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Essere Interdimensionale
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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 07/05/2017, 15:04 
Se qualcuno mi "desse" dell'arabo, mi incaxxerei di brutto, ma se mi scambiasse per un venezuelano, finirebbe a "roncola e zocur".

Siamo tanto orgogliosi del nostro welfare e del nostro illuminato progresso, noi bianchi, ma se nel gruppo ci includiamo i venezuelani, si comincia ad avere qualche problema di "rappresentanza/razza".

Latinos, latini, suona come un insulto a volte, ma se uno dell'Arabia Saudita, qualche volta, lo dicesse anche di qualche itaGliano, , tanti, mica è facile contraddirlo.
Certo che la percentuale di "tamarri" come c'è in Venezuela è proprio molto alta, ma anche da noi, mica ci facciamo mancare niente.
[:292] [:292] [:292]



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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 07/05/2017, 15:40 
Plutone77 ha scritto:
Cita:
Morire di fame in mezzo al petrolio: Venezuela, storia di una rivoluzione naufragata

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Caracas, 6 mag – Si può morire di fame in un paese che ha riserve petrolifere accertate pari o addirittura superiori rispetto al paese che è il produttore di oro nero per definizione, vale a dire l’Arabia Saudita? Si può, se ti chiami Venezuela e se la rivoluzione promessa da Chavez quasi vent’anni fa è ormai finita, più che nel petrolio, nel sangue dei tanti morti in mezzo alle strade. Quasi 40 venezuelani uccisi, 717 i feriti e centinaia di arresti: sono questi i numeri delle numerose proteste di piazza che, in questi giorni, stanno mettendo a dura prova il governo di Maduro, subentrato al defunto presidente a partire dal 2013.

Al netto dei dubbi – più o meno legittimi – sulla reale natura della forte contestazione all’esecutivo, l’innesco della rabbia popolare nasce, più che da spinte straniere, da una devastante situazione interna, con una nazione sull’orlo del baratro economico e sociale. Non serve infatti scomodare gli Stati Uniti (comunque da sempre interessati a conservare il loro ‘cortile di casa’ sudamericano) per rendersi conto che la rivoluzione chavista partita nel 1999 si è risolta in un pressoché totale fallimento.

Parliamo di numeri. Dati alla mano, il Venezuela siede su qualcosa come 300 miliardi di riserve. Tanto? Poco? L’Arabia Saudita – sia pur con valori solo stimati, dato che quelli reali sono coperti da segreto di Stato – è seconda in classifica, staccata di misura di un abbondante 30%, mentre il Canada (sul terzo gradino del podio) ne ha circa la metà. Caracas può dunque contare su quasi il 20% delle riserve mondiali accertate, riserve che però non riesce in alcun modo a mettere a frutto. Buona parte dei guai legati al petrolio vanno fatti risalire al 2006, quando Chavez decise d’imperio di nazionalizzare l’intero settore. Mossa non sbagliata in teoria, visto che le sorti del Venezuela dipendono dal greggio, ma inopportuna dato che il governo si è ritrovato da un giorno all’altro senza le competenze necessarie per gestire la propria ricchezza. La manutenzione ha così cominciato a scarseggiare, non tutti gli impianti sono in funzione, il fruttuoso bacino dell’Orinoco sconta gravi ritardi nell’esplorazione sotterranea, gli operai sono pagati male e lavorano in condizione precarie. Il risultato? Rispetto ai massimi del 2005, la produzione è collassata da 3,6 a poco più di 2 milioni di barili al giorno. Il calo ha inciso sui conti nazionali doppiamente, trascinato dal ribasso nei corsi del Brent e Wti. Tanto che in certi momenti, complice anche la non sempre eccelsa qualità di tutto il greggio locale, il paese si è trovato costretto addirittura a…importarlo, per di più dagli Stati Uniti.

Filippo Burla


http://www.ilprimatonazionale.it/esteri ... ela-63719/


manutenzione..
pezzi di ricambio..
mmm sta cosa mi fa pensare,
non credo che i tecnici venezuelani
sono diventati asini all'improvviso..
non è che per caso
il venezuela è sotto forse qualche forma di embargo tecnologico
che impedisce una corretta cura degli impianti?
a me viene in mente cuba....

perchè questa gente, truccata e parruccata,
che protesta non aspetta le elezioni..
ha paura di perdere??

chavez lo hanno provato a buttare giù per anni,
2 colpi di stato sventati, ecc.

sentite gianni minà e giulietto chiesa..



