21/12/2015, 08:55
22/12/2015, 16:57
02/01/2016, 15:44
02/01/2016, 18:19
Atlanticus81 ha scritto:Io ho paura di snaturare il thread di TTE postando questo tipo di articoli qui
14/01/2016, 19:39
25/01/2016, 15:23
05/02/2016, 10:01
Devo fare una importante premessa: io credo nella totale parità fra esseri umani, ovvero - non mi interessa essere uomo o donna, ateo o religioso, bianco o nero, vecchio o giovane, operaio o professore, ricco o povero, etero, bisex, omosessuale è così via: - non mi interessa: TUTTI nascono con gli stessi diritti e con i doveri relativi a ciò che sceglieranno per se stessi. TUTTI.
Non c'è differenza: il genio si trova fra gli Africani come fra gli Americani e parimenti il ******** salta fuori dall'Islamico come dal Buddista. TUTTI ABBIAMO IL DIRITTO NATURALE DI REALIZZARE LA NOSTRA VERA VOLONTÀ.
Questo è un principio illuminista a cui non verrò mai meno.
Devo inoltre premettere che credo fortemente che la realizzazione di moltissime persone transiti dalla libertà di potersi realizzare anche al di fuori di un classico matrimonio con figli. Dico ANCHE poiché vi sono molti esseri umani che trovano la propria inalienabile Gioia al di fuori di questo parametro: che siano o meno la maggioranza non mi interessa - poiché SONO vanno rispettati: TUTTI HANNO I MEDESIMI DIRITTI.
Ciò detto, è fondamentale fare chiarezza su un aspetto fondamentale della questione della donna che raramente viene messo in luce: parlo del fatto che l'idea di donna-madre-moglie-casalinga deve essere RIGOROSAMENTE scisso dall'idea della sottomissione della donna.
In che senso? Nel senso che non in tutte le società la "divisione dei ruoli" è stata sinonimo di sottomissione di uno dei due generi, poiché non sempre è stata divisione di "ruoli" ma divisione di "compiti", che è diverso...
Il discorso è complesso e delicato: cercherò di spiegarmi meglio.
La "divisione dei ruoli" nasce come "divisione dei compiti": poiché è più facile per me, maschio, uccidere un nemico nerboruto o correre dietro a un cinghiale, scelgo di occuparmi PREVALENTEMENTE di questo; poiché è più facile per me, donna, organizzare le attività del villaggio e occuparmi della raccolta e della semina, scelgo di occuparmi PREVALENTEMENTE di questo. Così ceneremo con cinghiale, pane e frutta e mentre una parte del villaggio difende fisicamente i confini, l'altra parte lo organizza e lo educa a partire dalla figliolanza.
Questa, appena descritta, è una logica, pacifica e sensata "divisione di compiti", all'interno della quale non vi è una sopraffazione o una sottomissione. E soprattutto non vi è una idea aprioristica di divisione a prescindere.
Vi sono alcune tribù indie nelle quali TUTTE le donne - proprio perché si occupano prevalentemente della prole e della casa - vengono inserite nel Concilio degli Anziani a deliberare sulle decisioni del villaggio insieme ad alcuni saggi maschi.
Perché, allora, una divisione di compiti è diventata una divisione di RUOLI con carattere di sottomissione/prevaricazione?
Perchè, purtroppo, il naturale e progressivo corso della storia e dell'economia ha determinato uno SVILUPPO del tradizionale compito del maschio in senso di "detenzione dei mezzi di produzione" (in sostanza, se prima ero quello che portava a casa il cinghiale, adesso sono quello che porta a casa il Dio Denaro = sono più importante di te); mentre il compito della donna si è progressivamente svuotato, incancrenito e, soprattutto, si è allontanato dal suo originario valore effettivo è quantificabile (in sostanza, se prima ero quella che si occupava dell'agricoltura, dell'educazione e dell'organizzazione della comunità, adesso sono quella che sta a casa ad aspettare che il Signore torni con il mio unico mezzo di sopravvivenza, cibo e soldi. Ergo, io sono una schiava).
