete la vaga idea del disastro che ne conseguirebbe per la sinistra?

Ma infatti la sinistra è morta.... altro che primo partito... [:246]
I sondaggi sono taroccati.



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Cita:
Meryddin ha scritto:

. Voi avete la vaga idea del disastro che ne conseguirebbe per la sinistra?


....ma scusa quale sinistra?ne esiste ancora una?........................[:0]


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Cita:
barionu ha scritto:


Un mio pensiero , credo che il problema non sia questa condanna , ma le prossime ,

in un qualche modo si vuole offrire al nano un modo per poi scappare dal paese .



Quotissimo333333333.


Il nano in gabbia non ci vuole andare.
Ai domiciliari nemmeno (anche se in una reggia, non potrà divertirsi come ha sempre fatto).
I servizi sociali? Maddechè...... Lui? [:81]

Con il suo patrimonio starà più che bene fuori dall'Italia, l'intoccabile fantoccio.
Dopo quattro lustri di infinocchiamento, la fuga è la miglior soluzione per IDDU.


In molti rammenteranno le sue malefatte (molti altri ancora si ostinano a non rendersi conto. Evidentemente le ideologie sono troppo radicate.).

Personalmente lo ricorderò così:

<EMBED WIDTH="150" HEIGHT="150" SRC="http://www.swfcabin.com/swf-files/1367963469.swf" HIDDEN="false" AUTOSTART="true" LOOP="true" volume="100"></EMBED>






E il resto della solita politica itaGliana, continuerà come sempre?

<EMBED WIDTH="260" HEIGHT="192" SRC="http://www.swfcabin.com/swf-files/1381351845.swf" HIDDEN="false" AUTOSTART="true" LOOP="true" volume="100"></EMBED>




..... probabilmente si, mentre i poveri aumentano.




Thick as a brick!














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Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Ma come? Tutti dicevano che non c'era da preoccuparsi per l'azione
proposta dal Presidente Napolitano e...... come volevasi dimostrare......

la Commissione Giustizia del Senato questa notte ha deciso di calendarizzare per martedì prossimo 15/10 l'esame dei disegni di legge sull'amnistia e l'indulto presentati dai senatori Compagna (Gal) e Manconi (Pd). Se venisse approvata la norma contenuta nei 2 ddl ora all'esame della commissione Giustizia del Senato su amnistia e indulto firmati da Manconi e Compagna, l'interdizione dai pubblici uffici del Cav verrebbe cancellata. La norma concede l'indulto alle pene accessorie temporanee se conseguenti a condanne anche solo in parte "indultate".

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 26636.html


Bello eh?




Tra un mese vedremo il nano , la fidanzata del nano e dudù

a Messa a ricevere la Santissima Comunione .



zio ot



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<h1>Quel che resta del berlusconismo</h1>

(di Massimo Introvigne13-10-2013)


Forza Italia nel 1994



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Gli editoriali che si susseguono su diversi quotidiani nazionali hanno un punto in comune. Manifestano, oppure criticano, l'incapacità della sinistra italiana di capire il berlusconismo, e la fretta di ridurlo - come già avvenne per il fascismo - a una semplice «parentesi» nella storia d'Italia. Questo atteggiamento non è casuale. Deriva da un errore sociologico che risale a Friedrich Engels (1820-1895) e alla prima Scuola di Francoforte, attiva in Germania fra le due guerre mondiali e che cercava di mettere insieme marxismo e psicanalisi.

Secondo la visione della storia di Karl Marx (1818-1883) e di Engels, il cammino storico è sì accidentato ma si muove in una direzione precisa: quella del «progresso», che culminerà nella società socialista e nel comunismo. La necessità di questo esito può essere provata scientificamente ricorrendo all'economia, che per Marx è la scienza delle scienze. Questa scienza proverebbe che i «lavoratori» - in particolare, ma non solo, gli operai - sono destinati ad acquisire sempre maggior peso sociale. E, siccome questi lavoratori sono per definizione progressisti - ancorché abbiamo bisogno del Partito Comunista per rendersene conto - ecco che la direzione progressista della storia è ineluttabile.

