12/03/2016, 22:19
Libera informazione: che fare?
Categoria: Media
Pubblicato: 12 Marzo 2016
Letture: 36
Vorrei proporre una specie di sondaggio fra i nostri utenti, che risponda alla seguente domanda: come è possibile, oggi, che le più importanti voci della controinformazione uniscano le loro forze in qualcosa di comune, pur restando libere ed indipendenti, in modo da riuscire ad avere un sostanziale impatto mediatico anche a livello mainstream?
In altre parole: esiste una formula - un software, una piattaforma, o anche una semplice idea redazionale - che permetta a tutte queste voci di confluire in un unico torrente, con un forte impatto sociale, pur mantenendo intatte le caratteristiche peculiari di ciascuno?
(Ovviamente, il grosso problema da risolvere è quello della non-centralizzazione: centralizzando la direzione, infatti, si andrebbe inevitabilmente incontro a problemi di gerarchia, conflitti personali, competizioni e gelosie, che condannerebbero l'esperimento ad una durata molto breve).
Grazie a chi vorrà dare il proprio contributo.
M.M.
Fonte: http://luogocomune.net/LC/index.php/27-media/4365-libera-informazione-che-fare#comments-list-footer
Dubito che la "controinformazione" possa mai essere centralizzata proprio a causa della sua frammentazione in cui c'è tutto ed il contrario di tutto ed il contrario di tutto.
E' proprio questa assenza di una "linea comune" che permette a chi si informa di farsi una idea propria una volta ltte diverse campane. Frammentazione vuol dire pluralità delle fonti e delle opinioni.
Io penso che sia la decentralizzazione la vera forza della contro informazione, perchè la rende non controllabile e nello stesso momento la rende fluida e capillare.
Chi sente la necessità di approfondire non ha alcuna difficoltà ad accedere alle informazioni che cerca. E chi invece non è ricettivo non aprirà la propria mente nemmeno se gliele si sparasse nel cervello col megafono.
Chi ha il gene bovino attivo difficilmente cambia la propria natura o il proprio modo di informarsi.
13/03/2016, 11:26
13/03/2016, 14:34
Wolframio ha scritto:Infatti la controinformazione funziona già bene decentralizzata cosi come è.
Possiamo paragonare il siti di controinformazione come dei nodi P2P dove le informazioni vengono scambiate, linkate e condivise da ogni singolo nodo indipendente che a sua volta è destinato a crescere di numero.
Centralizzare la controinformazione vorrebbe dire creare una lobby con la credibilità pari a quella della disinformazione alias informazione ufficiale.
13/03/2016, 14:35
Wolframio ha scritto:Infatti la controinformazione funziona già bene decentralizzata cosi come è.
Possiamo paragonare il siti di controinformazione come dei nodi P2P dove le informazioni vengono scambiate, linkate e condivise da ogni singolo nodo indipendente che a sua volta è destinato a crescere di numero.
Centralizzare la controinformazione vorrebbe dire creare una lobby con la credibilità pari a quella della disinformazione alias informazione ufficiale.
Non capisco però come MaxpoweR possa ritenere lo schema decentralizzato e destrutturalizzato sia la condizione perfetta per l'informazione e la controinformazione, ma al tempo stesso non lo ritenga adeguato ad altri livelli del "Sistema".
13/03/2016, 14:51
MaxpoweR ha scritto:mi sembra che si ragioni su piani diversi anche solo volendo considerare la questione INFRASTRUTTURALE, che si tende sempre a dimenticare quando si INVENTANO sistemi utopistici di civilizzazione ^_^
13/03/2016, 14:53
In un sistema diverso (non utopistico) di civilizzazione sorgeranno infrastrutture necessarie alla soddisfazione dei bisogni secondo le modalità diverse del "sistema" stesso... Ma un sistema orizzontale non esclude l'esistenza e la creazione delle infrastrutture, anzi...
13/03/2016, 15:51
MaxpoweR ha scritto:Il P2P è furtoPerchè senza il furto della proprietà intellettuale ci sarebbe poco da scambiare se proprio vogliamo essere onesti
In un sistema diverso (non utopistico) di civilizzazione sorgeranno infrastrutture necessarie alla soddisfazione dei bisogni secondo le modalità diverse del "sistema" stesso... Ma un sistema orizzontale non esclude l'esistenza e la creazione delle infrastrutture, anzi...
tutto quello che vuoi, filosofeggiare piace anche a me ma dimentichi sempre che il mondo in cui vivi è questo, non quello della tua fantasia, e quindi è da questo modello che devi partire e da modificare\radere al suolo per realizzare il tuo. O al limite devi trovare un nuovo pianeta e partire da 0.
