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Grigio
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MessaggioInviato: 29/10/2014, 12:10 
è innegabile che la sinistra abbia fatto più dannid ella destra. non so perhcè passino sempre pe ri buoni e bravi la sinistra qui in italia, ma se uno va a guardare tutti i casini leggi ecc... le hanno fatte loro. si ce stato il berlusca e ha fatto pistolinate ma non di sta portata stile prodi, renzi, ecc...
e poi si lamentavano dei socialisti, magari ci fosse ancora craxi


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MessaggioInviato: 29/10/2014, 12:21 
Hanno parlato per mesi e mesi della "Ruby" ....... Poveri cretini 'sti giornalisti.
Invece d'interessarsi a questo:


Rating truccato contro il Cav S&P e Fitch vanno a giudizio


Manager e analisti delle agenzie accusati di manipolazione del mercato. Forza Italia: "Nuovi squarci sul golpe del 2011"



_________________
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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 29/10/2014, 16:27 
Dovrà essere l'Unione Europea a finanziare le forniture invernali di gas russo verso l'Ucraina. Tale dichiarazione è stata fatta dal Cancelliere tedesco Angela Merkel. Il Ministro degli Esteri della Germania, nel frattempo, invita Bruxelles a determinare le condizioni di revoca delle sanzioni contro la Russia.

Gli analisti sospettano che il sentimento anti-russo in Europa vada scemando con l'avvento di una nuova squadra di funzionari europei a Bruxelles.

La Russia ha tutte le ragioni per chiedere un pagamento anticipato per il gas, ha riconosciuto Angela Merkel. Il Cancelliere tedesco ha invitato l'UE a fornire finanziamenti provvisori per le forniture di gas naturale russo verso l'Ucraina. È particolarmente importante destinare i fondi da novembre a febbraio, in quanto a febbraio Kiev riceverà assistenza regolare da parte del Fondo Monetario Internazionale. Il concetto di un tale "finanziamento intermediario" sarà discusso durante i colloqui tra Russia e Ucraina, con la partecipazione del Commissario europeo per l'Energia Günther Oettinger, il 29 ottobre, ha detto il Cancelliere federale.

A metà giugno la Russia ha tagliato le forniture di gas dirette verso l'Ucraina a causa dei miliardi di dollari di debito da parte di Kiev. Ora l'Ucraina riceve solo il gas invertito dall'Europa. Per sopravvivere all'inverno e per non fermare il transito di gas verso l'Europa, il Paese ha bisogno di 4 miliardi di metri cubi di gas russo. Per pagarlo servono 1,6 miliardi di dollari, che Kiev non ha. Le parti cercano di risolvere la controversia del gas tramite colloqui trilaterali che coinvolgono la Commissione Europea. Finora senza risultati. L'ultimo incontro sulla questione del gas tra Russia-Ucraina-Commissione Europea si è tenuto il 26 settembre. La Commissione Europea sembra promettere di fornire a Kiev 1 miliardo di dollari. Dove prenderà l'importo residuo però non è chiaro.

Il Presidente russo Vladimir Putin ha più volte offerto all’Europa di prendersi cura del pagamento dei debiti ucraini, ma di non esercitare pressioni sulla Russia costringendola a fornire gas agli ucraini. Bruxelles su queste proposte fino a poco tempo fa non ha reagito. Ma comincia a fare sempre più freddo e gli europei si sono ricordati di Mosca. Ha giocato un ruolo, molto probabilmente, anche il cambiamento imminente di funzionari del Parlamento Europeo e della Commissione Europea, dice l’esperto del settore Nikolaj Podlevskikh:

Il cambio di potere è in grado di fissare nuovi accenti nelle relazioni tra la Russia e l'Europa e tra la Russia e l'Ucraina. Soprattutto può influenzare i negoziati. L'ultimo incontro è previsto per il 29 ottobre, dopo che i nuovi commissari si insedieranno. Naturalmente, ci si può aspettare una politica leggermente diversa dallo slovacco Maroš Šefchovi#269;. E questo è collegato ad una posizione diversa, che è occupata dai Paesi che sono stati nominati.

Le impostazioni generali sembrano cambiare gradualmente. L'Europa ha già sentito gli effetti delle sanzioni anti-russe introdotte sotto la pressione di Washington. Anche la Russia, naturalmente, li sente ma non si può chiedere a Bruxelles, ha recentemente sottolineato il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov:

Le sanzioni che sono stati annunciate dagli americani, per l'Unione Europea e un certo numero di altri Stati sono illegali e non possono contribuire ad una decrescita del conflitto, né alla tutela dei diritti della popolazione dell'Ucraina. Questi sono i passi che sono stati presi sotto la stretta pressione degli Stati Uniti (se parliamo degli europei), in contrasto con gli interessi dell'Unione Europea. Per loro, la Russia è uno dei principali partner economici e il danno che ci vogliono causare, lo causano ai Paesi UE.

