13/12/2015, 20:53
14/12/2015, 01:03
Vogliono portare l’Italia in guerra
In questi giorni sta succedendo qualcosa di strano, perché l’Italia per la prima volta sembra non voglia più rispettare le direttive americane, sia rifiutando di prorogare le sanzioni alla Russia, sia non partecipando ai pseudo-bombardamenti contro l’ISIS che hanno il solo scopo di dar fastidio all’avanzata russo-siriana-irachena, sia con la notizia della presenza non ufficiale di forze speciali italiane in Libia. E in risposta a questo improvviso coraggio italico, stranamente, l’ISIS torna a minacciare Roma con un video dove ne prevede la conquista e, sempre gli stessi uomini del Califfo, conquistano per un breve periodo la cittadina di Sabratah, comparendo improvvisamente in una zona in cui ancora si erano visti poco; cittadina di Sabratah che è pericolosamente vicina ad Az Zawiyah città fondamentale per gli interessi energetici dell’ENI in Libia, come vediamo in questa mappa
Allo stato attuale sembra che i due parlamenti rivali di Tobruk e Tripoli abbiano raggiunto un’intesa che firmeranno il 16 dicembre per un governo di unità nazionale, ma le incognite sono ancora molte, dato che i due attori principali sono supportati da interessi stranieri diversi; il governo laico di Tobruk supportato da Egitto ed Emirati, quello islamista di Tripoli dal Qatar e dalla Turchia, senza contare la presenza dell’ISIS a Sirte, a Derna, a Bengasi ed ora anche a Sabratah. A nostro avviso possono intravedersi quattro scenari principali:
1) FINE GUERRA CIVILE: il governo di unità nazionale riesce a nascere, l’ISIS diventa il nemico principale e viene annientato, inizia la ricostruzione del paese. PROBABILITA’ MOLTO BASSA
2) COLLASSA IL GOVERNO DI TRIPOLI: l’eventuale accordo per un governo di unità nazionale potrebbe non essere riconosciuto dalle bande islamiste che sorreggono il governo di Tripoli. Molte di esse potrebbero unirsi allo Stato Islamico e l’intera Tripolitania potrebbe collassare. In quel caso gli interessi strategici dell’Italia sarebbero a serio rischio e l’intervento italiano sarebbe sempre più probabile. Sicuri scontri con le milizie di Misurata e con le forze di Zintan. PROBABILITA’ MEDIO-ALTA
3) FALLIMENTO TRATTATIVE: l’eventuale accordo per un governo di unità nazionale potrebbe essere raggiunto, ma i principali attori potrebbero non riconoscerlo come le milizie di Alba Libica o il generale Haftar, attori che potrebbero rimanere esclusi dagli accordi. In quel caso gli scontri potrebbero accendersi in maniera più grave della situazione odierna, in uno scenario di tutti contro tutti. PROBABILITA’ MEDIA
4) INTERVENTO STRANIERO: nel caso la situazione precipitasse, nel caso di avanzata dell’ISIS soprattutto in zone strategiche, nel caso di ulteriori attentati sul suolo europeo, è probabile un intervento di forze straniere. In primis l’Italia, che deve assolutamente difendere le postazioni dell’ENI che ha interessi miliardari nel paese. L’eventuale perdita di queste postazioni energetiche sarebbe un colpo durissimo per l’Italia sia in termini economici che di approvvigionamento energetico. A sostegno di questa ipotesi le recenti dichiarazioni del ministro degli esteri russo Lavrov che ha sostenuto il pieno supporto della Russia ad un intervento militare italiano in Libia. PROBABILITA’ MEDIO-ALTA
Qui di seguito la più recente mappa della guerra civile libica:
A nostro avviso il presunto coraggio di Renzi nel schierarsi a fianco della Russia contro le sanzioni e a favore degli interessi energetici italiani in Libia, sarà punito dalle forze che guidano gli States. Nel nostro immediato futuro dobbiamo sicuramente e ripeto sicuramente aspettarci un attentato, anche di proporzioni più grandi di quelli attuati a Parigi. Roma è ovviamente l’obiettivo principale, l’ISIS lo ha ribadito più volte nei suoi video e come sappiamo spesso mantiene le sue promesse. Ed è anche abbastanza sicuro che le postazioni dell’ENI verranno presto attaccate. L’obiettivo è quello di spingere l’Italia, che ricordiamo è ancora in una fase di depressione economica, ad impegnarsi in un conflitto che, bisogna ammetterlo, non è in grado di affrontare per almeno questi motivi:
1) Il tendenziale buonismo dell’opinione pubblica italiana, che quando vedrà i primi soldati italiani morti, se la prenderà subito con il governo in carica che potrebbe probabilmente rischiare il posto.
2) Il cattivo stato dei nostri conti pubblici non ci permette di affrontare una guerra che potrebbe costare miliardi di euro se l’Unione Europea non allenta le regole sul pareggio di bilancio.
