Ragazzi buondì…
... riporto anche qui l'intevento che ho scritto su Luogocomune...
Più di due anni fa su di un sito che tuttora si occupa
anche di matematica [oggi l’attività principale del sito è dare addosso a Silvio Berlusconi…] ho impostato un ‘modello numerico’ volto a ‘giustificare’ i tempi di crollo delle
Towers e dell’edificio 7. I dettagli li trovate in …
http://www.matematicamente.it/forum/11- ... 16835.html… e in questa sede mi limito a riassumere i risultati. La ‘matematica’ è riassunta nella tabella seguente…
La caduta di un ‘oggetto’ sottoposto alla gravità e alla resistenza aerodinamica [non siamo sulla Luna questa volta…] è descritta dall’equazione differenziale che vedete in tabella, in cui la ‘resistenza aerodinamica’ è proporzionale, tramite una costante k, al
quadrato della velocità dell’oggetto. La soluzione del problema così impostato non è propriamente elementare poiché l’equazione è di secondo ordine di tipo
non lineare. Dal momento che il sito al tempo godeva di un certo ‘prestigio’ [con tanto di ‘riconoscimenti ufficiali’…] e lì nessuno è stato in grado di ‘controbattere’ la soluzione da me trovata, questa è da ritenersi
validata a tutti gli effetti, L’espressione che fornisce la quota di un oggetto di peso P che cade da un’altezza pari a L ed incontra una resistenza aerodinamica di costante k è riportata naturalmente nella tabella. Una stima approssimata del valore di k nel caso delle
Towers ha portato ad un valore compreso tra .005 e .01 e con tali valori è stato costruito il grafico che qui vedete…
Immagine:
85,81 KBI dati che vedete sono di estremo interesse. L’oggetto è rappresentato dall’ultimo piano dei due edifici e la quota è misurata non in metri bensì in ‘piani’. In nero è rappresentata la curva in
caduta libera [ossia con k=0…] , in grigio la caduta con k=.005, in azzurro la caduta con k=.01. Se osservate le tre curve con attenzione è facile notare che, nei primi istanti di caduta le tre curve sono all’incirca coincidenti e questo perché la velocità è ancora ‘bassa’. Nello stesso diagramma sono riportati, con un certo ‘margine di incertezza’, anche i tempi di caduta dei due edifici e chiunque può fare le dovute considerazioni. La curva tratteggiata che vedete in alto è la caduta ‘piano dopo piano’ e l’enorme differenza tra questa curva e le precedenti non ha bisogno di alcun commento. Nella tabella seguente potete vedere il casi dell’Edificio 7…
Mi sono permesso di riportare questi dati per ‘confutare’ una volta per tutte l’errato concetto secondo il quale i tre edifici del
World Trade Center sarebbero crollati in modalità ‘caduta libera’. Come è evidente i tempi dei crolli sono decisamente superiori a quelli di caduta libera ma rispettano le leggi della caduta
in condizioni di sola resistenza aerodinamica. In altre parole l’unico ostacolo che si è frapposto alla caduta delle strutture è stata… l’aria… il che significa che in tutti è tre i casi il
core d’acciaio delle strutture è semplicemente
evaporato…
cordiali saluti
lupo grigio