Gli europei sono ben consapevoli di tutto ciò. Ma sono di fronte a una scelta: continuare a giocare insieme a Washington, o pensare al proprio benessere. Il Ministro degli Esteri tedesco ha detto che è il momento di definire un elenco di condizioni per abrogare le sanzioni contro la Russia. Tuttavia, Frank-Walter Steinmeier avverte che non è ancora giunto il tempo per questo e ha presentato la sua lista di richieste a Mosca. Ma questa è la diplomazia: Berlino non può bruscamente fare marcia indietro senza perdere la faccia.


Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014_10_24/Gas-e ... utti-1901/

http://www.stampalibera.com/?a=28109

la cosa positiva riguarda il fatto che la ue ha capito che le sanzioni contro la russia sono improduttive,essendo la russia un partner sostanzioso della europa,il fatto negatico e' che dobbiamo accollarci il pagamento del gas ucraino,suppongo che sia una cosa ridicola,essendo noi in una situazione catastrofica,dal punto di vst economico,un ulteriore esborso...................[;)]


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MessaggioInviato: 29/10/2014, 16:44 
Cita:
xfabiox ha scritto:

è innegabile che la sinistra abbia fatto più dannid ella destra. non so perhcè passino sempre pe ri buoni e bravi la sinistra qui in italia, ma se uno va a guardare tutti i casini leggi ecc... le hanno fatte loro. si ce stato il berlusca e ha fatto pistolinate ma non di sta portata stile prodi, renzi, ecc...
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questo problema che prospetti tu viene da molto lontano,finke si legge la storia one way,che puoi pretendere poi......................[;)]


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MessaggioInviato: 29/10/2014, 16:46 
CAMPI DI STERMINIO UE IN GRECIA: MIGLIAIA DI PERSONE RINCHIUSE CON LA FORZA IN MANICOMI-LAGER DA POLIZIA E MAGISTRATURA

lunedì 27 ottobre 2014

ATENE - La malattia mentale costituisce un altro lato oscuro della crisi economica della Grecia che in genere è invisibile, ma - come concordano ormai medici e psicologi - i drastici cambiamenti intervenuti nella vita quotidiana dei greci nel corso degli ultimi sei anni hanno causato gravi conseguenze sullo stato di salute mentale del Paese. Come riferisce il sito web GreekReporter.com, gli ospedali psichiatrici di tutta la Grecia sono stacolmi di pazienti le cui condizioni mentali e fisiche sono a volte impressionanti, per l'orrore che suscita la condizione di esseri umani devastati dalla crisi generata dall'euro e gestita in modo criminale dalla Troika inviata in Grecia dalla Ue.

L'ospedale psichiatrico Dafne, cui fa riferimento tutta la regione di Atene e dell'Attica, ammette circa 200 nuovi pazienti ogni mese e tale numero supera del 30% la capacità di ricezione per cui i ricoverati rimangono in attesa nei corridoi e sono costretti a dormire sulle lettighe.

Inoltre, il numero degli ingressi non volontari è aumentato drammaticamente dal 2010. A tuttoggi, quasi il 55% dei pazienti viene ricoverato nelle cliniche per disordini mentali non su base volontaria ma per intervento della polizia o per ordine di un magistrato.

I pazienti che sono ammessi in questi istituti sono per lo più disoccupati, uomini d'affari che sono andati in bancarotta o genitori che non hanno i mezzi per nutrire i propri figli. La maggior parte dei ricoverati sono persone di oltre 40 anni di età che non hanno mai mostrato in passato segni di squilibrio mentale.

Sempre per colpa della crisi, che ha falciato stipendi e posti di lavoro per colpa dei diktat della Troika, anche centinaia di persone senza fissa dimora sono finite negli ultimi tempi negli ospedali psichiatrici con gravi disturbi mentali.

Di solito questi pazienti rimangono in ospedale per un breve periodo di tempo e poi tornano di nuovo in strada senza ricevere più alcuna assistenza medica.

Diversi studi scientifici in Europa e negli Usa hanno definitivamente stabilito un effettivo collegamento fra l'essere un senzatetto e soffrire di disturbi mentali. Il mese scorso, un uomo di 44 anni che soffriva di depressione si è tolto la vita nel centro di Atene. Il giorno prima di suicidarsi era stato ricoverato all'ospedale Dromokaiteio dove però i medici non avevano ritenuto necessario ricoverarlo in osservazione e lo avevano subito dimesso.

Secondo i media locali, in genere gli ospedali chiedono ai medici di dimettere i pazienti in quanto le strutture sono sempre piene e non ci sono posti disponibili. Nel corso dei primi nove mesi del 2014, 3.412 pazienti sono stati esaminati all'ospedale Dafne ma solo 1.757 sono stati ammessi. "Purtroppo in questo momento non abbiamo le strutture necessarie per aiutare queste persone e anche i redditi dei loro famigliari si sono notevolmente ridotti", ha osservato Theodoros Megalooikonomou, direttore dell'Ospedale Psichiatrico Dafne.

