Su non siate timidi!
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Possibile che al mondo non ci sia nessuno secondo voi che possa rappresentare a pieno titolo quegli ideali facenti riferimento alla figura del Player B, almeno secondo l'idea proposta e suggerita dal Progetto Atlanticus?
Inizio io. Per la categoria politici mi sento di poter presentare
José Pepe Mujica di cui abbiamo già parlato all'interno del forum in molte occasioni.
Cita:
Mujica lascia, il Sudamerica perde il suo “eroe perfetto”L’ex presidente dell’Uruguay, è riuscito dove gli altri leader hanno fallito. Riforme, lotta alla povertà, eguaglianza senza mai farsi corrompere
Con il presidente Mujica che chiude ora il mandato, se ne va uno di quegli eroi di cui la sinistra – e non soltanto quella rivoluzionaria dell’America Latina - ha sempre avuto bisogno.
Ma se ne va anche una di quelle rare figure di cui oggi più che mai ha un disperato bisogno la politica, che ovunque va mostrando di marcire nella disgrazia della corruzione e nel maluso del proprio potere. Perché il presidente dell’Uruguay, davanti agli occhi piuttosto sconcertati del mondo, ha fatto della gestione della sua alta carica un modello (irripetibile?) di austerità, di stile parco di vita, di indifferenza alle lusinghe dei privilegi, e però anche di legittimazione del pragmatismo pur nel modello ideologico di un socialismo segnato dalle venature illusorie dell’utopia.
Proprio «Utopia senza armi» (Utopìa sin armas) fu il titolo di un importante libro che nei primi Anni Ottanta scrisse Jorge Castañeda immaginando che le lotte rivoluzionarie che in quel tempo avevano traversato con sangue e morte la vita politica dell’America Latina potessero alla fine evolversi in un processo di trapasso dalla guerriglia al dibattito parlamentare e all’assunzione della responsabilità di governo.
Castañeda, giornalista della «izquierda» democratica, provò egli stesso a far politica, e fu anche ministro a Città di Messico; ma durò poco, capì di non reggere il compromesso della nuova scelta, mentre invece Mujica – che della guerriglia urbana dei Tupamaros era stato davvero comandante e s’era fatto 15 anni di carcere duro nelle galere della dittatura militare, prima d’essere liberato con l’amnistia del ritorno alla democrazia in Uruguay – passò stabile alla vita politica, e divenne deputato, senatore, ministro e, cinque anni fa, anche capo dello Stato, facendosi interprete straordinario e protagonista principale di quel passaggio utopistico dalla lotta armata alla leadership governativa, come d’una rivoluzione che trionfa legittimando se stessa nel confronto delle idee e dei programmi elettorali.
Ma la sua straordinarietà non sta tanto in questo successo ottenuto «sin armas», altri ci sono riusciti ugualmente, dal Brasile di Lula e della Dilma Rousseff al Venezuela di Teodor Petkoff, dal Messico dei suoi rivoluzionari fattisi uomini di governo all’Argentina degli ex Montoneros, e poi al Salvador, al Nicaragua dei sandinisti della prima ora, al Guatemala – è l’intera storia del subcontinente ad aver vissuto fin dagli anni di Bolívar questo confronto tra lotta armata e democrazia.
Mujica è però una storia a parte perché in questa sua seconda vita («l’isolamento in prigione, senza poter parlare con nessuno per anni, senza un libro da leggere, è come morire») ha praticato una scelta che ha trasformato gli ideali della sua vita rivoluzionaria in un mandato di potere dove quegli ideali astratti si facevano concretezza di comportamenti quotidiani scarnificati di ogni contaminazione con la logica propria del potere.
Se il suo governo ha introdotto misure di forte contenuto sociale e di netto miglioramento delle condizioni di vita (l’indice di povertà è calato dal 39 al 14 per cento), tutto questo era coerente con l’identità della formazione di sinistra, il Frente Amplio, che lo ha fatto eleggere, e con le ragioni di una coalizione di ben 27 partiti che comunque gli imponeva gli equilibrismi e i compromessi necessari della gestione politica; è stato invece davvero rivoluzionaria la gestione della sua vita quotidiana, con la residenza conservata nella sua modesta abitazione di periferia, il rifiuto delle prebende della sua alta carica, la rinuncia del 90 per cento del suo onorario (destinato a programmi sociali), la cancellazione di ogni formalismo, la rinuncia assoluta della cravatta, e sempre la sua vecchia auto dell’87.
Lo hanno chiamato «un Chisciotte nei panni di Sancho Panza», un Chisciotte e un Sancho Panza che dal 1° marzo continueranno a far politica dagli scanni del Senato, alla guida di uno di quei 27 partiti che hanno eletto il nuovo Presidente. Ma per liberare la sua storia dalla inevitabilità della retorica, bisogna calarla all’interno della storia del suo Paese, il più europeo dell’America Latina, nel costume, nel dibattito ideologico, negli stili di vita, perfino nella pratica della guerriglia rivoluzionaria dei suoi Tupamaros, più socialisti umanitari che castristi. E allora si capisce il senso di quella copia del David di Michelangelo che sta nell’atrio del municipio di Montevideo.
http://www.lastampa.it/2014/12/02/ester ... agina.html Di seguito alcuni dei suoi pensieri migliori.
1. Su rivoluzione e rivolte
" Ho visto alcune Primavere che hanno finito per essere inverni terribili. Noi esseri umani siamo dei gregari. Non possiamo vivere da soli. Perchè la nostra vita sia possibile, dipendiamo dalla società.
Una cosa è rovesciare un governo o bloccare le strade . Ma creare e costruire una società migliore è una questione completamente diversa, c'è bisogno di organizzazione, disciplina e lavoro a lungo termine. Non confondiamo le due cose. Voglio metterlo in chiaro: mi sento vicino a questa energia giovanile, ma penso che non possa andare da nessuna parte se non diventa più matura. "
2. Sulla legalizzazione della Marijuana
" E' sempre stato così con i cambiamenti. Nel 1913, in Uruguay abbiamo stabilito il diritto per le donne a divorziare. Sapete cosa dicevano a quei tempi? Che le famiglie si sarebbero dissolte. Che era la fine delle buone maniere e della società. C'è sempre stata un opinione tradizionalista e conservatrice che ha paura del cambiamento. Quando ero giovane dovevamo vestirci con completi e cravatte per andare a balalre, altrimenti non ci facevano entrare. Non penso che qualcuno si vesta più così per andare ad un party al giorno d'oggi. "

