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MessaggioInviato: 20/09/2010, 08:47 
USA – Silent Talk: nei campi di battaglia la nuova arma si chiama telepatia
La tecnologia immaginata dai vertici militari americani dovrebbe intercettare i segnali emessi dal cervello dei soldati nel momento in cui le parole vengono pensate e trasmetterle correttamente al destinatario senza passare dalla bocca.
di ALESSIO BALBI


DAI CAMPI di battaglia del futuro, tra il fischio delle pallottole che fendono l’aria, il boato delle granate che esplodono, il fragore degli elicotteri che volano bassi, potrebbe sparire un suono che ha caratterizzato le guerre da prima della polvere da sparo: quello della voce umana. La Darpa, l’agenzia del ministero della Difesa statunitense che si occupa di sviluppare le tecnologie militari dei prossimi decenni, ha finanziato un progetto che prevede l’uso della telepatia come mezzo di comunicazione tra i soldati.

Battezzato “Silent Talk”, il programma ha l’obiettivo di “consentire la comunicazione tra utenti su un campo di battaglia senza l’uso della voce, attraverso l’analisi dei segnali neurali”, come si legge in uno stralcio di documento riportato dal sito della rivista Wired. Il Pentagono ha destinato al progetto 4 milioni di dollari, che vanno a sommarsi agli ulteriori 4 milioni che l’esercito americano aveva stanziato un anno fa per indagare, insieme alla University of California, la possibilità della cosiddetta “computer-mediated telepathy”.

Alla base dell’idea c’è la consapevolezza che le parole e le frasi, prima di venire pronunciate, si formano nella mente, mettendo in moto un complesso processo il cui esito ultimo è l’emissione dei suoni. La tecnologia immaginata dalla Darpa dovrebbe intercettare i segnali emessi dal cervello nel momento in cui le parole vengono pensate e trasmetterle correttamente al destinatario senza passare dalla bocca.La tecnologia per trasformare le onde cerebrali in comandi interpretabili dai computer ha fatto negli ultimi anni enormi progressi, soprattutto in relazione all’assistenza dei disabili. Sono ormai realtà i prototipi di protesi ortopediche e sedie a rotelle comandate con la mente, così come i sistemi che permettono di comporre frasi attraverso una tastiera senza il bisogno di toccarla.

Ma il progetto “Silent Talk”, per avere successo, richiede ben altri progressi: prima di tutto, bisogna trovare il modo di estrarre parole e concetti da un elettroencefalogramma. Poi bisogna capire se tra i segnali neurali di individui differenti esistano pattern comuni o generalizzabili. Infine, c’è da costruire un sistema in grado di decodificare questi segnali e trasmetterli a breve distanza. In prospettiva, il sistema immaginato dal Darpa potrebbe servire anche al contrario, cioè per intercettare i pensieri del nemico direttamente alla fonte.


Nata nel 1958, la Darpa ha la missione di sviluppare tecnologie futuristiche di applicazione militare, spesso destinate ad avere effetti dirompenti in ambito civile: i ricercatori del Pentagono furono i primi a occuparesi del programma spaziale statunitense, poi affidato alla Nasa. Nel 1969 crearono Arpanet, un sistema di comunicazione tra computer che sarà il primo nucleo di internet.

17 maggio 2009
fonte: http://www.repubblica.it/2009/05/sezion ... e.html?rss



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MessaggioInviato: 20/09/2010, 09:31 
Mi sa un po' ispirato al film "l'uomo che fissava le capre"...



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MessaggioInviato: 20/09/2010, 09:51 
Ancora non l'ho visto quel film [:)]
Ultimamemte la DARPA sembra essere proprio su questo filone...
La notizia è datata, chissà se ci sono stati sviluppi e quali..



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MessaggioInviato: 21/09/2010, 08:58 
Ingegnoso... chissà come hanno avuto l'idea Immagine

[:D]



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MessaggioInviato: 21/09/2010, 09:07 
umm...già da dove?