Cosi, evolvendosi la civiltà patriarcale in senso storico, e scomparsa l'economia di villaggio, l'uomo - che era FUORI casa - ha diversificato i suoi compiti impadronendosi delle redini economiche, religiose e politiche della società; il suo compito si è così reso più complesso e obiettivamente importante; la donna - che era DENTRO casa - ha invece impoverito sempre di più il suo ruolo, cedendo al maschio sempre più terreno e circoscrivendosi cosi al l'occupazione e al servizio di famiglia e figli; il compito femminile ha così perso il senso originario ma anche il valore originario, e si è trasformato in un compito di fatto servile ed elementare. Di poco pregio, assimilabile a quello della servitù e per il quale non occorre alcuna dote.
In questo lento ma inesorabile cambiamento, anche il significato originale della divisione dei compiti é naturalmente andato perduto ed è stato rimpiazzato dall'idea di una divisione aprioristica di ruoli tali per cui la donna - essendo incapace di fare altro - può SOLO figliare e servire, mentre il maschio - più forte, intelligente - manda avanti il mondo.
Se, infatti, l'uomo non avesse evoluto una struttura sociale di tipo patriarcale, con il conseguente svilimento del compito femminile, al venir meno delle condizioni iniziali di divisione dei compiti sarebbe venuta meno la stessa divisione dei compiti: in parole povere, nel momento in cui il cinghiale non lo devo ammazzare ma lo trovo al mercato, non ha più senso che sia il maschio a portarlo a casa; nel momento in cui l'economia o la spartizione territoriale sono decise in sede di consiglio e non più a mazzate in testa, non ha più senso che sia il maschio a farsi avanti mentre la donna difende la prole e il nido: maschio, femmina, prole e anziani si riuniscono a discutere alla pari.
Questa divisione di compiti è però sfociata, come illustrato, in divisioni di ruoli e, quindi, la minorità fisica della donna è stata subdolamente equiparata a minorità mentale e animica, affinché l'uomo potesse - al venir meno di determinate condizioni - CONTINUARE a detenere INNATURALMENTE il controllo sulla sfera comunitaria ed economica della vita.
Per questo, spiacente per il Family-Day, da un punto di vista strettamente antropologico (nonché biologico) È PROPRIO LA FAMIGLIA CLASSICA della società patriarcale ad essere contro-natura!
E non il contrario.
C.Z.
07/02/2016, 12:51
07/02/2016, 12:57
24/02/2016, 12:48
24/02/2016, 13:09
24/02/2016, 13:15
Atlanticus81 ha scritto:Oggi ci scandalizziamo giustamente per le mutilazioni genitali femminili adottata e praticata in molte società dell'Africa, della penisola araba e del sud-est asiatico.
Sappiamo tutti che i rapporti sessuali, attraverso questa pratica, vengono impossibilitati fino alla defibulazione (cioè alla scucitura della vulva), che in queste culture, viene effettuata direttamente dallo sposo prima della consumazione del matrimonio. Le puerpere, le vedove e le donne divorziate sono sottoposte a reinfibulazione con lo scopo di ripristinare la situazione prematrimoniale di purezza. I rapporti diventano dolorosi e difficoltosi, spesso insorgono cistiti, ritenzione urinaria e infezioni vaginali. L'asportazione totale o parziale degli organi genitali femminili esterni è praticata con lo scopo di impedire alla donna di conoscere l'orgasmo derivante dalla stimolazione del clitoride, riservandolo al solo atto sessuale.
Non è anche questo una accezione possibile del termine FEMMINICIDIO?! Ovvero colpire una donna soltanto perché tale?
