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Astronave
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MessaggioInviato: 05/10/2009, 19:36 
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Giovanni dalla Teva ha scritto:

...Di certo, difficilissima appare la ricostruzione storica di quei tempi, ma comunque ogni analisi ad essa relativa, termina nel constatare e documentare la grande falsificazione da cui nasce il cristianesimo.



Sul forum 'consulenzaebraica' sto preparando una risposta per 'ipazia56'. Quando l'avrò postata lì, provvederò a farlo anche qui.

Penso che dalla lettura di tale messaggio, parecchie cose appariranno chiare a chi prova il desiderio di capire e che non si accontenta delle esilaranti panzane scodellate da 'mamma' chiesa e 'papa' clero, da cui tanti 'strani' individui hanno avuto origine....


Saluti


Veritas

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MessaggioInviato: 06/10/2009, 16:09 
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Veritas ha scritto:
Bene, visto che a te piacciono i riscontri storici (come del resto è giusto che sia!), è assolutamente necessario per me, prima che risponda alla tua domanda, avere un riscontro razionale ed oggettivo circa la tua buona fede. All'uopo ti riporto quanto segue:

Ora io ti chiedo: sapresti fornire una spiegazione razionale di tutto ciò, tu che contesti i 'confutatori' laici in modo, per così dire, 'ultrarealista' (nel senso di essere più realista del re)?...

A ciò risponderò in funzione della tua risposta a quanto sopra.
Saluti
Veritas


Stai scherzando? Non fai sul serio, vero?
Dunque, riepiloghiamo. Tu hai raccontato una storiella sui templari secondo la quale Celestino V sarebbe stato una carogna e Filippo il Bello quasi un agnellino, a torto accusato dei massacri. Riguardo a Celestino V nulla quaestio, essendo lui l’unico personaggio storico in grado di mettere d’accordo massoni e cattolici per la sua viltà e per il suo servilismo. Il mio problema è Filippo il Bello. Tu, però dopo aver raccontato questa simpatica storiella, condizioni l’esposizione dei tuoi riscontri storici alla mia “buona fede” ponendomi una domanda sugli Atti che coi templari c’entrano come il cavolo a merenda. Ora, però, immaginiamo che io - essendo in mala fede - ti risponda che il periodo “che Paolo sosteneva essere ancora in vita” a riferirlo siete soltanto tu e le vecchie versioni della Cei perché in tutte le altre lezioni (e anche nell’interlineare) di At 25,19 dell’avverbio “ancora” non ho trovato traccia. “Che Paolo diceva essere vivente (o vivo)” è la traduzione della pericope, della quale non ho trovato varianti. Immaginiamo, allora, che io – essendomi per la prima volta velocemente interessato a quest’argomento e solo a seguito della tua sollecitazione - ti dica in mala fede che senza l’avverbio temporale “ancora” (che indica continuità di un fatto fino al presente dell’esposizione) la pericope è suscettibile di assumere tutt’altro significato. Tu che cosa fai, nel caso della mia reiterata mala fede, lasci il sospetto che su Filippo il Bello a essere in mala fede sia proprio tu?

Saluti
ON


Ultima modifica di operanuova il 06/10/2009, 16:11, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 06/10/2009, 19:08 
riguardanti un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere in vita.

Atti Apostoli 25

«[13]Erano trascorsi alcuni giorni, quando arrivarono a Cesarèa il re Agrippa e Berenìce, per salutare Festo. [14]E poiché si trattennero parecchi giorni, Festo espose al re il caso di Paolo: «C'è un uomo, lasciato qui prigioniero da Felice, contro il quale, [15]durante la mia visita a Gerusalemme, si presentarono con accuse i sommi sacerdoti e gli anziani dei Giudei per reclamarne la condanna. [16]Risposi che i Romani non usano consegnare una persona, prima che l'accusato sia stato messo a confronto con i suoi accusatori e possa aver modo di difendersi dall'accusa. [17]Allora essi convennero qui e io senza indugi il giorno seguente sedetti in tribunale e ordinai che vi fosse condotto quell'uomo. [18]Gli accusatori gli si misero attorno, ma non addussero nessuna delle imputazioni criminose che io immaginavo; [19]avevano solo con lui alcune questioni relative la loro particolare religione

riguardanti un certo Gesù, morto, che Paolo sosteneva essere in vita.»

1) Chiara dimostrazione di una parte dello scritto fantasioso, con intenti falsificatori storici qual'è il Testo degli Atti degli Apostoli.

L'autore era forse presente quando parlava il procuratore Festo con re Agrippa e Berinice?


2) Chiara dimostrazione di quanto fosse infido, cioè che non ci si può fidare, dello scrittore. Non ebbe il coraggio di far dire al procuratore la parola "risorto" per tutto ciò che essa avrebbe comportato.

Un caro saluto


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 06/10/2009, 19:13, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 06/10/2009, 19:21 
Cita:

Operanuova ha scritto:


Stai scherzando? Non fai sul serio, vero?
Dunque, riepiloghiamo. Tu hai raccontato una storiella sui templari secondo la quale Celestino V sarebbe stato una carogna e Filippo il Bello quasi un agnellino, a torto accusato dei massacri. Riguardo a Celestino V nulla quaestio, essendo lui l’unico personaggio storico in grado di mettere d’accordo massoni e cattolici per la sua viltà e per il suo servilismo. Il mio problema è Filippo il Bello. Tu, però dopo aver raccontato questa simpatica storiella, condizioni l’esposizione dei tuoi riscontri storici alla mia “buona fede” ponendomi una domanda sugli Atti che coi templari c’entrano come il cavolo a merenda. Ora, però, immaginiamo che io - essendo in mala fede - ti risponda che il periodo “che Paolo sosteneva essere ancora in vita” a riferirlo siete soltanto tu e le vecchie versioni della Cei perché in tutte le altre lezioni (e anche nell’interlineare) di At 25,19 dell’avverbio “ancora” non ho trovato traccia. “Che Paolo diceva essere vivente (o vivo)” è la traduzione della pericope, della quale non ho trovato varianti. Immaginiamo, allora, che io – essendomi per la prima volta velocemente interessato a quest’argomento e solo a seguito della tua sollecitazione - ti dica in mala fede che senza l’avverbio temporale “ancora” (che indica continuità di un fatto fino al presente dell’esposizione) la pericope è suscettibile di assumere tutt’altro significato. Tu che cosa fai, nel caso della mia reiterata mala fede, lasci il sospetto che su Filippo il Bello a essere in mala fede sia proprio tu?

Saluti
ON



".. Stai scherzando? Non fai sul serio, vero? "

Mai stato più serio!..

