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Essere Interdimensionale
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MessaggioInviato: 30/04/2014, 23:53 
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Morlok ha scritto:
La razza umana avrebbe avuto origine nel continente africano per poi spandersi ovunque.


Ormai la "out of Africa" sta in piedi solo con lo scotch. E' come Babbo Natale: finche' ci credi....

Paolo, aka Atlanticus, e' piuttosto ferrato sull'argomento. Forse puo' spiegarci meglio la cosa.....

Cita:
Il problema semmai è su quando sia avvenuto il "diluvio". Se come sembra sia avvenuto in tempi abbastanza remoti,


Definisci cosa intendi per "tempi abbastanza remoti".

Cita:
ovvero in tempi in cui la popolazione "mondiale" era alle sue origini e che i sopravvissuti successivamente si siano sparsi sulla terra, ecco che tutte le popolazioni del mondo avranno il loro "Diluvio"


Ragionevole, direi. Solo che questo cozza non poco con la realta' ufficiale. E se ammettiamo questo allora molto della storia e' da riscrivere.



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MessaggioInviato: 01/05/2014, 12:43 
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zakmck ha scritto:

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Morlok ha scritto:
La razza umana avrebbe avuto origine nel continente africano per poi spandersi ovunque.


Ormai la "out of Africa" sta in piedi solo con lo scotch. E' come Babbo Natale: finche' ci credi....

Paolo, aka Atlanticus, e' piuttosto ferrato sull'argomento. Forse puo' spiegarci meglio la cosa.....

Cita:
Il problema semmai è su quando sia avvenuto il "diluvio". Se come sembra sia avvenuto in tempi abbastanza remoti,


Definisci cosa intendi per "tempi abbastanza remoti".

Cita:
ovvero in tempi in cui la popolazione "mondiale" era alle sue origini e che i sopravvissuti successivamente si siano sparsi sulla terra, ecco che tutte le popolazioni del mondo avranno il loro "Diluvio"


Ragionevole, direi. Solo che questo cozza non poco con la realta' ufficiale. E se ammettiamo questo allora molto della storia e' da riscrivere.




Stiamo parlando di eventi avvenuti quando la popolazione mondiale si tramandava la storia oralmente.
Logico supporre che nel corso del tempo sia stata diciamo "aggiustata".

Se non ricordo male tempo fà ho letto un articolo, ma non ricordo dove, in cui si affermava che la quasi totalità del genere umano ha un unico gene iniziale in comune presente in tutte le popolazioni africane



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« Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire. »
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MessaggioInviato: 01/05/2014, 12:49 
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zakmck ha scritto:

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Morlok ha scritto:
La razza umana avrebbe avuto origine nel continente africano per poi spandersi ovunque.


Ormai la "out of Africa" sta in piedi solo con lo scotch. E' come Babbo Natale: finche' ci credi....

Paolo, aka Atlanticus, e' piuttosto ferrato sull'argomento. Forse puo' spiegarci meglio la cosa.....



Grazie mille per la fiducia...

Qualche anno fa fu scoperto a Kennewick, una località dello stato americano di Washington uno scheletro vecchio di 9000 anni che presentava delle caratteristiche un po' strane: le fattezze del volto sono caucasoidi e non amerinde e il suo DNA mitocondriale contiene l'aploguppo X, tipicamente euroasiatico.

Ciò mi ha incuriosito ed effettuando alcune ricerche sono venuto a scoprire diverse evidenze che mettono in discussione l'impianto accademico tradizionalmente accettato della teoria accreditata come Out of Africa, quantomeno per la Out of Africa II (ovvero quella relativa ai Sapiens).

Ho aperto un thread al riguardo sul quale invito a continuare la discussione per non mandare off topic questo.

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=15715

Qui mi permetto solo di suggerire la lettura di questo link, molto molto interessante, che riproporrò anche nel suddetto thread.

http://www.antrocom.it/MDForum-printvie ... art-0.html


Ultima modifica di Atlanticus81 il 01/05/2014, 12:50, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 01/05/2014, 23:25 
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zakmck ha scritto:

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MaxpoweR ha scritto:

Dal quel che si sa, o meglio, da quel che credo di sapere io, almeno per quel che riguarda il clima terrestre, una grande influenza ce l'hanno le correnti oceaniche.

Un innalzamento della temperatura aumenta il volume d'acqua liquida che va ad interferire sullo scambio energetico effettuato dalle correnti, rallentandole, e nel caso peggiore fermandole e di fatto fermando il trasporto "di energia" e la sua distribuzione.

Ma io non credo basti solo questo; a mio avviso grandissima importanza deve rivestire anche il sole con i suoi cicli.
non a caso il periodo della piccola glaciazione appena terminato ha coinciso con un periodo di picco minimo dell'attività solare se non erro. E non c'erano certo emissioni di CO2 come fandonia da usare per tenere a galla un impianto scientifico astruso.

Noi conosciamo poco il sole ed i suoi cicli solari, di fatto lo osserviamo con sistematicità "scientifica" da massimo 3\4cento anni (almeno noi sapiens 2.0); questo periodo di osservazione temo sia brevissimo per pensare di comprendere, prevedere e conoscerne i cicli e soprattutto le sue ripercussioni sulla terra; queste ultime non sono immediate ma DIFFERITE nell'arco degli anni e possono accavallarsi sommarsi ed elidersi nel corso dei secoli.

Un innalzamento generalizzato può essere causato solo dallo sciogliersi di quantità d'acqua enormi che si riversano nell'arco di poche centinaia di anni negli oceani e nelle valli.

Questo secondo me è il motivo per cui TUTTI i popoli della terra parlano di un diluvio vissuto o tramandato.

Non un diluvio universale quindi, ma centinaia, se non migliaia di alluvioni locali di dimensioni enormi, tali da investire centinaia di migliaia di km quadrati alla volta, al punto da far sembrare ai popoli che li abitavano che TUTTO fosse allagato e sommerso.
Magari e\o sicuramente in intervalli di tempo diversi.


Ok, per lo scioglimento, tutto sommato, ogni ragionamento sembra filare, anche se non sarei proprio cosi tranquillo. Infatti la paleotopografia e' scienza molto complessa e per quel poco che ne so si possono incontrare strane sorprese. Ad esempio non e' cosi scontato che allo scioglimento dei ghiacci corrisponda un aumento del livello delle acque. Almeno le cose non si comportano allo stesso modo in tutti i posti. Infatti, da una parte lo scioglimento (glacio-eustasia) causa una risalita del livello del mare per quei posti che erano gia' liberi dai ghiacci, ma per quelle terre che invece erano ricoperte dai ghiacci si contrappone il fenomeno dell'innalzamento della placca tettonica (glacio-isostasia). Quale effetto e' predominante? Inoltre in quanto tempo si completano queste variazioni? A quanto pare ci vogliono migliaia di anni, non si tratta di fenomeni particolarmente veloci (ad esempio la Scandinavia e' tutt'oggi in fase di sollevamento, e si parla di centinaia di metri durante tutto il processo). Ad essi, inoltre, andrebbero anche affiancati gli effetti di altri fenomeni, come quelli dovuti alla "idroisostasia" e alla "geoidaleustasia". Insomma, un vero ginepraio, tanto che e' stato necessario elaborare numerosi modelli matematici per descrivere questi comportamenti, come ad esempio l'ICE5G/VM2.
Tuttavia da nessuno di questi modelli, cosi come dalle osservazioni sul campo, emergono tempi che possano essere compatibili con il concetto di Diluvio.
In sintesi, non e' possibile causare lo scioglimento di quella imponente massa di ghiaccio in cosi poco tempo e quindi le cause del Diluvio vanno cercate altrove.

Analogamente, se invece prendiamo in esame il processo inverso, quello cioe' della glaciazione, le cose cominciano a diventare ancor meno chiare. Come si puo' spiegare il "trasferimento" di imponenti masse di acqua dagli oceani alle terre emerse durante un periodo di raffreddamento delle temperature? Se fa freddo gli oceani non evaporano e quindi non ci sono perturbazioni. E badate che stiamo parlando di almeno 100 metri di livello delle acque.
E' evidente quindi come sia necessario un fattore aggiuntivo, un qualche cosa che consenta agli oceani di evaporare nonostante vi siano basse temperature. Ma cosa? Io punterei sul vulcanismo dei fondali marini, ma rimane sempre da capire il fattore di innesco.


Cita:
Sarebbe molto interessante analizzare l'esatta collocazione geografica di tutti i popoli che hanno nel loro bagaglio culturale un "diluvio".....

Qualcuno lo ha fatto? esistono studi sistematici di questo tipo?


Non so se esistono studi in questo senso. Io ho trovato questa raccolta amatoriale:

http://www.isisluzzatto.net/progettoarcobaleno/2011/davinci_fuocoacqua/Il%20mito%20del%20Diluvio%20universale%20in%20varie%20culture%20-%20Alberto.pdf

Forse potrebbe essere un punto di partenza.

Cita:
Per quel che riguarda invece marte, il fatto che vi fosse acqua allo stato liquido 200mila anni fa non vuol dire che nello stesso periodo vi fosse anche una civiltà florida e tecnologicamente avanzata o resti di questa; si è potuto benissimo trattare di un fenomeno geologico "locale" causato da particolari condizioni microclimatiche.

Di sicuro, se vi fosse stato un fenomeno CELESTE tale da sconvolgere Marte (ed indurlo a trasformarsi da paradiso terrestre a landa desolata) 200mila anni fa ne rimarrebbero tracce visibili nello spazio con frammenti ed altri detriti cosmici e sicuramente anche sulla superficie rimarrebbero tracce dii impatti. La superficie marziana non è poi così dinamica almeno non tanto quanto quella terrestre ed anche se lo fosse 200mila anni per cancellare tutto sarebbero comunque troppo pochi, sempre rigorosamente IMHO ^_^


Condivido le tue perplessita'. Inoltre gli elementi in nostro possesso sono in effetti ancora insufficienti. Certo che una esplorazione un tantino piu' mirata del suolo marziano potrebbe aiutare non poco.






Traslazione? [;)]



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MessaggioInviato: 01/05/2014, 23:54 
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MaxpoweR ha scritto:
Traslazione? [;)]


Che intendi?



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MessaggioInviato: 15/05/2014, 10:15 
Il culto del cielo e gli UFO nell'antico Egitto

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Non abbiamo bisogno di guardare indietro di 5.000 anni o più per trovare le prove della perplessità degli esseri umani relativa a veicoli metallici che vagano nel cielo. Un fenomeno che gli antropologi chiamano "culti del cargo" che cominciarono ad apparire in remote isole del Pacifico meridionale dopo la fine della seconda guerra mondiale. Gli aborigeni indiani formarono questi culti del cielo dopo la pioggia di doni materiali da parte dei piloti americani e giapponesi.

Questi isolani non avevano mai visto prima gli aeroplani. Quindi immaginate lo shock e la gioia nel vedere volare un bomber carico e gettare scatole piene di cibo e altri beni. Poi immaginate la loro confusione una volta che gli aeroplani svanirono e che il cibo smise di cadere dal cielo.

Nel 1871 il barone russo Nikolai Miklouho-Maclay e i suoi compagni esploratori divennero i primi coloni bianchi a Madang, Nuova Guinea. Quando arrivarono sulle loro enormi navi a vapore, la popolazione indiana nativa in qualche modo credeva che i russi fossero i loro antenati morti da tempo, ora ritornati come dèi. Il barone impressionò i nativi con invenzioni "magiche" come la dinamite, la gomma da masticare, e le lanterne.

Dopo che i russi lasciarono, i nativi pregarano per il loro ritorno, e infine, nel 1884 arrivarono a riva ancora più uomini bianchi. I volti sorridenti degli indigeni non durarono a lungo, gli indiani scoprirono rapidamente che questi stranieri non avevano portato alcuna merce. I coloni tedeschi rastrellarono i nativi e li misero a lavorare nelle loro nuove piantagioni. Gli indiani si sarebbero poi ribellati contro i loro aguzzini, ma scoprirono un'altra invenzione "magica" dell'uomo bianco, il fucile Winchester a ricarica rapida.

In un periodo di decenni, i rapporti razziali tra gli isolani neri autoctoni e i missionari bianchi e industriali provenienti da vari paesi iniziarono a inasprirsi sulle remote isole del Pacifico meridionale. La maggior parte degli isolani credeva che gli uomini bianchi tenessero in ostaggio la loro divinità dentro un vulcano da qualche parte in Australia.

Queste credenze hanno continuato fino alla seconda guerra mondiale, quando i giapponesi iniziarono a occupare la maggior parte delle isole del Pacifico. Grazie alla pioggia di merci, gli isolani ormai credevano che i giapponesi stavano per salvare i loro dei e scacciare i bianchi dalle isole.

I giapponesi erano felici di fomentare queste convinzioni, visto che stavano combattendo per la propria vita contro le forze alleate. Dopo aver ricevuto le armi, la popolazione autoctona era pronta ad attaccare eventuali truppe straniere che non indossavano uniformi giapponesi. I loro nemici indossavano divise mimetiche ed erano bianchi. Immaginate come fossero sgomenti e disorientati dopo aver visto l'aereo da combattimento americano di John Frum sbandare incautamente sul terreno, distruggendo palme e bassa boscaglia fino a fermarsi in modo sicuro dopo aver scivolato attraverso miglia di giungla.

Con il fumo fluttuante dai motori dell'aereo, Frum emerse dall'abitacolo. Gli indigeni corsero fino all'aereo fumante e fissarono curiosamente Frum. Dopo essere uscito dall'aereo, John Frum tolse l'elmo, rivelando caratteristiche africane simili a quelle degli indiani locali. John Frum era un pilota da caccia afro-americano; per gli isolani nativi neri, questa fu una enorme rivelazione.

Una volta che gli isolani videro Frum come un eroe e il suo aereo come simbolo di un culto del cielo, non ci volle molto perché un culto crescesse intorno a lui. Frum inizialmente tirò fuori delle caramelle e socializzò con i nativi fino a quando fu salvato. Dopo aver promesso di tornare e non essendo apparso nuovamente, gli isolani trasformarono John Frum in una divinità. Il culto di Frum ha cominciato a prendere piede subito dopo la fine della guerra.

I nativi costruivano radio di bambù, complete di antenne di legno e tralci di vite per rappresentare cavi elettrici. In queste radio ripetevano le frasi che dovevano aver sentito durante la guerra, compresi termini del gergo militare come "Roger, Foxtrot, Bravo, Passo e chiudo."

Fecero anche una pista di atterraggio e costruirono repliche di aerei di palme e paglia e istituito celebrazioni annuali dedicate al ritorno di John Frum, in cui si dipingevano USA sul petto e issavano un bastone per rappresentare la bandiera americana di fronte ai fucili di bambù a tracolla.

Il moderno culto del cielo mette in luce i molti elementi psicologici sottolineando come abbiamo sempre visto dispositivi tecnologici sconosciuti.

Se gli indigeni primitivi avevano difficoltà a comprendere i bombardieri della seconda guerra mondiale nel 1940, allora come possiamo aspettarci che gli esseri umani antichi non abbiano avuto gli stessi problemi? Quando i nativi del Sud Pacifico non riuscirono a capire come funzionavano gli aeroplani, questo li spinse ad adorare l'aereo. Ciò è legato alla nostra antica credenza nella magia, e al desiderio di relegare qualcosa che non capiamo ai regni soprannaturali. Il culto del cielo visto in tempi moderni rende più facile per noi capire ciò che gli antichi descrivevano migliaia di anni fa.