DALLE PSICOSONDE ALLE PSICOSPIE

Di Alfredo Lissoni

In pieno Terzo Millennio i russi sono riusciti a scoprire il modo di manipolare a distanza la mente. Non lo affermano i soliti giornaletti scandalistici, ma il serissimo giornalista Alberto Oliverio che, in due sue corrispondenze da Mosca, riporta il 6 gennaio 2003 su Il Messaggero: "Il caso degli smemorati di Kaluga, una cittadina nei dintorni di Mosca, sembra far parte del filone del genere mistery; ma ora la Pravda, che anche in era post-sovietica gode di una certa autorevolezza, ne ha parlato a lungo avanzando ipotesi quasi fantascientifiche. Il fatto è che nel giro di pochi anni, a Kaluga, sono stati ritrovati una ventina di uomini scomparsi da casa da qualche settimana: manager, tecnici di alto livello, ingegneri elettronici, che vagano nei pressi della stazione in preda a una totale amnesia. Non ricordano quasi nulla della propria vita ma continuano a possedere altre forme di memoria legate prevalentemente al loro lavoro. Cosa è successo a questi smemorati? Come mai alcuni di loro avevano ancora sulle tempie segni simili a quelli lasciati da elettrodi, quelle placchette di metallo con cui si può registrare l'attività elettrica del cervello o somministrare shock in grado di indurre amnesia? Ed è un caso che nella regione di Kaluga vi siano alcuni laboratori di ricerca, specializzati in studi di farmacologia del sistema nervoso? Il ministero degli Interni russo ha sdrammatizzato le dicerie che ormai circolano con insistenza e ha indicato come ogni anno scompaiano in Russia circa 77.000 persone; ma il ministero della Sanità, dopo la ricomparsa di una decina di smemorati in pochi mesi, ha dedicato al caso un convegno scientifico. La vicenda è in linea con quell'alone di mistero che negli anni Settanta circondava la sperimentazione di armi segrete nell'allora Unione Sovietica: Andrei Tarkovsky aveva dedicato a questo argomento un film, Stalker, carico di allusioni a persone che vagavano in una zona interdetta in cui si era verificato qualcosa di inquietante, forse un inquinamento nucleare. Ora questo qualcosa sembra prendere corpo e la Pravda indica come gli smemorati in causa abbiano completamente perduto la memoria autobiografica, conservando tracce di quella episodica e di quella procedurale; nella mente di queste persone permane il filmato della loro vita, non i singoli eventi. É verosimile che gli smemorati di Kaluga siano stati trattati con una qualche sostanza che ha scombinato le trame della loro memoria? Che siano stati le cavie di un esperimento per studiare nuove strategie per indurre l'amnesia, monitorata attraverso l'uso di elettrodi? O, più verosimilmente, è credibile che qualcuno abbia carpito una serie di segreti industriali ed abbia poi sottoposto i malcapitati a un lavaggio del cervello per cancellare il ricordo del misfatto? Quest'ultima ipotesi mi pare più probabile: generare uno stato di grave confusione è fattibile e il malcapitato può piombare per lungo tempo in una forma di amnesia. Insomma, malgrado le smentite, la regione di Kaluga assomiglia sempre più alla zona descritta da Tarkovsky: ma in questo caso non si tratterebbe soltanto della trama di un film...". Questo genere di esperimenti è condotto anche in America. Di recente una signora, Cathy O’Brien, ha confessato in un memoriale esplosivo, Trance formation of America, di essere stata vittima dei MiLabs, i laboratori militari segreti che operano illegalmente, sperimentando su esseri umani. Impiantano nel cervello sonde microscopiche o "implants" (elettrodi studiati sin dagli anni Sessanta su topi e scimmie) e le attivano a distanza; esse producono scariche elettriche che stimolano determinate aree del cervello, trasformando gli uomini in veri e propri robot. Verità o leggenda non si sa, ma di sicuro gli "implants" esistono; l’ex agente CIA Derrel Sims ne ha recuperati ed estratti chirurgicamente una dozzina e sebbene molti ufologi propendano per una matrice aliena dei marchingegni, sappiamo che sonde, forse meno sofisticate ma ben terrestri, vengono vendute regolarmente via Internet da ditte come la Lotek (come impianti sottocutanei per animali) e sono alla base di studi come il "braccialetto elettronico" per i carcerati.