".. secondo la quale Celestino V sarebbe stato una carogna e Filippo il Bello quasi un agnellino.."

Nient'affatto!..Erano tutti e due dei pendagli da forca!

".. Riguardo a Celestino V nulla quaestio, essendo lui l’unico personaggio storico in grado di mettere d’accordo massoni e cattolici per la sua viltà e per il suo servilismo.."

Bontà tua...

"..ponendomi una domanda sugli Atti che coi templari c’entrano come il cavolo a merenda.."

Allora non hai capito...A me interessava capire COME TU, che critichi il mio modo di interpretare fatti storici poco chiari, interpretavi a tua volta contesti che presentano analogie di difficoltà di interpretazione. Sono stato abbastanza chiaro?...

"..a riferirlo siete soltanto tu e le vecchie versioni della Cei perché in tutte le altre lezioni.."

Questa poi!... Quasi non credo ai miei occhi, alle mie orecchie ed al mio naso!...Andiamo.. con questa affermazione hai fatto quasi ridere i polli!...Ma come, gli apologisti attuali (ma anche quelli di una volta non scherzavano!) affermano spudoratamente che solo i testi più antichi sono credibili e che i vangeli della chiesa, essendo stati composti 'precocemente' (secondo loro!) sono gli unici testi 'attendibili' per lo studio della vicenda evangelica. (roba da strapparsi dalle risate!)

"..Tu che cosa fai, nel caso della mia reiterata mala fede.."

Io aspetto che tu mi dia una tua spiegazione a quanto ti ho proposto, visto che sino ad ora ti sei solo dilungato in ameni sofismi. La parola 'ancora' è inserita in tutti i testi correnti reperibili su Internet, ed è con questa realtà che ti devi 'scontrare'. Tuttavia, ammettendo di eliminare tale 'sconveniente' termine, il senso della frase diverrebbe: “che Paolo sosteneva essere in vita” (o, come piace a te, “Che Paolo diceva essere vivente”)

Mi sembra che il senso della frase (con 'ancora' o senza) è percebile anche ad uno scolaretto delle elementari. Io trovo assolutamente coerente l'opinione di Paolo (Paolo/Saul). Se anche tu dovessi trovarla coerente, dovresti avere la bontà di spiegarmi il perchè, al fine di poter impostare in modo adeguato la risposta alla tua domanda in merito a Clemente V (e non 'Celestino V', come hai scritto) ed a Filippo il Bello.


Saluti


Veritas
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MessaggioInviato: 06/10/2009, 20:05 
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Giovanni dalla Teva ha scritto:

1) Chiara dimostrazione di una parte dello scritto fantasioso, con intenti falsificatori storici qual'è il Testo degli Atti degli Apostoli.

L'autore era forse presente quando parlava il procuratore Festo con re Agrippa e Berinice?

2) Chiara dimostrazione di quanto fosse infido, cioè che non ci si può fidare, dello scrittore. Non ebbe il coraggio di far dire al procuratore la parola "risorto" per tutto ciò che essa avrebbe comportato.

Un caro saluto



Come ho più volte affermato, la verità (quella VERA) che si cela dietro quella che appare 'superficialmente' nelle pagine neotestamentarie e patristiche, è molto complessa, e può essere percepita solo attraverso una lunghissima ricerca, completata da uno studio ed un'analisi adeguati.

Nel caso specifico, posso assicurarti, aldilà di ogni dubbio, che l'opinione espressa da Paolo/Saul, e riportata in modo ambiguo dal pseudo evangelista Luca (perchè preoccupato di nascondere o mascherare i fatti reali), ha un'alta probabilità di essere connessa ad una vicenda realmente storica.

Ciò che c'è di falso nell'esposizione fattane dall'autore degli Atti degli Apostoli (chiunque egli sìa stato) è innanzitutto la collocazione temporale: NON già nel periodo 58-60, come si desume dalla narrativa degli Atti, ma intorno al 67-68, quando la ribellione giudaica era diventata ormai guerra aperta contro i romani. Inoltre, i protagonisti furono Erode Agrippa II di Calcide (come riportato anche negli Atti) e Cestio Gallo (e quindi NON Festo o Felice). Il luogo in cui si svolse l'episodio fu realmente Cesarea Marittima.

In tale circostanza, Paolo/Saul fu tutt'altro che un prigioniero!... Egli era è rimase sempre un erodiano schierato apertamente dalla parte dei romani, quindi è assolutamente allucinante ritenere che i romani avessero mai pensato di arrestarlo!

A portarmi sulla strada giusta, per l'interpretazione corretta di tutti gli eventi connessi a tale episodio, è stata una lunga riflessione sulla 'faccenda' della scorta a Paolo/Saul: assolutamente allucinante, se solo ci si pensa!.. Circa 500 uomini armati, tra arcieri, fanti e cavalieri per accompagnare un prigioniero da Gerusalemme a Cesarea!!.. Assolutamente folle!..

Ancora più folle appare la descrizione degli Atti se si pensa che il periodo in cui è stata collocata la vicenda (58-60) era un periodo in cui l'intera Palestina era in quiete, e quindi NON VI ERA NULLA che potesse giustificare razionalmente l'utilizzo di una così imponente scorta per un prigioniero giudaico!.. E quindi ovvio che lo scriba falsario, mentre scriveva, si riferiva ad un evento, che egli conosceva bene, dai contorni ben diversi rispetto a quelli che gli ci ha propinato, e che hanno costituito, insieme ad altre panzane, l'"oro colato" dell'occhiuto clero cattolico!

Torneremo ancora su questo argomento.


Saluti


Veritas

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Ultima modifica di Veritas il 06/10/2009, 20:13, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 06/10/2009, 21:42 
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Veritas ha scritto:
Questa poi!... Quasi non credo ai miei occhi, alle mie orecchie ed al mio naso!...Andiamo.. con questa affermazione hai fatto quasi ridere i polli!...Ma come, gli apologisti attuali (ma anche quelli di una volta non scherzavano!) affermano spudoratamente che solo i testi più antichi sono credibili e che i vangeli della chiesa, essendo stati composti 'precocemente' (secondo loro!) sono gli unici testi 'attendibili' per lo studio della vicenda evangelica. (roba da strapparsi dalle risate!)