Questi ospedali pischiatrici sono dei veri lager degni del dottor Mengele. La Troika deve essere processata e condannata per crimini contro l'umanita'

http://www.stampalibera.com/?a=28136

ma torniamo sempre al medesimo punto,i media di questa situazione mettono al corrente i popoli???????????????????? [;)]


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MessaggioInviato: 01/11/2014, 12:19 
Massacro sociale europeo: i nazisti erano meno subdoli

http://www.nocensura.com/2014/10/massac ... zisti.html

Quattro milioni e 68.250 persone, in Italia, costrette a chiedere aiuto per mangiare nel 2013, con un aumento del 10% cento sull’anno precedente. Lo ha calcolato la Coldiretti, sulla base della relazione che riguarda il “Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti” realizzato dall’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura, in riferimento ai dati Istat sulle famiglie senza redditi da lavoro. Numero approssimato per difetto: tiene conto soltanto di chi ha chiesto aiuto attraverso canali più o meno ufficiali, trascurando chi si è rivolto a famiglie, genitori e amici. «Se mettessimo in fila quelle persone, dando a ciascuna soltanto mezzo metro di spazio, si formerebbe una fila che parte da Reggio Calabria e finisce a Bruxelles», scrive “Come Don Chisciotte”. Bruxelles, cioè la città «in cui ha sede il meccanismo di dominazione tirannica basato sullo smantellamento delle istituzioni democratiche e sull’impoverimento generalizzato che si definisce Unione Europea».

«Facciamo ora uno sforzo più grande, e immaginiamo di prendere non solo gli italiani che grazie ai destini magnifici e progressivi dell’Europa reale hanno La dovuto calpestare la propria dignità per avere un piatto di minestra, ma quelli di tutti i paesi che aderiscono all’Ue, ridotti in miseria dalla moneta unica. A quel punto – continua il blog – il continente che un tempo possedeva il più avanzato e inclusivo sistema di welfare, e per questo era universalmente stimato e rispettato come quello in cui la sua civiltà millenaria si esprimeva al livello più alto, si vedrebbe attraversato in ogni direzione da file di diseredati, lunghe migliaia e migliaia di chilometri». Se i progetti grandiosi della Ue, come i cosiddetti corridoi ferroviari trans-europei ad alta velocità che avrebbero dovuto attraversare il continente sono rimasti in gran parte sulla sulla carta, in compenso «l’Europa reale ha realizzato file ancora più lunghe di poveri, disoccupati e affamati». Statistica: «Solo la più sanguinosa delle guerre, quella combattuta dal 1939 al 1945, è stata capace di produrre qualcosa di simile. Malgrado le armi convenzionali non siano finora entrate in gioco, le conseguenze della moneta unica sono di entità simile a quelle proprie di un evento bellico di tale portata».
Come ormai sostengono diverse fonti autorevoli, negli Stati che dovrebbero essere affratellati dai trattati di unione si sta effettivamente combattendo una guerra, anche se non con i mezzi corazzati, ma con gli strumenti della finanza. «Che sono forse più micidiali, essendo capaci di produrre danni ancora maggiori». Tutto questo per che cosa? «Per dare soddisfazione alla patologia di accumulazione compulsiva di un branco di oligarchi, e il doveroso compenso ai politici non eletti da nessuno al loro servizio», e anche «per il prestigio politico da essi speso nella realizzazione del più micidiale strumento di devastazione sociale e istituzionale oggi conosciuto, quello che risponde al nome di Euro». Di fronte a un disastro simile, «causato deliberatamente», il capo del terzo “governo fantoccio” che si succede in Italia in poco più di due anni, Matteo Renzi, «non trova di meglio che rispondere con l’elemosinaMatteo Renzidegli 80 euro», che dovranno essere ripagati «mediante misure più costose e permanenti, come al solito a spese dei redditi medio-bassi».

“L’elemosina” va comunque a chi ha già una busta paga, per quanto misera: viceversa, «chi non ha niente, ovvero il milione e più di famiglie che non percepiscono reddito da lavoro alcuno, sempre certificato dall’Istat, niente avrà». Questo, «in base alla logica consolidata negli anni che prevede di abbandonare al proprio destino la fascia dei più bisognosi, di giorno in giorno più ampia: se non si ha nulla, nulla si ha da pretendere e tantomeno da offrire». E’ la politica sociale «dei partiti di falsa sinistra, da decenni intenta alla spoliazione e all’impoverimento generalizzato dei ceti subalterni». Quei partiti, secondo “Come Don Chisciotte”, «hanno definitivamente sancito l’assenza di qualunque volontà di porre un benché minimo rimedio alle conseguenze delle loro politiche scellerate», ossia «l’essersi messi al servizio delle élite per eseguire le politiche più oltranziste della destra finanziaria», il capitalismo assoluto. «Si perviene così a una forma di dissociazione dalla realtà in base a ordini superiori, quelli provenienti dai vertici del partito, che a prima vista potrebbe apparire patetica ma in realtà è ignobile e vergognosa», perché «se si agisce in modo tale da favorire l’aggravarsi delle condizioni generali, oltretutto su mandato di poteri esterni al proprio paese», allora «ci si assumono responsabilità enormi».

