02/12/2015, 19:06
02/12/2015, 19:26
bleffort ha scritto:Akira ha scritto:Ai russi la vicenda dell'aereo abbattuto al confine è stata molto utile...Putin e alla sua cricca ovviamente importa meno di zero dei loro piloti morti (basti ricordare la sua indifferenza davanti ai parenti dei deceduti del Kursk, un caso simile a questo del resto), ora si sentono legittimati a "sputtanare" Erdogan a tutto spiano
Sei stato ai funerali per sapere queste cose?.![]()
Magari l'aereo lo hanno abbattuto loro stessi!![]()
,questo è ragionare e pensare come gli yankee.
02/12/2015, 19:57
Akira ha scritto:bleffort ha scritto:Akira ha scritto:Ai russi la vicenda dell'aereo abbattuto al confine è stata molto utile...Putin e alla sua cricca ovviamente importa meno di zero dei loro piloti morti (basti ricordare la sua indifferenza davanti ai parenti dei deceduti del Kursk, un caso simile a questo del resto), ora si sentono legittimati a "sputtanare" Erdogan a tutto spiano
Sei stato ai funerali per sapere queste cose?.![]()
Magari l'aereo lo hanno abbattuto loro stessi!![]()
,questo è ragionare e pensare come gli yankee.
boh, io ho sempre ragionato con la mia testa...e può piacere o non piacere (come il pesceratto di Filini)
...comunque non ho scritto che i russi hanno torto con Erdogan (sapessi quanto mi frega di sto qua)
02/12/2015, 20:21
02/12/2015, 20:23
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02/12/2015, 21:30
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05/12/2015, 12:47
08/12/2015, 15:33
08/12/2015, 21:39
08/12/2015, 21:51
Wolframio ha scritto:L'Is ha entrate per 80 milioni di dollari al mese. Raddoppiati i foreign fighters
Un nuovo studio rivela le fonti economiche dello Stato Islamico e calcola in 30mila (5mila dall'Europa) i combattenti stranieri tra le truppe di al-Baghdadi
08 dicembre 2015
BEIRUT - Lo Stato islamico può contare su entrate mensili per 80 milioni di dollari, in gran parte da tassazioni e vendite di petrolio e gas, mentre il numero dei foreign fighters nelle sue file è quasi triplicato negli ultimi 18 mesi. E' quanto si afferma nei rapporti di due autorevoli centri studi americani pubblicati oggi, mentre Amnesty International sottolinea che il 'Califfato' ha nel suo arsenale armi provenienti da 25 Paesi.
"A differenza di Al Qaida, l'Is non dipende dal denaro dei donatori stranieri", afferma Columb Strack, della società di analisi IHS, quotata alla Borsa di New York, sottolineando appunto che l'organizzazione jihadista beneficia ormai di entrate mensili per 80 milioni di dollari. Di queste, il 50% proviene dalle tasse sui servizi e sulle attività commerciali, agricole e industriali - su cui viene imposta un'aliquota secca del 20% - e il 43% dalla vendita di petrolio e gas dei giacimenti sotto il suo controllo in Siria e Iraq. Solo il restante 7% proviene da donazioni o attività criminali come il commercio di droga e antichità.
Oltre ad essere ormai economicamente indipendente, l'organizzazione di al Baghdadi può contare su un numero di reclute straniere che cresce in misura esponenziale.
Il centro studi per la sicurezza Soufan Group, che fornisce consulenze a governi e organizzazioni multinazionali, afferma che è quasi triplicato il numero di foreign fighters arruolatisi nelle file dell'Is in Siria negli ultimi 18 mesi, raggiungendo una cifra tra i 27.000 e i 30.000, di cui 5.000 provenienti dall'Europa. In uno studio precedente realizzato nel giugno del 2014, quando fu proclamato il Califfatò, gli stranieri arruolati nello Stato islamico risultavano essere 12.000.
I Paesi da cui provengono i foreign fighters sono ben 86. In testa è la Tunisia, con 6.000 reclute, a cui seguono l'Arabia Saudita con 2.500 e la Russia con 2.400. Inoltre, la media di coloro che provengono dall'Occidente e che in seguito decidono di rientrare nei loro Paesi si aggira tra il 20 e il 30 per cento, con i pericoli immaginabili per la sicurezza.
Amnesty International, intanto, sottolinea in un rapporto che l'Isis ha potuto dotarsi di un "arsenale vasto e letale" a partire dall'Iraq, grazie alla "mancanza di controlli sugli immensi flussi di armi verso questo Paese nel corso di decenni", in particolare durante l'invasione anglo-americana. Gli uomini di al Baghdadi sono così riusciti ad entrare in possesso di armamenti di fabbricazione americana, russa, cinese ed europea, compresi sistemi antiaerei portatili, missili anti-tank e veicoli blindati, oltre a fucili d'assalto Kalashnikov russi e M16 americani.