Mi sembra che il senso della frase (con 'ancora' o senza) è percebile anche ad uno scolaretto delle elementari. Io trovo assolutamente coerente l'opinione di Paolo (Paolo/Saul). Se anche tu dovessi trovarla coerente, dovresti avere la bontà di spiegarmi il perchè, al fine di poter impostare in modo adeguato la risposta alla tua domanda in merito a Clemente V (e non 'Celestino V', come hai scritto) ed a Filippo il Bello.
Saluti
Veritas


Tu, Veritas, dici che "gli apologisti attuali (ma anche quelli di una volta non scherzavano!) affermano spudoratamente che solo i testi più antichi sono credibili"? Ma dai, Veritas, di cosa stai parlando? Dei testi antichi in lingua italiana o in greco? Veramente roba da sbellicarsi dalle risate!
Guarda che nella storia degli Atti mi hai trascinato tu perché, ti ripeto, non mi sono mai interessato di questa Scrittura. Sei tu che pubblichi sull'argomento. Fossi al tuo posto, però, riguardo alle antichità, prima di mettermi a fare l'analisi testuale, darei uno sguardo a qualche testo critico o, perlomeno, mi collegherei con http://www.laparola.net/ dove, nella sezione di destra, puoi trovare una comparazione di manoscritti e l'interlineare. In seguito, chiederei a qualche buon grecista se è corretto tradurre il presente attivo infinito di vivere con "ancora in vita", quali sono le implicazioni in italiano e mi domanderei perché nemmeno il Vaticano traduce più così (ecco perché trovi la tua traduzione in “tutti i testi correnti reperibili su Internet”, è roba della vecchia versione della CEI antecedente al 2008) e perché i cattolici si sono allineati alle lezioni degli "antagonisti" (a Luzi, a Diodati e perfino alle Traduzioni del Nuovo Mondo dei Testimoni di Geova). Ancora in seguito, avendo io effettivamente la mentalità di uno scolaretto – in questo non sbagli - rifletterei che in italiano “ancora vivo” può significare che non è mai morto, “essere vivente” anche che è risorto. Questo ragionamento lo farei da scolaro, pur se non credessi nella verità del testo. Lo farei perché un testo si può considerare falso, interpolato, incomprensibile, ma non lo si può leggere secondo la propria intenzione, a proprio uso e consumo.
Ma forse sono io a ragionare così e, quando ho pubblicato il mio (eretico) saggio su Giuda, per evitare figure di cacca, in tal modo mi sono comportato.
A proposito dei tuoi trattati storici su Filippo il Bello, lascia perdere, Veritas. Io mi fido soprattutto di Dante (Inf. XIX, 82-87)

"...ché dopo lui verrà di più laida opra,
di ver’ ponente, un pastor sanza legge,
tal che convien che lui e me ricuopra.
Nuovo Iasón sarà, di cui si legge
ne’ Maccabei; e come a quel fu molle
suo re, così fia lui chi Francia regge".


e anche un po’ dei miei versi da scolaretto, che dedico all'amico Barionu :

Dei Cavalieri Templari

“Su, menestrello, spiega, che successe
quando il ciel di Paris si fece rosso
e s’osservò la Morte andar per messe
con la tiara e col manto da re indosso?
Perché le nubi si fecero spesse
urlando tuoni e il Tempio ne fu scosso,
perché su Notre Dame ancora lingue
guizzano e un fuoco sacro non s’estingue?”

«Il diciotto marzo sulla Senna
un papa senza legge accese un rogo,
adesso si dimena nella Geenna,
fiume di fuoco dal qual non c’è sfogo,
di lui già scrisse la divina penna
di Dante, fu colui che mosse il luogo
scelto da Pietro e pose in Avignone
il soglio per piacere a un re fellone.

Il diciotto marzo il ciel dipinto
di sangue fu da re Filippo il Bello,
la torcia gli passò Clemente quinto,
l’intera Francia diventò un macello,
da un fuoco d’odio fu dovunque attinto
l’Ordine che la rosa nel castello
prese ad esempio col numero d’oro
ed alzò templi qual note d’un coro. »


“Favella, menestrello, svela il fatto,
sul rogo di Paris quali templari
arsero e spiega poi quale misfatto
posero in atto contro trono e altari,
la pira è pena d’infernale patto,
quei monaci che furono dei fari
per le tre vie d’un popolo in cammino
eran d’un rito rio, luciferino?”

«Il diciotto marzo la congiura
ordita contro il Tempio ebbe l’effetto,
de Charnay e de Molay sotto tortura
devoti s’eran detti a Bafometto
e rei d’ogni sacrilega lordura,
a Cristo di mancare di rispetto
sputando sulla croce, ogni eresia
fu loro estorta, e baci e sodomia.

Il diciotto marzo un re di pezze
d’un regno fino al collo indebitato
s’impossessò di tutte le ricchezze
dell’Ordine; fu complice un papato
avvezzo alle peggiori nefandezze,
a far dell’indulgenze un gran mercato;
il Cavaliere no, lui non fu empio,
della sua storia ne fu fatto scempio.»



Non sei d'accordo coi contenuti, Veritas? Ma questa è poesia, io posso anche permettermi di fantasticare. Chi pretende di fare critica testuale no.
Addio Veritas, stammi bene.


Ultima modifica di operanuova il 06/10/2009, 21:51, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 07/10/2009, 13:24 
Cita:
operanuova ha scritto:

Tu, Veritas, dici che "gli apologisti attuali (ma anche quelli di una volta non scherzavano!) affermano spudoratamente che solo i testi più antichi sono credibili"? Ma dai, Veritas, di cosa stai parlando? Dei testi antichi in lingua italiana o in greco? Veramente roba da sbellicarsi dalle risate!



Beh, quando avrai smesso di sbellicarti, fammi sapere quali antichi testi greci non riportano 'ancora' e quali sì... Perchè, vedi, se qualcuno del tuo gregge ha scritto 'ancora vivo', vuol dire che da qualche antico testo lo ha tratto, altrimenti dovrei pensare, con grande rammarico, che voi cattolici integralisti vi inventate le cose....Tuttavia sappiamo che non è così e che quello che si trova nelle vostre 'sacre' scritture è decisamente più affidabile di quanto si trova nei testi dell'evangelista Walt Disney, anche se di poco...

Comunque, dal momento che per la quasi totalità delle persone di buon senso le diciture 'ancora vivo' e 'vivente' hanno lo stesso, identico significato, con buona pace dei tuoi esilaranti sofismi, io ti chiedo umilmente, ancora una volta, di pronunciarti sul perchè Paolo, tra gli anni 58-60, riteneva Gesù ancora vivo.

Ora tieni presente che gli gnostici, con in primis il grande filosofo gesuano Basilide, sostenevano che Gesù NON venne crocifisso, in quanto fu Simone di Cyrene ad esserlo, esattamente come afferma il Corano, sebbene in tale contesto non venga fatto il nome di Simone, e che inoltre Ireneo afferma che Gesù morì al tempo di Claudio e NON di Tiberio (quindi è da escludersi categoricamente Pilato, insieme all'esilarante favola della resurrezione di Gesù connessa al suo mandato governativo).

