Cita:
Prof. Giulio Tarro all'AntiDiplomatico: "L'epidemia si è spenta a maggio. E' ora di farla finita con il terrorismo mediatico"di Francesco Santoianni
A sentire le TV si direbbe che le (insensate) misure decise con il DPCM del 13 ottobre siano l’ultima trincea prima di arrendersi ad un nuovo lockdown; che, certamente, sarà “giustificato” dai prossimi “morti per Covid” (e cioè i tanti anziani portati via annualmente dall’influenza, nei quali saranno trovate pur labili tracce del virus SARS-Cov-2). Cosa fare di fronte ad una gestione dell'emergenza che, spacciando i positivi (che per il 95% sono asintomatici) per malati, prospetta una flagrante violazione della nostra Costituzione e dei nostri diritti? Intanto, definire proposte per far nascere, anche qui in Italia, un movimento degno di questo nome. Su questo, e su altro, abbiamo intervistato il prof. Giulio Tarro.
Professore, qual è la reale situazione Covid in Italia?
"Anche volendo prendere per attendibili i dati ufficiali trasmessi dal Governo, ritengo che l’attuale situazione confermi pienamente quello che avevo già detto. E cioè che l’epidemia Covid si è spenta a maggio."
E perché, ancora oggi, si scoprono dei contagiati?
"A monte della fallacia dei tamponi, per quanto riguarda l’Italia, il SARS-Cov-2 si direbbe segua la stessa evoluzione del coronavirus che determinò l’epidemia SARS del 2002-2004 che, pur rimanendo in moltissime persone, d’un tratto, non provocò più morti. E ritengo folle che oggi l’OMS e tanti “esperti non abbiano preso in considerazione la reazione delle cellule T alle proteine strutturali (nucleocapside, NP) e non strutturali (NSP-7 e NSP-13 di ORF1 accessorie) che hanno fatto finire quella epidemia, preferendo concentrarsi sulla “caccia” ad un virus che, oggi, non può certo essere estirpato dal genere umano. Inutili, quindi, “cordoni sanitari”, “zone rosse” o “alberghi per contagiati”: il SARS-Cov-2, verosimilmente, rimarrà per secoli. Come, ad esempio, quello della varicella, che in passato ha prodotto immani stragi ma che oggi, pericoloso solo in gravidanza, periodicamente affiora con qualche caso di herpes zoster."
Quindi, cosa si dovrebbe fare oggi?
"Oggi, per il Covid, conosciamo l’efficacia di cure quali, ad esempio, la trasfusione di plasma con anticorpi. Per questo, invece di un perenne Stato di Emergenza, abbiamo bisogno di tenere sotto osservazione l’evoluzione del contagio. C’è bisogno, quindi, di una capillare, perenne, campagna di screening svolta dallo Stato; tolta, cioè, dalle mani di personaggi, come gli attuali governatori regionali che l’hanno trasformata in una caccia all’untore solo per ottenere uno sciagurato consenso. E l’attestazione nelle persone sottoposte a screening di uno stato di positività (che va e viene) non deve assolutamente determinare una messa in quarantena.
Inoltre, c’è bisogno di proteggere le categorie a rischio. Il nostro paese, dopo il Giappone, è quello con il più alto tasso di anzianità; e questo, ad esempio, si traduce, ogni anno, in decine di migliaia di morti (forse evitabili) durante le epidemie influenzali. In Italia, a marzo, nacquero iniziative per evitare che persone anziane, magari febbricitanti, dovessero recarsi in strada per fare la spesa o incassare la pensione. Sarebbe il caso, invece di dilapidare miliardi di euro acquistando banchi per le scuole, che queste iniziative diventassero stabili, soprattutto ora che l’epidemia influenzale è alle porte.
Poi, facciamola finita con questo circo degli innumerevoli comitati e consulenti dei ministeri. In Svezia, ad esempio, c’è un solo consulente ufficiale - l'epidemiologo di Stato, Anders Tegnell - che ha fatto un ottimo lavoro, tra l’altro, evitando inutili misure vessatorie e permettendo così alla Svezia di uscire dall’emergenza. Qui siamo, invece, ad un Comitato Tecnico Scientifico, che si tiene dentro ogni possibile “esperto” per potere così, informalmente, avallare le scelte del governo.
