Certo che si tratterebbe di una violazione della sovranità di uno Stato. Il punto è che quello Stato è attualmente retto da una dittatura, si può volere intervenire o meno.
Io personalmente sono da sempre contro tutte le dittature, di ogni colore e tipologia, ma va detto che il mondo arabo/musulmano non è semplicemente pronto per la democrazia.
Non sanno nemmeno cosa sia, e ogni volta che un popolo arabo ha avuto la possibilità di scegliersi i suoi leader col voto ha sempre optato per i Fratelli Musulmani,
mentre i vari dittatori presenti nella regione hanno sempre costituito un' alternativa laica che ha modernizzato i Paesi e li facevano rigare dritto, senza jihadismo o sharia.
Hanno ragione Ufologo e Atlanticus, andavano lasciati nel loro brodo.
Alcuni però avevano decisamente passato la misura, come Saddam con il genocidio della popolazione curda, e bisognava fermarlo.
Inoltre nel caso iraqeno, a differenza di quello afgano, si è saputa creare un' alternativa democratica stabile.
L' errore fatale, compiuto da Obama, è stato quello di togliergli il necessario supporto militare, lasciando campo libero ai jihadisti.
Obama ha detto chiaramente che vuole "distruggere" l' Isis, ma la sua "strategia" è sbagliata e destinata al fallimento,
infondendo nuova linfa (volontari) allo Stato islamico, fino a che non si deciderà di intervenire con delle forze al completo, soldati compresi, cosa inevitabile in futuro.
Ugualmente la Siria avrebbe benificiato di un aiuto occidentale ai ribelli moderati quando questi erano LA forza in campo.
Adesso però è troppo tardi, a meno di voler mantenere una presenza stabile (che dovrebbe fare il suo ritorno pure in Iraq),
rimuovere Assad significherebbe consegnare il Paese nelle mani dell' ISIS,
o, con un pizzico di ottimismo, ai ribelli moderati, una forza che senza un adeguato sostegno esterno è destinato a cadere come le forze parlamentari libiche.
Inoltre c'è da considerare la situazione globale al di là del problema mediorientale, con la contrapposizione USA-Russia.
La Siria occupa una posizione strategica ed è alleata della Russia, una sostituzione ai vertici comporterebbe il suo allineamento alla politica americana,
accerchiando ulteriormente Putin, spingendolo a reagire (Terza Guerra Mondiale).
A questo punto è meglio se le cose restano come sono in Siria, e che Assad riprenda il controllo del Paese, come avverrebbe se i raid americani si concentrassero solo sull' ISIS.
Invece è evidente che gli Americani se ne vogliono aprofittare per colpire anche l' esercito regolare siriano.
A questo punto solo un intervento diretto della Russia può scongiurarlo, e mi aspetto che avvenga, in quanto Putin non ha nessuna intenzione di perdere il suo alleato.
Una presenza navale potrebbe essere un deterrente sufficiente, ma c'è da dire che gli americani cercano lo scontro con la Russia da tempo, e potrebbero aprofittare dell' occasione avendo trovato una posizione su cui Putin non intende retrocedere.
Per cui quello che Putin è riuscito finora ad evitare in Ucraina potrebbe scoppiare in Siria.
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