3. Sul materialismo
"Abbiamo sacrificato i vecchi Dei immateriali, e ora stiamo occupando il tempio del Dio-Mercato. Lui organizza la nostra economia, la nostra politica, le nostre abitudini e ci fornisce mutui e carte di credito che ci danno un'apparente felicità. Sembra che siamo nati solo per consumare e consumare, e che quando non possiamo più consumare abbiamo un senso di frustrazione, soffriamo la povertà e ci auto-marginalizziamo"
4. Sul consumo globale
"Oggi possiamo riciclare quasi qualunque cosa. Se vivessimo in maniera saggia, essendo prudenti, i 7 miliardi di persone nel mondo potrebbero avere tutto ciò di cui hanno bisogno. Le politiche globali dovrebbero muoversi in questa direzione. Ma pensiamo come individui e come Stati, non come specie"
5. Sull'aborto e il matrimonio omosessuale
"Abbiamo applicato un principio molto semplice: riconoscere i fatti. L'aborto è vecchio quanto il mondo. I matrimoni gay, per favore - sono più vecchi del mondo. Abbiamo avuto Giulio Cesare, Alessandro Magno, per favore... Non si può dire che è una cosa moderna, è più vecchia di quanto lo siamo noi. E' una realtà oggettiva che esiste. Per noi, non legalizzarli sarebbe una tortura inutile verso le persone. "

