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MessaggioInviato: 01/03/2014, 15:36 
.. si sospettava da sempre; così però ....[;)]



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MessaggioInviato: 28/10/2014, 18:57 
La faccia come il fondoschiena.

Stato-mafia, terminata la deposizione di Napolitano al Quirinale
Il presidente della Repubblica ha risposto a diverse domande delle parti. Mai usata la parola 'trattativa'


http://www.ansa.it/sito/notizie/politic ... 091a6.html


Loris D’Ambrosio prima di morire scrisse a Napolitano:
“Presidente, lei sa…”


il passaggio finito sotto la lente di ingrandimento dei pm è questo: "Lei sa che di ciò ho scritto anche di recente su richiesta di Maria Falcone. E sa che, in quelle poche pagine, non ho esitato a fare cenno a episodi del periodo 1989- 1993 che mi preoccupano e fanno riflettere; che mi hanno portato a enucleare ipotesi – solo ipotesi- di cui ho detto anche ad altri, quasi preso anche dal vivo timore di essere stato allora considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi. Non Le nascondo di aver letto e riletto le audizioni all'Antimafla di protagonisti e comprimari di quel periodo e di aver desiderato di tornare anche io a fare indagini, come mi accadde oltre 30 anni fa dopo la morte di Mario Amato, ucciso dal terroristi". http://www.articolotre.com/2014/02/lori ... te-lei-sa/


A cosa si riferisce D'Ambrosio?



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 28/10/2014, 19:23 
..probabilmente come tanti altri gravi episodi insoluti.................,rimarra sempre un mistero............... [;)] [:(!] [:(!]


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MessaggioInviato: 28/10/2014, 19:32 
Figuriamoci se il capo del Politburo risponde ....! [:246]



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MessaggioInviato: 28/10/2014, 20:32 
La magistratura si è finalmente mossa, certo non è difficile comprendere le ragioni del ritardo dopo la fine fatta da Borsellino per lo stesso motivo.


Purtroppo non aiuterà le indagini la distruzione delle intercettazioni Mancino-Napolitano, guarda tu che caso.

Avrei proprio voluto sentirle, perchè non le hanno pubblicate e lasciato che la gente si facesse una opinione informata?

Se Napolitano non avesse nulla da temere avrebbe richiesto lui stesso la pubblicazione certo di venire così sollevato da ogni dubbio, invece... cosa ha da nascondere [?]


A me viene da pensare a una cosa, una piccola riflessione che volevo condividere e che secondo il mio modesto parere rende il segno dei tempi:


Napolitano per andare al tribunale si sarà mosso con una scorta,

ora io mi chiedo davvero cosa passasse per la testa di quegli agenti mentre scortavano, cioè difendevano con la propria vita,

un uomo, se così si può dire, un Presidente della Repubblica chiamato a testimoniare sulla trattativa Stato-mafia in quanto, evidentemente, ritenuto informato dei fatti,

e su cui gravano da parte dell' opinione pubblica, o almeno da quella parte che usa ancora il buon senso, sinistri sospetti.


E tutto questo mentre a loro il governo nominato (non eletto, il terzo di fila) dallo stesso Presidente della Repubblica e così tanto da lui sostenuto "con viva e vibrante soddisfazione" alla Crozza [:o)]

sputa a loro in faccia per un bel lasso di tempo, non decidendosi a sbloccare gli stipendi fino a pochissimo tempo fa.


Io davvero non riesco a credere che a nessuno di loro sia venuto il pensiero di quello che stavano concretamente facendo, della situazione paradossale in cui si sono infine ritrovati per aver scelto di difendere il popolo e lo Stato.

Non ci credo che non abbiano avuto dei dubbi, delle perplessità, del disagio, in una situazione che ha ormai tracimato i limiti del grottesco.