“Come Don Chisciotte” traccia un parallelo tra «l’attività ademocratica e antisociale della politica attuale» e il comportamento dei magnate degli inizi del secolo scorso, come Rockefeller: «Per il loro arricchimento personale, e migliorare la competitività della propria impresa, non hanno esitato a ordinare che donne e bambini fossero trucidati: erano le famiglie dei lavoratori impiegati nelle miniere del Colorado che chiedevano condizioni di vita meno disumane». Gli autori della restaurazione iper-capitalistica e della conseguente macelleria sociale oggi in atto sono «come nazisti e moderni Mengele». “Nazista” è parola assurta a sinonimo universale della crudeltà peggiore e della negazione per il valore e l’intangibilità della vita umana: nel mondo occidentale, si viene ammaestrati fin dalla più tenera età a riconoscere il nazismo come il male assoluto per definizione. Ma i “nazisti” di oggi si riparano dietro al “frame” della persuasione occulta: il sangue non si vede, la strage non viene percepita subito. Perfino gli esiti quotidiani del disastro-Europa «diventano controversi e di interpretazione incerta, David Rockefellermalgrado ciascuno si ritrovi con meno soldi in tasca e un potere d’acquisto ridotto ai minimi termini», la prole disoccupata o precaria.

La potente manipolazione mediatica rende gli individui incapaci di stabilire «persino il più elementare legame di causa ed effetto». Eppure, il «massacro sociale odierno» va oltre il nazismo, secondo “Come Don Chisciotte”: «Infatti il nazismo, come tutte le altre dittature dello scorso secolo, in primo luogo agiva in nome e per conto del proprio Stato o parte di esso, sia pure con metodi condannevoli. La classe politica di oggi, invece, opera su mandato di poteri esterni, dei quali si è fatta collaborazionista, o meglio fantoccio». Soprattutto, «il nazismo riconosceva la propria natura e non aveva problemi a palesarla». Viceversa, «i moderni sgherri dell’assolutismo iper-capitalista si mascherano vilmente dietro le loro teorie deliranti», palesemente insostenibili ma «ripetute fino a renderle i dogmi su cui si basa il lavaggio del cervello di massa». E questo avviene «dietro la facciata delle istituzioni democratiche che nel frattempo hanno provveduto a sovvertire, svuotandole del loro contenuto originario, con lo scopo di trasformarle negli strumenti atti a giungere agli obiettivi di dominazione assoluta che si sono prefissi».

Si adotta questo modello, oggi, grazie alla consapevolezza «che proprio l’essersi palesate in quanto tali è stato il primo punto debole di quelle dittature», all’epoca «finanziate molto generosamente dalle banche controllate da chi oggi persegue il disegno di dominazione globale». Proprio «la necessità di tenere nascosto quel disegno, per non renderlo riconoscibile fino al suo compimento definitivo, sta a testimoniare il valore che chi lo ha attuato è il primo ad attribuirgli: il che equivale a una piena e inappellabile confessione di colpevolezza». In più, le guerre di allora erano dichiarate e combattere alla luce del sole. «I tiranni di oggi invece muovono guerre invisibili ma ancora più micidiali, che sovente hanno per vittima il loro stesso Stato». Se e quando il popolo se ne accorge, «è troppo tardi per rimediare». Per di più, «la tirannide attuale ritiene di poter fare a meno di una qualsiasi base di consenso che non sia quella dell’1%, cosa che le permette di colpire indiscriminatamente qualunque ceto sociale e di porsi come obiettivo la distruzione totale di tutto ciò che possa essere assimilato a una qualche forma di welfare». Al contrario, «le dittature storiche ricercavano comunque un consenso, il che le portava a realizzare opere di valore sociale, sia pure per motivi demagogici e inserite nel contesto delle loro politiche totalitarie».

Per “Come Come Don Chisciotte”, dunque, «definire nazisti gli autori dell’odierno massacro sociale è fuorviante, ma soprattutto riduttivo». Il perché ce lo spiega George Orwell, nel suo capolavoro “1984”, in cui denuncia i problemi di percezione indotti dalla manipolazione linguistica, un deficit cognitivo che porta al blackout mentale e all’incapacità di articolare un’autodifesa fondata sul pensiero critico. «Assieme alla negazione sistematica della realtà e alla riscrittura altrettanto sistematica del passato, proprio questo va a costituire l’architrave dell’ordinamento tirannico descritto dallo scrittore inglese, cui non a caso la realtà di oggi rassomiglia in maniera sempre più evidente». E’ urgente che «qualche intellettuale di buona volontà si sforzi per coniare un neologismo», un termine «che condensi in sé tutta l’enorme e inedita carica di vile malvagità insita nel disegno restaurativo dell’assolutismo capitalista e dei suoi esecutori», in modo da incidere nell’immaginario comune. «Fino ad allora non sarà possibile far sì che l’opinione pubblica si renda conto fino in fondo di quanto sta avvenendo».