A fronte di tutto ciò, c'è da chiedersi cosa pensava realmente Paolo in merito a Gesù, tanto da affermare che egli era ancora vivo verso la fine degli anni 50!...Se poi ci metti che il Talmud, libro SACRO per i giudei, al pari della Bibbia e dei vangeli per i cristiani, riporta che Gesù venne LAPIDATO e NON crocifisso (come affermano anche Basilide ed il Corano), le cose si mettono proprio male!...

Inoltre, ancora Ireneo dichiarò, in un altro passaggio, dove egli entra in polemica con i cosiddetti 'docetisti', i quali, come si sa, affermavano che Gesù non si fosse MAI incarnato e che ciò avvenne solo in apparenza(*), che non solo Gesù si era incarnato, ma che egli 'coprì' tutti gli stadi della vita di un uomo, vale a dire che gli fu un bambino, un fanciullo, un giovane, un uomo maturo ed infine un vecchio. Guarda caso, quando Gesù venne giuustiziato, mediante LAPIDAZIONE, egli aveva raggiunto l'età di 66 ANNI: cioè il doppio (come si afferma nel Talmud) di 33: vale a dire gli anni vissuti da Gesù secondo i vangeli canonici!

"..Guarda che nella storia degli Atti mi hai trascinato tu perché, ti ripeto, non mi sono mai interessato di questa Scrittura..."

Pensavo che uno che critica gli altri, specialmente sul piano storico-esegetico, avesse una preparazione senza 'buchi', o lacune se così preferisci chiamarle..Ma tant'è...Qualcuno ha detto che il mondo è bello perchè vario...


Cita:
Fossi al tuo posto, però, riguardo alle antichità, prima di mettermi a fare l'analisi testuale, darei uno sguardo a qualche testo critico o, perlomeno, mi collegherei con http://www.laparola.net/ dove, nella sezione di destra, puoi trovare una comparazione di manoscritti e l'interlineare.



Conosco il sito che hai quotato. Francamente mi è sfuggita la circostanza che tale sito ti aiuti a capire il motivo per cui Paolo fece quella 'strana' affermazione... Ma forse avrò bisogno di dare uno sguardo alle 'antichità', come suggerisci tu, visto che sino ad oggi mi sono occupato degli hobby di Bruno Vespa e di Emilio Fede, i quali non mostrano molta fantasia, visto la palese usura della lingua...

Cita:
In seguito, chiederei a qualche buon grecista se è corretto tradurre il presente attivo infinito di vivere con "ancora in vita", quali sono le implicazioni in italiano e mi domanderei perché nemmeno il Vaticano traduce più così (ecco perché trovi la tua traduzione in “tutti i testi correnti reperibili su Internet”, è roba della vecchia versione della CEI antecedente al 2008) e perché i cattolici si sono allineati alle lezioni degli "antagonisti" (a Luzi, a Diodati e perfino alle Traduzioni del Nuovo Mondo dei Testimoni di Geova). Ancora in seguito, avendo io effettivamente la mentalità di uno scolaretto – in questo non sbagli - rifletterei che in italiano “ancora vivo” può significare che non è mai morto, “essere vivente” anche che è risorto. Questo ragionamento lo farei da scolaro, pur se non credessi nella verità del testo. Lo farei perché un testo si può considerare falso, interpolato, incomprensibile, ma non lo si può leggere secondo la propria intenzione, a proprio uso e consumo. Ma forse sono io a ragionare così e, quando ho pubblicato il mio (eretico) saggio su Giuda, per evitare figure di cacca, in tal modo mi sono comportato.



".. In seguito, chiederei a qualche buon grecista se è corretto tradurre il presente attivo infinito di vivere con "ancora in vita"

Io direi di sì, altrimenti sarei autorizzato a pensare che tutti quelli che lo hanno fatto, presumo tutti cattolici, siano stati degli emeriti quanto insulsi ignoranti presentuosi!.. (ti posso assicurare che il sottoscritto non si è MAI cimentato in simili traduzioni!)

"..è roba della vecchia versione della CEI.."

Tutti imbecilli ed ignoranti, immagino...

"..rifletterei che in italiano “ancora vivo” può significare che non è mai morto.."

Davvero??....Strano..io pensavo che significasse 'non ancora morto'....Come è strana la vita, quando non si conoscono le opere dei grecisti, soprattutto di quelli 'ridens'....

"..“essere vivente” anche che è risorto.."

Questo sì che è importante! Non hai fatto altro che girarci intorno senza pronunciarti, forse perchè subdoravi qualche trabocchetto 'dialettico'! Pur di non afferrare il 'toro per le corna', ti sei messo a scalare gli specchi per tentare di uscire dal pantano in cui ti eri cacciato, e da cui speravi di uscire attraverso esilaranti 'giri' sofistici, tipici di una 'certa' tradizione apologetica!

Insomma, visto che ormai l'hai detto, secondo te la cosa più logica che possa spiegare l'apparente assurdità connessa alle affermazioni di Paolo, sarebbe che egli intendeva Gesù 'risorto'.?... E perchè allora Festo non giustifica in tal modo la strana affermazione di Paolo, che sembrerebbe quella di un ubriaco, se Gesù fosse stato veramente giustiziato prima dell'evento di cui stiamo parlando?...

Se Festo sapeva che Gesù era morto, nel modo in cui è raccontato dai vangeli (altrimenti non avrebbe detto 'morto'), si sarebbe dovuto quantomeno stupire delle affermazioni di Paolo, riconosciuto come un capo dei cristiani (e quindi necessariamente al corrente della sorte di Gesù) ed avrebbe dovuto, per forza di cose, chiedere a Paolo perchè pensasse che Gesù fosse ancora vivo (o 'vivente').

Come ripeto, nulla è detto in proposito, così come NULLA è detto negli Atti degli Apostoli circa il modo di intendere le parole di Paolo in merito a Gesù. Inoltre, tieni presente che Erode Agrippa II era un giudeo ed i giudei sapevano che Gesù era stato lapidato e che MAI risorse: ergo, come avrebbe potuto Agrippa prendere per buona una panzana come quella della resurrezione, se Paolo o Festo vi avessero fatto accenno??... L'impalcatura non sta in piedi, ma tu, tuttavia, ti sforzi senza una ragione valida di 'puntellarla'!...

