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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 13/07/2015, 22:58 
[:264]



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 14/07/2015, 00:49 
Aztlan ha scritto:
Ai margini del vertice di Ufa, in cui si è discusso anche della crisi dell’Euro, il ministro del Commercio e Industria del Sud Africa Rob Davies ha dichiarato a Russia Today: “noi non saremo guidati dall’insensata austerità che sta provocando enormi difficoltà in alcune parti del mondo sviluppato”. E polemizzando implicitamente con Christine Lagarde e il Fondo Monetario Internazionale, il presidente della Nuova Banca per lo Sviluppo Kundapur Vaman Kamath ha aggiunto “i prestiti saranno per progetti con un ritorno sociale, questa è vera bancabilità”.


Dio esiste allora..... [:304]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 14/07/2015, 01:15 
Continuano le manipolazioni in TIVVU'....

Guardate questo sondaggio, vi prego.... [xx(]

Sondaggio TgLa7: sì all'euro, ma contiamo poco
http://tg.la7.it/politica/sondaggio-tgl ... 2015-95765

Ignobile farsa? O forse il frutto del "punire uno stato per educarne 19"??



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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 14/07/2015, 08:22 
Temo sia tutto vero... frutto della disinformazione di cui soffre il Paese.


Va rilevato l' elevato numero di persone che semplicemente NON ha il coraggio di esprimere una opinione...
è impossibile che un numero così alto non se ne sia fatto una.

Questi sono i frutti dell' intidimidazione psicologica che viene effettuata verso i "non allineati"...

Possiamo tranquillamente contarli come tra i nostri e pensare che il totale vada oltre il terzo.



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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 17/07/2015, 00:28 
Aztlan ha scritto:
Temo sia tutto vero... frutto della disinformazione di cui soffre il Paese.


Va rilevato l' elevato numero di persone che semplicemente NON ha il coraggio di esprimere una opinione...
è impossibile che un numero così alto non se ne sia fatto una.

Questi sono i frutti dell' intidimidazione psicologica che viene effettuata verso i "non allineati"...

Possiamo tranquillamente contarli come tra i nostri e pensare che il totale vada oltre il terzo.


La strategia del terrore attivata dal mainstream per intimidire il popolo italiano rispetto alla questione Euro,
dovrebbe essere punita duramente. E' un reato, oltre che un danno, di gran lunga più grave di quanto non sia
il c.d. "procurato allarme".......



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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 25/07/2015, 16:57 
Il #PianoB dell’Italia per uscire dall'euro

pianob.jpg



http://www.beppegrillo.it/2015/07/il_pi ... leuro.html

Era difficile difendere gli interessi del popolo Greco peggio di come ha fatto Tspiras. Solo una profonda miopia economica unita ad una opaca strategia politica potevano trasformare l'enorme consenso elettorale che lo aveva portato al governo a gennaio nella vittoria dei paesi creditori suoi avversari solo sei mesi dopo, nonostante un referendum vinto nel mezzo.

Rifiutare a priori l'Euroexit e' stata la sua condanna a morte. Convinto, come il PD, che si potesse spezzare il connubio Euro & Austerita', Tsipras ha finito per consegnare il suo paese, vassallo, nelle mani della Germania. Pensare di opporsi all’Euro solo dall’interno presentandosi senza un esplicito piano B di uscita ha infatti finito per privare la Grecia di ogni potere negoziale al tavolo dell’Euro debito.
Era dunque chiaro sin dall’inizio che Tsipras si sarebbe schiantato anche se Varoufakis qualche volta ha provato a reagire. Solo Vendola, il PD ed i media ispirati dalla frotolla scalfariana (tra i tanti) degli Stati Uniti d’Europa e dai nostalgici del manifesto di Ventotene potevano credere ad un Euro senza austerita’. E sono costretti a continuare a far finta di crederci pur di non dovere ammettere l’opportunita’ di una uscita dopo sette anni di disastri economici.