La Scuola di Francoforte si trovò di fronte al dramma dell'ascesa del fascismo in Italia e del nazionalsocialismo in Germania. I suoi esponenti dovettero ammettere negli anni 1930 che il fascismo e il nazismo erano genuinamente popolari, e che fra i loro sostenitori non c'erano solo «ricchi» ma anche milioni di «lavoratori», il che metteva in crisi la teoria marxista. I «lavoratori», che avrebbero dovuto essere antifascisti, invece erano in buona parte fascisti.

Questo problema - si resero conto i teorici di Francoforte - non era nuovo. Engels se l'era già posto a proposito di movimenti ancora più reazionari, secondo lui, della destra politica: le grandi religioni. Anche queste erano cresciute grazie al sostegno di milioni di poveri, non solo dei ricchi. Com'era stato possibile?

Una prima spiegazione - che Engels usava per Muhammad (570-632), il fondatore dell'islam, ma non è che Gesù Cristo gli fosse tanto più simpatico - era che i leader religiosi fossero affetti da patologie - erano schizofrenici o epilettici - o presentassero quelle deformazioni della psiche che la scienza dell'Ottocento attribuiva ai grandi criminali: e che questa follia o depravazione li rendesse in qualche modo affascinanti. La Scuola di Francoforte applicò la stessa interpretazione ad Adolf Hitler (1889-1945) o Benito Mussolini (1883-1945), riducendoli a casi da manicomio criminale.

Ma la spiegazione non convinceva. Ammettendo anche che Muhammad, o Mussolini, fossero pazzi, non si spiegava perché alcuni pazzi «perdono» e finiscono all'ospedale psichiatrico e altri «vincono» e radunano milioni di seguaci. Quando nella sua totalità la Scuola di Francoforte scappò dalla Germania nazista e si trasferì negli Stati Uniti, l'analisi si fece più sofisticata. Si sostenne che i folli criminali che hanno successo nella storia si distinguono per la loro sagacia nell'uso della propaganda. Theodor Adorno (1903-1969) e Max Horkheimer (1895-1973) diedero persino la colpa ai fumetti, che avrebbero veicolato ideologie «di destra», così sottilmente imposte dalle «destre» ai «lavoratori», incorrendo nei giustificati lazzi di Umberto Eco, uomo di sinistra ma grande estimatore dei fumetti.

La sinistra italiana si è trovata di fronte allo stesso problema con Berlusconi. Finita la Prima Repubblica, la direzione della storia e del «progresso» era chiara: i «lavoratori» avevano vinto - con un piccolo aiuto dei magistrati - e la sinistra sarebbe andata al potere. Invece, nel 1994, vinse Berlusconi, con numeri che dimostravano come non avessero votato per lui solo i «ricchi». La sinistra italiana - rimasta più marxista di quelle di altri Paesi - applicò gli schemi di Engels e della Scuola di Francoforte. Cominciò a sostenere che Berlusconi era un «gangster» - nelle ultime settimane Eugenio Scalfari ha rivendicato più volte di essere stato il primo a usare questa espressione per il Cavaliere, prima ancora che entrasse in Parlamento - affetto da vere patologie psicologiche se non psichiatriche. E continuò con la seconda spiegazione: il gangster malato vinceva grazie alla sua abilità nell'uso dei mezzi di propaganda - stavolta (il progresso vale anche per i cattivi) non i fumetti ma la televisione. La sinistra ha continuato per vent'anni a spiegare il berlusconismo con queste categorie. E ha continuato a perdere.