Parrebbe che i russi siano ancora più avanti, ed abbiano inventato "impianti" attivabili a distanza con la sola forza della mente. Siamo nella fantascienza e nell’inverificabile, ma certo qualcosa di strano accade a Kaluga. Sempre Oliverio ha ribadito, in un successivo pezzo: "Nikolai non dubita della donna che piangendo felice lo abbraccia forte, ma ancora non ricorda di averla sposata o anche solo fatica a ripescare quel volto pieno d'amore dalla nebbia della memoria. E vuole capire se davvero, come sostiene qualcuno, la sua amnesia sia frutto di uno spietato esperimento per la manipolazione della mente umana. La sua è una nebbia fitta e pesante, che grava anche sulla mente di altri come lui: professionisti sani e senza problemi, d'ogni parte della Russia, maschi, di età fra i 18 e i 45 anni, misteriosamente scomparsi un giorno qualsiasi, mentre andavano al lavoro, e altrettanto misteriosamente ricomparsi senza alcun segno di violenza 10-20 giorni dopo su un treno, in una stazione, in un bosco o sul ciglio di una strada. Tutti comunque nelle stesse zone: per lo più a Kaluga, poco lontano da Mosca, o alcune centinaia di chilometri più a sud, a Saratov. Nikolai ricorda solo di essersi svegliato, con un forte mal di testa e la voglia di vomitare nella stazione di Kaluga, mentre un poliziotto gli chiedeva i documenti. La moglie l'ha ritrovato di recente grazie al programma tv Zhdi Menya, equivalente del nostro Chi l'ha visto, confermando quel che i medici sospettavano: Nikolai è un ingegnere elettronico. E si capiva, perché, pur non ricordando nulla di sé, dimostrava una rara familiarità con i computer. E qui sta il mistero: come è possibile un'amnesia tanto selettiva? Che uno cioè non ricordi nulla di sé ma ricordi come suonare il piano o leggere uno spartito, che sappia guidare e ricordi come funziona un motore a scoppio? I casi accertati come quello di Nikolai sono 17 in tutto dal 1999, anche se potrebbero essere di più, secondo il quotidiano Komsomolskaya Pravda. Tutti casi tanto insoliti da aver attirato l'attenzione delle autorità. Il ministero degli Interni sdrammatizza, lasciando briglia sciolta agli amanti delle teorie dei complotti, che chiamano in causa le ricerche segrete del governo su armi psicotropiche o sollevano il fantasma di grandi fratelli criminali, decisi a creare - come in un film di James Bond - degli zombie sofisticati per poter disporre dei loro talenti". Alexander Livschez, capo della struttura sanitaria della regione di Kaluga si limita a dire: "Credo siano stati usati e poi scartati quando non servivano più. Forse hanno fatto da schiavi per qualche strano lavoro".

A favore della tesi dei test con nuovi composti chimici c'è il mal di testa e la nausea che gli smemorati provano al risveglio e non ha dubbi Lev Fiodorov, studioso di fama nazionale che ai tempi dell'Unione Sovietica: "Gli smemorati di Kaluga, sostiene, sono stati cavie di sostanze per manipolare la mente che si studiano dagli anni Ottanta e per le quali è ora giunta l'ora del test pratico". Ma nessuno si è permesso di sottoporli a TAC, per vedere se nel loro cervello era stato inserito qualche microimpianto...