A questo punto io mi chiedo, chiedo a voi e anche ai gentili signori in divisa che si premurano con discrezione di controllare spazi di discussione come questo, come fossimo noi il nemico,

io chiedo, ma alle forze dell' ordine non verrà mai la folgorazione che stanno proteggendo rischiando la loro vita e quella dei loro cari quelli che dovrebbero ammanettare,
e con essa la ferma decisione almeno di smettere di fare ciò, visto che non è in loro potere di decidere autonomamente di fare la seconda?


Non verrà mai il momento in cui diranno "Basta" e li lasceranno alla a questo punto sacrosanta ira del popolo [?]


Mi chiedo questo perchè, a mio avviso, le forze dell' ordine sono ormai tra le poche cose pulite rimaste in Italia, e di conseguenza è anche e soprattutto da loro che dipende il futuro di tutti noi.

In qualunque altro Paese a quest'ora ci sarebbe stato un colpo di Stato dei militari per cessazione della sopportazione... non è questione di auspicarlo o meno, è un dato di fatto su cui riflettere.

Possibile che in questo Paese gli uomini in uniforme siano così in soggezione?


Si rendono conto che con la loro ferma determinazione a proteggere questa manica di ladri, corrotti, mafiosi,
stanno segnando il destino di tutti noi,
e che noi non vuole dire noi pericolosi ribelli, noi pochi, nè molti, ma noi tutti, cittadini italiani, loro compresi, le cui tristi sorti sono in mano a questi criminali [?]


Io non voglio neanche sentire storie circa come si trovano incastrati a non poter fare diversamente,

loro che solo volendo potrebbero cambiare le cose senza neanche muovere un dito, ma solo rimanendo a casa un giorno a proteggere la famiglia,
mentre i cittadini si occupano di fare tutto il lavoro sporco,

non voglio sentirle queste che dalle mie parti si chiamano "scuse di cattivo debitore",


perchè allora cosa dovrebbero dire, come sono messi gli altri cittadini, che non hanno neanche questa possibilità, vessati

mentre alla luce del sole si ripetono i propositi di Gelli come "limitare il diritto di sciopero"

cosa dovrebbero dire allora questi cittadini che non hanno accesso alla metà delle informazioni che loro hanno potuto avere anche solo per sentito dire dai colleghi,

e che ciò nonostante a differenza loro si sono svegliati in gran numero da tempo?


Se si vuole parlare seriamente, il problema è che questo è un Paese molle,

e chi dovrebbe proteggere i cittadini e la legge è in soggezione psicologica di una elite di criminali riconosciuti solo perchè si trovano a occupare indegnamente le cariche,

e preferisce quindi fare i deboli coi forti e i forti coi deboli.


E quanto agli auspici, io a questo punto mi auspico qualunque cosa rappresenti una netta rottura, anche con la forza se necessario, rispetto allo status quo.

Non credo che sarà necessario ricorrere a tanto,
perchè ancora qualche mese e il buffone al governo con queste iniziative avrà spianato così tanto il consenso suo e del suo partito
che alle prossime elezioni, tanto strombazzate, sarà ridotto al livello di voti di colui di cui è fatto a immagine, Berlusconi.

Ma proprio per questo quando se ne renderanno conto potrebbero giocare chissà quale altro tiro, magari imbrogliare (ancora di più).


A quel punto io prevedo che l' ira incontenibile della gente si scateni senza trovare più opposizione, e dovrebbero augurarselo anche loro, perchè in tal caso non basterebbero tutte le divise del Paese.


Ancora non succede nulla, perchè ci sono ancora i nonni in vita con le loro pensioni a reggere tutto il Paese.

Ma la prossima mossa chiesta dall' Europa dopo la "riforma del lavoro" sarà proprio quella di tagliarle (vedrete) e allora sì che vedrai la gente per strada e con in mano non i cartelli.


A voi che leggete nell' ombra tutto questo convinti (ma neanche tanto in realtà, lo sappiamo tutti) di fare la cosa giusta:

Potete considerare tutto questo sobillazione, ma è solo una previsione di quello che molto probabilmente accadrà a breve, da qualunque parte decidiate infine di stare.


