Andrei Lankov: "Per la Cina di Xi, Kim con l'atomica è il male minore"
Parla il russo direttore del Korea Risk Group: "In caso di blitz Usa, l'ordine di attaccare Seul è già stato dato"
PECHINO. E quindi l'esercito di Kim Jong-un attaccherebbe Seul senza aspettare l'ordine da Pyongyang?
"Per la verità l'ordine è proprio quello: di fronte a qualsiasi attacco bombardare il Sud senza aspettare conferma".
E davvero lei crede che Donald Trump stia pensando al blitz?
"No ma non posso escluderlo: finora non ho visto grandi prove di self control".
Andrei Lankov, russo di 54 anni, laurea a Leningrado e master all'università Kim Il-sung di Pyongyang, professore alla Koolmin di Seul e autore di "The Real North Korea" per l'Oxford University Press, è il direttore ricercatissimo del Korea Risk Group, il più informato pensatoio sul mondo dei Kim. La riposta all'eventuale attacco Usa è già pronta.
Dunque Kim ci pensa da tempo?
"Sa benissimo che l'esercito con il sistema di comunicazione più potente del mondo per prima cosa cercherebbe di neutralizzare il suo. È dal 2013, appena al potere, che ha dato l'ordine a una divisione sotto la zona demilitarizzata: e credo ormai diffuso a tutte le altre".
Nessuna sanzione ci aiuterà a evitare la guerra?
"Voi italiani lo capite bene. Se vi avessero chiesto: preferite il caos dei rifugiati o Gheddafi al potere a Tripoli, beh, immagino la risposta - e chi scappa dalla Libia non porta mica l'atomica. Più dure sono le sanzioni, più la Corea del Nord rischia il collasso. E la Cina non vuole il caos alle porte".
Come ne usciamo?
"Ormai c'è solo spazio per qualche compromesso: e anche scomodo. Ma se pensate che la Corea del Nord possa rinunciare all'atomica scordatevelo: non accadrà. Punto".
I cinesi insistono: dialogo.
"Perché è vitale guadagnare tempo. Perché se c'è la possibilità di una qualche azione militare non è per un attacco disperato di Pyongyang su Seul: è per un blitz americano che innescherebbe una guerra enorme".
Tutti dicono: tocca a Pechino, il Dragone controlla il 90% dell'economia nordcoreana.
"I cinesi vedono tre opzioni. La Corea del Nord ormai nuclearizzata: brutta ipotesi. La Corea del Nord strangolata dalle sanzioni, quindi al collasso e magari unificata in stile Germania, nel nome del Sud alleato degli Stati Uniti: bruttissima ipotesi. La Corea in uno stato di guerra civile magari dopo un blitz Usa e sempre con il prospetto dell'unificazione: pessima ipotesi, il peggio del peggio. Neppure ai cinesi piace, ma la Corea del Nord nuclearizzata è il male minore".
Eppure cinesi e russi insistono: "Suspension for suspension". Usa e Corea del Sud fermano le esercitazioni militari e la Corea del Nord ferma i test.
"Gli americani non lo accetteranno mai. Ma neppure i nordcoreani. Solo quando avranno bomba e missili ci proveranno: aiuti umanitari, aiuti finanziari".
Tagliare il petrolio può metterli in ginocchio.
"Troveranno altre vie: già lo fanno, importano da altri Paesi, Russia compresa, spesso usando compagnie di copertura del sud est asiatico".
Le sanzioni, si dice, potrebbero spingere i nordcoreani a ribellarsi.
"Naturalmente le rivoluzioni possono sempre avvenire, anche senza aiuto straniero: ma oggi mi sembra improbabile".
Pronti dunque a nuovi lanci e test.
"Ne hanno bisogno. Per avere un sistema missilistico soddisfacente devi fare un certo numero di test. Di quelli seri ne hanno fatti un paio. Andranno avanti".
Fino a quando.
"Fino a quando gli americani realizzeranno che la denuclearizzazione è impossibile e cercheranno un compromesso: ma non a breve. Accordi da guerra fredda. L'arsenale di Pyongyang sotto restrizione in cambio di concessioni di Washington e Seul: anche finanziarie".
Indietro non si torna.
"Al contrario: più potente diventa la dinastia dei Kim, più rischioso diventa fare qualsiasi cosa per rimuoverla".
http://www.repubblica.it/esteri/2017/09 ... 175285077/