Altrettanto importante è farla finita con la disinformazione e il terrorismo mediatico. Oggi, in Italia, nonostante tutte le chiacchiere sulla “trasparenza” o sugli Open Data, sul Covid vengono diffusi solo dati aggregati quali “decessi”, “contagiati”, “guariti”… senza che sia possibile conoscere la loro storia clinica. Ancora peggio la censura e i provvedimenti disciplinari con i quali si tenta di silenziare i tanti dipendenti ospedalieri che osano dichiarare qualcosa di difforme dalla Verità Ufficiale. È ora di farla finita con questo metodo. Diffondere il panico, certamente, rafforza politicamente chi ci governa. Ma impedisce al sistema sanitario di funzionare. Le 35.000 persone, morte ufficialmente per Covid, ne sono la testimonianza."
Fonte:
https://www.luogocomune.net/21-medicina-salute/5633-prof-giulio-tarro-all-antidiplomatico-l-epidemia-si-%C3%A8-spenta-a-maggio-e-ora-di-farla-finita-con-il-terrorismo-mediatico Contro questo tipo di potere "impersonale" che usa burattini come i De Luca i Conte e Fontana ecc. ecc. i "moti" napoletani servono a poco. Sarebbe servito a molto invece esprimere alle urne un rappresentante degno di tal nome invece di prendersi i 20€ per votare il prescelto della camorra. Fare casino contro la polizia (che nulla c'entra con tutto ciò) darà modo a chi di dovere di stringere ancor di più il guinzaglio. Perchè o fai un colpo di stato ed entri nelle stanze dei bottoni spargendo fiumi di sangue di stato (politici e dipendenti pubblici annessi) oppure è solo una baracconata.
L'unico modo per combatterli e l'unica cosa che temono non è certo qualche idiota che spacca vetrine (magari sono pagati e finanziati da qualche ONG a noi ben nota, o da qualche capetto di partito trombato) ma la conoscenza e la diffusione delle informazioni. Ormai siamo troppo nella ********** per pensare di risolverla facilmente brandendo qualche spranga e cantando cori da stadio sotto un palazzo. bisogna pianificare sul lungo periodo, perchè nel breve (decenni) la guerra è persa, ed è stata persa GRAZIE A NOI STESSI.
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Farmaci contro il Covid-19. Quali alternative esistono adesso?
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha sottolineato la scorsa settimana che Remdesivir, così come alcuni altri farmaci ritenuti efficaci nel trattamento del COVID-19, non hanno mostrato alcun risultato positivo contro la malattia nel quadro di una sperimentazione clinica. Remdesivir, uno dei farmaci più promettenti, era stato approvato per l'uso in diversi paesi.
Dopo questi risultati, gli specialisti continuano a condurre studi per trovare alternative. Quali sono i candidati più probabili, tra i farmaci esistenti, per attenuare l'impatto della malattia e ridurre il numero di vittime?
Lo studio dell'OMS e i suoi risultati
Mesi prima che i risultati di quello studio dell'OMS venissero pubblicati, il 1 maggio, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha autorizzato l'uso di emergenza di Remdesivir. Utilizzato da allora in diversi paesi, è stato uno dei farmaci con cui è stato trattato il presidente Donald Trump, quando è risultato positivo al Covid-19.
Tuttavia, il risultato inaspettato della sperimentazione clinica internazionale OMS Solidarity, la cui versione preprint è stata pubblicata il 15 ottobre sul portale medRxiv, ha dimostrato che il farmaco non è efficace contro il coronavirus. Oltre a Remdesivir, lo studio ha valutato gli effetti dell'idrossiclorochina, la combinazione di farmaci anti-HIV lopinavir/ritonavir e dell'interferone, applicati a un totale di 11.266 pazienti adulti in 405 ospedali di 30 paesi.