Ai moderatori: chiedo scusa se questo post mette in qualche modo in pericolo il forum, censuratelo pure. Aggi' a sfogà ogni tanto.



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MessaggioInviato: 29/10/2014, 11:10 
Con il capo del Politburo non otterranno niente! Poi, quegl'altri che sapevano (Spadolini, Fanfani, Andreotti, La Malfa, Berlinguer etc ..) sono tutti morti!
Qui ci sono due "regni": lo Stato e la Mafia; per cui, o si combattono o scendono a patti ................! [8D] [;)]
Per la prima opzione penso che ogni tanto facciano FINTA. [^]



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MessaggioInviato: 31/10/2014, 15:18 
Stato-mafia, ecco cosa ha detto Napolitano

http://www.wallstreetitalia.com/article ... itano.aspx

Il PM chiese: E quindi lei ha detto si ipotizzò subito che la matrice unitaria e la riconducibilità ad una
sorta di aut - aut, di ricatto? Stato-Mafia: depositati i verbali dell'interrogatorio del presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano.


ROMA (WSI) - La Corte d'Assise di Palermo ha depositato le trascrizioni del verbale dell'udienza del processo sulla trattativa Stato-mafia in cui ha deposto il capo dello Stato Giorgio Napolitano. Da questo momento le trascrizioni sono disponibili per accusa e difese.

Ecco una parte saliente della testimonianza del Capo dello Stato

[wbf]P.M. DI MATTEO: - E quindi lei ha detto si ipotizzò subito che
la matrice unitaria e la riconducibilità ad una sorta di
aut - aut, di ricatto della mafia, ho capito bene?
DICH. NAPOLITANO: - Ricatto o addirittura pressione a scopo
destabilizzante di tutto il sistema.

P.M. DI MATTEO: - Grazie.
NAPOLITANO: - Probabilmente presumendo che ci fossero
reazioni di sbandamento delle Autorità dello Stato,
delle forze dello Stato.


Per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le stragi mafiose del '93 "si susseguirono secondo una logica unica e incalzante per mettere i pubblici poteri di fronte a degli aut aut, perché potessero avere per sbocco una richiesta di alleggerimento delle misure di custodia in carcere dei mafiosi".

"Sono convinto che la tragedia di via D'Amelio rappresentò un colpo di acceleratore decisivo per la conversione del decreto legge 8 giugno '92 sul carcere duro", ha detto Napolitano.

E, al pubblico ministero Nino Di Matteo che gli chiedeva se ci fosse stato un dibattito politico sulla conversione del dl che introduceva il 41bis per i mafiosi, il capo dello Stato ha risposto: "non credo che nessuno, allora, pensò che in una situazione così drammatica si potesse lasciare decadere il decreto alla scadenza dei 60 giorni, per poi rinnovarlo". "Ci fu la convinzione - ha aggiunto Napolitano - che si dovesse assolutamente dare questo segno all'avversario, al nemico mafioso".

Per Napolitano, il suo ex consigliere giuridico Loris D'Ambrosio era "animato da spirito di verità". Lo dice nella prima parte della sua deposizione al processo sulla trattativa stato mafia. Con D'Ambrosio "eravamo una squadra di lavoro", ha aggiunto Napolitano.(ANSA)
[/wbf]



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MessaggioInviato: 31/10/2014, 18:33 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Stato-mafia, ecco cosa ha detto Napolitano

Per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le stragi mafiose del '93 "si susseguirono secondo una logica unica e incalzante per mettere i pubblici poteri di fronte a degli aut aut, perché potessero avere per sbocco una richiesta di alleggerimento delle misure di custodia in carcere dei mafiosi".

"Sono convinto che la tragedia di via D'Amelio rappresentò un colpo di acceleratore decisivo per la conversione del decreto legge 8 giugno '92 sul carcere duro", ha detto Napolitano.