VIDEO La grecia umiliata
http://www.beppegrillo.it/2015/07/il_pi ... leuro.html

La conseguenza di questa catastrofe politica e' davanti agli occhi di tutti:
- Nazismo esplicito da parte di chi ha ridotto la periferia d’Europa a suo protettorato attraverso il debito, con ricorsi storici allarmanti.
- Mutismo o esplicito supporto alla Germania da parte degli altri paesi europei vuoi per opportunismo (nord) o per subalternita’ (periferia).
- Mercati finanziari che celebrano con nuovi massimi la fine della democrazia.
- Esproprio del patrimonio nazionale attraverso l'ipoteca di 50 miliardi di euro sui beni greci finiti nel fondo voluto da Adolf Schauble per passare all’incasso dei suoi crediti di guerra.
Era tutto studiato, previsto, pianificato nei minimi dettagli. La Germania e’ sistematica nella sua strategia: prima crea un nuovo precedente e poi lo utilizza nella battaglia successiva imponendo decisioni via via piu’ invasive della democrazia grazie al ‘chi tace acconsente’.
- Irlanda, Spagna e Portogallo dovevano dimostrare che il rigore paga sia in termini di riforme (tassazione per pagare gli interessi sul debito e svalutazione interna attraverso la compressione dei diritti dei lavoratori) che in termini di interessi sul debito riportati a casa e pagati col sangue dei paesi debitori.
- Cipro ha dimostrato che i depositi bancari se serve si possono attaccare attingendo cosi’ non solo alle tasse sul reddito in nome dell’austerita’ ma direttamente al patrimonio privato dei cittadini per ripagare il debito contratto.
- Con la Grecia l’asticella e’ stata posta ancora piu’ in alto al punto di confiscare direttamente il patrimonio pubblico in un fondo la cui sede giuridica Schauble voleva inizialmente trasferire addirittura fuori dalla Grecia.
E’ l'Italia il destinatario finale di questi precedenti seminati lungo il percorso dell’Euro debito in nome della presunta irreversibilita’ dell'Euro. E’ inutile far finta di non vederlo. La Grecia offre dunque una nuova lezione per l’Italia da cui faremmo bene ad imparare se vogliamo farci trovare pronti quando arrivera’ il nostro turno di debitori.
- Un premier che argomenta bene contro l’austerity, ma che resta negazionista nei fatti sulla Euroexit, a digiuno di economia monetaria e con una strategia politica improvvisata in questa fase storica e’ una minaccia nazionale. E’ valso oggi per Tsipras. Varra’ domani per Renzi.
- Un piano B di uscita e' essenziale per l'Italia, chiunque sia al governo. Con un enorme debito pubblico ed una economia manufatturiera orientata all'export e' da irresponsabili non farsi trovare pronti ad una eventuale uscita non necessariamente forzata da noi ma eventualmente subita da decisioni altrui, visto che nessuno puo' prevedere il corso degli eventi.
- Non contare sugli altri perche quando arrivera' il momento saremo soli. Come e’ successo a Tsipras che ha sbagliato i suoi conti sperando di trovare sostegno strada facendo dai cugini periferici che invece si nascondevano nell’ombra del ‘questa volta non tocca a noi’.
- Il referendum proposto dal M5S tramite una legge di iniziativa popolare e' uno strumento essenziale. Potra’ servire a spiazzare l'avversario e a dare legittimita’ democratica all’Euroexit.



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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 26/07/2015, 13:29 
Thethirdeye ha scritto:
La conseguenza di questa catastrofe politica e' davanti agli occhi di tutti:
- Nazismo esplicito da parte di chi ha ridotto la periferia d’Europa a suo protettorato attraverso il debito, con ricorsi storici allarmanti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 26/07/2015, 13:36 
Atlanticus81 ha scritto:
Thethirdeye ha scritto:
La conseguenza di questa catastrofe politica e' davanti agli occhi di tutti:
- Nazismo esplicito da parte di chi ha ridotto la periferia d’Europa a suo protettorato attraverso il debito, con ricorsi storici allarmanti.


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Veramente inquietante.........