Guarda su youtube.com



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 07/05/2017, 17:31 
mik.300 ha scritto:
manutenzione..
pezzi di ricambio..
mmm sta cosa mi fa pensare,
non credo che i tecnici venezuelani
sono diventati asini all'improvviso..
non è che per caso
il venezuela è sotto forse qualche forma di embargo tecnologico
che impedisce una corretta cura degli impianti?
a me viene in mente
cuba....


Il vero problema del petrolio venezuelano è dovuto al prezzo di mercato del greggio crollato a causa deila massiccia produzione di petrolio da fracking americano.
Già il petrolio del Venezuela è di bassa qualità e deve essere diluito con del greggio importato ma la beffa delle beffe è che lo acquista dall'America che è la causa del suo male.
La scarsa manutenzione e la mancanza di fondi per aprire nuovi pozzi di migliore qualità è un effetto collaterale.

Forse pochi sanno che anche la ricca Arabia Saudita che vive di solo petrolio è in crisi economica per questo fatto, con un deficit di 100 miliardi di dollari nel 2016 riducibile a 64 miliardi nel 2017 con le misure di austerità messe in atto. Gli arabi non dormono e stanno orientandosi verso le nuove energie per diversificare la dipendenza dal petrolio.



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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 07/05/2017, 17:46 
Cita:
Perché il Venezuela è sull’orlo del baratro e l’Arabia Saudita no

http://www.internazionale.it/opinione/g ... a-petrolio

E' molto chiaro che se l'Arabia Saudita non vive gli stessi problemi del Venezuela è perché oltre a non avere la stessa corruzione ha anche messo da parte buone riserve monetarie cosa che in Venezuela non è stato fatto.



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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 07/05/2017, 19:28 
Sono d'accordo su quanto dici sulla corruzione in Venezuela e le riserve monetarie dei Sauditi.
Ma il giornalista dell'articolo che hai segnalato, si sbaglia scrivendo che lo standard di vita della popolazione saudita rimane invariato.


Arabia Saudita, conti in crisi per il crollo del petrolio: Riad taglia salari dei ministri e benefit dei dipendenti pubblici


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Decurtazioni tra il 15% e il 20% per i funzionari della Shura e del governo, stop alle ricariche telefoniche, addio alle auto blu. Sono solo alcune delle misure contenute in un nuovo decreto con cui la monarchia araba punta a risistemare le casse statali messe a dura prova dal greggio intorno ai 50 dollari al barile

C’è una prima volta per tutto. Per i dipendenti pubblici dell’Arabia Saudita è il momento dell’austerity. La monarchia di Riad ha deciso di tagliare gli stipendi dei ministri e i benefit degli impiegati ministeriali, nel tentativo di far fronte ad una falla apertasi nel bilancio statale. Dietro c’è ovviamente il perdurare dei bassi prezzi del petrolio sul mercato internazionale, che mette in difficoltà un’economia ancora fortemente dipendente dalle esportazioni del greggio com’è quella saudita. Che non a caso nei mesi scorsi ha tentato di avviare una diversificazione promuovendo lo sfruttamento dei giacimenti di minerali e lanciato “offerte speciali” per far fronte alla concorrenza degli idrocarburi iraniani.

Secondo quanto si legge in un decreto governativo reso noto dai media locali, i ministri vedranno le proprie paghe ridotte del 20% per tutto il 2016; una decurtazione del 15% verrà applicata invece ai membri della Shura, un organo consultivo che ha tra le proprie prerogative quella di proporre leggi al governo e al re. Discorso analogo per i benefit extra: secondo l’agenzia di stampa Saudi Press Agency, i dipendenti dei ministeri dovranno pagarsi le loro ricariche telefoniche. Gli alti funzionari diranno addio alle loro auto blu fino alla fine del prossimo anno fiscale, mentre per i quadri più bassi è in arrivo un abbassamento del tetto alle ferie pagate. L’obiettivo è quello di portare le retribuzioni pubbliche a scendere, nel complesso, dal 45% al 40% del budget statale entro il 2020. Contestualmente, Riad ha deciso d’introdurre una nuova imposta sulle vendite e di ridimensionare i sussidi energetici.