Niente di nuovo sotto il sole...queste cose già si sapevano venti anni fa;
Come disse qualcuno (non ricordo più chi), il problema in Italia non sta tanto nel sapere la verità, quanto nel fatto che una volta saputa...tutto resta uguale [;)]


Ultima modifica di Plutone77 il 31/10/2014, 18:34, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 31/10/2014, 19:34 
Mica tanto: si sa ad esempio quale possa essere stato il ruolo di attuali cariche in tutto questo [?]



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MessaggioInviato: 31/10/2014, 19:56 
(Spartirsi il ... bottino) [;)]



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MessaggioInviato: 21/12/2014, 11:29 
La Repubblica fondata sulla trattativa Stato-Mafia,
di Petra Reski


Immagine

http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2014/ ... apolitano/

Intervista esclusiva alla giornalista e scrittrice tedesca Petra Reski che ci parla di Mafia. La Reski fa nomi e cognomi come quello di Marcello Dell’Utri. Durissimo l’attacco della giornalista contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una profonda riflessione sulla percezione del fenomeno Mafia fuori dai confini italiani. I tedeschi, ad esempio, pensano che la mafia sia un elemento di Folklore made in Italy. I giornalisti non sanno e politici non dicono. Petra Reski ci racconta di aver ricevuto minacce di morte che l’hanno obbligata all’utilizzo della scorta.

Il suo libro, Santa Mafia è stato censurato dopo pubblicazione avvenuta in Germania. Lei cita alcuni nomi che appunto non è possibile nominare, ha avuto credo anche una minaccia di querela da Marcello Dell’Utri. Scrive nel libro che i tedeschi sottovalutano la ‘ndrangheta e dicono sostanzialmente che è un fenomeno esclusivo italiano e lei invece dice no, i capitali di questa vengono investiti anche e adesso in questa fase soprattutto in Germania. Ecco, secondo lei perché c’è questa sottovalutazione del fenomeno in Germania?

Petra Reski
L’ultima volta quando si è parlato di Mafia in Germania era stato nel '92, in seguito agli attentati in Sicilia, Falcone o Borsellino, perché Falcone ha avuto l’ultima lettera di minacce dalla Germania, da Wuppertal, e Falcone e Borsellino tutti e due avevano fatto ricerche in Germania, riguardo l’uccisione di Rosario Livatino, il giudice siciliano, perché i killer sono stati mandati dalla Germania.
All’epoca, dopo l’uccisione di Falcone e Borsellino i media italiani parlavano della cosiddetta pista tedesca. Questo arrivava con un po’ di ritardo anche in Germania e tutti sorpresi: “Ma quando mai la pista tedesca?” Da quella volta, dal ’92, praticamente fino al 2007, quando c’è la strage di Duisburg non si è mai parlato di Mafia in Germania. Io in tutti questi anni non ho mai sentito un politico tedesco utilizzare la parola Mafia.

LaCosa
Manca anche una legislazione adeguata che combatta la criminalità organizzata?

Petra Reski
Sì, certo! L’associazione mafiosa non è reato, non viene definita come quella italiana 41 bis, perché? E questo è interessante: perché in Germania c’è un’associazione a delinquere di stampo mafioso, però in questo caso deve essere dimostrato che stavano preparando un preciso delitto. La confisca è praticamente impossibile, perché un soggetto deve avere già una sentenza definitiva per Mafia, visto che in Germania non si viene condannati per Mafia, i mafiosi semmai vengono condannati per traffico di droga, di armi, raramente per corruzione. Non hanno precedenti in Italia, perché vivono da tanti anni in Germania, dunque non hanno sentenze per mafia e non possono essere confiscati i beni dunque. Le intercettazioni non sono possibili né a casa né in luoghi pubblici, dunque nessuno tenta neanche più di intercettare qualcuno.
Riciclaggio, in Germania c’è l’inversione l’onere della prova, che cosa vuole dire? Che il poliziotto o il magistrato deve dimostrare che i soldi che hai investito sono sporchi.

