Attenti all'«Ufo»Operai di Nardò immortalano incontro
NARDO' - Oggetto non identificato nei cieli di Nardò. Sei operai avvistano un ufo nelle prime ore del mattino e lo fotografano con i cellulari. Succede martedì alle 5.45 circa, sulla bretella che collega Nardò alla provinciale Lecce-Gallipoli.
I lavoratori giungono nella zona industriale neritina per iniziare la loro giornata di attività quando il sole ancora è basso sull’orizzonte. Il panorama è limpido e notano subito un oggetto di forma sferica fermo nel cielo. Sergio, uno dei sei operai, nonostante l’incredulità e lo stupore ha la prontezza di prendere il cellulare per scattare una foto. Lo zoom non è dei migliori ma quell’oggetto che luccica nel cielo si vede anche nel piccolo schermo.
Anche altri hanno il tempo di immortalare con i telefonini quello che sembra davvero un disco volante. Il misterioso oggetto inizia poi a muoversi con molta lentezza dal basso verso l’alto. Si blocca di nuovo e poi con un rapido movimento si nasconde dietro un gruppo di nubi.
Gli operai continuano a scrutare il cielo sperando che la brezza mattutina traghetti altrove le nuvole. Ma la sorpresa è amara: quando l’ostacolo di vapore acqueo si sposta, il misterioso oggetto non c’è più.
Sergio (al cognome preferisce «rinunciare» ndr), ancora non crede a quello che ha visto: «Lo spettacolo è durato solo qualche minuto. Eravamo appena arrivati sul posto di lavoro ed era impossibile non accorgersi di quell’oggetto luminoso che rimaneva fermo nel cielo. Il sole stava per spuntare e dunque era ben visibile. Una delle cose che ci ha maggiormente sorpresi era il suo movimento. All’inizio sembrava ci venisse incontro perché riuscivamo a vederlo sempre meglio. Poi si è bloccato. Molto lentamente ha iniziato a salire verso l’alto. Alla fine si è “nascosto” dietro le nuvole e non lo abbiamo più visto. Dopo aver atteso qualche minuto ci siamo rassegnati e rimessi al lavoro. Non cancelleremo mai le foto fatte con i cellulari e potremo così raccontare di aver visto qualcosa “di strano” nel cielo».
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=276185&IDCategoria=1A sorpresa ricominciano le indagini su Caronia
SONIA T. CAROBI Gialli 15 ottobre 2009Canneto di Caronia. Incendi, flussi anomali di energia elettromagnetica, Ufo. A sorpresa riprendono i monitoraggi di tutta l’area del basso Tirreno, tra il paesino in provincia di Messina e le Isole Eolie. Nella case verranno riallestiti sensori e telecamere, e il fenomeno che aveva lasciato stordito mezzo mondo ritorna sotto i raggi X. Entro la primavera conosceremo la verità sul “paese dei fuochi”? C’è chi dice di si, c’è chi giura, invece, che quello che sta accadendo in Sicilia è solo un modo per cancellare dalla vicenda l’imbarazzante marchio del “segreto di Stato”.
Cinque anni. Hanno fatto trascorrere cinque anni nella speranza che la febbre calasse. Che l’ansia di risposte trovasse i luoghi tranquillizzanti del tempo che passa. Ci hanno messo un lustro per avere il coraggio di tornare in quei luoghi e riattivare sensori, telecamere, centraline che troppo frettolosamente erano state stipate in soffitta. Tanto loro lo sapevano che la storia sarebbe ricominciata. Tanto lo sapevano che sarebbe bastato ricollegare le sonde per vederle immediatamente in azione, per vederle registrare quel “qualcosa di anomalo” che cinque anni fa turbò mezzo mondo.
C’è poco da fare. Il mistero non si poteva liquidare dietro le frasi e le ipotesi di circostanza. Canneto di Caronia è un segreto ingombrante, e allora meglio togliere, almeno, quell’imbarazzante crosta che si chiama “Segreto di Stato”. Deve essere andata così. Cinque anni a pensarci e poi d’un solo colpo la soluzione finale. Si ritorna lì. Ma una volta per tutte. L’ultima.
Tempo qualche mese e in quel paesino di cinquanta abitanti schiacciato tra la costa e la linea ferroviaria Palermo-Messina ritorneranno scienziati, studiosi, esperti di vulcanologia e di fenomeni elettromagnetici, ma anche ispettori del ministero e militari in borghese. Tutti lì a tentare di dare una risposta finale ad uno dei misteri più impenetrabili degli ultimi tempi: Canneto di Caronia. Il Paese dei fuochi. Il borgo “elettrico”. Il quartier generale degli Ovni. Un pugno di case dove bruciano campi, le Tv e gli elettrodomestici si accendono da soli, i cellulari si ricaricano autonomamente, e una serie di oggetti volanti non identificati si spostano indisturbati sul pallido cielo del basso Tirreno.