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Quello che oggi è conosciuto come Il libro egiziano dei morti era chiamato dagli antichi Egizi Reu nu pert em hru, comunemente tradotto come "Le cronache della venuta alla luce del giorno."

Questo libro è una guida importante, piena di riti funerari e istruzioni nella preparazione degli antichi Egizi alla vita dopo la morte. Ma è stato reso disponibile solo in un momento successivo della storia, quando i sacerdoti cominciarono a vendere questo come un manuale su "Come sopravvivere agli Inferi". Una volta che i sacerdoti si resero conto di quanti soldi la gente era disposta a pagare per l'accesso alla vita dopo la morte, è stato avviato un ciclo di controllo delle masse attraverso la religione che continua fino ai giorni nostri.

Il Libro egiziano dei Morti contiene alcune delle più antiche conoscenze scritte del mondo e va molto più in profondità di semplici incantesimi e antichi rimedi. Le collezioni di scritti funerari fecero la loro prima prima apparizione nelle tombe egizie intorno al 1600 a.C. L'esempio più famoso di questo, il Papiro di Ani, è ora conservato in ottime condizioni presso il British Museum di Londra. Questo famoso papiro rappresenta una piccola porzione degli enormi archivi di testi egizi del museo.

Molte sezioni del Libro dei Morti non sono mai stati divulgati al pubblico e risalgono fino a 3500 anni fa. Eppure non abbiamo studiosi che si affannano esaminando attentamente questi documenti nel tentativo di decifrarli. Considerando che oltre il 70 per cento dell'antico Egitto dorme ancora sotto le sabbie calde del deserto, e che gli insegnamenti indigeni dell'Egitto sono diversi da quelli che si trovano nelle traduzioni europee degli ultimi 100 anni, la maggior parte degli studiosi ammette che conosciamo solo il 30 per cento del suo contenuto, al massimo. C'è sicuramente un sacco di spazio per la crescita. Nonostante le diverse traduzioni, il nucleo complessivo dei testi egizi può ancora essere correttamente decodificato.

La nostra ricerca di indizi che portano alla teoria degli antichi astronauti in Egitto inizia con le traduzioni fatte dal rispettato linguista EA Wallis Budge nel libro di Letteratura egiziana comprendente Racconti, Inni, Litanie, Invocazioni, il Libro dei morti e gli scritti cuneiformi, pubblicato nel 1901.

Qui sono riportate varie descrizioni di astronavi che si possono trovare negli scritti egizi. L'opinione dominante è che questi sono semplicemente diversi tipi di imbarcazioni che erano destinate a galleggiare sull'acqua. Ma se gli antichi Egizi vedevano il Nilo, come la Via Lattea, allora perché non pensare che stessero parlando di barche celesti, piuttosto che di barche che attraversavano l'acqua?

Ovviamente, gli egiziani avevano le barche a vela, ma data l'antichità estrema e l'importanza della loro scrittura, sembra più logico che essi stessero descrivendo scene che coinvolgevano antichi plotoni spaziali, forse più vecchi di quelli che ci visitarono durante i giorni di Rama e di Ezechiele.

Leggendo con le nostre menti del XXI secolo, troveremo le citazioni qui sotto (dal libro di Budge) sia poetiche che chiare. Questi primi scritti egiziani, soprattutto quelli riguardanti gli dei nascosti nelle loro stazioni spaziali o porte, descrivono anche, senza dubbio, jet in rapido movimento e veicoli spaziali in grado di viaggiare verso le stelle:

Cita:
Possa l'anima di Osiris Ani, il trionfante, venire avanti con te in cielo, che possa andare avanti nella barca di Motet. Possa egli entrare in porto con la barca di Sektet, e possa fendere il suo cammino tra le stelle senza riposo nei cieli.(Inno a Ra: Papiro di Ani N.10470, foglio 20)


Cita:
Tu passerai sopra il cielo, e ogni volto guarderà te e il tuo percorso, perché tu sei stato nascosto dal loro sguardo. Tu ti mostrerai all'alba e alla sera giorno dopo giorno. La barca Sektet, in cui risiede la tua Maestà, andrà via con la forza; i tuoi raggi [splenderanno] su [tutti] i volti; [il numero] dei tuoi raggi rossi e gialli non può essere conosciuto, né i tuoi raggi luminosi possono essere raccontati. Le terre degli dei, e le terre orientali di Punt devono essere visti, prima di ciò che è nascosto [in te] possa essere misurato. Da solo e da te stesso tu ti manifesti [quando] tu entrerai in essere al di sopra Nu [cioè, il cielo].
(Inno a Ra: Papiro di Ani N.10470, foglio 20)


Cita:
I luoghi nascosti ti adorano, gli anziani ti fanno offerte, e creano per te poteri protettivi. Gli esseri divini che abitano negli orizzonti orientali e occidentali tu trasporti, e quelli che sono nella barca di Sektet traspotano te in giro. (Inno al Sole che tramonta: Papiro di Mut-hetep N.10010, foglio 5)


Ecco un versetto che descrive i nostri "divini" antenati alieni decollare creando un'ondata di fumo e fuoco, in una scena simile ad un lancio di un razzo della NASA:

Cita:
Io sono il remo pronto per la voga, con cui Ra ha trasportato la barca contenente gli antenati divini, e sollevato le emanazioni brillanti di Osiride dal Lago di Fuoco, e lui non è stato bruciato.
(Prevenzione dalle scottature: Papiro di Nu N.10477, foglio 12)


C'è un versetto stupefacente del Dio Osiride che abita in quello che sembra essere un laboratorio scientifico ai fini della clonazione. La nostra conoscenza delle cellule staminali e della clonazione del DNA ha raggiunto il punto in cui possiamo leggere il versetto sotto con un'intera nuova comprensione. Che questa ipotesi sia o meno difficile da credere non toglie la qualità impressionante e senza eguali della poesia:

Cita:
Mi sono seduto nella camera della nascita di Osiride, e io sono nato con lui, e ho rinnovato la mia gioventù insieme a lui. . . Adempio alla carica di sacerdote nelle regioni di sopra, e scrivo lì [le cose] che rendono forte il cuore. . . Vado in giro per cielo nei loro quattro alloggi.
(Scacciando il coccodrillo: Papiro di Nu N.10477, foglio 5)


Ecco una delle descrizioni più profonde e misteriose mai scritte della visita aliena. Tratto dal lavoro di Budge, è visivamente e mentalmente stimolante, alludendo alla clonazione, oltre ad offrire una comprensione dei salti temporali che si verificano durante i lunghi viaggi celesti:

Cita:
Io sono colui che viene avanti, avanzando, il cui nome è sconosciuto. Io sono Ieri e Veggente di milioni di anni, è il mio nome. Passo lungo i sentieri dei divini giudici celesti. Io sono il signore dell'eternità, e decreto e giudico come il dio Khepera. Io sono il signore della corona di Ureret. Io sono colui che abita in Utchat [e nell'Uovo, ed è dato a me di vivere [con] loro. Io sono colui che abita in Utchat quando si chiude, e io esisto della stessa forza. Io vengo avanti e brillo; Entro e vengo a vita. Io sono nel Utchat], il mio posto è sul mio trono, e mi siedo nella dimora di splendore (?) Prima. Sono Horus e attraverso milioni di anni. . . Apro la porta in cielo, io dirigo il mio trono, e apro [la strada] per le nascite [che avvengono] in questo giorno. Io sono (?), Il bambino che marcia lungo la strada di ieri. [Sono] l'oggi per le innumerevoli nazioni e popoli. Io sono colui che ti protegge


Cita:
per milioni di anni, e se voi sarete abitanti dei cieli, o della Terra, o del sud o del nord o dell'est o dell'ovest, la paura di me è nei vostri corpi. Io sono colui il cui essere è stato modellato negli occhi, e io non morirò di nuovo. Il mio piccolo pezzo è nei vostri corpi, ma le mie forme sono nel mio luogo di abitazione. Io sono colui che non può essere conosciuto, ma Quelli Rossi hanno le loro facce rivolte verso di me. Sono quello svelato.
(Abolizione della macellazioni: Papiro N.10477, foglio 6)


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Qui, ancora una volta dal libro di Budge, ci sono più descrizioni di flotte spaziali e dei loro comandanti divini, che non solo hanno imparato l'arte della clonazione e dello spazio, ma anche come nascondersi all'umanità:

Cita:
Sono Ieri, Oggi e Domani, [e ho] il potere di nascere una seconda volta; [Sono] la divina anima Nascosta che crea gli dèi, e che dà pasti sepolcrali agli abitanti del Tuat (inferi), dell'Amentet, e del cielo. [Sono] il timone di levante, il possessore di due facce divine in cui i suoi raggi sono visti. Io sono il signore degli uomini che vengono sollevati su; [Il Signore] che viene avanti da fuori dall'oscurità, e le cui forme di esistenza sono della casa in cui sono morti. Saluto, voi due falchi che siete arroccati sui vostri luoghi di riposo, che danno ascolto alle cose che si dicono da lui, che guidano la bara al luogo nascosto, che conducono Ra, e che lo seguono nel luogo più alto del santuario che sorge sulle alture celesti! Io sono l'inviato divino [?] Della casa di colui che abita nei suoi possedimenti, e sono venuto da Sekhem a Annu per far conoscere l'uccello Bennu e ad esso relativi gli eventi del Tuat. Lasciami camminare in pace; fatemi passare sopra il cielo; permettimi di adorare lo splendore dello splendore [che è nel] la mia vista; fammi volare come un uccello per vedere le genti [?] del Khus in presenza di Ra giorno per giorno, che vivifica ogni essere umano che cammina sulle regioni che sono sulla terra. (Venuta alla luce del giorno: Papiro di Nebseni N.9900, fogli 23 e 24)


Questo versetto contiene descrizioni tecniche sorprendenti ed è ricco di parole che possono essere riferite solo a veicoli spazio-tempo. Si noti anche i riferimenti alla clonazione:

Cita:
Sono risorto, sono risorto come il possente falco [d'oro] che viene fuori dal suo uovo; Io volo e mi poso come il falco che ha una schiena di quattro cubiti di larghezza, e le ali di cui sono simili alla madre di smeraldo del sud. Sono venuto avanti dall'interno della barca Sektet, e il mio cuore s'è portato a me dalla montagna dell'est. Sono sceso sulla barca Atet, e quelli che dimoravano tra le loro genti sono stati portati a me, e si sono inchinati per rendere omaggio a me e salutarmi con grida di gioia. Sono risorto, e ho raccolto me stesso, come il bellissimo falco d'oro, che ha la testa di un uccello Bennu, e Ra entra giorno per giorno a dare ascolto alle mie parole; Ho preso il mio posto tra gli dei primogeniti di Nut.
(Dell'operare trasformazioni: Papiro di Nu N.10477, foglio 10)


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Cita:
Eccomi ora, perché io faccio questo possente barca per viaggiare sul lago di Hetep, e ho portato via con forza dal palazzo di Shu; il dominio delle sue stelle divenute sempre più giovani e rinnovato la sua forza precedente. Ho portato la barca nei laghi della stessa in modo che io possa venire avanti nelle sue città, e ho navigato nella loro divina città Hetep. Il dio Horus rende se stesso più forte come sopra il falco che è mille cubiti di lunghezza e duemila [cubiti di larghezza] nella vita; egli ha attrezzature con lui, e lui viaggia su e vien dove la sede del suo cuore desidera nelle loro città. Lui è stato generato nella camera della nascita del dio della città, egli ha offerte [fatte a lui] del cibo del dio della città, egli compie ciò che qui deve fare, e la loro unione, tutto in materia della camera della nascita della città divina. Quando [egli] sprezza nella vita come il cristallo che avrà mantenuto tutto in esso, e queste cose sono come verso le cose che si fanno nel Lago del doppio fuoco, in cui nessuno gioisce, e in cui sono ogni sorta di cose malvagie. Il dio Hetep se ne va, e ritorna, e se ne va di nuovo in questo terreno che raccoglie insieme ogni sorta di cose per la camera della nascita del dio della città.(Di Sekhet-Hetepet: Papiro di Nebseni N.9900, foglio 17)


C'è un versetto curioso che sembra descrivere una narrazione in prima persona della vista di una navicella spaziale e implica che questa persona abbia fatto un volo spaziale, o le è stato permesso di volare con una flotta. Una parola particolare nell'ultima riga suggerisce che il DNA di antiche scimmie e il nostro potrebbero essere stati incrociati a un certo punto nel passato. Non è un segreto che il nostro DNA ha molto in comune con i primati. Per gli antichi Egizi riferirsi alle scimmie come esseri divini riflette la loro conoscenza del genoma del genere umano:

Cita:
[Ave], voi luminose e splendenti fiamme che mantenete il vostro posto alle spalle di Ra, e che uccidete dietro di lui, la barca di Ra è nella paura di turbine e tempesta; splendete avanti, poi, e rendetevi visibile. Sono venuto [al giorno] insieme al dio Sek-HRA dall'ansa del suo lago sacro, e ho visto i Maat [dee] passare, e gli dei leone che appartengono a loro. Ho creato una via di fronte alla barca di Ra, mi sono innalzato nel suo disco divino. Io sono colui che dimora tra gli dei, vengo, lasciatemi passare avanti nella barca, la barca del signore Sa. Ecco, o Heru-ur, c'è una fiamma, ma il fuoco s'è spento. Ho fatto la [mia] strada, O voi padri divini e le vostre scimmie divini!
(Navigando nella Grande barca: Papiro di Nu N.10477, foglio 28)


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Le Litanie di Ra sono le più esoteriche di tutte le antiche scritture egiziane. Il rito specificato in questo testo è stato ritrovato a Tebe sulle pareti che adornano le tombe dei faraoni. Edouard Naville ha tradotto questi passaggi da testi pubblicati in Francia nel 1875 e oggi conservati al British Museum:

Cita:
Omaggio a te, Ra! Potere supremo, l'unico, il coraggioso, che modella il suo corpo, lui che chiama i suoi dèi [alla vita], quando arriva nella sua sfera nascosta. . . Potere supremo, colui che brilla quando è nella sua sfera, che manda la sua oscurità alla sua sfera, e che nasconde ciò che contiene. . . colui che illumina i corpi che sono all'orizzonte, lui che entra nella sua sfera. . . lui che scende nelle sfere di Ament, la sua forma è quella di turno. . . l'urna delle creature, l'unica, che unisce le sostanze generative, la sua forma è quella di Horus. . . il brillante colui che brilla nelle acque dell'inondazione, la sua forma è quella di Nun, e esce continuamente dalla sua misteriosa caverna. . . Reale Osiris è come uno di quelli che parlano nelle loro sfere nascoste. Dio del disco con i raggi brillanti, il brillante triangolo che appare nel luogo splendente. . . entra verso l'interno del suo disco bianco, si accende l'empireo con i suoi raggi, egli crea, fa che le anime rimangono nei loro corpi, lo lodano dall'alto del loro piedistallo. Egli riceve le acclamazioni di tutti gli dèi che aprono le porte, le essenze nascoste che preparano la strada per l'anima di Ra, e che permettono al Re delle anime l'accesso ai campi. Egli attraversa il suo disco da se stesso.


Le linee di questa litania contengono una vasta gamma di argomenti misteriosi ben oltre quello che possiamo immaginare, figuriamoci ciò che potevano pensare gli umani primitivi.