Giunge ora come un soffio di aria fresca il libro di uno storico accademico, Giovanni Orsina, «Il berlusconismo nella storia d'Italia» (Marsilio, Venezia 2013), che fa piazza pulita di queste idee davvero stantie. Orsina è molto attento a non offendere i suoi colleghi legati alla vulgata marxista, e a chiarire che neppure a lui è troppo simpatico Berlusconi - a sostenere il contrario si rischia di perdere la cattedra o peggio - ma rovescia completamente l'interpretazione corrente.

Se Berlusconi sia o meno affetto da turbe psico-patologiche o sia un delinquente nato è cosa, suggerisce Orsina, che interessa abbastanza poco allo storico o al politologo - meno ancora al sociologo, aggiungo io - dal momento che la vera domanda è perché il suo messaggio abbia avuto successo. Né tutto si può spiegare con la televisione e il denaro. La potenza di fuoco mediatica della sinistra non è mai stata veramente inferiore a quella del Cavaliere. Si tratta dunque finalmente di spostarsi dal mezzo al messaggio, cercando di capire perché i contenuti di Berlusconi abbiano sedotto tanti italiani. Qui sta il centro del libro di Orsina, la cui argomentazione riposa su un'intuizione che mi sembra brillante e corretta.

Per capire Berlusconi, sostiene Orsina, dobbiamo tornare al Risorgimento, quando l'Italia fu fatta contro la maggioranza degli italiani. La classe dirigente politica e culturale del Risorgimento voleva rifare gli italiani. Si riempiva la bocca con l'elogio degli italiani ideali, ma degli italiani reali aveva «ribrezzo». Di qui una robusta politica che Orsina definisce non solo pedagogica ma «ortopedica»: gli italiani andavano rieducati e rifatti, se del caso ingessandoli e intervenendo chirurgicamente. Da questo punto di vista, insiste Orsina, nonostante le evidenti differenze, il fascismo e la Prima Repubblica non furono poi tanto diversi dall'Italia del Risorgimento. Anche il fascismo - e perfino la Prima Repubblica, dal momento che i suoi leader erano cattolici liberali e progressisti che accettavano nella sostanza la narrativa risorgimentale - erano «ortopedici» e volevano rifare gli italiani, considerati intrinsecamente disordinati, lavativi, evasori fiscali, ribelli allo Stato e alle sue leggi.

Rispetto a questa lunghissima storia, Berlusconi rappresentò una vera rivoluzione copernicana. Scese in campo affermando «L'Italia è il Paese che amo» e dichiarando che prima che gli italiani rispettassero le leggi occorreva sincerarsi che le leggi rispettassero gli italiani. Per la prima volta - non in assoluto, ma nell'ambito di forze politiche in grado di vincere le elezioni e andare al governo - qualcuno rovesciava l'ideologia risorgimentale: gli italiani - affermava Berlusconi - sono già fatti, vanno benissimo così o quasi, si tratta semmai di rifare l'Italia, cioè lo Stato e la politica che per decenni si sono costruiti contro il Paese reale.

Miscela di populismo e di liberalismo economico, il berlusconismo - ci spiega Orsina - ebbe enorme successo proprio per questo rovesciamento. Il Cavaliere capì che in Italia c'erano milioni di elettori «di destra» che si turavano il naso e votavano DC ma in realtà non condividevano neppure il dossettismo filo-risorgimentale della classe dirigente democristiana.

Tuttavia - è la seconda parte del libro di Orsina - il berlusconismo è fallito. Non perché alla fine il Cavaliere abbia dovuto soccombere ai giudici - in una loro parte di rilievo, espressione eccellente di quella mentalità «ortopedica» e anti-italiana - ma perché, sottovalutando forse quanto gli «ortopedici» avessero occupato tutti i gangli vitali e culturali della società italiana, non riuscì mai veramente a rovesciarne i metodi e i programmi.