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MessaggioInviato: 01/11/2014, 13:02 
Coma fanno i più a non rendersene conto? A me sembra davvero assurdo



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Cita:
I Rom potrebbero essere la chiave per la ripresa dell'Europa (e pagare le pensioni agli europei)



In molti paesi le comunità Rom vengono viste come un problema, un pericolo per la sicurezza interna dello Stato che richiede immediate misure di espulsione e limitazioni all'ingresso onde evitare ulteriori "contaminazioni". Un episodio particolarmente celebre è quello relativo all'espulsione disposta nel 2010 dal Presidente francese Sarkozy, il quale autorizzò il trasferimento di centinaia di Rom dal territorio francese alla Romania.

Nel caso di specie il luogo di trasferimento era stato deciso sulla base della cittadinanza dei Rom espatriati, tuttavia molto spesso una simile procedura è più complessa a causa dello status di apolide detenuto dai Rom. E' inutile sottolineare che la credenza per cui i Rom provengono dalla Romania è assolutamente priva di qualunque fondamento scientifico. Una ricerca genetica effettuata nel 2012, infatti, ha stabilito che la comunità Rom è originaria della parte settentrionale dell'India in cui un processo di migrazione iniziato 1.500 anni fa ha portato questo gruppo a viaggiare verso l'Europa.

Immagine

Una mappa che indica il processo di migrazione del popolo Rom. Source: Wikipedia Commons, Dbachmann

Attualmente la comunità Rom costituisce la più ampia minoranza etnica presente in Europa. In Bulgaria essi rappresenterebbero il 10,33 percento della popolazione complessiva, considerando anche i Rom che non hanno dichiarato la propria presenza nel paese. Un dato simile caratterizza la Romania, in cui la percentuale di Rom e pari all'8,3 percento degli abitanti. Altri paesi quali la Repubblica Ceca o la Francia hanno stimato la presenza di rispettivamente 300 mila e 1 milione e 200 mila Rom, nonostante il numero di residenti autorizzati sia sensibilmente inferiore.

In tutti questi paesi la popolazione Rom vive molto spesso ai margini della società, in un contesto caratterizzato da un elevato livello di disoccupazione e da un avviamento precoce al lavoro. Stando ai dati offerti dalla Banca Mondiale, in Bulgaria nel 2010 il tasso di disoccupazione per la popolazione Rom si aggirava intorno al 59 percento. Un livello simile è stato registrato in Romania, in cui solamente il 50 percento dei Rom risulta avere un lavoro. Per coloro che riescono ad ottenere un'occupazione, la retribuzione risulta sovente inferiore rispetto a coloro che non appartengono all'etnia Rom. In Albania, ad esempio, lo United Nations Development Programme ha stimato nel 2006 la retribuzione media mensile di una famiglia Rom in 68 €, contro gli oltre 170 € ottenuti da una famiglia media albanese.

Immagine

Questa mappa indica la distribuzione attuale del popolo Rom. Leggenda: la ruota, simbolo dei Rom, indica la presenza di persone appartenenti a questa etnia nel paese. Il verde intenso è utilizzato per quei paesi in cui la presenza Rom si aggira intorno al 10 percento della popolazione complessiva; il verde chiaro se la percentuale è di circa il 5 percento. Il grigio è utilizzato per quei paesi con percentuali inferiori. Source: Wikipedia commons, Dbachmann





Questa disparità nella retribuzione dipende molto spesso da un livello di educazione estremamente basso nella comunità Rom, in cui i genitori decidono di avviare i propri figli prematuramente al lavoro, normalmente svolto in nero al fine di ottenere un maggior profitto. Diversi paesi, tra cui la Repubblica Ceca e la Bulgaria, dispongono l'educazione dei Rom all'interno di istituti speciali normalmente destinati a bambini con ritardi mentali o problemi di apprendimento.

Nonostante alcuni possano pensare che questa politica di separazione sia necessaria per la protezione delle comunità locali, i dati offerti dalla Banca Mondiale dicono il contrario. Secondo molti esperti, infatti, le comunità Rom potrebbero essere un aiuto nella ripresa economica dell'Europa, specialmente in quei paesi in cui rappresentano una significativa percentuale della popolazione complessiva.

Secondo una stima effettuata dal Centro per le Politiche Demografiche di Sofia, nel 2050 la popolazione di etnia bulgara sarà di appena 800 mila persone, diventando una minoranza rispetto ai 3,5 milioni di Rom che popoleranno la Bulgaria. Una situazione simile anche se meno radicale, caratterizzerà l'Ungheria in cui entro il 2050 il 20 percento della popolazione complessiva sarà rappresentata da Rom con il 40 percento della forza lavoro appartenente a questa etnia.