13/03/2016, 17:22
13/03/2016, 17:57
13/03/2016, 18:12
29/03/2016, 19:27
29/03/2016, 19:40
29/03/2016, 21:21
Ufologo 555 ha scritto:http://www.meteoweb.eu/2016/03/false-flag-scie-chimiche-sciacallaggio-e-chiaviche-multimediali-i-fondamenti-piu-nobili-per-fare-cassa-ed-umiliare-scienza-ed-informazione/659243/
30/03/2016, 01:10
Ufologo 555 ha scritto:http://www.meteoweb.eu/2016/03/false-flag-scie-chimiche-sciacallaggio-e-chiaviche-multimediali-i-fondamenti-piu-nobili-per-fare-cassa-ed-umiliare-scienza-ed-informazione/659243/
30/03/2016, 10:48
shighella ha scritto:Cavoletti di Bruxelles e cavolate
http://zret.blogspot.it/2016/03/cavolet ... vq61uKLTrd
Non esistono più i fatti: esistono solo le televisioni.
In questi tempi non esplodono solo gli ordigni reali o fittizi che siano, ma pure le “argomentazioni” capziose ed eristiche di chi, invece di combattere le macroscopiche scelleratezze del sistema, si ostina a cercare, senza trovarlo, il classico pelo nell’uovo nell’ambito dell’informazione non allineata. Ciò è paradossale oltre che deprecabile.
Usando le stesse strategie linguistiche dei disinformatori, ghettizzano i pochi redattori liberi usando quel termine becero che comincia per “c”: E’ un vocabolo che ci rifiutiamo di adoperare sia perché è scorretto da un punto di vista semantico sia poiché è un insulto alla lingua italiana, già stuprata impunemente dai giornalisti di regime.
Purtroppo queste mosche cocchiere, codesti sofisti da quattro soldi bucati non solo ignorano quanto abbiamo scritto in questi anni, ma sono pure inetti a capirlo. Si chiedono, ad esempio, perché i registi degli pseudo-attentati commettano tanti errori quando girano i film, per quale ragione la sceneggiatura sia piena di buchi e di incongruenze. Da un lato, come abbiamo già osservato, le più recenti pantomime culminate nei “fatti” di Bruxelles, sono una sfida, una provocazione nei confronti di una massa sempre più stupida. Per la feccia mondialista le iniziative "politiche" le guerre, le stragi, i disastri ambientali... sono dei giochi di ruolo dove vince chi è più scaltro ed audace. Inoltre per quale ragione perpetrare attentati reali con tutto il loro strascico di problemi negli spostamenti e nelle comunicazioni, tumultuosi soccorsi, ricoveri in ospedali, indennizzi, inchieste… quando è possibile mandare in onda un altro, stuzzicante episodio di una serie grandguignolesca?
Il pubblico non esige la verità, ma sensazioni forti, personaggi caratterizzati in modo icastico, avventure al fulmicotone: eccolo dunque accontentato con le mirabolanti imprese del terrorista “islamico” che zampetta da un paese all’altro, portandosi dietro stendardi dell’I.S.I.S., esplosivi, documenti d’identità, mappe, registrazioni video, orsacchiotti di peluche. Che cosa conta se la trama non è del tutto credibile, a condizione che sia intrigante? La “cronaca” oggi è narrazione: è un romanzo d’appendice, anzi d’appendicite. La geopolitica non si studia e non si comprende più con gli strumenti concettuali della storiografia, della sociologia e dell’economia, quanto con le categorie narratologiche. I media ufficiali ogni giorno pubblicano una nuova, coinvolgente storia delle "Mille e una botte" e vai col liscio!
Se poi le tragicommedie hanno successo, perché sostituirle con la realtà? L’importante è il risultato: il mercato delle menzogne tira? Consente di conseguire gli obiettivi delle tre C, controllo, coercizione, centralizzazione? Sì, allora, vada in scena l’atto successivo.
E’ inutile replicare ai discorsi dell’egregio Paolo Ferraro (e di altri) non perché siano basati su fallacie logiche, ma in quanto privi di qualsiasi logica. Sono frasi del tutto insensate, a vanvera. Non è certo la moltiplicazione dei caratteri cubitali e dei punti esclamativi ed interrogativi a conferire anche solo una parvenza di dialettica ai vaniloqui, a collages dadaisti. Questi sproloqui ci ricordano i temini scritti da quelle adolescenti che, incapaci di esprimere le loro superficiali emozioni, infarciscono i testi di puntini sospensivi e di faccine.
Purtroppo mentre le adolescenti sono innocue, i cattivi maestri rischiano di far scuola.