X-FilesLa storia comincia a metà febbraio del 2004. Ed è scritta nell’ultima riga di in un goffo documento della Polizia locale. “Non c’è dolo dietro i ripetuti fenomeni incendiari che da circa un mese si verificano nel piccolo centro siciliano”. Bruciano materassi, divani, impianti elettrici. E nessuno riesce a dare una spiegazione sensata. Intervengono le forze dell’ordine e si rendono conto che quello che sta accadendo a Canneto dovrebbe essere assegnato agli agenti Mulder e Scully della sezione X-Files.
Peccato che siamo in Italia e a determinate cose nessuno ci crede. Sulle spiaggia di Canneto pesci e cozze si arenano come alghe putrefatte. A largo basta un telefonino per fotografare bolle marine dal diametro di un chilometro. Nei campi le melanzane hanno i colori dell’arcobaleno.
Non ci saranno Mulder e Scully, ma almeno c’è bisogno di far intervenire la Protezione Civile.
E lì cominciano i pasticci. Già, perché senza pensarci due volte, gli uomini di Francesco Venerando decidono di far evacuare il paesino. Una quarantina di persone si caricano in macchina l’essenziale e si lasciano alle spalle quel pugno di case sul quale stanno piombando giornalisti di tutto il mondo. Ognuna di quelle 40 persone ha una storia da raccontare.
Testimonianze e prime spiegazioniC’è chi si è visto il pc prendere fuoco all’improvviso e chi ha il parabrezza dell’auto “colpito dalla punta di un trapano invisibile”. E c’è anche chi fa vedere ad una televisione cinese le scarpe da ginnastica letteralmente “squagliate”. Non è proprio una bella storia. Alla Protezione Civile provano a dare subito una spiegazione. Almeno per far calmare le acque. “Canneto di Caronia – dice Venerando – e’ stata colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata. Fasci di microonde a ‘ultra high frequency’ compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz”. Plausibile. Ma intanto al paese arriva il Prefetto, e la cartella con le denunce e le segnalazioni segna la punta di ben 309 casi cui bisognerà dare risposte circostanziate.
C’è poco da fare. Non basta neanche più la Protezione Civile.
La task forceIl Caso Canneto arriva in Parlamento. Viene istituito un Gruppo Interistituzionale per l’Osservazione dei Fenomeni (di cui fanno parte molte Università, il CNR, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il Ministero delle Comunicazioni, la Marina e l’Aeronautica Militare), e in ogni appartamento viene piazzata una centralina di rilevamento. L’indagine va avanti a tutto spiano sotto gli occhi vigili di cronisti e reporter.
Fenomeni elettrici di origine sotterranea; principio della super-rotazione del nucleo e emissione a riccio di mare dei flussi che dal centro della Terra si riversano nella superficie terrestre; alti impulsi in ampiezza dei protoni solari del vento… Mille ipotesi, ma nessuna viene data per definitiva.
E proprio mentre sul paesino sembra alzarsi una imbarazzante bandiera bianca l’Espresso pubblica un servizio che è una bomba. Siamo nel 2005. Sul caso Caronia esisterebbe un “rapporto riservato” nel quale si dice senza mezzi termini che tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. E che “Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamente antropizzato”.
Uno stop improvvisoL’articolo è talmente esplosivo che in Sicilia finiscono per dover ammettere una serie di cose impensabili fino ad allora. La Protezione Civile, ad esempio, riconosce che un elicottero ha rischiato l’avaria proprio mentre il cielo di Canneto veniva tagliato da due oggetti volanti non identificati.
Parte un’interrogazione parlamentare. Le indagini si fanno ancora più serrate, ma sul più bello la vicenda di Canneto di Caronia subisce uno stop. “Non possiamo più controllare l’area – dice duro Venerando – Non ci sono soldi, e ogni componente del Gruppo opera senza rimborsi e senza budget”. Insomma, di fronte al problema di sempre, su Canneto cala il silenzio. Ma qualcuno pensa che forse lo smantellamento e la dismissione di sensori e telecamere è un ordine che arriva dall’alto.
Fatto sta che il Gruppo si scioglie e a combattere per la verità rimangono solo gli abitanti del paesino che hanno ragioni più concrete per gridare la loro rabbia. Ora però pare che sulla vicenda si apra un nuovo spiraglio. Di sicuro i sensori verranno ricollegati e ricominceranno i monitoraggi. Sapremo la verità?