Secondo la ricerca, i regimi di trattamento con questi farmaci sembravano avere "scarso o nessun effetto" sulla mortalità nell'arco di 28 giorni, o sulla durata del corso ospedaliero, tra i pazienti ospedalizzati con COVID-19. I test per l'idrossiclorochina e la combinazione lopinavir/ritonavir sono stati interrotti già a giugno, dopo essersi dimostrati inefficaci.
In questo contesto, la società Gilead Sciences, che ha sviluppato Remdesivir, ha pubblicato una dichiarazione in cui affermava che i risultati "appaiono incoerenti con le prove più forti dei molteplici studi controllati randomizzati pubblicati su riviste peer-reviewed che hanno convalidato il beneficio clinico" del farmaco. "I vantaggi di Veklury [Remdesivir] sono stati dimostrati in tre studi clinici randomizzati e controllati, incluso uno studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo (ACTT-1): il gold standard per la valutazione dell'efficacia e della sicurezza del farmaco sperimentale" ha spiegato l'azienda.
"Siamo preoccupati che i dati di questo studio globale in aperto non siano stati sottoposti alla rigorosa revisione necessaria per consentire una discussione scientifica costruttiva, soprattutto visti i limiti dello studio", hanno osservato da Gilead Sciences.
Remdesivir è stato studiato anche dalla società farmaceutica statunitense Eli Lilly and Company. A settembre, l'azienda ha sottolineato , dopo uno studio con più di 1.000 partecipanti, che la combinazione di Baricitinib - un farmaco usato per trattare l'artrite reumatoide grave - e Remdesivir può ridurre il periodo di recupero di una persona infetta.
Le conclusioni dell'OMS, tuttavia, non sono state decisive per Remdesivir, poiché questo 22 ottobre ha ricevuto l'approvazione della FDA, diventando così il primo e per il momento l'unico farmaco il cui uso è formalmente autorizzato per il trattamento del Covid-19 negli Stati Uniti.
Alternative
Dopo la pubblicazione dei primi risultati dello studio, il direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha indicato che il progetto non è ancora giunto al termine e che gli effetti di altri farmaci, tra cui anticorpi monoclonali e nuovi antivirali, sono ancora allo studio e che ogni mese vengono reclutati circa 2.000 pazienti.
L'uso di anticorpi monoclonali è stato studiato anche da Eli Lilly and Company, ma la scorsa settimana il produttore di farmaci ha annunciato che la sua sperimentazione clinica è stata interrotta per motivi di sicurezza. Una portavoce dell'azienda ha notato che accetta la raccomandazione del Data Security Monitoring Board (DSMB), un gruppo indipendente di esperti medici che monitora gli studi clinici e ha raccomandato una pausa nei test chiamato ACTIV-3.
Finora, il farmaco più promettente nella lotta contro il coronavirus è il desametasone. Gli autori del progetto 'Recovery', che si svolge nel Regno Unito, hanno indicato a giugno che il farmaco riduce di circa un terzo il tasso di mortalità dei pazienti sottoposti a ventilazione artificiale, rispetto al gruppo che ha ricevuto cure standard. Gli specialisti hanno specificato che il rischio di morte per i pazienti gravemente malati con ventilazione artificiale è stato ridotto dal 40% al 28%.
Martin Landray, Professore di Medicina ed Epidemiologia presso il Dipartimento di Salute della Popolazione dell'Università di Oxford e uno degli autori principali dello studio, ha spiegato che questi risultati suggeriscono che per ogni otto pazienti trattati con ventilatori, uno potrebbe essere salvato se tutti ricevono desametasone. Allo stesso tempo, secondo la ricerca, il farmaco non ha avuto effetto nei pazienti che non necessitavano di supporto respiratorio, né tramite ventilatore né maschera per l'ossigeno.
Anche il direttore generale dell'OMS ha valutato positivamente l'effetto del desametasone e la scorsa settimana ha affermato che, oggi, è l'unico farmaco che si è dimostrato efficace contro la forma più grave di Covid-19.
Fonte:
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-farmaci_contro_il_covid19_quali_alternative_esistono_adesso/82_37895/
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