È il taglio dei salari, in ogni caso, la misura che sembra destinata ad avere il maggior impatto sociale, dal momento che una percentuale enorme di cittadini sauditi – tra il 65 e il 70 per cento – è al momento impiegata in uffici pubblici, mentre le imprese private preferiscono assumere lavoratori stranieri, ai quali non vengono riconosciuti le indennità e i benefici che spettano invece ai cittadini sauditi. E proprio per favorire un rilancio di un’occupazione interna che non gravi eccessivamente sulle casse dello Stato, Riad ha annunciato che verranno posti nuovi limiti sulle quote di stranieri che le aziende nazionali possono reclutare: prima i Sauditi, insomma.

Ilcalo dei prezzi del petrolio, che l’Opec riunita in questi giorni ad Algeri non riesce a contrastare con accordi per contenere la produzione, ha provocato non pochi problemi alle finanze di Riad. Nel 2015 il bilancio statale si è chiuso con un deficit che ha sfiorato i 100 miliardi di dollari, mentre la crescita del pil viaggia intorno all’1%. Un dato, quest’ultimo, che per la monarchia locale è assai deludente. Secondo i tecnici sauditi, lo Stato arabo ha bisogno di vendere i propri barili di petrolio intorno agli 86 dollari: è questa la cifra che permetterebbe alle finanze pubbliche di restare in ordine. Ma per il terzo anno consecutivo, ormai, il costo del greggio non supera i 50 dollari al barile. Troppo poco.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09 ... i/3062972/


Tuttavia gli arabi se la caveranno bene ugualmente a differenza dei venezuelani



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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 07/05/2017, 21:40 
Mi chiedo come reagirebbero gli italici se un domani i disoccupati fossero la metà degli abitanti, se gli immigrati (pardon risorse) superassero i 15 milioni e se non ci saranno più i soldi per pagare le pensioni a tutti. Il guaio è che nessuno ci pensa un po come i venezuelani anni fa i quali tiravano a campare senza badare a ciò che era matematico che accadesse nel loro paese.



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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 11/05/2017, 10:47 
https://comedonchisciotte.org/venezuela ... -militari/

Venezuela : Sale la Tensione e gli USA annunciano Esercitazioni Militari

Come ha già scritto MintPress, il Venezuela è stato il bersaglio di una guerra economica prolungata, per le continue ingerenze U.S.A. nei confronti del governo di sinistra che ha portato al potere Hugo Chávez. Ma mentre al suo successore, Nicolás Maduro, va sicuramente addebitata parte delle colpe per la situazione che sta vivendo il Venezuela, gli U.S.A. hanno continuato a lavorare in segreto per devastare l’economia venezuelana con una combinazione di sanzioni e di manipolazioni del prezzo del petrolio.

Con le riserve di denaro in cassa che si stanno riducendo rapidamente, il governo Maduro rischia il fallimento nei prossimi mesi, in quanto quasi il 70 % delle riserve residue serve solo per pagare gli interessi sui prestiti concessi da governi stranieri. Quando comincerà l’operazione “America United”, la situazione in Venezuela sarà probabilmente già molto più grave di oggi e il governo di Maduro sull’orlo del collasso.

Inoltre, gli Stati Uniti hanno sovvenzionato con 50-60 milioni di dollari i partiti dell’opposizione venezuelana dopo il fallito colpo di stato USA contro Chávez nel 2002, nel tentativo di rafforzare i partiti di destra. Ora, questa cifra è destinata a crescere sostanzialmente dato che il Senato è disposto a votare un disegno di legge che dovrebbe finanziare con altri milioni l’opposizione venezuelana, oltre ad alcune non-nominate ONG.

La legge, si chiama “Venezuela Humanitarian Assistance and Defense of Democratic Governance Act” e vuole offrire 10 milioni di dollari in “assistenza umanitaria” al Venezuela e altri $10 milioni per “promozione della democrazia.”

Come dice chiaro la stessa legge, gli U.S.A. sono estremamente interessati alla situazione finanziaria in Venezuela, che è particolarmente preoccupante per la possibilità che la Russia possa prendere il controllo delle infrastrutture petrolifere venezuelane, se il governo Maduro dovesse finire per dichiarare bancarotta.