Da notare lo "sfilamento" dal disegno della Gran Bretagna..... furbi loro... [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 26/07/2015, 19:01 
Varoufakis e Strauss-Kahn: la strana coppia che sfida l'Europa
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Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze ellenico, e Dominique Strauss-Kahn, ex numero uno del Fmi
I due economisti dichiaratamente di sinistra hanno gettato le basi per un movimento politico che attraversa il Vecchio continente. Dal blog del vulcanico ex ministro ellenico hanno lanciato la sfida all'austerità tedesca e raccolto l'appoggio del premio Nobel, Stiglitz. Ma anche Tremonti e Savona, che di sinistra non sono, hanno fatto sentire la loro voce, in accordo con l'impostazione di Varoufakis e Dsk. Che ora cercano appoggi politici in giro per la Ue, ma devono dare una chiara risposta alla madre delle questioni: che ne sarà dell'euro?
di EUGENIO OCCORSIO

Source: Varoufakis e Strauss-Kahn: la ...sfida l'Europa - Repubblica.it


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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 02/10/2015, 19:52 
Cita:
SBANCARE

Occorrono scelte coraggiose, capaci di richiamare a battersi quanti hanno privilegiato la rassegnazione di fronte all'usura continentale


Domani a Roma il convegno Noeuro. La maledizione della privatizzazione di Bankitalia sul nostro debito pubblico



La sovranità nazionale passa per la moneta, che ce l'ha tolta. La sovranità monetaria si recupera restituendo a Bankitalia la funzione pubblica, mettendo all'angolo i privati - do you remember plutocrazia? - che se ne sono impossessati.

L'Italia torna a respirare con i suoi cittadini se stampa moneta. Oggi la moneta decide quali devono essere le politiche degli Stati membri dell'eurozona, dobbiamo invece pretendere che sia lo Stato a dettare la politica monetaria.

La controprova sta nell'esplosione del debito pubblico nazionale, che si impenna fino a crescere in maniera vertiginosa proprio a partire dalla sciagurata privatizzazione della Banca d'Italia, anno di grazia 1981. È rappresentato, il nostro buco di migliaia di miliardi di euro, in massima parte dagli interessi che paghiamo. È un circuito perverso, una mina sul nostro futuro. Sminare, sbancare.

Chissà se nel piano B che sarà presentato domani a Roma dai professori Noeuro ci sarà spazio anche per questa rivoluzione. Il convegno di domani - alla Link Campus University di via Bolzano, a partire dalle 15 - può rappresentare una svolta importante anche per mettere fine alle troppe illazioni politichesi e per certi aspetti terroristiche, terrorizzanti, sulla fine della moneta unica. E chi voglia rappresentare una scelta di sovranità dovrà avere orecchie ben attente. E come abbiamo annunciato ieri, fa bene anche Giorgia Meloni a partecipare all'evento. Può nascere una piattaforma per recuperare tanti rassegnati al dominio di Bruxelles. Occorre mettere in campo volontà, idee, coraggio.

Certo, non annovereremo tra gli elettori di un ideale fronte sovranista quei banchieri che sulla tragedia dell'euro ci hanno mangiato a piene mani. I nostri soldi sono stati ghiande d'oro per quegli uomini in cravatta dal volto maialino che hanno devastato le economie nazionali. Se prima era lo Stato a poter emettere moneta decidendo quanta stamparne, ora è la Bce - con i suoi banchieri privati e con il coro delle banche centrali nazionali, anch'esse spogliate della proprietà pubblica - a metterla in circolazione, facendosi pagare da ogni Paese i tassi di interessi decisi da sua maestà il Mercato. Italia ko....

Il debito pubblico e' l'affare più prezioso per chi gestisce il credito, ed è il motivo per cui alle banche non conviene prestare soldi ai privati. Molto più redditizio, remunerativo, ghiotto stampare moneta a costo quasizero da rivendere allo Stato al 5%. Paghiamo noi, ci sventolano i Bot, ci prendono per i fondelli, ci rubano sia la borsa che la vita.