LaCosa
Lei avrà appreso, come tutti noi, tristemente, la notizia secondo la quale sarebbe arrivato il tritolo a Palermo per un attentato al Giudice Di Matteo, il PM che sta seguendo e istruendo il processo sulla trattativa, che sensazione le ha dato questa notizia?

Petra Reski
Mi stupisce il poco eco che ha avuto nei media italiani. Tutti questi giudici della trattativa sono sotto pressione, da quando hanno iniziato il processo. Ogni italiano dovrebbe sapere veramente che cosa è successo durante questi anni, come ha detto Salvatore di Borsellino, giustamente, questo è il peccato originale della seconda Repubblica che è stata creata, proprio sui cadaveri di Falcone e Borsellino no? Dunque con la trattativa tra lo Stato e la mafia. Io vorrei anche sentire un monito da Napolitano, per esempio, in favore dei giudici palermitani, perché lui dovrebbe essere quello che fa moniti a chiunque… un giudice che fa queste indagini, giustamente, dovrebbe essere protetto e non essere in pericolo, e lo trovo veramente allucinante. Diciamolo chiaramente, tutti questi giudici di Palermo sono odiati dalla politica perché sono stati quelli che hanno fatto i processi contro i politici, contro Marcello Dell’Utri prima e dopo per la trattativa e anche contro Andreotti, bisogna ricordarsi. In Italia si cercava da sempre di neutralizzare questa procura e trovo che gli italiani dovrebbero saperlo, perché questa è la politica di ogni giorno, che definisce ancora la politica di oggi! Io capisco benissimo gli interessi politici a non diffondere questa notizia delle minacce contro Di Matteo e gli altri giudici, però questo fatto che Napolitano ha insistito a fare distruggere il contenuto della telefonata con Mancino: è una grande vergogna! E' una cosa che tutti gli italiani dovrebbero sapere!

LaCosa
I media tedeschi hanno riportato questa notizia dell’arrivo del tritolo a Palermo? Che lei sappia?

Petra Reski
No, oggi per lo meno per quello che ho letto proprio no! In Germania non si è parlato della Trattativa, non si parla neanche di giudici minacciati, perché è una cosa per un giornalista tedesco complicata. La mafia viene descritta come una cosa folkloristica che balla e canta e ogni tanto si ammazzano tra di loro e non come succede veramente.

LaCosa
Lei ha mai avuto paura? Ha mai ricevuto minacce?

Petra Reski
Sì, io ho ricevuto minacce. Sono stati anni abbastanza duri, ho avuto delle minacce durante la presentazione di un libro, varie volte sono stata minacciata anche in Tribunale, purtroppo ero l’unica che parlava italiano in Tribunale e dunque gli altri non hanno capito che mi stavano minacciando e come. Ho ricevuto lettere, mail, circostanze non molto chiare. La polizia tedesca ha preso molto sul serio questa cosa quando avevo delle cose, in pubblico avevo sempre la scorta. Quando uno è minacciato, il fatto di sentirsi solo, questo è peggio ancora delle minacce. I miei colleghi giornalisti tedeschi pochissimi hanno capito veramente che cosa è successo e che cosa significa una cosa, non solo contro di me, ma contro un giornalista in generale, e questo mi ha frustrato molto e sono contenta di vivere in Italia perché in Italia grazie a Grillo, grazie anche a Enrico Fiero, che all’epoca lavorava per l’Unità, che mi ha dedicato un articolo, così ho avuto un sostegno in Italia incredibile, che mi ha rassicurato, perché in Germania veramente è stato per me molto molto umiliante questo fatto, perché io volevo fare capire ai tedeschi che cosa sta accadendo lì. E sentirmi dire: “Che cosa sarebbe, beh, ha fatto uno scherzo”, sì, è stato abbastanza pesante.



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MessaggioInviato: 21/12/2014, 19:34 
I tedeschi si credono di essere immuni, invece l' infilitrazione della 'ndrangheta è estesa e totalmente ignorata.