Nel testo della legge, si fa riferimento alla Compagnia Petrolifera Statale Venezuelana PDVSA e alle sue operazioni con la Rosneft, compagnia statale petrolifera russa. Come rileva TeleSur: “Per paura che la PDVSA non possa ripagare i suoi prestiti da $ 4 e $ 5 miliardi ricevuti dalla Rosneft – a parte il rimborso degli altri debiti del Venezuela – il disegno di legge teme che la Rosneft potrebbe prendere il controllo della PDVSA CITGO Petroleum Corporation – una controllata della PDVSA che opera in USA – che controlla “infrastrutture energetiche cruciali” in 19 Stati USA. “Visto come la Russia abbia già confiscato il petrolio venezuelano per fatture non pagate, malgrado l’alleanza esistente tra i due paesi, questa paura non sembra infondata.



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 11/05/2017, 10:55 
mik.300 ha scritto:
https://comedonchisciotte.org/venezuela-sale-la-tensione-e-gli-usa-annunciano-esercitazioni-militari/

Venezuela : Sale la Tensione e gli USA annunciano Esercitazioni Militari

............ [:D] [8D] [8D]



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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 11/05/2017, 20:23 
Plutone77 ha scritto:

Tra un po' se ne verrà fuori qualcuno con la storia che il Venezuela è un paradiso[...] e che comunque, se la crisi c'è, è solo colpa degli yankee


[:305]


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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 12/05/2017, 19:05 
mik.300 ha scritto:
Plutone77 ha scritto:
Cita:
Venezuela, la repressione sempre più dura, i morti salgono a 34 il blindato investe i manifestanti

Le immagini degli scontri cruenti in piazza dei contestatori di Maduro con la polizia


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Balla Maduro, dimena il suo fisico corpulento a ritmo di musica il presidente venezuelano sul palco davanti ai suoi sostenitori . Ha appena firmato il decreto che istituisce l’Assemblea Costituente e denunciato l’inizio di «una insurrezione armata da stroncare». «Abbiamo il diritto di difenderci dal terrorismo e lo faremo», promette mentre nelle strade di Caracas i blindati della polizia investono e schiacciano i manifestanti che volevano raggiungere in corteo la sede del Parlamento per protestare contro quella che considerano un espediente del «presidente-tiranno» per evitare le elezioni chieste a gran voce dalla piazza. Le immagini postate sui social mostrano un furgone della Guardia nazionale che investe almeno tre manifestanti nella capitale prima di essere centrato da una molotov.

Giovedì, giornata nazionale di mobilitazione studentesca, la repressione dalle strade è arrivata fin dentro le università. Un leader studentesco, José López, è stato ucciso mentre partecipava a un’assemblea nel suo campus, nella città di El Tigre, nella regione orientale di Anzoátegui. Alcuni civili armati - dei famigerati «colectivos», il braccio armato del regime — si sarebbero infiltrati tra gli studenti. «Uno dei presenti lo ha avvicinato e gli ha sparato diverse volte prima di scappare in sella a una motocicletta”, ha spiegato la Procura in una nota. Salgono così a 34 le vittime di un mese di proteste. All’ Università Centrale del Venezuela, il più importante ateneo pubblico del Paese, gli agenti hanno sparato gas lacrimogeni contro centinaia di studenti. Tensione anche negli atenei di altre città, come l’Università Bicentenaria di Aragua, dove molti manifestanti sono stati colpiti da granate lacrimogene sparate ad altezza d’uomo e pallettoni di gomma.
Un gruppo di studenti dell’Università cattolica di Caracas è marciato fino alla sede della Conferenza episcopale per consegnare ai vescovi un messaggio per Papa Francesco, «deve sapere che ci stanno picchiando e ci stanno uccidendo».

La mobilitazione studentesca è arrivata all’indomani di una delle giornate più sanguinose. Le violenze più gravi sono avvenute a una manifestazione antigovernativa a Las Mercedes, quartiere alla periferia est di Caracas, dove la Guardia nazionale è intervenuta con cariche e lacrimogeni contro i cortei di manifestanti che hanno lanciato bottiglie molotov. Qui è stato ucciso un manifestante di 17 anni, Armando Cañizales, colpito al collo da un proiettile. «Stava per diplomarsi, faceva il musicista e voleva iscriversi a Medicina all’università come sua mamma», ha twittato il deputato José Manuel Olivares , rimasto pure lui ferito lunedì scorso mentre partecipava a un corteo a El Paraíso, nel cuore della capitale. Tra i 300 manifestanti feriti negli scontri anche il vicepresidente dell’Assemblea Nazionale, Freddy Guevara, colpito da un lacrimogeno alla caviglia. Un altro dimostrante è stato arso dalle fiamme generate dall’esplosione di una moto della polizia.