Con la stampa del denaro, la spesa sociale e quella per l'economia entravano virtuosamente nei bilanci dello Stato; da quando comanda lo straniero sul nostro destino, bisogna farsi prestare i quattrini. Siccome sei in debito, non te ne danno se non strozzandoti a colpi di riforme antipopolari. È il trionfo dell'usura. Ma così il domani appartiene solo a loro.
La sovranità nazionale passa per la moneta, che ce l'ha tolta. La sovranità monetaria si recupera restituendo a Bankitalia la funzione pubblica, mettendo all'angolo i privati - do you remember plutocrazia? - che se ne sono impossessati. L'Italia torna a respirare con i suoi cittadini se stampa moneta. Oggi la moneta decide quali devono essere le politiche degli Stati membri dell'eurozona, dobbiamo invece pretendere che sia lo Stato a dettare la politica monetaria.


La controprova sta nell'esplosione del debito pubblico nazionale, che si impenna fino a crescere in maniera vertiginosa proprio a partire dalla sciagurata privatizzazione della Banca d'Italia, anno di grazia 1981. È rappresentato, il nostro buco di migliaia di miliardi di euro, in massima parte dagli interessi che paghiamo. È un circuito perverso, una mina sul nostro futuro. Sminare, sbancare.

Chissà se nel piano B che sarà presentato domani a Roma dai professori Noeuro ci sarà spazio anche per questa rivoluzione. Il convegno di domani - alla Link Campus University di via Bolzano, a partire dalle 15 - può rappresentare una svolta importante anche per mettere fine alle troppe illazioni politichesi e per certi aspetti terroristiche, terrorizzanti, sulla fine della moneta unica. E chi voglia rappresentare una scelta di sovranità dovrà avere orecchie ben attente. E come abbiamo annunciato ieri, fa bene anche Giorgia Meloni a partecipare all'evento. Può nascere una piattaforma per recuperare tanti rassegnati al dominio di Bruxelles. Occorre mettere in campo volontà, idee, coraggio.

Certo, non annovereremo tra gli elettori di un ideale fronte sovranista quei banchieri che sulla tragedia dell'euro ci hanno mangiato a piene mani. I nostri soldi sono stati ghiande d'oro per quegli uomini in cravatta dal volto maialino che hanno devastato le economie nazionali. Se prima era lo Stato a poter emettere moneta decidendo quanta stamparne, ora è la Bce - con i suoi banchieri privati e con il coro delle banche centrali nazionali, anch'esse spogliate della proprietà pubblica - a metterla in circolazione, facendosi pagare da ogni Paese i tassi di interessi decisi da sua maestà il Mercato. Italia ko....

Il debito pubblico è l'affare più prezioso per chi gestisce il credito, ed è il motivo per cui alle banche non conviene prestare soldi ai privati. Molto più redditizio, remunerativo, ghiotto stampare moneta a costo quasizero da rivendere allo Stato al 5%. Paghiamo noi, ci sventolano i Bot, ci prendono per i fondelli, ci rubano sia la borsa che la vita.

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francesco storace


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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 17/10/2015, 22:33 
Nino Galloni. Economista. Ha insegnato all'Università Cattolica di Milano, all'Università di Modena ed alla Luiss. Dal 2010 è membro effettivo del collegio dei sindaci all'INPS. Autore di Chi ha tradito l'economia italiana? e Prendi i tuoi soldi e... scappa? La fine della globalizzazione.


Intervista:

- L’alleanza franco-tedesca che aveva rappresentato l’asse europeo negli ultimi anni sembra essere venuta meno. La Francia sembra non avere più alcun vantaggio a sostenere l’eccessivo rigore sui conti imposto dalla Germania e da ultimo il ministro delle Finanze Macron ha espresso la necessità di compiere un ulteriore passaggio nel processo di integrazione che vuole la nascita di un budget federale europeo e la costituzione dell’Europa politica che dovrebbe essere la declinazione degli Stati Uniti d’Europa. Lei crede che la nascita degli USE siano il passaggio successivo della crisi dell’eurozona?

Questa soluzione mi sembra poco probabile dal momento che la realtà dei nazionalismi la allontana ulteriormente. Personalmente ritengo che qualora andassimo incontro a un’ulteriore cessione di sovranità da parte degli stati nazionali, non sarebbe altro che l’affermazione ultima dell’onnipotenza del mercato e di rottura del patto di solidarietà tra i popoli europei, già messo duramente alla prova dalla struttura dei trattati europei.