Se applichiamo quello che sappiamo sulla tecnologia di oggi, alcune delle descrizioni in questo documento sembrano essere di più astronavi che lavorano in collegamento con un altra per esprimere profonda poesia metafisica, le filosofie, le equazioni scientifiche, e più importante di tutti la comprensione della manipolazione genetica e le tecniche di clonazione.

Le radici di questi misteri alieni pre-dinastici possono essere tracciate lungo tutta la strada fino all'inizio della mitologia egizia, dove una dea celeste nota come Hathor sosteneva di essere davvero un alieno proveniente da una galassia lontana.

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[b]16/03/1995 – GLI ANTICHI ARIANI ERANO ALIENI?[/b]
[i]Questo articolo apparve per la prima volta sulla BBS Wild&Hot nel 1995; diviso in quattro parti e a firma di “James Kirk”, appare adesso qui, per la prima volta, su Internet; le note sono state aggiunte in questa occasione (2008).[/i]

[b]Elementi, interrogativi e speculazioni intorno all’ipotesi di un’origine extraterrestre dei Popoli indoeuropei.[/b]
[i]di Fabio Siciliano[/i]

-

PARTE PRIMA:

UNA RAZZA EXTRATERRESTRE?

Chi siamo davvero noi ARIANI? E da dove veniamo?

Siamo forse una delle varie Razze umane evolutesi in modo naturale su questo Pianeta, pur sviluppando caratteri somatici così singolari e vari che ci differenziano così nettamente dalle altri Genti della Terra?

O siamo forse i DISCENDENTI DI ANTICHISSIMI COLONIZZATORI ALIENI che, giunti sulla Terra in epoche remotissime, finirono poi per autodistruggersi con tutta la loro progreditissima civiltà tecnologica a causa di un immane conflitto bellico, condannando così gli scampati a quel terribile olocausto atomico, nostri antenati, a ricominciare da zero il lungo cammino fino a noi in un mondo ostile e primitivo?

Questa serie d’inquietanti – ed affascinanti – interrogativi è tutt’altro che azzardata e priva di fondamenti. Se facciamo riferimento alle più antiche tradizioni, miti, leggende e religioni che costituiscono il più antico retaggio di praticamente TUTTI i Popoli della Terra, scopriamo che gli indizi a riguardo sono incredibilmente numerosi e coerenti.

Tali culture riferiscono, nel quadro d’insieme che contribuiscono a tracciare, circa il fatto che, in una remota antichità, GLI DEI NON SOLO CREARONO L’UOMO SU QUESTO PIANETA MA VISSERO CON ESSO SULLA TERRA PER UN LUNGO PERIODO, insegnandogli i fondamenti della civilizzazione, fino al giorno in cui tali DEI vennero a conflitto fra loro annientandosi reciprocamente e “spezzando” così i legami fra Cielo e Terra.

Questi DEI avevano aspetto decisamente umano e, più precisamente, ariano, ovvero europeo. Erano DEI DALLA PELLE CHIARA, creatori dell’Uomo a loro immagine e somiglianza e portatori di civiltà, sovente dagli occhi e dai capelli chiari anche presso popoli che, all’epoca in cui avevano elaborato le loro credenze, avrebbero incontrato per la prima volta gli esploratori europei addirittura diversi millenni dopo. Ma vediamo qualche esempio.

I MASAI del Kenya raccontano di un popolo celeste d’immortali chiaro di pelle, i cui discendenti scesero sulla Terra.

Le leggende africane circa DIVINITÀ BIANCHE VENUTE DAL CIELO sono assai numerose in tutto il continente.

È assai nota, ad esempio, la leggenda circa LA DEA BIONDA, discesa dalle stelle, che avrebbe regnato, in tempi immemorabili, sull’antico ZIMBABWE, nell’Africa australe. Una leggenda simile si riferisce perfino ad un regno remotissimo dell’attuale SAHARA, quando ancora il deserto praticamente non esisteva e fiumi ed una ricca vegetazione ricoprivano la vasta regione.

Uno dei misteri più spinosi riguarda i DOGON del MALI, un popolo nero che vive abbarbicato sulle scogliere desertiche del Bandiagara. La loro storia e la loro cultura fu oggetto di un’indagine quanto mai approfondita condotta nel secondo dopoguerra dagli etnologi francesi Griaule e Dieterlen e ripresa con sorprendenti risultati dall’orientalista americano Robert K. G. Temple [1].

I Dogon hanno ereditato parte della cultura dei GARAMANTI, un popolo berbero del Nordafrica il cui regno sahariano fu annientato in due fasi successive dai Romani e quindi dagli Arabi. I Garamanti rappresentavano gli ultimi depositari dei misteri religiosi che erano stati dapprima dei SUMERI e quindi degli EGIZI.

Esuli sotto la spinta della pressione islamica, tribù garamanti migrarono nell’Africa sub-sahariana mescolandosi alle popolazioni sudanesi del Mali, trasmettendo a quelle genti le loro credenze, sopravvissute fino ad oggi nonostante l’espansione mussulmana.

I Dogon non sono mussulmani, ma credono fermamente che i signori e creatori dell’Universo abbiano la loro residenza su un pianeta della stella SIRIO e che siano giunti sulla Terra diversi millenni fa, insegnando all’Uomo tutte le arti, la musica, la medicina e l’agricoltura.

Chiamano tali dei “i NOMMO”, messaggeri del dio supremo AMMA, termine legato non solo al dio egizio Amon-Ammone, ma in origine perfino all’espressione sanscrita “Aum” dell’India e al nostro “Amen” odierno, per non dire che nella stessa dottrina islamica l’insieme dei fedeli viene indicato con il termine di “Umma”, ovvero di “Comunità”…

“Umma” come… “Impero Galattico”?

Sirio aveva un’importanza centrale in tutta la Cultura egizia: era la stella legata al mito di Iside e Osiride e presso Sirio era collocato il “TUATH”, l’aldilà, ovvero la dimora degli dei.

I Dogon sono depositari di sconvolgenti conoscenze cosmologiche: conoscono da secoli i Satelliti di Marte, i quattro maggiori di Giove e gli Anelli di Saturno, tutte caratteristiche assolutamente invisibili ad occhio nudo e per le quali sono necessari strumenti ottici che prima di Galileo non erano disponibili neppure in Europa.

Sanno ad esempio che le Stelle, nell’Universo, sono per lo più organizzate in immense spirali, quelle che noi chiamiamo Galassie: un modello del Cosmo che da noi è divenuto dato acquisito solo all’inizio del ‘900.

Ma, cosa assai più sconvolgente, i Dogon asseriscono di conoscere alla perfezione il Sistema di Sirio: secondo loro Sirio è in realtà un sistema di tre stelle; ad occhio nudo se ne scorge solo una, la più luminosa dopo il nostro Sole, ma poi ve ne sarebbe una seconda, “morta” e costituita da una massa dalla densità straordinaria e infine una terza, la meno luminosa, intorno alla quale ruoterebbe “Emme-Ya”, il “pianeta delle donne”, la patria degli dei; e non solo: i Dogon aggiungono che la seconda stella ruoterebbe intorno alla prima in un periodo di cinquant’anni e da secoli ne sanno disegnare l’orbita, la cui ELLISSE costituisce, assieme al “kanaga”, cioè la SVASTICA, il motivo base di tutta la loro architettura.

Ora, occorre notare che tali conoscenze, secondo i Dogon, furono loro trasmesse direttamente dai SIRENIDI, ovvero dai Nommo. E qui occorre notare che, per quanto la cosa possa sembrare assurda, gran parte delle loro asserzioni sono state verificate con enorme precisione.

Che SIRIO “A” avesse una stella compagna, SIRIO “B”, venne ipotizzato solo verso la metà del secolo scorso, ma la certezza giunse soltanto nel 1970, quando fu possibile fotografarla. E non finisce qui. Sirio B è davvero una stella “morta” nel senso che si tratta di una “NANA BIANCA”, cioè di un astro che ha raggiunto lo stesso stadio finale cui giungerà il nostro Sole fra circa 5 miliardi di anni: quando il Sole avrà esaurito l’idrogeno inizierà a “bruciare” elio e diverrà una “gigante rossa”, gonfiandosi fino al punto d’ingoiare la Terra e di lambire Marte; comunque troppo poco massiccio per esplodere in “supernova” per poi finire i suoi giorni come “pulsar” o come “buco nero”, il Sole, una volta esaurita anche la sua scorta di elio, collasserà fino a raggiungere dimensioni comparabili a quelle del nostro pianeta, raffreddandosi sempre di più nell’arco di milioni di anni e perdendo via via luminosità fino a estinguersi del tutto; durante quel lungo processo sarà divenuto una “nana bianca”, la cui materia risulterà compressa al punto tale che 30 centimetri cubi verrebbero a pesare la bellezza di 2.000 tonnellate… Questo elemento, la straordinaria densità della materia delle nane bianche e quindi di Sirio “B” o di “Po-Tolo” come la chiamano loro, costituisce per i Dogon un punto sul quale la loro scienza religiosa pone un enorme accento. COME SI FA A DUBITARE CHE ABBIANO DAVVERO RICEVUTO SIMILI INFORMAZIONI DA CHI DAVVERO LE POSSEDEVA IN QUANTO “NOTIZIE DI CASA PROPRIA”? Ed ancora: non solo i diagrammi orbitali dei Dogon circa Sirio A e B corrispondono a quelli effettivamente tracciati dai nostri computer moderni, ma perfino il fatto del periodo di rivoluzione di 50 anni corrisponde alla perfezione. Vi è poi il discorso della terza stella; a tutt’oggi i nostri astronomi non l’hanno ancora accertato, per quanto alcuni calcoli matematici ne prevedano l’esistenza e vi siano state addirittura delle osservazioni, negli anni ‘20-’30, che ne confermerebbero la presenza.

Per non dire poi del CONCETTO DELLE ORBITE COME ELLISSI: per chiunque non avesse dimestichezza con la meccanica celeste di Keplero non avrebbe alcun senso immaginare un’orbita come un’ellissi; assai più semplice immaginare delle orbite perfettamente circolari. E invece no: i Dogon insistono sul fatto che le orbite sono proprio delle ellissi e che gli astri si trovano sempre in uno dei due fuochi, pur senza saperne spiegare le basi matematiche e fisiche…

Ma l’elenco non termina qui. Come ho detto, i Dogon non sono mussulmani, e quando sostano a pregare gli dei non si orientano ad Est, verso la Mecca, ma A NORD: perché a Nord, oltre la “Terra della Volpe”, ovvero il Deserto del Sahara, sanno esistere l’Europa, la “Terra degli Uomini Albini”. E, fatto notevole, quando a seguito della guerra che scoppiò fra gli dei di Sirio il collegamento fra Sirio e la Terra s’interruppe, i Nommo lasciarono parte di loro sulla Terra, lasciando cioè gli “Uomini Albini”… cioè noi [2].

Ma andiamo avanti con qualche altro esempio.

In MELANESIA, l’ampio arco insulare che si estende nel Pacifico attraverso il quadrante nord-orientale intorno a Papua-Nuova Guinea, le popolazioni nere della regione descrivono i “figli degli dei” come genti bionde e con la pelle chiara.

Nelle HAWAII, un antico canto mitologico che si riferisce a Kahiki-Hawaiki, il Paradiso dei POLINESIANI, racconta che “…non sono come gli altri gli uomini di Kahiki. Un genere d’uomo diverso vive su Kahiki: IL BIANCO. Simile egli è ad un dio…”. Anche il dio polinesiano Tangaroa era di aspetto ariano ed infatti aveva i capelli rossi.

Presso i TOLTECHI del Messico QUETZALCOATL, il Serpente Piumato, era bianco di carnagione, aveva gli occhi azzurri e capelli e barba rossi. Dal momento che nelle razze amerindie i maschi adulti hanno la pelle del viso glabra, il che significa che non sviluppano né barba né baffi, c’è da chiedersi dove avessero preso il modello per il dio della loro mitologia, senza contare che già le sole caratteristiche cromatiche pongono un problema assai spinoso. La leggenda voleva che il Serpente Piumato lasciasse il Messico in epoche remotissime, levandosi in volo verso Est, con la promessa messianica di un suo ritorno futuro. Tale credenza fu all’origine, assieme ai dati somatici, della facile sottomissione degli AZTECHI agli Spagnoli, proprio a causa del fatto che il capo dei Conquistadores, Cortes, impersonava perfettamente il dio Quetzalcoatl, avendone gli stessi tratti: pelle chiara, occhi azzurri, barba e capelli rossi…

Dei barbuti con lineamenti chiaramente europoidi sono visibili su diversi bassorilievi di alcuni templi MAYA di Chichén Itzà, nello Yucatan. Sempre barbuto, fra i Maya, era il dio Balam Quitzè.

Stessa cosa si verifica fra gli antichi OLMECHI, dove a Mitla, ancora in Messico, fu scoperta l’effige di un dio barbuto.

Il dio Zume, noto anche come Caboy, era bianco, biondo e barbuto, scese dal cielo provenendo da Oriente e portò la civiltà ai CARAGIÀ brasiliani del Rio Araguaia e a quelli venezuelani dell’alto corso dell’Orinoco.

Sempre barbuto era il dio Si fra i CHIMU del Perù.

Per non dire del preincaico Huiracocha, poi Viracocha fra gl’INCAS. Il caso di Viracocha è particolarmente interessante: era bianco, biondo, barbuto e portava il mantello. Ma ciò che colpisce sta nel fatto che ancor oggi, in lingua Quechua, gli Europei vengano definiti “Viracocha Runa”, il che vale a dire: “Popolo di Viracocha”! Evidentemente, sono gli stessi discendenti degli Incas a sottolineare il fatto che gl’invasori europei ed il loro antico dio mostrano di essere appartenenti alla medesima razza celeste…

E poi ci sono i Chachapoyas della BOLIVIA: gli dei bianchi, biondi e con gli occhi azzurri che, secondo gl’indigeni della regione, diversi millenni fa scesero dal cielo e costruirono le loro città sulle Ande e nel folto delle attuali selve amazzoniche, dove molte di esse sarebbero ancor oggi nascoste, perdute e ormai sopraffatte dall’”inferno verde”.

O, ancora, il “MISTERO DI AGARTHI”, un insieme di antiche leggende che ha pervaso tutta la mitologia dell’Asia orientale, dall’India alla Cina, alla Siberia. Secondo tale “mistero”, un tempo l’attuale Deserto dei Gobi, in Mongolia, sarebbe stato ricoperto da un vasto mare interno, al centro del quale sorgeva un’isola, che fu detta “Grande Isola Bianca” poiché venne abitata da una stirpe di divinità bionde e dalla pelle chiara venuta dalla “stella bianca”, Venere. Essi si sarebbero stabiliti su quell’isola e da lì avrebbero influenzato profondamente tutti i primitivi popoli rivieraschi di stirpe mongolica, contribuendo decisamente alla nascita di tutte le civiltà asiatiche, quella cinese in primo luogo…

È notizia assai recente, apparsa peraltro perfino sul numero dello scorso Ottobre di “Le Scienze”, a Pagina 10, in una nota informativa dal titolo assai eloquente di “I MOLTI INTERROGATIVI POSTI DALLE MUMMIE DELLO XINJIANG”, che diversi archeologi americani ed italiani stanno facendo scoperte a dir poco esplosive nella Provincia più occidentale della Cina Comunista.

L’antica civiltà che fra il III e il I millennio a.C. lasciò un gran numero di mummie sepolte fra le pendici del Tian Shan (le Montagne Celesti) ed il deserto del Taklimakan è ritenuta esser stata l’artefice di tutte le basi a noi note della Civiltà cinese, comprese la scrittura ideografica, i primi veicoli dotati di ruote ed i primi strumenti metallici.