Stretto tra la crescente tensione nelle piazze — con centinaia di migliaia di venezuelani che si riversano nelle strade ogni giorno ormai da oltre un mese — e la montante pressione internazionale, Maduro reagisce stracciando la Costituzione scritta dal suo padrino politico , Hugo Chávez. Un inganno, denunciano alcuni espatriati italiani: la Costituente sarà formata da 500 membri, ma soltanto la metà saranno eletti dal popolo a suffragio universale. Gli altri saranno scelti da consiglieri comunali e altri funzionari, tutti «uomini» del presidente.


http://www.corriere.it/video-articoli/2 ... 814c.shtml



mah..
queste uccisioni anonime mi fanno pensare a piazza maidan..
agli assassini perpetrati dai golpisti
da imputare al regime "sanguinario"..

non si capisce xchè un sostenitore di maduro
dovrebbe infiltrarsi tra gli studenti
e amazzare a bruciapelo questo lopez,
leader studentesco..
dove starebbe il vantaggio?
a me puzza di propaganda..

i consiglieri comunali sono scelti dal governo?
o eletti dai cittadini??

anche in italia partecipano all'elezione del presidente
esponenti di regioni ed enti locali..ecc.
il senso è quello..
rendere il più rappresentativo possibile l'organo assembleare..

a me pare tutto un remake della rivoluzione ucraina..




https://comedonchisciotte.org/venezuela ... -uccidere/

Venezuela, quei giovanissimi pagati per uccidere

Ha però perso la voglia di sorridere l’equipe della nota Tv privata Globovision, aggredita ieri dalle bombe di cui sopra rafforzate con pietre e pittura. La macchina ha sbandato, è finita contro un palo e gli occupanti hanno rischiato la vita. E’ successo nel quartiere di Altamira, nella parte agiata di Caracas, dove più forti sono le proteste delle destre. Attaccata anche una troupe del programma satirico Zurda Konducta (Vtv), mentre un cronista di Afp ha rischiato di essere bruciato vivo da un gruppo di incappucciati. Gli agenti lo hanno soccorso e salvato, ma le fotografie diffuse mostravano un giovane civile portato via da due divise per essere arrestato. Un altro episodio da mettere sul conto della “repressione”. L’agenzia ha poi presentato pubbliche scuse, ma nessuno le ha riprese.

Un altro giornalista è morto, invece, a La Mercedes, sempre nell’est della capitale. Si chiamava Miguel Castillo e aveva 27 anni. Una biglia di ferro gli ha trapassato il cuore. Anche le istruzioni su come sparare proiettili casarecci con armi artigianali si trovano nei siti radicali di opposizione, e un fotografo di Reuters le ha mostrate già dal 1° maggio. E’ morto così il giovane violinista Armando Canizales, 17 anni. Si è trovato sulla linea di tiro di un proiettile simile, diretto alla Gnb. La sua morte ha provocato la reazione del noto direttore d’orchestra Dudamel. Pressato da mesi dalla stampa internazionale (anche italiana) perché considerato vicino al chavismo, Dudamel ha finito per inviare da Los Angeles un comunicato “contro la repressione”.

Il deputato di opposizione, Freddy Guevara, ha dichiarato: “hanno ammazzato un ragazzo di 17 anni mentre Maduro ballava”, alludendo al programma televisivo del presidente. Le indagini e anche un’inchiesta del giornale spagnolo La Vanguardia (non certo favorevole al chavismo) hanno però messo in luce la diversa realtà. In base alle testimonianze di manifestanti, è emersa la strategia delle destre radicali di provocare quanti più morti possibili da addebitare alla “dittatura”.
“C’è un gruppo legittimo di manifestanti ma purtroppo ci sono anche gruppi estremisti nelle proteste e mi risulta che l’opposizione li paghi, ne conosco alcuni. Il musicista lo hanno ucciso e poi l’opposizione ha detto che era stato il governo. C’è una manipolazione senza limiti, per i leader di opposizione, più giovani muoiono e meglio è”. Così ha detto alla Vanguardia Aarón Troconiz, 27 anni, studente dell’Università bolivariana di Caracas.