- Il caso VW sembra indebolire la posizione di forza della Germania in Europa: crede che questa inchiesta sia il tentativo di contenimento da parte degli USA della politica commerciale tedesca “aggressiva” basata su persistenti avanzi della bilancia commerciale?

La VW nonostante l’aumento delle vendite, era già in difficoltà a causa del disallineamento tra la sua capacità produttiva e la capacità di assorbimento del mercato. Probabilmente la mancanza di investimenti sul piano dell’innovazione tecnologica, hanno portato alla necessità di truccare modelli già ampiamente superati per quello che riguarda i criteri di tutela ambientale. Non trascurerei il fatto che questa inchiesta sulle emissioni dei motori VW è coincisa apparentemente con una politica estera tedesca divergente dagli interessi di Washington in Siria.


- Le elezioni in Grecia hanno riconfermato la vittoria di Tsipras, seppur con un crescente astensionismo tra le fasce deluse dal mancato rispetto delle promesse dello scorso gennaio. Ha ragione Varoufakis quando dichiara che il problema è solo rimandato e che la Grecia non può reggere a queste condizioni?


a Grecia non può reggere con l’euro, questo è un dato certo. Quando i sovranisti hanno portato avanti le tematiche relative al ritorno ad una piena sovranità monetaria, non c’è stato il consenso elettorale necessario per rafforzare questa posizione. Come successe in Scozia, la strategia di incutere terrore nelle popolazioni, messe di fronte a scelte solo artificialmente obbligate, si è rivelata purtroppo efficace. Il discorso dell’abbandono dell’euro ad oggi non ha trovato uno sbocco politico proprio per questa ragione.

- La Cina continua nella sua strategia di accumulazione delle riserve auree e la borsa di Shangai accetta l’oro come collaterale. Il “gold standard” potrebbe tornare d’attualità nel moderno sistema monetario?

Non credo che andiamo verso un ritorno del gold standard, che sarebbe un grosso passo indietro. Il sistema delle monete fiat emesse illimitatamente può funzionare, ma il problema dei moderni sistemi monetari lo individuiamo nella distribuzione di enorme liquidità che arriva nelle mani della finanza speculativa, mentre le piccole e medie imprese non ricevono nulla di questa massa monetaria. Il vero gold standard è l’euro, una moneta artificiosamente scarsa.


- Nonostante i tentativi esperiti dalla Bce nei mesi passati, su tutti il TLTRO e il Quantitative Easing, nei prossimi mesi le previsioni indicano una deflazione a segno negativo. Condivide questa prospettiva?

Le aspettative sono in quel senso. Si accettano titoli di stato con tassi negativi, cosa mai verificatasi fino a questo momento. Evidentemente è prevista una deflazione maggiore del rendimento negativo dei titoli di Stato, e questo è il miglior indicatore della situazione.


- In un'intervista inedita publicata su "Oltre l'euro: le ragioni della sovranità monetaria" (Arianna edizioni), Gianni De Michelis ha affermato che la perdita della sovranità monetaria del nostro paese deve essere ricondotta all'ondata giudiziaria di Mani Pulite. Proprio in questo senso in passato Lei ha sostenuto che la deindustrializzazione realizzata nel 1992, fu voluta da Francia e Germania per indebolire la posizione dell’Italia, divenuta un concorrente troppo forte. Qual è la sua lettura su quel importante crocevia storico?

Sono assolutamente d’accordo con De Michelis. La domanda che dovremmo porci è: perché non c’è stata “una Sigonella dell’economia”? Quando nel 1985 nella base militare di Sigonella arrivammo al punto di massima tensione con gli alleati americani a causa della pretesa da parte dei nostri alleati di prelevare i terroristi dell’Achille Lauro e Abu Abbas, il presidente del Consiglio Craxi si oppose fermamente alla violazione della nostra sovranità e le nostre ragioni prevalsero. Questa difesa degli interessi nazionali non l’abbiamo avuta invece per ciò che riguarda gli interessi delle classi lavoratrici, poiché né la sinistra né la destra si sono opposte a questo processo. La sinistra aveva difatti già cambiato posizione e ha fatto tutto ciò che era in suo potere per rendere possibili le cessioni di sovranità, mentre la destra si è mostrata più riluttante a questo processo ma il suo leader era ed è un obbiettivo facile da colpire per via degli interessi commerciali nelle sue aziende. Gli euroscettici, penso a Craxi e Andreotti, non hanno purtroppo prodotto un fronte unitario per impedire questa cessione di sovranità senza precedenti.