La Cina è sempre stata assai orgogliosa di aver inventato tutto ciò in assoluta autonomia dagli altri popoli della Terra e dagli Occidentali in particolare, ma…

Ma adesso sta saltando fuori che le MUMMIE DEL XINJIANG hanno assai spesso i capelli biondi, la loro ossatura è decisamente NON mongolica, la pelle è chiara, gli occhi non sono affatto “a mandorla” e, in definitiva, gli artefici di quella che fu in seguito la Civiltà cinese furono in realtà genti di RAZZA ARIANA e non certo mongolica.

Risultato: non appena la verità è cominciata a trapelare le Autorità di Pechino hanno cominciato a sabotare in tutti i modi possibili le campagne di scavo dei nostri ricercatori, cominciando dal vietare l’esportazione verso l’Europa e gli Stati Uniti di campioni delle mummie coi quali si dovrebbe tentare un accurato esame del DNA per stabilire in modo certo e conclusivo a quale razza appartenessero i corpi delle mummie fin qui ritrovati…

Non è che il Mistero di Agarthi costituisce forse uno dei ricordi più chiari di quando gli Ariani giunsero sulla Terra fondando le loro prime colonie su questo Pianeta?

Nell’antica mitologia germanica, specie tra i VICHINGHI, vi erano due tribù divine. Gli ASI, fra i quali Wotan-Odino e suo figlio Thor, erano i veri e propri “Dei del Cielo”, che incarnavano le potenze cosmiche; venivano poi i VANI, o “Dei della Terra”, che rappresentavano le forze della Natura più terrene, con particolare riferimento alla fertilità, sia “agricola” che “umana”. La matrice originaria di tutte le divinità è comunque, per stessa definizione, il cielo. Dunque gli “Dei della Terra” vivevano sulla Terra, ma in origine vivevano altrove… I VANI erano forse dei COLONI, venuti dalle stelle, dove governavano gli ASI, cioè coloro i quali ancora vivevano nel Cosmo e comunque su altri mondi che non fossero la Terra?

Gli ASI erano però originari di ASALAND, cioè proprio l’Asia, la “Terra degli Asi”, la cui capitale era ASGARD, il “Recinto degli Asi”, un concetto per esprimere l’immagine di una cinta muraria e quindi di una città cinta da mura. ASGARD, AGARTHI: l’assonanza dei due termini è solo una banale coincidenza, oppure esprimono la stessa cosa, la stessa città?

ASGARD era dunque nell’attuale Mongolia? In tale accezione, l’Asia avrebbe preso il suo nome dagli Asi, e non viceversa. Ed Asgard altro non sarebbe stata che il luogo di residenza della rappresentanza degli Asi sulla Terra, ossia, la “capitale” ove risiedeva il “Governatore” dell’”Impero” degli “Asi” sulla Terra… probabilmente, un vero e proprio “Impero Galattico”.

Occorre notare che le terre di origine degli Ariani, ovvero degli odierni Europei, non erano affatto in Europa, ma nell’Asia centro-orientale. Diversi millenni prima di Cristo i nostri antenati vivevano in quella che solo nel Medioevo divenne la Turania o “Terra dei Turchi”, compresa grosso modo fra il Mar Caspio ed il Lago Bajkal, nell’Asia Centrale ex-Sovietica.

Dove oggi si estendono le Repubbliche turche di Kazachistan, Turkmenistan, Uzbechistan e Kirghizia, quella iranica del Tagikistan e la Provincia turca del Xinjang-Uighur cinese, ove giace la lontana Zungaria, un tempo vivevano sparpagliate TUTTE LE GENTI ARIANE, all’epoca “rozzi” nomadi a cavallo. Poi, gradualmente, in ondate successive, a cominciare dal 7000 a.C., iniziarono a muovere verso Ovest e verso Sud.

Ad Ovest trovarono l’Europa e la invasero, espandendosi a macchia d’olio in tutte le direzioni. Si gettarono così le basi per la nascita di Italici, Elleni, Tracoilliri, Celti, Germani e Baltoslavi, sfociati poi nella Grecia Classica, nell’Impero Romano, nell’Europa medioevale e moderna e, in ultima analisi, attraverso l’espansione coloniale e la sua successiva decadenza, nel Mondo di oggi, nel quale viviamo.

Altri Ariani piegarono verso il Caucaso, lo varcarono, occuparono l’Anatolia ed, almeno in parte, la Mesopotamia: nacquero così l’Impero Ittita, il Regno di Mitanni, così come, in seguito, quelli d’Armenia e di Media.

Altri, giunti nell’attuale Grecia assieme ai primi Elleni, gli Achei, misero a ferro e a fuoco tutto il bacino orientale del Mediterraneo con ripetute invasioni, scorrerie ed azioni di pirateria e furono noti come “Popoli del Mare”: Ahhiyawa, Achei o Micenei, che colpirono Troia e l’Impero Ittita; i Filistei, che s’insediarono nell’odierna striscia di Gaza dando il nome di “Palestina” alla regione, dal loro nome; gli Hyksos, che occuparono il Delta del Nilo strappandolo per lungo tempo ai Faraoni d’Egitto; e, forse, molti altri ancora, di cui non è rimasta memoria storica.

Altri Ariani, dall’Asia centrale, scesero a Sud, fondando l’Impero Persiano e l’India Classica, ove nacquero lo Zoroastrismo, l’Induismo ed il Buddismo, anch’essi tutti di matrice ariana.

Altri ancora, invece, rimasero a popolare le vaste praterie euroasiatiche, dalle attuali Ungheria fino alla Zungaria, fino a quando furono assorbiti dall’espansione turco-mongola: fu il destino di popolazioni indoiraniche come Sciti e Tocari, che finirono per costituire la matrice ariana di genti in gran parte miste (ario-mongoliche) come gli stessi Unni.

Dunque, sembrerebbe che termini come Agarthi, Asgard, Asaland, Asia e Asi siano strettamente legati da un filo conduttore che potrebbe portare molto lontano, nello spazio e nel tempo. Si noti che il “nome nazionale” degli antichi Sciti era “Asier” ed i “demoni” della mitologia indiana erano gli “Asuras”… anche in Etrusco il termine “Ais, Aisar” significa “dio, dei”. Il legame col “soprannaturale” rimane, e non credo proprio che sia un fatto casuale. Credo, piuttosto, che si tratti di chiari indizi di una vera e propria STORIA antichissima, su scala mondiale, in gran parte scomparsa a causa di eventi a dir poco apocalittici, verificatisi nel nostro lontano passato.

La MITOLOGIA NORDICA ci dice che un giorno Asi e Vani vennero a guerra fra loro. Gli Dei del Cielo e quelli della Terra si scontrarono in un conflitto disastroso, che portò al crollo delle mura di Asgard e che minacciò in modo serio l’intero Universo.

La MITOLOGIA SEMITICA ci dice la stessa cosa: “Satanàel”, l’Avversario, si ribellò agli “Elohim”, i “Signori del Cielo”, il mal tradotto “Dio”, dal momento che i testi ebraici non usano mai il singolare “Eloha”, ma sempre e solo il plurale “Elohim”, appunto… al che la stessa idea secondo cui la religione degli antichi Ebrei fosse il primo esempio di Monoteismo andrebbe radicalmente riveduta e corretta…

E si potrebbe andare avanti. Cambiano i nomi, ma il racconto è lo stesso, in ogni angolo del Pianeta. Ma che cosa accadde, veramente?

Forse le Colonie si ribellarono al potere della Madrepatria come avvenne con le prime 13 Colonie americane nei confronti dell’Inghilterra?

Quale fu il vero “reato” di “Satana” nei confronti di “Dio”? Fu forse una sete di autonomia e di libertà? Fu questo?

Come fu che una popolazione venuta dal cielo con tecnologie che per noi oggi sarebbero ancora fantascientifiche si ridusse a vivere sulla Terra in bande di rozzi nomadi a cavallo nelle steppe dell’Eurasia?

Cosa li ridusse così? Che cosa distrusse i loro insediamenti, le loro astronavi, la loro scienza, cultura e tecnologia? Fu forse un tremendo ATTACCO CON ARMI ATOMICHE, ricordo sopravvissuto nell’orrore che colpì Sodoma, Gomorra e tanti altri centri del Pianeta, dall’attuale deserto del Nevada fino alla Valle dell’Indo?

La SCACCIATA DAL PARADISO TERRESTRE rappresenta forse la fuga degli esuli da un luogo reso ormai non più vivibile a seguito dei bombardamenti?

Il RITO DEL BATTESIMO è forse il ricordo della più semplice tecnica di decontaminazione nucleare, che prevede una doccia per eliminare dal corpo ogni traccia di polvere radioattiva dopo esser stati esposti ad un ambiente contaminante?

Ed il CONCETTO DEI DEMONI CHE VIVREBBERO IN UN REGNO SOTTERRANEO, gli INFERI, appunto, non potrebbe riferirsi, magari, al fatto che i ribelli a quel “DIO” dovettero chiudersi in RIFUGI SOTTERRANEI per sottrarsi alla collera atomica del loro nemico “celeste” che li colpiva dal cielo?

E se davvero vi fu un tale “SCONTRO FRA TITANI”, come ampiamente narrato dai testi sacri dell’India (come nel Mahabharata) in cui si descrivono aerei, missili ed esplosioni atomiche, come fu vissuto tale scontro dagli ignari e primitivi testimoni, indigeni di questo Pianeta?

Fu allora, forse, che nacquero i miti che riferiscono circa lo scontro fra demoni e dei, fra Satana e Dio?

Ed in quale altro modo dei popoli primitivi avrebbero potuto inquadrare uno scontro bellico di così vaste proporzioni e condotto con armi di potenza “diabolicamente magica”, con “UFO” e “CACCIA A REAZIONE” che incrociavano nei cieli combattendosi, lasciando spesso dietro a loro le tipiche scie di condensa degli aerei moderni, in foggia di veri e propri “SERPENTI PIUMATI” volanti?

PARTE SECONDA:

ALLA RICERCA DELL’ANELLO MANCANTE

Ma se gli Ariani furono dei Coloni alieni che si stabilirono su questo Pianeta in epoche remote, QUANDO ciò si sarebbe verificato?

E, soprattutto, come spiegare la nostra COMPATIBILITÀ GENETICA con le altre razze umane della Terra? Un semplice esempio di “CONVERGENZA” EVOLUTIVA?

Difficile crederlo. Un processo di convergenza evolutiva si verifica quando specie anche molto diverse fra loro, ma caratterizzate entrambe dal fatto di doversi adattare, per sopravvivere, ad ambienti simili, finiscono per avere, di fatto, organi o comunque caratteri con funzionalità simili. Questo, in estrema sintesi, ovviamente.

Ad esempio, gli occhi del Polpo e quelli del Delfino presentano strutture piuttosto simili, ma ciò non implica affatto una parentela genetica fra le due specie, se non per il fatto di poter aver avuto, centinaia di milioni di anni fa, un lontanissimo progenitore in comune, se ammettiamo che tutte le forme viventi terrestri hanno avuto uno o pochissimi antichi progenitori.

In ogni caso, in entrambi gli animali, la struttura dei loro occhi si è venuta a formare moltissimo tempo dopo la separazione fra i Molluschi da una parte ed i Vertebrati dall’altra, per cui possiamo affermare che tali organi si sono sviluppati, nelle due specie, in modo simile ma totalmente autonomo.

C’è stata una “convergenza” verso uno stesso modello, ma questo fenomeno rimane ben limitato e non è pensabile che possa procedere fino al punto di poter determinare una “compatibilità genetica” fra due diverse specie, il che significa, in soldoni, la possibilità non solo di accoppiarsi, ma anche quella di generare una prole e, addirittura, che tale prole possa essere a sua volta feconda e quindi in grado di riprodursi.

Già, perché queste possibilità, per quanto ne sappiamo, rimangono legate all’esistenza, fra due organismi viventi, di una vera e propria “parentela genetica” abbastanza stretta: “abbastanza stretta” s’intende nel senso che le differenze genetiche fra i due organismi siano talmente ridotte da poter rendere possibile un incrocio; insomma, che le istruzioni contenute nei rispettivi codici genetici dei due organismi, unendosi, non producano una sorta di “pastrocchio” incapace di “funzionare” in senso biologico.

Ad esempio, un cane ed un gatto sono entrambi mammiferi, ma ciò non basta: non sarà mai possibile, neppure attraverso una fecondazione artificiale, ottenere un “canfelide”, un “felanide”, un “cangatto”, un “gattanide” o comunque un ibrido, comunque lo si voglia chiamare…

Viceversa è possibile ottenere, dall’incrocio di asini e cavalli, degli ibridi che, però, sono a loro volta sterili: il mulo da un asino ed una cavalla od il bardotto da un cavallo ed un’asina. Lo stesso problema si verifica incrociando fra loro leoni e tigri. Queste specie sono fra loro sufficientemente “simili”, cioè “compatibili”, dal punto di vista genetico, per avere una prole, ma NON ANCORA ABBASTANZA perché questa sia a sua volta fertile e quindi in grado di riprodursi.

Insomma, quello che voglio dire è che, per quanto ne sappiamo, è del tutto IMPENSABILE e IMPROPONIBILE che il fatto che un Ariano ed un’Aborigena dell’Australia possano unirsi ed avere figli fertili possa essere, dal punto di vista genetico, un fatto casuale. Se due forme di vita differenti sono in grado di produrre, accoppiandosi, una prole a sua volta fertile, questo semplice fatto IMPONE che tali forme di vita siano talmente simili fra loro da essere NECESSARIAMENTE IMPARENTATE al punto, come di fatto avviene, da potersi e doversi definire come appartenenti alla stessa specie vivente.

Non è pensabile, quindi, che specie differenti, evolutesi su mondi diversi, possano “convergere” in modo tale da presentare patrimoni genetici fra loro compatibili ai fini di una procreazione fertile: lo esclude il fatto che i geni in questione sono in numero talmente elevato da rendere praticamente impossibile, per quanto ne sappiamo, che possano creare, in luoghi diversi, “combinazioni” sufficientemente simili.

Questo sembrerebbe sufficiente per porre la parola FINE ad un’ipotesi di origine aliena della nostra “razza” ariana: siamo compatibili con le altre razze umane della Terra, dunque siamo imparentati e, quindi, o siamo tutti terrestri o siamo tutti extraterrestri.

Ma le cose stanno veramente così? Certamente, se parliamo di un’EVOLUZIONE NATURALE. Ma se, come credo, “qualcuno ci ha messo lo zampino”, il discorso cambia radicalmente.

Le Religioni di tutto il Mondo affermano che l’Uomo sia stato “creato” dagli dei o da Dio, comunque si voglia porre la cosa. È plausibile? Certamente no, se guardiamo a queste affermazioni nel modo in cui si è guardato ad esse fino ad oggi. Tutt’al più, dal punto di vista filosofico, si può annuire vedendo la cosa in senso simbolico: l’Uomo è un prodotto della Natura maturato attraverso una lunga evoluzione e non certo per mezzo di un singolo, straordinario e soprannaturale evento creativo.

Al massimo, possiamo dire che non sappiamo chi o che cosa abbia determinato l’Universo e se vogliamo pensare al tanto discusso Big-Bang come ad un vero e proprio atto creativo, beh, allora sì: possiamo anche trovare “piacevole” ritenere che Dio abbia provocato il Big-Bang e quindi l’Universo e tutto quanto ne è derivato e, in ultima analisi, noi stessi.