3) Anche se l’Italia dispone di forze militari di discreto livello, non è sicuramente preparata ad una guerra aperta e difficile, come potrebbe essere quella in Libia e, ripeto non è assolutamente preparata la nostra opinione pubblica a decine se non centinaia di soldati italiani morti.
4) Ricordiamoci che la Libia ha subito, da parte di Gheddafi, decenni di propaganda anti-italiana e un intervento italiano, di qualsiasi tipo, potrebbe essere visto dalla maggioranza della popolazione come un tentativo neo-coloniale e quindi le forze ribelli di qualsiasi genere potrebbero fare fronte comune contro gli italiani. Inoltre le recenti accuse da parte dei militari di Tobruk ad una presunta violazione delle acque libiche, dimostra che l’Italia in Libia non ha alleati sicuri nemmeno tra le forze laiche.
Concludiamo sostenendo che da più parti ci arrivano segnali del fatto che si voglia spingere l’Italia in guerra in Libia, guerra che potrebbe facilmente far collassare il nostro paese a livello economico e politico. Ricordiamo inoltre che il 2-3% della popolazione residente in Italia è di religione musulmana. Nel caso l’Italia non si limitasse ad un intervento aereo o navale, ma decidesse di intervenire a terra per difendere fisicamente le postazioni dell’ENI, il rischio che diventi il nemico principale dei musulmani, in qualità di neo-crociato, è grandissimo e non escludiamo la presenza di diverse cellule dormienti nel nostro paese, pronte ad attaccare proprio in quell’eventualità. Guardando chi ci governa, cioè Renzi ed Alfano, siamo sicuri che veramente l’ISIS non arriverà fino a Roma? Se questo articolo ti è piaciuto, non perderti Libertà Indefinita, un saggio sulla libertà e sulla legittimità di un sistema, il nostro, sempre più contestato dalla popolazione.
17/12/2015, 22:08
Foreign Policy rivela: "L'India sta costruendo segretamente la bomba H"
L'India sta costruendo in gran segreto una cittadella nucleare per dotare il proprio arsenale atomico della bomba all'idrogeno. Il progetto, avviato nel 2012, punta a realizzare entro il 2017 nello stato meridionale di Karnataka "il più vasto complesso militare del subcontinente, dotato di centrifughe nucleari, laboratori di ricerche atomiche e impianti per testare nuovi armamenti e aerei". E' quanto emerge da una dettagliata inchiesta di Foreign Policy, che ha raccolto i risultati di un'indagine del Center for Public Integrity (Cpi), comprese una serie di interviste con persone residenti nella zona, scienziati e militari indiani coinvolti nel programma nucleare ed esperti e analisti di intelligence stranieri.
Lo scopo dichiarato della nuova cittadella nucleare che sta sorgendo a Challakere è l'ampliamento delle capacità di ricerca in campo nucleare, per produrre il combustibile necessario alle centrali nucleari indiane e alimentare i propulsori della nuova flotta di sottomarini di New Delhi. In realtà, secondo FP, uno degli obiettivi del nuovo complesso sarà quello di dotare l'India di nuove riserve di uranio arricchito che "potrebbero essere usate per le nuove bombe all'idrogeno, aumentando considerevolmente la forza esplosiva di quelle già presenti nell'attuale arsenale nucleare".
Secondo alcuni esperti occidentali, la preparazione per le attività di arricchimento che verranno condotte a Challakere è già in corso da quattro anni in un altro impianto top secret. Si tratterebbe, secondo le immagini satellitari, del Rare Materials Plant, che sorge nei pressi di Mysore a circa 250 chilomentri a sud di Challakere. Il progetto indiano, sottolinea FP, rischia di essere visto come una provocazione dalle altre potenze nucleari della regione, Cina e Pakistan, che potrebbero a loro volta rispondere incrementando i propri arsenali nucleari.
Secondo le stime del Sipri (Stockolm International Peace Research Institute), New Delhi dispone già di circa 90-110 armi nucleari, rispetto alle 120 di cui sarebbe dotato il Pakistan e le circa 260 armi nucleari cinesi. La bomba all'idrogeno (o bomba H), definita più propriamente bomba a fusione termonucleare incontrollata, ha una capacità distruttiva assai superiore a quella delle bombe a fusione termonucleare incontrollata attualmente in possesso dell'India.
17/12/2015, 22:46
26/12/2015, 12:42
Se fosse scoppiata la terza guerra mondiale gli USA avrebbero colpito Berlino, Mosca e Leningrado con bombe all'idrogeno
Il National Security Archive ha declassificato quella che è considerata come la lista più completa e dettagliata della strategia nucleare USA che sarebbe stata applicata se fosse scoppiata una guerra contro l’Unione Sovietica. Nel rapporto gli Stati Uniti avrebbero lanciato bombe all’idrogeno contro la popolazione civile e le infrastrutture militari per la distruzione sistematica del blocco sovietico. Lo studio si chiama Strategic Air Command Atomic Weapons.
