cecca ha scritto:
Autoreferenziale
Su questo punto AVRESTI ragione. la questione è in sé semplice ma non può essere risolta con dei post in un forum, perché, per spiegarti nel dettaglio gli errori di sitchin a cui accennavo, occorrerebbe che prima ti insegni la grammatica sumera, l'accadico e i meccanismi dell'ortografia cuneiforme. Ciò è impossibile in questa sede, ma sicuramente poi ti renderesti conto da solo che ho ragione io.
Potresti avere ragione relativamente a errori di traduzione proposti dal Sitchin, su questo non ci piove e non mi sembra di aver mai contestato questo.
Ma la mia domanda non era inerente tanto alla questione degli errori di Sitchin, quanto al concetto di "interpretazione" accademica. Probabilmente non era sufficientemente chiara, anche se le parole di Lorenzo Verderame non lasciavano adito a dubbi .. Non vorrei che la tua eccelsa capacità di ragionamento, accecato dalla crociata anti Sitchin, sia rimasta offuscata.
Provo a riformulare la domanda nella speranza di ottenere una risposta più neutra e puntuale sulla questione sollevata.
Ovvero... A prescindere dalla correttezza o meno delle traduzioni di Sitchin il quale lascerei momentaneamente da parte, potresti spiegarci perchè è così esecrabile da parte dell'Accademia che alcuni costruiscano le proprie teorie sulla sola traduzione, premessa corretta, dei testi e non sull’interpretazione del medesimo testo originale preconfezionata dalla stessa Accademia?
E quindi, partendo dal presupposto che una traduzione sia corretta, seppur copiata, per quale motivo e su quali elementi l'interpretazione accademica viene ritenuta più valida di quella di altri autori.. anzi l'unica valida?
Rispondendo a questo, e confermato da te che alcune (non tutte, ma alcune) traduzioni pubblicate da Sitchin sui suoi libri siano effettivamente corrette, perché copiate, significa che almeno su quelle l'interpretazione suggerita da Sitchin sia potenzialmente di medesimo valore rispetto a quella accademica, o sbaglio?
In caso contrario perché non sarebbero valide?! Perché non conosce il sumero?! Va bene, ma se riporta traduzioni corrette eseguite da altri copiandole il problema della sua ignoranza in materia non sussisterebbe più.
Se leggo Pettinato come traduce Anunnaki e dalla sua traduzione ipotizzo che questi Anunnaki non siano metafore dei fenomeni celesti ma soggetti realmente esistiti in una ottica neo-evemerista perché tale interpretazione è meno valida di quella accademica se sempre di interpretazione si tratta?
L'interpretazione accademica risulta forse maggiormente valida perché, come già ti chiesi relativamente all'edificazione di Tihuanaco, si basa su elementi oggettivi come possono essere le testimonianze dirette dei presunti costruttori del sito o, come nel caso dei monili simili a velivoli, sulle testimonianze dirette degli artefici dei medesimi monili?!
O risulta maggiormente valida solo ed esclusivamente per l'autoreferenzialità che la caratterizza?
cecca ha scritto:
Per il termine Anunnaki trovi in un altro post una spiegazione DETTAGLIATA di come vada analizzato e dei riferimenti bibliografici. Anche il link al PDF di un importante libro. Comincia con quello.
Mi sembra che di questo si sia discusso ampiamente e sono più che consapevole dell'errore della traduzione del termine fatta da Sitchin tanto è vero che nell'approfondimento della loro figura rimango aderente alla traduzione presentata più corretta come quelle proposte dal'assiriologo italiano Pietro Mander o Pettinato secondo i quali gli dèi Anunna corrispondano a un nome collettivo di divinità dal significato di "discendenza principesca", che è in sostanza la stessa opzione suggerita da Biagio Russo.
Inutile tornarci su anche se certamente non perderai l'occasione di lanciarti nella crociata anti Biagio Russo. Ingenuo forse io a scrivere queste cose ... mi si perdonerà e forse in uno slancio di onestà intellettuale eviterai di farlo.
Posso leggere tutti i libri che vuoi, ma prima devi dimostrarmi, e in modo non autoreferenziale, che l'interpretazione presentata su questi libri accademici abbia OGGETTIVAMENTE un valore maggiore rispetto a quella di altri autori.