E se invece quelle tradizioni andassero prese in senso letterale, pur senza tirare in ballo entità soprannaturali?

IPOTESI: gli ARIANI non solo si stabilirono sulla Terra, ma agirono in modo diretto, attraverso RIPETUTI INTERVENTI DI INGEGNERIA GENETICA molto spinta, sull’evoluzione naturale delle SCIMMIE ANTROPOMORFE che vi trovarono, con il chiaro obbiettivo di modificarne i tratti genetici e somatici per renderli IL PIÙ POSSIBILE “A PROPRIA IMMAGINE E SOMIGLIANZA”, operando perfino con veri e propri “trapianti” genetici.

Insomma, secondo questa mia ipotesi noi ARIANI saremmo dei veri e propri ALIENI, mentre tutte le altre razze umane della Terra sarebbero state ottenute dai nostri antenati in modo assolutamente artificiale.

Lo scopo? Avete visto IL PIANETA DELLE SCIMMIE? Forse la ragione fu solo di natura scientifica, oppure, assai più probabilmente, si ebbe bisogno di creare vere e proprie schiere di “schiavi” da adoperare come manodopera per l’edificazione delle nostre prime colonie sul nuovo Pianeta…

A tale proposito trovo estremamente illuminanti due esempi.

Il PRIMO riguarda un TESTO BABILONESE scritto attorno al 1800 a.C., un inno della creazione chiamato ENUMA ELISH. In esso si dice che l’Uomo fu creato dagli dei non già per un capriccio o per vanità, cioè per avere qualcuno che trascorresse la sua esistenza in modo assolutamente inutile, cantandone le lodi e pregandoli, ma piuttosto per SERVIRLI ATTIVAMENTE, ovvero per svolgere LAVORI PESANTI PER CONTO E A VANTAGGIO DEGLI DEI!

Il SECONDO concerne una leggenda dei pellirosse WASHO, nel Nuovo Messico, i quali raccontano dei tempi antichi in cui vivevano fra la California e il Nevada, nei pressi del Lago Tahoe, tra Reno e Carson City. In tale leggenda si dice che un giorno DEI CELESTI DALLA CARNAGIONE CHIARA SCESERO DAL CIELO e, preso possesso della regione, li ridussero in schiavitù, costringendoli a lavorare duramente per edificare grandiose città fatte di torri e templi di cristallo… viene subito da pensare all’immagine dell’odierna NEW YORK. Ma la leggenda poi prosegue, aggiungendo che un giorno quegli dei vennero a discordia fra loro e così scoppiò un terribile conflitto, che si concluse soltanto quando, con dei tremendi lampi accecanti, seguiti dal tuono, non solo quelle città ma ogni forma di vita in tutta la regione furono del tutto annientate; da quel giorno, racconta la leggenda, quella regione, che prima era stata una delle dimore degli dei sulla Terra, divenne una landa desertica e desolata. Manco a dirlo, 600 km a Sud-Est c’è proprio la famosa VALLE DELLA MORTE, dove si possono trovare, ancor oggi, misteriose rovine vetrificate, sparse qui e là. Rovine vetrificate in aree desertiche si trovano in diverse parti del mondo e, per restare in zona, si rinvengono anche in Arizona, lungo il Rio Gila. A tal proposito occorre forse notare che la vetrificazione di sabbie e graniti richiede temperature elevatissime, dell’ordine dei 1.000 gradi centigradi. Nelle zone in questione non vi è mai stata attività vulcanica di sorta e considerati i resoconti mitologici è difficile non attribuire tali reperti agli effetti di un vero e proprio bombardamento con ordigni nucleari… ma su questo avremo il tempo di ritornarci.

Insomma, i nostri Avi, forti della totale incomprensibilità della loro avanzatissima tecnologia agli occhi dei primitivi da loro stessi creati, LASCIARONO CREDERE AI TERRESTRI DI ESSERE DELLE VERE E PROPRIE DIVINITÀ, allo scopo di trarne ogni profitto possibile.

Rifletto su questo da una buona ventina d’anni e, a giudicare da pellicole quali il recente STARGATE, evidentemente non sono affatto il solo…

Ma torniamo alla mia ipotesi. Su quali basi l’ho posta, testimonianze mitologiche a parte, seppur già da sole monumentalmente numerose? Beh, vediamo un po’…

Cosa sappiamo, oggi, riguardo all’OMINAZIONE, ovvero di quel lungo processo evolutivo che avrebbe prodotto, a partire dalle scimmie, l’Uomo moderno?

La Paleontologia ci dice che l’evoluzione dei Primati in Scimmie e Scimmie Antropomorfe ebbe inizio circa 40 milioni di anni fa, ma è solo 5 milioni di anni fa che fanno la loro apparizione, nell’Africa orientale, i primi esemplari di pre-ominidi fra i più prossimi a noi, gli AUSTRALOPITECHI; essi costituivano un genere di Primati che contava diverse specie e sembra che presentassero già una stazione parzialmente eretta.

Dagli Australopitechi, circa 1,8 milioni di anni fa, si evolsero i primi ominidi tipo “LUCY”, gli HOMO HABILIS, così detti perché è ad essi che viene attribuita la prima creazione documentabile di strumenti in pietra.

Il passo successivo fu l’HOMO ERECTUS, circa 1,2 milioni di anni fa: questa, a differenza di quella da cui discendeva, non fu una specie solo africana, ma cosmopolita; gli Erectus vissero in gran parte del Vecchio Mondo, sia in Africa, come PITECANTROPI, che in Asia, come SINANTROPI; Pitecantropi e Sinantropi furono in sostanza delle varianti, nel senso di “sottospecie” o anche di vere e proprie “razze” dell’Erectus; i primi furono rinvenuti anche in alcune località costiere dell’Europa mediterranea, mentre i secondi furono trovati anche nell’Australasia, come ad esempio a Giava. Gli Erectus furono anche, probabilmente, i primi “uomini” terrestri ad usare il fuoco: le prime tracce di tale uso, rinvenute in Cina, risalgono a circa 800 mila anni fa, quando probabilmente i Sinantropi cominciarono ad usarlo anzitutto per scaldarsi e per autodifesa.

Gli Erectus “dominarono” la scena umana su questo Pianeta per lunghissimo tempo, fino a circa 100 mila anni fa, quando comparvero, prevalentemente in Europa, i primi NEANDERTHALIANI.

Poi, circa 35 mila anni fa, apparvero in Medio Oriente, forse in Anatolia, i primi Uomini nel senso moderno del termine, i CROMAGNOIDI, i primi veri e propri HOMO SAPIENS SAPIENS.

Nell’insieme sembrerebbe un quadro abbastanza semplice, eppure i problemi non mancano affatto. Quando si parla di problemi connessi alla comprensione del Processo di Ominazione, di solito ci si riferisce alla questione del cosiddetto ANELLO MANCANTE.

Di che cosa si tratta? Beh, in effetti il problema non riguarda UN anello mancante ma GLI anelli mancanti. Che cosa sono? Semplice: stabilito che l’Uomo discende da una certa sequenza evolutiva in cui compaiono, diciamo, quattro o cinque forme ben individuabili (Australopithecus, Habilis, Erectus, Neanderthalensis e/o Sapiens), occorre trovare, affinché l’ipotesi possa essere convalidata, le rispettive FORME DI TRANSIZIONE tra l’una e l’altra.

Il problema sta proprio in questo: a tutt’oggi abbiamo alcune forme note, ma NON ANCORA le forme di transizione e, laddove sembrano esservi, non risultano mai sufficientemente convincenti.

Prima di tutto, non si è ancora certi del tutto che l’Homo Habilis fosse davvero una specie del Genere Homo; tenendo presente che i reperti finora trovati sono spesso rari e incompleti, vi sono non pochi studiosi che ritengono che “Lucy”, come venne chiamato il primo esemplare, di sesso femminile, attribuito a tale specie, non fosse affatto “Eva”, ma soltanto una scimmia. In altri termini, secondo certi studiosi per nulla d’accordo con l’entusiasmo di chi ha visto in “Lucy” il primo esempio di essere umano, gli Habilis non sarebbero stati altro che l’ennesima specie di Scimmie Australopitecine. Un’australopiteca, insomma, una scimmia magari anche un po’ più evoluta delle altre, ma pur sempre una scimmia e non, come poteva sembrare ad alcuni, una “donna”. Pare quindi che l’Homo Habilis, candidato ad essere la miglior soluzione del problema dell’anello mancante tra le Scimmie Australopitecine e i primi Homo Erectus non sia affatto tale e quindi l’anello in questione resterebbe ancora com’era, ovvero, “mancante”.

Quanto a quello tra Erectus e Neanderthalensis, i reperti sembrerebbero un po’ più incoraggianti: in effetti, di recente, sarebbero stati trovati esemplari di Erectus che, per le loro caratteristiche intermedie, potrebbero effettivamente rappresentare delle forme di transizione verso i Neanderthal; l’incertezza, comunque, rimane; in questo campo le “cantonate” sono assai più facili di quanto si possa credere; non si può essere ancora del tutto sicuri che gli esemplari fin qui trovati, per il loro numero ridotto, non rappresentino non già delle forme di transizione fra una specie e l’altra ma semplicemente degli esemplari abnormi e malati dell’una o dell’altra. E non si tratta affatto di una cosa da poco: una volta, per dire, si credeva che i Neanderthaliani fossero dei “bruti” costretti a camminare per lo più curvi alla “gobbo di Notre Dame” e questo soltanto per il fatto che i primi esemplari ritrovati, come in seguito si comprese, quand’erano in vita furono affetti da gravi forme di rachitismo… occorre, dunque, molta prudenza.

Ma il secondo problema, fra i più spinosi, viene proprio parlando dell’Homo Neanderthalensis. Trascurando la questione dell’anello mancante col suo predecessore Homo Erectus, molti studiosi si chiedono se i Neanderthaliani appartenessero o meno alla nostra specie: erano cioè Homo Sapiens o no? Secondo alcuni, sì; secondo altri no, ed anzi sarebbero loro i progenitori dell’Homo Sapiens vero e proprio, ovvero dei Cromagnoidi e, in ultima analisi, di noi. Ma, come spesso accade, una risposta genera nuove domande e, nel nostro caso, fra le più complesse e difficili da risolvere.

Se i Neanderthaliani erano antenati dei Cromagnoidi, c’è il fatto che, anche qui, forme intermedie veramente convincenti non si sono mai trovate; e sì che, parlando di soli 35-40 mila anni fa, trovarle dovrebbe essere assai più facile che non per le precedenti. Eppure, nulla di fatto.

Ma le cose stanno anche peggio di così, se possibile. Sembra che in Europa occidentale i Neanderthaliani siano sopravvissuti ben oltre la comparsa dei Cromagnoidi e pare che addirittura, in Israele, siano stati trovati diversi esempi in base ai quali si potrebbe affermare che le due specie fossero perfino contemporanee. E non solo: sembrerebbe che, laddove i Neanderthal vennero a contatto coi Cro-Magnon, i primi furono inesorabilmente massacrati dai secondi, fino alla totale estinzione; un vero genocidio su vasta scala, insomma. Difficile capirne il perché ma, a questo punto, un dato sembra assai evidente: SE I CROMAGNOIDI NON DISCENDONO DAI NEANDERTHALIANI, DA CHI DIAVOLO DISCENDONO?

Se dovessimo credere ad una discendenza diretta dagli Erectus senza passare attraverso i Neanderthalensis, la questione “anello mancante” diverrebbe un problema incolmabile e totalmente irrisolvibile: prima di tutto perché a questo punto ci sarebbe un “buco” di ben 60 mila anni buoni senza alcuna forma documentabile, alternativa ai Neanderthal, fra gli Erectus e i più recenti Cro-Magnon; e poi per il fatto che le differenze morfologiche fra i crani degli Erectus e quelli dei Cro-Magnon sono decisamente abissali nel senso più stretto e radicale del termine.

E allora? Forse, a questo punto, il problema andrebbe, in un certo qual modo, rovesciato. FORSE, QUELLO DEGLI ANELLI MANCANTI È SOLO UN FALSO PROBLEMA, tutto qui. In altri termini: le FORME INTERMEDIE, forse, non si trovano per la SEMPLICE RAGIONE CHE NON SONO MAI ESISTITE.

Il che significa, in altre parole, che SE c’è stata un’evoluzione naturale, questa deve aver comunque subito, in taluni momenti, brusche accelerazioni. Il punto è che, fino ad oggi, nessuno è in grado di proporre un fenomeno naturale in grado di spiegare effetti del genere, tanto più se concentrati su un’unica linea genetica e non distribuiti su tutte le forme di vita.

Ad esempio, una brusca accelerazione evolutiva potrebbe, in teoria, essere innescata da un incremento delle mutazioni. Queste potrebbero determinarsi per un’improvvisa elevazione del tasso di radioattività ambientale, che potrebbe prodursi, ad esempio, in concomitanza con l’irradiazione gamma generata dall’esplosione di una supernova vicina. Ma il punto è sempre lo stesso: un fenomeno del genere avrebbe effetti eclatanti su tutte le forme di vita e non soltanto su una singola specie.

Inoltre, per spiegare l’estrema rapidità con cui l’Uomo sarebbe derivato dagli Australopitechi nell’arco di meno di 2 milioni di anni, considerando anche i diversi “salti” attestati dai reperti, bisognerebbe chiamare in causa fenomeni mutageni in tale numero ed entità da essere decisamente inaccettabili sulla base dei dati a noi noti; quindi, nel caso di supernovae, non una, ma diverse ed in momenti distinti, con effetti vistosi che, come ho detto, sarebbero evidenti su tutte le forme di vita.

E poi c’è un’altra questione, quella dell’ORIGINE DELLE RAZZE UMANE.

A tal proposito vi sono, a grandi linee, due teorie.

La TEORIA MONOGENICA ipotizza che all’origine delle varie razze ci sarebbe stata un’unica specie umana, la Sapiens Sapiens, derivata dai Cromagnoidi.

La TEORIA POLIGENICA, per converso, ipotizza, con diverse varianti, che le varie “razze” umane sarebbero derivate da “specie” umane differenti, che si sarebbero staccate dalle Scimmie in tempi diversi e con “rami” che, via via, si sarebbero evoluti fra loro in modo parallelo e del tutto autonomo.

Una variante della Teoria Poligenica è quella di Ailt, il quale ipotizzò che ogni “macrorazza” umana si sarebbe evoluta da rami scimmieschi diversi: i BIANCHI dal ramo di gibboni e scimpanzé, i GIALLI da quello degli orang-utang ed i NERI da quello dei gorilla.

Un’altra variante, CHE PERSONALMENTE RITENGO ANCHE LA PIÙ PROBABILE, vuole che le diverse razze umane siano nate da OMINIDI di specie diverse, con in più la possibilità che vi siano state, localmente, particolari “miscele” che avrebbero dato origine a sottorazze specifiche a carattere regionale.

Così i Negridi potrebbero discendere dai Pitecantropi, i Mongoloidi dai Sinantropi ed i Caucasoidi dai Cromagnoidi; vi sarebbero poi popolazioni derivate dall’incrocio di queste tre “razze” maggiori, magari con l’apporto di incroci più o meno isolati con elementi Neanderthaliani o con gruppi di Erectus “tardivi” o meno evoluti degli altri, come nel caso di Boscimani ed Ottentotti e, soprattutto, come nel caso degli Aborigeni australiani.