Dunque, alla 'resa dei conti', se te per risulta logico e 'scontato' ritenere che Paolo si riferisse alla resurrezione di Gesù, pur essendo letteralmente assenti PROVE tangibili che autorizzino a pensare tutto ciò, rimandando il tutto ad una 'libera' interpretazione di chi legge, perchè non dovrebbe risultare altrettanto logico il fatto che Filippo il Bello, NON essendo stato il capo della chiesa cattolica, non avesse avuto alcun logico motivo di pianificare il massacro dei templari, ritenuti, ANCORA OGGI, autori di una 'pericolosa' e 'perniciosa' deviazione eretica. (e quindi da estirpare, come nel caso dei Càtari). Ancora, quale motivo avrebbe avuto Francesco il Bello di attuare un piano di arresto dei templari meticolosissimo, al fine di arrestarli tutti quasi nello stesso tempo, ovunque si trovassero, sul suolo francese?

La spiegazione, per chi ha un minimo di buon senso, va ricercata nell'assoluta necessità da parte delle autorità vaticane del tempo (e quindi, in primis, di Clemente V) di verificare quali elementi, tra i templari, fossero al corrente del famigerato 'SEGRETO' templare, vale a dire la conoscenza circa il REALE profilo storico di Gesù di Nazareth e della madre Maria Vergine, oltre che delle REALI origini del cristianesimo(**), che essi, i templari, avevano mutuato direttamente dai 'Sabei' (chiamati successivamente anche 'giovanniti', per via della loro figura carismatica Giovanni il Battista), oggi conosciuti anche come 'Mandei', durante il periodo della loro permanenza in Medioriente (periodo delle 'crociate'). Ovviamente, per raggiungere tale obiettivo, le 'sante' autorità vaticane, come sempre ispirate da Dio (dio Satana?), non potettero fare a meno di ricorrere alla 'santa' INQUISIZIONE CATTOLICA, la quale, a sua volta, non potè fare a meno di ricorrere alla 'santa' tortura e, successivamente, ai 'santi' roghi purificatori....

Cita:
..A proposito dei tuoi trattati storici su Filippo il Bello, lascia perdere, Veritas. Io mi fido soprattutto di Dante (Inf. XIX, 82-87)



Ahhh!.....Scommetto che a te piace vestirti da Napoleone e marciare per le stradine dell'"istituto"...

Potevi dirmelo prima che intendevi 'giocare'...Mi sarei preparato e non avrei sprecato del tempo inutilmente!..

Cita:
Addio Veritas, stammi bene.



Uhmm.....Speriamo di non averti indotto al suicidio...


Saluti

__________________________________

Nota:

(*) - oscena mistificazione da parte falsaria, in quanto si è voluto con ciò far credere che gli gnostici gesuani ritenessero che il 'fenomeno' della mancata 'incarnazione' di Gesù riguardasse esclusivamnente il Nazareno!.. NIENTE DI PIU' FALSO!!... Gli gnostici 'docetisti' intendevano questo NON SOLO per Gesù, ma per tutta la MATERIA dell'Universo, e quindi non solo per gli esseri viventi. I docetisti non fecero altro che tramandarsi gli insegnamenti di Gesù di Nazareth: IL PRIMO DEI DOCETISTI!! Si tratta di un aspetto MOLTO importante, che trova riscontro nel fatto che tra gli infiniti attributi con cui Gesù venne indicato, vi fu anche quello di 'ATOMOS'! (perchè, quasi sicuramente, egli fece sua la teoria 'atomistica' di Leucippo e di Democrito).

(**) - fu per tale motivo che i templari abbandonarono la fede cristiana (come è affermato anche negli atti processuali dell'inquisizione) per abbracciare quella 'nasurea', vale a dire la fede che aveva come figure carismatiche quelle di Giovanni il Battista e della Maddalena, come è ancora oggi presso i Mandei della Mesopotamia. In realtà, 'superficialmente' i templari continuarono a seguire la fede classica, vale a dire quella cattocristiana, ma nell'intimità dei loro monasteri essi seguivano le liturgie giovannee, come testimoniato dal fatto che essi ponevano sull'altare un teschio (in luogo del crocifisso), simbolo del martirio di Giovanni il Battista, il quale venne decapitato.


Veritas
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MessaggioInviato: 07/10/2009, 13:38 
Ragazzi, io sono all' antica, ovvero il calcio all' Inglese anni 60 , gioco masschio ( botte da orbi ), scontro aperto, ....ma stretta finale di mano.

Veritas, ti garantisco che ON non è un fondamentalista cattolico, anzi, l' ho visto prendere le distanze da Nicolotti e da tue vecchie conoscenze.


Signori, a voi.


[:214] [:217] [:278]



zio ot [;)]


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MessaggioInviato: 07/10/2009, 23:00 
Cita:
barionu ha scritto:


Ragazzi, io sono all' antica, ovvero il calcio all' Inglese anni 60 , gioco masschio ( botte da orbi ), scontro aperto, ....ma stretta finale di mano.

Veritas, ti garantisco che ON non è un fondamentalista cattolico, anzi, l' ho visto prendere le distanze da Nicolotti e da tue vecchie conoscenze.


Signori, a voi.


[:214] [:217] [:278]



zio ot [;)]




Non temere....Non accadrà nulla...


Il mio era solo un vago timore...


Saluti


Veritas

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MessaggioInviato: 07/10/2009, 23:05 
Cita:
[red]Veritas ha scritto:]
Beh, quando avrai smesso di sbellicarti, fammi sapere quali antichi testi greci non riportano 'ancora' e quali sì... Perchè, vedi, se qualcuno del tuo gregge ha scritto 'ancora vivo', vuol dire che da qualche antico testo lo ha tratto, altrimenti dovrei pensare, con grande rammarico, che voi cattolici integralisti vi inventate le cose....Tuttavia sappiamo che non è così e che quello che si trova nelle vostre 'sacre' scritture è decisamente più affidabile di quanto si trova nei testi dell'evangelista Walt Disney, anche se di poco...

Io non ho un gregge. Detesto i branchi di ogni tipo di bestie, sia quelli che seguono senza fornire un aiuto nella ricerca della strada giusta, sia quelli che azzannano senza raziocinio.
Dagli antichi testi si traduce, non si trae. E le 'sacre' scritture non sono le mie, perché me le sono ritrovato già scritte senza che abbia potuto fornire alcun contributo. Quel brano, per giunta, me lo hai segnalato tu. E per finire: se è tutta roba da Walt Disney, anche il brano di cui stiamo discutendo lo è, non credi? Allora perché vuoi farmi esprimere un giudizio in merito a Paolo che "tra gli anni 58-60, riteneva Gesù ancora vivo"? Potremmo ragionare sul motivo per il quale la Walt Disney ha ritenuto che Paperone fosse molto ricco; sarebbe lo stesso, non credi?