La Banca Mondiale ha sottolineato come la diminuzione nel tasso di natalità e l'aumento dell'età media stiano determinando una situazione in cui non solo l'Europa avrà bisogno di nuova forza lavoro, ma il sistema pensionistico graverà sempre di più sulle spalle dei contribuenti. Una possibile soluzione a questo problema, almeno nei paesi con un'alta percentuale di Rom, sarebbe quella di investire sui membri di questa comunità. Nel report compilato dalla Banca Mondiale si legge che: "Un Rom con un elevato livello di istruzione guadagnerà molto di più rispetto a coloro che vengono avviati immediatamente al lavoro. Attualmente un Rom che ha completato l'istruzione secondaria può guadagnare l'83 percento in più in Bulgaria, il 110 percento in più nella Repubblica Ceca e il 144 percento in più in Romania". Investire sull'educazione dei Rom, secondo la Banca Mondiale, determinerà un guadagno in termini di entrate fiscali circa 7,7 volte superiore in Bulgaria, 7,4 volte nella Repubblica Ceca, 2,4 volte in Romania, rispetto alle somme spese per l'istruzione.

Questi programmi di educazione potrebbero avere un effetto anche sull'immagine del popolo Rom, spesso identificato come un pericolo dalla popolazione dei vari Stati europei. La diffusione della cultura Rom sarebbe senza dubbio favorita nel caso in cui il livello di istruzione dei membri di questa etnia dovesse innalzarsi, contribuendo a superare quel mito che vede i Rom solamente come dei ladri, dei cartomanti o quantomeno degli elementi problematici per la società occidentale. Simultaneamente una maggiore retribuzione e un inclusione all'interno della comunità spingerà le comunità Rom ad essere meno propense a svolgere lavori in nero o al di fuori della legalità, contribuendo in tal modo alla creazione di una società non solo multietnica ma anche multiculturale.


http://it.ibtimes.com/articles/72060/20 ... ndiale.htm

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Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Coma fanno i più a non rendersene conto? A me sembra davvero assurdo



E' semplice, guardano assiduamente la televisione e credono fermamente che quella sia la realtà.

Per loro l' Europa è un sogno realizzato, la crisi è piovuta dal cielo, e gli euroscettici sono pericolosi reazionari.

Il giorno che si sveglieranno da questa matrix verranno da noi con le lacrime agli occhi per la vergogna a dirci: "Avevate ragione, cosa possiamo fare?"


L' unica questione da vedere è se per allora sarà troppo tardi o no.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Coma fanno i più a non rendersene conto? A me sembra davvero assurdo



x forza non se ne rendono conto,sono incollati alla tv che lancia periodicamente spot filo europei,come se l'europa fosse la ns panacea,e questi creduloni abboccano,con gran goduria della nomenclatura dell'ue.............................si spera che la sveglia suoni presto anke x loro...........................[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 01/11/2014, 20:42, modificato 1 volta in totale.

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Quando non avranno più un soldo in tasca si sveglieranno... Ormai è chiaro che il destino è quello.



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Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 07/11/2014, 09:44 
Quello che l'ItaGlia non riesce a fare.......



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 07/11/2014, 12:13 
...ma come gia' detto in precedenza,queste notizie vengono tenute celate,o riferite in secondo ordine,in modo stringato........[;)]


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MessaggioInviato: 13/11/2014, 18:10 
Il caso esploso con le rivelazioni di Icij, un consorzio internazionale di giornalisti basato negli Usa, svela una realtà arcinota a tutti da decenni: il Lussemburgo da piccolo Paese agricolo si è trasformato in una potenza finanziaria, collegata sia alla Svizzera sia alla corona britannica, che dagli anni ‘70 ha accomodato convenientemente gli interessi finanziari, con la massima discrezione, di Stati, imprese e facoltose famiglie.




Qualcuno dovrebbe ricordarsi dello scandalo Clearstream (“flusso pulito”), esploso grazie a un giornalista tra il 2001 e il 2002, che dimostrava come dagli anni ‘70 era stata creata una “camera di compensazione” delle transazioni finanziarie “completamente oscura”, cioè non tracciabile. Clearstream serviva da piattaforma “legale” per le compensazioni inter-bancarie (attività perfettamente illegale) che offriva soluzioni mondiali per l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. Inchieste giudiziarie in Lussemburgo e in Francia si sono concluse la prima con “il non luogo a procedere” e varie prescrizioni, e la seconda dovrebbe essere in appello (ma non se ne ha notizia).

Su queste inchieste si innestò la seconda indagine giudiziaria francese nota come “Clearstream 2”, che attorno alla costituzione di “fondi neri” dell’industria franco-tedesca della difesa, Eads, coinvolse il presidente Jacques Chirac e il ministro Dominique De Villepin, ma anche indirettamente il presidente Nicolas Sarkozy e numerosi membri dell’establishment francese, oltre a oligarchi russi e narcotrafficanti colombiani. Nel 2013 si concluse con l’assoluzione dei molti politici coinvolti e la condanna di alcuni alti dirigenti della Eads.