L’unica variante che pongo a tale schema è in sostanza il fatto che, all’origine di tale processo, ci sarebbe stato l’intervento, mediante INGEGNERIA GENETICA, degli ARIANI, EXTRATERRESTRI e NOSTRI ANTENATI.

Tale intervento sarebbe maturato in diverse fasi e comunque in coincidenza con ogni SALTO EVOLUTIVO documentato dai reperti fin qui rinvenuti.

Dunque, gli Australopitechi, circa 1,8 milioni di anni fa, sarebbero stati la MATERIA PRIMA su cui i nostri avi avrebbero potuto operare per la prima volta; quindi, ottenuti i primi Homo Habilis, un secondo intervento si sarebbe potuto verificare 1,2 milioni di anni fa, nel passaggio all’Homo Erectus; un terzo 100 mila anni fa, con la comparsa dei Neanderthaliani; l’ultimo, quello avvenuto 35 mila anni fa, col passaggio ai primi Cro-Magnon, avrebbe coinciso con l’INIZIO DELLA COLONIZZAZIONE VERA E PROPRIA DELLA TERRA e quindi con l’inizio dei primi insediamenti urbani permanenti da parte dei nostri antichi padri sul Pianeta.

In base a questo quadro, i NERI sarebbero il risultato più “primitivo” di quel processo, mentre gli ASIATICI e, in particolare, i CAUCASICI (con ciò intendendo, però, i “Bianchi non Ariani” ovvero i Mediterranei, i Semiti ed i Camiti) costituirebbero le popolazioni umane terrestri “meglio riuscite” nel senso di più simili a noi e quindi, in ultima analisi, più “a nostra immagine e somiglianza”…

Breve parentesi: per intendersi, i Mediterranei erano gran parte degli Europei pre-ariani, fra i quali gli Alpini, i Baschi, gli Iberi, i Sardi, i Liguri, i Georgiani, i fondatori delle antiche Civiltà egee affini ai Cretesi di stirpe minoica e forse i Sumeri; Accadi (Assiri e Babilonesi), Ebrei ed Arabi sono Semiti, mentre gli antichi Egizi ed i moderni Berberi del Nordafrica sono Camiti… chiusa parentesi!

Del resto, non si può nemmeno escludere che, già allora, possano esservi state episodiche unioni miste fra gli Ariani colonizzatori ed i Terrestri, per lo meno di stirpe Cromagnoide. Del resto, la BIBBIA non è il solo testo che riferisce che “I FIGLI DEL CIELO VIDERO CHE LE FIGLIE DELLA TERRA ERANO BELLE E SI UNIRONO AD ESSE”, ma questo riguarda più la questione di Atlantide e dei cosiddetti “Giganti”, di cui avremo tempo e spazio per parlare in seguito…

Adesso, piuttosto, vorrei esaminare un’altra serie di argomentazioni che mi spingono, oltre a quelle già accennate, a credere con una certa convinzione che noi ARIANI si sia effettivamente una RAZZA DI COLONIZZATORI ALIENI.

Su questo Pianeta ogni “razza” umana non ariana presenta caratteristiche somatiche ben precise, alcune in comune, altre no. Il colorito della pelle varia dall’una all’altra, ma tutte hanno in comune il colore nero sia degli occhi che dei capelli. Ogni “razza” non ariana, poi, mostra al suo interno una straordinaria “omogeneità” somatica: popolarmente si dice che i Neri, così come i Cinesi, sembrano tutti “fatti con lo stampino”…

In realtà sappiamo benissimo che nell’Africa nera sono individuabili varie “razze” umane che solo in prima approssimazione, escludendo i Boscimani e gli Ottentotti, vengono catalogati sotto il termine collettivo di “Neri”; e tuttavia, ripeto, l’omogeneità somatico-cromatica rimane.

Questo, però, non è mai avvenuto fra gli Ariani, neppure nell’antichità. In effetti, Neri e Cinesi sembrano costituire due “razze” umane in senso molto più netto e preciso di quanto facciano gli Ariani.

Gli Ariani, contrariamente a certi vecchi stereotipi assai banali, non sono MAI stati TUTTI alti, biondi e con gli occhi azzurri. Hanno sempre avuto la carnagione nettamente più chiara di tutti gli altri Terrestri, ma al loro interno hanno sempre avuto, pur con l’unico GRUPPO LINGUISTICO INDOEUROPEO, una notevole variabilità somatica, senza distinzione alcuna fra una tribù e l’altra. Italici, Greci, Celti, Germani, Balti, Slavi, Iranici e così via hanno sempre avuto, al loro interno, individui con la pelle più o meno rosea, con occhi non solo azzurri ma anche verdi, grigi, marroni o neri e con capelli non solo biondi ma anche rossi, castani o corvini…

Più che un’unica razza, SEMBRANO IL RISULTATO DELLA FUSIONE DI PIÙ RAZZE UMANE, FRA LORO ASSAI SIMILI, MA NETTAMENTE DIVERSE DALLE ALTRE RAZZE DELLA TERRA DI OGGI. Rimane da chiedersi in quale habitat possano essersi mai sviluppate tali “PROTORAZZE”, confluite poi a formare l’attuale miscuglio che chiamiamo comunemente col termine di “ARIANI”.

In sostanza, LE GENTI ARIANE NON SAREBBERO MAI STATE UNA “RAZZA” PURA MA, AL CONTRARIO, UNA SORTA DI VERA E PROPRIA “RAZZA MISTA”, DERIVATA PROPRIO DALL’INCROCIO DI VARIE E ANTICHISSIME “PROTORAZZE”.

La formazione di tali protorazze dovrebbe essersi verificata non solo in un lunghissimo arco temporale, ma dovrebbero essersi via via fuse, in un certo senso “omogeneizzandosi” soprattutto in senso culturale, senza MAI venire a contatto con le altre razze umane della Terra.

E dove mai ciò sarebbe stato possibile? Forse IN UN ALTRO MONDO?

NON CERTO SULLA TERRA: la nostra epidermide, così come del resto la nostra retina, sono troppo sensibili ai RAGGI ULTRAVIOLETTI del Sole. Questo è un aspetto che a mio parere non è mai stato preso nella giusta considerazione. Se gli Ariani, o le protorazze da cui hanno avuto origine, si fossero dovuti evolvere sulla Terra, avrebbero incontrato gravissimi problemi.

L’Uomo è una “SCIMMIA NUDA” che non ha alcun genere di difesa naturale contro il freddo. Ne deriva che l’Uomo, sulla Terra, prima di essere in grado d’inventarsi degli abiti per proteggersi dal freddo o dal sole poteva sopravvivere esclusivamente a patto di abitare regioni calde e di avere una pelle scura a prova di radiazioni ultraviolette. CHI SOSTIENE CHE LA PELLE DEGLI ARIANI SI È SCHIARITA COL TEMPO, dopo aver vissuto per millenni in regioni subartiche o comunque lontane dai tropici SOSTIENE UNA GRANDISSIMA BAGGIANATA ASSOLUTAMENTE PRIVA DI QUALSIASI RAGIONEVOLE FONDAMENTO.

Ne è prova evidente che gli ESCHIMESI, che vivono nelle regioni subartiche da non meno di 20 mila anni, in tutto questo tempo non hanno sviluppato affatto pelle, capelli e occhi chiari. Al contrario, la loro carnagione è sensibilmente più scura della nostra, per non dire di occhi e capelli che, come in tutti gli altri Popoli non ariani della Terra, sono invariabilmente nero-corvini.

Insomma, ciò che voglio dire è che LA TERRA È ASSOLUTAMENTE INADATTA A PRODURRE IN MODO “NATURALE” UNA RAZZA UMANA DI TIPO “ARIANO” AUTOCTONA, e questo per la semplice ragione che, dove la temperatura è sufficientemente confortevole, l’IRRADIAZIONE ULTRAVIOLETTA è purtroppo talmente elevata da provocare, in assenza di adeguate protezioni (ombra, abiti, creme solari e occhiali da sole), eritemi e congiuntiviti, fino a vere e proprie ustioni, carcinomi cutanei e cataratta… per converso, laddove i raggi UV solari sono sufficientemente scarsi, fa anche decisamente freddo… TROPPO FREDDO per vivere completamente NUDI!

Le PROTORAZZE ARIANE devono essersi dunque sviluppate e quindi fuse, forse addirittura diversi milioni di anni or sono, SU UN ALTRO PIANETA, magari in un lontanissimo Sistema Stellare che oggi potrebbe anche non esister più.

Quel Pianeta doveva presentare un CLIMA DECISAMENTE PIÙ STABILE di quello terrestre, per intenderci privo di quelle grandi escursioni termiche tipiche delle stagioni della Terra. Un clima, diciamo, più o meno caldo-umido su tutta la superficie e per tutto l’anno. Forse l’ASSE DI ROTAZIONE ERA ASSAI MENO INCLINATO SUL PIANO DELL’ORBITA DI QUANTO ACCADA PER LA TERRA, e questo spiegherebbe una quasi totale assenza di vere e proprie stagioni e quindi di periodi freddi alternati a periodi più caldi. È dunque probabile che il clima del nostro antico Pianeta di origine fosse assai simile a quello che sulla Terra si registrò durante l’ultima fase del CRETACICO (alla fine del Mesozoico, l’Era dei Dinosauri, terminata 65 milioni di anni fa), quando, forse proprio per una ridottissima inclinazione dell’asse terrestre, il clima era caldo e umido praticamente ovunque, al punto che probabilmente LE STESSE CALOTTE GLACIALI, IN CORRISPONDENZA DEI POLI, ERANO DEL TUTTO ASSENTI, anche perché, del resto, LADDOVE L’INCLINAZIONE DELL’ASSE DI ROTAZIONE DI UN PIANETA è NULLA, IN CORRISPONDENZA DEI POLI L’INSOLAZIONE È COSTANTE PER TUTTO IL PERIODO DI ROTAZIONE ASSIALE: in poche parole, in simili condizioni IL SOLE, AI POLI, NON TRAMONTA MAI…

Ma il Pianeta d’origine degli Ariani doveva presentare necessariamente anche UN’ALTRA CARATTERISTICA NOTEVOLE: non solo doveva avere un clima molto stabile, caldo-umido e privo di stagioni, ma doveva presentare anche una IRRADIAZIONE ULTRAVIOLETTA ESTREMAMENTE RIDOTTA, il che sostanzialmente si ottiene in due modi; o aveva una COLTRE FILTRANTE DI OZONO MOLTO PIÙ SPESSA E DENSA DI QUELLA TERRESTRE o il suo “sole”, o i suoi “soli” (si consideri che nell’Universo ci sono molti più Sistemi Stellari multipli che non singoli, e quindi molti più pianeti con due o tre “soli” piuttosto che con uno solo) dovevano avere uno spettro diverso da quello del nostro attuale Sole, ovvero, QUEL PIANETA DOVEVA RUOTARE INTORNO ad una O PIÙ STELLE CARATTERIZZATE DA UNA RIDOTTA IRRADIAZIONE ULTRAVIOLETTA.

Ritengo, tuttavia, che sia PIÙ PROBABILE PENSARE ad un PIANETA CON UNA OZONOSFERA PIù SPESSA DI QUELLA DELLA TERRA, grazie magari ad una RIDOTTA ATTIVITÀ VULCANICA, visto che, attività umane a parte, un’altro tremendo nemico dello strato di ozono sono proprio i vulcani ed i gas ad altissimo tenore di cloro che immettono nell’atmosfera durante le loro eruzioni…

Comunque sia andata, su quel lontano Pianeta la FUSIONE DI QUELLE PROTORAZZE ARIANE dovrebbe essersi verificata assai molto tempo prima che la loro Civiltà raggiungesse uno sviluppo tecnologico tale da consentire la colonizzazione di altri mondi attraverso i VIAGGI SPAZIALI.

In questo modo ci sarebbe stato tutto il tempo necessario perché si avesse una sostanziale UNIFICAZIONE ETNICA, SOMATICA, CULTURALE E LINGUISTICA DEGLI ARIANI PRIMA CHE COMINCIASSERO AD ESPANDERSI NELLA GALASSIA ed a raggiungere pianeti abitabili come la Terra, fondandovi delle Colonie.

Per comodità, chiameremo quel nostro antico mondo di origine col nome, del tutto arbitrario e convenzionale, di ARIANDA…

…in effetti non è proprio preso a caso, ma “costruito” dal Sanscrito, la più antica Lingua indoeuropea nota: “Arya” significa infatti “Ariani” o “Bianchi”, mentre “anda” significa “uovo”, “luogo da cui qualcosa ha origine e fuoriesce”, e quindi, in sostanza, “Aryanda” (italianizzato in “Arianda”) significherebbe proprio “luogo, pianeta, mondo di origine dei Bianchi ossia degli Ariani”…

Si noti, fra l’altro, che in Sanscrito “arya” significa anche “nobile”, mentre “arjuna” significa anche “bianco”.

Ma procediamo con ordine, nel nostro tentativo di “ricostruzione”…

PARTE TERZA:

BREVE SUNTO DI STORIA GALATTICA [3]

Alcuni milioni di anni fa, immerso fra le stelle della Via Lattea, c’era un lontano Sistema Stellare. Era forse nell’ARIETE, o chissà…

In quel Sistema c’era UN BELLISSIMO PIANETA, ricco d’acqua, dal clima caldo e confortevole per tutto l’anno, senza deserti, senza neve, gelo e ghiacciai se non sulle più alte montagne…

Ovunque si viveva come in un’ETERNA PRIMAVERA, in un mondo fatto di acque, fiori e verdi vallate.

Quel mondo si chiamava ARIANDA, ed era abitato da razze umane assai simili agli odierni Europei: erano loro i nostri antichissimi progenitori e quella era la nostra antica Patria.

In cielo v’erano DUE SOLI, ma la loro luce ed il loro tepore non tradivano chi si abbandonava ad essi e mai accadeva che qualcuno ne rimanesse con la pelle scottata, come invece spesso avviene sulla Terra…

La Storia dei Popoli di quel lontano Mondo fu probabilmente come quella di tutti i mondi, caratterizzata da epoche di luce e di tenebre, di grandi slanci ideali e di tragici conflitti, e fu così per diversi millenni, fino a quando, dapprima lentamente e poi sempre più velocemente, le conquiste della Scienza e della Tecnica consentirono a quelle Genti di rompere i legami naturali con il loro Mondo di origine per liberarsi ALLA CONQUISTA DEGLI SPAZI SIDERALI ED ALLA RICERCA DI NUOVI LIDI OVE FONDARE NUOVE COLONIE, come un giorno avrebbero fatto i Greci, loro discendenti, per le acque del Mediterraneo, sulla Terra.

EBBE COSÌ INIZIO L’ESPANSIONE UMANA NELLA GALASSIA. Gli Ariani, nella loro continua ricerca di nuovi mondi da colonizzare, incontrarono probabilmente sul loro cammino diverse altre Civiltà, che come loro si erano avventurate nel Cosmo. Forse, con alcune di esse stabilirono anche dei rapporti di buon vicinato, con altre vennero a guerra e magari, con altre ancora, vi fu un reciproco e rispettoso ignorarsi, “curandosi” a distanza.

Trovarono sicuramente molti pianeti abitabili e la maggioranza di essi fu certamente “vergine”, mondi dove la vita, pur prosperando, non aveva ancora prodotto alcun genere di esseri sufficientemente evoluti e complessi da determinare l’insorgere di una Civiltà tecnologica per lo meno comparabile con quella dei visitatori ariani.