Cita:
io ti chiedo umilmente, ancora una volta, di pronunciarti sul perchè Paolo, tra gli anni 58-60, riteneva Gesù ancora vivo..

Hai il capoccione duro, Veritas. Paolo non riteneva Gesù "ancora vivo". Lo riteneva vivente. Se lo avesse considerato “ancora vivo” (diciamolo all’opposto: non ancora morto) lo ritroveremmo scritto in altri cento brani. Lo sai che questo “fumetto” scrisse delle lettere, o no? E che ha redatto anche "1 Cor. 15, 4-5? Ora, chiariamolo, il problema non è se queste siano balle o verità, realtà o effetti di funghetti allucinogeni. Non è questa la mia ragione del contendere, figurati! Il problema è che tu intendi mettere nella bocca del personaggio degli Atti (così lo definisco io, in termini meramente letterari) un concetto che è estraneo alla caratterizzazione del personaggio stesso.


Cita:
A fronte di tutto ciò, c'è da chiedersi cosa pensava realmente Paolo in merito a Gesù, tanto da affermare che egli era ancora vivo verso la fine degli anni 50!...Se poi ci metti che il Talmud, libro SACRO per i giudei, al pari della Bibbia e dei vangeli per i cristiani, riporta che Gesù venne LAPIDATO e NON crocifisso (come affermano anche Basilide ed il Corano), le cose si mettono proprio male!...
Inoltre, ancora Ireneo dichiarò, in un altro passaggio, dove egli entra in polemica con i cosiddetti 'docetisti', i quali, come si sa, affermavano che Gesù non si fosse MAI incarnato e che ciò avvenne solo in apparenza(*), che non solo Gesù si era incarnato, ma che egli 'coprì' tutti gli stadi della vita di un uomo, vale a dire che gli fu un bambino, un fanciullo, un giovane, un uomo maturo ed infine un vecchio. Guarda caso, quando Gesù venne giuustiziato, mediante LAPIDAZIONE, egli aveva raggiunto l'età di 66 ANNI: cioè il doppio (come si afferma nel Talmud) di 33: vale a dire gli anni vissuti da Gesù secondo i vangeli canonici!


Dagli Atti al Corano, dagli anni 58-60 al VII secolo d.C.: possiamo definirla una "contestualizzazione", questa, che si sviluppa lungo sette secoli e luoghi differenti?

Cita:
Pensavo che uno che critica gli altri, specialmente sul piano storico-esegetico, avesse una preparazione senza 'buchi', o lacune se così preferisci chiamarle..Ma tant'è...Qualcuno ha detto che il mondo è bello perchè vario...

Io, sul piano storico-esegetico, critico soltanto i fatti che ho studiato (i templari sono tra questi). E di lacune ne ho a bizzeffe, credimi. Perciò ho apprezzato il tuo vocabolo "scolaro".

Cita:
Conosco il sito che hai quotato. Francamente mi è sfuggita la circostanza che tale sito ti aiuti a capire il motivo per cui Paolo fece quella 'strana' affermazione... Ma forse avrò bisogno di dare uno sguardo alle 'antichità', come suggerisci tu, visto che sino ad oggi mi sono occupato degli hobby di Bruno Vespa e di Emilio Fede, i quali non mostrano molta fantasia, visto la palese usura della lingua...

No comment. Io seguo "Striscia la notizia", mi affascina la consegna del dorato Tapiro.


Cita:
"..è roba della vecchia versione della CEI.."
Tutti imbecilli ed ignoranti, immagino...


Ma no! Sei un maestro molto severo, tu Veritas. Revisori, si definiscono (mi pare di aver letto di molte centinaia di modifiche nel N.T.). Si tratta semplicemente di grecisti che, avendo ricevuto un incarico assieme a un pacco di proteste e segnalazioni anche da parte di eminenti studiosi (Ignace de la Potterie, p.e.) hanno accolto molte di queste e, soprattutto, si sono spesso riferiti al testo greco dell'edizione Nestle-Aland.

Cita:
[Davvero??....Strano..io pensavo che significasse 'non ancora morto'....Come è strana la vita, quando non si conoscono le opere dei grecisti, soprattutto di quelli 'ridens'....

[/quote]
I grecisti (solo quelli 'ridens') hanno un altro problema. Essi spesso sono come le talpe che scavano gallerie nel buio e che però, ritornate alla luce, si dimostrano quasi cieche. Anche quando traducono bene, i ‘ridens’ sono soliti fermarsi sul piano "letterale proprio". Essi pensano che la spada sia una spada, che il mantello sia un mantello, che trenta denari siano trenta denari. Questo, però, fattelo spiegare dal nostro amico baroniu, del quale naturalmente condivido il commento rivolto a noi due.

Cita:
La spiegazione, per chi ha un minimo di buon senso, va ricercata nell'assoluta necessità da parte delle autorità vaticane del tempo (e quindi, in primis, di Clemente V) di verificare quali elementi, tra i templari, fossero al corrente del famigerato 'SEGRETO' templare, vale a dire la conoscenza circa il REALE profilo storico di Gesù di Nazareth

Questo è interessante. Dai Templari passando per Dante fino a Botticelli a Leonardo. Qualcosa ho letto, in giro. Tu, invece, la sai che io sono responsabile dei viaggi di un ingegnere che, dopo aver studiato alcuni miei saggi pubblicati in una rivista di Scienze e Filosofia, si è recato prima in Irlanda alla ricerca del segreto dei templari, quindi ha scritto un libro dal titolo “I custodi del messaggio” e poi è andato Voyager a raccontare questa sua ricerca del SANGREAL? A pagina 12 del suo libro l’ingegnere racconta “La conoscenza dell’opinione di [omissis, cioè la mia] sul dipinto di [omissis] avrebbe fortemente indirizzato la pista appena tracciata... nonostante le accese discussioni su più di una questione, si era rivelato determinante l’apporto che la sua interpretazione aveva fornito alla mia ricerca”. Ecco, Veritas, giacché la mia interpretazione è stata determinante per questo ulteriore filone di ricerca che ha riempito Internet, e fatto volare Giacobbo fino in Irlanda per riprendere un buco nemmeno scavato in profondità, all’ingegnere nel corso delle “accese discussioni” nelle sue telefonate l’ho detto a viva voce e a te lo scrivo: sono tutte scempiaggini.

