27/12/2009, 21:16
27/12/2009, 22:41
Leandro ha scritto:
La particella si comporta COME se sapesse di essere osservata, ma naturalmente non sa di esserlo o meno.
Qui sta tutto il fascino della fisica quantistica, che è una fisica "indeterminata", ovvero - e semplifico - una fisica in cui le cose non si manifestano secondo una logica binaria ("c'è o non c'è", "va o non va", "bianco o nero", "acceso o spento"), ma come uno "spettro di possibilità", in cui quindi una "cosa" non espressa tramite UN valore determinato, ma da una percentuale di probabilità di assumere un valore all'interno di un determinato range.
La "cosa" assume quindi tanti valori contemporaneamente, come se vibrasse, come se anzichè una "cosa singola" fosse una "nuvola di cose" ciascuna con un valore diverso.
Quindi mentre si sa che un proiettile si comporta come un proiettile, non è possibile a priori dire se un fotone si sta comportando come un'onda o come una particella. Per determinarne la natura bisogna "osservarlo". L'osservazione (e la misurazione) nella fisica quantistica è un atto che determina attivamente il valore della cosa osservata. Così, se la cosa in questione sta vibrando forsennatamente e assumendo contemporaneamente più valori, nel momento in cui l'osservatore la guarda, è come se la bloccasse nel punto in cui in quel momento sta oscillando Come se si mettesse la mano per fermare la roulette costringendo la pallina ad assumere un singolo valore tra quelli compresi nel piatto girevole.. Questo "blocco" rende il valore univoco e misurabile.
E' il discorso del famoso "gatto nella scatola". Finchè la scatola è chiusa il gatto può essere vivo o essere morto (spettro di valori possibile), e, questo è intuitivo. Ma ai fini della fisica quantistica, finchè è chiuso in scatola, il gatto è in ENTRAMBI gli stati: vivo E morto (non vivo O morto). Quando l'osservatore solleva il coperchio, il gatto "smette di vibrare" tra la vita e la morte ed assume uno stato univoco: vivo o morto.
27/12/2009, 23:23
28/12/2009, 04:08
Angeldark ha scritto:Leandro ha scritto:
La particella si comporta COME se sapesse di essere osservata, ma naturalmente non sa di esserlo o meno.
Qui sta tutto il fascino della fisica quantistica, che è una fisica "indeterminata", ovvero - e semplifico - una fisica in cui le cose non si manifestano secondo una logica binaria ("c'è o non c'è", "va o non va", "bianco o nero", "acceso o spento"), ma come uno "spettro di possibilità", in cui quindi una "cosa" non espressa tramite UN valore determinato, ma da una percentuale di probabilità di assumere un valore all'interno di un determinato range.
La "cosa" assume quindi tanti valori contemporaneamente, come se vibrasse, come se anzichè una "cosa singola" fosse una "nuvola di cose" ciascuna con un valore diverso.
Quindi mentre si sa che un proiettile si comporta come un proiettile, non è possibile a priori dire se un fotone si sta comportando come un'onda o come una particella. Per determinarne la natura bisogna "osservarlo". L'osservazione (e la misurazione) nella fisica quantistica è un atto che determina attivamente il valore della cosa osservata. Così, se la cosa in questione sta vibrando forsennatamente e assumendo contemporaneamente più valori, nel momento in cui l'osservatore la guarda, è come se la bloccasse nel punto in cui in quel momento sta oscillando Come se si mettesse la mano per fermare la roulette costringendo la pallina ad assumere un singolo valore tra quelli compresi nel piatto girevole.. Questo "blocco" rende il valore univoco e misurabile.
E' il discorso del famoso "gatto nella scatola". Finchè la scatola è chiusa il gatto può essere vivo o essere morto (spettro di valori possibile), e, questo è intuitivo. Ma ai fini della fisica quantistica, finchè è chiuso in scatola, il gatto è in ENTRAMBI gli stati: vivo E morto (non vivo O morto). Quando l'osservatore solleva il coperchio, il gatto "smette di vibrare" tra la vita e la morte ed assume uno stato univoco: vivo o morto.