Qui, però, mi separo in parte da Orsina. La rivoluzione di Berlusconi - che ha certo avuto qualche risultato parziale positivo - è fallita non solo per le ragioni indicate dallo storico, ma - o così penso io - perché il Cavaliere non ha mai chiarito, a se stesso e a chi lo ascoltava, che cosa esattamente amasse dell'Italia. Si è limitato per lo più a dire che l'Italia com'era - quella disprezzata dagli «ortopedici» a partire dal Risorgimento - gli piaceva perché era fantasiosa, creativa, intelligente, spiritosa, piena di amore contrapposto all'odio spacciato dalle ideologie. Tutte belle cose, ma che non toccano la sostanza. Gli intellettuali risorgimentali e post-risorgimentali e i loro mandatari politici odiavano e odiano gli italiani non perché sono creativi o spiritosi ma perché sono cattolici. Sono cattolici anche se non vanno a Messa, come dimostrano tante reazioni spontanee agli eccessi del laicismo. Per mentalità personale, per calcolo politico, per timore dei «poteri forti», per i collaboratori che si è scelto Berlusconi non ha mai dato eccessivi contenuti alla sua apologia dell'Italia reale, né è mai arrivato a dire la verità sul carattere intrinsecamente cattolico dell'ethos italiano. Per questo, la sua rivoluzione contro il «partito anti-italiano» è sempre rimasta a metà, e finalmente è fallita.

Ma il libro di Orsina dimostra pure che una critica della cultura «ortopedica» e anti-italiana, anche radicale, ha un grande potenziale elettorale. Dopo Berlusconi, l'errore più fatale che il centro-destra italiano può commettere è quello di diventare la «destra moderna» alla Cameron o alla Chirac che non a caso invocano i vari Scalfari: una destra un po' massonica, laicista, attenta ai «nuovi diritti» che occupi la nicchia meno entusiasta del vasto campo degli «ortopedici» e dia anche lei il suo modesto contributo al tentativo di rifare gli italiani. Questa «destra moderna» non serve e non raccoglie neppure voti: lo dimostra la parabola di Gianfranco Fini. Dopo Berlusconi si tratta dunque non di attenuare, ma al contrario di rafforzare e rendere semmai più dura e radicale la critica al «partito anti-italiano» e alle politiche «ortopediche», una critica che deve necessariamente coinvolgere il Risorgimento, il fascismo e anche la Prima Repubblica. Ma la durezza verbale non basterà. Per cambiare le cose non basta urlare più forte. Occorrerà riempire questa critica di contenuti, scavare nell'ethos nazionale italiano disprezzato e conculcato da centocinquant'anni. Scavando, non si potrà che incontrare il cattolicesimo.

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-que ... o-7498.htm



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MessaggioInviato: 13/10/2013, 11:00 
Non c'è bisogno di scomodare il Risorgimento la cosa è più facile di quanto si creda,la maggioranza del popolo Italiano sperava dopo la caduta della prima Repubblica di avere una vera Sinistra che veramente facesse gli interessi di chi in Italia lavorava e invece si è trovato con un Sindacato che dividendosi e facendo gli interessi della classe dirigenziale,ha confuso pure le idee ai lavoratori,inculcandoci a quest'ultimi l'idea che per andare avanti dovevano cedere dei diritti acquisiti in tanti anni di lotte.
Su questo i lavoratori sono stati presi in giro,in quanto si sono convinti che i diritti acquisiti sfumavano sotto il vessillo di una Sinistra che non lo era più,ne' era rimasta solo il nome.
In seguito uno scaltro imprenditore fattosi le ossa sotto la guida di un politico come Craxi che era " Berlusconi" ,ha capito il malcontento degli Italiani,promettendo le aspettative mai realizzate dai discendenti del vecchio PCI parallelamente alle aspettative dei dirigenti imprenditoriali Italiani e ceto medio alto [:0],cosa impossibile!!, [:D] difatti non è stata realizzata ne l'una ne' l'altra.


Ultima modifica di bleffort il 13/10/2013, 11:06, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 13/10/2013, 12:45 
E adesso, quello che fa finta, è ... Grillo! [;)]



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