In ogni caso, sembra che test di questo genere siano attualmente condotti anche negli Stati Uniti. Ne avrebbe fatto le spese un tale Michael Donovan che, una sera in un bar, sarebbe rimasto colpito da due sconosciuti, uno dei quali avrebbe cercato di condizionarlo telepaticamente (con successo), imprimendogli nella mente la parola "Koserev" e chiedendo poi al suo compagno, che sembrava un militare graduato, se l’esperimento fosse finito. Donovan, del quale non è possibile stabilire il grado di attendibilità, ha cercato di difendersi divulgando la sua presunta esperienza in Internet, sostenendo di avere letto, in seguito all’episodio, un articolo di giornale del matematico sovietico Koslov che dichiarava che i servizi segreti statunitensi stavano testando proprio in questa direzione. Secondo Donovan, vi sarebbe stato un legame tra la parola suggeritagli dal misterioso scanner ed il nome del cattedratico russo. Incuriosito, avrebbe poi rinvenuto il libro di Ron McCray sulle guerre mentali, nel quale si afferma che gli States disporrebbero di una particolare macchina psicotronica, detta "l'induttore del paranoia" e prodotta dall’Astronics, con la quale manipolerebbero a distanza le persone. "Sono convinto che questi esperimenti avvengano realmente, tra americani e russi", ha dichiarato. "Ho letto una dichiarazione della figlia di Stalin, in questo senso, che durante i giochi olimpici a Los Angeles e chiese che gli appartamenti degli atleti sovietici fossero più sicuri, schermati da possibili interferenze elettromagnetiche o psichiche. Svetlana Stalin accusava gli Stati Uniti di essere dei maiali che usavano lo PSI per danneggiare gli atleti". Onestamente, mi sembra strano che il Pentagono sprechi i suoi sensitivi in operazioni così banali, ma indubbiamente esiste anche una lotta di potere a livello di immagine (si pensi solo alla sciocca competizione russo-americana per la conquista dello spazio, della Luna prima e di Marte dopo). Non so che grado di credibilità dare a questo signor Donovan, che afferma di essersi rivolto alla polizia e di avere avuto un abboccamento notturno con un poliziotto presentatosi come "Dan Flynn" e che, comportandosi invece come un militare, gli avrebbe dato prova dei propri poteri psichici stordendolo e paralizzandogli temporaneamente i muscoli della faccia. Semmai, è documentato che gli americani dispongano di impianti sottocutanei che, per mezzo di stimolazioni elettriche, possono sensibilmente alterare il comportamento degli esseri viventi, uomini ed animali.

GLI SCANNERS DEL CREMLINO

Lo studioso polacco Michal Kaszowski nella rivista Nie z tej ziemi ha dichiarato: "In Russia sono state condotte molte ricerche insolite, come test di conquista della materia attraverso lo PSI. Lo ha svelato una mia collega di cui debbo tacere il nome. Si tratta di una pubblicista che lavorava per il giornale Kijevskie Novosti, e che ha scoperto dell’esistenza di certi laboratori segreti, conosciuti come Chernobyl 2, dove si conducevano varie ricerche sull'influenza del cervello e della mente umana con tecniche super e subsoniche, o con campi magnetici. Queste tecniche di controllo mentale, con supporto di strumenti e generatori atomici, venivano condotti non da militari o da agenti del KGB ma da un gruppo di satanisti, noti come Bialego Bractwa, o setta dei Fratelli Bianchi... Questi esperimenti psicotronici sarebbero attualmente ancora in corso". Gli fa eco

il giornalista tedesco Joachim Ward, che alcuni anni fa ha dichiarato: "Gli scienziati sovietici avevano sviluppato per conto del KGB un sistema di condizionamento mentale che trasformava in robot alcuni soldati impiegati per missioni speciali durante la guerra in Afganistan. Due degli scienziati da me intervistati, Anatoli Chadrin e Valeri Kanjuka, mi hanno detto che i soldati erano stati programmati in modo da entrare in azione non appena ricevevano via radio un segnale in codice registrato nel loro cervello. La psicoarma fu abbandonata per ordine di Gorbachov nel 1988, ma ora se ne servirebbe la mafia". Ne abbiamo già accennato nel primo capitolo; un dettagliatissimo servizio su questa psicoarma è stato presentato il 26 maggio 1995 durante il programma "Panorama", trasmesso dalla televisione pubblica tedesca, durante il quale è stato spiegato che gli scienziati sovietici utilizzavano onde radio ad alta frequenza in combinazione con parole chiave e codici numerici innestati nel cervello di militari e agenti di polizia.
http://www.alfredolissoni.net/chips1d.htm



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