E non pensate che sia una questione che non riguardi anche la nostra cultura.Alla metà del XVI secolo un professore di anatomia veneziano di nome Matteo Realdo Colombo incappò in una misteriosa protuberanza tra le gambe di una paziente, di nome Inès de Torremolinos, protuberanza che, se veniva toccata delicatamente, aumentava di dimensioni e produceva nella donna strani spasimi nervosi.
Dopo aver esaminato decine di altre donne, Colombo riferì con orgoglio al preside della Facoltà di Medicina la scoperta della clitoride.
Come narrato nel libro di Jonathan Margolis in O:storia intima dell'orgasmo il professore fu ricompensato di lì a pochi giorni con l'arresto e fu messo sotto processo con l'accusa di eresia, blasfemia, stregoneria e satanismo e i suoi manoscritti furono confiscati.
Con l'avvento della Santa Inquisizione, qualche decennio più tardi, il clitoride fu soprannominato “il capezzolo del diavolo” e se una donna o una ragazza fosse stata scoperta ad averne uno insolitamente grande, questo era sufficiente per farla condannare al rogo come strega.
Sembrano passati centinaia di anni dall'orrore dell'Inquisizione, eppure, prima ancora della guerra alla droga, al terrorismo, o al cancro, molte delle risorse della nostra opulenta società patriarcale post-agricola sono investite nella guerra alla libertà e al desiderio sessuale, in particolare a quello femminile.
E' una guerra che dura da migliaia di anni ed è forse la madre di tutte le guerre, e non può neppure essere vinta, perché il nemico dichiarato è una forza della natura, è come combattere la legge di gravità, o i cicli lunari o lo scorrere del tempo.
Ed è ancora una volta la donna a sostenere i costi più elevati di questo assurdo conflitto e a dover reprimere la naturale tendenza verso una sessualità libera e soddisfacente.
Quelle poche donne che hanno avuto il coraggio di rinunciare alla schiavitù del decoro e della pudicizia socialmente imposte sono state e sono tutt'oggi umiliate, insultate, abbandonate, picchiate e uccise dai loro compagni, separate dai loro figli, bandite, bruciate come streghe, patologizzate come isteriche, sepolte fino al collo nella sabbia del deserto e lapidate.
Nel trattato Psychopatia Sexualis pubblicato nel 1886 il neurologo tedesco Von Krafft-Ebing dichiara: “Se la donna è normalmente sviluppata mentalmente e bene educata, il suo desiderio sessuale è scarso. Se così non fosse il mondo intero diventerebbe un bordello e il matrimonio e la famiglia impossibili!”
Articolo ampiamente tratto dal libro In principio era il sesso di Christopher Ryan e Cacilda Jethà
Non la vedete l'opera del patriarcato in questo tipo di ragionamenti?
Non lo vedete l'effetto nefasto che ha prodotto nel mondo a livello antropologico-culturale tale per cui alcuni nemmeno sono più in grado di riconoscerlo nei propri comportamenti quotidiani e/o atteggiamenti?
24/02/2016, 13:22
mik.300 ha scritto:sulla CIRCONCISIONE
nulla da dire?
è l'omologa della infibulazione,
impedisce(o rende piu difficile)
all'adolescente di smanettarsi..
(il prepuzio se esiste avrà una sua funzione,
no?)
niente da dire?
24/02/2016, 14:19
shighella ha scritto:Caro mik la circoncisione è stata inventata dal maschio e si pratica sul maschio
l'infibulazione e la clitoridectomia sono state inventate dal maschio e si praticano sulle femmine..ti dice nulla?
Non mi pare che la circoncisione, a parte la difficoltà a masturbarsi(?), porti all'anorgasmia, alle infezioni (anzi è considerata norma igienica)dell'apparato genito-urinario, e all'impossibilità di praticare sesso..
24/02/2016, 14:21
mik.300 ha scritto:sulla CIRCONCISIONE
nulla da dire?
è l'omologa della infibulazione,
impedisce(o rende piu difficile)
all'adolescente di smanettarsi..
(il prepuzio se esiste avrà una sua funzione,
no?)
niente da dire?