I nuovi Pianeti, fra quelli più prossimi ad Arianda, furono sicuramente i primi ad essere colonizzati. Altri, come la Terra, furono in un primo tempo soltanto studiati e abitati temporaneamente da piccole equipe di ricercatori allo stesso modo di come oggi noi facciamo con le basi antartiche, lontani avamposti di una Civiltà che, per il momento, non sente l’esigenza di una presenza più marcata…

I primi studiosi ariani notarono che, fra le specie viventi della Terra, vi erano delle scimmie piuttosto evolute, gli AUSTRALOPITECHI, che attraverso un programma accurato di “ritocchi” genetici, avrebbero potuto essere, in un certo senso, “migliorate” al punto da permettere una migliore interazione, a livello di comunicazione, coi nuovi arrivati.

Forse fu soltanto UN SEMPLICE ESPERIMENTO SCIENTIFICO: l’opportunità di studiare, attraverso i secoli, la nascita e l’evoluzione di una Civiltà a partire dallo stadio “animale”. L’INGEGNERIA GENETICA consentì di rendere quel processo assai più rapido di quanto sarebbe potuto essere se fosse stato lasciato ai tempi della Natura.

Ma in seguito ci si dovette rendere conto che le nuove razze, evolute in modo artificiale, avvicinandosi via via all’Uomo avrebbero potuto svolgere servigi eccezionali: presto o tardi l’espansione ariana nella Galassia avrebbe mirato alla Terra non soltanto per studiarla, ma anche per stabilirvi vere e proprie colonie urbane, con la necessità di una folta manodopera locale per la loro edificazione. A quel punto le scimmie del pianeta, una volta “migliorate” in modo opportuno, avrebbero potuto lavorare per gli “DEI CELESTI” e loro CREATORI “sdebitandosi” per esser state da essi ELEVATE DAL REGNO ANIMALE AL RANGO UMANO…

Fu certamente un processo lungo ma, quando all’incirca 35 mila anni fa il Sistema Solare venne finalmente e stabilmente colonizzato, quel processo “creativo” doveva essersi sostanzialmente compiuto.

Dopo una lunga fase “preparatoria”, aveva inizio la vera e propria PRIMA FASE DELLA PRESENZA ARIANA SULLA TERRA.

A quell’epoca BEN QUATTRO PIANETI OSPITAVANO LA VITA, nel nostro Sistema Solare: c’era FETONTE, come lo chiamarono alcuni anni fa i ricercatori sovietici, dove adesso c’è la Fascia degli Asteroidi, fra Giove e Marte; lo stesso MARTE, dove allora l’atmosfera era assai più densa, calda e umida di quella attuale e dove l’acqua riempiva un vasto bacino oceanico, laghi e fiumi; poi la TERRA; ed infine VENERE, un altro pianeta che a quei tempi, non lontanissimi, era pur così diverso da quello attuale…

Erano i tempi della SVASTICA, un vasto Impero Galattico che riuniva Arianda e tutte le sue Colonie, sparse per la Via Lattea, in una sola Comunità.

Il significato del termine deriva dal Sanscrito “SVASTI”, cioè “BENESSERE”, un concetto che in senso politico si ritrova anche nell’Inglese, laddove la Comunità britannica formata dall’Inghilterra e dalle sue Colonie è detta “COMMONWEALTH”, proprio nella stessa accezione di “BENESSERE COMUNE”…

L’antichissimo VESSILLO DELL’IMPERO GALATTICO sopravvive ancor oggi, nel Nord dell’India, presso certe famiglie d’antica origine ariana: su un FONDO NERO, che rappresentava lo SPAZIO, si staglia, al centro, UN GRANDE CERCHIO BIANCO, simboleggiante il PIANO DEL DISCO GALATTICO visto “dall’alto”; poi, al centro, ad indicarne e ad evidenziarne la FORMA A SPIRALE, stilizzata, una GRANDE CROCE UNCINATA A BRACCI CURVI, DI COLOR ROSSO…

Giusto per la cronaca, quello PSICOPATICO CRIMINALE DI ADOLF HITLER non solo usurpò gli antichi simboli ariani per poi utilizzarli a fini ignobili, ma soprattutto li storpiò per motivi politici: oltre ad usare la SVASTICA a bracci retti, una semplificazione dell’originale a bracci curvi, invertì i colori del vessillo per la semplice ragione che il fondo doveva esser rosso anziché nero perché l’NSDAP, il Partito dei Lavoratori Nazional Socialisti Tedeschi, era giust’appunto un PARTITO DEI LAVORATORI, ecco perché il FONDO DOVETTE essere di COLORE ROSSO ed ecco perché i colori originali non furono affatto rispettati ma, come ho detto, invertiti…

La Terra, durante la colonizzazione, subì un processo analogo a quello che subirono gli odierni Stati Uniti: così come in America giunsero coloni da tutta Europa, ANCHE SULLA TERRA GIUNSERO COLONI DA TUTTA LA SVASTICA; e ne giunsero da Arianda, da Sirio, dalle Pleiadi, dalle Iadi, dalla Lira, dal Leone e da moltissime altre colonie di vecchissima data.

Le cose andarono bene per lungo tempo ma, un giorno, come spesso avviene, le cose cambiarono. Forse si trattò, almeno inizialmente, di un fenomeno lento, ma in seguito vi fu una brusca accelerazione: forse per molte Colonie il tallone di Arianda era divenuto via via sempre meno tollerabile, fatto sta che ad un certo punto la sete di autonomia e d’indipendenza portò ad una vera e propria rottura.

La Svastica entrò in crisi, e la crisi portò ad una violenta frattura.

Dice la Bibbia che ad un certo punto Satana, al quale in origine era stato affidata la Terra, si ribellò a Dio.

Ovvero: molte Colonie si rivoltarono contro il potere centrale dell’Impero Galattico, costituendo una vasta lega di Colonie ribelli.

La SVASTICA si spezzò fra LEALISTI ed INSORTI, “dei” e “demoni”. E fu la guerra, una guerra apocalittica e di violenza inaudita che sconvolse tutta la Galassia in lungo e in largo. Al colmo della rivolta, UN BUON TERZO DI TUTTE LE COLONIE GALATTICHE SI RITROVARONO A COSTITUIRE UNA VERA E PROPRIA FEDERAZIONE RIBELLE che si opponeva, armi in pugno, all’Impero.

La frattura si verificò trasversalmente in tutta la società ariana e SULLA TERRA FU LA FAZIONE RIBELLE E INDIPENDENTISTA AD AVERE LA MEGLIO, almeno in principio. Ma durò poco.

La guerra giunse nel Sistema Solare col massimo della potenza distruttiva che si potesse immaginare. “DIO” ripagò con implacabile e biblica rovina coloro che si erano ribellati al suo potere dispotico e assolutista.

Le Forze Imperiali fecero uso di armi di distruzione e sterminio di massa in confronto alle quali le nostre odierne bombe atomiche, benché assai simili, non rappresentano che innocui petardi.

LA GUERRA ANNIENTÒ LE COLONIE ARIANE NEL SISTEMA SOLARE IN MODO PRESSOCHÈ TOTALE E SENZA ALCUNA PIETÀ O MISERICORDIA.

FETONTE si disintegrò in uno scoppio apocalittico, disseminando dei suoi frammenti, sotto forma di polveri ed asteroidi, tutta la sua primitiva orbita fra Marte e Giove. A testimonianza di tale immane tragedia, nel futuro sarebbero giunte sulla Terra solo misteriose meteoriti, recanti al loro interno, inesplicabilmente, altrettanto enigmatici fossili, muti residui di una vita ormai scomparsa e senza più nemmeno eredi…

Su MARTE gran parte dell’atmosfera bruciò in un terrificante processo di combustione che finì per lasciare il Pianeta completamente spoglio e privo di vita. La bassa forza di gravità non poté trattenere i gas atmosferici surriscaldati che, in gran parte, si dispersero nello spazio con buona parte dell’acqua trasformata in vapore sia dall’enorme calore che dal crollo della pressione atmosferica. Parte dell’ossigeno si combinò col suolo marziano



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Cita:
È assai nota, ad esempio, la leggenda circa LA DEA BIONDA, discesa dalle stelle, che avrebbe regnato, in tempi immemorabili, sull’antico ZIMBABWE, nell’Africa australe. Una leggenda simile si riferisce perfino ad un regno remotissimo dell’attuale SAHARA, quando ancora il deserto praticamente non esisteva e fiumi ed una ricca vegetazione ricoprivano la vasta regione.


Perchè nessuno si chiede come mai GLI DEI siano BIANCHI per tutti i popoli indipendentemente dal colo della pelle?

Insomma una comunità che non ha mai visto un uomo bianco perchè dovrebbe inventarsi il proprio dio di colore bianco? Qualcuno potrebbe dire: beh per differenziarsi da lui... Ed allora perchè i bianchi non hanno nel loro retaggio culturale un dio nero?

LA domanda è tanto facile quanto intrigante, qualcuno hai mai provato a rispondere?

Cita:
Ed il CONCETTO DEI DEMONI CHE VIVREBBERO IN UN REGNO SOTTERRANEO, gli INFERI, appunto, non potrebbe riferirsi, magari, al fatto che i ribelli a quel “DIO” dovettero chiudersi in RIFUGI SOTTERRANEI per sottrarsi alla collera atomica del loro nemico “celeste” che li colpiva dal cielo?


Derincuyu? Gaziemir? Osimo? E tutte le altre inspiegabili città (non grotte eh!) in giro per il globo...

Cita:
La Terra, durante la colonizzazione, subì un processo analogo a quello che subirono gli odierni Stati Uniti: così come in America giunsero coloni da tutta Europa, ANCHE SULLA TERRA GIUNSERO COLONI DA TUTTA LA SVASTICA; e ne giunsero da Arianda, da Sirio, dalle Pleiadi, dalle Iadi, dalla Lira, dal Leone e da moltissime altre colonie di vecchissima data.


Magari quelli del leone si stabilirono in egitto dove edificarono le loro piramidi e la SFINGE simbolo del loro luogo di provenienza così coem appariva dalla terra... Fantasticare no ncosta nulla ^_^

Cita:
La Terra, durante la colonizzazione, subì un processo analogo a quello che subirono gli odierni Stati Uniti: così come in America giunsero coloni da tutta Europa, ANCHE SULLA TERRA GIUNSERO COLONI DA TUTTA LA SVASTICA; e ne giunsero da Arianda, da Sirio, dalle Pleiadi, dalle Iadi, dalla Lira, dal Leone e da moltissime altre colonie di vecchissima data.

Le cose andarono bene per lungo tempo ma, un giorno, come spesso avviene, le cose cambiarono. Forse si trattò, almeno inizialmente, di un fenomeno lento, ma in seguito vi fu una brusca accelerazione: forse per molte Colonie il tallone di Arianda era divenuto via via sempre meno tollerabile, fatto sta che ad un certo punto la sete di autonomia e d’indipendenza portò ad una vera e propria rottura.

La Svastica entrò in crisi, e la crisi portò ad una violenta frattura.



Prendo questo pezzo come riferimento ma in generale tuttala "ricostruzione" sembra prendere spunto da un libro di ASIMOOV - IL CICLO DELLE FONDAZIONI che sto leggendo e che secondo me potrebbe essere una buona spiegazione per quanto accade\accaduto sulla terra ed il modo in cui la nostra specie si è evoluta passando dalla "scienza governata dalla religione" alla scienza governata dal commercio (economia); in modo da mantenere il processo scientifico sempre LEGATO agli occhi della popolazione a qualcos'altro e quindi gestibile a piacimento da chi ne detiene il controllo.

Cita:
FETONTE si disintegrò in uno scoppio apocalittico, disseminando dei suoi frammenti, sotto forma di polveri ed asteroidi, tutta la sua primitiva orbita fra Marte e Giove. A testimonianza di tale immane tragedia, nel futuro sarebbero giunte sulla Terra solo misteriose meteoriti, recanti al loro interno, inesplicabilmente, altrettanto enigmatici fossili, muti residui di una vita ormai scomparsa e senza più nemmeno eredi…


Interessante...

Cita:
Naturalmente, vi furono dei SOPRAVVISSUTI: i ribelli, cioè proprio quei “demoni” che “DIO”, cioè l’Impero, aveva sprofondato nella “natural burella”, ovvero nelle viscere della Terra ove si trovavano i RIFUGI NUCLEARI, dopo un certo tempo dovettero pure uscire all'esterno.


Il popolo formica...


Articolo splendido... MEtte un sacco di tasselli al posto giusto e genera un sacco di COLLEGAMENTI paralleli nella mia povera testolina -_-



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MessaggioInviato: 29/05/2014, 00:46 
Cioè, vabbè, qua mi si gioca contro... è la terza volta che cerco di rispondere e perdo la risposta =_=
Ci riprovo, eddaje.

Cita:
DarthEnoch ha scritto:

Tecnicamente la bibbia pare faccia una distinzione tra Elohim e Nephilim. Quando Josuè manda un gruppo di uomini in perlustrazione in Palestina e questi avvistano i giganti, li chiamano i Figli di Anak (che Biglino riconduce agli Annunaki, cioè la discendenza ibrida degli Elohim). Inoltre quando parla di questa ibridazione, cioè quando "i figli degli Elohim videro che le figlie degli uomini erano buone e si unirono a loro" crearono la razza dei Gibborin, e aggiunge "a quel tempo sulla terra c'erano i Nephilim, e anche successivamente" (secondo M.Biglino). Quindi le dure razze sono distinte.
Sempre Biglino azzarda una sola spiegazione, non essendoci sicurezza sull'origine della parola Nephilim.


Allora, sì, innanzitutto non c'è sicurezza sul'origine della parola nephilim.
Comunque, premesso questo... a mio parere sì, si tratta di due cose ben diverse, e a venire in aiuto è la linguistica.

Elhoim, questo è piuttosto noto, è una parola plurale, sebbene gli esageti la utilizzino al singolare.
Deriva dall'ugaritico (come d'altra parte la religione ebraica deriva in parte... in gran parte da quella cananea) 'l-hm, termine attestato molti secoli prima della composizione della Torah e dei suoi commentari. La parola 'l-hm è in ugaritico utilizzata per indicare "la famiglia di El", ed è a sua volta la contrazione di 'lh-hm, dove:
- 'lh è el (o meglio, El), utilizzato come nome proprio e tradotto in genere come "il Potente"
- hm non ha ancora una traduzione del tutto esatta, ma in genere viene tradotto come famiglia, fratelli o figli
Pertanto, è chiaro, 'lh-hm è "famiglia di El", o "famiglia del Potente". In generale, in effetti, si preferisce tradurre hm come "famiglia", in quanto nei testi ugaritici sembra riferirsi ad un vasto complesso di divinità celesti opposte alle divinità ctonie.
Un gioco di parole simpatico, risiede ulteriormente nella parola 'lh, il cui significato è anche "stare davanti", sebbene in un minor numero di casi. Ora, è chiaro che El sia Enlil, in quanto le somiglianze fra le due figure sono nette, a partire dal carattere guerriero e dall'animale di culto, il toro celeste. E Enlil è in effetti quello che "sta davanti" (a Enki). Nel senso che, se come suggeriscono i testi sumerici, la successione degli Anunnaki avveniva per linea di sangue e non diritto di nascita, alla sua nascita Enlil surclassò il diritto di regno di Enki... a tutti gli effetti risultando quello che "sta davanti".