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 6&pg=12976

.....x avere una sigonella economica,e'necesario avere politici degni di tale nome,e non semplici passacarte targate ue------------- [:306] [:306]


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MessaggioInviato: 23/11/2015, 15:28 
Vaclav Klaus e l'euro come problema democratico

Il presidente della repubblica Ceca spiega le ragioni del suo scetticismo nel libro "Integrazione europea senza illusioni"

Ci sono gli euroscettici per ragioni economiche: ritengono che l’eurozona non sia un’area monetaria ottimale, che imponga politiche che alcuni trovano troppo severe e altri troppo permissive, che non possa esistere una moneta senza stato. E ci sono gli euroscettici per ragioni istituzionali, preoccupati dei rapporti tra stati nazionali e superstato europeo. Vaclav Klaus è di questi, e per più di una ragione: perché istituzionale è la carica che ricopre, presidente della repubblica Ceca per il secondo mandato; e perché il suo paese fa parte dell’Unione Europea, ma non ha adottato l’euro.

Al centro del ragionamento di Klaus sta la questione democratica: è nell’esperienza di ciascuno di noi il percepire la propria “comune esistenza nazionale come qualcosa di diverso dall’esistenza nazionale” dei popoli di altri paesi, mentre un’identità europea è “un sogno lontano”; “abbiamo un vitale bisogno della nostra àncora, dello stato nazionale”, ma una società “divisa da differenti identità, valori, narrative” non può essere “unificata da diritti e doveri astratti, formulati nei trattati della UE”. I cosiddetti valori europei comuni, quali il cristianesimo, l’umanesimo, le radici giudaiche, l’illuminismo, sono indubbiamente presenti con varia intensità e misura nelle società dei singoli stati, ma molto raramente i loro concittadini li avvertono come valori comuni per tutti.

La repubblica Ceca è geograficamente e storicamente collocata al centro della storia dell’Europa: incomincia con la defenestrazione di Praga la riforma e la guerra dei trent’anni; con l’occupazione dei Sudeti la tragedia del secolo scorso. Alla base della costruzione europea c’è il grido “mai più guerre sul nostro suolo”, l’idea dell’integrazione europea come cornice a un’intesa franco tedesca che, senza bisogno di garanzie USA o URSS, valga a scongiurare le guerre.

Sacrosanto proposito, ma “quantomeno discutibili” le idee con cui fin dall’inizio si accompagnò: istituire un nesso tra il nazionalismo aggressivo di Hitler e l’esistenza degli stati nazione come tali; considerare piccoli gli stati europei, e solo un’Europa unificata capace di diventare un partner di Usa. Ma soprattutto il costruttivismo, l’illusione fatale, che ne è dichiaratamente alla base: “il popolo europeo – sono le parole di Jean Monnet all’ONU nel 1952 - deve essere condotto verso un superstato senza che si renda conto di quello che gli succede”. Il problema democratico non è un inconveniente manifestatosi in corso d’opera: il “nation building” è il dato di progetto della costruzione europea.

Negli anni 50, era al Reno che pensavano Schuman e Adenauer. Quarant’anni dopo sarà decisiva un’altra frontiera, quella dell’Oder Neisse tra Occidente libero e Oriente comunista: l’abbandono del marco e la creazione dell’euro saranno il prezzo pagato dalla Germania per riunificarsi e conquistare completa autonomia. Nel 1992 “noi [cechi] eravamo toppo impegnati con la nostra radicale e difficile transizione dal comunismo a una società libera”, ma la maggior parte dei popoli europei non si accorse che la trasformazione da Comunità europea a Unione Europea, trasferendo a Bruxelles competenze degli stati, ne provocava il progressivo indebolimento, dando luogo a una cosa ben nota “a noi che abbiamo vissuto dentro il comunismo”, il centralismo democratico.