Source: L'Is ha entrate per 80 milioni...reign fighters - Repubblica.it
09/12/2015, 08:53
09/12/2015, 09:24
Wolframio ha scritto:CHI PILOTA L′ISIS HA IL TERRORE CHE SMETTIAMO DI AVERE PAURA
Redazione | 02-12-2015 Categoria: Guerra [Mondialismo]
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Chi pilota l’Isis ha il terrore che smettiamo di avere paura
«Non c’è un solo governo, al mondo, che non sia controllato da quei poteri»: per Fausto Carotenuto, già analista strategico-militare dei servizi segreti, è deprimente assistere alla farsa dei media mainstream, che si affannano a presentare “la mente”, “il basista” e “l’ottavo uomo” della strage di Parigi, come se si trattasse delle indagini per una normale rapina alle Poste. In compenso, su voci alternative come “Border Nights”, può capitare di avere – in appena un paio d’ore, grazie a semplici collegamenti Skype – informazioni e analisi di altissima qualità, capaci di superare centinaia di ore di infotaiment e chilometri di carta stampata. E’ accaduto anche martedì 17 novembre, a quattro giorni dalla mattanza: ospiti della trasmissione, oltre a Carotenuto, un indagatore come Paolo Franceschetti (delitti rituali, Rosa Rossa, Mostro di Firenze), il regista Massimo Mazzucco (11 Settembre), Gioele Magaldi (“Massoni, società a responsabilità illimitata”) e un secondo massone, Gianfranco Carpeoro, esperto di codici simbolici: «Scordatevi qualsiasi altra pista, quello di Parigi è stato un attentato progettato da menti massoniche o para-massoniche e destinato innanzitutto ad altri massoni, i soli in grado di cogliere immediatamente il significato di quella data, 13 novembre».
Non un giorno a caso, ma quello in cui – spiega Carpeoro – nel lontano 1307 un gruppo di Templari riuscì a lasciare Parigi sfuggendo alle persecuzioni ordinate da Filippo il Bello: quei Templari riapararono in Scozia, dove si unirono a logge massoniche, all’epoca ancora “operative”, professionali (dedite cioè alla costruzione di cattedrali) per poi dar vita, in seguito, alla massoneria moderna. Già avvocato, pubblicitario e scrittore, eminente studioso di linguaggio simbolico nonché ex “sovrano gran maestro” della massoneria italiana di rito scozzese, Carpeoro ha aderito al “Movimento Roosevelt” fondato da Magaldi per contribuire al “risveglio” della politica italiana in chiave anti-oligarchica. Su Parigi la pensa come Carotenuto e lo stesso Magaldi: è semplicemente impossibile, sul piano tecnico, che i commando di jihadisti in azione nella capitale francese abbiano potuto agire da soli, senza la copertura decisiva di settori “infedeli” delle forze di sicurezza. In più, Carpeoro ravvisa la possibile applicazione del modulo standard concepito dalla Cia per attuare la strategia della tensione, basato su tre direttrici simultanee: due attentati strategici (uno principale, l’altro di riserva) e un terzo obiettivo, tattico-diversivo, per sviare la polizia e centrare più facilmente il “bersaglio grosso”.
Secondo questo copione, sistematicamente attuato, il presidente Hollande potrebbe esser stato addirittura all’oscuro del complotto, sostiene Carpeoro: probabilmente il “bersaglio grosso” doveva essere lui, insieme agli altri spettatori allo stadio. «Poteva essere una strage ben peggiore, con persone uccise dall’esplosivo e altre dal caos scatenato dal panico, sugli spalti. Ma qualcosa è andato storto, perché qualcuno ha intercettato i kamikaze fuori dallo stadio. Solo a qual punto, quindi, i terroristi potrebbero aver ricevuto l’ordine di sterminare il pubblico del teatro Bataclan. Le sparatorie nel centro di Parigi? Solo un diversivo per distogliere le forze di polizia, ignare dell’operazione in corso». Obiettivo comunque raggiunto grazie al Piano-B, la strage nel teatro: terrore diffuso, insicurezza, bisogno di protezione e quindi maggiore disponibilità ad accettare strette repressive e persino la prospettiva della guerra. Retroscena: «Bisogna capire con chi parlò Hollande nei giorni precedenti, tenendo conto che negli ultimi anni, si veda la Libia ma non solo, è stata sempre la Francia a dare il via ai grandi sconvolgimenti geopolitici». Qualcuno potrebbe aver proposto a Hollande di aprire le danze anche stavolta (un mese fa, il capo dell’Eliseo annunciò di voler bombardare l’Isis in Siria), in cambio di un allentamento della stretta di Bruxelles sulla finanza pubblica francese.
Source: Stampalibera - [Guerra] CHI PI...E CHE SMETTIAMO DI AVERE PAURA
13/01/2016, 12:26