[/quote]
Uhmm.....Speriamo di non averti indotto al suicidio...
Saluti[/quote]
Ma no, figurati, sarebbe assolutamente inutile, una perdita di tempo. Io sono immortale [:262]

P.S.
Cita:
In realtà, 'superficialmente' i templari continuarono a seguire la fede classica, vale a dire quella cattocristiana, ma nell'intimità dei loro monasteri essi seguivano le liturgie giovannee, come testimoniato dal fatto che essi ponevano sull'altare un teschio (in luogo del crocifisso), simbolo del martirio di Giovanni il Battista, il quale venne decapitato.

E, in questo simbolismo templare, giacché quei monaci guerrieri erano stati in Terra Santa, non vi è mai passato per la mente che il simbolismo del teschio è intimamente collegato alla croce, dal momento che i Templari sapevano che Golgota significa “luogo del teschio”? Intendo dire: uno apprende di un cranio messo su un altare di cristiani e, invece di associarlo al nome del luogo della crocifissione, ci vede dentro un riferimento alla testa decapitata di Giovanni Battista”! Bah!


Ultima modifica di operanuova il 07/10/2009, 23:13, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 07/10/2009, 23:26 
Cita:
[Davvero??....Strano..io pensavo che significasse 'non ancora morto'....Come è strana la vita, quando non si conoscono le opere dei grecisti, soprattutto di quelli 'ridens'....

I grecisti (solo quelli 'ridens') hanno un altro problema. Essi spesso sono come le talpe che scavano gallerie nel buio e che però, ritornate alla luce, si dimostrano quasi cieche. Anche quando traducono bene, i ‘ridens’ sono soliti fermarsi sul piano "letterale proprio". Essi pensano che la spada sia una spada, che il mantello sia un mantello, che trenta denari siano trenta denari. Questo, però, fattelo spiegare dal nostro amico baroniu, del quale naturalmente condivido il commento rivolto a noi due.
Cita:
La spiegazione, per chi ha un minimo di buon senso, va ricercata nell'assoluta necessità da parte delle autorità vaticane del tempo (e quindi, in primis, di Clemente V) di verificare quali elementi, tra i templari, fossero al corrente del famigerato 'SEGRETO' templare, vale a dire la conoscenza circa il REALE profilo storico di Gesù di Nazareth

Questo è interessante. Dai Templari passando per Dante fino a Botticelli a Leonardo. Qualcosa ho letto, in giro. Tu, invece, lo sai che io sono responsabile dei viaggi di un ingegnere che, dopo aver studiato alcuni miei saggi pubblicati in una rivista di Scienze e Filosofia, si è recato prima in Irlanda alla ricerca del segreto dei templari, quindi ha scritto un libro dal titolo “I custodi del messaggio” e poi è andato Voyager a raccontare questa sua ricerca del SANGREAL? A pagina 12 del suo libro l’ingegnere racconta “La conoscenza dell’opinione di [omissis, cioè la mia] sul dipinto di [omissis] avrebbe fortemente indirizzato la pista appena tracciata... nonostante le accese discussioni su più di una questione, si era rivelato determinante l’apporto che la sua interpretazione aveva fornito alla mia ricerca”. Ecco, Veritas, giacché la mia interpretazione è stata determinante per questo ulteriore filone di ricerca che ha riempito Internet, e fatto volare Giacobbo fino in Irlanda per riprendere un buco nemmeno scavato in profondità, all’ingegnere nel corso delle “accese discussioni” nelle sue telefonate l’ho detto a viva voce e a te lo scrivo: sono tutte scempiaggini.

Cita:
Uhmm.....Speriamo di non averti indotto al suicidio...
Saluti

Ma no, figurati, sarebbe assolutamente inutile, una perdita di tempo. Io sono immortale
P.S.
Cita:
In realtà, 'superficialmente' i templari continuarono a seguire la fede classica, vale a dire quella cattocristiana, ma nell'intimità dei loro monasteri essi seguivano le liturgie giovannee, come testimoniato dal fatto che essi ponevano sull'altare un teschio (in luogo del crocifisso), simbolo del martirio di Giovanni il Battista, il quale venne decapitato.

E, in questo simbolismo templare, giacché quei monaci guerrieri erano stati in Terra Santa, non vi è mai passato per la mente che il simbolismo del teschio è intimamente collegato alla croce, dal momento che i Templari sapevano che Golgota significa “luogo del teschio”? Intendo dire: uno apprende di un cranio messo su un altare di cristiani e, invece di associarlo al nome del luogo della crocifissione, ci vede dentro un riferimento alla testa decapitata di Giovanni Battista”! Bah!


Ultima modifica di operanuova il 07/10/2009, 23:28, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 08/10/2009, 06:33 
Io ho osservato che quasi tutte le persone di parte, esperte nelle traduzioni, cristiane religiose , si concentrano quasi esclusivamente, nell'analisi strettamente tecnica.

Poichè cercano nel loro lavoro, in buona o mala fede, la perfezione che maggiormente si avvicini alle loro capacità e convinzioni; automaticamente trasferiscono questo loro convincimento di perfezione anche al testo stesso oggetto di traduzione.

Sono talmente presi e ingannati da questa loro forma mentale che ne sono succubi, nonostante la neghino.

Non riescono ad accettare l'idea di aver operato un ottimo lavoro di traduzione, su un testo falso, già in partenza.

Prevale in loro l'idea inconscia, che poichè nella traduzione hanno usato una tecnica corretta e magari veritiera questa sia sufficiente a trasformare come corrispondente alla realtà, la falsità contenuta nel testo base, oggetto della loro traduzione.



Queste persone esperte nelle traduzioni, per questa loro caratteristica di forma mentale svantaggiata, evidenziano poi, dei grossi limiti nell'analizzare unitariamente tutto il materiale ricollegabile al loro lavoro, indipendentemente dal testo usato, oggetto dei loro ragionamenti.

In poche parole, uno scultore farà sempre fatica ad accettare l'idea, di aver eseguito un capolavoro a cui crede, su del legno marcio già in partenza.