6. Sulla fine dei conflitti
Rispondendo alle domande sull'offerta dell'Uruguay come mediatore tra il governo della Colombia e il gruppo ribelle dell'ELN, in conflitto da 50 anni: "Aiuto non significa intervento. Non mi immischierò se non sono invitato. Ma se posso servire, con la mia esperienza, aiuterò il governo a costruire un dialogo con le forze ribelli, che a loro volta hanno i loro problemi e le luro paure. Credo che tutti i latino-americani dovrebbero aiutare"
7. Sull'umiltà in ufficio
"Appena i politici cominciano a salire in alto, diventano subito dei Re. Non so come funzioni, ma quello che so è che le Repubbliche sono nate perchè nessuno sia più di qualcun altro. L'ostentazione delle cariche è come qualcosa che è rimasto dal passato feudale. Hai bisogno di un palazzo, di un tappeto rosso e di molte persone dietro di te che dicono "Si, signore". Credo che tutto questo sia orribile. "

8. Sulla redistribuzione della ricchezza
"Le imprese vogliono solo aumentare i loro profitti; è compito del governo fare in modo che distribuiscano parte di quei profitti, così che i lavoratori gabbiamo i soldi per comprare i beni che producono. Non è un mistero - meno povertà significa più commercio. L'investimento più importante è in risorse umane. "
9. Sull'età
" Si dice che un nonno di 80 anni una volta sia stato aperto mentalmente. Le persone anziane non sono anziane per la loro età, ma per la loro testa. Sono spaventate da questo, ma non da quello che succede nelle strade ?"
10. Sulle dipendenze
" Peggio delle droghe è il traffico di droga. Molto peggio. Le droghe sono una malattia, e non credo esistano droghe "buone" o che la marijuana faccia bene. Nè le sigarette. Nessuna dipendeza è buona, incluso l'alcohol. L'unica dipendenza buona è l'amore, dimenticate tutto il resto. "
11. Sull'essere chiamato il Presidente più povero del mondo
" Non sono il Presidente più povero. Il più povero è colui che ha bisogno di tanto per vivere. Il mio stile di vita è una conseguenza delle mie ferite. Sono figlio della mia storia. Ci sono stati anni in cui sarei stato felici solo con un materasso. "

12. Sul donare il 90% del suo stipendio in beneficenza
" Ho uno stile di vita che non cambia solo perchè sono un Presidente. Guadagno più di quanto mi serve, anche se per altri non è abbastanza. Per me non è un sacrificio, è un dovere. "
13. Sui suoi obiettivi per l'Uruguay
" Il mio obiettivo è raggiungere un po' meno di ingiustizia in Uruguay, aiutare i più vulnerabili a lasciare dietro di me una maniera di intendere la politica e di guardare al futuro, che possa essere usata per andare avanti. Non c'è niente nel breve periodo, nessuna vittoria dietro l'angolo. Non guadagnerò il paradiso o cose del genere. Quello che voglio è combattere per il bene comune e il progresso. La vita scivola via. Il modo per prolungarla è che altri continuino il tuo lavoro."
14. Sull'essere Presidente
" Un Presidente è un ufficiale di alto livello che è eletto per portare avanti una funzione. Non è un Re, non è un Dio. Non è lo sciamano di una tribù che conosce tutto. E' un dipendente pubblico. Credo che il modo ideale di vivere sia quello della grande maggioranza delle persone che cerchiamo di servire e rappresentare. "

15. Sul segreto della felicità
" Per vivere coerentemente con il proprio pensiero. Sii te stesso e non provare a imporre il tuo punto di vista sul resto. Non mi aspetto che gli altri vivano come me. Rispetto la libertà delle persone, ma difendo la mia libertà. E questo significa avere il coraggio di dire quello che pensi, anche se a volte altri non condividono la tua opinione. "
E voi? Che ne pensate? Possiamo considerarlo un valido ambasciatore del Player B?
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