Salvo soprese dell'ultimo momento fra Natale e Capodanno avremo la nostra cometa, anche se per vederla ci vorrà un po' di buona volontà, dato che si tratta di alzarsi alle 5 di mattina.
Guardando verso il grande Carro e scendendo verso l'orizzonte la vedremo per qualche giorno prima dell'alba piuttosto bassa, vicina all'orizzonte. Meglio affrettarsi perché scenderà giorno dopo giorno e in poco tempo sarà praticamente invisibile. Portarsi in un luogo scuro e possibilmente con un binocolo qualunque, anche da teatro, migliora di sicuro lo spettacolo.
Si chiama così perché è stata scoperta il 7 settembre scorso dall'astronomo dilettante Terry Lovejoy, un bravo cacciatore di comete che ha nel suo carniere già 4 scoperte, compresa questa. C2013 C1 è una cometa ricorrente, è passata infatti dalle nostre parti 7.000 anni fa più o meno, un battito di ciglia per i tempi astronomici, ed è di un tipo molto interessante, a parte l'effetto scenico della coda. Infatti è della famiglia di comete più vecchie, rimaste intatte fin dalla formazione del sistema solare, 4.5 miliardi di anni fa. In altre parole potrebbe essere uno dei mattoncini lego che, a miliardi, hanno contribuito a formare i corpi maggiori del sistema solare, come la nostra Terra e gli altri pianeti.
La sua coda ha già raggiunto la decina di milioni di chilometri equivalenti, sulla volta celeste, a 30 volte il diametro della Luna ed è formata da sottilissima polvere che riflette la luce del sole facendo l'effetto di infiniti e microscopici catarifrangenti. Il calore e il bombardamento della particelle solari strappa letteralmente dal nucleo solido della cometa i grani di polvere e ghiaccio che ne formeranno la coda.
Le comete sono come dei piccoli bruchi che diventano per un po' la più maestosa delle farfalle. Basta pensare che il suo nucleo, un impasto di ghiacci vari, materiale roccioso e polvere, non supera in genere i 10 chilometri mentre appunta la sua coda va sui milioni di volte questo valore.
Non è l'unica, Lovejoy, dalle nostre parti, ce ne sono altre due di passaggio, ma troppo piccole per sperare di vederle. Meglio cogliere l'occasione insomma e alzarsi verso le 5 per vedere lo spettacolo, una coetacometa a Natale val la pena. Certo fa un po' freddo e d'altronde rimanendo sotto le stelle da sempre ci si "assidera", ad sidera, come già dicevano i latini.
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