Denunciata anche la presenza di giovanissimi, “contrattati” per creare il caos.

Qualche artista ha fatto notare a Dudamel che, nonostante la crisi, i soldi per l’Orchestra e per i viaggi dei suoi musicisti non sono mai mancati, nonostante i rilievi di chi avrebbe voluto porre quelle risorse altrove. Le destre tornate in campo in America latina – come Temer in Brasile – hanno per prima cosa abolito il ministero della Cultura.
Nel Tachira sono stati arrestati anche dei poliziotti della Pnb, accusati di aver sparato a bruciapelo contro un giovane, però fuori dalla piazza a cui non sono preposti. L’opposizione ha protestato perché chi viene arrestato per le violenze può essere giudicato dai tribunali militari, rischiando una pena fino a vent’anni. Il governo ha risposto ricordando la legge che prevede il ricorso al tribunale militare in caso di attacco armato a funzionari di polizia. La Gbn non può portare armi, solo lacrimogeni e idranti. In piazza, però, si verificano omicidi mirati da parte di chi ha evidentemente interesse a provocare il caos. E fa riflettere che anche un altro giovane, Juan Pernalete, sia rimasto ucciso come il violinista e sempre nella zona che dipende dal comune di Chacao, il cui sindaco, Ramon Muchacho, è un pasdaran della cacciata violenta di Maduro dal governo.

Ieri è stato ammazzato un moto-taxista (un militante chavista) ed è stato ferito il suo passeggero. Una sessantenne è rimasta gravemente ustionata dalle molotov. Dall’inizio degli scontri, sono stati uccisi cinque Gbn.
Maduro ha lanciato la proposta di un’Assemblea costituente, una richiesta avanzata anche dalle destre, che però ora la rifiutano e il parlamento a maggioranza di opposizione l’ha bocciata. Respinto da parte dei vescovi anche l’appello del papa alla pace. Nonostante il chavismo abbia liberato 7 politici detenuti, come stabilito durante i colloqui di pace, le destre hanno rovesciato comunque il tavolo, forti dell’appoggio di Trump e del Segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani (Osa), Luis Almagro. Ieri, l’organismo internazionale, da cui Caracas ha deciso di uscire, ha nuovamente tentato di far fissare una riunione urgente sul Venezuela, ma i paesi progressisti latinoamericani l’hanno respinta. Per ora.

Geraldina Colotti



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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 12/05/2017, 19:24 
Qui co vogliono immediate contromisure.Solamente in Turchia si può fare diversamente.Mi domando quante persone siano state "eliminate" dal governo turco.Ma si sa,Erdogan è un paladino di democrazia......e poi va bene agli Usa.


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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 12/05/2017, 19:48 
fottuti sbirri yankee infiltrati... [:297]

http://www.dailymail.co.uk/news/article ... chest.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 12/05/2017, 19:55 
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Il Venezuela, il fallimento socialista ed il grande silenzio della sinistra

Il Venezuela è nel caos più totale. Crisi politica, sociale, economica. In altre parole, ci troviamo di fronte all’ennesimo fallimento dell’ideologia socialista. Uno degli aspetti più incredibili di questa triste vicenda è il silenzio assordante della classe intellettuale e dirigente di sinistra. Se, infatti, durante il periodo Chavista (1999-2013), il Venezuela ci è stato spesso, erroneamente, presentato come una storia economica di grande successo, nel corso di questi ultimissimi anni la retorica pro-Caracas si è notevolmente affievolita.

Da Jeremy Corbyn a Bernie Sanders, passando per Jean-Luc Mélenchon, Pablo Iglesias, Alexis Tsipras e, perfino, il “Che Guevara” dei 5 Stelle, Alessandro Di Battista: dopo tanti endorsement, nessuno di loro ha oggi la voglia o la forza di commentare e condannare apertamente le azioni dell’ormai de facto dittatore Nicolás Maduro. Forse che il Venezuela non è abbastanza socialista per la classe politica occidentale? Oppure, vista la mala parata, è più corretto tacere ed ammettere implicitamente che la tanto amata “Rivoluzione Bolivariana” è stata semplicemente un enorme, catastrofico insuccesso, fin dall’inizio?