Vibra forsennatamente, assumendo più valori contemporaneamente, ma, assume un valore univoco e determinabile, solo nel momento dell'interazione con l'osservatore.
Potremmo affermare allora, che la particella esiste SOLAMENTE nel momento che una coscienza la osserva e la rileva?
O addirittura, che la coscienza stessa, la renda esistente all'interno del suo campo di realtà, facendogli assumere il valore che si aspetta?
28/12/2009, 10:32
28/12/2009, 10:47
28/12/2009, 11:07
strombidur ha scritto:
Grande Leandro! Hai spiegato in modo estremamente chiaro, rendendolo semplice e comprensibile, un concetto estremamente ostico e difficile da semplificare.
28/12/2009, 11:33
Leandro ha scritto:
La fotoelettrica (ovvero l'osservatore) fa - il termine tecnico è questo - "collassare la forma d'onda" (o "collassare lo stato quantistico") del fotone in un punto. In corrispondenza di un valore univoco. Ovvero determina lo stato della particella. E la particella genera effetti fisici legati a quel preciso stato (e non a un altro).
Questa cosa fa ovviamente impazzire tutti coloro che vengono dalla fisica classica: è un concetto difficile da afferrare, antitetico con tutto quello che si studia prima di avvicinarsi alla quantistica.
Un concetto che risultò inaccettabile persino ad Einstein che rifiutava appunto l'idea che "Dio giocasse a dadi con l'universo". Ovvero che le cose non fossero tutte precisamente determinate a priori, ma fossero frutto del caso, e quindi studiabili solo con il calcolo probabilistico.
28/12/2009, 11:43
Lawliet ha scritto:Leandro ha scritto:
La fotoelettrica (ovvero l'osservatore) fa - il termine tecnico è questo - "collassare la forma d'onda" (o "collassare lo stato quantistico") del fotone in un punto. In corrispondenza di un valore univoco. Ovvero determina lo stato della particella. E la particella genera effetti fisici legati a quel preciso stato (e non a un altro).
Questa cosa fa ovviamente impazzire tutti coloro che vengono dalla fisica classica: è un concetto difficile da afferrare, antitetico con tutto quello che si studia prima di avvicinarsi alla quantistica.
Un concetto che risultò inaccettabile persino ad Einstein che rifiutava appunto l'idea che "Dio giocasse a dadi con l'universo". Ovvero che le cose non fossero tutte precisamente determinate a priori, ma fossero frutto del caso, e quindi studiabili solo con il calcolo probabilistico.
Certo, ma non sorvoliamo la parte principale. Chi ferma la roulette?
Nel momento in cui la fotoelettrica entra in funzione, il fotone si comporta da particella, come se si fermasse la roulette e si identificasse il numero su cui si trova la particella, tanto per rientrare nell'esempio.. ma chi ha fermato la roulette? Di certo non è stato il fotone timidone a decidere così.. nè tantomeno è stato la fotoelettrica, che altro non fa se non "vedere".
A mio parere, è questo il principale dilemma dei fisici di oggi. E' da qui che nascono le "filosofie newage" e quant'altro.
28/12/2009, 13:38
Lawliet ha scritto:Leandro ha scritto:
La fotoelettrica (ovvero l'osservatore) fa - il termine tecnico è questo - "collassare la forma d'onda" (o "collassare lo stato quantistico") del fotone in un punto. In corrispondenza di un valore univoco. Ovvero determina lo stato della particella. E la particella genera effetti fisici legati a quel preciso stato (e non a un altro).
Questa cosa fa ovviamente impazzire tutti coloro che vengono dalla fisica classica: è un concetto difficile da afferrare, antitetico con tutto quello che si studia prima di avvicinarsi alla quantistica.
Un concetto che risultò inaccettabile persino ad Einstein che rifiutava appunto l'idea che "Dio giocasse a dadi con l'universo". Ovvero che le cose non fossero tutte precisamente determinate a priori, ma fossero frutto del caso, e quindi studiabili solo con il calcolo probabilistico.
Certo, ma non sorvoliamo la parte principale. Chi ferma la roulette?