Anche sotto il comunismo si giustificavano i reali problemi di funzionamento con la considerazione che “almeno così si vive in pace”: ed erano “falsità e menzogna impossibili da sopportare”. Dell’euro si sono vantati i vantaggi economici, per l’Italia la riduzione dei tassi d’interesse sul debito a livello tedesco: ma l’euro è stato voluto dalle élites politiche proprio perché il processo di integrazione imboccasse la strada della irreversibilità. Quando appare minacciata, l’irreversibilità fornisce la giustificazione per gli interventi eterodossi della BCE. E quando il progetto mostra tante criticità di funzionamento, si propongono maggiori dosi dello stesso progetto.

“La cittadinanza non è un’idea astratta sui diritti e sui doveri, non possiamo scegliere la cittadinanza, ma vi nasciamo; cresce dalla storia condivisa, dall’esperienza condivisa e spesso anche dalle sofferenze condivise.” E’ per senso della storia, quella che ha formato l’identità del Paese di cui è a capo, quella che è sopravvissuta a mezzo secolo di integrazione forzata, che Vaclav Klaus pone il problema democratico della costruzione europea. Ed è quello che distingue il suo appassionato libretto nella ormai vasta letteratura sull’euro, quella su come salvarci con l’euro e quella su come salvarsi dall’euro.

http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=12071



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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 06/01/2016, 05:26 
Questa vale la pena leggerla..... [:D]

Euro, arriva la nuova conferma: la UE non sa dire perché la BCE se ne appropria!

http://www.informarexresistere.fr/2016/ ... appropria/

5 gennaio 2016

- di Francesco Filini –

Finalmente è arrivata la risposta all’ultima interrogazione sulla natura giuridica dell’euro presentata dall’europarlamentare Marco Scurria, e, purtroppo, suona come l’ennesima conferma di quello che oramai da sospetto è diventato una certezza: la BCE continua ad infliggere ai popoli europei la più colossale truffa che sia mai esistita. Ricapitoliamo brevemente.

Dopo la prima interrogazione di Borghezio, Scurria aveva chiesto delle specifiche per chiarire quali fossero le basi giuridiche su cui il Commissario Europeo Olli Rehn basava le sue precedenti dichiarazioni: la risposta fu un art. 128 del trattato sul funzionamento dell’unione europea che in realtà non dice quello che Olli Rehn sostiene. Il tutto è già stato ampiamente descritto e discusso qui (https://rapportoaureo.wordpress.com/2012/04/24/ne-di-stato-ne-di-banca-la-moneta-appartiene-al-popolo/).

Non soddisfatto della (non) risposta, Scurria tornava a chiedere chiarimenti al Commissario Rehn:

Interrogazione con richiesta di risposta scritta P-003128/2012

alla Commissione

Articolo 117 del regolamento

Marco Scurria (PPE)

Oggetto: Proprietà dell’euro

Alla precedente interrogazione E-000302/2012 con richiesta di risposta scritta intitolata “Natura giuridica della proprietà dell’euro” con la quale è stato chiesto alla Commissione di chiarire il concetto della proprietà dell’euro, quest’ultima ha risposto citando l’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che, riporta testualmente: “La Banca Centrale Europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote”.

Considerato che la Commissione si è riferita alla sola facoltà di emettere banconote senza specificarne il concetto di proprietà al momento dell’emissione, ma soltanto in seguito con il trasferimento delle banconote stesse e stante che non sempre chi emette è proprietario, può la Commissione precisare se la facoltà di emettere banconote corrisponda alla proprietà delle stesse?


Quindi, l’europarlamentare in quota PDL chiede di specificare se la parolina“facoltà di emettere banconote” corrisponda all’essere proprietario, visto che l’interrogazione è sulla proprietà dell’euro, non sulla facoltà di emettere.