Dopo un breve periodo (1999-2007) di relativa prosperità, principalmente dovuto al prezzo record del petrolio, anziché alle politiche economiche anti-capitaliste di Hugo Chavez, a partire dal biennio 2008-2009, l’economia venezuelana è rapidamente entrata in depressione ed oggi, stando al recente sondaggio “Encuesta sobre Condiciones de Vida 2016”, oltre l’81% delle famiglie venezuelane vive in condizioni di povertà. Stando sempre a questi dati, nel corso dell’ultimo anno il 75% dei venezuelani ha perso peso (in media 8.7 chili) per mancanza di cibo e malnutrizione. Inoltre, secondo fonti governative venezuelane, nel 2016 la mortalità infantile è aumentata del 30%, quella delle madri è salita del 65% e i casi di malaria sono aumentati del 76%. Possiamo quindi tranquillamente parlare non solo di crisi economica, ma di vera e propria crisi umanitaria.

Grafico 1: Prezzo per barile di petrolio tra 9 Maggio 1997 ed il 9 Maggio 2017 – Fonte Nasdaq (osservare crescita del prezzo tra 2001 e 2007-2008 e crollo prezzo tra 2014 e 2015)

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Questo è il risultato di 17 anni di socialismo. Chavez e Maduro hanno trasformato l’economia più ricca dell’America Latina in una delle più povere del continente e meno libere del mondo. Secondo l’ultimo “Indice di libertà economica” pubblicato dalla Heritage Foundation tre mesi fa, solo la Corea del Nord (che tanto piace al leader della Lega Nord Matteo Salvini e al Senatore Antonio Razzi) risulta essere più oppressa del Venezuela.

Grafico 2: Indice della libertà economica del Venezuela e del mondo tra il 1995 e il 2017 – Fonte Heritage Foundation, ultimo report “Index of Economic Freedom” pubblicato a febbraio 2017

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Detto ciò, l’attuale disastro economico, sociale e politico del Venezuela trova origine nel “dorato” periodo Chavista. La totale incapacità, inadeguatezza ed incompetenza di Nicolás Maduro hanno semplicemente fatto il resto, portando la debole democrazia venezuelana verso la dittatura ed al collasso.

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A partire dai primi anni 2000 Chavez (detto anche “il Comandante”) iniziò un forte programma di nazionalizzazione di interi settori economici. Come riporta anche Bloomberg, Chavez decise di nazionalizzare completamente anche l’industria petrolifera, la fonte principale di ricchezza del paese. Nel giro di pochi anni la PDVSA, la principale azienda petrolifera venezuelana, finì sotto il totale controllo del governo. Nel dicembre 2002, dopo un lungo sciopero generale anti-governativo, 19.000 dipendenti della PDVSA furono licenziati (alcuni addirittura torturati) e successivamente sostituiti da nuovo personale più leale all’operato del governo.

Ad oggi, l’azienda risulta essere mal governata e come riporta Reuters la sua produzione di petrolio ha raggiunto livelli minimi, pari a quelli del 1993. Inoltre, a partire dal 2007, diverse grandi aziende petrolifere straniere, come, ad esempio, Exxon Mobil e ConocoPhillipps, hanno abbandonato il paese, a seguito dell’esproprio illegale di tutti i loro asset da parte dei diversi governi a guida Chavez.

Questo è però solo uno degli esempi più eclatanti del fallimento delle politiche economiche socialiste di Chavez. Nel 2005 infatti il suo governo iniziò ad espropriare e nazionalizzare l’intero settore agricolo e ad imporre massimali di prezzi alle derrate alimentari. Ciò ha naturalmente portato ad un drastico calo della produzione e, se poco più di un decennio fa il Venezuela produceva – ad esempio – quasi tutto lo zucchero di cui aveva bisogno, oggi deve importarne invece circa l’80%. Stando ai dati dell’associazione dei produttori di zucchero, nel 2016 il Venezuela ha infatti prodotto solamente 242.306 tonnellate di zucchero raffinato, esattamente il 68% in meno rispetto alle 740,000 tonnellate prodotte nel 2006.

Subito dopo aver assunto il controllo totale di tutti i settori strategici del paese, Chavez avviò un forte programma di welfare.

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Nel giro di pochi anni questo programma sociale divenne finanziariamente impossibile da sostenere, principalmente a causa degli introiti sempre minori provenienti dal settore petrolifero ormai completamente assoggettato al potere politico.