Inoltre, due inchieste parlamentari si sono occupate del caso Clearstream, cioè “della lavanderia lussemburghese”. La prima in Francia, promossa e co-presieduta tra gli altri dal deputato socialista Arnaud Montebourg, che poi fino all’agosto 2014 è stato ministro dell’economia di Hollande, si è conclusa senza conseguenze con la pubblicazione di un rapporto sul riciclaggio. La seconda del Parlamento europeo ricevette l’incredibile risposta dell’allora commissario Frits Bolkestein che ritenne che “non vi erano ragioni di non credere alle autorità del Lussemburgo”.

Di un certo interesse è che nel 2006 il deputato europeo olandese Paul Van Buitenen, famoso per aver denunciato lo scandalo di corruzione che fece cadere la Commissione Santer, chiese pubblicamente a Barroso spiegazioni sulla presenza di Bolkestein nella Commissione, visto che lo stesso era nel consiglio di amministrazione della Shell che aveva conti “occulti” con Clearstream. La risposta di Barroso fu chiaramente burocraticamente evasiva. Certo è che anche Santer era stato primo ministro del Lussemburgo, proprio come oggi è Juncker. Coincidenze o malasorte del piccolo Granducato?

Per la cronaca, Clearstream è dal 2002 controllata al 100% da Deutsche Borse e insieme alla consorella Euroclear, che fu di JP Morgan, è il secondo oligopolista mondiale come “depositario centrale internazionale”, cioè dove si trattano tutti gli eurobond e si opera la clearence delle transazioni, dai derivati ai conti bancari. Nel 2011, dopo 10 anni, Clearsteram ha perso tutte le cause contro Denis Robert, il giornalista che aveva reso nota la “lavanderia del Lussemburgo”. Per completezza ricordiamo che Clearstream è da sempre legalmente basata in Lussemburgo mentre Euroclear è in Belgio, dove dal 1973 risiede anche il monopolista mondiale della rete di telecomunicazione per le relazioni finanziarie interbancarie, Swift, con oltre 9.000 istituzioni collegate in più di 209 paesi. Coincidenze o il Benelux ha qualcosa di “speciale”?

Senza nulla togliere all’originalità dell’inchiesta pubblicata da Icij, ci sembra abbastanza coincidentale che la stessa sia pubblicata proprio dopo la grave sconfitta del presidente Obama nelle elezioni di midterm. Ecco chi sono i finanziatori della Icij: Open Society Foundation (americana, legata a Soros); Ford Foundation (americana, con collegamenti israeliani); Adessium Foundation (famiglia Van Vliet, olandese naturalizzata americana e specializzata in asset management); The Sigrid Rausing Trust (famiglia di origine svedese proprietaria della Tetra Pack, è basata nel Regno Unito); The David and Lucile Packard Foundation (famiglia americana, fondatori di HP); Pew Charitable Trusts (americana, svolge attività di lobbying nel settore pubblico e possiede il terzo più influente think tank di Washington); Waterloo Foundation (britannica, è impegnata nelle cause ambientaliste).

Senza voler cedere ad alcuna tentazione complottistica, ci sembra che i finanziatori della Icij siano tutti anglo-americani e ampliamente membri delle elites della mondializzazione e del “nuovo ordine mondiale” che nei confronti dell’Europa ha da sempre avuto un atteggiamento poco condiscendente.

Venendo allo scandalo attuale che coinvolge la reputazione e la credibilità di Jean-Claude Juncker nella sua nuova funzione di presidente della Commissione europea, cerchiamo di capirne gli argomenti e le implicazioni. Una prima menzione riguarda il passato recente di Juncker che, nel luglio 2013, dopo 18 anni nella funzione di primo ministro del Lussemburgo, ha dovuto rassegnare le sue dimissioni in seguito allo scandalo delle “intercettazioni segrete” che, per sua negligenza e omesso controllo e vigilanza, i servizi segreti del Gran Ducato avevano compiuto per alcuni anni.

I fatti dell’inchiesta riferiscono che tra il 2004 e il 2009 oltre alle 300 schede personali di politici e imprenditori e almeno 13.000 “fiches d’information” sui 500.000 abitanti erano state eseguite violando tutte le leggi vigenti. Secondo la deposizione del capo dei servizi lussemburghesi, durante la Guerra Fredda oltre 300.000 erano le “note d’ascolto” collezionate dall’agenzia statale. Inoltre, sono emerse anche commistioni tra il mondo dell’intelligence lussemburghese, gli affari finanziari, il dipartimento delle imposte, e alcune aziende che forniscono beni di lusso. Insomma, per un Paese fondatore dell’Ue e il suo leader di governo è certo qualcosa di molto grave. Possibile che nessuno abbia trovato che già questo evento fosse sufficiente a far dubitare dell’onorabilità di Jean-Claude Juncker prima della sua recente elezione a capo della Commissione europea? Eppure era persona ben conosciuta visto che dal 1995 al 2013 è stato primo ministro del Gran Ducato, e dal 1989 al 2009 ministro delle Finanze, e infine dal 2005 al 2013 il primo Presidente dell’Eurogruppo. Nessuno sapeva?