Con questa premessa, penso che elohim ('lh-hm) intenda specificamente gli enliliti.
Quindi c'è da cercare un termine che indichi gli enkiti? E' esattamente quello che sto suggerendo.

L'ulteriore premessa da fare, oltre al fatto che nessuno sa bene dove sbattere la testa per tradurre la parola nephilim, è che di loro si parla in modo esteso solo nella letteratura apocrifa dell'ebraismo, cioè in testi non ortodossi che, nel tempo, sono finiti ad essere delle cloache di materiale mal incollato. Ma comunque, da qualche parte bisogna pur partire, quindi ci si accontenta...
Effettivamente, i nephilim compaiono in seguito alla discesa di Shemjazaz e all'unione degli "angeli" ribelli con le figlie dell'uomo. Furono loro a concedere le arti all'umanità. Arti, conoscenza... enkiti. Lineare.
Per i puristi, il primo problema da affrontare (oltre a quello delle fonti) è appunto nella traduzione. Nephilim può essere fatto derivare da NPhL in base al confronto fra termini che compaiono in diversi punti della Torah, ma che conservano la medesima radice. Da NPhL, poi, giunge un altro problema:
il verbo associato può essere "cadere" o "scendere", e qui viene logico domandarsi se si faccia riferimento a qualcuno di precipitato per punizione o a qualcuno che ha attivamente deciso di scendere... anche se il risultato è lo stesso, perché nephilim ha anche come significato "che sono sulla terra", quindi...

Dei Nephilim si parla ampiamente in Enoch, dove è citata la leggenda di Shejazaz. Riguardo a Shemjazaz e ai suoi seguaci, in Enoch 1 vengono definiti "Veglianti", mentre in Enoch 2 compare lo stesso termine Veglianti, ma in una forma leggermente diversa. Essa viene resa in slavo (!!! tanto per dire quanto abbiamo le idee confuse al riguardo) Grigori, che potrebbe essere l'equivalente greco di egregoroi, cioè "sveglio". Potrebbe. Potrebbe perché nel testo ebraico la parola corretta è AYLYM (presumo che sia questa la traslitterazione fonica corretta, ma considerando che ayin ha tre divese pronunce, potrebbe essere anche OYLYM o VYLYM... e siccome spesso n e v vengono spesso scambiate nelle lingue dell'area in esame, NYLYM). Comunque, ci facciamo piacere AYLYM, giusto per non stare di nuovo punto e a capo... AYLYM significa "osservanti", "guardanti", "veglianti", "(ri)svegli(anti)". Vista la scelta di traduzione greca, avvallerei proprio l'ultimo significato.
I Grigoroi insegnarono le arti, la conoscenza... iniziatori? portatori di coscienza? enkiti?
A me fila, ma mi rendo conto che per alcuni potrebbe traballare.

Come ultimo punto per avvalorare questa ipotesi, porto il fatto che in ugaritico, 'lh-hm mi sembra proprio indicare specificamente "la famiglia di", escludendo tutte le divinità non facenti parte del nucleo di El. Il fatto è che manca un corrispettivo per le divinità ctonie. A mio parere quel che manca si potrebbe trovare proprio nel risalire alla vera origine della parola nephilim, ma mi rendo conto che è piuttosto utopico.


@Atlanticus
Ho visto che riporti immagini di reperti egizi del tempo di Akhenaton. Non farlo se non vuoi soccombere! [:p]
Stupidi avvertimenti a parte... durante la XVIII dinastia e in particolare con Akhenaton, l'arte venne rinnovata. Aldred sostiene che divenne più "realistica", il che signifiica che la rappresentazione data ad Akhenaton effettivamente perde i canoni tipici di imponenza e "perfezione di forme" (secondo il canone egizio), per diventare realistica. A monte del se Akhenaton soffrisse o meno della sindrome di Fröhlich, il faraone è sempre rappresentato con cranio idrocefalo. Lo stesso accade per tutti gli altri membri della famiglia reale e per alcuni funzionari. Ora, possiamo presumere che i funzionari abbiano semplicemente copiato il nuovo canone, ma per quanto riguarda i reali... sono principalmente le donne a venire rappresentate in quel modo, e Akhenaton ovviamente. Passi che Akhenaton soffriva della sindrome di Fröhlich e che quindi il suo cranio fosse effettivamente deformato, ma il gene è regressivo e la malattia influenza soltanto gli individui di sesso maschile. Ora, le ipotesi avanzate sono state fondamentalmente due:
- Akhenaton soffriva della sindrome di Fröhlich e, ritenendo il suo aspetto un carattere divino, ha voluto immortalarlo e rappresentare con gli stessi caratteri anche la regina e le principesse
- Akhenaton soffriva o non soffriva della sindrome di Fröhlich, ma ha imposto quello stile rappresentativo (i carani allungati) perché indicante status divino (in effetti, Akhenaton torna al concetto delle dinastie dell'Antico Regno per cui il faraone non è soltanto rappresentazione del divino, ma divino esso stesso)
Ammetto di essere sempre stata del primo parere, ma ammettiamo sia valido il secondo.
Perché il cranio idrocefalo, rarissimo nella razza umana, dovrebbe essere considerato un carattere divino e non una malformazione al pari, per esempio, dell'albinismo? Di strani crani allungati ne sono stati trovati anche in Egitto e a questo punto mi piacerebbe tanto ci facessero due analisi. Ma è improbabile accada, lo so.
Ai crani si aggiungono le immagini di mezzi volanti, Fenoglio in "Misteri dell'Antico Egitto" ne riporta una buona carrellata. Non trovo però immagini su internet... appena torno in possesso del libro in questione, vi aggiungo qualche foto.


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Cita:
MaxpoweR ha scritto:
Perchè nessuno si chiede come mai GLI DEI siano BIANCHI per tutti i popoli indipendentemente dal colo della pelle?

Insomma una comunità che non ha mai visto un uomo bianco perchè dovrebbe inventarsi il proprio dio di colore bianco? Qualcuno potrebbe dire: beh per differenziarsi da lui... Ed allora perchè i bianchi non hanno nel loro retaggio culturale un dio nero?

LA domanda è tanto facile quanto intrigante, qualcuno hai mai provato a rispondere?

In effetti un eccezione c'è...le vergini nere...
http://www.angolohermes.com/Simboli/Mad ... _Nere.html



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PEr quanto riguarda il termine nephilim

Cita:
Alla diatriba in corso aggiungiamo una considerazione su un dato di fatto: i Greci non si sono curati delle possibili varianti di significato, non si sono cioè impegnati a stabilire se si sia trattato di una caduta o di una discesa volontaria, essi hanno direttamente tradotto il termine [nephilìm] con #947;#953;#947;#945;#957;#964;#949;#962;, “giganti”.


In LXX, Gen 6,4, scrivono:
#959;#953; #948;#949; #947;#953;#947;#945;#957;#964;#949;#962; #951;#963;#945;#957; #949;#960;#953; #964;#951;#962; #947;#951;#962; #949;#957; #964;#945;#953;#962; #951;#956;#949;#961;#945;#953;#962; #949;#954;#949;#953;#957;#945;#953;#962; #954;#945;#953; #956;#949;#964;‘#949;#954;#949;#953;#957;#959;

i giganti erano sulla terra in i giorni i quelli e dopo quello…

Rispettano cioè la letteralità della traduzione dell’intero versetto già evidenziata in apertura di capitolo e li definiscono semplicemente “giganti”, una affermazione perentoria, priva di sfumature interpretative che a noi pone però un interrogativo: perché [nephilìm] per loro significa “#947;#953;#947;#945;#957;#964;#949;#962;”?
Nella lingua aramaica esiste il termine AWS`[ [nephilà], un nome proprio che identifica la costellazione di Orione e sono numerosissimi gli studi che tendono a correlare proprio quella costellazione con la nascita della civiltà umana.
In una molteplicità di ipotesi formulate da autori quali Von Daniken, Hancock, Bauval, Faiia, Collins,25 ecc. essa viene identificata come possibile luogo di origine degli alieni che sono intervenuti sul nostro pianeta. Secondo tali teorie il ricordo di questa provenienza sarebbe registrato in numerose realizzazioni architettoniche distribuite in siti considerati sacri da varie popolazioni di diversi continenti.
Il più conosciuto si trova ovviamente nella piana di Giza dove la disposizione spaziale delle tre grandi piramidi rispetto al Nilo rispecchierebbe l’orientamento delle tre stelle della cintura di Orione rispetto alla Via Lattea.
Vi sono poi le piramidi maya nel Viale dei morti a Teotihuacan in Messico e ancora le costruzioni sulla mesa degli indiani hopi in Arizona, che paiono essere state posizionate con il preciso intento di riprodurre sul territorio quell’immagine celeste.
Non vi sono al momento certezze e noi ci stiamo occupando della Bibbia, dunque non entriamo nell’ambito dell’attendibilità o meno di queste tesi, ma non possiamo non rilevare che tra elementi apparentemente separati si registra una coincidenza che per il momento ci limitiamo a definire come una semplice curiosità.
Per proseguire nell’argomentazione che stiamo conducendo, dobbiamo ricordare che nella mitologia greca Orione era un “gigante” originario della Beozia, nonché figlio di Poseidone; era un grande cacciatore e usciva sempre accompagnato dal suo cane Sirio, che si fa corrispondere ad #945; Canis Majoris, la stella che ne accompagna il viaggio nella sfera celeste: è molto luminosa e ben visibile sotto la stella Saiph (#954; Orionis). Innamorato delle Pleiadi – figlie di Atlante – cominciò a molestarle e la dea Artemide che si era a sua volta invaghita di lui lo fece uccidere da uno scorpione; Zeus scoprì quanto era successo, si adirò e fulminò lo scorpione, poi decise di collocare nel cielo questo eroe e da allora la sua costellazione splende nella notte nel suo continuo tentativo di raggiungere le Pleiadi – gruppo di stelle inserite nella costellazione del Toro – che lo precedono nel percorso celeste.
Ebraico, aramaico, mitologia greca si incrociano qui fornendo una possibilità di interpretazione che integra vari significati e un’ipotetica chiave di lettura.

Fonte: http://www.maurobiglino.it/?p=2812



Per i crani allungati vale lo stesso discorso fatto per le divinità.

Perché un popolo dovrebbe immaginarsi un dio totalmente diverso da se stesso se poi si auto definisce "SUA IMMAGINE"?

Secondo me l'esempio della madonna nera non è molto probante perchè di fatto la madonna non è niente, non ha creato l'universo non ha creato l'uomo insomma non la una divinità primigenea ma è un pastrocchio ideologico\teologico che poggia su qualche antica divinità "pagana" inglobata nel cristianesimo e nelle altre religioni falsamente monoteiste.

Ma soprattutto perchè usare canoni tanto diversi e probabilmente del tutto sconosciuti come il colore chiaro della pelle. Altra domanda, perchè tutti i popoli hanno inventato gli stessi canoni divini? ^_^

Non è che hanno visto qualcosa di concreto...


Ultima modifica di MaxpoweR il 29/05/2014, 14:05, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 29/05/2014, 17:26 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Per quanto riguarda il termine nephilim
Cita:
Nella lingua aramaica esiste il termine AWS`[ [nephilà], un nome proprio che identifica la costellazione di Orione e sono numerosissimi gli studi che tendono a correlare proprio quella costellazione con la nascita della civiltà umana.

E' corretto... però la traslitterazione è npyl o nyplh. Con il significato di "Orione" ricorre però solo nei testi di Qumran. Con radice aws, sul dizionario non ho trovato assolutamente nulla, ma cercherò meglio.
Questo comunque mi porta ad un dubbio riguardo al vero senso da dare alla traduzione. I greci han pasticciato, mi pare chiaro...
Grazie dell'appunto!

//EDIT: mi correggo, ho trovato aws, si tratta di tardo aramaico. Non capisco come però si arrivi a npyl... aws viene tradotto come "concilio" o "consesso" (es. in Num. 26,9) ...


Cita:
MaxpoweR ha scritto:
Perché un popolo dovrebbe immaginarsi un dio totalmente diverso da se stesso se poi si auto definisce "SUA IMMAGINE"?
Ma soprattutto perchè usare canoni tanto diversi e probabilmente del tutto sconosciuti come il colore chiaro della pelle. Altra domanda, perchè tutti i popoli hanno inventato gli stessi canoni divini? ^_^
Non è che hanno visto qualcosa di concreto...

Ma magari anche sì. Anche perché, se così non fosse, l'essere umano avrebbe un subconscio collettivo davvero terrificante. E le casualità sono davvero troppe.


Cita:
MaxpoweR ha scritto:
Secondo me l'esempio della madonna nera non è molto probante perchè di fatto la madonna non è niente, non ha creato l'universo non ha creato l'uomo insomma non la una divinità primigenea ma è un pastrocchio ideologico\teologico che poggia su qualche antica divinità "pagana" inglobata nel cristianesimo e nelle altre religioni falsamente monoteiste.

Oppure potrebbe essere che l'immagine della madonna bianca sia una canonizzazione voluta dalla Chiesa, che storicamente ha sempre impolicitamente avallato le teorie per cui "l'uomo bianco è intellettualmente superiore a tutte le altre etnie" (passatemi la generalizzazione un po' barbara dei termini).
Il fenomeno delle madonne nere non nasce con il cristianesimo, comunque. Nasce con l'Impero Romano, che importò le statue nere di Iside. Molte delle divinità riconducibili ad Iside erano, in effetti, correlate al colore nero.
Le madonne nere, poi, sono tradizione antica per la Francia... dove si dice si fosse diretta la Maddalena. Senza voler scendere in discorsi che non c'entrano, ma se una persona di etnia semitica (o addirittura etiope, come alcuni affermano) fosse entrata in contatto con i "bianchi" europei, avrebbe esercitato un certo fascino sul loro immaginario. Se addirittura fosse stata la promulgatrice di una religione... da qui alle madonne nere il passo potrebbe non essere troppo lungo.
Comunque, io terrei le madonne nere a lato degli esempi di cui tener conto...


Ultima modifica di Nisaba il 29/05/2014, 17:40, modificato 1 volta in totale.

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Cita:
MaxpoweR ha scritto:
Secondo me l'esempio della madonna nera non è molto probante perchè di fatto la madonna non è niente, non ha creato l'universo non ha creato l'uomo insomma non la una divinità primigenea ma è un pastrocchio ideologico\teologico che poggia su qualche antica divinità "pagana" inglobata nel cristianesimo e nelle altre religioni falsamente monoteiste.


In parte concordo, ma teniamo a mente che (almeno a mio parere) la madonna, e quindi anche quella nera, potrebbe avere collegamenti antichi con la Dea Madre.
E ricordo che il culto della Dea Madre è stato tra i primi. Molto prima dell'arrivo dell'ideologia patriarcale nelle divinità.
Mi riferisco solo alla tua frase evidenziata in grassetto.
Inoltre è possibile che anche la figura della Dea Madre possa avere collegamenti lontani con ipotetici visitatori/genetisti antichi.


Ultima modifica di Custode di conoscenza il 29/05/2014, 17:57, modificato 1 volta in totale.

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cri amici,
Cita:
Fenoglio in "Misteri dell'Antico Egitto" ne riporta una buona carrellata

è possibile scaricarlo coi torrent, effettivamente , molti disegni.

una parte
http://www.art-litteram.com/index.php?o ... &Itemid=36

ciao
mauro



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sisi io con madonna intendo la figura mariana del cristianesimo non l'archetipo della "dea madre" dalla quale potrebbe essere mutuata :)



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