E’ stato consegnato nel 1959 e scritto nel 1956. Consta di 800 pagine. Prevede la distruzione sistematica di 1100 aeroporti e 1200 centri abitati suddivisi in ordine di valore strategico. Le città ad altissima priorità colpite con bombe all’idrogeno sarebbero state Berlino, Mosca e Leningrado. Anche Pechino sarebbe stata colpita. Lo studio delinea le strategie per diversi target, come i metodi di detonazione per massimizzare i danni ed evitare ricadute controproducenti.
Dallo studio emerge anche che gli Stati Uniti avrebbero dovuto sviluppare una super bomba nucleare da 60 megatoni. La Super-Nuke proposta per colpire Mosca sarebbe stata la più potente mai realizzata dall’uomo, di gran lunga superiore alla “ZAR” russa stimata in 50 megatoni.
Ecco uno stralcio dello studio. “Mosca e Leningrado dovrebbero essere sottoposte ad un attacco con bomba H perché strategicamente fondamentali con le loro basi aeree ed infrastrutture. Mosca è un obiettivo ad altissima priorità per l’intera linea di comando del blocco sovietico. Leningrado è fondamentale nell’asset dell’URSS”.
Questa relazione era un manuale su come distruggere il genere umano durante le Terza e probabilmente ultima guerra del mondo.
26/12/2015, 13:05
vimana131 ha scritto:Se fosse scoppiata la terza guerra mondiale gli USA avrebbero colpito Berlino, Mosca e Leningrado con bombe all'idrogeno
Il National Security Archive ha declassificato quella che è considerata come la lista più completa e dettagliata della strategia nucleare USA che sarebbe stata applicata se fosse scoppiata una guerra contro l’Unione Sovietica. Nel rapporto gli Stati Uniti avrebbero lanciato bombe all’idrogeno contro la popolazione civile e le infrastrutture militari per la distruzione sistematica del blocco sovietico. Lo studio si chiama Strategic Air Command Atomic Weapons.
E’ stato consegnato nel 1959 e scritto nel 1956. Consta di 800 pagine. Prevede la distruzione sistematica di 1100 aeroporti e 1200 centri abitati suddivisi in ordine di valore strategico. Le città ad altissima priorità colpite con bombe all’idrogeno sarebbero state Berlino, Mosca e Leningrado. Anche Pechino sarebbe stata colpita. Lo studio delinea le strategie per diversi target, come i metodi di detonazione per massimizzare i danni ed evitare ricadute controproducenti.
Dallo studio emerge anche che gli Stati Uniti avrebbero dovuto sviluppare una super bomba nucleare da 60 megatoni. La Super-Nuke proposta per colpire Mosca sarebbe stata la più potente mai realizzata dall’uomo, di gran lunga superiore alla “ZAR” russa stimata in 50 megatoni.
Ecco uno stralcio dello studio. “Mosca e Leningrado dovrebbero essere sottoposte ad un attacco con bomba H perché strategicamente fondamentali con le loro basi aeree ed infrastrutture. Mosca è un obiettivo ad altissima priorità per l’intera linea di comando del blocco sovietico. Leningrado è fondamentale nell’asset dell’URSS”.
Questa relazione era un manuale su come distruggere il genere umano durante le Terza e probabilmente ultima guerra del mondo.
http://www.difesaonline.it/mondo-milita ... no-mosca-e
26/12/2015, 13:08
30/12/2015, 09:39
zakmck ha scritto:Guarda su youtube.com
30/12/2015, 14:22
30/12/2015, 15:46
30/12/2015, 19:17
30/12/2015, 21:34
03/01/2016, 00:23
03/01/2016, 10:33
Atlanticus81 ha scritto:Iran, sciiti attaccano il consolato dell’Arabia Saudita a Mashad
L’attacco al consolato dell Arabia Saudita a Mashad dopo l’esecuzione del leader religioso Nimr al-Nimr.
http://video.corriere.it/iran-sciiti-at ... resh_ce-cp
Manifestazioni anche nello Yemen, in Libano, Iraq e Kashmir indiano
Sotto attacco l’ambasciata dell’Arabia saudita a Teheran (Foto Twitter)
Cresce la tensione tra sunniti e sciiti dopo che l’Arabia Saudita, bastione dell’Islam sunnita, ha annunciato oggi l’esecuzione di 47 persone indicate come «terroristi», tra i quali un leader sciita, Nimr al Nimr. Immediata la condanna degli sciiti, e in Iran la risposta è subito violenta, con l’ambasciata saudita a Teheran presa d’assalto da decine di manifestanti, che hanno lanciato bombe incendiare contro la rappresentanza diplomatica e l’hanno saccheggiata, prima di essere dispersi dalla polizia.
https://www.lastampa.it/2016/01/02/este ... agina.html