Descrivendo la mafia in maniera folkloristica da ignoranti negano la prima verità da conoscere a riguardo, loro vanno dove stanno i soldi, e i soldi oggi in Europa stanno in Germania.

Interessante questa storia della pista tedesca, non la conoscevo.


Finalmente qualcuno che riconosce la gravità della cancellazione delle intercettazioni che coinvolgevano Napolitano.


E intanto le nostre forze dell' ordine proteggono questi personaggi mentre Di Matteo è solo.

Aztlan



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MessaggioInviato: 22/12/2014, 00:07 
Cita:
Aztlan ha scritto:

E intanto le nostre forze dell' ordine proteggono questi personaggi mentre Di Matteo è solo.


A proposito di Di Matteo...... [8]

"Procurò l'esplosivo per uccidere il pm Di Matteo".
Fermato un boss, blitz a caccia del tritolo

http://palermo.repubblica.it/cronaca/20 ... 102989749/



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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 27/06/2015, 15:58 
Trattativa, l’ex capo dei Servizi Fulci: “la Falange chiamava
dalle sedi Sismi, alcuni 007 usavano esplosivi”


fulci675.jpg



By admin / 26 giugno, 2015
http://www.altrainformazione.it/wp/2015 ... esplosivi/

di Giuseppe Pipitone

La rivelazione al processo Trattativa dell’ambasciatore, ai vertici del Cesis tra il 1991 e il 1993 sulla sigla oscura che rivendicava omicidi e stragi nei primi anni ’90. “Un analista del Sisde mi portò la mappa dei luoghi da dove partivano le chiamate e quella delle sedi periferiche del Sismi: coincidevano perfettamente”. Poi aggiunge: “”All’interno dei servizi c’è una cellula che si chiama Ossi, esperta nel piazzare polveri, fare attentati”

Quindici agenti segreti super addestrati sospettati di essere collegati con le bombe del 1993, e le telefonate della Falange Armata che partivano dalle sedi coperte del Sismi. È un racconto che arriva dal passato l’ultimo tassello inedito sulla Falange Armata, l’oscura sigla criminale che nei primi anni Novanta rivendicava ogni singolo fatto di sangue andato in onda nel Paese: dai delitti della banda della Uno bianca alle stragi mafiose del 1992 e 1993. Un mistero mai risolto quello dei telefonisti del terrore che chiamavano i centralini dell’agenzia Ansa per firmare eccidi e stragi con cui nulla avevano probabilmente a che fare. Adesso però, a più di vent’anni di distanza, emerge un particolare nuovo: quelle chiamate sarebbero state fatte dalle stessa zone in cui all’epoca il Sismi aveva localizzato le sue basi periferiche. A raccontarlo è l’ambasciatore Francesco Paolo Fulci, punta di diamante della diplomazia italiana negli anni ’80, al vertice del Cesis (Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza) tra il 1991 e il 1993, oggi presidente della Ferrero.

Le chiamate del terrore dalle sedi del Sismi

“C’era questa storia della Falange Armata e allora incaricai questo analista del Sisde, si chiamava Davide De Luca (oggi deceduto ndr), gli chiesi di lavorare sulle rivendicazioni”, è l’incipit del racconto di Fulci, che dopo essere stato interrogato dai pm di Palermo Roberto Tartaglia e Nino Di Matteo nell’aprile del 2014, ha deposto oggi al processo sulla Trattativa Stato – mafia. “Dopo alcuni giorni De Luca venne da me e mi disse: questa è la mappa dei luoghi da dove partono le telefonate e questa è la mappa delle sedi periferiche del Sismi in Italia, le due cartine coincidevano perfettamente, e in più De Luca mi disse che le chiamate venivano fatte sempre in orario d’ufficio”, racconta Fulci nell’aula bunker del carcere Ucciardone, davanti alla corte d’Assise di Palermo, che sta processando politici, boss mafiosi e ufficiali dei carabinieri per il patto segreto tra pezzi dello Stato e Cosa Nostra. Ma perché pezzi del Sismi avrebbero dovuto rivendicare le stragi di mafia? Fulci non lo dice, spiega però di “essersi convinto che tutta questa storia della Falange Armata faceva parte di quelle operazioni psicologiche previste dai manuali di Stay Behind, facevano esercitazioni, creare il panico in mezzo alla gente e creare le condizioni per destabilizzare il Paese”.