La spiegazione è che a livello dell’Unione europea vige la regola dell’omertà che si cristallizza nella relazione incestuosa tra le alte burocrazie nazionali e le tecnocrazie europee. È troppo tardi perché adesso un Gianni Pittella, capo gruppo di S&D, e un Guy Verohstadt (gruppo Alde), che per giunta è belga, chiedano a Juncker di fare chiarezza in Parlamento europeo. È una farsa che avrebbero potuto risparmiarci. Più dignitosa è stata la difesa d’ufficio del capo gruppo Ppe, il tedesco Manfred Weber, che reclama “l’imparzialità” di Juncker. Un atto d’ufficio, dovuto. La voce più chiara è stata quella di Marine Le Pen, del FN francese, che ha chiesto le dimissioni incondizionate di Juncker e della sua Commissione.

Una cosa è certa: se si manterrà Juncker al suo posto la credibilità di questa Commissione europea e delle stesse istituzioni europee sarà indecentemente rovinata. Un aiuto a quella creazione del “caos” che a certa parte dell’establishment americano, soprattutto dopo la vittoria dei Repubblicani, fa molto comodo per “disciplinare” gli europei nell’alleanza transatlantica?

Nel caso che ha coinvolto in prima persona Jean-Claude Juncker - nome che foneticamente in inglese significa “tossicodipendente” - non è grave solo il fatto che il suo Paese, il Lussemburgo, avesse legislazioni adeguate alla “ottimizzazione fiscale”, ma che durante il suo periodo in qualità di primo ministro il governo avesse concluso oltre 340 “accordi” con multinazionali e soggetti privati perché la loro tassazione fosse inesistente oppure del 1%. Ancor più grave è che questi accordi fossero “segreti”. Le solite società di auditing hanno fatto il resto. La patetica difesa della PwC ricorda quella della blasonata Arthur Andersen quando nel 2007 esplose il caso della AIG americana, che portò alla chiusura di quella “casa di contabili”. Perché Juncker lo ha permesso? E per conto di chi?

Per qualsiasi piccolo investitore che cercasse di “ottimizzare” la propria tassazione era ben noto che in Lussemburgo si potesse “triangolare” con estrema facilità e compiacenza del Governo per fare schemi di elusione fiscale trans-europei, coinvolgendo società di comodo in Belgio, Olanda, Polonia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, senza disdegnare la Svizzera e lo stato americano del Delaware. Insomma, un gioco fai da te, disponibile anche su Internet. C’è da chiedersi perché la Germania ha fatto la voce grossa con il principato del Liechtenstein - i famosi nomi trafugati dai servizi tedeschi - mentre sul “suo” Lussemburgo tace. Probabilmente quello del Liechtenstein era lo specchietto per le allodole mentre la “ciccia” era chiaramente nel Gran Ducato.

Nella guerra finanziaria in corso tra il sistema angloamericano, che in Europa è rappresentato dalla City di Londra, e quello “Ost” rappresentato dalla Germania, per capirci tra Euroclear e Clearstream, questa volta i falchi anglosassoni hanno colpito l’Ue per punire la Germania. Quest’ultima è rea di pensare a un eventuale “Eurogruppo 2” e si è permessa di sfidare, qualche giorno fa, il Regno Unito chiedendo che “decida subito cosa fare, se stare o meno nell’Ue”. Detto fatto, la reazione è arrivata, puntuale. A farne le spese non sarà solo la Germania, ma tutti i paesi dell’eurozona.

Non c’è che dire. Juncker è stata una pessima scelta anche per la Germania che si è affidata a un “tossicodipendente”, facilmente ricattabile, come vediamo. Ma questo non basta ad assolvere i conniventi annidati per collusione venale nelle stanze di Bruxelles. Se cade Juncker, cade tutto. Questo è il messaggio politico che dalle antenne transatlantiche arriva in Europa.

Obama deve rabbonire i suoi falchi, ormai vincitori a casa sua. Quindi può avere una sola possibilità per farlo: la resa incondizionata e definitiva dell’Unione europea all’egemone americano. Primo passo, la firma del Ttip prima del prossimo Consiglio europeo di dicembre. Forse Renzi e la Mogherini lo avevano intuito, e quindi sin da subito avevano dichiarato che “il Ttip non è solo un accordo commerciale, ma strategico, una scelta culturale”.

Paolo Raffone
Fonte: http://www.ilsussidiario.net
Link: http://www.ilsussidiario.net/News/Econo ... /3/552628/
10.11.2014

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=14195


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MessaggioInviato: 14/11/2014, 11:44 
la boldrini,a montecitorio aprendo un conferenza su alcide degasperi,ha affermato che e' necessario giungere al + presto agli stati uniti d' europa,...strano un tempo(manco tanti anni orsono)i compagni avversavano l'unita'europea.....................[;)]


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