Di conseguenza, anziché accumulare riserve di petrolio, diversificare l’economia venezuelana e migliorare le condizioni macroeconomiche del paese, i successivi governi Chavez si focalizzarono con forza sulla repressione dei dissidenti, sull’oppressione dei media e sul controllo dei mezzi di produzione e dei prezzi. Inutile sottolineare il fatto che nell’arco di pochi anni Chavez si trovò in una situazione finanziaria peggiore di quella iniziale. Proseguendo il programma economico del suo precedessore, Nicolás Maduro ha portato a compimento l’opera avviata dal “Comandante”, distruggendo definitivamente il Venezuela.

Come riportano le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, si prevede che il prodotto interno lordo venezuelano diminuirà del 4,1% quest’anno, dopo essere già calato del 35,5% tra il 2013 ed il 2016. Come scrive l’Economist, sembra di essere in uno scenario di guerra. Si prevede inoltre che la decrescita economica possa contunuare anche nel prossimo quinquennio. E come riporta anche il Wall Street Journal in un recentissimo articolo, l’inflazione ha ormai raggiunto il 720% e potrebbe superare il 2000% entro la fine dell’anno. L’import di alimenti è crollato del 70% in un solo anno e al mercato nero un dollaro statunitense equivale a circa 4.500 bolivar.

Grafico 3: Tasso di inflazione Venezuela tra 1999 e 2022 (previsioni) – Fonte Fondo Monetario Internazionale, World Economic Outlook, ultimo report pubblicato ad aprile 2017.

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A livello di ordine pubblico la situazione è altrettanto cupa. Nel corso di questo ultimo mese, 37 persone sono morte; 700 sono state ferite e 1800 sono state arrestate. Stando ad una recente inchiesta del New York Times, nel 2016 il numero di omicidi ha raggiunto il livello record di 28.479. I supermercati sono ormai vuoti ed in mancanza di medicine, beni primari e cibo decine di migliaia di venezuelani stanno iniziando a scappare e a rifugiarsi nel vicino Brasile.

Anche gli oltre 160mila italiani residenti nel paese sud-americano sono in grave pericolo. Sembra incredibile però apprendere che solo pochi mesi fa (esattamente il 24 gennaio) alcune forze politiche italiane (SEL e M5S in primis) si siano opposte ad una mozione – presentata dall’attuale maggioranza – sulla crisi del Venezuela. Ancora più triste poi notare come alcuni commentatori e politici nostrani continuino a sostenere l’ormai insostenibile ed illiberale governo di Caracas, voltandosi dall’altra parte.

Come la storia ha già avuto modo di insegnarci più volte, anziché avvicinarsi all’utopia tanto conclamata, un sistema economico socialista è destinato sempre e comunque al fallimento e alla miseria. Parafrasando Friedrich Von Hayek, questo tipo di sistema può solo portare verso la via della povertà, della fame, della privazione e della servitù. La triste parabola del Venezuela ce lo dimostra nuovamente.

Dopo tanto silenzio, forse, è finalmente arrivato il momento, anche per gli intellettuali e politici di sinistra, di ammetterlo.

scritto da Giovanni Caccavello il 11 Maggio 2017



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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 12/05/2017, 21:42 
Plutone77 ha scritto:
Plutone77 ha scritto:

Tra un po' se ne verrà fuori qualcuno con la storia che il Venezuela è un paradiso[...] e che comunque, se la crisi c'è, è solo colpa degli yankee


[:305]


zakmck ha scritto:
Solo che ora come da tradizione, si aggiungeranno i soliti tifosi, che inevitabilmente butteranno la discussione sul confronto tra capitalismo e sistemi comunisti-socialisti quando non anche quelli del destra vs sinistra.


[:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: Venezuela
MessaggioInviato: 13/05/2017, 01:32 
zakmck ha scritto:
Solo che ora come da tradizione, si aggiungeranno i soliti tifosi, che inevitabilmente butteranno la discussione sul confronto tra capitalismo e sistemi comunisti-socialisti quando non anche quelli del destra vs sinistra.

Io penso che tutto dipenda dal loro errato modo di gestire le proprie ricchezze, corruzione in testa. Spero davvero che il Venezuela possa risollevarsi, forse è utopia per come sono messi ma lo spero.



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