Un caro saluto a tutti


Ultima modifica di Giovanni dalla Teva il 08/10/2009, 06:39, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 08/10/2009, 13:52 
Carissimo Giovanni
Con immenso piacere ti saluto da questo nuovo palcoscenico online.
Sopra ho sentito parlare di traduzioni, per questo il mio intervento.
Ho da poco tempo conosciuto una persona che di trduzioni ne conosce a iosa, costui non ha problemi su nessuna lingua greco-semitica.
Mi ha detto ultimamente, che lui ha presenziato anche all'apertura di una lettera-cofanetto-cuscinetto, risalente all'antichità Sumero-Babilonese, e lui ne ha letto e spiegato il contenuto ai presenti. Ora questo prof. ci da risultanze da SUE trduzioni di testi antichissimi e ci dice che Jehoshua fu crocifisso a Pasqua del 36 e.v. Ci dice che Vitellio depose Giuseppe-(Caifa) aveva esautorato già Pilato tramite Marcello e riconsegnò le vestigia sacre ai sommi sacerdoti.
Le stesse ed esatte risultanze del nostro genio Emilio Salsi, col suo Giovanni il Nazireo. per quello che riguarda Paolo non ne abbiamo parlato. però io ho una mia idea, che il Paolo è tutta un'invenzione di Marcione il suo padre putativo, che riscrivendo le gesta-percorsi di Apollonio, romanzandoci sopra poi le intesta a Paolo.
Un Caro saluto Cecco D'Ascoli


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MessaggioInviato: 08/10/2009, 16:47 
Cita:
Giovanni dalla Teva ha scritto:

Io ho osservato che quasi tutte le persone di parte, esperte nelle traduzioni, cristiane religiose , si concentrano quasi esclusivamente, nell'analisi strettamente tecnica.
Poichè cercano nel loro lavoro, in buona o mala fede, la perfezione che maggiormente si avvicini alle loro capacità e convinzioni; automaticamente trasferiscono questo loro convincimento di perfezione anche al testo stesso oggetto di traduzione.
Sono talmente presi e ingannati da questa loro forma mentale che ne sono succubi, nonostante la neghino.


Ai nostri giorni questo è molto pericoloso, caro Giovanni. Gli studiosi indipendenti - anche atei, in buona parte e per fortuna dal punto di vista della conoscenza "tecnica", anche uomini credenti e non per questo necessariamente disonesti nella ricerca - sono tanti e tali per cui quelle analisi tecniche sono soggette a mille verifiche, obiezioni, controlli. Oggi nessuno si potrebbe più permettere di tradurre al futuro "«Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» un aoristo participio. E, per quanto mi concerne, quando a proposito di Giuda lessi il verbo paradidomi, mi chiesi: "Perché traducono con tradire, se il verbo in prima accezione significa consegnare?". Tradurre sempre significa un po' tradire, è l'analisi del testo che poi può fornire indicazioni sulla coerenza o sull'incoerenza.

Cita:
Non riescono ad accettare l'idea di aver operato un ottimo lavoro di traduzione, su un testo falso, già in partenza.
... Prevale in loro l'idea inconscia, che poichè nella traduzione hanno usato una tecnica corretta e magari veritiera questa sia sufficiente a trasformare come corrispondente alla realtà, la falsità contenuta nel testo base, oggetto della loro traduzione

Non la capisco, Giovanni. Questo vuol dire che non è lecito tradurre in italiano "Il Corvo" di Edgar Allan Poe perché non è possibile che un uccello abbia pronunciato "No more"? Un testo è un testo ed è vero di per sé, in quanto testo; falsi sono coloro che in mala fede cercano di travisarlo (qualsiasi sia il loro fine), sia il testo una storia reale o una pura invenzione poetica.

Cita:
[u][b]Queste persone esperte nelle traduzioni, per questa loro caratteristica di forma mentale svantaggiata, evidenziano poi, dei grossi limiti nell'analizzare unitariamente tutto il materiale ricollegabile al loro lavoro, indipendentemente dal testo usato, oggetto dei loro ragionamenti.


Perfettamente d'accordo con lei. Ecco perché, di là della traduzione, non ho convenuto con la lezione "ancora vivente" e il relativo possibile significato in italiano. Il testo, in quanto testo, nella sua unitarietà, non dice questo. Ecco perché quando, in un convegno, un conferenziere criticò la mia lettura del paradidomi di Giuda, io gli risposi: "Lei mi spieghi che cosa signicano "trenta denari", mi dica perché uno che gestisce una ricca borsa e - secondo il testo - ruba, dovrebbe "tradire" per una somma "ridicola", mi spieghi perché poi dovrebbe restituire i soldi e impiccarsi, mi spieghi perché la seconda spada non esce fuori nel Getsemani". La coerenza del testo per me è fondamentale, essa è propria del cervello, non risiede nel cuore né nei reni.

Un caro saluto.


Ultima modifica di operanuova il 08/10/2009, 16:49, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 08/10/2009, 18:35 
Prima di tutto vorrei ringraziarla Sig. operanuova, per la sua gentilezza, nell'avermi risposto e mi scuso infinitamente se per caso ho dato l'impressione che potesse essere rivolto a Lei, il mio precedente intervento, quando invece riguardava qualche persona che scrive nel forum cristianesimo primitivo.

Constatate le sue grandi conoscenze, mi piacerebbe quando può, ricevere un suo parere generato da un suo imput.

Cita:
Sig. operanuova scrive:

E, per quanto mi concerne, quando a proposito di Giuda lessi il verbo paradidomi, mi chiesi: "Perché traducono con tradire, se il verbo in prima accezione significa consegnare?".



Ultimamente, due storici di raro talento e dotati di grande onestà intellettuale, sostengono (ciò che io ho qui di seguito riassunto a grandi linee) che:

Poichè gli evangelisti dichiarano che solo il Gesù o Giovanni di Gamala fu arrestato, questo fu un accordo di resa negoziato


Il Gesù/Giovanni di Gamala, pragmaticamente si convinse che questa rimaneva la situazione migliore in quel momento, e si sacrificò per tanti. Quindi, arrivarono ad arrestarlo, le guardie del tempio e anche dei soldati romani come rappresentanti del potere romano.

Perciò non ci fu alcuna resistenza armata né tradimento.

Il possibile tradimento fu operato da alcune persone importanti, nel togliere l'appoggio politico al Gesù/Giovanni, re non voluto da Roma, davanti all'arrivo delle legioni di Vitelio nella primavera del 36 d.c..

Non dimentichiamo le parole di Caifa. "«E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo».

Ricordiamo che Pilato era già stato destituito, con l'arrivo a Cesarea Marittima di Marcello, mandato in precedenza da Vitelio a sostituirlo. (Antichità Giudaiche libro XVIII, 90 e seguenti)

Ora la sua traduzione, con il verbo consegnare, avvalla maggiormente questa interpretazione storica, che pure io condivido pienamente.
Cita:
Sig. operanuova scrive:

mi spieghi perché la seconda spada non esce fuori nel Getsemani".


perchè Luca in 22,49, ritorna a copiare esattamente Marco 14,47.

Questa è la chiara dimostrazione che l'evangelista Luca non possedeva la sua capacità critica Sig. operanuova, di osservazione!!!!!!!!!


Un caro saluto con tanta stima


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