Questa è la mappa dei luoghi da dove partono le telefonate e questa è la mappa delle sedi periferiche del Sismi in Italia: le due cartine coincidevano perfettamente

Falange, Gladio e la guerra non convenzionale

Nel gergo militare si chiama guerra non convenzionale: una strategia che prevede anche l’inquinamento dei flussi informativi, per aumentare il livello di tensione. È a questo che servono le chiamate della Falange nei primi anni Novanta quando le stragi al tritolo sconquassano l’Italia? Per contestualizzare il racconto di Fulci, bisogna fare un salto indietro nel tempo e arrivare fino al 27 ottobre del 1990 quando al centralino dell’Ansadi Bologna arriva arriva una chiamata che rivendica l’omicidio di Umberto Mormile, educatore carcerario del penitenziario milanese di Opera, ucciso sei mesi prima. “Il terrorismo non è morto, ci conoscerete in seguito” recita una voce al telefono: è la prima rivendicazione della Falange Armata, che arriva due giorni dopo il celebre discorso con cui Giulio Andreotti rivela alla Camera dei Deputati l’esistenza di Gladio, affiliata alla rete Stay Behind, l’organizzazione militare segreta costituita in ottemperanza al Patto Atlantico. Fulci non collega esplicitamente le telefonate della Falange a Gladio, ma si lascia sfuggire: “forse in effetti si trattava di qualche nostalgico”.

L’elenco dei 15 agenti segreti e le bombe del ’93

Ma non solo. Perché nella sua permanenza ai vertici del Cesis,Fulci non riceve informazioni solo sulle telefonate della Falange. Scopre infatti che dentro la VII divisione del Sismi esiste un servizio speciale coperto composto da 15 agenti segreti super addestrati. “All’interno dei Servizi c’è solo una cellula che si chiama Ossi, che è molto esperta nel fare guerriglia urbana, piazzare polveri, fare attentati”, ha spiegato Fulci nella sua deposizione. Si riferisce agli Operatori Speciali Servizio Italiano, che un documento riservato del Sismi definisce come “personale specificatamente addestrato per svolgere in territorio ostile e in qualsiasi ambiente, attività di carattere tecnico e operativo connesse con la condotta della guerra non ortodossa”. Nei due anni trascorsi al vertice del Cesis, Fulci riceve minacce di ogni genere, scopre addirittura di essere spiato nella sua stessa abitazione: chiede e ottiene, quindi di avere tutti i nomi che fanno parte di quel reparto speciale. “Li copiai su un foglietto che nascosi poi nella mia libreria, dicendo a mia moglie che se fosse successo qualcosa era lì che bisognava cercare: dopo aver lasciato l’incarico ed essere andato a New York alle Nazioni Unite provai a dimenticare quella brutta esperienza”. All’interno dei Servizi c’è solo una cellula che si chiama Ossi, che è molto esperta nel fare guerriglia urbana, piazzare polveri, fare attentati