A questo punto arriva la nuova (non) risposta:

IT

P-003128/2012

Risposta di Olli Rehn

a nome della Commissione

(24.4.2012)

L’articolo 128 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea rappresenta la base giuridica per la disciplina dell’emissione di banconote in euro da parte dell’Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali) e di monete in euro da parte dei singoli Stati membri. In assenza di una normativa armonizzata al livello dell’Unione, la proprietà delle banconote e monete in seguito all’emissione è soggetta alla legge nazionale applicabile nel momento in cui avviene il trasferimento al nuovo detentore. Alcuni paesi ritengono che il legittimo detentore delle banconote e delle monete in euro ne sia anche proprietario, altri considerano il contante in euro come un bene pubblico e limitano di conseguenza i diritti di proprietà del detentore (ad es. il diritto di danneggiare o distruggere deliberatamente il bene).

Avete capito??? Nel linguaggio di legno proprio della tecno-eurocrazia dei tempi che viviamo, Rehn prova ad arrampicarsi sugli specchi citando nuovamente l’art 128 che, come ampiamente dimostrato, non attribuisce alla BCE la proprietà della moneta. Glissa sulla proprietà all’atto dell’emissione dicendo che la proprietà dopo l’emissione è soggetta alla legislazione nazionale “nel momento in cui avviene il trasferimento al nuovo detentore“.

Dire che esiste un nuovo detentore equivale ad ammettere implicitamente che ne sia esistito almeno un altro!!! Ma chi è il detentore precedente alnuovo? La logica, inconfutabile anche dai più tordi, ci dice che è la BCE:all’atto dell’emissione la Banca Centrale Europea presta, e prestare è inequivocabilmente una prerogativa di chi detiene la proprietà. Negli ultimi tre mesi il Governatore della Banca Centrale Europea ha emesso e prestato 1000 MLD di euro alle banche commerciali con un tasso di favore dell’1%; Draghi ha chiamato questa operazione LTRO (Long Term Refinanancing Operation), e ne abbiamo già parlato qui.

Rehn, nelle sue disperate confutazioni, non fa altro che confermare che la BCE si appropria del mezzo monetario trasformandolo in merce da prestare, e se ne appropria indebitamente perchè nessun trattato, nessuna legge, nessun regolamento, niente di niente gli conferisce la proprietà della moneta!

Questo è un vero e proprio furto, perché la proprietà della moneta deve essere esclusivamente dei cittadini che creano il valore per convenzione.


La macroscopica truffa è definitivamente smascherata. Molti non la vedono perchè ha assunto la “conformazione dei baffi”: l’uomo non li vede perchè stanno sotto il naso. E sotto il naso ci stanno rifilando quasta epica “sola” da cui scaturisce il debito pubblico e lo strapotere della finanza usuraia.

Rimaniamo in attesa che la magistratura faccia il suo dovere e assicuri alle patrie galere gli euroladri, usurai ed estorsori dei popoli.

Fonte: rapportoaureo


Rendiamoci conto........ [:304]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 06/01/2016, 20:08 
Renderci conto ce ne siamo resi conto da tempo. Ciò cje mi chiedo è: queste azioni hanno qualcosa di concreto o porteranno a qualcosa di concreto?

Perché sinceramente io mi sono un pò stufato di leggere articoli che ribadiscono sempre le stesse cose ma che mai propongono azioni CONCRETE e/o dettano la via per azioni legali davvero incisive. Siamo sempre nel novero delle chiacchiere mi par di capire.

In sostanza si dice che ha diritto di emettere moneta la BCE e le banche centrali.

Si sottintende che chi emette fisicamente la moneta ne è anche proprietario (salvo decisione diversa dello stato, ma se fa parte dell'euro la banca centrale sicuro non è pubblica); se ad esempio la banca di italia fosse un ente pubblico la moneta apparterrebbe al popolo viceversa sarebbe un bene privato, preso in prestito dallo stato (popolo), quindi in ogni caso quel denaro non è nostro.

E mi spingo oltre.

Se anche il denaro fosse dello stato questo sarebbe ancora privato visto che "stato" non significa popolo. Lo stato è un ente privato a quanto mi pare di capire.

Non vedo in che modo uscirne se non abbattendo totalmente l'attuale sistema monetario.



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 Oggetto del messaggio: Re: Come si esce dall'Euro? Alcuni pareri...
MessaggioInviato: 22/01/2016, 18:47 



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