Nel momento in cui la fotoelettrica entra in funzione, il fotone si comporta da particella di materia, come se si fermasse la roulette e si identificasse il numero su cui si trova la particella, tanto per rientrare nell'esempio.. la forma d'onda è collassata soltanto perchè sotto osservazione? Chi ha fermato la roulette? Di certo non è stato il fotone timidone a decidere così.. nè tantomeno è stata la fotoelettrica, che altro non fa se non "vedere" in quell'istante cosa sia effettivamente il fotone. Eppure, il fotone si comporterà d'ora in poi come una particella di materia.
A mio parere, è questo il principale dilemma dei fisici di oggi. E' da qui che nascono le "filosofie newage" e quant'altro.
28/12/2009, 14:32
Leandro ha scritto:
Capisco la perplessità, ma è una perplessità, come dicevo, che nasce sostanzialmente dal voler ragionare in termini deterministici, che in fisica quantistica non ha senso.
A fermare la roulette nel caso di specie è stata la fotoelettrica, che è di fatto un osservatore. Peraltro, il fotone non si comporterà "d'ora in poi come una particella", ma soltanto fino a quando sarà sotto l'occhio della fotoelettrica. Nel momento in cui il dito viene tolto dalla roulette, questa riprende a girare...
Appare quindi come un dilemma solo perchè si applica la forma mentis classica (per cui una cosa "è o non è" indipendentemente dall'osservatore) a un contesto probabilistico in cui la natura di un "oggetto" è solo una possibilità.
28/12/2009, 14:51
28/12/2009, 21:25
Lawliet ha scritto:
Credo di non essermi spiegato bene Leandro.. ciò che volevo mettere in chiaro era il dubbio che affligge i fisici da anni.
Se nel momento in cui viene attivata la fotoelettrica, il fotone assume una sola funzione (di materia ad esempio).. cos'è che fa realmente agire il fotone in questa maniera? La fotoelettrica non fa altro che "osservare" ed il fotone di certo non ha mentalità propria.
Spieghiamo meglio.
Quando NON c'è la fotoelettrica, il fotone si comporta in entrambi i modi, crea onde di fase come un'onda normale, e si comporta anche come particella di materia, creando sullo spettro varie bande, che tuttavia non sono "strisce" ma insiemi di punti. Il fotone si è comportanto, contemporaneamente, in entrambi i modi.
Attiviamo la fotoelettrica, non facendo altro che osservare, ed il fotone assume le caratteristiche di una particella di materia creando soltanto due bande di puntini. Cos'è realmente cambiato? Chi ha fermato la roulette?
Non si tratta piu' di "fermare momentaneamente" la roulette in un punto, e capire quale delle due fessure la particella ha realmente oltrepassato, oppure capire in quel determinato instante la particella come si è comportata.. qui si tratta di capire perchè la particella assume l'unico ruolo di "materia".. semplicemente perchè sotto osservazione.
28/12/2009, 21:32
Lawliet ha scritto:
Credo di non essermi spiegato bene Leandro.. ciò che volevo mettere in chiaro era il dubbio che affligge i fisici da anni.
Se nel momento in cui viene attivata la fotoelettrica, il fotone assume una sola funzione (di materia ad esempio).. cos'è che fa realmente agire il fotone in questa maniera? La fotoelettrica non fa altro che "osservare" ed il fotone di certo non ha mentalità propria.
Spieghiamo meglio.
Quando NON c'è la fotoelettrica, il fotone si comporta in entrambi i modi, crea onde di fase come un'onda normale, e si comporta anche come particella di materia, creando sullo spettro varie bande, che tuttavia non sono "strisce" ma insiemi di punti. Il fotone si è comportanto, contemporaneamente, in entrambi i modi.
Attiviamo la fotoelettrica, non facendo altro che osservare, ed il fotone assume le caratteristiche di una particella di materia creando soltanto due bande di puntini. Cos'è realmente cambiato? Chi ha fermato la roulette?
Non si tratta piu' di "fermare momentaneamente" la roulette in un punto, e capire quale delle due fessure la particella ha realmente oltrepassato, oppure capire in quel determinato instante la particella come si è comportata.. qui si tratta di capire perchè la particella assume l'unico ruolo di "materia".. semplicemente perchè sotto osservazione.
28/12/2009, 21:47