“Riina chiudi la bocca”: il ritorno della Falange

E invece pochi mesi dopo avere lasciato l’Italia, Fulci si ricorda di quel foglietto con quei 15 nomi. “Dovete considerare- ha spiegato Fulci – che i servizi devono raccogliere informazioni, non utilizzare esplosivi e bombe, piazzare polveri e cose simili. Siccome avevo letto le notizie di queste bombe a Firenze e a Roma e i giornali facevano cenno ai soliti servizi deviati, mi dissi: questa cosa si può chiarire. Presi il foglietto e lo portai generale dei carabinieri Luigi Federici spiegandogli: per essere certi che i servizi non c’entrano niente, questi sono i nomi delle persone che sanno maneggiare esplosivi all’interno dei servizi”. Ai quindici nomi, però, Fulci ne aggiunge un altro: quello del colonnello Walter Masina, che però non fa parte della VII divisione e degli Ossi. “Non avrei dovuto farlo ma volevo fargliela pagare, dato che Masina era quello che spiava la mia abitazione”. Cosa succede dopo che Fulci consegna quell’elenco ai carabinieri? “Mi accusarono di avere montato un depistaggio con gli americani“. È mentre la denuncia di Fulci cade nel vuoto, le stragi targate Cosa Nostra finiscono all’improvviso, la prima Repubblica è ormai crollata sotto il peso di Tangentopoli e parallelamente scompaiono pure le rivendicazioni della Falange. Un silenzio durato fino al dicembre del 2013, quando al carcere di Opera, a Milano, arriva una lettera indirizzata al superboss Totò Riina. C’è scritto: “Riina chiudi la bocca, ricordati che i tuoi familiari sono liberi, al resto ci pensiamo noi”. Sono i mesi in cui il boss corleonese si lascia andare a confidenze e rivelazioni durante l’ora d’aria, mentre la Dia di Palermo registra ogni cosa: un’informazione nota soltanto agli investigatori. Chi è dunque che manda quella lettera? La firma è sempre la stessa: Falange Armata.

Fonte: Il Fatto Quotidiano
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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 19/09/2015, 20:08 
Cita:
La Barbera, strage di Capaci preparata con un uomo dei Servizi

Durante la preparazione della strage di Capaci, con noi «c’era un uomo sui 45 anni che non avevo mai visto prima. Non era dei nostri... Arrivò con Nino Troia, il proprietario del mobilificio di Capaci dove fu ucciso Emanuele Piazza, un giovane collaboratore del Sisde che pensava di fare l’infiltrato».
Lo ha detto Gioacchino La Barbera, il boss che sistemò il tritolo per la strage e diede il segnale per l’esplosione, in un’intervista pubblicata su Repubblica.
Potrebbe essere lo stesso uomo che tradì Piazza, quindi un uomo dei servizi? «In questi anni – ha detto – mi hanno mostrato centinaia di fotografie ma non l’ho mai riconosciuto... Evidentemente mi hanno mostrato quelle sbagliate».
Il pentito torna anche sulla morte di Nino Gioè: «Non so se si è suicidato». «Sapevo che avevano fatto dei verbali con lui. Gioè stava collaborando, ne sono certo».
Quanto alle dichiarazioni del boss Francesco Di Carlo, secondo cui le stragi furono pianificate in una riunione cui parteciparono anche iscritti alla P2, «so - dice il pentito - di riunioni con generali e di incontri tra Riina ed ex ministri democristiani. I loro nomi sono stati fatti, come quelli dei giudici che aggiustavano i processi... ».
Se per l’omicidio Lima c’è stata una collaborazione dei servizi segreti? «Ci fu. C’erano uomini dei servizi sul Monte Pellegrino».
L’omicidio Mattarella? «Per quel che ne so io, fu voluto da politici».
La Barbera torna anche su Vincenzo Scarantino: «All’inizio della mia collaborazione mi fu proposto di fare un confronto audio visivo con lo stesso Scarantino alla presenza dei carabinieri, funzionari della Dia e i magistrati di Caltanissetta». «Durante il confronto lo sbugiardai». «Di quel confronto non c’è traccia: sono spariti verbali e registrazioni».
Racconta infine come sparirono i documenti dalla villa di Riina: «Dopo il suo arresto accompagnai, insieme a Nino Gioè, i figli e la moglie di Riina fino alla stazione». «Poi seguii la pulizia e l’estrazione della cassaforte dalla villa»; secondo La Barbera tutto ciò che era stato trovato in cassaforte fu messo in un’auto «che ritirò Matteo Messina Denaro».


http://www.lasicilia.it/articolo/la-bar ... ei-servizi


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